lunedì 10 febbraio 2020

NEL FUOCO ETERNO SENZA AMORE



L'INFERNO ESISTE?

Nella Costituzione Lumen gentium, il concilio Vaticano Il ricorda con parole della Scrittura l'alto destino verso il quale siamo incamminati: "Con verità siamo chiamati, e lo siamo, figli di Dio, ma ancora non siamo apparsi con Cristo nella gloria (cf Col 3, 4), nella quale saremo simili a Dio perché lo vedremo qual è. Oltre ad affermare questo destino glorioso, il Concilio non manca di segnalare il grande rischio che corre l'uomo, se usa male della libertà: "Siccome poi non conosciamo né il giorno né l'ora bisogna, come ci avvisa il Signore, che vegliamo assiduamente affinché, finito l'unico corso della nostra vita terrena, meritiamo con lui di entrare al banchetto nuziale ed essere annoverati tra i beati" (cf Mt 25,31-46), né ci si comandi, come ai servi cattivi e pigri, di andare al fuoco eterno nelle tenebre esteriori dove "ci sarà pianto e stridore dei denti".
Prima di regnare con Cristo glorioso, noi tutti compariremo "davanti al tribunale di Cristo, perché ciascuno ritrovi ciò che avrà fatto quando era nel suo corpo sia in bene che in male", e alla fine del mondo "ne usciranno, chi ha operato il bene a risurrezione di vita, e chi ha operato il male a risurrezione di condanna" (Gv 5,29).
Tutti risusciteremo, come insegna il Signore nelle parole riferite da san Giovanni: "chi ha operato il bene a risurrezione di vita; chi ha operato il male, a risurrezione di condanna": alcuni per il cielo e altri per l'inferno. La verità di fede dell'inferno, rivelata varie volte nel Nuovo Testamento, dev'essere accettata alla luce di un'altra verità centrale della nostra fede: il Signore ha manifestato il suo desiderio che "tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità".
Davanti alla realtà dell'inferno e al concetto che l'uomo ha di Dio, spesso sorge la perplessità nel cuore dell'uomo. "Se Dio desidera così" la salvezza dell'uomo, possiamo domandarci con Giovanni Paolo II, "se Dio per questa causa dona suo Figlio..., può l'uomo essere dannato, può essere respinto da Dio? Può Dio, il quale ha tanto amato l'uomo, permettere che costui lo rifiuti così da dover essere condannato a perenni tormenti? E, tuttavia, le parole di Cristo sono univoche. In Matteo egli parla chiaramente di coloro che andranno al supplizio eterno". Come si coniugano queste due verità? Come possiamo affermare la nostra fede in un Dio che è Amore e che desidera salvare, e che è al tempo stesso Giustizia definitiva e non ammette che restino impuniti i crimini degli uomini? Non sono domande nuove: hanno turbato i pensatori nel corso della storia, da Origene, nel III secolo, fino ai nostri giorni.
Domande alle quali si risponde facendo ricorso alla Rivelazione e accettando l'esistenza del mistero: il mistero dell'Amore di Dio e della sua Giustizia, e il mistero del peccato e dell'indurimento del cuore dell'uomo.
Nella parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro il Signore affronta un argomento che ha preoccupato nei secoli precedenti: come mai a volte all'empio le cose vanno bene in questa vita e al giusto vanno male. Nell'Antico Testamento viene progressivamente rivelata la soluzione al problema: anzitutto viene affermato che qui in terra, alla fine, il Signore fa giustizia. E la risposta che troviamo, per esempio, nel Salmo 36: "Sono stato fanciullo e ora sono vecchio, non ho mai visto il giusto abbandonato, né i suoi figli mendicare il pane... Ho visto l'empio trionfante... Sono passato e più non c'era, l'ho cercato e più non si è trovato". Nel libro di Giobbe, gli amici insistono sul fatto che le sofferenze di Giobbe dipendono dai suoi peccati: soffri?, dunque hai peccato, per questo vieni castigato. Nella seconda parte si fa un passo avanti: un altro personaggio, Elifaz, parla del mistero della provvidenza divina: non possiamo chiedere spiegazioni a Dio, che è troppo grande perché lo possiamo comprendere. E Giobbe, da parte sua, manifesta la sua speranza nell'aldilà, dove si risolve il problema della retribuzione. Nella parabola del ricco epulone, il Signore usa l'espressione "seno di Abramo".
Nell'Antico Testamento era stata data una rivelazione progressiva sulla sorte di coloro che muoiono: in principio si afferma l'esistenza dello Sheol, dove riposano i morti, tanto i giusti quanto gli ingiusti; i profeti stabiliscono come dei gradi nello Sheol: gli empi stanno nella sua parte più profonda. Al tempo della predicazione di Cristo, gli ebrei sapevano dai salmi che il giusto spera da Dio la liberazione dallo Sheol, che non è più un dormitorio comune ma significa l'inferno in senso stretto.
Già dal libro della Sapienza la diversa sorte degli uni e degli altri nell'aldilà era stata posta in maniera sempre più chiara: il destino dell'empio è la morte la permanenza nello Sheol; i giusti hanno la vita eterna in comunione con Dio. Questi stanno nel seno di Abramo, che non è un luogo di tormento, ma di gioia. È importante anche l'affermazione di Daniele: anche l'empio risusciterà. Gli uni risusciteranno "alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna".

(Tratto dalla rivista mensile “Papa Giovani” – Sacerdoti del Sacro Cuore (Dehoniani)

domenica 9 febbraio 2020

Il Mistero dell’Iniquità



Il Mistero dell’Iniquità è la causa della grave crisi che ha colpito la Chiesa e il mondo


Solo Lei può aiutarvi!

***
E) Quale crudele padrone dominerà il mondo? 

La Divina Provvidenza ha indicato nella Russia lo strumento che  distruggerà l’empia malvagità massonica di questo Nuovo Ordine  Mondiale, ma questo non potrà avvenire a meno che la Russia non venga  propriamente consacrata al Cuore Immacolato di Maria, come richiesto  dalla Madonna il 13 giugno 1929, a Tuy. Mentre mi trovavo in Russia, alcuni anni fa, parlai di quest’argomento con un gruppo di persone; tra  queste vi era un Russo Ortodosso, una persona assai informata ed in  possesso di una notevole cultura, il quale mi rispose: “sulle nostre spalle  grava una grande responsabilità.”
Non dobbiamo scordarci, tuttavia, che nel Messaggio di Fatima la  Russia, in quanto strumento divino, è un’arma a doppio taglio. Nella sua  famosa intervista a Padre Fuentes del 1957, Suor Lucia disse: “Molte  volte, la Beata Vergine Maria disse ai miei cugini Francesco e Giacinta,  così come a me, ... che la Russia sarà lo strumento del castigo scelto dal Cielo per punire il mondo intero, se prima non avremo ottenuto la  conversione di quella povera nazione.”32 Gli Stati Uniti ed i suoi alleati  della NATO, sotto l’influenza malvagia della Massoneria Anglo-Sassone,  hanno condotto una politica aggressiva e minacciosa di espansione  verso Oriente, allo scopo dichiarato di accerchiare la Russia e la Cina,  ed eventualmente conquistare l’intero continente eurasiatico.33
La Russia, tuttavia, non si lascerà cogliere di sorpresa una seconda  volta. Ha già sofferto perdite tremende durante la cosiddetta “Grande  Guerra Patriottica”, l’attacco a sorpresa sferrato alla Russia da Hitler  nella Seconda Guerra Mondiale e la conseguente invasione da parte  delle truppe naziste, avvenuto il 22 giugno 1941. Gli analisti esperti di geopolitica e intelligence internazionale34 affermano che la Russia si sta  preparando ad una guerra contro l’Occidente – una guerra che sembra  sempre più inevitabile, viste le minacce perpetrate dall’America e gli  interventi politico-militari sempre più frequenti nell’Europa dell’Est e nell’Asia Centrale. L’Occidente, però, questa volta non avrà la possibilità  di colpire per primo. Questa volta sarà la Russia a calare il suo pugno di ferro. 
Ora come ora la Russia, al pari dei paesi occidentali, è dominata a  livello governativo ed economico dalla Massoneria (ricordiamoci che  la Massoneria è la progenitrice del Comunismo, ed è quindi la fonte  dei cosiddetti ‘errori della Russia’). Un mio caro amico di nome Josyp  Terelya,35 purtroppo ora defunto, i cui genitori e familiari erano stati  membri di alto livello del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, mi  spiegò questo aspetto in più di un’occasione. Il conflitto geopolitico che  sta avvenendo ai giorni d’oggi porterà inevitabilmente ad una guerra  tra superpotenze per il dominio del Nuovo Ordine Mondiale, a meno che  non venga esaudita la richiesta della Madonna per la Consacrazione  della Russia. 
Non v’è alcun dubbio su chi risulterà vincitore nella guerra che  sta per scoppiare: la Russia e i suoi alleati Cinesi, sconfiggeranno  l’Occidente e soggiogheranno le nazioni Occidentali ed il resto del  mondo, sotto l’empia tirannia del Nuovo Ordine Mondiale ‘Giudaico’Massonico. La vittoria della Russia, tuttavia, sarà all’origine della rovina  di quest’ultima, perché la Cina conserverà le proprie risorse, mentre  la Russia e l’Occidente avranno sprecato le proprie, impegnandole in  questa guerra distruttiva che tra l’altro è stata predetta più e più volte  nel corso dei secoli da molte anime privilegiate e dalla Madonna, in  numerose apparizioni riconosciute dalla Chiesa. Prima che l’egemonia della Russia si possa consolidare, la Cina sarà costretta a colpire, se  vorrà evitare d’essere anch’essa soggiogata dal dominio ‘Giudaico’Massonico del Nuovo Ordine Mondiale. I Cinesi non acconsentiranno  mai ad un altro potere che non siano il proprio di dominare il mondo.  Confucio scrisse: “così come non esistono due soli nel cielo, allo stesso  modo vi può essere un solo imperatore sulla terra.”36
Il progetto Cinese per conquistare e governare il mondo è cosa nota,  e risulta evidente dagli sviluppi geopolitici che si vanno manifestando  sin dalla Rivoluzione Comunista Cinese del 1949. Nel suo libro Hegemon: China’s Plan to dominate Asia and the world, Steven Mosher  spiega brevemente i dettagli di questo complotto. L’anno scorso, durante  una discussione di gruppo a casa di un eminente politico di Manila, ho  avuto modo di conoscere altre fonti, ancor più dettagliate del libro di  Mosher, sull’argomento. 
L’ambizione della Cina di governare e dominare il mondo è stata  predetta in un Segreto rivelato durante un’apparizione della Madonna  di Lipa, nelle Filippine. In quell’occasione, il 17 ottobre 1949, la  Madonna uso per sé il titolo di Mediatrice di ogni Grazia. In questo  Segreto (una copia del quale mi è stata consegnata in persona dalla veggente, dinanzi a dei testimoni, nel luglio 2008), la Madonna dichiara  che la Cina ha intenzione di dominare il mondo intero. Durante un incontro precedente con la veggente, avvenuto il 10 aprile 2006 (anche  questo avvenuto dinanzi a diversi testimoni), ebbi modo di parlare per  circa 90 minuti del Segreto di Fatima, alla luce delle altre apparizioni  Mariane riconosciute e delle profezie dei santi, e affermai che è mia  opinione che se la conversione della Russia non avverrà in tempo, allora  quest’ultima lancerà una guerra contro l’Occidente (nel modo che ho appena spiegato), ma che alla fine sarà la Cina ad invadere la Russia  e l’Europa Occidentale, seguendo lo stesso percorso che secoli prima  hanno usato i Mongoli. A questo punto la signora Castillo (la prescelta  che ricevette l’apparizione di Nostra Signora ed i Suoi messaggi), mi rispose senza dubbi o esitazioni di sorta: “Sì, Padre, è esattamente  quello che faranno. La Madonna mi disse che la Cina è peggiore della  Russia, che la Cina è più pericolosa della Russia.” A quest’eventualità  sembrano alludere profeticamente anche alcuni passi delle Scritture  (Apoc. 20,7; Ez 38-39). 
Se la Consacrazione della Russia sarà compiuta in tempo, allora  tutti i castighi e le tribolazioni appena descritti verranno evitati. In caso  contrario, sembra che questi potranno davvero avere luogo durante la  nostra generazione. 

“Pregate, pregate tanto per il Santo Padre. Egli la farà, ma 
sarà tardi.”37
    
... Gesù Cristo a Suor Lucia di Fatima.

***
di Padre Paul Kramer

Regina della Famiglia



I bambini hanno il diritto di essere amati ed  educati 

I genitori, poiché hanno trasmesso la vita ai figli, hanno l'obbligo grave di educarli. Il diritto-dovere educativo dei genitori è primario rispetto al compito educativo di altri, per l'unicità  del rapporto d'amore che c'è tra genitori e figli. È un dirittodovere insostituibile ed inalienabile. Pertanto non può essere  totalmente delegato ad altri, né da altri usurpato. L'elemento che  qualifica il compito educativo dei genitori è l'amore paterno e  materno, il quale trova nell'opera educativa il suo compimento  nel rendere pieno e perfetto il servizio alla vita. L'amore dei genitori ispira e guida l'azione educativa, arricchendola dei valori  di dolcezza, costanza, bontà, servizio, disinteresse, spirito di  sacrificio che sono il più prezioso frutto dell'amore. Per i genitori  cristiani la missione educativa ha una nuova sorgente nel  sacramento del matrimonio, che li consacra all'educazione  cristiana dei figli, li chiama a partecipare alla stessa autorità e  allo stesso amore di Dio Padre e di Cristo pastore, come pure  all'amore materno della Chiesa, per aiutare i figli nella loro crescita umana e cristiana. 
I genitori condividono la loro missione educativa con altre persone ed istituzioni, come la Chiesa e lo stato. Tuttavia ciò  deve sempre avvenire nella corretta applicazione del principio di  sussidiarietà. Questo implica la legittimità e la doverosità di un  aiuto offerto ai genitori, i quali non sono in grado di soddisfare  da soli ad ogni esigenza dell'intero processo educativo,  specialmente per quanto riguarda l'istruzione e l'ampio settore  della socializzazione. Ogni partecipante all'opera educativa deve  agire a nome dei genitori, con il loro consenso, su loro incarico. I  genitori devono insegnare ai figli i valori della vita umana;  aiutarli a crescere nella libertà e nel distacco dai beni materiali, a vivere una vita semplice ed austera, a considerare che l'uomo  vale più per quello che è che per quello che ha. Devono  insegnare ai figli il senso della giustizia, il rispetto della dignità  di ogni persona, l'amore che si attua nella sollecitudine e nel  servizio disinteressato, soprattutto verso i più poveri e bisognosi. 

Severino Bortolan

La battaglia continua



UNA “NUOVA LITURGIA”

Nella Costituzione Conciliare sulla Sacra Liturgia vi sono incredibili errori di principio dottrinale; quindi, “... a fructibus eorum cognoscetis eos!..” (Mt. VII, 16-18), e perciò, “omnis arbor, quae non facit fructum bonum... excidetur... et in ignem mittetur...” (Mt. VII, 19).
In un articolo, apparso su “L’Avvenire d’Italia”, in data 23 marzo 1968, mons. Annibale Bugnini, scrisse che la Commissione Conciliare, incaricata di compilare definitivamente il testo della Costituzione sulla Liturgia del Vaticano II, ebbe intenzioni chiare di imbrogliare, mediante un “modo di esprimersi cauto, fluido, talora incerto, in certi casi, e limò il testo della Costituzione per lasciare, nella fase di applicazione, le più ampie possibilità e non chiudere la porta alla azione vivificante dello ‘Spirito’ ” (senza l’attributo divino: “Santo”!).
Uno scritto, quindi, che la dice lunga!
Ad esempio: l’introduzione dell’altare “versus populum” venne presentato con parole mascherate, piene di caute la, nell’art. 91 della Instructio: “Oecum. Concilii”:
“È bene che l’altare maggiore sia staccato dalla parete... per potervi facilmente girare intorno... a celebrare rivolti “versus populum”” (!!).
Da notare subito il modo fraudolento di presentazione. Le Conferenze Episcopali usano, quasi sempre, il “criterio di interpretazione arbitrario”, di mutare, cioè, un “licet”, un “expedit”, un “tribui possit” di una legge liturgica, in un categorico “debet”, togliendo, così, la liceità di alternativa contraria, quando, invece, il “licet” lascia il diritto di libera scelta, riconosciuto in tutti i Codici di diritto.
Ma così si è attuato una vera e propria “aversio a Deo” per una “conversio ad creaturas”, come è avvenuto con l’introduzione dell’altare “versus populum”, e cioè, un vero “avertit faciem Deo”, a quel Dio che è realmente presente, substantialiter, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità nel santo Tabernacolo che custodisce l’Eucarestia.
Oggi, voltate le terga al Signore, il celebrante si “converte” (“conversio ad creaturas”) al “popolo di Dio”, il quale, così, è diventato il protagonista della Liturgia. Lo conferma persino la “Institutio Generalis Missalis Romani” (art. 14), ove si legge:
... cum Missae celebratio (i.e. “esecuzione” di tutte le cerimonie di rito sacrificale!) natura sua (contro il dogma tridentino!) indolem communitariam habeat” (!!). Quindi, celebrazione comunitaria”!
Non c’è scappatoia. Qui, il senso ereticale del termine “indolem communitariam”, attribuito alla “Missae celebratio”, trova conferma in quello che segue la pròtesi del periodo:
“dialogis inter celebrantem et coetum fidelium... (omissis)... communionem inter sacerdotem et populum fovent, et efficiunt...”!
Mentre, prima, la celebrazione “versus Deum” rendeva ogni celebrante, “il sacerdote”, “in persona Christi”, ora, con la celebrazione “versus populum”, fa invece concentra re l’attenzione dei fedeli sulla particolare “facies hominis” di un qualsiasi “don Giovanni” di una qualsiasi diocesi aggiornata alle “esigenze dei tempi moderni” ed “ai segni carismatici” del post-concilio, per una concelebrazione comunitaria “versus populum”.
E questo non è maligna ipotesi campata in aria!.. Basti pensare ai moltissimi sacerdoti (oltre 100 mila!..), che hanno buttato alle ortiche la “sottana” di prete, e agli altri che hanno assunto il primo “clergyman” e, poi, l’“habitus civilis”, più livellatore col “popolo di Dio” e, quindi, più “comunitario”, non sarebbe “temerario” pensare che ci sia una relazione stretta di “causa” ed “effetto” anche in questo “livellamento” del sacerdozio ministeriale col “sacerdozio comune” dei fedeli (in virtù del Battesimo), attuato dal Vaticano II a mezzo dell’articolo 27 della “Costituzione Liturgica”, a spregio manifesto della “Mediator Dei” di Pio XII del tutto ignorata in quella Costituzione!
Mentre nella “Mediator Dei” si legge: 

«... la Messa “dialogata” (oggi detta “comunitaria”)... non può sostituirsi alla Messa solenne, la quale, anche se è celebrata alla presenza dei soli ministri, gode di una sua particolare dignità, per la maestà dei riti...».

e poi aggiunge:

«Si deve osservare che sono fuori della verità (e, quindi, non solo indisciplinati e disobbedienti!) e del cammino della retta ragione (ma il Vaticano II non se n’è accorto?..) coloro i quali... tratti da false opinioni, “attribuiscono a tutte queste circostanze” tale valore da non dubitare di asserire che, omettendole, l’azione sacra (ossia l’assistere al rito della Messa solenne, l’azione sacra non può raggiungere lo scopo prefissosi...)».

Di contro, invece, la Costituzione Conciliare Liturgica, nell’art. 2 dice: 

«... ogni volta che i riti comportano, secondo la particolare natura di ciascuno, una celebrazione comunitaria, caratterizzata dalla presenza e dalla partecipazione attiva dei fedeli... si inculchi che “questa” è da preferirsi, per quanto è possibile, alla celebrazione individuale e privata...».

Quest’articolo 27, equivoco, reticente, comunque non dice espressamente che la Messa comunitaria deve essere preferita alla Messa solenne, per non mettersi in contraddizione con la “Mediator Dei” di Pio XII che dice espressamente: “La Messa dialogata non può sostituirsi alla Messa solenne”.
Ora, questo esempio ci fa ricordare quanto disse mons. Bugnini, in quel suo articolo del 23 marzo 1968, per illustrare il “Canone Romano”, e cioè che: 

1° - la “Costituzione Liturgica... non è un testo dogmatico”;
2° - che è “(invece) un documento operativo”. E difatti fu un’operazione chirurgica radicale che ha “sventrato”, senza tanti riguardi, tutta la Liturgia, ricchissima, della Tradizione, salvando proprio nulla di nulla, ma buttando tutto in pattumiera!
3° - e che “chiunque può vedere (nella Costituzione Liturgica)... la struttura di una costruzione gigantesca... che tuttavia rimette agli organismi post-conciliari di determi nare i particolari, e, in qualche caso, di interpretare autorevolmente quello che, in termini generici, viene indicato ma non detto autorevolmente”...

Come si vede, fu tolto ai Generali (i.e. Vescovi) il comando, l’autorità di stabilire la tattica e la strategia del combattimento, per cui la disfatta non poteva che essere sicura! Ma, imperterrito, Mons. Bugnini continuava:

«Lo stesso modo di esprimersi fu scelto volutamente dalla Commissione Conciliare... che limò il testo della Costituzione... per lasciare, nella fase di esecuzione... le più ampie possibilità... e non chiudere la porta... all’azione vivificante... dello Spirito!» (senza aggiungere “Santo”!).

In concreto: l’introduzione dell’altare “versus populum” fu subito l’applicazione più appariscente dell’uso e abuso della idea “comunitaria” e del termine stesso “comunitario” che sa di “moneta falsa”! L’articolo 27 della Costituzione Liturgica, quindi, è diametralmente all’opposto della “Mediator Dei”, “scomoda, proprio sui punti chiave”! Per questo, mons. Bugnini usò quella formula che ci ha ammannito nel suo articolo del 23 marzo 1968. E così il Vaticano II poté rovesciare la gerarchia dei valori, attribuendo alla “Messa dialogata” un posto di preferenza alla “Messa solenne”, in barba alla “Mediator Dei” di Pio XII che aveva invece stabilito che 

«... non può sostituirsi alla Messa solenne, anche se questa fosse celebrata alla presenza dei soli Ministri...».

Perciò, si può concludere che il Vaticano II ha “barato” per sovvertire, da cima a fondo, la liturgia ultra-millenaria della Chiesa romana! Una prova schiacciante la si potrebbe vedere anche addentro il sofisma (il “paralogismo” della “scolastica”) che si cela tra le righe dell’articolo 1°:

«Il Sacro Concilio si propone di far crescere, ogni giorno di più, la vita cristiana dei fedeli».

Ma poi si propone di 

«meglio adattare... alle esigenze del nostro tempo, quelle istituzioni che sono soggette a mutamenti...».

Domandiamoci, allora: in che cosa consistono, in concreto, quelle “esigenze del nostro tempo” nel pensiero del Concilio?.. quali sono, in concreto, quelle situazioni soggette a mutamenti?.. e “in che senso”, e in “quale misura” e con “quali criteri” ci sono soggette?
Qui, tutto è mistero e tenebre!.. Poi, l’articolo 1° continua:

«si propone di favorire ciò che può contribuire alla unione di tutti i credenti in Cristo...».

Anche qui si può chiedere: ma che cosa può contribuire all’unione di tutti i credenti in Cristo?”, e a quale prezzo?.. 
Silenzio assoluto!.. 
Continuando, l’art. 1° (si propone) di rinvigorire... ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa. In concreto: che cosa è che giova?.. e in che modo e a quali condizioni legittime?..
Infine, conclude: 

«(Il Sacro Concilio) ritiene, quindi, di doversi interessare in modo speciale... anche della ‘riforma’ e dello incremento della Liturgia»... (!!).

Ma nell’art. 21 il Concilio avvertirà che, con la riforma liturgica, la Chiesa butta a gambe all’aria tutte le riforme, tutti i riti della Liturgia pre-conciliare, perché il “fine” è il seguente: 

«... per assicurare maggiormente al popolo l’abbondante tesoro di grazie che la Sacra Liturgia racchiude»!

Una vera beffa... liturgica! La Santa Chiesa Cattolica Romana è servita e buttata in quei “turbamenti” che il cocchiere del Concilio, Paolo VI, nel suo discorso del 15 luglio 1970, attribuirà espressamente proprio ad esso. Difatti, in quel suo discorso, il soggetto era proprio “il Concilio che suscitò turbamenti!..”.

sac. dott. Luigi Villa

AVE A SAN MICHELE



Ave, o Santo Arcangelo Michele, Principe gloriosissimo delle milizie celesti; il Signore è con te; tu sei benedetto tra tutti gli angelici cori; e bendetta sia sempre la SS. Trinità, che di tanti doni, grazie, favori e privilegi ti volle arricchito.
S. Michele Arcangelo, Protettore della Chiesa universale e patrono nostro singolarissimo, prega per noi, e soccorrici nelle nostre miserie.
Liberaci dal demonio e da tutti i nostri nemici visibili ed invisibili, adesso e nel punto estremo della nostra vita; dopo la quale speriamo, grazie al tuo potente patrocinio, di essere liberati presto dalle pene del Purgatorio, e di venire da te stesso introdotti alla presenza di Dio nel Paradiso. Amen

Tratto da: “Preghiere dei Cristiani ai Santi Angeli di Dio”. Don Marcello Stanzione Milizia di S. Michele


Catastrofe della natura prima della fine



La Mia Provvidenza d’Amore è per tutte le Mie creature, che si manifesta sempre di nuovo  attraverso il Mio Discorso, perché Io voglio che a loro sia facile la via verso di Me, voglio che a loro venga sottoposta la Mia Volontà in tutta la chiarezza, che devono seguire – se  tendono seriamente – e quindi non siano soltanto ascoltatori, ma operatori della Mia Parola. Ed il  Mio Amore Si estende anche a quegli uomini che Mi sono ancora molto distanti, ai quali non Mi  posso rivolgere direttamente, che però non voglio nemmeno perdere, che non voglio lasciare al Mio  avversario, il quale li tira di nuovo nell’abisso irrevocabilmente. Per via di loro lascio venire sulla  Terra ancora un grande Giudizio, che ho indicato già tanto tempo prima, Faccio ancora un ultimo  tentativo prima della fine, che presto seguirà.

Io Mi rivelo apertamente, senza però costringere gli uomini alla fede. Perché per quanto le  potenze della natura avranno ancora un effetto elementare, in ciò riconoscerà sempre soltanto una  parte degli uomini le Mie evidenti Manifestazioni, mentre anche allora la maggior parte negherà un  Dio e Creatore, con la motivazione che un Dio, Che ha creato tutto, non distrugge le Sue proprie  Opere. E così non potendo essere costretti ad un altro pensare, avranno la sorte di essere di nuovo  relegati nelle Creazioni della nuova Terra.

Ma i pochi che nella catastrofe in arrivo riconoscono Me Stesso e la Mia Voce, saranno assistiti da  Me in tutte le miserie terrene e cercherò di rinsaldare la loro fede, affinché alla fine non vadano  perduti, oppure li richiamerò ancora prima nel Regno dell’aldilà. Perché il Mio Amore segue ogni  anima per riconquistarla, per risparmiarle un ripetuto cammino attraverso la Creazione della Terra.  Penso al fatto che vi trovate ancora sotto la Legge del tempo e dello spazio, che per voi significa un  tempo inimmaginabilmente lungo, quando dovete di nuovo sostare nell’infelicità finché  raggiungiate di nuovo lo stadio come uomo, quando nello stato dell’auto consapevolezza avrete poi  di nuovo la sensazione per il tempo e lo spazio, ma dapprima dovete soffrire indicibilmente.

Quando ora l’umanità verrà colpita da quella catastrofe della natura, sarà bensì rigida di terrore  sulla grandezza e la dimensione dell’avvenimento, e gli uomini rimasti saranno assaliti da una paura  che questo avvenimento si possa ripetere e che nessun paese sia sicuro di essere pure colpito. E  ciononostante solo pochi uomini vorranno riconoscere Me Stesso in ciò per cambiare la loro vita.  Perché la maggioranza è senza fede, e vede nell’avvenimento soltanto un avvenimento della natura  che è appunto più grande che tutti gli altri finora, che dev’essere accettato, non importa quante  vittime causa. Nemmeno a loro si riesce a rendere credibile la fine, che sarà per loro oltremodo  significativo e grave di conseguenze. Sono piuttosto inclini a considerare l’avvenimento della  natura in collegamento con gli esperimenti umani di penetrare nel Cosmo, ma non vi riconoscono  nessun Potere o Forza divina che loro negano, perché sono già così ingarbugliati nell’oscurità dello  spirito che per costoro è impossibile un ripensamento. E ciononostante questo avvenimento della  natura è l’ultimo segno prima della fine, che dovrebbe dare da pensare a tutti.

Inseguo con il Mio Amore tutte le Mie creature che non sono del tutto ribelli e che rifletteranno  anche su che cosa Io voglio ottenere con ciò e considereranno tutto come un Discorso fatto a coloro  che non hanno riconosciuto la Mia dolce Voce e perciò devono essere interpellati con Voce più  forte. Perché Io cerco fino alla fine ogni anima affinché trovi la via verso di Me e si arrenda a Me,  ed in Verità, il Mio Amore la afferrerà e sarà salvata per il tempo e per l’Eternità.

Amen.

Bertha Dudde 5 giugno 1965

MISTICA CITTA’ DI DIO



Vita della Vergine Madre di Dio


SUOR MARIA DI GESÙ DI AGREDA (1602-1665)


Ultima malattia e morte

La Venerabile fu sempre di salute cagionevole e soffrì di diversi acciacchi e infermità. Silvela ha contato i salassi di cui lei fa menzione nelle sue lettere, e risultano settantuno nello spazio di quattordici anni.
In una lettera del 19 novembre 1660 parla al re di aver sofferto di una grande infermità, per cui ha versato sangue dalla bocca. In quella del 6 giugno del 1661 parla di giramenti di testa, che le offuscano la vista e le procurano angosce mortali.
L'ultima infermità, secondo il biografo, fu causata da una febbre e da un ascesso al petto. Furono undici giorni in tutto quelli in cui dovette rimanere a letto. In ognuno di essi servì di edificazione generale alle religiose; ad esse per suggerimento del confessore, e vedendo che piangevano amaramente, parlò in questi termini, al momento di ricevere l'estrema unzione:

«Sorelle, non fate così; considerate che non abbiamo avuto altre prove e che si devono ricevere con uniformità di animo quelle che Dio manda; se la divina Maestà chiede che ci separiamo, si compia la sua santissima volontà. Quello che vi chiedo è di servire il Signore osservando la sua santa legge, di essere perfette nell'osservanza della vostra regola e fedeli spose di sua Maestà, e comportarvi come figlie della Vergine santissima, poiché sapete quel che le dobbiamo ed è nostra Madre e superiora. Abbiate pace e concordia tra voi e amatevi le une le altre. Custodite il vostro segreto, astraetevi dalle creature e ritiratevi dal mondo: lasciatelo prima che lui vi lasci. Siate distaccate dalle cose di questa vita e lavorate mentre ne avete il tempo; non rimandate questo ultimo slancio quando impedisce tanto il peso dell'infermità e la prostrazione della natura. Adempite gli obblighi, ché con questo io avrò meno purgatorio per tanti anni di superiora. Se camminate così, riceverete dal Signore la benedizione, e anche io ve la do».
Allora, alzando la mano e facendo su di loro il segno della croce, disse: «La virtù, la virtù, la virtù, vi raccomando».
Subito si avvicinarono una dopo l'altra a chiederle singolarmente la sua benedizione, e a ciascuna l'amorosa Madre diede gli avvertimenti e i consigli che in particolare le convenivano, della cui efficacia e meravigliosa riuscita ciascuna, per quel che la riguarda, testimonia.

Fu assistita negli ultimi momenti dal provinciale Samaniego e dallo stesso ministro generale dell'Ordine, p. Salizanes, che trovandosi in cammino per San Domenico della Calzada, per presiedere il capitolo che dovevano celebrare le province di Burgos e Cantabria, deviò verso Agreda e così poté trovarsi presente alla morte ed alle esequie della Venerabile. Morì nel giorno di Pentecoste, 24 maggio 1665, all'ora terza. Al suo funerale accorse numerosa folla, poiché era universalmente stimata. Dopo pochi mesi, come se la perdita della sua fedele e sincera amica l'avesse prostrato, anche Filippo IV morì.

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Il monastero della Concezione di Agreda, a tre secoli da questi fatti, conserva vivo e operante il ricordo della Venerabile. Dentro le sue mura si conservano religiosamente numerosi oggetti che la riguardano: tra essi, gli otto libri della Mistica Città di Dio, autografi, e numerosi altri scritti e documenti; il corpo della Venerabile, deposto in un'urna preziosa, e quello di sua madre, Caterina di Arana; la tribuna in cui si ritirava, la cella che abitò, con due finestre, una verso il Moncayo e l'altra verso il Nord; l'abito francescano che portava sotto quello dell'Ordine concezionista e casule ricamate da lei. Effettivamente suor Maria fu riconosciuta esperta e abile per i lavori a mano, e si intendeva di panni e stoffe, come evidenzia nella Mistica Città di Dio, parlando del vestito che con le sue mani ha filato e tessuto la Vergine per il bambino Gesù.
Suor Maria, come tanti altri casi rilevanti della spiritualità cristiana, è la realizzazione più compiuta di quel paradosso evangelico, secondo il quale dalla morte germoglia la vita, dalla contemplazione l'azione, e la prova evidente che la vita nascosta in Cristo è la molla più potente del vero amore al prossimo.

Suor Maria di Gesù
Abbadessa del Monastero dell’Immacolata di Agreda dell’Ordine dell’Immacolata Concezione

FUGGITA DA SATANA



MICHELA 

La mia lotta per scappare dall'Inferno


La lettera di Ratzinger

II giorno dopo Chiara chiamò il vescovo per raccontargli l'accaduto e confrontarsi con lui su come aiutarmi e proteggermi. Io intanto, durante quella nottata, avevo avuto la sensazione che degli artigli  mi graffiassero il corpo: di fatto, quando sono andata a fare la doccia, ho visto profondi segni rossi su tutto il torace. Mi sono spaventata, perché non sapevo a cosa attribuirli, né potevo pensare di essermeli fatti da sola senza aver avvertito alcun dolore: le unghiate erano belle profonde! Nessuno mi aveva mai parlato di questi fenomeni, e a quel punto ero terrorizzata dall'escalation di situazioni che stavo vivendo.
Mi ricordo che attesi con ansia di parlare con Chiara, perché sentivo che il mio destino era ormai legato alle decisioni che avevano preso il vescovo e lei. Ero praticamente certa che la setta mi stava cercando per uccidermi. L'unica mia possibilità di salvezza era confessarmi e comunicarmi: così almeno avrei potuto salvare almeno l'anima, se non il corpo.
Sapevo anche che, se i miei ex confratelli si fossero resi conto che avevo ricevuto l'eucaristia, non avrebbero più cercato di ammazzarmi, perché a quel punto sarei divenuta una martire e sarei andata dritta in paradiso. Lo avevo capito bene qualche tempo prima, quando fummo convocati all'improvviso in una serata che non era di sabato né precedeva qualche festa significativa. Il Sacerdote si limitò a dirci che sospettava il tradimento da parte di uno dei membri e che questo significava un grande pericolo per tutti. Fu messa in votazione la proposta di ucciderlo: eravamo nove presenti, ma con il cappuccio rosso erano in tre. Soltanto loro potevano votare e la decisione fu unanime: farlo fuori, purché si avesse la certezza che non si era avvicinato ai sacramenti, altrimenti per noi sarebbe stata una sconfitta, un'anima definitivamente sfuggita a Satana.
Un paio di giorni più tardi seppi che in un viale della città era stato trovato un cadavere, con a fianco un uccello morto. Gli inquirenti ipotizzavano la pista satanica, ma poi il caso fu archiviato. Anche in quella circostanza la Dottoressa non mi fece tornare a casa, ma mi ospitò per un paio di giorni da lei. Sotto terapia mi spiegava che era giusto esserci comportati in tal modo, mi forniva una giustificazione che allora mi sembrava ragionevole. Dunque anche per quanto riguardava il mio caso ritenevo logico che al tradimento che stavo compiendo dovesse corrispondere la pena di morte.
In quel 18 gennaio avevo da poco finito di mangiare, quando vidi Chiara salutarmi con un bel sorriso. Siamo andate in cucina e d'improvviso mi sono scagliata a prendere un coltello e ho cercato di colpirla. In quel momento non ero padrona delle mie azioni perché ricordo ben poco di quel mio gesto, so solo che non sono riuscita a colpire Chiara perché lei si è messa subito a pregare e la forza diabolica che era in me è stata costretta a bloccarsi, limitandosi a proferire improperi contro di lei. Gli spiriti erano davvero furibondi e continuavano a ripetere con rabbia: «Tanto non ci scapperà, la ammazzeremo. Abbiamo lavorato a lungo per averla completamente in nostro potere. Non ti permetteremo di strapparcela. Ce la pagherai, ti distruggeremo!». Questo mi è stato raccontato dopo parecchio tempo da chi ha assistito alla scena da film; io di ciò che facevo e dicevo quando queste misteriose presenze si manifestavano attraverso il mio corpo non ricordo quasi niente. Mi rendevo solo conto che era successo in me qualcosa di strano e inspiegabile soprattutto dai dolori che provavo nel corpo: a volte era come se mi avessero bastonato a sangue ed effettivamente chi ha assistito a questi momenti aveva l'impressione che ci fosse qualcuno che mi stesse torturando.
Subito dopo mi sono messa a correre per prendere le chiavi dell'automobile e fuggire, come se i demoni avessero istigato in me una volontà autolesionistica. Mi hanno raccontato che, quando sono riusciti a bloccarmi, io parlavo con la mia voce normale, ma continuavo a dire: «Devo andare via, fatemi entrare in macchina, devo morire».
In sostanza sembrava che fossi in me, ma in realtà ero fuori di testa in quel momento, perché le forze che mi possedevano stavano cercando di condurmi al suicidio. Perdevo continuamente conoscenza e, quando rinvenivo, mi ritrovavo sdraiata a terra, con Chiara che pregava per me e mi rassicurava di «non avere paura di nulla... l'Amore di Dio è più forte, il Signore ti sosterrà e ti darà la forza per vincere questa battaglia». Chiara mi aveva portato nella sua stanza e non lasciava che nessuno dei ragazzi entrasse, voleva evitare che si spaventassero assistendo alle scene decisamente impressionanti dei momenti in cui gli spiriti a cui mi ero consacrata avevano il controllo del mio corpo e della mia voce. In quei momenti avevo una tale forza che neanche in cinque tra i ragazzi più forti riuscivano a tenermi... Soltanto la forza della preghiera riusciva a contrastare la forza inumana che mi possedeva, quindi Chiara preferiva restare sola con me, affiancata in alcuni momenti solo da due responsabili della comunità. In uno dei rari momenti in cui ero lucida, chiesi a Chiara di potermi confessare. Così fu chiamato un sacerdote che ci raggiunse quello stesso pomeriggio. Le tre ore fra la mia decisione di confessarmi e l'arrivo del prete furono terrificanti. Chiara mi ha sempre detto che ebbe davvero l'impressione che questa mia decisione avesse mandato su tutte le furie i miei "ospiti": la potenza degli inferi si era scatenata come non mai. Si trattò di un combattimento all'ultimo sangue, in cui i demoni cercavano di uccidermi lanciandomi per aria e cercando di farmi sbattere da tutte le parti; sembrava inoltre che proseguissero a torturarmi terribilmente perché io continuavo a contorcermi, a lanciare urla e lamenti inumani... Soltanto la forza della preghiera riusciva a fronteggiare la loro azione potente, tanto che Chiara non poteva lasciarmi sola neanche per un istante.
Non fu una confessione facile, sia per i gravissimi peccati che dovevo raccontare, sia per le ostilità messe in atto dalle forze demoniache. Il sacerdote mi disse che una delle azioni che avevo compiuto, il furto e la profanazione di ostie consacrate, poteva essere assolta soltanto dopo un particolare permesso della Congregazione per la Dottrina della Fede. Prese carta e penna e scrisse una relazione sulla mia storia, che il giorno dopo consegnò in Vaticano.
A stretto giro di posta, con una rapidità assolutamente inconsueta, arrivò una lettera firmata dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI, con l'autorizzazione ad accostarmi all'eucaristia, in una cerimonia che racconterò dettagliatamente più avanti (anche perché, in maniera misteriosa, la vicenda andrà ad accavallarsi alla duplice comparsa della suora di madre Teresa). Nella lettera mi veniva prescritto di studiare per un anno il catechismo e di essere seguita da un sacerdote che fosse garante del mio comportamento cristiano. E poi, con mia grande gioia, il testo affermava: «Oggi la Chiesa è in festa perché un figlio è tornato a casa».

LA VERGINE MARIA



La amarissima Passione redentrice di Gesù iniziò dal seno di sua Madre, che ne prendeva parte 
“Vedi, figlia mia, con che eccesso d’amore amai la creatura. La mia Divinità fu gelosa di affidare alla  creatura il compito della Redenzione, facendomi soffrire la Passione. La creatura era impotente a farmi  morire tante volte per quante creature erano uscite e dovranno uscire alla luce del creato e per quanti  peccati mortali avrebbero avuto la disgrazia di commettere. La Divinità voleva vita per ciascuna vita di  creatura, e vita per ciascuna morte che col peccato mortale si dava. Chi poteva essere così potente su  di Me, a darmi tante morti, se non la mia Divinità? Chi avrebbe avuto la forza, l’amore, la costanza di vedermi tante volte morire, se non la mia Divinità? La creatura si sarebbe stancata e venuta meno. E non  ti credere che questo lavorio della mia Divinità incominciò tardi, ma non appena fu compiuto il mio concepimento, fin nel seno della mia Mamma, che molte volte era a giorno delle mie pene, e restava martirizzata e sentiva la morte insieme con Me. Sicché fin dal seno materno la mia Divinità prese l’impegno  di carnefice amoroso, ma perché amoroso più esigente ed inflessibile, tanto che neppure una spina fu  risparmiata alla mia gemente Umanità, né un chiodo, ma non come le spine, i chiodi o i flagelli che  soffrii nella passione che Mi diedero le creature, che non si moltiplicavano: quanti Me ne mettevano,  tanti ne restavano. Invece, quelli della mia Divinità si moltiplicavano ad ogni offesa; sicché tante spine  per quanti pensieri cattivi, tanti chiodi per quante opere indegne, tanti colpi per quanti piaceri, tante  pene per quanta diversità di offese. Perciò erano mari di pene, spine, chiodi e colpi innumerevoli. 
Innanzi alla passione che Mi diede la Divinità, la passione che Mi diedero le creature nell’ultimo dei  miei giorni non fu altro che ombra, immagine di ciò che Mi fece soffrire la mia Divinità nel corso della  mia vita. Perciò amo tanto le anime, sono vite che Mi costano, sono pene inconcepibili a mente creata.  Perciò entra dentro della mia Divinità e vedi e tocca con mano ciò che soffrii”. (12°, 4-2-1919)  

negli scritti di Luisa Piccarreta

La Chiesa



Come siamo felici di posare sulla roccia di Pietro: su questa roccia incrollabile che è la nostra santa Chiesa cattolica.
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Siamo l'esercito della Chiesa che va là dove maggiore è il pericolo... Non ci è lecito di avere interessi personali e di cercare proprie soddisfazioni... Dobbiamo essere leggere come pedine sulla scacchiera, senza attaccarci alle persone, al luogo, al lavoro – spostate oggi qui, domani là – come una vera avanguardia.
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Quando è molto difficile, penso al Santo Padre e offro le mie piccole croci affinché la grande croce del Santo Padre sia meno pesante...


MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA

Utilizzate le vostre “armi silenziose”!



La vostra conversione può risparmiarvi molte cose! La vostra preghiera può impedire molto male! Utilizzate le vostre “armi silenziose” che Noi, il Cielo, vi regaliamo e impiegatele per il bene sulla vostra terra!

Queste spaventose guerre sono state pianificate da molto tempo da menti umane, infatti, esse fanno parte del piano diabolico per la presa di potere da parte del Male. Soltanto quando starete veramente male, chi è stato insediato dal diavolo, interverrà come eroe, negli avvenimenti mondiali e voi, figli Miei, lo seguirete esultanti.

Guardate dietro le quinte e cominciate a vedere gli avvenimenti mondiali così come sono: tutto è stato programmato nei minimi dettagli dal gruppo d’elite, avviato e messo in atto!

Quelli che adorano il diavolo non lasciano niente al caso! Tutto ciò che accade sulla vostra terra, è stato prima pianificato a tavolino da loro! Essi tengono abilmente le fila dei loro piani, posizionano la loro gente nelle posizioni più alte e da molto tempo ormai hanno in mano il comando.

Centinaia di anni fa, quando la massoneria cominciò, furono scritti i piani per il dominio del mondo da parte del diavolo. Per molto  tempo tutto è stato pianificato sotto le intelligenti istruzioni del serpente, che vuole impadronirsi del trono del mondo!

Figli Miei. Aprite i vostri occhi! Guardate con attenzione! E non siate stupidi! Credete veramente di venire a conoscenza e di vedere la verità attraverso la televisione, i giornali e altri mezzi d’informazione? I retroscena sono molto diversi e quando un paese è in controversia con un altro e comincia fra loro la guerra, questo era già programmato con la nascita dei massoni e degli illuminati! Essi tengono le fila degli avvenimenti mondiali nelle loro mani! Tutti gli altri sono marionette al loro servizio, marionette cui è stato promesso un pezzo della grande torta!

Guardate, figli Miei e non mettete la testa sotto la sabbia! Non appena guardate con attenzione, veramente con attenzione ciò che accade e come accade, sarete pronti! Sarete pronti a scendere da questa giostra e a seguire la vostra strada.

L’unica via per uscire da questo circolo vizioso del diavolo è Mio Figlio! E prima lo comprendete, prima sarete di nuovo o finalmente felici!

Figli Miei! Chi si nasconde davanti alla Verità, non potrà essere aiutato da Mio Figlio. Dovete uscire e guardare la realtà negli occhi. Allora vi avvicinate a Mio Figlio perché LUI vi metterà sulla strada giusta! Oppure potete andare direttamente verso Gesù e quindi sulla giusta via e -attraverso Gesù sarete rafforzati e pronti ad accettare anche la peggiore delle verità -riconoscerete ciò che avviene sulla vostra terra!

Figli Miei. Solo chi esce dal tram tram quotidiano, raggiungerà il Regno di Mio Figlio, chi invece preferisce non fare nulla per pigrizia, per paura, perché si sente sovraccaricato e non importa per quale altro pretesto, sarà divorato dal diavolo e dai suoi demoni.

Svegliatevi! Venite a Gesù e pregate! La vostra preghiera è l’arma per fermare tutta la cattiveria, la vostra preghiera è la cosa più potente che possediate! Utilizzatela!

Io vi amo.

La vostra Mamma Celeste. Amen.