domenica 9 febbraio 2020

MISTICA CITTA’ DI DIO



Vita della Vergine Madre di Dio


SUOR MARIA DI GESÙ DI AGREDA (1602-1665)


Ultima malattia e morte

La Venerabile fu sempre di salute cagionevole e soffrì di diversi acciacchi e infermità. Silvela ha contato i salassi di cui lei fa menzione nelle sue lettere, e risultano settantuno nello spazio di quattordici anni.
In una lettera del 19 novembre 1660 parla al re di aver sofferto di una grande infermità, per cui ha versato sangue dalla bocca. In quella del 6 giugno del 1661 parla di giramenti di testa, che le offuscano la vista e le procurano angosce mortali.
L'ultima infermità, secondo il biografo, fu causata da una febbre e da un ascesso al petto. Furono undici giorni in tutto quelli in cui dovette rimanere a letto. In ognuno di essi servì di edificazione generale alle religiose; ad esse per suggerimento del confessore, e vedendo che piangevano amaramente, parlò in questi termini, al momento di ricevere l'estrema unzione:

«Sorelle, non fate così; considerate che non abbiamo avuto altre prove e che si devono ricevere con uniformità di animo quelle che Dio manda; se la divina Maestà chiede che ci separiamo, si compia la sua santissima volontà. Quello che vi chiedo è di servire il Signore osservando la sua santa legge, di essere perfette nell'osservanza della vostra regola e fedeli spose di sua Maestà, e comportarvi come figlie della Vergine santissima, poiché sapete quel che le dobbiamo ed è nostra Madre e superiora. Abbiate pace e concordia tra voi e amatevi le une le altre. Custodite il vostro segreto, astraetevi dalle creature e ritiratevi dal mondo: lasciatelo prima che lui vi lasci. Siate distaccate dalle cose di questa vita e lavorate mentre ne avete il tempo; non rimandate questo ultimo slancio quando impedisce tanto il peso dell'infermità e la prostrazione della natura. Adempite gli obblighi, ché con questo io avrò meno purgatorio per tanti anni di superiora. Se camminate così, riceverete dal Signore la benedizione, e anche io ve la do».
Allora, alzando la mano e facendo su di loro il segno della croce, disse: «La virtù, la virtù, la virtù, vi raccomando».
Subito si avvicinarono una dopo l'altra a chiederle singolarmente la sua benedizione, e a ciascuna l'amorosa Madre diede gli avvertimenti e i consigli che in particolare le convenivano, della cui efficacia e meravigliosa riuscita ciascuna, per quel che la riguarda, testimonia.

Fu assistita negli ultimi momenti dal provinciale Samaniego e dallo stesso ministro generale dell'Ordine, p. Salizanes, che trovandosi in cammino per San Domenico della Calzada, per presiedere il capitolo che dovevano celebrare le province di Burgos e Cantabria, deviò verso Agreda e così poté trovarsi presente alla morte ed alle esequie della Venerabile. Morì nel giorno di Pentecoste, 24 maggio 1665, all'ora terza. Al suo funerale accorse numerosa folla, poiché era universalmente stimata. Dopo pochi mesi, come se la perdita della sua fedele e sincera amica l'avesse prostrato, anche Filippo IV morì.

* * *
Il monastero della Concezione di Agreda, a tre secoli da questi fatti, conserva vivo e operante il ricordo della Venerabile. Dentro le sue mura si conservano religiosamente numerosi oggetti che la riguardano: tra essi, gli otto libri della Mistica Città di Dio, autografi, e numerosi altri scritti e documenti; il corpo della Venerabile, deposto in un'urna preziosa, e quello di sua madre, Caterina di Arana; la tribuna in cui si ritirava, la cella che abitò, con due finestre, una verso il Moncayo e l'altra verso il Nord; l'abito francescano che portava sotto quello dell'Ordine concezionista e casule ricamate da lei. Effettivamente suor Maria fu riconosciuta esperta e abile per i lavori a mano, e si intendeva di panni e stoffe, come evidenzia nella Mistica Città di Dio, parlando del vestito che con le sue mani ha filato e tessuto la Vergine per il bambino Gesù.
Suor Maria, come tanti altri casi rilevanti della spiritualità cristiana, è la realizzazione più compiuta di quel paradosso evangelico, secondo il quale dalla morte germoglia la vita, dalla contemplazione l'azione, e la prova evidente che la vita nascosta in Cristo è la molla più potente del vero amore al prossimo.

Suor Maria di Gesù
Abbadessa del Monastero dell’Immacolata di Agreda dell’Ordine dell’Immacolata Concezione

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