venerdì 23 luglio 2021

VI PRESENTO L'AMORE

 


MEZZI PER CONSERVARE GLI AMICI

Non possiamo essere un vero amico di chi non conosciamo. Pochi di noi conoscono  realmente se stessi e pochi sentono il bisogno di conoscersi. Noi immaginiamo  d'essere molto differenti da quello che siamo in realtà, perché portiamo una maschera  in pubblico e soltanto qualche volta ce la togliamo, quando siamo da soli. Da qui  viene che noi crediamo che i nostri critici ci giudichino sempre ingiustamente, e che  gli amici hanno ragione quando ci lodano. Molte nostre conoscenze potrebbero dirci i  difetti che noi a voce alta siamo disposti a negare; mentre sono molto veri.

Conosci te stesso.

I greci, molto sapientemente avevano scritto sul frontone del tempio di Apollo a  Delfi: conosci te stesso. Il vecchio Plutarco osserva a questo riguardo: «Se il conosci  te stesso dell'oracolo non fosse facile per ogni uomo, i greci non l'avrebbero  considerato come un comandamento divino ».

Anche il Redentore divino, narrando la storia del fìgliol prodigo caratterizzò il  momento della sua conversione con queste parole: «Ritornato in se stesso, egli disse:  ritornerò al padre». (San Luca, 15, 25). Ritornare in se stesso equivale a conoscere se  stesso, non in modo intellettuale, ma in modo morale. Non si tratta quindi di un fatto  psicologico, ma di un fatto teologico: non si tratta di conoscere ciò che noi pensiamo,  ma di conoscere i motivi e le segrete sorgenti delle nostre azioni. L'esame di se stesso  dev'essere fatto alla presenza di Dio, perché dobbiamo paragonare noi stessi non col  nostro prossimo, e neppure coi nostri ideali soggettivi, ma con il Perfetto. Quante  volte ci sentiamo interamente rivelati a noi stessi, venendo in contatto con una vita  nobile! Nell'esame di noi stessi, è Dio e non l'uomo che ci fa entrare nell'interno. Il  vecchio Simeone quando ebbe fra le braccia il bambino Gesù, disse : « Questo  bambino è una pietra di paragone che toglierà il velo a molti cuori e a molti pensieri».  (S. Luca, 2, 34-35).

Alla presenza tremenda di Dio, non c'è posto per l'orgoglio nascosto nè per le vuote  illusioni.

I danni della psicanalisi.

I nevrastenici, i traviati, i delusi, in questi tempi, corrono in massa verso i psicanalisti per farsi analizzare le proprie menti, mentre avrebbero bisogno di andare a Dio per  farsi perdonare i peccati.

Non ci può essere sanità dell'anima o del corpo, senza l'interna lotta morale. La  moderna mentalità crede di sbarazzarsi dell'inferno e invece lo scopre dentro di sè.  Un psicanalista pretende di sublimare i conflitti interni, dando loro l'apparenza di  arte, altruismo, ecc.; mentre Dio solo può dar la pace. Il dottor Jung, famoso  psicanalista, francamente dichiara: «circa un terzo dei casi da me esaminati non  soffrono per neurosi definita in termini clinici; ma soffrono per l'insensibilità e la  vuotaggine delle loro vite. Così può essere definita la neurosi dei nostri tempi. Un  numero considerevole di pazienti vengono a vedermi, non perché soffrono di forme  neurose; ma perché non trovano uno scopo nella vita ».

Le vite moderne sono disordinate e infelici, perché sono multiple. Esse sono simili a  specchi spezzati che riflettono centinaia di oggetti diversi e quindi non sanno volere  un preciso scopo che dia unità alla vita. Il divino Maestro, quando gli fu presentato il  giovane posseduto dal demonio, domandò il nome al demonio stesso e questi rispose:  «il mio nome è legione, perché siamo molti». (S. Marco, 5, 9). Quel povero ragazzo  aveva perduto l'unità interiore.

Una delle ragioni della moderna tensione interna è la seguente: non avere mai  stabilito in modo assoluto se deve dominare il nostro corpo o la nostra anima. Se ci  concentriamo nei piaceri del corpo, rinunziamo alle gioie dell'anima. Se ci  concentriamo nell'anima, rendiamo servo il nostro corpo e quindi partecipiamo alle  gioie dell'anima.

Fino a che siamo senza uno scopo nella vita, diventiamo simili a una radio che prenda  due stazioni differenti; quell'interferire di onde non produce armonia piacevole; ma  eccita l'ira e il disgusto.

Il « goal » del vivere.

Come il giocatore mira alla porta, anche il vivere umano deve avere il suo goal. — La vita deve raggiungere un vivere senza morire, una verità senza errore, un  amore senz'odio o sazietà. Deve raggiungere, cioè, Dio.

Un uomo è felice quando raggiunge lo scopo per cui fu fatto. Le cose create, danaro,  cibo, macchine, carne, affari, ecc., sono altrettanti mezzi per raggiungere Dio. Il fare  di queste cose altrettanti scopi della vita genera inevitabilmente l'egoismo, da cui  nasce il peccato con il disordine. Tutto ciò è così facile per la nostra natura caduca  che noi dobbiamo costantemente stare in guardia. A tale scopo, ecco un mezzo  infallibile: esaminare se stessi ogni sera prima di coricarsi; pregare per esprimere il  dolore dei nostri peccati; domandare a Dio perdono; risolvere di emendare le azioni e  fare penitenza per i peccati commessi.


I sette becchini dell'anima.

Ecco l'esame di coscienza, sopra i sette peccati capitali che si potrebbero chiamare i sette becchini dell'anima.

Superbia.

La superbia è un amore disordinato della propria eccellenza. Essa, quindi, detronizza  Dio dall'anima e intronizza l'« io ». « Nessun Dio, nessun padrone. Io sono Dio. Io  sono il mio proprio padrone ».

Gli uomini sono come spugne. Come una spugna può contenere quanta acqua  secondo la capacità. così ogni uomo può avere l'onore che si merita. Tanto l'uomo  come la spugna raggiungono presto il punto di saturazione. Quando una spugna passa  quel punto, comincia a gocciolare. Quando un uomo passa quel punto, non è lui che  porta l'onore, è l'onore che porta lui.

La gente superba esagera le sue personali qualità, parla di se stessa, delle sue imprese,  è gelosa di chiunque ottenga onore e quindi lo rubi a lui. Simili persone cadono in un  sacco di errori. L'invidioso non s'accorge che il suo criticare gli altri equivale a  criticare se stesso. Chi accusa gli altri d'infedeltà, di gelosia, di superbia,  generalmente commette tutti questi peccati. Egli proietta sopra gli altri i propri difetti  e nel giudicare gli altri, resta giudicato lui stesso.

Leggete queste domande lentamente e rispondete sinceramente.

— Ho attribuito alla mia opinione un valore superiore alla sapienza di Dio o alla sua  legge morale, o alla tradizione cristiana, o all'insegnamento della sua Chiesa?

— Ho avuto la presunzione di sentenziare su argomenti religiosi, malamente o  poco conosciuti?

— Ho trascinato altri in peccato col beffarmi della legge di Dio, chiamandola  antiquata, impossibile, troppo vecchia?

— Come può Dio riempirmi con la sua grazia, se io sono già riempito di me  stesso?

— Sono convinto che ogni pregio che ho ricevuto viene da Dio e che quindi devo  ringraziare Lui? Udite S. Paolo: «Che cosa hai tu che non abbia ricevuta e se tu l'hai  ricevuta, perché ti vai gloriando, come se non l'avessi ricevuta? » (Prima ai Corinti, 4,  7).

— Cerco sempre di essere osservato? Cerco la pubblicità, come se il principio e la conclusione della mia vita debbano essere conosciuti alla gente? Odi le parole del  Maestro : « Quando sei invitato a mensa, va' a sederti nell'ultimo posto, in modo che  chi ti ha invitato ti dica: — amico, vieni più in su. — Allora tu sarai glorificato  davanti ai presenti che siedono a tavola con te ». (S. Luca, 14, 10).

— Ho sempre praticato l'umiltà e riconosciuta la verità riguardo a me stesso? Odi  di nuovo il Maestro: «Prendete sopra di voi il mio giogo e venite a scuola da me,  perché io sono mite e umile di cuore. Voi così troverete pace per le vostre anime ».  (S. Matteo, 11, 29).

Avarizia.

L'avarizia è l'amore disordinato dei beni terrestri. L'amore eccessivo della ricchezza  dà all'uomo un « cuore d'oro », cioè un cuore freddo e giallo.

— Ho procurato la ricchezza, senza tener conto dei diritti altrui?

— Faccio spese superflue, soltanto per me e per i miei propri piaceri: per bere, per  divertirmi, ecc., invece che per gli altri, cioè per i poveri, per gli ammalati, per il  culto, ecc.?

— Mi preoccupo di aumentare i miei affari invece di pagare il salario dovuto per la  vita dei miei dipendenti?

— Ho passato molto tempo rifiutando di far l'elemosina ai poveri, ai bisognosi, ai  derelitti?

— Sono convinto che nel giorno della mia morte l'unico possesso che io avrò sarà  quello che avrò dato, appunto perché il merito di quello che ho dato sarà ancora con  me?

— Specialmente, ho meditato e medito su due insegnamenti del Maestro? « Non  raccogliete tesori sulla terra, dove la tignuola e la ruggine consumano e dove i ladri  bucano le pareti e rubano. Ma, invece, raccogliete tesori in cielo, dove la ruggine e la  tignuola non consumano e dove i ladri non bucano le pareti e non rubano » (S.  Matteo, 6, 19-20). «Cercate pertanto in primo luogo il regno di Dio e ciò che conduce  al regno, e tutte queste cose vi saranno date in più ». (S. Matteo, 6, 33).

Invidia.

L'invidia è sentirsi scontenti del bene altrui; è un desiderare l'abbassamento del bene  altrui, come se fosse un affronto alla nostra superiorità.

— Ho io manifestato invidia con l'abbassare gli altri, mediante piccoli accenni,  mezze verità, ricerca di difetti, attribuzioni di falsi motivi?

— Mi sono rallegrato per sfortune altrui?

— Mi sono sforzato di curare la gelosia con il pregare per coloro dei quali sono  geloso?

— perché non ho considerato le belle qualità del prossimo come occasione  d'imitazione anziché d'invidia, aumentando in tal modo il benessere dell'umanità e la  gloria di Dio? Udite S. Paolo : « Se voi vi morderete e vi divorate l'un l'altro, state in  guardia di non consumarvi l'un l'altro ». (Ai Galati, 5, 15).

— La mia simpatia per i poveri è ispirata dall'amore per essi o non piuttosto  dall'odio per i ricchi?

Ira

L'ira è ingiusta quando consiste in un desiderio violento e disordinato di punire.  Spesse volte è accompagnato dall'odio che cerca non solo di respingere l'aggressione;  ma di prendere vendetta.

— Sono io impaziente con gli altri? Mi abbandono a scatti di nervoso, a frasi  taglienti e sarcastiche, quando la mia volontà è contrastata?

— Trovo scuse per essere stato provocato da altri; mentre non ammetto le stesse  scuse per essere altri provocati da me?

— Pratico la pazienza che consiste nel pensare prima di parlare e nel parlare a se  stessi, per giudicare l'effetto che le parole fanno sugli altri?

— Mi son mai domandato in qual modo Dio perdonerà i miei peccati, se io non  perdono quelli degli altri?

— Sono convinto che l'essere io trasportato all'ira è un segno di egoismo e che il  mio carattere è conosciuto dalle cose che io odio? Se io amo Dio, odierò il peccato.  Se amo il peccato, odierò la religione. Ecco il profondo senso di queste parole del  Maestro: «Non giudicate alfine di essere anche voi giudicati». (S. Matteo, 7, 1). 

Gola.

La gola è l'abuso di quel piacere lecito che Dio ha unito al mangiare e al bere,  ambedue condizioni necessarie per conservare la vita. Il nutrirsi diventa peccaminoso  quando ci rende incapaci di compiere i nostri doveri, quando danneggia la salute,  quando compromette gli interessi degli altri.

— Ho io indotto altri a l'ubriachezza?

— Come cattolico, ho violato le leggi della Chiesa che riguardano il digiuno e  l'astinenza?

— Ho fatto attenzione che il principale danno del cosidetto « Cocktail » o la  frequenza dei bar non consiste in un completo avvelenarsi, ma nel rendere materiale  la vita e nel perdere la nozione dei valori spirituali?

— Mi sono convinto che i doni di Dio del mangiare e del bere e delle altre  necessità sono altrettanti mezzi e non fini; che cioè essi mi furono dati per rinnovare  la mia forza onde mettermi al servizio di Dio? Sapienti le parole di S. Paolo: « Sia  che voi mangiate, sia che voi beviate, sia che facciate qualunque altra cosa, fate ogni  cosa per la gloria di Dio ». (I ai Corinti, 10,31).

Accidia.

L'accidia è una malattia della volontà che fa trascurare i doveri. Prende un aspetto  fisico quando si manifesta con la pigrizia, col tramandare, con l'ozio, con  l'indifferenza. Prende un aspetto spirituale, quando si manifesta con il disgusto per le  cose dello spirito, con la fretta nelle divozioni, con la tiepidezza religiosa e con la  negligenza nel coltivare nuove virtù.

— Sono inclinato ad accettare opinioni già fatte dai propagandisti, invece di  esaminarle da me stesso nella prospettiva della storia e della morale?

— Trovo scuse nel mio prendere il cristianesimo come troppo difficile e non  accettabile, secondo lo spirito del secolo ventesimo?

— Mi occupo seriamente per aumentare il mio patrimonio spirituale?

— Ho trascurato i miei doveri verso Dio?

— Sono assiduo alla preghiera?

Parole di S. Paolo al discepolo Timoteo, parlando di certe cristiane: «Sono oziose,  vanno girando per le case; sono cianciatrici, curiose, chiacchierone in modo  sconveniente ». 1, 5-13).

Impurità.

L'impurità è un amore disordinato dei piaceri sessuali. Come Dio ha unito il piacere  al mangiare e al bere, per la conservazione della vita individuale, così ha unito un più  grande piacere alla sessualità, per la conservazione della vita sociale e del Regno di  Dio sulla terra.

Il piacere sessuale diventa peccaminoso, quando è usato come un fine esclusivo  anziché come un mezzo. Per questa ragione, l'impurità è l'indisciplina dell'amore; è l'amore pervertito. Esso ha di mira non il bene degli altri; ma il piacere di se stesso.  In certo modo l'amore pervertito spezza il bicchiere per rubare il vino e spezza la lira  per rubare la musica.

— Ho acconsentito a pensieri impuri?

— Se è male commettere certe azioni, mi sono trattenuto in esse col pensiero?  Tremende parole del Maestro : « Chiunque guarderà una donna con sentimento  impuro, nel suo cuore ha già commesso adulterio con essa». (S. Matteo, 5, 28).

— Ho incoraggiato altri a peccare, mediante pensieri, parole, azioni?

— Ho violato la purezza col pensiero, colle parole o con le opere?

— Mi sono sforzato di coltivare un amore più alto, per sublimare l'amore più  basso?

L'onestà sessuale è un peso soltanto per coloro che hanno perduto il senso dei diritti  altrui. Tremende parole del Maestro : « Chi fa il peccato è schiavo del peccato ». (S.  Giovanni, 8, 34).

Luminose parole del Maestro: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio ». (S.  Matteo, 5 8).

Luminose parole di S. Paolo: «Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo  spirito di Dio abita in voi ». (I Ai Corinti, 3, 16).

« Per i puri tutte le cose sono pure ; ma per gli impuri e per gli infedeli niente è puro,  perché la loro mente e la loro coscienza è corrotta ». (A. Tito, 1, 15).

«Vi scongiuro, o fratelli, per la misericordia di Dio affinché offriate i vostri corpi  come un vivente sacrificio, santo, gradito a Dio, spirituale adorazione ». (Ai Romani,  12, 1).

Luminoso pensiero di San Pietro!

« Carissimi, vi scongiuro di comportarvi come stranieri e pellegrini col trattenere voi  stessi dai desideri carnali che fanno guerra contro l'anima ». (Prima S. Pietro, 2, 11).

FULTON J. SHEEN

SULL'ORLO DELLA NUOVA GERUSALEMME - Ti chiedo di riparare i peccati dell'aborto



Ti chiedo di riparare i peccati dell'aborto

24/09 novembre (14:12) 

Gesù dice: 

Miei piccoli: il tempo sta per scadere per voi. Ecco, la mia seconda venuta è molto vicina. Vedete che molto presto le porte della Nuova Gerusalemme vi saranno aperte. Perciò: non risparmiatevi nella preghiera, non siate avidi di sacrifici, di mortificazioni, di penitenze. 

L'aborto è uno dei peccati che più feriscono il Mio Sacratissimo Cuore e il Cuore Immacolato di Mia Madre. L'aborto è il flagello dell'umanità. Il flagello dei tempi finali. 

L'aborto è la rovina delle nazioni. L'aborto divide e divide il mio Santissimo Corpo. Il mio cuore sanguina di dolore per questi atti esecrabili. 

L'aborto porta con sé conseguenze terribili per l'anima: se non si converte, se non fa riparazione, se non si confessa. 

L'aborto sta portando molte anime nelle profondità dell'inferno. Vi chiedo un giorno alla settimana di pregare per i non nati. Vi chiedo un giorno alla settimana di riparare questo peccato. Tante ragazze uccidono i loro bambini nel loro grembo, tanti padri si macchiano le mani con il sangue di un innocente. Vi chiedo un giorno alla settimana: pregate per questa intenzione, piccoli miei. Molto presto vi darò il giorno per pregare, per fare riparazione, per chiedere misericordia per questi innocenti e per le loro madri e i loro padri. 

VOGLIO VIVERE NEL TUO DIVINO VOLERE

 


Dal Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II del 21 marzo 2002 all’Incontro con i Giovani di Roma

(…) Dio ha creato l’uomo a sua immagine, destinandolo a quella prima e fondamentale vocazione che è la comunione con Lui. In questo consiste la più alta
dignità dell’essere umano. ‘ Fin dal suo nascere - ricorda il Concilio Vaticano II - l’uomo è invitato al dialogo con Dio ’ (Gaudium et spes, 19).

Sì, cari amici, siamo creati da Dio e per Dio e il desiderio di Lui è iscritto nel nostro cuore. Poiché ‘ la gloria di Dio è l’uomo vivente ’, come notava sant’Ireneo di Lione,
Dio non cessa di attirare a Sé l’uomo, affinché in Lui possa trovare la verità, la bellezza e la felicità che cerca senza posa…

Proprio perché creati ad immagine di Dio abbiamo ricevuto da Lui anche quel grande dono che è la libertà.

Se non è esercitata bene però, la libertà ci può condurre lontani da Dio. Può farci perdere la dignità di cui Egli ci ha rivestiti…

(…) I nostri progenitori, allontanandosi dalla Volontà Divina, sono caduti nel peccato, cioè nel cattivo uso della libertà. Il Padre Celeste non ci ha tuttavia abbandonati; ha mandato il suo Figlio Gesù per risanare la libertà ferita e restaurare in modo anche più bello quell’immagine che si era deturpata. Vittorioso sul peccato e sulla morte, Gesù (…) ci invita a non sottomettere la nostra libertà personale ad alcun potere terreno, ma soltanto a Lui e al Padre suo onnipotente.

Giovani del nuovo millennio, non usate male la vostra libertà !

Non sciupate la grande dignità di figli di Dio che vi è stata donata !

Sottomettetevi unicamente a Cristo, che vuole il vostro bene e la vostra autentica gioia (cfr. Mt. 23,8-10); a Lui, che vi vuole uomini e donne pienamente felici e realizzati ! Scoprirete in tal modo che soltanto aderendo alla Volontà di Dio possiamo essere luce del mondo e sale della terra !

Queste realtà tanto sublimi quanto impegnative possono essere comprese e vissute solamente in un clima di costante preghiera. E’ questo il segreto per entrare e dimorare nella Volontà di Dio ”.

Vieni, Divina Volontà, a pregare nel mio pregare


SVEGLIATI O UOMO,… NON SAI PIÙ DA CHE PARTE ANDARE! TEMI GLI UOMINI MA NON IL TUO DIO CREATORE!

 


Carbonia 23.07.2021    ore 08.05

Sono Colui che Sono! Sono Padre, Madre, Fratello, Amico sincero, sono Colui che ti ha creato, o uomo.

Eccomi ancora a te figlio mio, oggi vengo a chiederti:
Cosa attendi ancora per tornare al Padre tuo?
Che c’è di più grande al mondo del tuo Dio Creatore?

Svegliati o uomo, oggi sei privo d’amore, il tuo cuore è freddo, i tuoi piedi vacillano, non sai più da quale parte andare, sei confuso figlio mio, la paura ti aggredisce, temi gli uomini ma non il tuo Dio Creatore.

La sua ira sarà terribile per gli stolti, per chi si sarà allontanato da Lui, per chi si sarà messo contro di Lui per seguire Satana.

Su questa Terra, tutto brucia, il male impera, tu ne sei la causa o uomo, perché hai rinnegato il tuo Dio Creatore, ti sei abbandonato alla morte.

Fermati creatura mia, fermati! Fai silenzio in te, offriti un attimo di discernimento, muovi il tuo sguardo verso di Me, fai battere il tuo cuore di Me, non essere freddo nei miei confronti, Io ti amo infinitamente, Io ti ho creato con amore e per amore, non buttare le perle ai porci, ravvediti, allontanati dal Male, unisci le tue mani in preghiera e giubila in Me.

Offrimi o uomo un po’ di te, non dubitare mai del mio Amore per te, Io attendo il tuo risveglio, il tuo ritorno a Me.

Rullano i tamburi a morte, la guerra attanaglia l’anima degli uomini, il Male sta gestendo la tua vita o uomo, e tu lo permetti. Satana ti ha reso cieco e vuoto per dargli battaglia, il tuo essere è privo dello Scudo, ti umili all’assassino, ti fai prendere dai suoi artigli, ti beffeggia e tu accetti tutto, sei divenuto uno zimbello nelle sue mani, sei un burattino nella mani del maledetto burattinaio che ti giostra a suo piacimento e ti piega al suo volere. …Povero uomo!

Ora ci sarà lo scatenamento infernale, tu sarai un birillo: ti colpirà, ti metterà in ginocchio, ti toglierà tutto, non avrai che la morte dinnanzi a te.

Orsù o uomo, sorgi nuovo, prendi in te la consapevolezza di Me, torna in fretta al tuo Dio Amore per non finire nel buio eterno della morte.

Sono qui, attendo solo il tuo risveglio! Ti voglio salvare, o uomo! Chiedimi perdono dei tuoi peccati, supplica la mia misericordia, non aver timore di chiedere il mio aiuto, solo Io posso salvarti, o uomo! Amami!  ….Io sono tuo Padre, o uomo! …Io ti amo!

Avanti! … metti in te la forza, armati di coraggio e combatti il Male, Io sarò con te e ti donerò il mio aiuto.

Sollevati o uomo per non perire sotto la dittatura del Male.

Salvati ora! Non perdere altro tempo! Converti ora! Torna al tuo Dio Amore, il tuo Creatore, ora!

Avanti! Ti attendo in battaglia figlio mio, ti darò la forza di un leone, ti segnerò in Me, sulla fronte avrai il simbolo vittorioso della Croce.

Gesù è l’Unico e Vero Dio, torna a Lui e tutto sarà in te meraviglioso.

Come gestire le sofferenze nella pandemia [per sopportarle e dare i loro frutti]

 


Perché Dio ha lasciato passare la pandemia.

La pandemia che l'umanità ha vissuto, in cui forse la malattia stessa è la cosa meno importante, ha creato molta sofferenza nel mondo.

I confini, la perdita della mobilità, la difficoltà di accesso agli incontri personali con i nostri cari, la paura inoculata, ecc., sono stati in una certa misura dolorosi per tutti.

E in qualche modo siamo usciti tutti da questo processo cambiato.

Pensa ad esempio a come sono cambiati il tuo pensiero e il tuo sentimento rispetto alla normalità prima di questa crisi sanitaria.

Quali cose ti sei avvicinato e da quali cose ti sei allontanato.

Come la tua comprensione di alcune cose si è approfondita.

E questo non è un caso, perché Dio usa cose dolorose per ottenere un bene più grande.

Qui parleremo dei motivi per cui Dio potrebbe lasciare che questa pandemia passi, perché nulla sfugge a Dio e cosa fare per canalizzare al meglio le nostre sofferenze.

La maggior parte delle persone lamenta le sofferenze globali causate dalla pandemia la perdita di vite umane e mezzi di sussistenza, la limitazione delle libertà, la paura, l'angoscia, la perdita di accesso ai propri cari, l'isolamento causato dalle chiusure, il distanziamento sociale, in breve.

Molti considerano il male e la sofferenza incompatibili con un Dio amorevole e onnipotente e perdono la fede.

E altri considerano la pandemia come una forma di punizione divina per i molteplici peccati dell'umanità, cioè la punizione divina che un Dio geloso infligge alla Sua prole ingrativa.

La verità è che Dio lasci passare questa sofferenza, perché nulla gli sfugge.

Allora deve aver lasciato passare per il bene più grande, perché vuole sempre il nostro benessere e la nostra felicità.

Questa sofferenza non è semplicemente uno strumento punitivo di Dio.

È uno strumento che Dio usa per riunirsi ai suoi figli ribelle.

Il ruolo fondamentale della sofferenza è facilitare il ritorno al Nostro Padre Celeste, che ci ama più di quanto amiamo noi stessi.

Ci chiama per tornare a casa da Lui.

Può essere difficile per alcuni accettare che un Dio buono usi il male e la sofferenza per realizzare le nostre conversioni, ma ciò è dovuto a un malinteso sulla natura del male.

Se il male è inteso come l'assenza del bene, piuttosto che come un avversario del bene, allora ci sono molti modi in cui un Dio giusto potrebbe e dovrebbe negare il bene all'umanità, per raggiungere un bene ancora più grande.

La sofferenza va quindi vista come un allarme per noi.

Quando ci manca il cibo, ci sentiamo affamati, quando ci mancano gli amici, ci sentiamo soli.

Quindi la sofferenza ci spinge a cercare il bene che ci manca, come ogni buon sistema di allarme.

Pertanto, la sofferenza che abbiamo vissuto nella pandemia è un allarme per noi, che ci porta a pensare al valore di ciò che abbiamo perso.

Ci porta a rivalutare la vita, il nostro lavoro, le libertà che avevamo, la sicurezza che avevamo, la tranquillità, il rapporto con i propri cari, la mobilità, ecc.

Quindi la domanda sul perché un Dio benevolo e onnipotente consentirebbe una pandemia globale nel 2020, causando paura diffusa e perdita indescrivibile, assume un altro significato.

Dio lo sta usando per insegnare al mondo intero come vivere virtuosamente.

Perché niente meno che una pandemia globale può spostarci, perché siamo così concentrati sui nostri vizi.

Ovviamente non sposterà tutti, ma molti lo faranno e stiamo vedendo nei commenti nei video, che molti sono venuti a Dio nella pandemia.

Ma ci sono altri che rimangono arrabbiati con Dio per l'imposizione della pandemia sulle loro vite, lamentandosi che Dio non li ha proteggeti dal male.

Senza rendersene conto che il problema non è il virus, ma è in noi.

E se vi guardate intorno, molti sono stati resi più favorevoli dalla pandemia perché hanno visto che alcuni soffrono più di altri, per esempio solitudine, mancanza di reddito, mancanza di cibo, ecc.

In questo modo Dio fornisce l'impulso per una rimodellazione nel modo in cui le persone si relazionano l'una con l'altra.

Alcuni la vedranno in questo modo e altri no, ma lo stimolo è presente.

Coloro che la vedono in questo modo si sentono commossi a pentirsi e riorientare la loro attenzione verso obiettivi più alti, e questo è l'obiettivo del piano provvidenziale divino.

Dio usa le nostre sofferenze per convertirci.

E la presenza della sofferenza non significa l'assenza di Dio.

La Bibbia ci dice che nei momenti di sofferenza Egli è più vicino a noi.

Nessuno vuole soffrire, ma la sofferenza ci rende maturi e ha funzioni che ci fanno crescere nella fede.

Per esempio, la sofferenza ci dimostra che non siamo Dio.

Ci aiuta a sviluppare virtù come il coraggio e l'autodisciplina.

Ci aiuta a relazionarci con gli altri perché quando vediamo gli altri soffrire, la nostra compassione è risvegliata.

Ecco perché il grande scrittore CS Lewis disse: "Dio ci sussurra nei nostri piaceri, parla nella nostra coscienza, ma grida nei nostri dolori: È il Suo megafono per risvegliare un mondo sordo..

Ora, Dio si assume dei rischi quando ci permette di soffrire.

Sa che le prove che sperimentiamo possono diventare un motivo per rifiutarlo e dubitare della sua gentilezza.

Ma sa anche esattamente di cosa hanno bisogno gli umani per diventare.

Così Dio permette ciò che odia per raggiungere ciò che ama.

Dai commenti vediamo che più persone si sono gettate nella preghiera e gli altri a pregare di più, quindi la quantità di preghiera nel mondo è aumentata.

Ma alcuni a volte hanno difficoltà a pregare quando soffrono di dolore mentale o fisico.

Ed ecco un suggerimento.

Semplicemente guardando un crocifisso e pensando a ciò che Gesù ha scelto liberamente di soffrire pernoi, è una buona medicina.

Quindi un esercizio che possiamo fare quando soffriamo è passare un po' di tempo a guardare un crocifisso, a incanalare i nostri dolori.

Ma la sofferenza non solo ha una funzione di conversione in noi, ma ha anche un effetto sugli altri se lo diamo a Dio,ad esempio per la conversione dei peccatori.

Attraverso le nostre preghiere e azioni possiamo raggiungere la grazia per gli altri, anche per il raggiungimento della vita eterna.

I buoni cattolici, ragionevolmente ben catechizzati, sanno che la sofferenza non è inutile, che può essere ricampionata e può essere offerta a Dio come sacrificio da altri.

Ecco perché c'è una pratica tradizionale nei cattolici di offrire sofferenze e sacrifici in una preghiera mattutina.

Dove i nostri sforzi, opere, gioie, sofferenze, intenzioni di questo giorno sono offerti a Nostro Signore.

È anche pratica comune offrire la nostra Eucaristia per gli altri.

Ed è anche comune per noi offrire le nostre sofferenze occasionaliallo stesso modo, come quando abbiamo mal di testa, o quando subiamo un incidente, o quando abbiamo avuto una discussione con qualcuno, o quando dobbiamo fare la fila per comprare qualcosa, o quando abbiamo un problema difficile da risolvere, o quando siamo tristi e in tutte le occasioni in cui non ci sentiamo a nostro agio.

Possiamo offrirli semplicemente chiedendo a Dio di usare questo dolore per la conversione dei peccatori, per laconversione di certe persone che innodiamo, per la salute di una certa persona, per le anime del purgatorio, per coloro che soffrono nel mondo, ecc.

E possiamo anche offrirle a voi in modo innominato, cioè: "Vi offro le mie sofferenze e fate con loro ciò che vi sembra meglio".

In questo modo trasformiamo il dolore in un atto d'amore per gli altri.

Che da un lato ci aiuta a far fronte e sopportarlo meglio, perché lo mettiamo nelle mani di Dio facendo qualcosa di utile.

E dall'altro, ci permette di purificarci con questa azione.

Perché Gesù dice che non dovremmo scappare dalle croci, così come non è fuggito.

Quindi la pratica in particolare sarebbe che ogni volta che affronti una situazione difficile e dolorosa, dici il seguente "Signore, ti offro questo per [e lì inserisci il nome o l'obiettivo da raggiungere]".

Questo per quello che volevamo dirvi su come interpretare le sofferenze che abbiamo avuto nella pandemia e su come incanalarle per crescere spiritualmente e fare del bene agli altri.

CATTIVI RAPPORTI CON GLI ALTRI

 


Gesù, ti presento tutti i problemi che rendono difficile il mio rapporto con gli altri:  fanno sorgere in me sentimenti di aggressività, ira, odio, rancore e creano divisione,  chiusura, sfiducia reciproca, gelosia, invidia.  

Tutto questo è fonte di grande disagio interiore e amareggia le relazioni con gli altri,  anche con persone a me care. Con le mie forze non riesco a superare questa triste  situazione.  

Intervieni Tu, che hai detto: "Pace a voi. Amatevi come io vi ho amato ".  

Mi hai dato l'esempio della più grande carità verso tutti e sempre.  

Guarisci i miei rapporti con gli altri. Cambia il mio cuore. Rendilo misericordioso e  generoso come il Tuo.  

Dammi la grazia di perdonare e amare tutti e sempre; di vivere in armonia e  solidarietà; di essere operatore di pace e di bontà, di amore e di unità in ogni mio  ambiente.  

Infondi in me il tuo Spirito Santo che è Spirito di amore e di riconciliazione, di  servizio e di donazione.  

Cuore di Gesù, confido e spero in te.  

Grazie, Gesù, per quello che stai facendo per la mia guarigione interiore.  

Grazie per il ristoro, il sollievo, la serenità, la forza, la pace, la gioia che stai dando a1  mio cuore.

DIO E’ AMORE

 


Nelle parole del Signore “Chi mangia di Me vive per Me” è  evidente che l’Eucaristia è una scelta di vita precisa e  significante, per mezzo della quale il Buon Pastore crea e  ricrea continuamente il recinto delle Sue pecorelle;  mangiando di Lui siamo obbligati e ci obblighiamo, perché  non siamo forzati a farlo, nessuno ci costringe, a vivere per  Gesù, a compiere le Sue opere, ad eseguire i suoi comandi e le  sue prescrizioni, altrimenti il nostro banchetto è sacrilego, e  compiamo nell’accostarci alla santa cena offerta dal Signore  un gesto che è lontano dalla nostra effettiva volontà,  contrastante con la sua natura di consacrazione piena e totale  alla Signoria di Gesù Cristo Figlio di Dio e Sapienza incarnata  dell’Altissimo.Dio ci ha creato per la Comunione eterna con  Lui, beatitudine che è preceduta da un esilio dell’uomo sulla  terra, nella quale è apprestato un ausilio affinchè,  anche sulla  terra, l’uomo che vuole possa rimanere in comunione con Dio  e compiere nella sua vita le opere di Dio: lo strumento per  mezzo del quale si realizza questa comunione è  l’Eucaristia.Nell’Eucaristia e attraverso l’Eucaristia noi  abbiamo l’Emmanuele, cioè il “Dio con noi”, e siamo il  Popolo di Dio.L’Eucaristia è si definita dalla teologia  primariamente “actio”, cioè azione misterica, ma è anche  “sacramentum permanens”, cioè presenza reale del Signore,  che continua a sussistere anche fuori della celebrazione  Eucaristica. 

Questa presenza si realizza nel tabernacolo, dove Gesù è  presente sempre intero, cioè nella integrale dualità delle Sue  Nature Divina ed Umana, prigioniero volontariamente per  amore, unica autorità sulla terra disponibile a ricevere in  udienza chiunque abbia bisogno senza appuntamento, ma  anche unica autorità disprezzata e vilipesa dai tanti che non lo  amano, lo offendono, lo insultano, lo odiano e non lo  riconoscono; ma soprattutto offesa dai tanti cristiani di anagrafe che, pur riconoscendo la presenza del Signore nel  Tabernacolo, vengono meno ai loro doveri verso di Lui,  soprattutto ai doveri di amore, riconoscenza, rispetto ed  ossequio. 

Nel mangiare l’Eucaristia noi comunichiamo al Corpo e  Sangue del Signore, il quale ci assimila a se, ci trasforma in se  (gradualmente e secondo le disposizioni della Grazia e le  nostre disposizioni ed inclinazioni), se ci rendiamo duttili e  disponibili al lavoro che il Signore compie dentro di noi; in  sostanza l’Eucaristia diventa virtù del nostro corpo e del  nostro spirito, nella misura in cui noi collaboriamo all’azione  che la Grazia compie dentro di noi. 

Ciò non vuol dire che è nostro il merito della trasformazione  in Cristo, che  in  noi  opera  l’Eucaristia (progressivamente),  ma che piuttosto è nostro il solo merito della collaborazione,  che consiste nella eliminazione degli impedimenti all’azione  della Grazia che, per mezzo dell’Eucaristia, opera in noi;  primo impedimento tra tutti gli affetti al peccato, ma anche  l’eliminazione dei vizi e delle cattive nostre inclinazioni, la  lotta ai nostri difetti caratteriali ed ai nostri atavici egoismi ed  egocentrismi, che ci allontanano dalla carità e dalle virtù  gradite a Dio, nel possesso delle quali consiste la santità delle  persone. 

Ma nell’Eucaristia ed attraverso di Essa noi diveniamo  partecipi della vita eterna, secondo le parole di verità del  Signore (“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la  vita eterna……”).Il Signore non ha detto “avrà”, bensi “ha”,  ciò stà a significare che i Cristiani, che si accostano  all’Eucaristia degnamente, partecipano della vita eterna nel  Corpo Mistico del Signore, che è comunione perfetta e stabile  della Chiesa trionfante e purgante con il Signore, e perfetta,  sebbene instabile e discontinua, della Chiesa militante che è  sulla terra, la quale continuamente cade, a causa del peccato, e  si rialza per mezzo dei Sacramenti. 

Questa comunione spirituale, di cui ci sfugge la percezione, è  sempre presente nei cristiani che si trovano nello stato di  Grazia, ma raggiunge l’apice e la sua massima espressione  nella celebrazione eucaristica, durante la quale il Paradiso, il  Purgatorio e la Chiesa terrena militante divengono realmente  una sola realtà. 

Questa realtà misteriosa ed invisibile del Corpo mistico di  Cristo, che sempre è unito al Padre ed allo Spirito, quindi  sempre nella comunione Trinitaria, prende consistenza per  ciascun cristiano nella Comunione Eucaristica, fatta  degnamente o il meno indegnamente possibile: cioè ogni  qualvolta ci accostiamo all’Eucaristia, con l’amore e la  devozione che devono accompagnarci sempre in questa  circostanza, riceviamo il Signore nella nostra anima, il Quale  si fonde in noi e ci plasma trasformandoci in Lui e  comunicandoci a tutto il Suo Corpo Mistico, cioè unendoci in  modo a noi misterioso, cioè non comprensibile, al Paradiso, al  Purgatorio ed a tutti i cristiani che costituiscono la comunità  dei battezzati nel mondo, cioè La Chiesa terrena e militante. 

Gioacchino  Ventimiglia 

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

 


Il Sangue è l'attrazione possente

Offro a Gesù la poverissima anima disposta a fare in tutto la sua volontà. Gliela offro come molle cera, ed Egli la prende, la plasma, la dispone a vaso, tanto più profondo ed esteso, quanto più si lascia dilatare, e lo riempie del suo Sangue prezioso. Gliela offro come un umile fiore, aperto però alla rugiada della sua grazia, alla luce della sua verità. E questo fiorellino umile e agreste, irrorato dal Sangue dell'amore, vede moltiplicare intorno a sé frutti rigogliosi.

Il Sangue del mio Gesù! E l'attrazione possente che assorbe la mia povera anima, è la forza arcana che mi avvince al Mistero, è la luce prodigiosa che rivela sempre più meraviglie soprannaturali. E questo Sangue adorato lo invoco per me, per tutte le anime, per la liberazione di quelle del Purgatorio, per la maggiore gloria di quelle del Cielo. q. 21 : 31 agosto

  SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


Ora le piaghe cominceranno numerose!

 


Figlia Mia. Mia cara figlia. Scrivi, Mia amata figlia, e ascolta ciò che Io, il tuo Santo Padre Celeste, oggi vorrei comunicare ai figli della terra:

Io mando le Mie piaghe sulla terra per punire quelli che sono pervasi dal peccato.

Io li tormenterò con le Mie punizioni, ma comunque renderò loro possibile la via della conversione, ma essi devono migliorarsi e convertirsi a Mio Figlio, altrimenti si perderanno vergognosamente con la bestia.

Figlia Mia. Mia amatissima figlia. Le prove, che Noi (Il Mio Santo Figlio ed Io) infliggiamo ai Nostri figli sono dure ma mai immotivate!

Abbiate fiducia, figli Miei, perché TUTTO accade per un motivo! Offrite allo Spirito Santo ciò che non comprendete, non potete accettare, non riuscite a spiegarvi, perché EGLI è COLUI CHE, vi può “illuminare”, ma voi LO dovete invocare, dovete pregare affinché vi doni l’illuminazione.

Figli Miei. Ora i giorni della fine sono contati. Resistete, cara armata rimanente e restate nella preghiera. La vostra preghiera AIUTA IN OGNI AMBITO, IN OGNI SITUAZIONE e mitiga, guarisce e converte!

Pregate, pregate, pregate e non interrompete mai la vostra preghiera! È quasi arrivato il tempo per tutti i figli di cambiare vita e chi non trova tempestivamente la via verso di ME, il Suo Santo Padre Creatore, non avrà alcuna possibilità di salvezza!

Mi rende triste, molto triste, vedere molti dei Miei figli smarriti, abbagliati,” testardi”. Le loro convinzioni sono sbagliate, non pensano con la propria testa, non si mettono in “contatto” con NOI, con ME e MIO Figlio e credono a ciò che dicono i teologi e le guide della chiesa che non sono fedeli alla Parola di Dio. Essi vedono e ascoltano soltanto quello che vogliono, perché tutto il resto È TROPPO SCOMODO PER LORO!

Figli Miei. Sarà“scomodo“per voi solo quando sarete lanciati nell’inferno! Da quel terribile momento in poi “brucerete” e soffrirete terribilmente e atrocemente e NON POTRETE PIÙ TORNARE INDIETRO!

Per questo cambiate strada, Miei amatissimi figli e trovate la via verso di ME, vostro Padre e Creatore Celeste, attraverso Gesù il MIO Santissimo Figlio.

Vivrete nell’amore, nella pace in un mondo che non conoscete, nel quale IO, vostro Padre Onnipotente, innalzerò tutti voi, che siete con Mio Figlio e GLI avete regalato il vostro SÌ, SENZA MA E SE!

Figli Miei. Le piaghe ora cominceranno numerose! Attenti e purificatevi! Fate la Santa Confessione così MIO Figlio può perdonare i vostri peccati!

Chi non può andare a confessarsi venga contrito davanti a ME, SUO Padre ed IO, lo perdonerò! Accettate questa grazia, perché presto in tutto il mondo, sarà difficile trovare sacerdoti consacrati a Mio Figlio che siano disponibili a confessarvi.

Confessatevi ora! E non fate più peccati! Dovete almeno cercare di non farli, Miei amatissimi figli.

IO, il vostro Santo Padre, Creatore Onnipotente COLUI CHE È, vi prego di farlo, perché un cuore che è pieno di pentimento e che si sforza in tutti i modi di essere buono (sinceramente (!) ) non andrà perduto! IO lo perdonerò se egli si presenta pentito davanti a ME e ha un cuore sincero.

Figli Miei. SONO UN PADRE AMOREVOLE! Trovate quindi la via verso di ME attraverso Gesù Cristo, MIO Figlio, e la vostra eternità sarà felice. Pace, gioia, amore, serenità vi accompagneranno e Gesù, il MIO Santo Figlio, vi guiderà nel Nuovo Regno.

Tutti i momenti difficili offriteli a ME. In questo modo aiutate a fare del bene a NOI e agli altri. IO, il vostro Padre Celeste sarò con voi, ma prima deve essere portata a compimento la fine.

Amatevi gli uni gli altri e non odiate. L’odio viene dal diavolo è lui che malignamente lo fomenta, in modo che voi non troviate pace e non troviate la via verso di ME e verso MIO Figlio.

Credete e abbiate fiducia nella Nostra Parola data in questi messaggi, perché vi sono TUTTI regalati da parte MIA, vostro Padre Onnipotente Celeste, in modo che non andiate perduti e possiate aiutare altri a percorrere la giusta via.

Preparatevi, perché il tempo che vi resta è corto.

Con profondo paterno amore

Vostro Padre Celeste.

Creatore di tutti i figli di Dio e Creatore di tutto ciò che è.

Amen.

6 ottobre 2014

CHI E' COLUI CHE AMA IL BENE E LA PACE

 


L'Imitazione di Cristo 

1.     Se, in primo luogo, manterrai te stesso nella pace, potrai dare pace agli altri; ché l'uomo di pace è più utile dell'uomo di molta dottrina. Colui che è turbato dalla passione trasforma anche il bene in male, pronto com'è a vedere il male dappertutto; mentre colui che ama il bene e la pace trasforma ogni cosa in bene. Chi è pienamente nella pace non sospetta di alcuno. Invece chi è inquieto e turbato sta sempre in agitazione per vari sospetti. Non è tranquillo lui, né permette agli altri di esserlo; dice sovente cose che non dovrebbe dire e tralascia cose che più gli converrebbe fare; sta attento a ciò che dovrebbero fare gli altri, e trascura ciò a cui sarebbe tenuto lui stesso. Sii dunque zelante, innanzi tutto , con te stesso; solo così potrai essere giustamente zelante con il tuo prossimo. Tu sei molto abile nel trovare giustificazioni per quello che fai e nel farlo apparire sotto una certa luce, mentre rifiuti di accettare le giustificazioni negli altri. Sarebbe invece più giusto che tu accusassi te stesso e scusassi il tuo fratello. Se vuoi essere sopportato, sopporta gli altri anche tu.   

  2.     Vedi quanto sei ancora lontano dal vero amore e dalla umiltà di chi non sa adirarsi e indignarsi con alcuno, fuor che con se stesso. Non è grande merito stare con persone buone e miti; è cosa, questa, che fa naturalmente piacere a tutti, e nella quale tutti troviamo facile contentezza, giacché amiamo di più quelli che ci danno ragione. E' invece grande virtù, e lodevole comportamento, degno di un uomo, riuscire a vivere in pace con le persone dure e cattive, che si comportano senza correttezza e non hanno condiscendenza verso di noi. Ci sono alcuni che stanno, essi, nella pace e mantengono pace anche con gli altri. Ci sono invece alcuni che non stanno in pace essi, né lasciano pace agli altri: pesanti con il prossimo, e ancor più con se stessi. Ci sono poi alcuni che stanno essi nella pace e si preoccupano di condurre alla pace gli altri. La verità è che la vera pace, in questa nostra misera vita, la dobbiamo far consistere nel saper sopportare con umiltà, piuttosto che nel non avere contrarietà. Colui che saprà meglio sopportare, conseguirà una pace più grande. Vittorioso su se stesso e padrone del mondo, questi è l'amico di Cristo e l'erede del cielo.