martedì 31 agosto 2021
LA VITA UMANA È SACRA - 1,72 miliardi di aborti in tutto il mondo negli ultimi 40 anni...
1,72 miliardi di aborti in tutto il mondo negli ultimi 40 anni...
Il Discorso della Montagna - PARTE II
PARTE II
"Non giudicate, per non essere giudicati". Perché con quale giudizio giudicate, sarete giudicati". Più in alto di noi, c'è un giudice che ci chiamerà a rispondere dei nostri giudizi. Se il nostro vicino cade in una disgrazia la cui vittima è lui stesso: abbiamo compassione di lui, ma non manchiamo di giudicare i suoi pensieri o le sue azioni, perché nel momento stesso in cui lo giudichiamo, forse Dio lo ha perdonato, mosso dal suo pentimento. Interpretiamo nel senso migliore ogni azione o parola la cui intenzione ci sembra dubbia. Supponiamo che il nostro vicino sia di mente retta, e scusiamo i suoi difetti ricordando i nostri. La prudenza e la carità dettano questa condotta, perché i nostri giudizi sono sempre avventati quando si tratta del nostro prossimo, poiché il segreto delle coscienze non ci è rivelato, e sono anche dannosi per Dio, i cui diritti usurpiamo. Pensate al giudizio che Gesù Cristo darebbe di voi, se moriste in questo momento, e fate che la regola del vostro giudizio sia quella che avreste poi voluto seguire.
Perché vedi la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello e non la trave nel tuo? I più severi censori della condotta del loro vicino sono di solito i più tolleranti dei loro stessi difetti; denota un orgoglio segreto che si diletta ad elevare se stesso a spese dell'umiliazione degli altri. Esaminare, pesare prima di decidere a favore o contro. Consultate interiormente Nostro Signore, prima di usare il suo diritto sovrano.
"E così, tutto quello che volete che gli uomini facciano a voi, fatelo anche a loro". La pratica di questo precetto è strettamente legata alla carità nel pensiero e nel giudizio. Rispetta la reputazione del tuo vicino affinché lui possa onorare la tua. Giustifica i suoi errori se non puoi nasconderli; se l'intenzione è malvagia, pensa che abbia commesso la colpa senza riflettere. Cercate qualche scusa caritatevole per difendere coloro che attaccano in vostra presenza. Non hai idea di quanto Nostro Signore ami un'anima indulgente e compassionevole. La chiave che apre il tuo cuore e le tue mani al tuo prossimo, ti apre il cuore di Gesù Cristo. Che ti importa del risultato dell'elemosina quaggiù, se con essa ti assicuri la ricompensa eterna!
"Date a colui che vi supplica, e a colui che vuole prendere in prestito da voi non voltate le spalle". Date dei vostri beni, anche con qualche sacrificio, ma a maggior ragione quando si tratta solo di fare un favore, di fare un passo, non rifiutatevi di farlo anche quando non siete proprio in grado di farlo. Non si stanca mai di essere accessibile e pronto a servire. Fate del bene con intelligenza e discernimento, ma usate una prudenza moderata, senza temere troppo di essere il giocattolo delle richieste del povero. Nostro Signore ci comanda di soccorrerlo, ma non ci comanda di esaminare se ci inganna. Possiamo essere ingannati dall'uomo che abusa della carità, ma davanti a Dio non perdiamo mai il merito. Non rifiutare colui che viene da te, perché la conseguenza più dolorosa della povertà è quella di farla conoscere.
"Lascia che la tua mano sinistra ignori ciò che fa la tua mano destra. Non ostentare le tue buone azioni". Evitare, anche in privato, le confidenze su questo punto; la vanità si infiltra facilmente. Metti via il pensiero del bene che fai; non è niente in confronto al bene che Gesù Cristo fa a te. Quando hai dato a Dio e al tuo prossimo una parte della giornata, di' la sera: sono un servo inutile. Fai sempre del bene senza limiti, senza preoccuparti troppo di quello che può succedere.
"Ma la vostra elemosina sia nel segreto, e il Padre vostro che vede l'invisibile vi ricompenserà". Per adempiere a questo precetto in modo gradito a Dio, considera che tutto ciò che hai da Lui l'hai ricevuto. Che vi abbia dato poco o molto, l'obbligo dell'elemosina è formale per tutti. Tutti non sono in grado di dare denaro, ma l'elemosina spirituale può essere praticata da tutti, essendo la più preziosa, la più necessaria, quella che ha i risultati più importanti. Accompagna il regalo con una parola di consiglio, una parola compassionevole, che sollevi l'anima di chi è in difficoltà e gli faccia capire che vuoi fargli due benefici, uno all'anima e l'altro al corpo. Abituate voi stessi e i vostri figli a privarvi di qualche capriccio per fare l'elemosina. Che l'amore di Gesù Cristo, che così spesso entra nel tuo cuore attraverso la comunione, possa traboccare dalle tue labbra.
"Non essere in ansia per la tua vita riguardo a ciò che mangerai o di cosa vestirai il tuo corpo. Disprezzate dunque la terra, affinché non siate ansiosi nemmeno per le necessità della vita, poiché l'inquietudine della mente negli affari temporali è un grande ostacolo alla perfezione. Gesù Cristo non ci proibisce di essere nutriti e vestiti, ma ci proibisce di essere ansiosi della delicatezza del cibo o della sontuosità dei vestiti, come dice San Giovanni Crisostomo. Dio, che vi ha riempito di una profusione di beni spirituali, non vi farà mancare quelli che sono minori. Gesù parla ai suoi discepoli della cura della provvidenza per tutte le creature, volendo persuaderli che poiché Dio ama l'uomo più degli animali, deve prendersi più cura di loro. E non metterete ogni cura nel cuore di Gesù, poiché per mezzo della comunione Egli stesso veglia su di voi? Non siate ansiosi, ecco, gli uccelli dell'aria (cioè i santi) non seminano, né raccolgono cose terrene, il loro spirito e il loro cuore aspirano ai beni eterni, e nessuna cosa temporale impedisce alle loro anime di volare verso il cielo. Abbiate fiducia, il vostro Padre Celeste sa di cosa avete bisogno. Non temere nemmeno nell'ordine spirituale, perché anche se tu fossi senza guida all'esterno e privo di luce all'interno, molto presto Dio ti darà il suo regno, destinato ai piccoli e insignificanti che il mondo disprezza.... Per queste anime elette che guardano a loro, Dio ha in serbo tutte queste cose. Liberatevi dalle preoccupazioni di ogni tipo, così come dall'attaccamento alla terra e alle vostre inclinazioni naturali. Fatti coraggio e guarda verso il cielo da dove il tuo amabilissimo Padre ti chiama.
"Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e il resto vi sarà aggiunto. Fai ogni giorno il bene che si presenta nell'ordine del dovere, e per il futuro metti tutta la tua fiducia in Dio. Puoi dubitare della sua bontà e dei suoi disegni misericordiosi per te quando vedi Gesù Cristo darsi così spesso a te? La comunione non è un'aggiunta che giustifica la vostra fiducia. Chi ha Gesù ha tutte le cose.... dice un santo. Se Nostro Signore non vi manca in questo mondo, non vi mancherà nemmeno nell'altro. E quando sarete gettati nel suo cuore alla sacra mensa, non si allontanerà per lasciarvi cadere. Per l'ora della tua morte, conserva le prove più dolci del suo amore, allora ti riconoscerà altamente come suo possesso, se in questa vita non ti sei vergognato di portare la sua croce e di seguirlo il più strettamente possibile. Riconoscere l'inutilità di qualsiasi riflessione a disagio su eventi o persone. Non siate nemmeno troppo ansiosi per la vostra vita, perché questo è un altro tipo di tentazione. Prega Nostro Signore di liberarti da essa con il tuo cieco abbandono alla Sua bontà. Chiedi alla Beata Vergine di ottenere per te questa rassegnazione.
"Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o soffrirà l'uno e disprezzerà l'altro. Questi due padroni che non si possono servire allo stesso tempo sono Dio e il diavolo, il vizio e la virtù, che comandano cose opposte. Non si può servire Dio e il mondo, il loro servizio è troppo opposto. Rinnova tutta la donazione del tuo essere a Gesù Cristo, e che tu possa essere per sempre.
Non si può servire Dio e il denaro, desiderarlo ardentemente e goderne egoisticamente. In questo senso sono un ostacolo alla salvezza. Cosa c'è di più spaventoso che lasciare Cristo per correre dietro a una fortuna che la morte potrebbe portarti via domani? I mondani immaginano che la felicità della vita consista nel possedere grandi ricchezze, ma il Signore, per dissuaderci da questa terribile imprecazione: "Guai a voi che siete ricchi, perché ora avete la vostra consolazione; guai a voi che ridete ora, perché allora gemerete! Essere ricchi non è esattamente possedere grandi beni, è essere attaccati ad essi e volerli godere solo per se stessi, o desiderarli quando Dio ce li ha negati. Abbiate una ferma speranza nel cielo che ogni bene sarà profuso su di voi e che non sarete ansiosi di accumulare i beni di questo mondo. Amate la semplicità, accontentatevi di ciò che è necessario alla vostra condizione.
"Non accumulatevi tesori sulla terra, dove la muffa e la tignola li consumano; accumulatevi tesori in cielo". Esaminate se è Gesù Cristo, o il mondo, o la fortuna, che più spesso occupa i vostri pensieri, e saprete qual è il tesoro del vostro cuore. Nutrito dall'Eucaristia. Che Gesù Cristo sia il vostro unico tesoro come lo sarà necessariamente in cielo.
"Chiedete e riceverete, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto". Dio sa di cosa abbiamo bisogno, ma vuole che glielo chiediamo in tutta umiltà; per questo Nostro Signore prescrive che ognuno miri a un fine nella preghiera. La prima cosa che dobbiamo chiedere è la grazia divina, senza la quale nessuna delle nostre opere è degna del cielo. Cerchi il regno di Gesù Cristo nella tua anima, con fede, speranza, carità, sottomissione alla sua volontà, pazienza nelle fatiche e nelle avversità della vita? Nella Chiesa, cercate al trono della sua grazia Gesù, che è attento ai nostri minimi movimenti? Se hai tante difficoltà a dominare le passioni, forse è perché non cerchi abbastanza Nostro Signore, che non ti concede la sua grazia se non con moderazione. Perseverate nella preghiera, e se per ragioni degne della sua saggezza Dio è lento ad ascoltarvi, bussate alla porta del suo cuore senza lasciarvi scoraggiare dal suo silenzio.
"Ma tu, quando preghi, entra nel tuo armadio e, chiusa la porta, prega il Padre tuo in segreto". Necessità di ricordare. Quando iniziate i vostri esercizi di pietà, chiudete la porta della vostra immaginazione e dei vostri sensi. Sgrava il tuo cuore in segreto davanti a Dio, fai di Lui il depositario dei tuoi dolori, desideri e paure. I dolori che versiamo nel Cuore di Gesù non lo lasciano per gravare ancora su di noi. Questo dolce Maestro asciugherà le tue lacrime, rafforzerà il tuo coraggio per l'ora del combattimento, del lavoro e della sofferenza. In questo modo il tempo della preghiera diventa un riposo in cui la nostra forza si muove. Vedi se questo è il tuo modo di pregare.
"E quando pregate, non parlate molto come fanno i gentili. Parla poco con le tue labbra a Nostro Signore, non dividere i tuoi pensieri, non disperderli in una massa di oggetti che si frappongono come una nuvola tra Nostro Signore e la tua anima: in questo modo ti stordisci e ti distrai. Lasciate che muova il vostro cuore e che susciti in esso affetti e buone risoluzioni, che pregherete Nostro Signore di degnarsi di rendere efficaci. Desiderate Gesù ed Egli verrà. Apri a Lui tutte le forze della tua anima ed Egli le riempirà. Sospiro per l'ora della messa. Fai un'intera donazione di te stesso a Gesù, e quando avrai la gioia di riceverlo, pregalo di tenere il tuo cuore e tutti i tuoi interessi nelle sue mani. Ciò che affidiamo a Gesù è ben assicurato.
"Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e larga la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano". È facile entrare nella larga via dei piaceri e delle passioni disordinate, e uscirne con difficoltà. Quante anime ci sono che ignorano completamente l'esistenza di questa via, dove bisogna umiliarsi per elevarsi e mortificarsi e morire per vivere; quanti pochi sono quelli che vi entrano, e ancor meno quelli che vi perseverano! Tuttavia, non c'è un'altra via per la vita eterna. Gesù ci dice tristemente: "Quanto è stretta la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che vi entrano!" Il nostro Signore si addolora che gli uomini cerchino solo di divertirsi nel mondo e dimentichino che sono necessari grandi sforzi per essere salvati. Dove stai andando? In paradiso attraverso la croce e la penitenza, o all'inferno, attraverso l'orgoglio, la sensualità, il piacere e il peccato! Non dovete scoraggiarvi, perché per le innumerevoli grazie che vi fa, come il fatto che state leggendo queste righe, non potete dubitare del suo ardente desiderio di portarvi sulle sue orme in cielo. Mettiti apertamente tra quel piccolo numero di coloro che hanno il coraggio di imitare Gesù Cristo.
"Ogni albero che non porta buoni frutti sarà tagliato e gettato nel fuoco". Esamina se porti buoni frutti: quelli del cuore sono: preghiera, riconoscimento, amore e obbedienza verso Dio, pazienza nei dolori, carità verso il prossimo; quelli delle mani sono: lavoro, penitenza, elemosina. Abbiate più pazienza e più costanza, e arriverete, seguendo Gesù Cristo, a quella porta così stretta e così bassa che solo i piccoli, cioè gli umili, possono attraversarla.
"Non tutti quelli che mi dicono: 'Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma solo chi fa la volontà del Padre mio". Gesù ci dice che la preghiera senza le opere è infruttuosa; e che le nostre opere non saranno ricompensate se non sono non solo buone in se stesse, ma conformi alla volontà di Dio.
"Venite a me, voi che siete affaticati e oppressi dai dolori, e io vi darò riposo". Quando si è appesantiti da un peso insopportabile, non è piacevole esserne sollevati? Nostro Signore sa quanto pesa su di noi il fardello delle nostre innumerevoli miserie, e desidera alleggerirlo per noi, purché veniamo umilmente a deporlo davanti a Lui. Perciò, passa in rassegna con calma ai suoi piedi la moltitudine di miserie che sono in te: Miserie nell'intelligenza, accecata dall'ignoranza e dall'amor proprio, miserie nell'immaginazione, miserie nella memoria, occupata da ricordi che sarebbe necessario cancellare, miserie nella volontà, ribelle alle ispirazioni divine, miserie del tempo passato inespresso, del tempo presente non corretto, del tempo futuro che sono da temere, miserie segrete, che un esame approfondito vi farebbe conoscere, e che la sconsideratezza e l'amor proprio vi hanno tenuto nascosto. Entra in te stesso, e, essendo ammutolito dai tuoi mali spirituali, umiliati da essi, scuoti la tiepidezza, e deposita nel cuore di Gesù tutti i tristi segreti della tua anima, del tuo spirito e del tuo cuore.
"Non c'è niente di più dolce per un cuore afflitto che trovare un amico pieno di tenerezza e compassione. Perché tu, che hai già sofferto molto, e stai soffrendo ora, e soffrirai più tardi, dato che questa è la nostra condizione, dovresti rifiutare la consolazione di rivelare le tue pene a Gesù, che è il tuo migliore amico? Lui solo può aiutarti. Inoltre, se ci pensi bene, vedrai che la maggior parte delle tue sofferenze vengono da dentro di te, la gente ha meno parte nei tuoi dolori che tu stesso, e bisogna dire che nascono dalla tua cattiva volontà verso Gesù Cristo. Questa considerazione, lungi dal terrorizzarvi, dovrebbe addolcirvi e riempirvi di confusione e pentimento, vedendo che invece di punirvi, Gesù Cristo vi chiama per consolarvi, come se la vista dei vostri mali lo commuovesse più delle vostre offese e della cura della sua gloria. Vedete, dunque, quanto è grande il Suo amore e rispondete con alacrità alla chiamata divina.
"Prendete il mio giogo su di voi" Gesù non cede a nessuno la cura di sgravarci delle nostre miserie, ma sostituisce questo peso insopportabile alla nostra debolezza con il suo giogo, dolce per chi lo ama. Nel giorno del tuo battesimo hai ricevuto questo sacro giogo e ti sei legato con solenni promesse di portarlo per il resto della tua vita. Ma allora non eravate in grado di ratificare questa promessa; per questo Gesù oggi vi dice: "Prendete il mio giogo". Non vi costringe, vuole che veniate a prenderlo dalle sue mani divine. Tu che conosci per esperienza tutto ciò che si può sopportare con l'Ostia Sacra nel tuo cuore, prendi ciò che Gesù ti offre: la sua croce, i suoi chiodi, il suo cuore, il suo corpo e il suo sangue, e vedrai come veramente ha aggiunto: "Il mio giogo è facile e il mio carico è leggero". Chiedi a Nostro Signore di infiammare la tua anima con l'amore dei sublimi rigori della croce, perché non c'è amore senza sofferenza.
lunedì 30 agosto 2021
L'AMORE DI DIO IN MARIA - Parte seconda
GESÙ - L'UNIVERSITÀ DEL MIO SACRO CUORE LEZIONI D'AMORE
L'AMORE DI DIO IN MARIA
Parte seconda
Miei amati figli, che gioia è per Me, vostro Signore e Maestro, incontrarvi di nuovo. Soprattutto, quanto più allieti il mio cuore sapere che non mi hai abbandonato, grazie per essere stato paziente (Salmo 27, 4).
Poiché siete tutti seduti e pronti nella grande sala del mio Cuore, inizieremo la lezione senza indugio, continueremo con le meraviglie che il mio Amore ha operato nella mia amata Madre, Maria, la Stella che dà la luce dell'Amore Divino a tutta l'umanità.
In mia Madre, il mio Amore è perfetto e vero, il suo amore non è mescolato con paure ed egoismi di nessun tipo, devi sapere che tutto l'amore umano, anche il più puro non è paragonabile a quello di Maria. Poiché l'amore del mondo è sempre soggetto all'egoismo, anche la più piccola particella di esso gli toglie la purezza (1 Giovanni 4, 8).
È necessario che l'amore:
1) Non cerca né desidera nulla per sé,
2) Non cercare ricompense,
3) Non fa in cambio di beni o regali da me.
L'amore dell'uomo è sempre egoistico.
D'altra parte, mia Madre mi ha amato con l'amore più puro e perfetto, non l'ha fatto per quello che le avevo dato o per quello che si aspettava da me, prima che il mio Angelo la visitasse, mi amava già con tutto il suo cuore (San Matteo 22, 37-39).
È stato questo amore che ci ha fatto innamorare, un solo Dio e la Santa Trinità. Tanto che l'abbiamo sempre ricordata e incoronata come la Madre di Dio e dell'Eterna Volontà.
Bisogna essere sempre pronti a perdere tutto piuttosto che lasciare e offendere l'Amore Eterno (2 Cronache 7, 14). Se avete questa premessa incisa nel vostro cuore, mi metterete sempre al primo posto, al posto di preferenza rispetto agli altri amori di questo mondo (1 Giovanni 4, 19). Perché questo amore non è un amore di sentimento ma di PREDILIGENZA.
Per farvi capire meglio, l'amore dell'uomo si basa sul sentimento. D'altra parte, l'amore di Dio è avere predilezione.
Può una madre provare più amore per Dio che per suo figlio? Sarebbe disposta a rinunciare a suo figlio per sacrificarsi per amore di Dio come fece mia madre?
L'amore della più bella tra le più belle era come supremo in sentimento e affetto, ma soprattutto era supremo in apprezzamento e predilezione:
"La tua parola sia fatta in me". In queste parole c'è l'espressione ferma, pronta a sacrificare tutto per amore per fare la Volontà Eterna.
Madre mia, che con ognuno dei suoi battiti del cuore tira i più esaltanti sospiri a Dio Onnipotente!
Il Cuore di mia Madre totalmente distaccato da se stesso, spogliato di tutto, senza attaccamenti e impegni e attrazioni per le cose del mondo, ma solo per Dio.
Mia Madre Maria ai piedi della Croce, che con un amore così supremo ha sacrificato tutto, il proprio figlio, la cosa più cara e più santa che avesse, solo per soddisfare la richiesta dell'Amore di Dio.
Ma l'amore di Maria era anche COMPLACENTE e BENEVOLE, atti interiori dell'amore di Dio in cui la tua anima può e deve esercitarsi quando ama.
Questo amore di compiacenza è l'amore che ho per Me stesso, mentre contemplo la Mia stessa essenza e vedo in essa la Santità infinita e la bontà suprema. In questi tempi posso essere soddisfatto di Me stesso nell'uomo, che ho creato con tanto amore? Ah, io vedo solo il peccato, le colpe e le miserie. Ma per quanto l'uomo persista nell'aumentare la distanza dal suo Dio, io vi ho dato mia Madre perché questa distanza si accorci.
Ogni volta che contemplate le perfezioni e le qualità che Dio ha fatto in Lei, vi spingo ad amare come Lei, a sospirare il Santo e il Divino. E ogni tuo sospiro, la Madre dell'Amore Eterno e Santo, lo prende e lo unisce al Suo Cuore Immacolato, lo converte in una catena d'amore che lega la creatura affinché non cada nella fossa del fuoco eterno. Questa catena d'amore non ferisce e non fa male come le catene del mondo che lasciano piaghe sanguinanti, ma avvolge la creatura con dolcezza e soavità, e quando sta per cadere nell'abisso, Mia Madre insieme agli Angeli e ai Santi, tutti insieme, la tirano con forza, impedendo che l'anima cada in caduta libera.
Vedete, Miei amati, quanto è importante l'amore contemplato in Mia Madre, che in ogni carezza vi incoraggia e con ogni sua parola vi insegna ad amare come Lei, che alla fine è amare come Dio ama ciascuno di voi?
Il suo Cuore unito al Mio, ogni battito del suo cuore sono lampi d'amore che emergono dalla Mia Volontà Eterna, lampi di luce che illuminano i Miei piccoli nella notte oscura attraverso cui viaggiano nel mondo, lampi d'amore che illumineranno il Mio popolo nell'ora della prova e della Grande Tribolazione.
Nella prossima lezione ci addentreremo ancora di più nell'Amore di mia madre. Ho ancora molto da dire e da condividere con voi prima che il tempo raggiunga la dodicesima ora.
Possano questi insegnamenti essere una coltivazione per l'anima, trampolini di lancio che vi conducano al sentiero della Santità, trampolini di lancio che vi portino ad entrare ed entrare sempre più profondamente nelle profondità del Mio Divino Desiderio (Salmo 143:10).
Quanto ti ringrazio, mia cara, per essere stata attenta nella mia classe. Ora andate e condivideteli con le vostre famiglie e con tutti coloro che incontrerete in questo pellegrinaggio attraverso il mondo, dite a tutti che Io vi amo e che è così grande il Mio amore per l'umanità che ho dato Mia Madre, il Mio gioiello più prezioso, come vostra Madre (San Giovanni 19, 26).
Andate ed esercitate il Mio amore perché il Mio Amore non passerà mai, le profezie finiranno, le lingue taceranno e la conoscenza cesserà (1 Corinzi 13:8).
Andate e amate tutti (San Giovanni 34, 36).
Chinate il capo e vi darò la mia benedizione: vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ti benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Io vi amo e il mio Amore non discrimina e non lascia nessuno fuori se l'anima si lascia amare da me.
Dettato a Gustavo
Buenos Aires, 30 settembre 2020.
IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO
Il Sangue eleva all'amplesso dello Spirito
L'anima è immersa nella contemplazione della sua origine divina. Creata ad immagine e somiglianza di Dio! Creata da Dio! Creata per Iddio! La colpa. originale, le colpe attuali hanno adombrata quest'immagine, deturpata questa somiglianza, ma la carità di Gesù, il suo Sangue, la sua immolazione, cancellando ogni colpa ed ogni macchia, ristabilendo l'ordine, ridonando la giustizia e la pace, elevano l'anima all'amplesso dello Spirito Santo, sorgente di santificazione e di amore. Il segreto di questo ritorno all'immagine e somiglianza di Dio è nel Sangue di Gesù, nella sua Passione. Se io riceverò devotamente, ardentemente questo dono divino, se parteciperò al Mistero con tutta l'anima, riacquisterò pienamente la grandezza, la santità, la perfezione della vita di origine. q. 2,5: 4 novembre
SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO
VOGLIA DI PARADISO
La gioia di possedere il creato
In Paradiso il Beato potrà vedere in Dio tutti i segreti dell'universo.
L'essere umano quaggiù si tormenta nel tentativo di chiarire l'enigma dell'universo, senza mai poterlo sciogliere interamente.
Per quanto si spinga lontano, sia nella conoscenza del macrocosmo che del microcosmo, si trova sempre dinanzi a insuperabili meraviglie. Così è riuscito, ad esempio, a penetrare nell'essenza della materia e dell'atomo, ma non è ancora in grado di spiegare la natura della materia.
In cielo, invece, ogni persona acquisterà la visione déi più profondi segreti delle cose.
E raggiungerà ciò che il lavoro scientifico dei vari millenni ha sempre inseguito, senza poterlo mai afferrare. Ogni fatica è un piccolo progresso verso la futura contemplazione del mondo, ma la piena luce sarà possibile in Paradiso.
Allora i Beati non avranno più bisogno di studiare faticosamente, ma penetreranno a fondo la creazione nella luce e con gli occhi di Dio.
Col loro sguardo l'abbracceranno nella sua totalità e nella sua profondità, e vedranno le singole cose in connessione col tutto.
Riconosceranno il contributo che ogni singolo elemento porta nell'ordine del cosmo, il grado e il posto che vi occupa, e anche il servizio che presta alla bellezza del tutto.
Saranno come inebriati nel penetrare i misteri del cosmo e della storia e, contemplandoli in Dio, potranno comprendere che essi sono il frutto generoso del suo mistero d'amore.
Don Novello Pederzini
"Ma l’avvertimento è in corso e nessuno può annullarlo completamente"
Avola, 16 Aprile 2006 - Domenica di Pasqua - Messaggio del Signore Gesù
LA PRESENZA REALE
LA FESTA DEL CORPUS DOMINI
Questo è il giorno fatto dal Signore.
Salmo CXVII, 24.
Tutti i giorni vengono da Dio che nella sua bontà né governa l'ammirabile successione. Tuttavia egli né lascia sei all'uomo perché attenda ai suoi lavori e provveda ai suoi bisogni e si riserva il settimo, onde la domenica è specialmente il giorno del Signore.
Ma fra tutti i giorni uno è per eccellenza il giorno di Dio: il Corpus Domini, la festa di Dio. E' veramente il giorno che il Signore ha fatto per se, per la sua gloria, per la manifestazione del suo amore. La festa di Dio, che bel nome! Festa per Dio, festa pure per noi: vediamo in qual modo.
I. - La festa di Dio che la Chiesa chiama la festa del sacratissimo Corpo di Gesù Cristo, festum sacratissimi Corporis Christi, è il solo giorno consacrato ad onorare unicamente la sua Persona adorabile, la sua reale Presenza in mezzo a noi. Le altre feste celebrano un mistero della sua vita passata: sono belle, danno gloria a Dio e sono feconde di grazie per noi, ma sono un ricordo, l'anniversario di un passato già lontano che rivive nella nostra pietà. Il Salvatore non è più in questi misteri: li ha vissuti una volta, e solo vi rimane la sua grazia. Ma qui è un mistero tutto attuale: la festa ha per oggetto la Persona di Nostro Signore viva e presente in mezzo a noi. Perciò la solennità ha un rito speciale. Non si espongono reliquie od emblemi del passato, ma l'oggetto vivente della festa. E voi vedete nei paesi ove Dio è libero, come tutti attestano la presenza di Gesù prostrandosi innanzi a Lui. Gli empi stessi sono scossi e s'inchinano: Dio è là! Qual gloria da' al Signore, presente in mezzo a noi, questa festa, in cui tutti lo riconoscono e l'adorano! Essa è pure la festa più cara. Noi non abbiamo assistito ai misteri della Vita e della Morte del Salvatore, che celebriamo nel corso dell'anno; sebbene esultiamo delle grazie che ne discendono su di noi.
Ma qui partecipiamo al mistero che si compie sotto i nostri occhi e per noi, tra Gesù vivente nel Sacramento e noi viventi nel mondo è una relazione di vita, di corpo a corpo, onde è che la festa non si chiama semplicemente la festa di Nostro Signore, ma la festa del Corpo del Signore. Mercé questo Corpo tocchiamo Gesù fattosi nostro cibo, nostro fratello, nostro commensale. Festa del Corpo di Gesù Cristo! Quanto amore esprime questo nome così umile e conveniente alla nostra miseria! Nostro Signore ha voluto questa festa per sempre meglio avvicinarsi a noi, come un padre brama di ricevere nella sua festa gli auguri del figlio, per aver l'occasione di attestargli più vivamente il suo paterno amore e fargli qualche favore speciale. Sia dunque questa festa tutta di gioia, e attendiamone le grazie più copiose. Gli inni, i canti di questa solennità esprimono tutti il concetto che Nostro Signore si mostrerà in questo giorno più benevolo che mai. Pare che la Chiesa avrebbe dovuto festeggiare il Corpus Domini nel Giovedì Santo, giorno dell'istituzione dell'Eucaristia.
Ma in quel giorno di lutto non avrebbe potuto esprimere, com'è giusto, la sua gioia; che allora già è cominciato il tempo della Passione, e non si può dar luogo all'allegrezza quando siamo tutti penetrati dal pensiero della morte di Gesù, che domina nei grandi giorni della Settimana Santa.
Infine la festa del Corpus Domini è stata differita oltre l'Ascensione, perché sia lontana ogni idea di mestizia, per l'addio e la separazione di Gesù, e sin dopo la Pentecoste, affinché, ripieni dei doni e del gaudio dello Spirito Santo, possiamo celebrare con le migliori disposizioni la festa dello Sposo divino che abita in mezzo a noi.
II. - Il Corpus Domini è la più grande festa della Chiesa.
La Chiesa è la Sposa di Nostro Signore glorioso, risorto, non di Gesù nascente o morente: ella non esisteva ancora quando si compirono tali misteri.
Senza dubbio la Chiesa vorrà seguire il suo Sposo divino nel presepio e in tutti i suoi patimenti, ma di questi misteri avrà soltanto il ricordo e le grazie.
Gesù è veramente con la sua Chiesa poiché vive nell'adorabile Sacramento. Coloro che non sono mai entrati nel luogo santo credono la Chiesa vedova, senza vita, e ne considerano i templi come luoghi in cui non si parla che di morte e di patimenti. Or ecco in questo giorno quelli stessi, che non vengono alle solennità celebrate nel sacro recinto, la vedono bella di tutto il suo splendore, a cui lo Sposo divino aggiunge la sua presenza. Quale stupendo corteggio si spiega e con quale devozione i fedeli si prostrano! La Chiesa mostra a tutti il suo Sposo nell'ostensorio raggiante. Chi oserà dirla vedova in questo dì? Gli amici suoi adorano, i nemici tremano! Gesù si mostra a tutti, benedice i buoni, volge sui peccatori uno sguardo di compassione, li chiama e attira a sé. Il Concilio di Trento chiama questa festa il trionfo della fede. E la Chiesa pure trionfa nel suo Sposo divino.
III. - Infine questa è la nostra festa, o adoratori del Santissimo Sacramento.
La Congregazione che da esso s'intitola e le sue varie aggregazioni non esistono che per fare a Gesù Cristo una perpetua festa del Corpus Domini: è la legge della nostra vita e della nostra felicità.
Noi lasciamo ad altri figli della Chiesa la cura dei poveri, la missione di guarire le piaghe morali e corporali della povera umanità, amministrare i sacramenti: per noi, siamo chiamati a celebrare tutto l'anno la festa del Corpus Domini. E' dunque la festa tutta speciale di noi religiosi.
Ma è pure la vostra, o fratelli. E non vi siete interamente dedicati al servizio del Santissimo Sacramento? Venuta la notte, vi ritirate e lasciate a noi religiosi di far la guardia a Nostro Signore, così volendo ragioni di convenienza; ma ai piedi del divin Re lasciate il vostro cuore, onde si può ben dire che la vostra vita trascorre qui tutta quanta.
D'altra parte, alla Comunione non fate voi nel cuore una vera festa del Corpus Domini? Oh, voi sapete qual gioia, qual felicità porta Gesù con sé! Dirò di più: per tutte le anime che sanno comunicare non vi è che una festa, la Comunione. Esse vi trovano l'oggetto di tutti i misteri: Colui che li ha vissuti e in onore del quale si celebrano; mentre tanti cristiani non ne hanno che un debole ricordo.
Anzi, dirò che se Gesù non vivesse nel suo Sacramento, tutte le feste cristiane ci lascerebbero l'impressione di anniversari funebri. L'Eucaristia è il sole delle feste della Chiesa: le illumina, le riempie di vita e di gioia.
Fu detto, e con ragione, che l'anima, la quale si comunica spesso e bene, è un festino perpetuo. Quale stupendo tabernacolo è il petto del cristiano che vive con Gesù, di Gesù e per mezzo di Gesù! Oh, la pura ed inalterabile gioia di queste anime!
Intanto sappiamo distinguere dagli altri i giorni che più specialmente sono di Nostro Signore, come il presente. Un re si compiace di spargere le sue munificenze: rendete al divin Re i vostri omaggi ed egli vi darà se stesso e l'effusione delle sue grazie.
Tra i suoi amici egli distingue quelli che arricchirà maggiormente dei suoi favori. Ora qual cosa vi augurerò in questo bel giorno? Non già di diventare dei santi, ricchi di splendide e straordinarie virtù, che non so quando si adempirebbe il mio voto; ma di essere totalmente felici nel servizio di Dio, e che Nostro Signore si comunichi a voi con più tenero amore. Sentendovi più amati, vi darete più generosamente, e il risultato di questi due amori sarà l'unione perfetta.
Qui sta la santità e la perfezione: domandate fiduciosamente di potervi giungere. Date tutto il vostro cuore. Gesù è un tenero padre, siategli figli amorosi; è l'amico più affettuoso, godetevi il suo amore. Chi non ha mai gustato la bontà di Dio mi fa temere assai della sua eterna salvezza! Entrate, entrate in questa immensa bontà! Sentite de Domino in bonitate!
di San Pietro Giuliano Eymard
VITA PRIMA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI
FRANCESCO GUARISCE UNO ZOPPO A TOSCANELLA
E UN PARALITICO A NARNI
436 65. Pellegrinando per diverse e vaste regioni ad annunciare il Regno dei Cieli, Francesco giunse un giorno nella città di Toscanella. Qui, mentre, secondo il solito, spargeva il seme della salvezza, un cavaliere del luogo gli offrì ospitalità nella sua casa. Il figlioletto di lui, l'unico che aveva, era zoppo e tanto gracile da dover restare ancora nella culla, pur avendo oltrepassato l'età dell'allattamento. Vedendo quell'uomo di Dio così ripieno di santità, il cavaliere si gettò ai piedi di lui e umilmente gli chiese che glielo guarisse. Il Santo si riteneva del tutto indegno e incapace di una simile grazia e a lungo si rifiutò; ma poi, vinto dalle insistenti implorazioni di quel poveretto, acconsentì. Dopo aver pregato, stese le mani sul fanciullo, lo benedisse e lo invitò a levarsi; quello immediatamente, tra la gioia dei presenti, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, balzò dal suo giaciglio e cominciò a camminare perfettamente risanato.
437 66. Un analogo prodigio compì Francesco a Narni, dove rimase vari giorni. Ed ecco come. Un cittadino di nome Pietro stava a letto da cinque mesi completamente paralizzato; rimasto con i piedi, le mani e la testa completamente immobili, riusciva soltanto a muovere la lingua e ad aprire gli occhi. Avendo saputo che era giunto in città il servo dell'Altissimo, il povero infermo supplicò il vescovo del luogo che in nome della misericordia divina si degnasse mandarglielo, essendo convinto che alla sola vista del Santo sarebbe guarito. E così avvenne. Appena il beato Francesco gli fu vicino e tracciò su di lui dal capo ai piedi un segno di croce, il paralitico ricuperò piena salute.
Presto, assisterete alla vaccinazione globale, di cui vi parlai nel 2010
3 Ottobre 2014
IL PATTO TRA SATANA E L'UOMO
Cosa fare con questi diavoli
DOMANDA: Come si fa a diventare maghi o fattucchieri? Basta che una persona lo desideri o lo chieda? Ci sono delle regole, delle consacrazioni?
R. - Il mondo dell'occulto è impenetrabile e prospera in base alla capacità di nascondersi.
È difficile dire come avviene che satana collabori con l'uomo e l'uomo con satana. Tuttavia qualcosa si può dire con una certa sicurezza. È fondamentale fare prima una distinzione fra due categorie di persone: veri professionisti, che agiscono con proprietà ed efficienza e il sottobosco degli improvvisatori che a volte sono autentici imbroglioni.
Veniamo ai professionisti e fissiamo tre punti:
1 - Uno dei modi di accesso a questa categoria avviene attraverso la consacrazione, che viene fatta con lunghi riti, durante una riunione di maghi già esperti. Questi incontri avvengono di preferenza in luoghi adatti, già utilizzati da secoli per questi scopi. Con la consacrazione l'adepto riceve ordinariamente un libretto chiamato del «comando» o del «potere». I «libretti originali» sono antichissimi. Per testimonianza di chi li ha visti, hanno un formato non molto grande, la copertina nera, le pagine interne ingiallite dai secoli, la scrittura difficilmente leggibile e contengono antichissime formule magiche di riti e di preghiere per entrare in contatto con gli spiriti.
Sembra che se ne rifacciano anche riproduzioni moderne, ma con lunghi riti, in appositi luoghi, con la partecipazione di un cospicuo numero di maghi di alto rango.
2 - Un altro modo, forse anche il più frequente, è il passaggio del potere e del libretto da una persona all'altra. Si ritiene che ogni mago prima di morire debba passare il compito a un'altra persona che gli viene indicata dallo spirito stesso. Quando ero giovane sacerdote, e nulla poteva far prevedere il ministero che mi sarebbe stato affidato, ebbi, per motivi particolari, una confidenza sicura a questo riguardo. Uno di questi operatori, infatti, mi raccontò:
«Lavoravo in un'azienda come autista. Un giorno, mi chiamò d'urgenza il titolare e mi chiese di accompagnarlo al suo paese di origine, perché il padre versava in condizioni gravissime. Entrai anche io nella camera dell'infermo. Prima che ripartissimo, l'anziano genitore, che non avevo mai visto prima, chiese a tutti di uscire perché voleva parlare da solo con me. Mi spiegò che aveva un "libretto del potere" che doveva lasciare a qualcuno prima di morire e che lo spirito gli aveva rivelato che ero io la persona alla quale doveva essere dato. Così avvenne e da quel momento mi sentii investito da poteri eccezionali che hanno cambiato la mia vita».
3 - È certo che i professionisti si riuniscono spesso per potenziare la loro opera malefica. Per operare qualche colpo grosso, concelebrano i riti malefici insieme. È difficile invece dire se ci sia una specie di albo professionale al quale tutti siano iscritti con gruppi di circoscrizioni ben definite. Cioè non si sa bene se le riunioni siano sporadiche secondo la necessità o se siano sistematiche e per tutti. A uno dei più grandi esorcisti viventi, un giorno, satana, per bocca dell'indemoniato, disse: «Ti ritieni tanto potente contro di me, ma che credi di farmi: io ho duemila gruppi organizzati che operano in tutta Italia».
Satana è il padre della menzogna, ha detto Gesù, e non è facile distinguere la verità dalla falsità nelle affermazioni che fanno gli indemoniati durante l'esorcismo. Personalmente do un mio giudizio: se si tratta solo di coloro che fanno i fattucchieri, che operano cioè per colpire su commissione le persone, il numero dei gruppi è esagerato, ma se satana, oltre a questi, intendeva parlare anche di tutti i gruppi che si riuniscono per sedute spiritiche, messe nere e simili, il numero di duemila gruppi per l'Italia, è adeguato. Ci sono poi gli improvvisatori, gli imbroglioni, i collaboratori di bassa taglia: un esercito che cresce di giorno in giorno.
Si sa infatti che molti dei più potenti, sia per estendere in zone più vaste la loro attività, sia per potersi nascondere meglio, fanno uso di manovalanza: persone che, per modesti compensi, prendono commissioni e le riportano, si incaricano di collocare feticci fatturati, di spargere polveri, ecc... Alcuni, pagando poco, si fanno dare dai professionisti istruzioni e materiale, poi tentano di agire anche loro e fanno quel che possono, sempre facendo riferimento e restando alle dipendenze dei professionisti.
Una cosa è certa: satana non ha preoccupazione di preparare a lungo e con tanti studi e meditazioni i suoi ministri, come fa la Chiesa per i suoi sacerdoti. Si tratta di distruggere con un torrente di odio e cattiverie; e chiunque in qualsiasi modo può dare una mano, e accetti così di legarsi alle forze del male, è sempre ben accolto.
DOMANDA: Ma perché gli uomini ricorrono ad un'azione così ripugnante come quella di fare un patto con satana?
R. - Perché in effetti il patto con satana conferisce poteri spettacolari e dà modo, quindi, di far soldi e di potersi togliere molte soddisfazioni. Quello che satana fece balenare a Cristo al termine del suo digiuno sul monte, lo ripropone in termini reali all'uomo che accetta di vincolarsi a lui.
Così dice il Vangelo: «Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, disse: 'Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo'. Gesù gli rispose: 'Sta scritto: solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai' » (Lc 4, 5-8).
«Lo condusse in alto» (cioè una posizione al di sopra degli altri) e «ti darò tutto» sono promesse affascinanti ieri come oggi. Coloro che ricevono tale investitura sono molto stupiti dalle grandi capacità nuove che acquistano. Molti emarginati diventano qualcuno...
DOMANDA: E satana perché si adatta a diventare strumento di male in mano agli uomini?
R. - Gli spiriti cattivi ricercano tutte le vie per avere il contatto più diretto possibile con le creature umane, per toglierle dalla salvezza di Cristo. Intanto agganciano saldamente, per il tempo e per l'eternità, quelli che si consacrano a lui, poi, per mezzo loro, possono proiettarsi addosso ad altri uomini, portandoli, attraverso un'ininterrotta catena di sofferenze, alla disperazione, durante questa vita e possibilmente per la vita eterna.
Chi non capisce la frenesia di satana di sfruttare ogni mezzo per colpire i figli di Dio, non potrà mai penetrare nella conoscenza piena di questa realtà. Mentre i bontemponi, nella chiesa e fuori, si dibattono nell'amletico interrogativo se il diavolo esista ancora o non esista più, satana irrompe tranquillamente nella vita degli uomini.
Sacerdote Esorcista Raul Salvucci
La Chiesa sarà sempre la Chiesa. Al più potrà lavarsi nel proprio sangue, ma questo la renderà più bella e gloriosa
LA PASSIONE DELLA CHIESA NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA
La Chiesa sarà sempre la Chiesa. Al più potrà lavarsi nel proprio sangue, ma questo la renderà più bella e gloriosa:
Trovandomi fuori di me stessa, mi sono trovata vicino ad un giardino che pareva che fosse la Chiesa, presso il quale stavano persone che macchinavano un attentato contro la Chiesa e il Papa, e in mezzo a questi ci stava Nostro Signore crocifisso, ma senza testa. Chi può dire la pena, il ribrezzo che faceva nel vedere il suo Santissimo Corpo in quello stato? Comprendevo che gli uomini non vogliono Gesù Cristo come loro capo e, siccome la Chiesa lo rappresenta su questa terra, perciò cercano di distruggere quello che ne fa le veci.
Dopo mi sono trovata in un altro luogo, in cui ho trovato altre persone che mi domandavano: “Che ne dici tu della Chiesa?” Ed io, sentendomi una luce nella mente, ho detto: “La Chiesa sarà sempre Chiesa; al più potrà lavarsi nel proprio sangue, ma questo lavacro la renderà più bella e gloriosa”. Quelli, nel sentire ciò, hanno detto: “È falso, chiamiamo il nostro dio e vediamo che cosa ne dice”. Onde è uscito un uomo che superava tutti nell’altezza, con corona in testa, e ha detto: “La Chiesa sarà distrutta, non esisteranno funzioni pubbliche, al più qualcuna nascosta, e la Madonna non sarà più riconosciuta”. Io, nel sentire ciò, ho detto: “E chi sei tu, che ardisci di dire questo? Non sei tu forse quel serpente condannato da Dio a strisciare la terra? E ora ardisci tanto da farti credere re, ingannando le genti? Ti comando di farti conoscere per quel che sei!”
Mentre ciò dicevo, da alto si è fatto basso basso, ha preso la forma di serpente e facendo un lampo è sprofondato; ed io mi sono trovata in me stessa. (Vol. 4°, 23.2.1903)
Saluti e preghiere a Maria Santissima
Ti saluto, o Maria piena di grazia, tutta santa, sempre Immacolata, nella cui anima benedetta lo Spirito Santo non solo non fu mai contristato, ma vi trovò sempre le Sue delizie, riposandovi come in un paradiso d’amore. Ti supplico, o dolce Madre, di togliere dal cuor mio il vizio della superbia ed ogni sentimento d’alterigia, di vanagloria e d’amor proprio.
Ave
Ti saluto, o Maria, in quella sovrabbondanza di grazia e di doni che in te versò lo Spirito Santo nel momento della tua Immacolata Concezione, e mi rallegro di cuore per quella fedeltà e generosità con cui sempre corrispondesti alla grazia del Divino Paraclito. Buona Madre, che tanto volentieri fai parte ai tuoi miseri figli dei beni tuoi, aiutaci a corrisponder sempre fedelmente alla divina grazia.
Ave
Ti saluto, o Maria, Sposa fedelissima dello Spirito Santo; e considerando quello slancio di generoso amore col quale corrispondesti all’invito dello Spirito Divino, che ti chiamava a dimorare nel Tempio, sebbene ancor pargoletta, ti ammiro e ti lodo, e ringrazio Dio che ti sublimò alla più eccelsa santità. Ti raccomando intanto me stessa (stesso), e tutte le anime deboli e tarde nel corrispondere agli inviti della divina grazia.
Ave
Ti saluto, o Maria, Specchio di giustizia, le divine perfezioni riverberarono su di te, divenisti degna di esser Madre d’un Uomo-Dio; ti fu mandato dal Cielo l’Arcangelo Gabriele, nunzio dell’ammirabile Mistero dell’Incarnazione, e che alla tua domanda rispose: Lo Spirito Santo verrà su di te, e ti adombrerà la virtù dell’Altissimo; e allora la tua bell’anima, o Maria, già piena e ricolma dello Spirito Santo, fu come immersa in un mare di beatissima luce e di superna grazia. Ottieni anche a noi la grazia di rivolgerci sempre al cielo e non alla terra, per essere degni delle consolazioni dello Spirito Santo.
Ave
Ti saluto, o Maria, nel tuo umilissimo ecce ancilla Domini, parola sì preziosa e potente che attrasse nel tuo seno lo stesso Creatore. O mia Sorella in Adamo, divenuta mia Signora e mia Madre in questo ammirabile Mistero, abbi pietà di me, che non ho avuto finora la generosità di proferire un sincero ecce Ancilla Domini, quando Dio mi chiedeva il sacrificio dei miei voleri, e così mi sono fatta indegna (fatto indegno) delle grazie e dei doni dello Spirito Santo.
Ave
Ti saluto, o Maria Madre di Dio, che dal Divino Spirito fosti sollecitamente spinta a recarti da Elisabetta, per rendere partecipi lei e il figlio concepito della grazia di cui eri piena. Volgiti pietosa ai tiepidi e freddi Cristiani, e con una di quelle tue visite che portano in chi le riceve lo Spirito Santo, svegliaci, convertici, accendici di santo zelo, e fa’ che non riceviamo inutilmente i lumi e le grazie del Paraclito D ivino, ma ci sforziamo di portare a Dio le anime dei nostri fratelli traviati.
Ave
Ti saluto e ti ammiro, o fedelissima Vergine Maria, che allo Spirito Santo sempre lasciasti il governo e la direzione della tua mente, del tuo cuore e delle tue azioni, cosicché la tua vita fu come una tela tutta intessuta dell’oro della perfetta carità e delle fulgide gemme d’ogni più bella virtù. Facci ben intendere, o Maria, quanto sono felici e come corrono per la via della perfezione, quelle anime che si lasciano governare dallo Spirito Santo, che Lo pregano, Lo onorano, L’ascoltano, Gli obbediscono e sottomettono in ogni cosa il proprio spirito allo Spirito di Dio.
Ave
Ti saluto, o Maria, la più generosa delle Vergini, che, fatta dallo Spirito Santo maggior di te stessa, avesti la forza di compiere con la perfetta uniformità al Divino Volere il sacrificio dell’amato Unigenito, e di prender parte a tutti i Suoi spasimi e amarissime agonie, congiungendo il tuo materno Cuore al Cuore di Gesù in una medesima e perfetta immolazione per la salvezza del mondo; prega per noi il Divino Spirito che ci accenda degli ardori della Sua carità e ci sostenga con la Sua fortezza, affinché, camminando anche noi per la via del santo amore e del generoso patire, guadagniamo la salvezza nostra e quella del prossimo.
Ave
Ti saluto, o Maria, Maestra di tutti i redenti, e mi pongo ai tuoi piedi nel Cenacolo di Gerusalemme, dove, in mezzo agli Apostoli e Discepoli del Salvatore, invocavi lo Spirito Santo promesso, affinché venisse a compiere gli ammirabili Misteri della nostra salvezza e a porre un divino suggello alla riconciliazione dell’Uomo con Dio. Ti ringrazio, o Maria, della maggior sovrabbondanza di doni, di grazia e di forza che alla Chiesa nascente impetrasti dallo Spirito Santo tuo Sposo, e ti supplico di richiamare i fedeli del nostro tempo intorno a te, come in un nuovo Cenacolo, per supplicare l’Eterno Amore, affinché si degni di tornare fra noi e ci liberi dalla schiavitù di Satana e rinnovi la faccia della terra.
Ave
Non scambiate il figlio del maligno con il vostro Gesù!
Figli Miei. Dio, Padre di tutti noi, manderà SUO Figlio una seconda volta ma EGLI non abiterà fra voi, verrà invece per vincere e per liberarvi, per redimervi e portarvi con sé nel Nuovo Mondo che il Padre ha creato e preparato per voi con il SUO amore misericordioso e la SUA generosità!
Non confondete il figlio del maligno con il vostro Gesù, infatti, soltanto quest’ultimo si spaccerà per Mio Figlio, salirà al trono e si farà celebrare e le masse saranno ai suoi piedi, ma egli li getterà tutti nella dannazione, perchè è figlio di Satana e non è Gesù.
Gesù verrà, a salvarvi ma ciò si svolgerà nel silenzio e nella pace cioè EGLI non susciterà sensazione, non vi sedurrà con charme e con carisma, ne abiterà fra voi perché EGLI È DIVINO ed è la SUA DIVINITÀ, che vi donerà guarigione e redenzione, ma non pretenderà né approvazione nè fama!
State attenti, figli Miei, perché quello che ora viene e sale sul trono non è Mio Figlio. Gesù abita in ciascuno di voi. EGLI è sempre presente per voi, ma voi dovete pregarLO e donarGLI il vostro SÌ. Alla fine dei giorni, EGLI verrà per salvarvi, ma non esigerà da voi uno “spettacolo” per dargli celebrità, riconoscimento e adulazione!
State dunque attenti e imparate a distinguere: Mio Figlio è santo, EGLI è divino ed è il vostro Salvatore, quell’altro invece mentirà, sedurrà e utilizzerà la forza contro quelli che non si buttano ai suoi piedi e si rifiutano di adorarlo!
La vostra amorevole Mamma Celeste
Sant'Agostino
AI DONATISTI DOPO LA CONFERENZA
16. 20. Negli atti del magistrato di Cartagine si legge la dichiarazione di Primiano, in cui dice espressamente che i loro antenati hanno vessato i loro padri con ogni tipo di esilio. Durante la conferenza [i vostri vescovi] hanno tentato di provare che, sulla base delle accuse dei loro antenati, l'imperatore condannò Ceciliano all'esilio. Nella loro lettera 61, essi sostengono che la loro comunione è la Chiesa della verità, quella che subisce la persecuzione anziché infliggerla; si affannano perciò a dimostrare che Ceciliano è stato condannato dalla sentenza dell'imperatore in seguito alle denunce dei loro antenati. Ora, essi attribuiscono questo fatto, non a Donato di Case Nere, ma a colui che esaltano al di sopra di tutti: Donato di Cartagine. Ecco ciò che tentano di accreditare, a quanto si dice, con i loro libelli, in cui gli sconfitti accusano il giudice, poiché la verità durante la notte ha confutato la notte del loro cuore. Il famoso Donato, sì, l'illustre Donato, che hanno chiamato l'ornamento della Chiesa di Cartagine ed eroe con l'aureola del martirio, per esaltarne il valore, sono giunti al punto di affermare che era stato proprio lui a dichiarare colpevole e a far condannare Ceciliano davanti al tribunale dell'imperatore Costantino. Dunque, questo eroe con l'aureola del martire ha definito e dichiarato la colpevolezza di Ceciliano davanti al tribunale dell'imperatore; in conseguenza di questa deposizione, fu irrogata a Ceciliano la condanna dell'imperatore! Ma noi abbiamo dimostrato irrefutabilmente che questo è falso, quando abbiamo letto una lettera dello stesso imperatore 62, tirata fuori dagli archivi pubblici, nella quale egli attesta di aver ascoltato le parti e pronunziato una sentenza che dichiara Ceciliano prosciolto e innocente, e respinge con forza le loro accuse. A questa lettera essi non trovarono assolutamente nulla da controbattere, anzi, senza volerlo la confermarono, producendo altri documenti a loro sfavore. Pertanto, è vero che Ceciliano fu accusato dai loro antenati presso l'imperatore, ma non consta affatto che sia stato condannato: risulta al contrario che è stato assolto. Perciò, almeno voi, rendetevi conto dell'aiuto che proprio i vostri vescovi hanno dato alla nostra causa, essi che volevano gloriarsi anche di questa menzogna! Se Donato, questo eroe dall'aureola del martire, ha veramente sostenuto davanti al tribunale dell'imperatore la colpevolezza di Ceciliano, se le accuse e gli intrighi di questo eroe dall'aureola del martire hanno fatto condannare realmente Ceciliano dall'imperatore, allora essi devono dire davanti a voi chi era veramente il martire in tutta questa faccenda: Donato, che tentava di far condannare questa persona dall'imperatore, o Ceciliano, che per la denuncia di costui sarebbe stato condannato dall'imperatore? Dov'è andato a finire il loro famoso e inderogabile principio: la comunione di Donato è la vera Chiesa, quella che subisce la persecuzione anziché farla? Ecco: Ceciliano la subisce, Donato la fa. Chi di loro è l'eroe con l'aureola del martire?
I Donatisti si danno le arie di essere la Chiesa della verità, che subisce la persecuzione ma non la fa.