martedì 5 febbraio 2019

Gabriele, Raffaele, Michele Arcangeli potenti per noi



SAN RAFFAELE

Raffaele significa medicina di Dio e di solito si rappresenta questo arcangelo insieme a Tobia, mentre lo accompagna o lo libera dal pericolo del pesce. Il suo nome compare soltanto nel libro di Tobia, dove egli viene presentato come modello di angelo custode, perché protegge Tobia da tutti pericoli: dal pesce che voleva divorarlo (6, 2) e dal demonio che l’avrebbe ucciso con quegli altri sette pretendenti di Sara (8, 3). Guarisce la cecità del padre (11, 11) e così manifesta il suo carisma speciale di essere medicina di Dio e patrono di coloro che curano i malati. Sistema la faccenda dei soldi prestati a Gabaele (9, 5) e consiglia a Tobia di sposarsi con Sara.
Umanamente, Tobia non si sarebbe mai sposato con Sara, perché aveva paura di morire come i precedenti mariti di lei   (7, 11), ma Raffaele guarisce Sara dalle sue paure e tranquillizza Tobia affinché si sposi, perché quel matrimonio è voluto da Dio da tutta l’eternità (6, 17). Lo stesso Raffaele è colui che presenta le preghiere di Tobia e della sua famiglia davanti a Dio: Quando pregavate, io presentavo le vostre orazioni davanti al Santo; quando tu seppellivi i morti, anch’io ti assistevo; quando senza pigrizia ti alzavi e non mangiavi per andare a seppel­lirli, io ero con te (12, 12-13).

Raffaele viene considerato il patrono dei fidanzati e dei giovani sposi, perché sistemò tutto ciò che riguardava il matrimonio fra Tobia e Sara e risolse tutti i problemi che ne impedivano la realizzazione. Per questo tutti i fidanzati devono raccomandarsi a san Raffaele e, per mezzo di lui, alla Madonna che, come Madre perfetta, si preoccupa della loro felicità. Così Lei fece infatti alle nozze di Cana, durante le quali ottenne da Gesù il primo miracolo per far felici i neo sposi.
Inoltre san Raffaele è un buon consigliere familiare. Invita la famiglia di Tobia a lodare Dio: Non temete; la pace sia con voi. Benedite Dio per tutti i secoli. Quando ero con voi, io non stavo con voi per mia iniziativa, ma per la volontà di Dio; lui dovete benedire sempre, a lui cantate inni. [...] Ora benedite il Signore sulla terra e rendete grazie a Dio. Io ritorno a colui che mi ha mandato. Scrivete tutte queste cose che vi sono accadute (12, 17- 20). E consiglia a Tobia e a Sara di pregare: Prima di unirti a lei, alzatevi tutti e due a pregare. Supplicate il Signore del cielo perché venga su di voi la sua grazia e la sua salvezza. Non temere: Essa ti è stata destinata fin dall’eternità. Sarai tu a salvarla. Ti seguirà e penso che da lei avrai figli che saranno per te come fratelli. Non stare in pensiero (6, 18). 
E quando si trovarono da soli nella stanza da letto, Tobia disse a Sara: Sorella, alzati! Preghiamo e domandiamo al Si­gno­­­re che ci dia grazia e salvezza. [...]
Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli! Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: Non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine di intenzione. Degnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia. 
E dissero insieme: Amen, amen! (8, 4-8).

È importante pregare in famiglia! La famiglia che prega unita, rimane unita. Inoltre, san Raffaele è patrono speciale dei marinai, di tutti coloro che viaggiano per acqua e di coloro che vivono e lavorano vicino all’acqua, poiché, siccome liberò Tobia dal pericolo del pesce nel fiume, può liberare anche noi dai pericoli delle acque. Per questo è patrono speciale della città di Venezia.
Per di più è patrono dei viandanti e dei viaggiatori, che lo invocano prima di intraprendere un viaggio, perché egli li protegga come protesse Tobia nel suo viaggio.
Ed ancora è patrono dei sacerdoti che confessano e amministrano l’unzione degli infermi, poiché la confessione e l’unzione degli infermi sono sacramenti di guarigione fisica e spirituale. Per questo i sacerdoti dovrebbero chiedere il suo aiuto specialmente quando confessano ed amministrano l’estrema unzione. È patrono dei non vedenti, perché può guarirli dalla cecità come fece al padre di Tobia. Ed in modo molto speciale è patrono di coloro che curano o badano agli infermi, concretamente, dei medici, degli infermieri e delle badanti.

La medicina non deve essere un atto semplicemente terapeutico senza compassione o amore. Una medicina disumanizzata, che vede soltanto i mezzi scientifici e tecnici, non può essere totalmente efficace. Per questo è imprescindibile nell’esercizio della medicina e della cura agli infermi, che il paziente e chi lo assiste, siano in grazia di Dio e invochino san Raffaele con fede, come inviato da Dio per guarire. 
Dio può fare miracoli o può guarire per via ordinaria attraverso i medici e le medicine. Ma sempre la salute è un dono di Dio. Peraltro è molto significativo ed utile far benedire i medicinali nel nome di Dio prima di assumerli. È importante che siano benedetti da un sacerdote; però, se non c’è tempo o possibilità di farlo, noi stessi o un familiare può pronunciare que­sta preghiera o una simile:

O Dio, che meravigliosamente hai creato l’uomo ed ancor più meravigliosamente lo hai redento, degnati di soccorrere con il tuo aiuto tutti i malati. Ti chiedo specialmente per... Esaudisci le nostre suppliche e benedici queste medicine (e questi strumenti medici) affinché colui che le prenda o sia sotto la loro azione, possa essere guarito per la tua grazia. Te lo chiediamo, Padre, per intercessione di Gesù Cristo, tuo Figlio e per l’intercessione di Maria, nostra Madre e di san Raffaele arcangelo. Amen.

La benedizione delle medicine risulta molto efficace quando viene realizzata con fede e il malato è in grazia di Dio. Padre Dario Betancourt riferisce il caso seguente:
A Tijuana, in Messico, Carmelita de Valero doveva prendere una medicina che le causava una sonnolenza permanente  e tale da impedirle di compiere i suoi doveri di sposa e di madre. Suo marito, José Valero, lei ed io pregammo per le medicine. Il giorno dopo la donna non aveva sonno ed era felice, si prendeva cura di noi con molto amore e sollecitudine(16).

Lo stesso padre Dario, durante un suo viaggio in Perù, raccontò che negli Stati Uniti c’era un’associazione di medici cri­stiani che si riunivano a pregare per i loro pazienti e succedevano cose straordinarie. Uno dei fatti più sorprendenti era che, quando pregavano per la chemioterapia che somministravano ai pazienti ammalati di cancro, quelli che la ricevevano benedetta non perdevano i capelli. In questo modo comprovavano concretamente la potenza di Dio attraverso la preghiera.

Vediamo ora alcune esperienze e apparizioni in relazione con san Raffaele.

Santa Francesca delle Cinque Piaghe, nota stigmatizzata di Napoli, canonizzata da Pio IX nel 1867, aveva l’arcangelo Raffaele per suo migliore amico. Egli la consolava quando aveva dei dispiaceri e la curava quand’era malata. Un giorno, il suo direttore Francesco Saverio Bianchi, beatificato da Leone XIII, mentre si trovava con lei, sentì un profumo di paradiso. Chiese alla santa una spiegazione e lei gli disse: Non si meravigli, perché qui in mezzo a noi c’è l’arcangelo Raffaele(17).

Nel 1786 la stessa santa si ammalò gravemente ed era incapace di fare il più piccolo movimento. Don Giovanni Pessiri volle aiutarla e le portò una tazza di cioccolata e la depose sul comodino, dicendole di prenderla, mentre lui andava a sbrigare alcune incombenze del suo ministero sacerdotale. La povera malata non sapeva come obbedire perché non riusciva a muoversi, e chiese aiuto al suo grande protettore san Raffaele. All’istante una mano invisibile le avvicinò la tazza e, dopo averle fatto bere la cioccolata, la raccolse e l’appoggiò al suo posto. Maria Francesca, consolata e grata, rese grazie a Dio e al suo celeste arcangelo (18).

Un’altra volta le si presentò l’arcangelo Raffaele come un giovane di straordinaria bellezza e vestito di bianco.
L’arcangelo le disse: Io sono san Raffaele. L’Altissimo mi ha inviato a guarirti la piaga del tuo costato che sta per andare in cancrena. Rinnova la tua fede in Dio e Lui ti benedirà. Il giorno dopo la piaga del petto era guarita. 
Il gentile arcangelo le faceva da infermiere e l’aiutava tagliandole il pane e le diceva con un dolce sorriso che lei non era in grado di fare da sola. La santa godette di una grande familiarità con l’arcangelo, che era il suo speciale protettore e guardiano(19).

Nella città di Pozzuoli in Italia si venera in modo speciale l’arcangelo Raffaele. Uno dei suoi abitanti era molto malato e pensò di andare a Napoli per farsi curare, raccomandando il suo viaggio a san Raffaele. La notte prima del viaggio si aggravò e non poté viaggiare. Alcuni giorni dopo volle confessarsi e chiese a padre Celso, un domenicano del convento di Gesù e Maria, di venirlo a confessare. Gli disse che sua madre, nel vederlo così infermo, lo aveva raccomandato all’arcangelo Raffaele. Gli raccontò anche che quel giorno, nel dormiveglia, gli era sembrato di morire e di essere portato alla presenza di Dio. E il giudice divino gli mostrò con severità che meritava la condanna eterna per i peccati mal confessati. A quel punto vide al suo fianco l’arcangelo che gli disse: Io sono Raffaele e voglio aiutarti. Chiamerai il padre e farai una buona confessione e Dio ti ritirerà la condanna.
Così avvenne. Il moribondo si confessò e ricevette l’assoluzione, lasciando questa vita tra chiari segnali di salvezza(20).

San Giovanni di Dio (1495-1550) era molto devoto a san Raffaele. Una notte mancò l’acqua nella fontana per i servizi e andò di buon mattino alla piazza di Vivarrambla con due anfore e tardò a tornare perché il luogo era abbastanza lontano. Quando arrivò all’ospedale trovò in cucina i piatti lavati, il pane e tutto preparato, i letti rifatti, le sale spazzate e tutto in ordine. Chiese, meravigliato, ai malati chi aveva fatto in sua assenza i lavori e tutti gli risposero che era stato proprio lui.
- Non posso essere stato io quand’ero lontano da qui.
Insistettero che era stato lui perché l’avevano visto, come tutti i giorni, svolgere i diversi servizi. Allora egli, pieno di gioia, esclamò: Veramente, fratelli, Dio ama molto i suoi poveri, infatti manda angeli a servirli. E pensò che l’arcangelo Raffaele, prendendo le sue sembianze, aveva fatto i suoi lavori(21).

Una notte molto fredda e piovosa il servo di Dio, uscendo dalla via Zacatin, incontrò un povero intirizzito che chiedeva aiuto. Giovanni gli disse: Vieni con me, fratello, al nostro ospedale, e trascorrerai la notte al riparo.
Il povero gli disse che era invalido e gli mancavano le forze per sostenersi in piedi. E Giovanni se lo caricò su una spalla mentre sull’altra portava la sporta con i tegami dei cibi raccolti. Si mise a camminare in fretta, spinto dalle forze dello spirito più che da quelle del corpo, debilitato com’era da digiuni e sforzi. Il peso era superiore alle sue forze umane e Giovanni cadde con le sue elemosine e il suo povero all’inizio di Calle de los Gomerez... Mentre cercava di sistemare di nuovo sulla sua spalla l’uomo, un giovane molto bello lo aiutò e, prendendolo per la mano, disponendosi ad accompagnarlo, gli disse: Fra­tello Giovanni, Dio mi manda ad aiutarti nel tuo ministero e a farti sapere quanto questo gli è gradito; sappi che tutto ciò che fai per il Signore io ho l’incarico di scriverlo in un libro.
Giovanni gli chiese chi fosse e il giovane rispose: Sono l’arcangelo Raffaele, destinato da Dio ad essere tuo compagno, custode tuo e di tutti i tuoi fratelli (22).
Un pomeriggio nel suo ospedale di Granada, all’ora di cena, san Giovanni di Dio si rese conto che il pane non sarebbe stato sufficiente. Pregò Dio e in pochi minuti un giovane si presentò alla porta dell’infermeria. Il nostro santo riconobbe il suo amico e protettore san Raffaele e disse ai malati: Coraggio, fratelli, gli angeli di Dio vengono a servirvi. 
L’arcangelo si avvicinò a Giovanni e con grande familiarità disse: Fratello mio, noi formiamo un solo Ordine, perché ci sono uomini che sotto una povera veste sono uguali agli angeli. Pren­dete il pane che il cielo vi invia. E scomparve lasciando Giovanni e i suoi poveri pieni di consolazione e di gioia spirituale (23).

Un altro giorno, arrivava l’ora del pranzo e non aveva nemmeno un pezzetto di pane da dare ai suoi poveri. Tuttavia prese la cesta e uscì molto fiducioso di trovare il necessario. 
Nell’attraversare una strada, vide venire verso di lui un uomo a cavallo, che gli offrì una quantità di pane maggiore rispetto a quella di cui aveva bisogno, scomparendo subito dopo.
Giovanni di Dio fece ritorno all’ospedale benedicendo il Signore, e, sia lui che i testimoni del fatto, giudicarono che questa generosità proveniva da un angelo apparso in forma umana (24).

Alla vigilia di un Natale il santo venne informato che non c’era più combustibile per la cucina. Insieme a due fratelli andò nel bosco e incominciò a tagliare legna. Anche se si sforzavano molto, il lavoro era molto lungo e si faceva buio. Allora si presentarono due uomini vigorosi che, in meno di un’ora, abbatterono alberi e ne tagliarono a pezzi i rami, formando fascine in quantità tale da riempire diverse carrette. I due religiosi dissero a Giovanni: Se ci fosse qui un carro, potremmo portare via legna per molto tempo. Il santo non rispose, ma sorrideva misteriosamente.
- Figlioli, non preoccupatevi, noi che l’abbiamo tagliata la porteremo, risposero i legnaioli celesti.

Si fece molto buio e affinché non si perdessero né finissero in qualche precipizio, due torce luminose, portate da mani invisibili, illuminarono il cammino a Giovanni e ai suoi confratelli. Ma la loro ammirazione arrivò al colmo quando, entrando nel cortile dell’ospedale, vi trovarono ben sistemata tutta la legna che avevano visto tagliata sul monte (25).

Mentre si trovava gravemente malato in fin di vita, il santo ricevette una notte la visita dell’arcangelo Raffaele, che lo incoraggiò e gli rivelò il giorno della sua morte (26). 
Poco prima di morire disse a quelli che lo circondavano: La notte scorsa l’arcangelo Raffaele mi è venuto a trovare e mi ha dato la certezza che il Signore mi userà la misericordia di chiamarmi al suo fianco.
Dopo avermi dato la comunione, la Santissima Vergine, san Raffaele e san Giovanni Evangelista, mi hanno favorito con la loro presenza, promettendomi che sarebbero stati i protettori dell’Opera che io ho iniziato (27).

In Spagna, nella città di Cordova, c’era una peste terribile. I morti erano molti e rimanevano persino a terra per le strade senza che nessuno avesse il coraggio di raccoglierli. Ma la cosa triste era che molti morivano senza sacramenti, perché c’erano pochi confessori sopravvissuti. Simone de Sousa, religioso che per tutta la sua vita era stato un grande devoto dell’ arcangelo Raffaele, si faceva in quattro per accudire i malati e portare le elemosine ai bisognosi. Ma vedendo che il suo lavoro era  insufficiente, chiese alla Vergine di mandargli san Raffaele per soccorrere gli infermi.
L’angelo gli apparve sotto le sembianze di un giovane di una bellezza straordinaria e gli disse: io sono Raffaele e vengo ad aiutarti. Le tue preghiere, le tue elemosine e, soprattutto, la tua umiltà e carità hanno un grande valore agli occhi di Dio; Dio aiuterà questa città con le dolcezze della sua clemenza. Vai dal vescovo e digli di mettere una mia immagine sotto il campanile della cattedrale e di esortare tutti a ricorrere a me.
Immediatamente gli ammalati verranno guariti, a condizione che si raccomandino alla Regina degli Angeli. Tutti coloro che ricorreranno alla mia intercessione e porteranno la mia immagine, verranno liberati dalla peste e dal demonio impuro Asmo­deo, che fa perdere gli uomini e li allontana da Dio.

Simone corse a dare il messaggio al vescovo. La città obbedì all’invito di Raffaele e promise di celebrare ogni anno una festa speciale per ricordare la celeste apparizione. Subito la peste scomparve e la città di Cordova venne consacrata a san Raffaele arcangelo. In una delle sue piazze pubbliche venne collocata nel 1884 una statua monumentale del santo arcangelo come patrono e liberatore della città (28).
Padre Richa, gesuita, in un piccolo libro pubblicato nel 1751, dice che c’era a Firenze un monastero di religiose benedettine molto devote a san Raffaele. Il confessore del convento, il carmelitano padre Alvizzo, aveva anch’egli molta fiducia nell’arcangelo. Queste buone religiose dovettero subire una grande prova relativa nientemeno che alla loro reputazione. La questione fu portata fino alla Santa Sede e le religiose erano molto amareggiate. Un giorno, verso le cinque del pomeriggio, sentirono bussare molto forte alla porta del convento. Andò ad aprire la suora portinaia e vide un giovane pellegrino che chiedeva l’elemosina, dicendo: Vado a Roma e là vi aiuterò e al mio ritorno vi porterò buone notizie. La comunità preghi per nove giorni i salmi “i cieli narrano la gloria di Dio” (sal 129) e “dal profondo a te grido, Signore” (sal 130). E accenda nove ceri di cera bianca in onore dei nove cori angelici.

Il confessore era stato consolato da una visione di san Raffaele e tutte le suore obbedirono con sollecitudine. Un giorno, dopo qualche tempo, di domenica 1º ottobre, verso le sei di sera, la madre badessa si trovava con alcune religiose quando un giovane le raggiunse in fretta e disse loro: buone notizie. È se ne andò.

In effetti, il problema era stato risolto e le suore si trovarono libere da ogni preoccupazione. Come prova di riconoscenza la badessa, Margherita Macci, fece rappresentare in un quadro san Raffaele vestito da pellegrino come era loro apparso. Le religiose stabilirono di recitare tutte le sere, dopo compieta, i salmi raccomandati dall’arcangelo. Inoltre per nove giorni consecutivi prima della festa dei santi arcangeli, il 29 settembre, accendono nove ceri di cera bianca in onore dei nove cori degli angeli (29).

LITANIE A SAN RAFFAELE

San Raffaele arcangelo, prega per noi. 
San Raffaele, che hai liberato il giovane Tobia 
da tutti pericoli prega per noi. 
San Raffaele, che hai liberato Sara
dal potere del demonio prega per noi. 
San Raffaele, che hai aiutato Tobia e Sara 
nel loro matrimonio prega per noi. 
San Raffaele, che hai liberato Tobia
dal pericolo del pesce prega per noi. 
San Raffaele, che hai reso felice
l’intera famiglia di Tobia prega per noi. 
San Raffaele, medicina di Dio prega per noi. 
San Raffaele, protettore dei viaggiatori
e dei viandanti prega per noi. 
San Raffaele, medico celeste prega per noi. 
San Raffaele, che offre le nostre preghiere a Dio prega per noi. 
San Raffaele, aiuto e protezione
dei marinai e dei medici prega per noi. 
San Raffaele, amico inseparabile
e compagno di viaggio prega per noi. 
San Raffaele, aiuto per coloro che si confessano 
e si riconciliano con Dio prega per noi. 

San Raffaele, prega per noi. 
Adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

Preghiamo: O Dio, che hai scelto tra tutti gli angeli del cielo san Raffaele per accompagnare i viaggiatori e proteggerli da tutti pericoli di questa vita e portarli sani e salvi alla patria celeste, chiediamo di aiutarci con la sua intercessione durante il nostro pellegrinaggio terreno e di liberarci da ogni male. Per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

P. ángel Peña

Sangue di Cristo, vita innocente



Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: “Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente” (Mt 27,3-4).


Sangue di Cristo, vita innocente,
che si dona per amore,
il sacrificio di cui sei frutto
porta a tutti la libertà dal peccato.
Donaci di credere che è possibile
trasformare i nostri e gli altrui tradimenti 
in altrettanti luoghi di grazia,
dove l’incontro con l’amore senza limiti
può far risorgere la nostra vita
e quella di tutta l’umanità. 
Te lo chiediamo in forza dello Spirito, 
che è fortezza dei martiri, 
fuoco d’amore che trasforma e risana. Amen.

MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARA 2 FEBBRAIO 2019



Amato Popolo Mio:

IN OGNI PALPITO DEL MIO CUORE CI SONO I DOLORI CHE SOFFRO PER LE INGRATITUDINI CHE MI CAUSA L’UMANITÀ, COSÍ COME C’È LA CONSOLAZIONE DI COLORO CHE MI AMANO E CHE RIPARANO PER QUELLI CHE MI OFFENDONO.

Io Ho allertato i Miei figli su tutta la terra perché si rendessero conto delle loro opere e delle loro azioni e delle conseguenze che i vizi e le seduzioni hanno sull’anima dell’uomo.

Vi ho messo in guardia sulla presenza del demonio, che vi insidia per farvi andare contro la natura umana e per farvi commettere le bassezze più impensabili.

VI DIMENTICATE CHE TUTTE LE AZIONI E LE OPERE SARANNO GIUDICATE, PERCHÈ AVETE UNA COSCIENZA E LA “SCIENZA (CONOSCENZA) DEL BENE E DEL MALE” (Cfr. Gen 2,17) ED IL LIBERO ARBITRIO, CHE VI PORTERANNO ALLA GOIA INEFFABILE DELLA MIA CASA OPPURE ALLE PENE ETERNE DELL’INFERNO.

Vi ho chiesto di essere apostoli del Mio Amore e un apostolo sa che con le sole buone intenzioni non riuscirà a trasformare sé stesso, né a trasformare i suoi simili, ma deve mettere in pratica la Mia Legge e quindi aiutare i fratelli con il Mio stesso amore e con la Mia stessa carità, con il Mio stesso perdono, la mia stessa fede e speranza, con la preghiera ed una decisa costanza nel mettere in pratica quei propositi con i quali volete far trionfare il vostro spirito.

Io sento tanti buoni propositi che per la maggioranza rimangono tali, solo buoni propositi, perché siete talmente inconsistenti che pochi di voi hanno la forza interiore necessaria per riuscire ad essere il lievito del Mio Amore. 

Popolo Mio, si stanno diffondendo dottrine contrarie alla fede, contrarie ai Miei Insegnamenti.

Siate fari dai quali si possa individuare il momento che state vivendo e non negate quello che non potete negare, cosicché possiate continuare a mantenere alta l’attenzione, puntando a migliorare, non lasciandovi tiranneggiare da coloro che, fingendosi grandi competenti, vi stanno dettando norme che sono contrarie alla Mia Legge.

VI CHIEDO DI RIMANERE IN PREGHIERA E DI ESSERE PRASSI PER I VOSTRI FRATELLI, DI MODO CHE SATANA NON ABBIA POTERE SUI MIEI FIGLI, PERCHÉ IO VERRÒ A GIUDICARE E NESSUNO SFUGGIRÀ ALLA MIA MANO. IO SCOVERÒ TUTTI QUELLI CHE MI HANNO DISOBBEDITO ED HANNO CORROTTO I MIEI INNOCENTI.

PER QUELLO DOVETE CAMBIARE, DOVETE PENTIRVI E DECIDERVI,MOMENTO DOPO MOMENTO, PER LA CONVERSIONE.

Tutti hanno avuto un’opportunità, Io l’Ho portata a tutti, quella di non perdersi e di potersi pentire, ma l’avete disprezzata, avete accolto il male come un bastone sul quale vi appoggiate per camminare.

NON ASPETTATEVI DI AVERE MOLTO TEMPO, PERCHÈ LE OFFESE CONTRO LA NOSTRA TRINITÀ SONO LE PEGGIORI, LE PIÙ RIPUGNANTI E LACERANTI CHE L’UOMO POSSA COMMETTERE PER FERIRCI.

Il demonio ha usurpato certi cuori e li ha portati a dettare norme che vanno contro di Me, quelle sulle quali vi avevo messo in guardia e che ora avete sotto i vostri occhi.

I Miei fedeli le vedono, mentre quelli che non Mi amano non vedono il male in niente, ma Io giungerò quando meno ve lo aspettate.  

Amato Popolo Mio, voi ritenete di essere al sicuro mentre siete sulla via dell’abisso, avete abusato della Mia Misericordia ed Io questo non lo permetterò più.

Ricordate quello che successe a Sodoma e Gomorra: allo stesso modo, con fulmini, con tuoni insopportabili, con lampi mai visti, con venti inarrestabili e potenti che porteranno con loro il fuoco (Cfr Gen 19,23-29), in questo modo questa generazione patirà più di Sodoma e Gomorra, perché i crimini di questa generazione, hanno superato tutti quelli compiuti in precedenza. 

Voi Mi considerate come Colui che non ha potere sulla terra ed avete svuotato il cuore umano del Mio Amore.

Voi proverete una sete insaziabile e sarà la sete della Mia Parola in mezzo a voi. 

Pentitevi, pentitevi degli orrori che la maggior parte di questa generazione sta compiendo, abomini che aumenteranno per volontà di coloro che hanno in mano il potere decisionale sulla terra. Città dopo città, cadranno in terribili peccati e per tutti sarà un grande trionfo poter alzare la mano contro un innocente.

Il demonio sussurra all’orecchio dell’uomo e lo spinge ad agire, a muovere la mano per uccidere, questa è la cultura della morte, la follia del demonio che non si farà attendere tra l’umanità.

Pregate figli, pregate per la Germania. 

Pregate figli, pregate per il Cile, patirà duramente. 

Pregate figli, pregate per le stragi della natura negli Stati Uniti. 

Pregate figli, pregate per Cuba, affinché i suoi abitanti si convertano. 

Pregate per l’Equador, tremerà.

Amato Popolo Mio, il sangue scorrerà su diversi suoli; nel disobbedire ai Miei Comandamenti, l’uomo procede privo di senso per la vita e per questo si fa del male. 

Vi chiedo di rinnovare l’amore per la Nostra Trinità e per Mia Madre, è urgente che la spiritualità sia il distintivo del Mio Popolo Fedele. 

Poiché Io Sono tutto Misericordia, non nego il Mio Perdono, ma voi dovete venire davanti a Me con il cuore, con la mente, con il pensiero e con tutti i sensi rivolti ad una meta: NON PECCARE E NON FARE PARTE DI COLORO CHE MI OFFENDONO. DOVETE ESSERE VERI E COMPIERE LE OPERE DI MISERICORDIA, (Cfr. Mt 25,31-46) DOVETE DECIDERVI A CRESCERE NELL’AMORE PER IL PROSSIMO E DOVETE DISPORVI AD ESSERE CARITATEVOLI, SENZA FAR VENIRE MENO LA SPERANZA, DI MODO CHE LA VOSTRA FEDE RIMANGA SALDA.

Popolo Mio, voi siete la pupilla dei Miei Occhi e ve lo dimenticate, vi invischiate nelle cose mondane e cadete con facilità nel fango dei peccati più tenebrosi e terribili.

Per questo vi chiamo ad essermi fedeli, vi chiedo di ascoltare Mia Madre, vi chiedo di adempiere con rettitudine alla Mia Legge. 

In mezzo alle grandi calamità, le bontà del Mio Amore non si faranno attendere, Io vi meraviglierò con il portento del Mio Amore per il Mio Popolo Fedele.

IL MIO ANGELO DI PACE VERRÀ PER RINNOVARE LA 
SPERANZA PERDUTA. 
LA MIA MISERICORDIA SI RIVERSA ABBONDANTEMENTE SU COLORO CHE SI AFFIDANO A ME SENZA ESITARE, SU COLORO 
CHE SI PENTONO E SI CONVERTONO, SU COLORO CHE 
COMPIONO OPERE A FAVORE DEI LORO FRATELLI AFFINCHÈ
SI SALVINO L’ANIMA.  

Io Sono il vostro Dio e vi assicuro che coloro che manterranno la Fede, avranno la Vita Eterna. 

Non indugiate, non considerate le falsità delle promesse degli uomini, non manipolate la Legge Divina, rispettate il Dono della Vita, non lasciate che le famiglie siano conquistate dal male. 

Parlatemi, Io Sono in voi! …
Cercatemi nel Tabernacolo! …
Se vi trovate nella tribolazione, cercatemi, invocate Mia Madre, Lei è Regina e Madre, ricorrete ai vostri Angeli Custodi, ai Miei Santi, perché intercedano per voi, voi non siete soli…  

Venite a Me!

Vi benedico con il Mio Amore.

Il vostro Gesù

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO



COMMENTO DI LUZ DE MARIA

Fratelli:

Non è possibile negare la tenerezza di nostro Signore, il Suo amore infinito con il quale ci ha redento e che instancabilmente ci sollecita a lottare per la santità. 

Questa è la grandezza di Nostro Signore, che ama e perdona, perdona ed ama, inesauribilmente, non permettendo che i Suoi figli vadano alla deriva. 
Questa è la grandezza che l’uomo non può sostituire, perché questo amore Infinito e Misericordioso lo possiamo trovare soltanto in Colui che è la fonte stessa della Misericordia.  

Fratelli: siamo stati allertati, meditiamo e studiamo questo appello che non ci deve sconvolgere, perché a chi è fedele dà la certezza del Trionfo Finale, quello al quale ogni figlio di Dio è chiamato, quello che viene offerto ad ogni figlio di Dio, ma che non tutti accolgono.

In questo momento di agitazione in cui stanno nascendo grandi e gravi controversie, dobbiamo avere l’Amore Infinito scolpito nel nostro cuore ed in tutti i nostri sensi, cosicché attraverso questo amore infinito, siamo in grado di offrirci a Colui che tutto può: Dio.

Amen.

Fratelli, condividiamo con voi le Opere di Misericordia:

I.- Opere di Misericordia Corporali: 

Sono state prese per la maggior parte, da un elenco fatto da nostro Signore sul Giudizio Finale – e sono: 

1) Visitare gli ammalati
2) Dar da mangiare agli affamati 
3) Dar da bere agli assetati
4) Ospitare i pellegrini
5) Vestire gli ignudi
6) Visitare i prigionieri 
7) Seppellire i morti

II.- Opere di Misericordia Spirituali: 

Sono state composte dalla Chiesa attingendo ai testi della Bibbia e dagli atteggiamenti e insegnamenti di Cristo: il perdono, la correzione fraterna, la consolazione, la sopportazione della sofferenza, ecc. e sono: 

1) Insegnare agli ignoranti 
2) Consigliare i dubbiosi 
3) Ammonire i peccatori 
4) Perdonare le offese
5) Consolare gli afflitti
6) Sopportare pazientemente le persone moleste
7) Pregare Dio per i vivi e per i morti

lunedì 4 febbraio 2019

PREGHIERA




Maria alle Nozze di Cana


Il santo Vangelo, o Maria, ci presenta un tratto, del vostro amore materno per gli uomini, ed insieme del vostro ammirabile potere sul Cuore di Gesù, allorchè ci narra come al banchetto delle nozze di Cana, venendo a mancare il vino, Voi o Vergine potentissima, induceste il divin vostro Figlio a fare un prodigio, anzi a incominciare la serie d'innumerevoli prodigi, sebbene vi avesse detto che il suo tempo non era anche venuto. Ma Gesù non solamente vi rispose non essere ancor giunta l'ora dei prodigi, ma di più aggiunse parole, che diedero occasione all'umiltà e carità vostra, o Maria, di sollevarsi a un eroismo ammirabile e di sperare contr'ogni speranza, e così riportare sulla volontà dell'Onnipotente la più gloriosa vittoria. Ed invero fu scoraggiante il rifiuto di Gesù; ma fu tale perchè più meritorio e più compiuto fosse poi il vostro trionfo. - Voi tranquilla e serena come se invece d'un rifiuto aveste ottenuto una promessa, diceste ai servi di quella casa che facessero ciò che Gesù avrebbe loro ordinato; essi obbedirono, e il Salvatore del mondo volle così avere da Voi l'impulso a incominciare la gloriosa serie dei suoi benefici prodigi.
O Santissima Madre di Dio e Madre degli uomini, ora che vi assidete gloriosa all'eterno convito che Dio fa in Cielo coi suoi eletti, ora. conviene che raddoppiate le suppliche per noi, ai quali mane non solo il vino, simbolo del santo fervore, ma a molti e molti anche l'acqua della divina grazia e la luce dello Spirito Santo, onde s'avviano all'eterna perdizione; e se Voi, o Maria, non vi affrettate a soccorrerli, quei meschini sono irreparabilmente perduti. Deh! buona Madre, Voi che potete, fate che ci sia anticipato il momento delle divine misericordie, impetrando da Gesù che mandi nuovamente il Divino Spirito a creare negli uomini un cuor puro e uno spirito retto e rinnovare così la faccia della terra.

Di Suor Elena Guerra

Non lasciate alcuno spazio vuoto in voi, altrimenti il Tentatore verrebbe ad ingannarvi;



Maria madre di Dio:
voglio incoraggiarvi tutti; glorificate Dio restandoGli fedeli; consacratevi interamente a Dio; lasciate che questa fiamma che ora vacilla si ravvivi e si trasformi in una Torcia Vivente, affinché ogni occhio possa vederLa; siate decisi nella vostra fede ed aprite completamente il vostro cuore al Signore e riceveteLo con gioia; lodate il Signore per avervi inviato i Suoi Misericordiosi Richiami;

non aspettate alcuna nuova rivelazione; i Suoi Richiami sono solo un richiamo della Divina Verità, un richiamo di come vivere santamente, un ricordavi che Dio è Amore; Dio vi richiama alle Verità Fondamentali; perciò colmate il vostro spirito con tutto quello che è vero e puro; non lasciate alcuno spazio vuoto in voi, altrimenti il Tentatore verrebbe ad ingannarvi; così, riempite il vostro spirito con l’Amore Divino di Dio, perché siete stati creati per amare;

pregate per la Pace, pregate per la conversione dei vostri fratelli, pregate per un più grande amore fra voi; Io sono al vostro fianco per aiutarvi ed intercederò per voi, perciò non esitate a venire a Me; Io sono la vostra Mamma che sempre vi aiuterà;

venite al Signore con amore ed egli vi colmerà della Sua Pace; chiedete con amore e riceverete; pregate con amore e sarete ascoltati;

3 Marzo, 1989

L’INFESTAZIONE DIABOLICA



A volte il demonio non si accontenta della semplice tentazione, ma con le anime più progredite che 
si dimostrano più refrattarie e meno influenzabili dalle tentazioni, egli dispiega il suo potere e arriva
anche, se Dio lo permette, all’infestazione e alla possessione corporale delle sue vittime. 
Nell’infestazione l’azione diabolica rimane esterna alla persona che la patisce, nella possessione 
invece il demonio entra nel corpo della sua vittima e lo controlla dal di dentro. Parliamo prima 
dell’infestazione per poi esaminare più da vicino il fenomeno della possessione diabolica.

L’infestazione è come un assedio. Il nemico armato che vuole occupare una piazzaforte ben difesa 
cerca tutti i mezzi, usa tutte le astuzie e ricorre a tutti gli inganni per raggiungere il suo scopo, ma 
lavora sempre, fin quando non avrà occupato la piazzaforte, dall’esterno.

L’infestazione può essere locale e personale.

— L’infestazione locale si esplica sulla natura inanimata — regno vegetale — o animata inferiore 
— regno animale — per colpire indirettamente l’uomo che è sempre l’obiettivo a cui il demonio 
tende con tutti i suoi interventi. Abbiamo così i luoghi, le case, gli alberi, gli animali «infestati», che
lasciano sempre una profonda impressione e una grande paura nelle popolazioni;

— L’infestazione personale invece è il disturbo esercitato dal demonio su una persona in diverse 
maniere, come diremo subito, ma senza influenzare direttamente la sua intelligenza e la sua volontà.
L’azione del demonio in questo caso — a differenza di quanto avviene nella tentazione che può 
derivare da cause diverse — è sempre manifesta e caratterizzata. L’anima conserva la piena 
conoscenza della sua azione vitale e motrice sugli organi corporali, ma avverte in pari tempo 
l’azione esterna di satana che cerca di sopraffarla con una violenza inaudita.

Come azione che agisce sempre sull’esterno dell’uomo, lasciandogli piena libertà di giudizio e di 
scelta pratica, l’infestazione agisce soltanto sui sensi, su tutti e cinque i sensi esterni, specialmente 
sulla vista, sull’udito e sul tatto e, in certi casi, anche sui sensi interni dell’uomo, la fantasia, la 
memoria, le passioni.

E' raro che l’infestazione esterna si manifesti da sola dal momento che il tentatore attraverso i sensi 
esterni tende sempre a influenzare l’anima, tuttavia si danno casi frequenti in cui i santi, colpiti dal 
nemico esteriormente, hanno saputo conservare la più grande pace e calma interiore anche nelle 
prove più dure.

L’infestazione esterna è più visibile, controllabile e impressionante dell’infestazione interna, ma in 
conclusione anche meno pericolosa. Appunto perché più controllabile è facile farla risalire alla sua 
vera origine, allo spirito del male, e di solito tutte le volte che il demonio è scoperto come tale — la 
sua migliore strategia e più efficace tattica è sempre stata quella di nascondersi e di operare 
nell’ombra

— è fuggito con orrore e l’opposizione è sempre più forte. L’infestazione diabolica agisce:

— sulla vista facendo apparire ora figure ributtanti e paurose per atterrire le persone e distoglierle 
dalla pratica della virtù, ora figure seducenti per tentarle al male. Ditali visioni sono piene le 
biografie dei santi e delle sante, tanto che sarebbero lavoro molto lungo citare solo alcuni esempi 
storicamente accertati di simili casi;

— sull’udito facendo sentire parole e canti blasfemi e osceni — il diavolo ha avuto sempre una 
predilezione particolare per la sporcizia in tutte le forme più ributtanti — o rumori capaci di 
spaventare, come si legge nella vita di sant’Antonio abate, di santa Caterina da Siena (1347-1380), 
di sant’Alfonso Rodriguez (1617), di san Francesco Saverio (1506-1552), di santa Teresa d’Avila 
(l515-1582) di santa Maria Maddalena de Pazzi (1566-1607) del santo Curato d’Ars (1786-1859), di
san Giovanni Bosco (1815-1888), di santa Gemma Galgani (1878-1903), di padre Pio da Pietralcina
(1968) e di molti altri mistici di tutti i tempi. Alcuni episodi e aspetti della vita di questi santi 
personaggi sono terrificanti:

— sul tatto ora con percosse e ferite ora con amplessi provocanti al male.

Più difficile è determinare quando l’infestazione diabolica agisce sui sensi interni dell’uomo, sulla 
fantasia e sulla sua memoria. Essa può prendere gli aspetti più diversi. Alcune volte si manifesterà 
in forma di idea fissa sulla quale sembrano concentrarsi tutte le energie intellettuali, altre volte in 
forma di immagini e rappresentazioni tanto vive che si impongono con la forza delle più toccanti e 
assorbenti realtà, ora con una ripugnanza quasi insuperabile per il compimento dei doveri del 
proprio stato, oppure con desiderio di ciò che è proibito.

Avviene così che l’anima si sente, quasi a suo dispetto, invasa da fantasie importune noiose, 
indecenti, che sussistono nonostante i continui sforzi di allontanarle, o che si trova in preda a fremiti
d’ira, ad angosce di disperazione, a moti istintivi di antipatia o di ribellione, o al contrario a 
sentimenti affettivi, a tenerezze che non hanno nessuna giustificazione in se stesse, dalle quali 
tuttavia trova una strana difficoltà a liberarsi. Quando questi movimenti, sempre involontari, sono 
repentini, violenti, tenaci e difficili a spiegare con cause naturali, non è difficile, e non è errato, 
vedervi una voluta presenza diabolica contro la quale è necessario reagire coi mezzi suggeriti 
dall’ascetica cristiana.

Non mancano i casi dubbi nei quali è consigliato il ricorso a un buon medico cristiano, il quale, 
quando il fenomeno dipendesse da cause naturali o da stato morboso, saprà suggerire i rimedi e il 
regime igienico più opportuno per superare il male.

Tali infestazioni diaboliche possono interessare tutti, i fedeli comuni e le anime più fervorose che si 
sono date a una vita più intensa di pietà e di preghiera, anzi, forse abitualmente più queste che 
quelle. Il demonio per perseguitare le anime ordinarie e mediocri si accontenta generalmente di 
tentazioni ordinarie, ma quando si tratta di anime chiamate a una perfezione maggiore egli è più che
mai interessato a impedire questo fervore religioso che può arrivare col tempo anche al grado 
mistico con avanzamento nella vita spirituale e nell’unione con Dio. Ogni caso però, per arrivare a 
conclusioni concrete, deve essere esaminato a parte. Questo sarà il compito di un saggio e prudente 
direttore di spirito.

Paolo Calliari

LA VITA DELLA MADONNA



Secondo le contemplazioni 
della pia Suora STIGMATIZZATA 
Anna Caterina Emmerick 


 Apparizione della Santa Madre Anna e della Madonna alla Veggente 

Nel pomeriggio del 26 luglio 1819, dopo aver narrato molte cose intorno alla vita 
di San t'Anna, Suor Emmerick si addormentò. Il giorno seguente così disse: 
"Nel dormiveglia vidi una ragazzina avvicinarsi al mio letto, l'avevo già vista altre 
volte nei sogni e nelle meditazioni: era vergine, graziosa e bella; il suo capo era 
coperto da una benda candida che si allacciava sulla nuca e vi teneva raccolti i capelli; 
la lunga veste che la ricopriva era di lana bianca con le maniche chiuse ma alquanto 
rigonfie vicino al gomito. Sopra portava un mantello lungo di lana scura, credo fosse 
di cammello. Si avvicinò ancor più al letto, dicendomi laconicamente: - Tu hai parlato 
assai di me, ora devi osservarmi e tenermi presente, - allora le chiesi: - Ho parlato 
troppo? - No! - rispose seccamente, quindi spari. Rimasi assopita in una specie di 
estatica letizia, quando ad un tratto apparve innanzi al mio letto un'anziana ebrea di 
circa cinquant'anni. Aveva la testa un po' inclinata e le guance infossate. Sebbene 
avesse una figura assai macilenta, era di gradevole aspetto. Mi stavo chiedendo 
appunto cosa volesse da me quella donna anziana quando mi parlò così: - Non ti devi 
spaventare giacché intendo mostrarmi a te come effettivamente ero quando ho 
generato la Madre del Signore. - Allora le domandai: - Dov'è Maria, quell'amabile 
bambina? - ed Anna così mi rispose: - Non è più con me. -Le domandai ancora: - 
Quanti anni ha adesso? - Quattro! - mi fu risposto. La pregai di aiutarmi a non parlar 
troppo di loro. Sant'Anna non mi rispose e scomparve. Un simbolo bellissimo da 
contemplare apparve subito dopo ai miei occhi interiori, ma poiché fui assalita da 
dolori lancinanti ne persi subito la memoria". 

NON DIMENTICHIAMOLI



LE ANIME DEL PURGATORIO CI AIUTANO


“Quando voglio ottenere qualche grazia da Dio
ricorro alle Anime del Purgatorio e sento di essere
esaudita per la loro intercessione”.
(Santa Caterina da Bologna)

“Per la strada, nei ritagli di tempo, prego sempre per
le Anime del Purgatorio. Le sante anime con la loro
intercessione mi hanno salvato da tanti pericoli del-
l’anima e del corpo”. 
(San Leonardo da Porto Maurizio)

“Non ho mai chiesto grazie alle Anime del
Purgatorio senza essere esaudita. Anzi, quelle che
non ho potuto ottenere dagli spiriti celesti le ho otte-
nute per intercessione delle Anime del Purgatorio”.
(Santa Teresa D’Avila)

Dense tenebre cadranno sulla Chiesa del Mio Gesù e molti consacrati saranno contaminati da una triste cecità spirituale. Molti scelti per difendere la verità si ritireranno.



Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 02/02/2019

Cari figli, piegate le vostre ginocchia in preghiera. Dense tenebre cadranno sulla Chiesa del Mio Gesù e molti consacrati saranno contaminati da una triste cecità spirituale. Molti scelti per difendere la verità si ritireranno. Soffro per quello che viene per voi. Vi chiedo di essere difensori della verità. Il Mio Gesù è la Luce che illumina e vi allontana da tutto il male. State attenti. Non rimanete fermi. Quello che dovete fare non lasciatelo per il domani. Ritornate in fretta. Il Mio Gesù vi ama e vi aspetta a Braccia Aperte. Non vi allontanate dalla preghiera. Solamente per mezzo della preghiera potete sopportare il peso delle prove che verranno. Io sono la vostra Madre e sarò sempre con voi. Avanti nella difesa per verità. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

domenica 3 febbraio 2019

L’ITALIA



negli Scritti di Luisa Piccarreta


Dal Volume 4 - Dicembre 7, 1902

La Francia e l’Italia non più riconoscono Gesù.  

Gesù la sospende dal suo stato di vittima, ma lei non accetta e lotta perché non si formi la legge del divorzio.
Trovandomi fuori di me stessa, mi sono trovata in una densissima oscurità, ed in quella vi stavano migliaia di persone, che detta oscurità li rendeva accecati, che loro stessi non comprendevano quello che facevano.  Pareva che fosse parte dell’Italia e parte della Francia.  Oh, quanti errori si scorgevano nella Francia, peggiori dell’Italia!  Pareva che hanno perduto la ragione umana, prima dote dell’uomo e che lo fa distinguere dalle bestie;  peggiori delle stesse [pareva] diventato!  Vicino a quest’oscurità si vedeva un lume, vi sono andata ed ho trovato il mio amante Gesù, ma tanto afflitto e sdegnato contro di quella gente che io temevo a verga a verga e solo ho detto:  “Signore, placatevi e fatemi soffrire a me, versando sopra di me il vostro sdegno”.
E Lui mi ha detto:  “Come posso placarmi se Mi vogliono appartare da loro, come se non fossero opera da Me creata?  Non vedi come la Francia Mi ha discacciato da sé, tenendosi onorata di non più riconoscermi?  E come l’Italia vuole seguire la Francia, stando certuni che darebbero l’anima al diavolo purché vincessero il punto di formare la legge del divorzio, tante volte da loro tentata e restati schiacciati e confusi?  Anzi che placarmi e versare su di te il mio sdegno, ti sospendo dallo stato di vittima, perché quando la mia Giustizia ha provato varie volte, usando tutto il suo potere per non dare quel castigo dall’uomo stesso voluto e, con tutto ciò lo vuole, è necessario che la Giustizia sospenda chi la trattiene e fa cadere il castigo”.
Ed io:  “Signore, se mi volessi sospendere per altri castighi, facile avrei accettato, perché è giusto che la creatura si uniforme in tutto al vostro Santo Volere, ma accettarlo per questo male gravissimo, l’anima mia non può digerirla questa sospensione;  piuttosto investitemi del vostro potere e fatemi andare in mezzo a questi tali che ciò vogliono”.  Mentre ciò dicevo, mi son trovata con questi;  parevano investiti da forze diaboliche, specie uno che pareva furibondo come se volesse tutto sconvolgere;  ho detto e ridetto, ed appena m’è riuscito di gettar loro qualche barlume di ragione facendogli conoscere l’errore che commettevano.  E dopo ciò mi son trovata in me stessa con scarsissime sofferenze.

MONDO NUOVO PROFETIZZATO



di: Johannes De Parvulis


PIANIFICAZIONE DIVINA RIVELATA


Millennio felice, festivo, finale = Connubio mistico tra Dio e l’uomo.

Il cammino percorso fin qui ci ha fatto capire che alla fine della Settimana creativa di Dio, come pure alla fine della nostra settimana, esiste un giorno di riposo chiamato “domenica”. Siccome questi due piani settimanali si assomigliano nella struttura, ne abbiamo dedotto che la nostra domenica umana ha un corrispondente nella “Domenica” del Creatore, e viceversa. Poi abbiamo visto che a questi due Piani se ne aggiunge un terzo, quello della Settimana universale, la quale comporta sette millenni. Alla fine, riflettendo sulla struttura della Settimana universale abbiamo scoperto che il millennio attuale, terzo dell’era cristiana e settimo della storia umana, è l’equivalente di una domenica: la “Domenica” della Settimana universale.

Partendo dal fatto che il millennio attuale è l’equivalente di una domenica, quante probabilità ci sono che detta “domenica” sia il Millennio felice, festivo, finale di cui S. Giovanni parla nell’Apocalisse? [21] A mio avviso le probabilità sono del cento per cento. Il Millennio suddetto non può essere se non il Millennio descritto da S. Giovanni. Che senso dare alle parole “felice, festivo, finale” applicate al Millennio? È mia convinzione che nel corso di questo millennio Dio e l’uomo s’incontreranno per diventare misticamente quello che l’uomo e la donna diventano umanamente durante il loro amplesso nuziale. E, in verità, che cos’è un connubio nuziale se non un pallido riflesso di questo più grande e splendido Connubio mistico? Possedere Dio ed essere da Lui posseduti! ... Per quale strepitoso miracolo la Maestà divina permette di essere posseduta dall’uomo? Non esistono parole per descrivere l’immenso privilegio che costituisce per l’uomo, semplice creatura, il fatto di poter un giorno essere immerso nella perfezione assoluta del suo Creatore. Alla creatura umana sarà concessa l’unione intima col suo Creatore, e tale unione, sembra bene, si realizzerà anche nel tempo, prima ancora che l’eternità abbia inizio!... [22]

Questo ci rivela lo scopo vero di ogni Apocalisse. Ogni Apocalisse, relativa o assoluta che sia, [23] permette un avanzamento qualitativo. Per esempio, se è normale che il grano maturo sia falciato, raccolto, e poi battuto (la battitura non è mai stata fine a se stessa, ma ha sempre avuto come scopo di separare il grano buono dalle varie scorie), altrettanto normale è che alla fine delle tappe principali della storia umana ci sia una falciatura di “grano”, seguita da relativa battitura. Il grano falciato cade come morto, ma essendo maturo la sua “morte” non è morte vera, ma una promozione, un avanzamento. Con essa inizia una vita nuova, e di livello superiore, quella che lo conduce nel granaio del Signore per poi diventare pane.

Nel caso attuale il grano da falciare – e da battere – è quello maturatosi nel campo del Signore. E il granaio? Il granaio è il Regno di Dio, il Regno messianico. È quel Millennio che Dio ci ha preparato affinché la felicità sia vissuta non solo in Cielo ma anche in Terra. Come il buon grano viene trasportato nel granaio, così accadrà per coloro che Dio giudicherà meritevoli. Saranno ammessi a vivere nell’Era nuova, la quale nascerà dall’odierna Apocalisse. [24]

Queste persone sono privilegiate perché sarà loro concesso quello che dopo il Diluvio fu concesso a Noè, e che più tardi fu concesso anche a quegli Ebrei che ereditarono la Terra Promessa. Anche per noi ci sarà una “Terra Promessa”, preparata da Dio. Si tratta del Regno messianico. Le persone degne l’avranno ottenuto dopo sei mila anni di deserto purificatore. Grazie a queste persone, alla santità d’innocenza del Paradiso terrestre iniziale farà eco la santità di penitenza del Paradiso terrestre finale. [25]


SOTTO LA GUIDA DELLO SPIRITO



Sottolineiamo innanzitutto che non solo lo spirito ma anche il corpo è segnato da quella debolezza innata dell'uomo che la Bibbia chiama peccato. Indubbiamente il battesimo ci ha santificati fin nelle radici, ma non ha completamente annullato le conseguenze del peccato, né nel nostro spirito né nel nostro corpo. Entrambi hanno conservato tracce del peccato: come una discesa pericolosa, lungo la quale scivoliamo facilmente verso il peccato. Anche il corpo fa dunque parte del terreno sul quale la grazia deve affrontare il peccato. Deve essere ripreso in mano poco alla volta dalla grazia e rimesso a disposizione della nostra libertà profonda. E’ sul terreno del corpo che la grazia viene, a dare "il colpo di grazia" al peccato, cioè che mette a morte il peccato nel nostro corpo affinché questo diventi disponibile a una trasfigurazione, che sarà nel contempo trasformazione e glorificazione. Ogni mortificazione - ecco il termine biblico per ascesi - deve infatti sfociare in una trasfigurazione: proprio come la morte di un credente non è altro che il preludio, il primo atto seguito naturalmente e necessariamente dalla resurrezione e dalla vita nuova in Gesù Cristo. In realtà, parlando dell'ascesi, non possiamo dimenticare Pasqua: la morte e la resurrezione di Gesù. In fondo l'ascesi non è altro che una partecipazione al mistero della Pasqua di Gesù, partecipazione provvisoria e parziale, in attesa della morte che ci aggregherà pienamente ad essa. Ogni sforzo di ascesi ci mette così sul cammino del mistero della Pasqua di Gesù e deve, in un modo o nell'altro, aprire una strada alla grazia pasquale, e questo attraverso il nostro corpo che un giorno sarà trasformato a immagine e somiglianza di Gesù. Anche Gesù possedeva un corpo, che aveva assunto proprio per essere in grado di realizzare la nostra salvezza. Prese carne, una carne che era veramente la nostra, per lì scontrarsi con la potenza del peccato e vincerlo mediante la propria vita e la propria morte. Secondo Paolo, è proprio nella carne che Gesù ha vinto il peccato (cf. Ef 2,15). A nostra volta è proprio nella nostra carne, al seguito di Gesù, che possiamo mettere a morte il peccato e offrire così alla vita ricevuta nel battesimo tutte le possibilità di ottenere la vittoria finale. Ogni pratica o tecnica di ascesi ci introduce quindi in modo concreto nel mistero pasquale di Gesù e ci permette di progredire in esso in modo ben preciso. In questo senso si può dire che ogni forma di ascesi possiede in sé un'efficacia propria. 

Vita interna di Gesù Cristo



rivelata alla serva di Dio Maria Cecilia Baij


Del ritorno di Gesù a Bethania e di ciò che operò nel suo interno, sino a che celebrò l’ultima Pasqua con i suoi discepoli.


AL TEMPIO DI GERUSALEMME GESÙ INSEGNA 

Terminato pertanto la diletta Madre di parlare con i miei apostoli, ed io di orare al divin Padre, 
nella quale orazione si era già concluso di dar l’ultima mano all’opera grande della redenzione 
umana, andai dalla diletta Madre; e i miei apostoli si licenziarono da Lei e mi seguirono. Partito 
pertanto da Bethania, ed arrivato al Tempio dove si era già adunata molta turba per udire le mie 
parole, ed anche infermi per esser curati delle loro infermità vi trovai alcuni Scribi e Farisei, che 
già stavano ad aspettarmi, per riprendermi, se avessi predicato, perché non potevano più 
sopportare le mie parole, essendo molto infuriati. Io, però, arrivato al Tempio ed adorato il divin 
Padre, lo pregai, conforme al solito, del suo aiuto, ed incominciai a predicare, dicendo alcune 
parabole alla turba, che con tutta l’attenzione mi stava ad udire. Sentendo gli Scribi e i Farisei, 
che con tanta libertà predicavo, sebbene sapessi che per me vi era l’ordine di farmi prendere e 
carcerare, si avanzarono arditamente a rimproverarmi chiedendo con quale autorità facessi ciò. 
Furono però da me confusi, come anche in alcune interrogazioni che mi fecero, per vedere se 
avessero potuto cogliermi in  qualche  errore  contro la  Legge, per potere  con più libertà 
arrestarmi. Ma sempre restavano confusi, in modo che non sapevano più che dirmi. Perciò si 
infuriavano vieppiù contro di me (1). Erano anche da me ripresi, manifestando io la loro malizia, 
e tutta ciò che passava, tarato nel loro interno, come nei loro segreti concili. Ed allora restavano 
atterriti, e non sapevano che rispondere. Essendo privi della divina grazia, molto istigati dal 
demonio ed accecati dalla loro passione, tutto interpretavano in male. Però dicevano, che 
avevo il demonio addosso, che mi manifestava tutto ciò che passava fra di loro. Era ferito il mio 
Cuore da questa sì grave ingiuria; con tutto ciò non mancavo di pregare per essi il divin Padre, 
perché non li castigasse come meritavano. Seguitando pertanto a predicare con maggiore zelo 
della loro salute e della gloria del mio divin Padre, in quest’ultima mia predica al Tempio, tornai 
a ribattere tutte le cose che per l’addietro avevo insegnato, dicendo altre parabole. Stava la 
turba attenta alle mie parole; ma gli Scribi e i Farisei fremevano di sdegno e di odio contro di 
me. Narrai loro molte cose occulte, manifestai i segni che avrebbero preceduto la fine del 
mondo, il giudizio finale e la venuta del Giudice supremo, la sentenza definitiva da darsi ai 
reprobi ed agli eletti (1). Molto lungo fu questo mio ragionamento, e tutti stavano ad udirmi 
con gusto. Solo gli Scribi si rivolgevano or qua or là, per non udirmi: le mie parole penetravano 
le loro orecchie, ma non i loro cuori, induriti più delle pietre. Parlai anche del Sacramento che 
ero per istituire, col lare la mia. carne ed il sangue in cibo ed in bevanda, dicendo, che la mia 
carne, è veramente cibo, ed il mio sangue bevanda, e che chi avesse mangiato la mia carne e 
bevuto il mio sangue sarebbe restato in me ed io in lui, e sarebbe vissuto in eterno.



Maria Madre di Dio:
le nostre azioni, le nostre sofferenze, le nostre penitenze, le nostre preghiere, i nostri digiuni, offerti con amore e umiltà a Dio e a Lei stessa, hanno un valore di redenzione per le anime.

Felici coloro che soffrono con il Cristo



Pietro 1 - Capitolo 4

[12]Carissimi, non siate sorpresi per l'incendio di persecuzione che si è acceso in mezzo a voi
per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano.
[13]Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 
[14]Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio
riposa su di voi. 
[15]Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. 
[16]Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome.
[17]E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale
sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio?
[18]E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore?
[19]Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro
Creatore fedele e continuino a fare il bene.