martedì 4 febbraio 2020

IL SACERDOTE



LE TRE DIMORE DEL SACERDOTE L'ALTARE IL TABERNACOLO IL CONFESSIONALE

«Maestro, dove abiti?» chiesero Giovanni e Andrea a Gesù.
«Venite e vedete!» rispose il Signore. «Dov'è la tua dimora, o Sacerdote»? La dimora del Sacerdote è Triplice: L'Altare, il Tabernacolo, il Confessionale. L'AltareÈ il luogo d'incontro tra l'amato e l'amante.
Il Sacerdote lo chiama: Lui risponde e viene, per opera dello Spirito Santo.
C'è il mondo da salvare, anime da strappare alla eterna rovina, anime da guidare nella via della santità.
Lui viene per questo e per mezzo di me Sacerdote diventa Maestro, Agnello immolato, alimento di vita eterna, compagno nel cammino verso la terra promessa.
È all'altare che Gesù - presente nel Sacerdote - si fa Maestro e Guida del suo popolo.
Mi si stringono intorno i discepoli del Signore ed io parlo... Quella parola è avvalorata e fecondata dalla potenza dello Spirito Santo e deve trovare riscontro e conferma nella mia vita.
«Siate mie testimoni!... Ammaestrate tutte le genti!...» mi ripete Gesù. E Lui parla in me Sacerdote.
Anche per me si deve verificare quanto dice il Vangelo di Gesù: «Cominciò a praticare e a predicare».
È all'altare che Cristo presente in me sta «sempre vivo ad intercedere per il gregge presso il Padre».
II nostro avvocato difensore!
Io Sacerdote devo essere il maestro della preghiera soprattutto all'altare.
Dico: «Preghiamo!». Tutta la Chiesa, Sacerdote e fedeli uniti a Cristo eleviamo la preghiera della Chiesa, espressa in tutte le lingue, ma è la stessa nel suo contenuto e nella sua efficacia che deriva da Cristo che ci unisce a sé orante.
È all'altare che Gesù - per mezzo di me Sacerdote - diventa l'Agnello immolato.
Io lo mostro al popolo e proclamo: «Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo!». Toglie i peccati perché se ne fa carico Lui. Toglie peccati perché con la Passione li distrugge.
Io sono un agnello del suo gregge e devo rendere presente in me il suo sacrificio che diventa il mio sacrificio.
lo l'ho chiamato... e Lui è venuto per essere immolato... Lui mi chiama ed io devo, come Isacco, stendere le mani per essere immolato e mescolare il mio sangue al suo Sangue Redentore.
È all'altare che Gesù per mezzo mio dice: «Prendetemi! Mangiatemi!».
Anch'io devo dire ai fedeli: «Prendetemi mangiatemi sono pronto in Gesù, con Gesù e per Gesù a consumarmi per voi!».
È all'altare che, come l'Apostolo Giovanni sul Calvario, io trovo la Madre Addolorata accanto al Crocifisso ed è lì che Gesù ripete a Maria per me e a me per Maria: Ecco tuo figlio! Ecco tua Madre!
È all'altare che il cielo si unisce alla terra e la terra al cielo, ed io Sacerdote devo essere il segno, la tabella viaria che indica l'unica via che porta alla salvezza.
È all'altare che i fedeli scoprono la vera identità e - se c'è - la santità del Sacerdote.
Nel linguaggio popolare, quando uno è ordinato Sacerdote, si usa dire: «Ha preso Messa!». Questa frase vuole esprimere il concetto che la Messa è il tesoro del Sacerdote, il suo motivo di essere, il centro della sua vita.
La Messa è il culmine del potere sacerdotale, dove il Sacerdote manifesta una potestà infallibile. Al suono delle sue parole, nella Consacrazione, Gesù si fa obbediente «fino alla morte e alla morte di Croce».
Gesù ha ubbidito al suo Sacerdote che, se è veramente compenetrato e cosciente del mistero cosmico che per suo mezzo si compie, dovrà, necessariamente, avere un atteggiamento interno ed esterno di una santità, gravità, compostezza e solennità unica.
La Messa non è una devozione privata da svolgersi secondo il proprio estro.
La Chiesa, consapevole della santità dell'azione sacra, ha messo degli argini invalicabili alla cosiddetta «creatività». Non si può manomettere la struttura della Messa aggiungendo o mutando o creando riti e preghiere e gesti conformi al gusto privato. Non la si può arrabattare e sbrigarsela come qualcosa di accidentale e secondario alla propria vita e attività. È questione di fede!
È raro, ma avviene che qualche Messa è buttata giù in 10 minuti.
È il treno ultrarapido!
Il celebrante arriva in fretta, celebra in fretta, scappa via in fretta perché Ahime! - ha altre cose importanti da fare!?!
Egli non si rende conto che quella «funzione sacra» diventa, in questo modo, «una sacra finzione».
li Tabernacolo
È Gesù che ha posto la sua dimora in mezzo agli uomini.
II Tabernacolo è una tenda, una dimora, dimora precaria perché è segno e preludio dei Tabernacoli eterni.
È Gesù che con amore e per amore ha voluto che si costruisse la sua piccola casa in mezzo alle nostre case. Vi dimora Lui, il mio Sposo, il Dio del mio cuore, il mio Tesoro, la mia eredità, Lui appassionato d'amore per me.
Nell'Antico Testamento il salmista esprimeva i suoi desideri e i suoi sospiri anelando verso il tabernacolo del Signore...
Eppure in quel tabernacolo non vi era la presenza reale, ma solo un'ombra, una nube...
Qui c'è Lui per me, con me, diventato davvero l'Emanuele, Dio con noi, Gesù con me.
Perciò il Tabernacolo deve essere il luogo privilegiato del mio incontro permanente con Lui. Vi sono delle persone che, se vuoi trovarle, sai dove andare: al circolo, al bar, alla discoteca. Dove devono trovarti i fedeli, o Sacerdote? Dov'è il tuo tesoro ivi è il tuo cuore!
Ecco il Tabernacolo! Più che la lampada, la tua presenza assidua e amorosa deve indicare ai fedeli la presenza di Gesù.
Io devo essere il segno della presenza di Lui. All'Emanuele - Dio con noi - deve corrispondere il Sacerdote con Dio.
L'Emanuele ha risposto al mio appello, ed eccolo con me, per me nel Tabernacolo.
Per me in un duplice senso:
1) Perché io ho reso possibile la sua presenza. 2) Per me, perché mi ama e ama le anime. Senza di me non gli sarebbe stato possibile essere presente, senza di me il suo Cuore si rattrista come si rattristò per la assenza dei suoi primi Sacerdoti nell'agonia del Getsemani.
Prova a ripetere, in un a cuore a cuore, a Gesù vivente e presente nel Tabernacolo: «Gesù, lo sai che ti amo tanto?». Lui godrà ed esulterà e il suo Cuore sarà consolato.
E sono tanto pochi quelli che lo amano davvero.
II Tabernacolo è detto anche «tenda del convegno». Lì si davano appuntamento Dio e Mosè per mezzo del quale Dio entrava in comunione col popolo. Mosè era il mediatore. Lì si decidevano i destini del popolo.
Ora il Sacerdote è il nuovo mediatore, con Cristo, della nuova alleanza.
Io Sacerdote lì devo trattare gli interessi e la causa delle pecorelle di Gesù: i poveri, i derelitti, i piccoli, i malati, i giovani, le famiglie...
Io spesso sono invitato, spesso organizzo «convegni» buoni, utili...
Aumentino pure i «convegni» con Gesù Eucaristico, presso il Tabernacolo: ne trarranno beneficio anche gli altri convegni, anzi, senza questo «convegno», gli altri non servono a nulla!
Col suo esempio, con la sua fede entusiasta ed entusiasmante il Sacerdote vedrà presto il Tabernacolo circondato da numerose «lampade viventi», da cuori ardenti di amore.
Per l'efficacia dell'apostolato il Sacerdote deve ricordare che la sorgente della vita e dell'energia soprannaturale e dell'acqua che zampilla per la vita eterna è Gesù presente nel Tabernacolo.
Tu, Sacerdote, sei «l'accumulatore» e il «canale» dell'energia spirituale che parte dal Tabernacolo.
L'accumulatore si scarica se non è sottocorrente e il canale non convoglia l'acqua se non è collegato alla sorgente.
Così tu fa' ogni giorno «il pieno» a questa «stazione di servizio»!
Occorre creare un'inversione di tendenza. Quale? Ascolta bene.
Vi è un altro «tabernacolo» ben presente e curato dentro le nostre case (ancora piccole chiese domestiche?) dove si fa presente ed abita, il più delle volte, il demonio: è la televisione!
Per ore ed ore, da tutti i canali - vere cloache - viene convogliato un diluvio di fango, viene iniettato il veleno che brucia ogni seme di bene, distruggendo l'innocenza dei nostri bambini.
Sesso, sesso, sesso come condimento di quasi tutti i programmi e violenza, materialismo, edonismo... e anti-vangelo a tutto spiano, anche nei programmi che sembrerebbero innocui.
Non è questo uno dei motivi che giustifica e rende urgente la nuova evangelizzazione di cui ha parlato il Papa?
II mondo è ritornato pagano e bisogna rifarlo cristiano con la travolgente forza dello Spirito Santo.
Ma questo si potrà ottenere se il centro dei nostri interessi e del nostro cuore, per Sacerdoti e fedeli, diventerà il Tabernacolo, e non la televisione.
Infine, non dimentichiamo che presso ogni Tabernacolo, accanto a Gesù, c'è sempre Maria.
Il Confessionale
Il mistero pasquale si realizza con la vittoria sulla morte dell'anima che è il peccato e, alla fine dei tempi, con la risurrezione gloriosa dei corpi degli eletti.
Il Padre ha mandato il Figlio per questo, e il Figlio, a sua volta, ha trasmesso la stessa missione ai Sacerdoti.
La sera di Pasqua, compiuto il mistero della salvezza, Gesù trasmette questa missione ai Sacerdoti con le solenni parole: «Come il Padre ha mandato Me, anch'Io mando Voi... Ricevete lo Spirito Santo... A chi perdonerete i peccati saranno perdonati... ».
Gesù, presente in me Sacerdote, è il Pastore che va in cerca della pecorella smarrita.
II Confessionale è il luogo privilegiato dove si decide la sorte delle anime e perciò deve essere un punto abituale di, riferimento per il Sacerdote e per i fedeli.
Risuscitare i morti del peccato, animare, incoraggiare, guidare, consolare, santificare le anime, sentendo - come afferma san Paolo - le doglie del parto finché Cristo non è formato nelle anime ... è il lavoro che Gesù compie per mezzo mio.
Se mi assento, se ho «altro da fare», io impedisco a Gesù di compiere la sua opera. Io sono il canale ordinario della Grazia e della salvezza: se il canale è ostruito, non rifluisce la vita nelle anime. Come vi sono tanti Tabernacoli desolati, per la mancanza di preghiera, così vi sono tanti confessionali desolati, perché nessuno li occupa più.
1 santi Sacerdoti di un tempo ci hanno trasmesso, anche con studio della teologia morale e ascetica, che il confessore è Gesù Maestro, Gesù Giudice, Gesù Medico, Gesù Padre.
Tutto ciò lo compie Gesù per mezzo mio.
Quale responsabilità grava sulle mie spalle quando «non ho tempo» per dedicarmi a questo ministero, quando subordino l'amministrazione di questo Sacramento alle «esigenze», e sottopongo i fedeli alla osservanza burocratica e ferrea del giorno e dell'ora in cui si è disponibili per la confessione!
Ore e giorno spesso striminziti con la conseguenza che molti si sono disabituati a confessarsi e si giustificano affermando che «il mio Sacerdote non ha tempo!».
Ecco una tabella affissa alla bacheca di una chiesa. «In questa chiesa si confessa il giorno X dalle ore X - Y».
La Grazia dello Spirito Santo non si può adattare alla nostra burocrazia!
Ho visto pescatori sostare con lunga pazienza ore e ore con la lenza immersa nell'acqua in attesa di prendere all'amo qualche pesce.
Che i fedeli mi vedano «pescatore di anime», sempre «appostato» per catturare, con l'amo dell'amore, la preda, per vivificarla nelle onde della Grazia del Sacramento del perdono.
È vero che Dio può operare in tanti modi, ma è anche vero che ordinariamente Egli opera per mezzo mio.
Pensa alla Madonna, chiamata Rifugio dei peccatori.
Quanto Ella desidera e si angustia per il ritorno all'ovile delle pecorelle smarrite!
Ansia e angustia che la Madonna trasmise a Bernadetta, ai tre pastorelli di Fatima, per associarli a sé nella preghiera e nella offerta di penitenze per la conversione dei peccatori.
A Lourdes Bernadetta racconta che vide la Madonna molto triste per questo motivo e ne pianse. Ora la Madonna manda a te, Sacerdote, suo figlio prediletto, i figli smarriti, feriti, uccisi dal peccato.
Li affida al tuo cuore di padre e di pastore. Lavora, sacrificati, rinunzia e così riporterai alla Mamma i figli che sembravano destinati a sicura perdizione.
Quando arriverai in Paradiso, ti auguro di trovare gli angeli e i Santi in festa perché per merito tuo non un peccatore, ma tanti peccatori si sono convertiti e si sono fatte tante feste in cielo.

IL MISTERO DEL PURGATORIO



Festa di tutti i Santi - 1931

Lo sguardo che oggi è penetrato in tanta profon¬dità nel Purgatorio mi costringe a raccontare ancora di questo meraviglioso luogo. Sono stata di nuovo accanto alle povere anime e di nuovo ho  portato con me sulla terra insegnamenti tanto grandi.
Ho visto le anime che sono morte con la Santa Comunione. Oh, il Dio Eucaristico nelle povere  anime, il Dio eucaristico nel Purgatorio! Le povere anime erano oggi così grate, continuamente ringraziavano ed erano così sensibili al beneficio del¬l'espiazione. Mi salutavano come una piccola benefattrice ed io non potevo quasi comprendere co¬me esse mi conoscessero e ringraziassero, mentre io sentivo tanta più pena e miseria per non ave¬re sofferto e pregato di più per loro. Eppure esse  parlavano a me e mi dicevano che io ho espiato per loro, che anche per loro le mie lacrime sono  state piante. Allora, improvvisamente, ho visto che era Gesù che in quelle povere anime mi parlava;  Gesù che si faceva consolare nelle povere anime. Perché anche qui vale la parola: «Ciò che avrete  fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avrete fatto a me».
Ho visto con uno sguardo profondo e chiaro, che riconoscente per le povere anime era Gesù: Lo  contemplavo in queste anime, nella Santa Comu¬nione. Vedevo come il Dio Eucaristico sta con le  povere anime fino a che non può trarle definitiva¬mente in Cielo. Coloro che lo hanno devotamente  ricevuto, possono portarlo con sé, ed Egli soffre, e si strugge, assetato con loro.
Egli soffre con quelli che soffrono, espia con co¬loro che espiano e brama con coloro che si struggono di desiderio. Queste anime non vengono tor¬mentate, solo purificate. Ed esse apprezzano tanto Gesù, apprezzano l'Eucarestia che è stata con loro non soltanto sulla terra, ma anche laggiù do¬ve  sarebbero così solitarie e sole. Eucaristicamen¬te il Signore soffre e implora nelle anime che lo  hanno ricevuto. Degnazione di Dio, che entro que¬ste anime, con esse, sopporta il Purgatorio. Egli  vuole accompagnarle fino a che siano giunte alla loro dimora. Non ho potuto vedere senza lacrime  questa mirabile bontà e misericordia di Dio...
Ci sono anche anime che non poterono comuni¬carsi immediatamente prima della morte, ma in  vi¬ta sempre cercarono nel Dio Eucaristico consola¬zione e forza e Lo ricevettero con vera  devozione, e con povertà di spirito, e sentimenti di pentimento. La sorte di queste anime è molto  migliore della sorte di quelle che si comunicarono col buon Dio per abitudine e senza calore. Come  gemono per i tesori perduti queste anime, e sono divorate di fa¬me, mentre ardono nel forno rovente  della purifi¬cazione. Buona sorte hanno anche i sacerdoti che hanno trascorso davanti all'Altare le  loro ore più belle e lì con profonda umiltà di spirito si sono dis¬setati all'amore misericordioso; gli  stessi peccati e le mancanze sono presto cancellati dal Sangue del Redentore, che già in vita essi  hanno apprezzato ed usato. Ad altri, invece, manca la conoscenza: non trovano quello che  dovrebbero trovare, perché già sulla terra non ne sentivano il bisogno... Sono ottusi davanti a tutte le  grazie della Redenzione, e solo lentamente, lentamente si destano alla vita ed alla conoscenza.
Ogni anima ha una sua propria condizione, per¬ché ognuna ebbe i suoi propri doveri e le sue grazie, e Dio la giudica secondo i suoi talenti, e la sua vocazione e la sua buona volontà. Oh, io posso  so¬lo balbettare i mirabili misteri del Purgatorio! Vedo come anche laggiù Dio abita nel Santissimo  Sa¬cramento, così che le anime possono essere ta¬bernacolo della Santa Eucarestia.
Dio è così amoroso e così giusto nel Purgatorio. Egli non condanna nessuno. Se ci sono anime che  non hanno mai trovato, mai conosciuto il Dio Eu¬caristico, Egli non le biasima. Egli le scusa e ristabilisce ogni cosa attraverso la buona volontà... quella buona volontà per cui le anime vollero  solo ciò che era giusto. A queste anime Egli ha dato la comunione di desiderio.
Così buono è il Signore, e io devo esclamare, o Signore: nel Purgatorio ho imparato a conoscere il  Tuo cuore meraviglioso. In nessun luogo, se si ec¬cettua il Paradiso, si rivelano così come in questo  Santo luogo il suo amore e la sua giustizia, la sua misericordia e la sua bontà. Nel Purgatorio vedo  anche le sue sante leggi, spesso calpestate, di¬sprezzate, ignorate sulla terra. Le sue leggi sono  laggiù così belle ed amorose e delicate: beate le anime che le adempiono. Ma spesso noi uomini  vediamo per la prima volta la nostra malizia solo laggiù nell'eternità.
Quante anime vedo qui nel Purgatorio che sulla terra vissero in mezzo alla ricchezza: erano sì religiose, ma di quante infermità soffrono a causa del¬l'attaccamento al denaro ed ai beni terreni.
Con tremore ed angoscia ho osservato questi peccati e ne ho tratto le mie esperienze.
II buon Dio ha dato agli uomini che hanno so¬vrabbondanza di beni materiali il dovere di aiutare  altri che hanno troppo poco. I ricchi hanno il com¬pito di fare elemosina nel nome del loro Dio,  per¬ché a Lui appartengono ogni denaro ed ogni pro¬prietà. E se veramente i ricchi non vogliono  macchiare l'anima di peccato, devono considerare la ricchezza non come cosa loro propria, ma cosa  di Dio: devono considerarsi inviati di Dio, a distribuir¬ne le ricchezze.
Se il buon Dio tanto li benedice con la ricchezza e così bene si prende cura di loro, lo fa perché  es¬si a loro volta si prendano cura di altri e perché Egli stesso, per mezzo loro, si possa prendere  cura di altri. Solo ora comprendo l'ammonimento del Sal¬vatore, quando disse: «Guai ai ricchi...»;  solo oggi comprendo tutto, da quando ho contemplato nel Purgatorio questa legge.
Ci sono nel Purgatorio molti ricchi che sono spa¬ventosamente poveri, ma anche molti poveri che  sono ricchi nel Signore. Aiutare gli altri, fare il be¬ne non è solo benevolenza, ma dovere. Guai ai  ric¬chi che hanno usato solo per sé il superfluo, men¬tre davano troppo poco ai loro fratelli poveri,  o li di¬sprezzavano.
Quanti potrebbero dare di più, beneficando, e non lo fanno, mentre essi stessi godono nella sovrabbondanza. Dio non ha dato le ricchezze solo per chi le possiede, ma anche per gli altri. Chi vive  nella sovrabbondanza ruba a Dio. Dio impone dei tributi. Chi ha poco, col poco ha dato il massimo;  ma chi ha molto deve dare molto, e dispensare umilmente perché i beni vengono da Dio ed  ap¬partengono a Lui. Ho visto oggi molti peccati che sono stati compiuti per mezzo delle ricchezze,  o perché esse non sono state usate secondo il sen¬so e le finalità di Dio, o perché i ricchi volevano  con le beneficenze guadagnare onore a se stessi. Co¬me attendono a lungo nel Purgatorio le anime  che quaggiù hanno trascurato un dovere così grave... Anche le loro virtù hanno subìto danno,  terribile danno: e questi ricchi sono divenuti poveri, amara¬mente poveri.
Come è buono il Signore con quelli che sono sta¬ti buoni!
Mentre io volevo consolare le povere anime con suppliche interiori, Egli mi mostrò alle povere anime e disse: qui io piangerò e pregherò ed espierò per voi e verserò molte, molte lacrime. Qui io  vivrò di nuovo, e bene, la vostra vita, e farò tutto quello che voi avete trascurato... Poi disse: che  questa sia la vostra consolazione, miei figli amati! Ed io udii queste parole cadere fin nel profondo  del Purgato¬rio ed era come se il Purgatorio si fosse dissolto, tanto io sentivo la consolazione delle  povere anime.
Poi mi sentii così povera, e pregai Gesù di la¬sciarmi qui nel Purgatorio per divenire buona ed  espiare tutte le mie mancanze. Allora il buon Dio mi fece piccola sorella delle povere anime e mi  disse: Sì, la tua vita è un Purgatorio, perciò ti è concesso di patire questi patimenti e di  esperimentare que¬sta nostalgia di cielo. Oh, come queste anime sentivano la bontà e l'amore di  Dio! Era come una fe¬sta di gioia in questo esilio di purificazione, e mol¬te, innumerevoli anime,  salirono in alto nell'eterno amore e nella bontà di Dio e furono in Cielo. Ap¬pena esse riconoscono  totalmente questa bontà e questo amore, sono liberate...
Ma, nuovamente, ho visto tante anime per le quali nessuno prega. E, come ho già scritto, sono  molto spesso anime che in vita passarono per de¬vote; che vollero essere devote solo per farsi belle.  Queste anime spasimano tutte sole nel Purgatorio e sarebbe per loro un sollievo, se fossero cono sciute sulla terra, quelle colpe che con ogni cura cercarono di occultare. L’ho visto ancora: per  quel¬le si prega poco o niente perché si crede siano in cielo. Allora il Signore mi diede il compito di  soffri¬re e di pregare e di espiare per le loro colpe se¬grete.
Non per nulla, a causa di ciò, io ho già sopporta¬to pene così orribili.
Questi uomini sono stati sulla terra come un fal¬so Cristo, si sono lasciati venerare e portavano  esempio: la loro santità era artificiosa, false erano le loro grazie; esteriormente tutto pareva in  armo¬nia, ma non nell'intimo.
Non vorrei esprimermi troppo crudamente, ma io stessa non lo credo volentieri, e scriverne mi fa  male, eppure ho visto anime che ora preferirebbero mille volte non essere state onorate sulla terra, e  devono duramente espiare la loro falsità, il loro artificio, la loro ambizione spirituale. La menzogna  viene bruciata da Dio, eterna verità.
Ma io vedo come esse ora riconoscono tutto e perciò il buon Dio è buono con loro. Egli le ha salvate trascinandole per mezzo di ogni piccolo filo di bontà... Queste anime devono diventare povere,  allora è compiuta in esse la cosa principale...
Ho visto anche preti che devono soffrire a causa di queste anime, specie quando le hanno soste-nute  nella loro falsa pietà e non hanno pregato per ottenere la luce dello Spirito Santo: perché se lo  Spirito Santo non illumina si può spesso piantare e coltivare una pianticella maligna. Lo Spirito  San¬to deve aiutare i preti a distinguere de grazie au¬tentiche da quelle false. Ma lo Spirito Santo si  tro¬va sempre nei cuori umili... ed al tempo opportuno illumina i luoghi mal sicuri, specialmente  quando si è invocata la luce, invocata con molte preghiere. Ci sono preti che a causa di un'anima  devono soffri¬re più a lungo dell'anima stessa. Ma ci sono anche preti che ebbero davvero buona  volontà e vollero fare ogni cosa, ogni cosa secondo la volontà del Signore e adempirono il loro  ufficio in profonda umiltà e timor di Dio. In essi anche le colpe non so¬no così profondamente  radicate e sono come libe¬ri da ogni responsabilità. Io vedo in modo perfetta¬mente chiaro che  questi preti non saranno giudicati secondo le apparenze ma secondo la loro buo¬na volontà, anche  se avranno molte colpe. II Si¬gnore scioglie così amorosamente e teneramente queste piccole colpe,  ed esse scompaiono così bene poiché il cuore è umile. Gli umili si trovano nella situazione migliore  - si lasciano così facil¬mente correggere dalla mano divina. Dobbiamo perciò assai sovente  innalzare i nostri sguardi a Dio, per riconoscere umilmente ciò che Egli vuole da noi, per non  scacciare, col nostro proprio spiri¬to, lo Spirito Santo, per non smarrire, attraverso i nostri propri  pensieri, i pensieri di Dio.
Oh, come possono essere quiete le anime che già in umiltà hanno servito, e sempre vollero agire  come Egli volle agire!

PREGHIERE CHE SCONFIGGONO I DEMONI



Preghiere per la Liberazione Dal Male 
             
 Liberami dal male (Mt 6:13). 
              Io prego che Tu voglia custodirmi dal maligno (1 Cron. 4:10). 
              Nessun male mi toccherà (Giobbe 05:19). 
              Svergogna quelli che mi vogliono male (Sal 40:14). 
              Fa che nessuna malefica malattia solchi il mio corpo (Sal 41:8). 
              Io non avrò paura di cattive notizie (Sal 112:7). 
              Non voglio essere visitato dal male (Prov. 19:23). 
              Astengo i miei piedi da ogni sentiero malvagio in modo che io possa mantenere la Tua parola  (Sal 119:101). 
              Preservami da ogni male (Sal 121:7). 
              Liberami dal malvagio (Sal 140:1). 
              Fa che le persone siano guarite da pestilenze e spiriti maligni (Luca 07:21). 
              Io prego che Tu mi custodirai dal maligno (Giovanni 17:15). 
              Fa che gli spiriti maligni siano scacciati (Atti 19:12). 
              Non sarò sopraffatto dal male, ma supero il male con il bene (Rm 12,21). 
              Prendo la completa armatura di Dio, affinché possa resistere nel giorno malvagio (Ef 6:13). 
              Cancello tutti i piani e le forze del male inviate contro la mia vita. 
              Fa che le opere del male siano bruciate dal tuo fuoco sacro. 
              Fa che gli uomini si pentano del male e si rivolgano alla giustizia. 
              Fa che nessun male sia stabilito nella mia vita, ma sia stabilita la Tua giustizia. 
              Mi sciolgo da tutti gli operatori di iniquità e dai malefici legami dell'anima. 

lunedì 3 febbraio 2020

Avvertimento dal cambiamento della Parola di Dio



Perché voi vi urtate comunque ancora per la forma, in cui vi giunge la Mia Parola dall’Alto!  Questa è così semplice da spiegare, che Io Mi servo della capacità di comprensione di un uomo, ma questa non deve essere scambiata con una istruzione generale. Perché Io trovo  solo raramente un uomo a cui è possibile, di accogliere la Mia Parola nel Dettato, perché per questo  ci vuole la facoltà di afferrare fulmineamente dei pensieri che lo toccano e di scriverli in Dettato,  cosa che però non è da confondere con dei pensieri propri nati nell’intelletto.
Questo potrebbe condurre all’errata supposizione, che fosse un proprio bene di pensieri quello che  l’uomo ora cerca di rappresentare come ricevuto spiritualmente. Allora l’intelletto umano non  lavora, ma ascolta interiormente ciò che gli dice lo Spirito di Dio.
Quello che avete ricevuto come la Mia Parola non sarà mai incomprensibile per voi, quando la  leggete con la necessaria attenzione che richiede una comprensione. Ed un cambiamento non è  accettabile in quanto anche voi uomini cambiate sempre nella vostra forma d’espressione, quindi la  Mia Parola deve essere lasciata così come è stata ricevuta. Perché il contenuto testimonia  dell’Origine divina e secondo la sua capacità di comprensione il ricevente sente ora la Mia Parola,  anche se viene irradiata attraverso uno Spirito di Luce sulla Terra, perché questo non può fare altro  che irradiare la Mia Parola. Il Dettato diventa più chiaro, più l’uomo stabilisce un intimo  collegamento con Me, ma non sarà mai sbagliato, perché dove si insinua un errore mediante  disturbi, là viene fatto notare anche al ricevente, in modo che egli stesso lo possa correggere. Perché  proprio in questo c’è il pericolo, che la Mia Parola è esposta troppo facilmente a tali cambiamenti,  perché gli uomini vogliono dargli una forma secondo il loro “grado d’istruzione”, che però è  assolutamente inadatta, perché Io so come devo rivolgerMi ad ogni uomo per essere da lui  compreso.
Ed il Senso del Mio Discorso è sempre comprensibile, se soltanto è stato raggiunto un certo grado  di maturità mediante l’amore, che però non è da sostituire con una formulazione per quanto  comprensibile. E dovete sempre considerare una cosa, che in vista della vicina fine la Mia Parola  viene offerta a voi uomini in un modo, che potete accettarLa senza dubbio come Verità, perché Io so  che soltanto la Verità significa Salvezza per voi uomini e che Io faccio di tutto per portarvi la Verità,  ma vi avverto anche sempre dal fatto di eseguire arbitrariamente dei cambiamenti, anche se questo  avviene con la migliore volontà.
Amen.

Bertha Dudde 23 agosto 1965

IL PADRE NEGLI ULTIMI TEMPI



«VOGLIO ESSERE COME UN BAMBINO PICCOLINO... »
 "Voglio essere come un bambino piccolino... che tira la veste al suo Papà e con il sorriso gli chiede le cose più semplici, che al mondo possono sembrare le più impossibili..."
La piccolina del Padre


La caduta di Babilonia, al suono della "tromba" dei nuovi sacerdoti

La "tromba" è sempre stato il simbolo della potenza di Dio (Ap 8; 10; 11; Is 27,13; GI 2,1) ed è interessante rileggere a questo proposito l'episodio della presa di Gerico, nel libro di Giosuè: "Sette sacerdoti porteranno sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca; il settimo giorno poi girerete intorno alla città per sette volte e i sacerdoti suoneranno le trombe. Quando si suonerà il corno dell'ariete, appena voi sentirete il suono della tromba, tutto il popolo proromperà in un grande grido di guerra, allora le mura della città crolleranno e il popolo entrerà, ciascuno diritto davanti a sé" (Gs 6,4-5).
Il "sette" è il numero simbolico del Padre e la "tromba" è il segno della Sua potenza. Il Padre, nella sua venuta, "manderà" i suoi sacerdoti-angeli nel mondo - come Gesù mandò gli Apostoli - con tutta la Sua potenza di Luce e di Grazia.
La Chiesa del Padre sarà dunque eminentemente missionaria, come era alle origini quella del Figlio (Mt 28,18-20), libera dagli angusti e mortificanti confini dell'attuale giuridismo.
Il Padre manderà allora i suoi sacerdoti-angeli dando loro tutta la Sua potenza ("la grande tromba"). Come le mura di Gerico crollarono allo squillo delle trombe suonate dai sacerdoti, così le nebbie con cui l'inferno ha offuscato lo spirito umano cadranno dinanzi alla potenza della parola del Padre che si sprigionerà dai suoi sacerdoti-angeli.
I sacerdoti-angeli fonderanno tutte le religioni, tutte le più svariate spiritualità ("da un estremo all'altro dei cieli") nel nome e nel cuore del Padre comune. Sarà la nuova Chiesa - realmente Una, Santa, Cattolica - unita dall'unico Spirito che in ognuno e in tutti griderà: "Abbà, Padre!".
Questa unica parola: Padre!, pronunziata da tutti gli uomini, sarà «il grande grido di guerra in cui proromperà tutto il popolo» (Gs 6,5) e farà crollare definitivamente le mura dell'inferno.

Cara "piccolina del Papà del Cielo", fammi sapere se questa interpretazione della "fine del mondo" descritta da San Matteo ti sta bene. Nel prossimo numero vedremo cosa ci dicono al riguardo San Giovanni nell'Apocalisse e San Pietro nella sua seconda Lettera. Credo siano d'accordo con noi.

Padre Andrea D'Ascanio

I Dieci Comandamenti



Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta

Il Quinto Comandamento: “Non uccidere”.


Quello che la Chiesa non sa sul Limbo e la sua futura cancellazione.  

Se la Chiesa ufficiale avesse accettato il dono di Dio, cioè l’Opera di Gesù attraverso Maria Valtorta, non avrebbe avuto bisogno di far studiare per anni una commissione teologica, ma avrebbe preso atto di tutte quelle rassicurazione che Dio dà a proposito dei non battezzati, siano essi embrioni, bambini o adulti. 
In una accuratissima Appendice al Poema dell’Uomo-Dio, Volume 6°, Ed. Pisani, 1975, pag. 1193, si legge a proposito del vocabolo “limbo”: 

 <<< III Il vocabolo “limbo” riferito ai non battezzati non figura mai nella Bibbia e nei documenti pontifici o conciliari aventi il supremo valore di definizioni dommatiche o di canoni irreformabili: compare tuttavia almeno nella Costituzione «Auctorem fidei» (1794), con la quale Pio VI condannò gli errori dello pseudo-Sinodo Pistoiese (vedi DENZINGER, Enchiridion Symbolorum…, 1526).  
IV La realtà significata dal termine “limbo” è però senza dubbio asserita, a riguardo dei non battezzati, in vari documenti pontifici o conciliari che, pur non raggiungendo il predetto supremo valore, godono di notevole autorità e non potrebbero venir rigettati se non con errore o almeno con temerità.>>> 73 

Penso poi che nessuno di noi abbia mai, veramente, dubitato che i bambini non battezzati fossero divisi da Dio per sempre, perché avremmo allora dovuto riconoscere di aver a che fare con un Dio ingiusto e immisericorde, visto che non hanno nessuna colpa i bambini se, essendo stati abortiti o non essendo venuti alla luce per malattie proprie o della madre, non hanno potuto neanche desiderare di ricevere il Battesimo. Ma lo stesso discorso vale anche per i miliardi di persone (grandi o piccole) che nel corso dei secoli non hanno potuto conoscere il Vangelo di Gesù. 74 Però questo pensiero di condanna a un Limbo eterno era passato a causa delle meditazioni di famosi Santi che forse avevano interpretato troppo alla lettera il Vangelo di Marco che recita:  

Mc 16[15] Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. [16]Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. [17]E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, [18]prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Ma di quale condanna parla Gesù? Potete veramente pensare che condannerebbe tutti i non battezzati, anche se innocenti, ad una eterna separazione da Lui? Ovvio che no! Gesù si riferisce solo a quelli che avendo avuto ben modo di poterlo conoscere non hanno voluto saperne nulla di Lui. Per gli altri il Purgatorio e/o il Limbo, ma solo fino alla fine dei secoli. 
Se il Limbo fosse stato eterno (come credevano), ci sarebbe stata, infatti, una separazione totale sia da Dio, sia, un domani, anche da genitori e parenti. E furono proprio loro che non accettando un verdetto così severo a riguardo dei loro poveri figli, chiesero al Papa di approfondire questa tematica. 
I testi valtortiani contengono per ben 47 volte la parola “Limbo” e quindi nessun dubbio sulla sua esistenza, sia “pre” che “post Redenzione”, ma non un Limbo sempiterno. 
Incominciamo allora col leggere nuovamente le parole di Azaria (già riportate nelle riflessioni sul Credo), - che ci confermano che il Purgatorio non può annullare il Peccato Originale, ma che il Limbo finirà - e poi quelle di Gesù ai Suoi Apostoli:  

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«[…] Vedete, o anime, il desiderio di Dio e la sua generosità d'amore? 75 Non c'era che un Dio che potesse placare Dio e restituire l'Ordine, turbato nell'Eden, alla primitiva perfezione. L'Ordine era che coloro che sono stati creati ad immagine e somiglianza di Dio potessero godere di Dio ed essere dèi nel bel Paradiso.    Lo spirito, concesso da Dio, emanazione di Dio, germe di Dio, Padre degli uomini, negli uomini non era conveniente che si sperdesse dopo la morte della carne. E neppure era conveniente che un perpetuo esilio tenesse gli spiriti giusti lungi dalla Dimora del Padre in un limbo sempiterno. La prima cosa non era conveniente per la dignità che va data a tutto ciò che viene da Dio, la seconda per la Giustizia di Dio. I giusti dovevano avere un premio. Quale, se non il Paradiso? Ma nel Paradiso non potevano entrare anime lese dalla colpa d'origine che nessun purgatorio annulla. Ecco allora la necessità di annullare questa Colpa. Ecco la necessità che un Dio ristabilisse l'Ordine e lo sublimasse anche, perché la mondezza dalla Colpa non viene ora unicamente da un'eredità quale sarebbe stata quella degli uomini da un Adamo ed Eva fedeli, ma dal Sacrificio di un Dio- Uomo, dai suoi meriti infiniti, dalla sua Dottrina che, accolta da anime di buona volontà, le fa imitatrici del Figlio di Dio nelle opere e nelle virtù. […]». 
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« […] Perché non vi pensate che la Carità sia ingiusta e, solo perché molti non saranno di Israele o di Cristo, pur essendo virtuosi nella religione che seguono, convinti di essere nella vera, abbiano a rimanere in eterno senza premio. Dopo la fine del mondo non sopravvivrà altra virtù che la carità, ossia l’unione col Creatore di tutte le creature che vissero con giustizia. Non ci saranno tanti Cieli, uno per Israele, uno per i cristiani, uno per i cattolici, uno per i gentili, uno per i pagani. Non ci saranno, ma vi sarà un solo Cielo. E così vi sarà un solo premio: Dio, il creatore che si ricongiunge ai suoi creati vissuti in giustizia, nei quali, per la bellezza degli spiriti e dei corpi dei santi, ammirerà Se stesso con gioia di Padre e di Dio. Vi sarà un sol Signore. Non un Signore per Israele, uno per il cattolicesimo, uno per le altre singole religioni. 
Ora vi rivelo una grande verità. Ricordatevela. Trasmettetela ai vostri successori. Non attendete sempre che lo Spirito Santo rischiari le verità dopo anni o secoli di oscurità. Udite. Voi forse direte: “Ma allora che giustizia c’è ad essere della religione santa, se saremo alla fine del mondo ugualmente trattati, come lo saranno i gentili?”. Vi rispondo: la stessa giustizia che c’è, ed è vera giustizia, per coloro che, pur essendo della religione santa, non saranno beati perché non saranno vissuti da santi. Un pagano virtuoso, soltanto perché visse con virtù eletta, convinto che la sua religione era buona, avrà alla fine il Cielo. Ma quando? Alla fine del mondo, quando delle quattro dimore dei trapassati due sole sussisteranno, ossia il Paradiso e l’Inferno. Perché la Giustizia, in quel momento, non potrà che conservare e dare i due regni eterni a chi dall’albero del libero arbitrio scelse i frutti buoni o volle i frutti malvagi. 
Ma quanta attesa prima che un pagano virtuoso giunga a quel premio!… Non ve lo pensate? E questa attesa, specie dal momento in cui la Redenzione, con tutti i suoi conseguenti prodigi, si sarà verificata, e l’Evangelo sarà predicato nel mondo, sarà la purgazione delle anime che vissero da giuste in altre religioni ma non poterono entrare nella Fede vera dopo averla conosciuta come esistente e di provata realtà. Ad essi il Limbo per i secoli e secoli sino alla fine del mondo.  
Ai credenti nel Dio vero, che non seppero essere eroicamente santi, il lungo Purgatorio; e per alcuni potrà avere termine alla fine del mondo. Ma, dopo l’espiazione e l’attesa, i buoni, quale che sia la loro provenienza, saranno tutti alla destra di Dio; i malvagi, quale che sia la loro provenienza, alla sinistra e poi nell’Inferno orrendo, mentre il Salvatore entrerà con i buoni nel Regno eterno. […]». 
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E per finire questo stralcio da una lezione dello Spirito Santo (che commenta per noi l’Epistola di Paolo ai Romani), quale ulteriore e definitiva conferma, sia dell’esistenza attuale del Limbo, sia della sua cancellazione alla fine dei secoli: 

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«[… ] Essi 76 , che non avendo la Legge fanno naturalmente ciò che la Legge impone 77 - e son legge a se stessi mostrando così come il loro spirito ami la virtù e tenda al Bene supremo - essi, quando Dio giudicherà per mezzo del Salvatore le azioni segrete degli uomini, saranno giustificati. Sono molti, costoro. Un numero grande. E sarà la folla immensa... di ogni nazione, tribù, popolo, linguaggio, sulla quale, nell'ultimo giorno, per i meriti infiniti del Cristo immolato sino all'estrema stilla di sangue e di umore, verrà impresso il sigillo del Dio vivo a salvezza e premio prima dell'estremo inappellabile giudizio. La loro virtù, la loro spontanea ubbidienza alla legge di virtù, li avrà battezzati senza altro battesimo, consacrati senza altro crisma che i meriti infiniti del Salvatore. Il Limbo non sarà più dimora dei giusti. Così come la sera del Venerdì Santo esso si svuotò dei suoi giusti, perché il Sangue versato dal Redentore li aveva detersi dalla macchia di origine, così alla sera del Tempo i meriti del Cristo trionfante su ogni nemico li assolverà dal non essere stati del suo gregge per ferma fede di essere nella religione giusta, e li premierà della virtù esercitata in vita. Se così non fosse, Dio farebbe frode a questi giusti che si dettero legge di giustizia e difesero la giustizia e la virtù. E Dio non defrauda mai. Lungo talora a compiersi, ma sempre certo il suo premio ». 
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Ora è più che certo che il Limbo verrà cancellato alla fine dei secoli, ma nel frattempo Dio “soffre” 78 del fatto di non potersi riunire almeno ai suoi pargoli innocenti e chiaramente lo dice nel brano che segue 79 : 

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[…] Non si può pensare che Dio, Carità perfetta che ha creato tutte le anime, predestinandole alla Grazia, escluda dal suo Regno quelli che, non per propria causa, non hanno ricevuto il Battesimo. Quale colpa hanno commessa? Spontaneamente vollero nascere in luoghi non cattolici? Sono responsabili i neonati, morti nel nascere, di non essere battezzati? Può Dio infierire su tutti questi che non sono “chiesa” nel senso stretto della parola, ma che lo sono avendo ricevuto l’anima da Dio ed essendo morti innocenti perché morti nel nascere, od essendo vissuti da giusti per loro naturale tendenza a praticare il bene per onorare così il Bene supremo che tutto, in loro e intorno a loro, testimoniava essere? No. 
Ed è cosa probante, che così non sia, il giudizio inesorabile e severissimo dato da Dio a quelli che sopprimono una vita, anche embrionale, o appena venuta alla luce, vietandole di ricevere il Sacramento che leva la Colpa d’origine.  
Perché questo rigore, se non perché per secoli e millenni quelle anime di innocenti vengono separate da Dio, in uno stato non di pena, ma neppur di gaudio? Può pensarsi che il Buonissimo, che ha predestinato tutti gli uomini alla Grazia, defraudi di essa coloro che non per spontanea elezione non sono cattolici? 
«Molte sono in Cielo le dimore del Padre mio» ha detto il Cristo. Quando non sarà più questo mondo, ma vi sarà un nuovo mondo, un nuovo cielo, e i nuovi tabernacoli della Gerusalemme eterna, e tutta la creazione razionale avrà la sua glorificazione con l’esaltazione dei Risorti, che furono dei giusti, al possesso del Regno eterno di Dio, anche coloro che furono uniti soltanto all’anima della Chiesa avranno la loro dimora in Cielo, perché solo Cielo ed inferno rimarranno eterni, e non può pensarsi che la Carità danni al supplizio eterno creature immeritevoli di esso. […] ». 

a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini  

Apparizioni Mariane



S. Luca

In questo luogo vicino a Montefalco Maria apparve nel marzo del 1861 ad un bambino di quattro anni, di nome Righetto Cionchi, tra le rovine di un’antica cappella dedicata a San  Bartolomeo. Righetto disse di vedere una bella signora che lo accarezzava e gli raccomandava di essere buono. 
Un anno prima una pia donna morta in odore di santità aveva detto che la Vergine desiderava essere venerata in quel luogo e di far restaurare la cappella. Nessuno aveva dato importanza al fatto fino al marzo del 1862 quando un giovane, Giovanni Castellani, in punto di morte a causa della tubercolosi, guarì miracolosamente invocando la Madonna vista da Righetto. 
Il 21 settembre di quello stesso anno il vescovo pose la prima pietra del Santuario della Madonna della Stella. Righetto entrò come fratello di obbedienza nella Congregazione dei Padri Somaschi ed ha avuto inizio la sua causa di beatificazione. Le apparizioni sono state riconosciute dal vescovo del luogo.

Padre Angel Peña

I traditori della fede agiranno come Giuda e i Miei poveri figli porteranno una pesante croce.




Cari figli, il Mio Gesù è con voi. Confidate in Lui, che vede ciò che è nascosto e vi conosce per nome. Voi siete importanti per il Signore. Date a Lui la vostra esistenza. Voglio vedervi felici già qui sulla Terra e più tardi con Me in Cielo. Non perdetevi d'animo. Qualunque cosa accada, non tiratevi indietro. La vostra vittoria è nel Signore. L'umanità si è allontanata dal Creatore e cammina per l'abisso dell'autodistruzione che gli uomini hanno preparato con le proprie mani. Piegate le vostre ginocchia in preghiera. Accogliete il Vangelo del Mio Gesù e ovunque testimoniate che siete del Signore. Non vi dimenticate: nell'Eucaristia è la forza per questo tempo di tribolazione. Non vi allontanate dalla verità. Camminate per un futuro doloroso. I traditori della fede agiranno come Giuda e i Miei poveri figli porteranno una pesante croce. State attenti. In tutto Dio al primo posto. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO



La dimora della SS. Trinità

La dimora della SS. Trinità nell'anima!
Con quali parole dirò questo Mistero così profondo, così sensibile, così sublime che forma la base della nostra santificazione, della nostra vita spirituale, il principio e la corona della nostra vita di Cielo?
Quando la grazia, discendendo nell'anima per pura misericordia del Signore, trova la volontà disposta a secondarla, incomincia una mistica relazione tra il Creatore e la creatura e quanto più questa ritira la propria libertà e la dona e la consuma seguendo le operazioni della grazia, tanto più si rende docile al lavoro di Dio. Ma come dirò questo lavoro?
La grazia prepara il posto nel cuore, Gesù vi discende e dilata la profondità dello spirito. Con l'oro fuso della sua parola prepara il Tabernacolo e in esso ripone il suo Sangue, i suoi Misteri, il suo amore. E come altra volta il Padre e lo Spirito Santo discendevano sensibilmente sopra Gesù, compiacendosi dell'opera della sua Redenzione, così discendono nuovamente nell'anima sposata a Gesù, divenuta la montagna della sua immolazione, la croce su cui si distende, il cuore su cui versa le ultime stille della sua Passione.

O inenarrabili, arcane meraviglie dello sposalizio dell'anima con Dio!

O ineffabile dimora della SS. Trinità nell'anima congiunta con Cristo!

L'anima trabocca, l'anima vien meno e lo spirito esultante, inebriato, rapito esclama: 0 quam suavis est Dominus!

O patimenti, o martirio, o sofferenze tutte della terra, venite a sostenere l'anima che langue per troppo amore!

Sarò io illusa da queste ebbrezze di amore?

O peccati, o ingratitudini, o infedeltà, o indegnità, o debolezze, o miserie della mia povera anima, uscite a umiliarmi!

O Croce, o Sangue, o Passione di Cristo, o patimenti, o virtù, o meriti del suo Cuore, salvatemi! q. 1 : 5 settembre

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

I NOSTRI MORTI



Come vederli
Come aiutarli
Come ci aiutano

IL VOLTO DELLA MORTE ALLA LUCE DELLA FEDE CRISTIANA


La speranza cristiana guarda oltre la morte

Il cristiano accetta la morte fisica nella fede di Cristo risorto e questa fede pasquale è il fondamento necessario della speranza che non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm. 5,5). Così la fede, la speranza e l'amore creano un paradosso tutto cristiano: Il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo (Fil. 1,23). Infatti per il credente il vivere è Cristo e il morire un guadagno (Fil. 1,21). 
          Come la morte, venuta dal peccato, coinvolse non solo i discendenti di Adamo, ma anche tutto il creato, così la vittoria della risurrezione di Gesù si estese all'universo intero: Secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e una nuova terra, nei quali avrà stabile dimora la giustizia (2 Pt. 3,12). La pasqua di Gesù è una vittoria radicale, veramente «cosmica»! Infatti: La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio... e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza siamo stati salvati (Rm. 8,19-24). La redenzione di Gesù si estende a tutto il creato e non può essere diversamente! La cornice (il creato) e il quadro (l'uomo) sono stati coinvolti insieme nel mistero della morte e saranno pure coinvolti nel mistero della risurrezione.
          Quantunque la vita umana sia votata alla morte, noi non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno (2 Cor. 4,16). Certo! La fede e la speranza non devono confinare il cristiano in una specie di «nirvana» inattivo e fatalistico, ma sollecitarlo a preparare il suo radioso avvenire, pur nel doloroso cammino della vita terrena. A questo proposito l'apostolo Paolo dava ai fedeli di Corinto una meravigliosa direttiva ascetica che ogni credente dovrebbe portare impressa nella mente, perché capace di sconvolgere qualsiasi vita e indirizzarla al suo vero fine. Ascoltiamola: Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili sono eterne (2 Cor. 4,17-18). In definitiva, come la fede manifesta le realtà soprannaturali dell'uomo e di tutto il creato, cosi la speranza deve elevare ed indirizzare il pensiero e le opere dell'uomo verso i beni eterni del cielo. L'impegno pastorale della Chiesa 

Del Padre francescano Pasquale Lorenzin

“Signore, insegnaci a pregare!”



Raccolta di preghiere della Serva di Dio LUISA  PICCARRETA 


Questo modo di pregare è un diritto di Dio e il primo dovere della creatura 

Mentre stavo fondendomi nel Santo Volere Divino, per ricambiare in amore (per) tutto ciò  che Iddio aveva fatto nella Creazione per amore delle creature, il pensiero mi diceva che non  era necessario fare ciò, né era gradito al mio Gesù questo modo di pregare, (che) sono invenzioni della mia testa. E il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto:  
“Figlia mia, tu devi sapere che questo modo di pregare, cioè, ricambiare Iddio in amore per  tutte le cose da Lui create, è un diritto divino ed entra nel primo dovere della creatura. La  Creazione fu fatta per amore dell’uomo. Anzi, fu tanto il nostro Amore che, se fosse (stato)  necessario, avremmo creato tanti cieli, tanti soli, tante stelle, tanti mari, terre, piante e tutto il  resto per quante creature dovevano uscire alla luce di questo mondo, affinché ognuna avesse una  Creazione (per) sé, un Universo tutto suo, come difatti, quando il tutto fu creato, solo Adamo fu  lo spettatore di tutto il Creato; egli (poteva) godere tutto il bene che voleva. E se ciò non  facemmo, fu perche l'uomo poteva godere lo stesso tutto, come se fosse suo, ad onta che altri ne  godano.  
Difatti, chi non può dire «il Sole è mio» e godere della luce del Sole per quanta ne vuole? (O) «l’acqua è mia» e dissetarsi e servirsene dove gli è di necessità? Oppure «la terra, il fuoco, l’aria  sono miei», e tante altre cose da Me create? E se in qualche cosa pare che difetta l’uomo (o) che  stenta la vita, è (per) il peccato, che sbarrando il passo ai miei benefìci, impedisce alle cose da  Me create di essere larghe (verso) la creatura ingrata. Quindi, stando tutto ciò, che in tutte le  cose create Dio vincolava il suo Amore verso ciascuna creatura, in essa entra (con) la sua  gratitudine, (con) il suo «grazie» verso chi tanto aveva fatto per lei. Questo non ricambiare Iddio  in amore per tutto ciò che ha fatto nella creazione dell’uomo è la prima frode che la creatura fa a  Dio, è un usurpare i suoi doni, senza neppure riconoscere da dove vengono e chi ha amato tanto.  Perciò è il primo dovere della creatura, ed è tanto indispensabile ed importante, che Colei che  prese a petto tutta la nostra Gloria, la nostra difesa, il nostro interesse, non faceva altro che  girare per tutte le sfere, dalla più piccola alla più grande delle cose create da Dio, per imprimere  il suo ricambio di amore, di gloria, di ringraziamento per tutti e a nome di tutte le umane  generazioni. Ah, sì, fu proprio la mia Mamma Celeste, che riempì cieli e terra del ricambio (per)  tutto ciò che aveva fatto nella creazione. Dopo di Lei fu la mia Umanità, che compì questo dovere sì sacrosanto, a cui tanto aveva mancato la creatura e che mi rese propizio il mio Padre Celeste  verso l’uomo colpevole. Sicché furono le mie preghiere e quelle della mia inseparabile Mamma.  Non vuoi tu, dunque, ripetere le mie stesse preghiere? Anzi, ti ho chiamata per (questo) nel mio  Volere, affinché ti associ con Noi e segua e ripeta gli atti nostri”. 
Ond’io, per quanto potevo, cercavo di girare per per tutte le cose create per dare al mio Dio  il ricambio dell’amore, della gloria (e) della gratitudine per tutto ciò che aveva fatto nella  creazione...  (Vol. 18°, 09-08-1925). 

a cura di D. Pablo Martín

domenica 2 febbraio 2020

CHIESA



Molti presto inizieranno ad usare la loro conoscenza della scienza per valutare il Santissimo Vangelo. 

Mia amata figlia prediletta, molti inizieranno presto a usare la loro conoscenza della scienza per valutare il Santissimo Vangelo. Invece di proclamare la Verità della Mia Parola che viene dalla Sapienza di Dio, inizieranno a rivoltarla in modo da darne un‟immagine più moderna. 

Tutte le Mie Parole contenute nel Santo Vangelo, saranno interpretate in modo diverso. Diranno che la Mia Parola significherà qualcosa di nuovo, che sarà più pertinente nel mondo di oggi. Cercheranno di portare esempi di come dovrei istruirvi, se dovessi vivere sulla Terra in questo momento. Sparirà la semplicità della Parola di Dio, che è per tutti. Coloro che sono intelligenti, istruiti e che sono orgogliosi del progresso umano nel mondo della scienza, inizieranno a fare affermazioni offensive. 

La Chiesa abbraccerà le cosiddette nuove scoperte scientifiche che screditano ciò che è contenuto nella Sacra Bibbia. Esse riveleranno quello che diranno essere nuove evidenze che mettono in dubbio il modo in cui è stato creato il mondo. Allora diranno che molto di ciò che è contenuto nella Bibbia sono semplicemente metafore destinate a portare la pace tra gli uomini. Useranno il messaggio dell’umanesimo, dell’amore reciproco, cioè la vostra capacità di prendersi cura dei poveri, degli ignoranti e dei bisognosi, come un sostituto della Verità che è vi stata data nei Vangeli. Poi, le nuove false dottrine che sembreranno simili alla Verità, saranno abbracciate anche dai sacerdoti, e solo coloro che resteranno saldi nella Mia Parola manterranno viva la Verità. 

Miei cari discepoli, quando scoprirete che pochissimi ascolteranno ancora la Verità, la Parola di Dio, allora dovrete consolarvi a vicenda. Dovrete continuare a ricordare la Verità a quelli della Mia Chiesa che applaudiranno le eresie che verranno introdotte, poiché molti di loro non ne sapranno nulla. Essi si saranno così allontanati da Me, che accetteranno prontamente tali cambiamenti. Sarà molto più facile per coloro che hanno poca fede accettare la parola di quelli che chiedono riforme, piuttosto che rimanere fedeli alla Parola di Dio. 

L’invito per i primi cambiamenti sarà fatto molto presto. Con una dolcezza che calmerà e appassionerà le discussioni sulla necessità di sollevarsi come un mondo unito, per mostrare l’amore e la tolleranza per tutti, sarete condotti nell’errore più grande. Molti saranno sconvolti da quanto velocemente la Mia Chiesa sembrerà abbracciare il mondo secolare. Molti saranno affascinati dal modo in cui le diverse religioni, i pagani e gli eretici si precipiteranno ad aderire a questo nuova caritatevole chiesa mondiale. Diranno: “Finalmente una Chiesa tollerante che accoglie tutti.” Non si vergogneranno più di disubbidire a Dio. Invece, essi proclameranno orgogliosamente che i loro miserabili peccati non solo sono accettabili agli occhi di Dio, ma non sono neanche più considerati peccati. Questo creerà grande gioia ovunque. 

Per la prima volta nella storia, coloro che guidano la Mia Chiesa nell’errore saranno amati, adorati e praticamente nessuna critica sarà mossa loro. 

La più grande eresia mai vista dalla Mia morte sulla Croce, ora divorerà la Mia Chiesa sulla Terra. Essi riempiranno le Mie Chiese con simboli pagani offensivi e non Mi vedrete più da nessuna parte. E mentre riempiranno gli edifici che hanno creato per adorarmi, La Mia Vera Chiesa, composta da coloro che rimangono fedeli alla Verità, diventerà l‟unico vero tempio di Dio, perché i Miei discepoli non accetteranno mai la profanazione del Mio Corpo. La loro fede consentirà loro di diffondere il Vangelo e mantenere accesa la fiamma dello Spirito Santo. 

Il vostro Gesù. 

9 Novembre 2013