lunedì 3 febbraio 2020

I NOSTRI MORTI



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IL VOLTO DELLA MORTE ALLA LUCE DELLA FEDE CRISTIANA


La speranza cristiana guarda oltre la morte

Il cristiano accetta la morte fisica nella fede di Cristo risorto e questa fede pasquale è il fondamento necessario della speranza che non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm. 5,5). Così la fede, la speranza e l'amore creano un paradosso tutto cristiano: Il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo (Fil. 1,23). Infatti per il credente il vivere è Cristo e il morire un guadagno (Fil. 1,21). 
          Come la morte, venuta dal peccato, coinvolse non solo i discendenti di Adamo, ma anche tutto il creato, così la vittoria della risurrezione di Gesù si estese all'universo intero: Secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e una nuova terra, nei quali avrà stabile dimora la giustizia (2 Pt. 3,12). La pasqua di Gesù è una vittoria radicale, veramente «cosmica»! Infatti: La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio... e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza siamo stati salvati (Rm. 8,19-24). La redenzione di Gesù si estende a tutto il creato e non può essere diversamente! La cornice (il creato) e il quadro (l'uomo) sono stati coinvolti insieme nel mistero della morte e saranno pure coinvolti nel mistero della risurrezione.
          Quantunque la vita umana sia votata alla morte, noi non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno (2 Cor. 4,16). Certo! La fede e la speranza non devono confinare il cristiano in una specie di «nirvana» inattivo e fatalistico, ma sollecitarlo a preparare il suo radioso avvenire, pur nel doloroso cammino della vita terrena. A questo proposito l'apostolo Paolo dava ai fedeli di Corinto una meravigliosa direttiva ascetica che ogni credente dovrebbe portare impressa nella mente, perché capace di sconvolgere qualsiasi vita e indirizzarla al suo vero fine. Ascoltiamola: Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili sono eterne (2 Cor. 4,17-18). In definitiva, come la fede manifesta le realtà soprannaturali dell'uomo e di tutto il creato, cosi la speranza deve elevare ed indirizzare il pensiero e le opere dell'uomo verso i beni eterni del cielo. L'impegno pastorale della Chiesa 

Del Padre francescano Pasquale Lorenzin

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