I DIRETTORI SPIRITUALI
1. Padre Benedetto da San Marco in Lamis
Nacque il 16 marzo 1872; mentre frequentava a Foggia le scuole professionali, sentì la vocazione religiosa e l'11 dicembre 1890 vestì l'abito cappuccino nel noviziato di Morcone. Terminati lodevolmente gli studi ecclesiastici tra i cappuccini di Toscana, l'11 aprile 1898 fu ordinato sacerdote ed in seguito vinse il concorso interno dell'ordine per la cattedra di filosofia e fisica.
Dal 1903 al 1919, nonostante i diversi incarichi di governo disimpegnati senza interruzione, si dedicò all'insegnamento negli studentati della provincia cappuccina di Foggia. Sia le sue spiccate doti pedagogiche che la sua non comune erudizione suscitavano la simpatia dei giovani, che gli rimasero sempre affezionati e fedeli.
Padre Benedetto eccelleva nell'arte dello scrivere sia in prosa che in poesia; aveva un gusto naturale del bello e si dilettava di pittura e di scultura 1. Predicava con facilità di parola ed eleganza di stile. Possedeva il dono particolare della direzione delle anime; e furono molte quelle che si affidarono a lui e non poche quelle che, sotto la sua illuminata guida, percorsero la via della perfezione cristiana.
Le doti di governo lo imposero ben presto all'attenzione e all'ammirazione dei confratelli, i quali lo elessero superiore. Nel 1903 era già definitore o consigliere del superiore provinciale e poi riconfermato nel 1906; dal febbraio 1908 al luglio 1919 governò la provincia monastica di Foggia; in quest'ultimo anno, e poi nel 1922 e nel 1928 fu eletto delegato per il capitolo generale dell'Ordine.
Disimpegnò l'ufficio di visitatore generale delle province cappuccine di Bari Lecce e di Messina; dal maggio 1920 al 5 novembre 1921 fu vicedirettore e direttore spirituale del collegio internazionale "San Lorenzo da Brindisi" a Roma. Ritornato in provincia, si dedicò con plauso all'apostolato e ricoprì varie volte la carica di superiore fino alla morte, che lo colse a Sansevero il 22 luglio 1942 2.
Padre Benedetto e padre Pio si conobbero il 25 aprile 1903 a Morcone, e furono insieme durante l'anno scolastico 1905 1906 a San Marco la Catola. Le loro relazioni diventarono frequenti dopo che padre Benedetto fu eletto provinciale ed ebbe ad occuparsi della situazione di padre Pio, costretto a vivere fuori convento.
Il presente epistolario dimostra il modo e la frequenza dei rapporti intercorsi tra i due religiosi. Complessivamente abbiamo 268 lettere, delle quali 165 sono di padre Pio e le altre 103 di padre Benedetto. Le lettere di padre Pio sono giunte tutte a noi; invece parecchie del padre Benedetto sono disperse, forse distrutte da lui stesso perché troppo personali e quasi confessioni scritte.
Le lettere di padre Benedetto, letterariamente ben elaborate, in genere sono brevi e sobrie ma ricche di dottrina ricavata dalle fonti rivelate, dai maestri classici dell'ascetica e mistica e dalla propria esperienza; rivelano l'uomo di vasta cultura, di profonda dottrina e di larga esperienza come maestro e direttore di spirito.
Nella sua direzione è esigente, alquanto autoritario ed alle volte sembra poco espansivo e quasi staccato. Non indulge mai al sentimentalismo, anche quando, in determinate circostanze o condizioni spirituali e psicologiche, il suo discorso si fa più umano ed acquista un tono molto personale di confidenza e intimità.
Ciò si verifica soprattutto quando si rivolge a padre Pio come discepolo in cerca di consiglio conforto, orientamenti.
Nonostante certe passeggere difficoltà e incomprensioni, padre Benedetto godette sempre la stima, la venerazione e la incondizionata adesione di padre Pio. Fu il suo vero maestro nelle vie dello spirito e il suo autorevole direttore, e a chi gli domandava, molti anni dopo l'esonero da tale incarico direttivo di padre Benedetto: "E tu l'hai il direttore spirituale?", rispondeva: "L'avevo, era il padre Benedetto; ma da quando me lo levarono, sono rimasto senza"3.
Testimone convinto dei doni mistici del padre Pio, li mantenne segreti finché gli fu possibile, e non fu affatto credulo nell'accettarli. Quando invece la notizia di quei doni divenne di dominio pubblico, si adoperò con prudenza ed energia a circoscrivere la pubblicità e ricondurre le cose e gli avvenimenti alle loro giuste proporzioni.
Ma nonostante la sua discrezione e prudenza, qualcuno mise in cattiva luce il suo comportamento di padre spirituale e nel giugno del 1922 padre Pio ricevette ordine di interrompere ogni comunicazione con lui. Detto ordine fu accettato da entrambe le parti con sincera umiltà e devota sottomissione e padre Benedetto non compare più nella vita di padre Pio. Così ebbe termine il capitolo della direzione spirituale, oggetto del presente epistolario.
Durante i 12 anni che lo diresse raccolse notizie personali su padre Pio, "riferentisi all'evoluzione del suo spirito, con l'intento di scriverne in futuro la vita, se avesse santamente finito il suo corso mortale e Dio si fosse degnato di dire la sua parola sulla tomba".
Purtroppo gli avvenimenti impedirono questo suo lodevole disegno e noi non abbiamo potuto consultare tali appunti spirituali, che certamente avrebbero lumeggiato l'itinerario mistico di padre Pio.
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