Divisione del Mondo Soprannaturale.
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E il combattimento ebbe luogo nel cielo, in Coelo. Qual’è questo cielo? Sonovi tre cieli o tre sfere di verità: il cielo delle verità naturali; il cielo della visione beatifica; il cielo della fede, intermediario tra i due primi. Abbiamo visto già che fino dal primo istante della loro creazione, gli angeli conoscono perfettamente nel loro insieme e nelle loro ultime conseguenze, tutte le verità dell'ordine naturale. Questa conoscenza forma la loro gloria, statuendo l’immensa superiorità di questi sull'uomo,. Così non havvi, da parte loro nessun interesse a protestare contro alcuna di queste verità. Nessuna possibilità di farlo ; imperocché ogni essere ripugna invincibilmente alla sua distruzione. Le verità dell’ordine naturale essendo connaturali agli angeli, protestare contro di esse sarebbe stato un protestare contro l'essere proprio: il negarle poi, sarebbe stato una specie di suicidio: dunque la battaglia non ebbe luogo nel cielo delle verità naturali.
Tanto meno ebbe per teatro il cielo della visione beatifica; poiché questo, come ricompensa della prova, è l’eterno soggiorno della pace. Ivi, tutte le -intelligenze angeliche ed umane, poste in faccia alla verità contemplata da esse senza velo, confermate nella grazia, unite in carità e confermate nella gloria, vivono della stessa vita, senza opposizioni, senza divisioni e senza possibili gare.
Qual’è dunque il cielo del combattimento? Evidente mente la dimora, o lo stato nel quale gli angeli dove vano, come l’uomo, subire la prova per meritare la gloria. In che questa consisteva? certamente ancora nell’ammissione di qualche mistero sconosciuto dell’ordine soprannaturale. Questa ammissione, per essere meritoria dovea costare. Essa ebbe dunque per oggetto qualche mistero il quale, al cospetto degli angeli, sembrava urtare la loro ragione, derogare alla propria eccellenza e nuocere alla gloria loro.
Ammettere umilmente questo mistero sopra la parola di Dio, adorarlo a malgrado delle sue oscurità e delle ripugnanze della loro natura, a fine di vederlo dopo averlo creduto; tale era la prova degli angeli. Con quest'atto di sottomissione, queste intelligenze sublimi, curvando la loro fronte luminosa dinanzi all'Altissimo, gli dicevano: « Noi non siamo che creature; voi solo siete l'Essere degli esseri. La vostra sapienza è infinita; grande com’ essa, la nostra non è. La vostra carità agguaglia la vostra saggezza; noi abbracciamo nella pienezza dell'amore il mistero che vi degnate rivelarci. » Nei consigli di Dio, quest'atto di adorazione, che implica l'amore e la fede, era decisivo per gli angeli, come un atto simile lo fu per Adamo, come lo è per ognuno di noi: chiunque non crederà, sarà condannato.1
« E Michele e gli angeli suoi combatterono contro il Dragone. Michael et angeli ejus praelìabantur cum Bracone. Appena venne proposto di credere a questo domma, uno degli arcangeli più luminosi, Lucifero, mandò il grido della ribellione: « Io protesto: ci si vuol far discendere, ed io salirò. Si vuole umiliare il mio trono, io lo innalzerò al di sopra degli astri. Io sederò sul monte dell’alleanza, ai fianchi dell'Aquilone. Io e nessun altro, sarò simile all' Altissimo.% » Una parte degli angeli, ripete: « noi protestiamo.3 »
A queste parole, un arcangelo, luminoso quanto Lucifero, esclama: «Chi è simile a Dio? chi può rifiutarsi di credere, di adorare ciò che propone alla fede e all’adorazione delle sue creature? Io credo e adoro.1 » La moltitudine delle celesti gerarchie ripete: « Noi crediamo e adoriamo. »
Lucifero ed i suoi aderenti non appena commessa la colpa essendo stati puniti, si viddero cangiati in demoni orribili, e furono precipitati negli abissi di quel- l’inferno, che il loro stesso orgoglio avea scavato.2 Spaventevole severità della giustizia di Dio! Quale n’è la causa, e donde viene ch’egli abbia avuto misericordia per l’uomo e non per un angelo? La ragione sta nella superiorità della natura angelica. Gli angeli sono immutàbili, mentre l’uomo non lo é. San Tommaso dice: « essere un articolo della fede cattolica, che la volontà degli angeli buoni è confermata nel bene, e la volontà dei cattivi, ostinata nel male. La causa di questa ostinazione non è nella gravità della colpa, bensì nella condizione della natura. Fra l'apprensione dell’angelo e l’apprensione dell’uomo avvi questa differenza, che l’angelo comprende o afferra immutabilmente col suo intelletto, come noi stessi afferriamo i primi principii che conosciamo. Al contrario l’uomo, con la sua ragione, apprende o afferra la verità, in una maniera variabile, andando da un punto all’altro, avendo pure la possibilità di passare dal si al no. Di guisa che la sua volontà non aderisce a una* cosa che in un modo variabile, conservando essa altresì la facoltà di distaccarsene, e di appigliarsi alla cosa contraria. Diverso è il caso della volontà dell'angelo: essa aderisce stabilmente e immutabilmente.1 »
Noi conosciamo l’esistenza, il luogo ed il risultato della prova; ma qual ne fu la natura? In altri termini: qual’è il domina preciso, la cui rivelazione diventò la pietra d’inciampo, per una parte delle celesti intelligenze?
Monsignor GAUME