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L’angelo è una intelligenza pura. Il suo intendimento è sempre un atto, non mai una potenza; cioè dire che l’angelo non ha soltanto, come l’uomo, la facoltà o la possibilità di conoscere, ma che conosce attualmente. Ascoltiamo quei grandi filosofi, sempre antichi e sempre nuovi, che chiamansi i Padri della Chiesa ed i teologi scolastici. « G-li angeli, dicono essi, per conoscere non hanno bisogno nè di cercare, nè di ragionare, nè di comporre, né di dividere: essi si guardano e veggono. La ragione è questa, che sino dal primo istante della loro creazione, hanno avuto tutta la loro perfezione na turale e posseduto le specie intelligibili, o rappresenta zioni delle cose, perfettamente luminose, per mezzo delle quali veggono tutte le verità che possono conoscere na turalmente. Il loro intendimento è come uno specchio perfettamente puro, nel quale si riflettono e s’impri mono senz’ombra, senza accrescimento nè diminuzione, i raggi del sole di verità.
« Altra cosa è 1’ intendimento dell* uomo. uno E' specchio imperfetto, cosparso di macchie più o meno dense, e più o meno numerose, le quali non scompaiono che in parte sotto lo sforzo laborioso e di continuo rinnuovato dello studio e del raziocinio. La ragione è che l’anima umana, essendo unita al corpo, deve ricevere successivamente cose sensibili; e per via di queste, una parte delle specie intelligibili, mediante le quali gli# è fatta conoscere la verità. È appunto cosi che l’anima è unita al corpo.1 »
Poiché, sino dall’istante della loro creazione, gli an geli conobbero perfettamente, tutte le verità dell’ordine naturale, così la loro prova ha avuto necessariamente per oggetto qualche verità dell’ordine soprannaturale. Que ste verità essendo inaccessibili alle forze native del loro intendimento, non vengono essi a conoscerle che per via della rivelazione. « Negli angeli, dice san Tommaso, vi sono due conoscenze: una naturale, con cui cono scono le cose tanto per la loro essenza che per ( le specie innate. In virtù di questa conoscenza, essi non possono capire i misteri della grazia, perchè questi mi steri dipendono dalla pura volontà di Dio. L’altra so prannaturale, che gli beatifica, e in virtù di essa veg gono il Verbo e tutte le cose nel Verbo. Con questa visione, conoscono i misteri della grazia, non tutti, nè tutti egualmente, ma secondo che a Dio piace rivelarglieli.2 »
***Monsignor GAUME
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