Divisione del Mondo Soprannaturale.
Abbiamo dunque visto che il mondo superiore, il mondo delle pure intelligenze, governa necessariamente l’uomo e il mondo che gli è inferiore. Logicamente ne risulta che il Re del mondo superiore è il vero Re di tutte le cose. Gli Angeli e gli uomini, forze della natura, non sono che i suoi agenti. Tutto dipende da lui ; Egli solo non dipende da alcuno. In conseguenza di ciò parrebbe che nell’ universo tutto dovesse esser pace e unità. Invece altra è la realtà; dappertutto è il dualismo.
Ora il dualismo non è nel mondo inferiore se. non perché è nel mondo superiore; è nel mondo dei fatti, perchè è nel mondo delle cause. La divisione e la guerra son dunque scoppiate nel cielo, innanzi di discendere sulla terra. Come esse sono tra gli uomini, profonde, accanite, universali, permanenti, cosi lo sono tra gli angeli. In una parola, il mondo soprannaturale, diviso inbuono e cattivo, tale é la seconda verità fondamentale che bisogna mettere in chiaro.
Dio essendo la bontà per essenza, tutto ciò che esce dalle di lui mani non può essere che buono.1 Essendo che una parte degli abitanti del mondo superiore sono malvagi, e che non sono tali per natura, fa d’uopo per necessità concludere eh’essi lo sono divenuti. Nessuno diventa malvagio che per sua colpa. Ogni colpa suppone il libero arbitrio. Gli Angeli cattivi sono dunque stati liberi, e hanno abusato della loro libertà. Ma quale è la prova a cui hanno essi volontariamente mancato?
Se la ragione ne conferma resistenza, la rivelazione soltanto può spiegarne la natura. Sotto pena di sragionare eternamente, fa d'uopo dunque interrogare Dio medesimo, autore della prova e testimone dei suoi resultati.
Ecco ciò che l'Antico dei giorni dice al suo più intimo confidente: Una gran battaglia ebbe luogo nel Cielo ; Michele e gli angeli suoi combattevano contro il Dragone; e il Dragone combatteva, e seco i suoi Angeli.2
Queste poche parole racchiudono tesori immensi di luce.
In ciò solamente sta l'origine istorica del male. Dappertutto altrove incertezze, contradizioni, tenebre, oscillazioni eterne. E poiché siamo giunti al gran problema del mondo, tratteniamoci a considerare ogni sillaba dell’Oracolo divino.
Quale è questo combattimento, praeliumì Essendo gli Angeli puri spiriti, questo combattimento non fu una lotta materiale, come quella dei Titani della mitologia; nè una battaglia simile a quelle che si danno sulla terra, dove ora dall’una, ora dall’altra parte i combattenti si assalgono da lontano con proiettili, si pigliano corpo a corpo, si gettano a terra, e si calpestano. In ciò essendo gli esseri tanti attori, un combattimento di Angeli è puramente intellettuale. È una contesa tra puri spiriti, in cui alcuni dicono si a una verità, e altri no. Grande combattimento, praelium magnum.
Grande è infatti sotto qualunque punto di vista lo si ravvisi. Grande, pel numero e la potenza dei combattenti ; grande, perchè fu il principio di tutti gli altri; grande pei suoi resultati immensi, eterni; grande per la verità che ne fu r oggetto. Per dividere il Gielo in due campi irreconciliabili, per trascinare nell’abisso la terza parte degli angeli, e per assicurare per sempre la felicità degli altri, bisogna che questa verità tanto contrastata fosse un domma fondamentale.1
Quale può essere la natura di questa verità proposta come prova, all’adorazione'delle gerarchie celesti?
per gli angeli come per gli uomini vi sono due sorta di verità: le verità dell’ordine naturale e quelle dell'ordine soprannaturale. Le prime non oltrepassano le facoltà naturali dell’angelo e dell’uomo. Ma delle seconde è altrimenti: spieghiamo dunque questo punto di dottrina.
Ogni essere, come opera di un Dio infinitamente buono, è creato per la felicità. La felicità dell’essere consiste nella sua unione col fine pel quale egli è stato creato. Tutti gli esseri essendo stati creati da Dio e per Iddio, la loro felicità consiste nella unione di questi con Dio. Negli esseri intelligenti, fatti per conoscere e per amare, questa unione ha luogo mediante la cognizione e l’amore. Quest'amore e questa cognizione, svolte per quanto lo concedano le forze della natura, costituiscono la felicità naturale della creatura. Iddio non se ii’è contentato. A fine di procurare agli esseri dotati di intelligenza una felicità infinitamente maggiore, cioè la sua bontà essenzialmente comunicativa, ha voluto che gli angeli e gli uomini si uniscano al Bene supremo, per via di una conoscenza molto più chiara e mediante un amore molto più intimo, che non lo esigeva la loro naturale felicità: quindi, la bontà soprannaturale.
Di qui pure, due sorta di cognizioni di Dio e della verità: una, naturale che consiste nella vista di Dio, in quanto la creatura n’ è capace con le sue proprie forze; 1’ altra soprannaturale che consiste in una vista di Dio, superiore alle forze della natura e infinitamente più chiara della prima. Questa seconda cognizione è un favore tutt’ affatto gratuito. Gli angeli e gli uomini, come esseri liberi, debbono, per assicurarsene il possesso, soddisfare alle condizioni alle quali Iddio lo promette.
Da ciò infine derivano, com’è stato detto, relativamente agli angeli ed alfuomo, due sorta di verità: le verità dell’ordine naturale, e le verità dell’ordine soprannaturale. Gli angeli conoscono perfettamente, completamente, nei loro principiì e nelle loro ultime conseguenze, nell’insieme e minutamente, tutte le verità dell’ordine naturale, vale a dire che rientrano nella sfera nativa della loro intelligenza. Per essi, in questa sfera, non avvi alcun errore, nessun dubbio:per conseguenza nessuna possibile contradizione.1 Donde vieneloro questa mirabile prerogativa? daU’eccellenza stessa della propria natura. Spieghiamo ancora questo punto d’alta filosofia, tanto nota alla barbarie del medio evo. e tanto sconosciuta nel nostro secolo dei lumi.
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Monsignor GAUME
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