lunedì 23 dicembre 2019

ILDEGARDA DI BINGEN


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Poco a poco la vita a Rupertsberg prende un corso regolare. Già lo Scivias e il riconoscimento di papa Eugenio a Treviri della missione di Ildegarda avevano fatto sì che la fama delle sue visioni si spandesse in una larga cerchia. Ben conosciuta, stimata, ricercata per consigli da vicino e lontano,
da persone di ogni condizione sociale, intraprese anche dei viaggi, seguendo il corso del Reno verso il nord, verso il sud, il corso del Meno e il corso della Mosella; probabilmente viaggiava sempre lungo i fiumi. C’erano dei conventi che si trovavano in situazioni molto difficili che chiedevano il suo consiglio, c’era un abate che chiedeva se doveva o no dare le dimissioni, altri chi dovevano accettare l‘incarico.

Gli ultimi mesi della sua vita furono duramente provate dal famoso interdetto. Ildegarda aveva permesso che fosse sepolto nel cimitero del monastero un giovane che era stato scomunicato, ma che si era convertito poco prima di morire e aveva ricevuto l’assoluzione. Il vescovo di Magonza in quel tempo era a Roma e il clero di Magonza non era molto favorevole verso Ildegarda, perché lei aveva scritto alcune lettere, precisando cose che Dio non voleva trovare tra loro. Essi non vollero riconoscere la conversione del giovane prima della morte e pretesero che Ildegarda facesse asportare il cadavere dal cimitero. Lei si oppose, nascose il luogo preciso dove era sepolto e accettò la scomunica per sé e per il suo monastero. Il che voleva dire che non si poteva recitare l’Ufficio, non si poteva assistere alla Messa, ricevere la comunione e gli altri sacramenti. Morì il 17 settembre dell’anno 1179 e alla sua morte ci fu un segno celeste, un segno di croce in cielo.

Sr. ANGELA CARLEVARIS osb

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