lunedì 30 dicembre 2019

La presenza reale



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Si crede di poter superare la spiritualità cristiana. La natura umana si è realizzata pienamente nel Cristo, così il Cristo, non solo come Dio ma anche come Uomo, si propone agli uomini come norma e ideale. L’atto ultimo della storia non potrà mai superare la Morte di Croce. L’atto supremo dell’umanità, la massima realizzazione dell’umanità è in questo dono che Cristo ha fatto di Sé con la morte. È in quell’atto di amore che Egli eternamente rimane, e in questo atto Egli realizza l’unità con tutti i mondi, con tutte le anime.
Il Cristo rimane, nel suo Sacrificio, il termine di ogni umano cammino. Egli ci trascende. Noi ci doniamo a Lui, Egli si dona a noi, ma il suo dono non elimina la sua presenza oggettivamente distinta. Tu mangi il pane e lo elimini come pane perché diviene tuo corpo; tu mangi il Cristo, Egli si comunica a te, ma Egli rimane. Puoi comunicarti ogni giorno e ogni giorno tu devi comunicarti di nuovo; qualunque sia il dono che ricevi da Lui, tu in Lui non ti trasformi così da non essere sempre Egli, per te, Colui che ti trascende come legge di vita, come ideale ultimo che l’anima non potrà mai pienamente raggiungere, cui non potrà mai identificarsi pienamente. 
     
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Dio è presente per comunicarsi. La Presenza reale implica e realizza la vera comunione di Dio con l’uomo e dell’uomo con Dio. Pur vivendo nel medesimo mondo, gli uomini sono come dimore chiuse. Il fatto che vivono in un corpo rende possibile, attraverso il rapporto del corpo, una qualche comunicazione fra loro, ma la comunicazione rimane essenzialmente esteriore. Attraverso il corpo le anime comunicano fra loro; l’unione d'amore ha inizio nel corpo per consumarsi nello spirito. Il corpo, tuttavia, nello stesso tempo che è mezzo, è anche ostacolo alla comunione perfetta.
Viviamo nel medesimo mondo, ma non siamo presenti gli uni agli altri. L’uomo può essere veramente presente soltanto a Dio, e Dio soltanto può esser presente veramente all’uomo, perché la presenza vera, reale, perfetta, implica una totale comunicabilità, un rapporto totale. Si è realmen- te presenti uno all’altro quando uno all’altro possiamo donarci e uno e l’altro possederci fino in fondo. Ogni altra presenza è presenza di contiguità, è presenza di cose, non di esseri vivi, non di persone viventi. Dio si fa presente nel Cristo risorto.
Il Mistero eucaristico è il Mistero di quella Presenza reale. Egli non era presente fra gli uomini prima della sua resurrezione come ora è presente nel sacramento eucaristico. Nella Presenza reale del Cristo, Dio si dona all’uomo e l’uomo sfugge alla sua solitudine umana donandosi a Dio. Nel Cristo l’uomo, come può ricevere Dio, così può totalmente aprirsi e totalmente donarsi. Anzi, la Presenza reale è già la comunione perfetta perché, in Cristo, Dio e l’uomo già divengono uno. Per questo il Cristianesimo può presentarsi come la religione più alta anche a quelli che non credono, perché è l’unica religione che assicura di realizzare la suprema comunione di vita di un amore personale, che è totale dono di sé. Gli asiatici non accettano che il Cristianesimo sia la religione più alta. I buddisti ci dicono: “Solo la religione buddista libera gli uomini da ogni mitologia e realizza la pura vita spirituale nell’assoluto rifiuto di tutto quello che è relativo; il Budda non si è pronunciato su Dio, ma è stato proprio il suo rifiuto a parlarne, che salva la trascendenza di ciò che non è impermanente; la trascendenza non ha nome, rimane inoggettivabile, rimane senza espressione né sensibile né concettuale: pura vacuità”.
Ma il Cristianesimo può essere riconosciuto più alto del Buddismo proprio dal fatto che la vita religiosa nel Cristo si compie, non in un puro rifiuto, ma in un atto totale di amore. L’uomo non può dare un nome a Dio, non può definirLo né pretendere di conoscerLo, ma Dio può farsi conoscere, può dire il suo nome, donarsi all’uomo, se vuole, e l’uomo può raggiungerlo non soltanto facendoGli posto nel vuoto dentro di sé, ma in atto puro e totale che acconsente ad esser invaso e posseduto da Dio. Il rifiuto proprio del Buddista a incatenare Dio nelle maglie del pensiero e dell’esperienza, diviene nel Cristianesimo certezza di una libera ma piena comunione di amore di Dio con l’uomo nel Mistero della Presenza reale. Dio non si fa presente nel Cristo che in quanto si dà, così la Presenza reale è il dono di Dio all’uomo che l’uomo può ricevere nell'atto in cui egli stesso si dona all'Amore.
L’uomo « è » nella misura in cui si dona a Dio, nella misura che, come è creato da Dio, così diviene puro riferimento di amore a Lui. Così tutta la mia vita è il dono di me stesso a Dio nel Cristo. Nella sua presenza Egli si dona all’uomo e l’uomo si dona a Dio in una totale comunicabilità.
Così la vita del Cristianesimo è purezza di amore, è perfezione di amore, ma di un amore che non è più angoscia nella volontà di donarci senza che alcuno possa riceverci, non è più desiderio di accogliere senza poter accogliere l'altro: è veramente un essere l'uno nell’altro in modo perfetto, a somiglianza di quello che avviene nelle Persone divine, onde il Padre è nel Figlio e il Figlio è nel Padre. Così dice Gesù nel sermone dopo la Cena: noi siamo in Lui ed Egli è in noi, « Rimanete in me ed io in voi » (Gv 15,4). Egli è presente nell’Eucaristia in quanto si dona; Egli è presente in quanto Egli è per me ed in me, ed io sono per Lui e in Lui. Il Padre totalmente si ordina al Figlio e il Figlio totalmente al Padre; la Presenza reale del Cristo è la realtà di un amore, che è perfetta e piena comunione del Cristo ad ogni uomo ed esige la comunione di ogni uomo con Lui.
L’uomo è un mondo, ed è più vasto del mondo. Quale profondità di vita egli possiede! Gli uomini vivono gli uni accanto agli altri, vivono forse nella medesima casa e sono estranei fra loro. Qualsiasi amore che ci portiamo può far sì che noi possiamo più o meno intuire l’altro, più o meno capirlo, ma rimaniamo nonostante tutto degli estranei. Che presenza è la nostra? La vera presenza è il Signore. Io sono veramente presente soltanto per Lui che mi ama ed Egli è presente realmente soltanto per me. Se non viviamo la sua Presenza reale siamo come dei morti, degli alienati, al di fuori di noi stessi, e nessuno ci conosce e ci riceve. Non viviamo in nessun luogo, perché l’unico luogo che veramente ci accoglie è il Corpo di Cristo, Questo Corpo è il mondo nuovo che tutti ci accoglie. L’uomo non può essere veramente presente che in Lui. Io posso amare chiunque, ma chiunque io ami, mi rimane estraneo. Quale angoscia deve essere quella di chi realmente ama, di vivere insieme e non potersi mai posseder totalmente! Ma l’uomo può esser nel Cristo, e il Cristo stesso tutto vuol essere in te e realmente si dona. Nessuna presenza è comparabile alla sua: Egli è la Presenza reale.
Vivere la Presenza reale è vivere finalmente la liberazione dalla solitudine propria dell’uomo. Così la Presenza reale del Cristo realizza la Chiesa moltitudine e unità dei redenti; così nel Sacramento eucaristico è vinta la solitudine dell’uomo e la solitudine di Dio. Dio non vive più nella sua solitudine: Egli è l’Amore che si dona; e gli uomini non vivono più nella loro solitudine: essi sono coloro che hanno  accolto l’Amore. Finalmente Uno si dona agli uomini e gli uomini in Lui  divengono uno. Finalmente anche tu puoi donarti perché trovi uno che può ricevere fino in fondo. Egli vive in te, tu vivi in Lui: questa è la Presenza reale.
Gli uomini, se non hanno fede, vivono alienati a se stessi. Vivere nell’alienazione è angoscia senza fine. Essi cercano di impegnare in qualche modo la vita al di fuori di sé, ma senza realizzare se stessi, senza vivere la vita di Dio. Se l’uomo invece realizza la presenza del Cristo, anche gli altri si fanno presenti. In Lui e per Lui tutto diviene fraterno e intimo all’uomo. La vita cristiana è precisamente a imitazione di quella che è la vita di Dio: puro rapporto di amore.
Quando le cose cadranno, che cosa vivrai se non hai incontrato l’amore? Quando tutto l’universo visibile precipiterà per te come nel nulla, non ti rimarrà che il tuo vuoto e la tua solitudine, se non sei entrato in questa presenza. Ma se tu sei entrato in questa presenza, questa presenza rimane e tu vivrai in Lui ed Egli in te e la vita sarà un’immensa comunione di amore.

don Divo Barsotti

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