(Tratta da: Brani scelti dai Volumi di Luisa Piccarreta)
25 dicembre 1921 - Vol. 13
Il gelo dell’ingratitudine che trovò Gesù nel nascere.
Il mio dolce Gesù si è fatto vedere da Bambinello, tutto intirizzito dal freddo, e gettandosi nelle mie braccia mi ha detto: “Che freddo, che freddo! Riscaldami, per pietà,
non Mi lasciare più gelare!” Io me L’ho stretto al cuore, dicendoGli: “ Nel mio cuore posseggo il Tuo Volere, sicché il calore di Esso è più che sufficiente per riscaldarTi ”.
E Gesù, tutto contento, mi ha detto: “ Figlia mia, il Mio Volere contiene tutto, e chi Lo possiede può darMi tutto. La Mia Volontà fu tutto per Me: Mi concepì, Mi formò, Mi fece
crescere e Mi fece nascere. Se la Mia Mamma contribuì col darmi il Sangue, lo potette fare perché era la Mia Volontà assorbita in Lei che lo conteneva. Se non avesse avuto il Mio Volere, non avrebbe
potuto contribuire a formare la Mia Umanità, sicché la Mia Volontà diretta e quella assorbita nella Mia Mamma Mi diedero la Vita. L’umano non aveva potere su di Me per darMi nulla, ma solo il
Volere Divino col suo alito Mi alimentò e Mi diede alla luce.
Ma credi tu che fu il freddo dell’aria che Mi gelò? Ah, no! Fu il freddo dei cuori che M’intirizzì, e l’ingratitudine, che al primo uscire alla
luce mi fece piangere amaramente. La Mia diletta Madre Mi quietò il pianto, sebbene pianse anch’Essa. Le nostre lacrime si mescolarono insieme, e dandoCi i primi baci Ci sfogammo in amore. Ma la nostra vita doveva
essere il dolore ed il pianto, e Mi feci mettere nella mangiatoia per ritornare al pianto, chiamando i miei figli con i miei singhiozzi e con le mie lacrime. Volevo intenerirli con le mie lacrime e coi miei gemiti, per farMi
ascoltare …”
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