sabato 28 dicembre 2019

La presenza reale




***
Dio non è soltanto la causa « fontale » dell’essere creato, ma è anche la « causa  finale ». Tutte le cose dipendono da Lui e hanno da Lui il loro essere e così anche tendono a Lui come a loro fine; per il fatto stesso che da Lui sono create, a Lui anche sono ordinate. Tutto, infatti, Egli ha creato per la sua gloria, ci dice la Sacra Scrittura.

Il Cristo è il fine ultimo dell’universo. Il cammino dell’uomo non porta al di là del Cristo. Egli è il Cuore del mondo e l’ultimo termine di tutta la storia. L’umanità intera non andrà mai oltre il Cristo. Ed Egli è presente. Il Cristo è presente come Colui che trascende ogni uomo, ogni mèta dell’uomo, tutta la storia. È questa presenza di Lui, tuttavia, che sollecita l’umanità a un cammino che non ha altro fine che Lui.
La vita dell’uomo, la vita di tutta l’umanità non ha in sé il suo fine: come l’uomo non si crea da se stesso, così in se stesso non raggiunge il suo fine. Principio e fine dell’uomo è Dio che è l’Eterno, ma l’uomo raggiunge Dio e si unisce a Lui nel Mistero del Cristo. Così il Cristo è il termine ultimo del suo cammino. Tutta l’umanità avrà conseguito il suo fine quando avrà raggiunto il Cristo e si sarà identificata con Lui.
Egli è presente; pur tuttavia il cammino della umanità sembra non poter aver mai fine tanto Egli trascende ogni uomo e l’umanità. Sotto le specie del pane e del vino Dio è presente per l’uomo: Dio in quanto è l’Amore che ama e si dona, in quanto è l’Amore che chiama e innalza.
Il cammino dell’uomo termina nella presenza del Cristo. Non esiste un cammino originale di storia per l’uomo. Se il Cristo è presente, la fine, pur non essendo mai raggiunta, è presente. L’universo la raggiungerà solo per un prodigio di amore, quando Egli stesso interverrà e ci avrà assunto in Lui. Dice San Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi che noi saremo vivi quando Egli ritornerà e ci trasporterà con Sé nelle nubi, nel Cielo (1Ts 4, 16-17). San Paolo parla di un intervento divino assoluto. Come fu un intervento assoluto la creazione, così sarà un intervento assoluto la fine. Il Cristo, che ora è presente ma nascosto, finalmente apparirà e in Lui, nella sua gloria manifesta, avrà fine la storia del mondo. Egli ci trarrà a Sé, ci farà una sola Ostia con Lui, un solo Sacrificio con Lui, un solo Amore con Lui al Padre e fra noi.
E tuttavia in Lui l’universo già ha raggiunto in qualche modo il suo fine, se Egli è presente. Non c’è cammino oltre il Cristo. Il suo Sacrificio rimane unico anche se cambiano i riti. La presenza del Cristo pone fine alla storia, è la fine stessa della storia del mondo.
« Tutto è compiuto »: Egli ha detto sulla croce. 
« Tutto è stato creato in vista di Lui », scrive San Paolo nella Lettera ai Colossesi (Col 1, 16). Ingenuo il giudizio di tanti, i quali ragionano come se il Cristo per gli uomini fosse soltanto una forza che li solleva e non anche il termine ultimo che essi debbono raggiungere! Egli è il fine del- l’universo. La creazione avrà raggiunto la sua mèta quando Egli l’avrà sollevata a Sé per un atto della sua onnipotenza di amore.
Tutta la vita del mondo consuma in Lui. Al di fuori della comunione col Cristo non c’è possibilità per l’uomo di conseguire il suo fine. Ma il Cristo è presente. In Lui l’uomo ha già raggiunto fin da ora, in qualche modo, alla sua mèta ultima: Dio.
La fine si accompagna al cammino. Noi camminiamo nel tempo, ma il nostro cammino suppone     « una presenza » che è già la fine del tempo. Del Signore non si dice che cammina con noi. Il Cristo è al di fuori del flusso del tempo, proprio perché Egli è realmente presente. Nell’atto della sua morte, Egli ha già raggiunto, non solo per sé ma per tutto l’universo, la fine. Nella presenza del Cristo l’uomo può trovare dunque già ora il suo riposo. Se, morendo, l’uomo dovesse rinunciare alle mète che saranno raggiunte nel tempo, l’uomo non potrebbe rassegnarsi alla morte. Con la sua morte termina il suo cammino; con la sua morte deve giungere alla fine. Ma se il Cristo, nella sua presenza, è già la fine del tempo, anche se l’uomo cammina con gli uomini, egli può raggiungere la fine se può inserirsi nel Cristo, se il Cristo lo assume.
Gli uomini di oggi non sono andati più avanti di San Giovanni l’Apostolo o di Sant’Agostino. Gli uomini che verranno domani non saranno più grandi della Vergine, Madre di Dio. La sua grandezza è nell’aver realizzato il Mistero del Cristo, nell’essersi unita intimamente a Colui che era presente.
L’atto liturgico sovrasta tutta l’attività umana e si pone come norma e mèta di tutto lo sforzo dell'uomo sia sociale e politico, sia ascetico e morale. Lo sforzo umano non solo ha dall’atto liturgico, anzi dal Mistero liturgico il suo orientamento sicuro, ma la sua forza e la sua stessa efficacia.
Lo sforzo umano non va aldilà di quella « presenza », non è che inserimento in quella « presenza ». Così l’uomo nella sua storia, nel suo cammino non va oltre la « presenza »: la mèta allo sforzo umano non è mai lontana e irraggiungibile; il cammino non procede in avanti, ma affonda nella « Presenza reale » perché « tutto » è già presente nel Mistero.
La fine accompagna il cammino. L’uomo realizza veramente se stesso se realizza la sua unione con Cristo; se lo raggiunge, in Lui egli ha raggiunto tutte le cose. Se entriamo oggi in comunione con una stella, la quale ci manda la luce da tre miliardi di anni ed questa stella non è più, quanto più possiamo comunicare oggi con Cristo che è presente, pur essendo la fine di tutto! Vivendo in Cristo la fine, l’uomo in Lui ha già superato tutti i tempi, già vive, nel cammino del tempo, l’immu- tabile presenza di un Dio che realmente si è dato al mondo nel Cristo.
Se ancora non siamo nel Cristo, è la sua presenza tuttavia che comanda la direzione del nostro cammino. Camminare può voler dire andar fuori di strada. La direzione al cammino la può dare soltanto la mèta. E l’uomo non conosce il cammino perché non conosce la mèta se il Cristo non è presente. Ma il Cristo è presente, Egli che è anche la realtà ultima, la fine di tutto.
 ***
Divo Barsotti

Nessun commento:

Posta un commento