LA “ACCUSE” DI HOCHHUTH E LE “RISPOSTE” DELLA STORIA
Secondo Rolf Hochhuth, i “silenzi” le “omissioni” di Pio XII sarebbero stati dovuti a queste cause:
Hochhuth attribuisce a Pio XII un carattere freddo, scettico ed egoistico che egli ha ricostruito, soprattutto, su tre “documenti”, dai quali ha tratto le sue testimonianze:
1) dal testo di una Conferenza, tenuta dal Card. Tardini, nel 1959;
2) d a due articoli di P. Leiber; (uno, per la morte di Pio XII; il secondo, sugli Ebrei);
3) dal libro del dott. Galeazzi Lisi, pubblicato a Parigi.
Secondo Hochhuth, i “silenzi” e le “omissioni” di Pio XII servirono a non danneggiare gli investimenti mobiliari e immobiliari della Santa Sede e dei grandi Ordini Religiosi.
C) LE QUESTIONI POLITICHE
Secondo Hochhuth i “silenzi” e le “omissioni” di Pio XII sarebbero stati suggeriti dal suo segreto desiderio di dominare l’Europa e il mondo, dalla sua predilezione per i regimi totalitari e dalla sua paura per il comunismo.
Per queste “questioni politiche”, Hochhuth fa accenno a documenti francesi, americani e tedeschi; e, di questi ultimi, solo quelli pubblicati dopo la cattura dell’archivio del Ministero degli Esteri e di altri archivi germanici.
I principali “documenti” che cita, sono:
1) il “Rapporto” del sig. Bérard, Ambasciatore di Vichy, del settembre 1941, sulla “legislazione anti-ebraica”, emanata da quel Governo;
2) i “due telegrammi” dell’Ambasciatore germanico Weizsâcker, del 17 e del 28 ottobre 1943, dopo la razzia degli ebrei, di Roma, nel primo mattino del 16 ottobre;
3) il “carteggio Tittman-Dipartimento di Stato”, a Washington, su pressioni di diversi Governi delle Nazioni Alleate sulla Santa Sede, (nell’agosto-sett. 1942), perché si associasse ad una condanna delle atrocità tedesche.
4) Le “Confidenze” di ambienti romani. Hochhuth fa riferimento ad altri suoi “documenti” minori, tratti da “confidenze”, avute durante un suo soggiorno a Roma, da persone “anche della Curia romana”, di cui, però, non rivela i nomi, perché - dice - è vincolato dal segreto!
Hochhuth, infine, lancia
5) la “denuncia della firma del Concordato con la Germania” di Pio XII, e
6) l’accusa a Pio XII di filo-nazismo.
Rispondiamo chiaramente a tutti gli ar gomenti e accuse maggiori e minori - portati da Rolf Hochhuth come “comprovanti” della sua tesi.
A) IL CARATTERE PERSONALE
1) Il “testo” della Conferenza del Card. Tardini
2) I due “articoli” di P. Leiber1
Se Rolf Hochhuth avesse letto, con animo sereno, la “Conferenza” del Card. Tardini e i due articoli di P. Leiber,
–avrebbe sottolineato e compreso quel sereno distacco e quella superiore imparzialità di giudizio che caratterizzano quelle pagine, ver gate subito dopo la morte di Pio XII, nella cui intimità, entrambi erano vissuti per oltre 30 anni;
–avrebbe trovato una figura di Pontefice del tutto aliena da avidità di denaro, da preoccupazioni finanziarie e di ricchezze terrene;
–avrebbe sottolineato, invece, come la luminosa perspicacia di quella intelligenza sugli avvenimenti, vicini e lontani, era tutta aureolata di atmosfera religiosa, spirituale, e profondamente sensibile ai doveri della Sua altissima carica e responsabilità;
–avrebbe scoperto un coraggio interiore, così eroico, da renderlo, costantemente pronto al sacrificio e al martirio; avrebbe scoperto un Pio XII troppo in alto, e la Sua opera troppo complessa, perché la sua intelligenza, impreparata e di scarsa cultura, potesse accedere;
–avrebbe compreso di aver bisogno di un abito mentale, intellettuale, critico, e non di parte; di un abito scientifico, e non fazioso; di un abito veritiero, e non propagandistico; di un amore al vero universale, e non unilaterale!
3) Il libro del dott. Galeazzi Lisi
Come “documento”, tutti sanno, ormai, chi era questo medico, espulso dal Vaticano e dall’Ordine dei Medici di Roma; tutti sanno quanto sia stato basso il suo speculare, anche sulla morte di Pio XII, con foto e scritti che nessuna persona onesta e seria avrebbe mai pensato di pubblicare.
Anche per lui, dunque, vale il testo dantesco: “non ti curar di lor (lui), ma guarda e passa”!
B) GLI INTERESSI ECONOMICI
Per gli “interessi economici”: il libellista non porta alcun documento. È un’affermazione gratuita, spregiudicata. Parla di “finanziamenti” alle fabbriche dei bombardieri USA; di “azioni” disseminate un po’ dovunque; di “commercio” di argento vivo, tra Occidente e Russia, tramite la “Compagnia di Gesù”; di “miniere” del Texas e della Russia; e di altre simili grossolanità, buone, forse, per chiunque sia privo di cultura.
La figura del Pontefice, perciò, è tenuta in uno scialbo clima maroziano, fino ad affermare, con spudorata serietà: «... io non devo perdere la Chiesa solo perché un Papa ha rinunciato alla sua vocazione». Qui, vale solo l’adagio latino:
«quod gratis asseritur, gratis negatur!».
***
sac. Luigi Villa
Nessun commento:
Posta un commento