sabato 21 dicembre 2019

IL MISTERO DEL PURGATORIO



II
QUALI ANIME SOFFRONO DI PIÙ NEL PURGATORIO E QUALI DI MENO?

Vorrei dire quali anime sono più felici nel Purga¬torio, in quali anime l'involucro si dissolve più rapi¬damente: ci può essere un disgraziato, un gran peccatore, pieno di debolezze. Solo il buon Dio sa come egli è stato educato e forse predisposto. Egli conosce i misteri della natura, e anche le tare del¬l'eredità. È un povero peccatore e il Redentore ne ha compassione. Perché riconosce i propri errori ed i propri peccati e, senza scusarsi, senza discu¬tere, accetta ogni rimprovero. E certo egli si vuole correggere: tutto quello che gli si dice del buon Dio risuona e cade su un terreno umile. Egli pensa: se io potessi diventare migliore... 'Quando un povero peccatore così è incatenato sul letto di morte, quando si presenta alle porte dell'eternità, allora il suo pentirsi e riconoscersi è così grande, che egli invoca il perdono del suo Dio misericordioso, in un atto di amore, come non mai durante la vita. Come è buono allora il Salvatore, come è buono! Allora si distacca l'involucro; resta l'anima sola, implorante e pentita, che riconosce tutto ed ha solo una sete ardente di misericordioso amore. 
Allora non ci so¬no più ostacoli e non è necessario grande sforzo per godere di un'intima e profonda amicizia col buon Dio.
Così può morire un povero peccatore. II Salvato¬re scende con lui nel Purgatorio, dove l'anima, struggendosi di amore e di riconoscenza, attende felice di essere tutta pura, fino a che il Salvatore non la prenda con sé.
Ogni cosa si svolge più facilmente e più rapida¬mente perché l'anima era sincera ed umile e fidu-ciosa: l'amore misericordioso si rallegra tanto per il suo figliolo pentito, scusa le sue colpe e le sue debolezze, paga i suoi debiti. Sulla terra non si ha idea di quanto rapidamente una tale anima possa entrare nel cielo. Pensiamo al ladrone sulla croce: anche per lui si è dissolto l'involucro. Gesù cono¬sceva molte  attenuanti  per lui:  la sua educazione, le sue disposizioni,  tante altre cose movevano il Salvatore a compassione, tanto più che il povero ladrone non aveva mai saputo che egli non poteva rimediarsi. Quando egli vide il Redentore sulla cro¬ce, egli comprese il «perché» e pienamente si ri¬conciliò con l'amore misericordioso.
Oh come è buono e giusto Iddio con le povere anime!
È davvero buono, buono, buono Iddio e si è co¬stretti ad amarlo, quando si pensa ai suoi benefici. 
Deo gratias. Giungono più rapidamente in cielo le anime che più rapidamente riconoscono le proprie colpe, quelle che non sono ostinatamente avviluppate nella propria presunzione. Dio non ci giudica se¬condo le nostre colpe, ma secondo la nostra buo¬na volontà. Un'anima che è sempre pronta a com¬prendere ed a compiere la sua volontà si trova be¬ne; e così un'anima che non si offende tanto facil¬mente quando le si fa notare un suo errore, che cerca con piacere e gioia e riconoscenza di libe¬rarsi dal suo errore.
II buon Dio può lavorare bene con queste anime: non hanno in sé tanta resistenza e tanta menzogna, e il buon Dio le aiuta perché si liberino dalle loro colpe.
L’umile religione difetta così spesso, è così rara la religiosità religiosa. Che giova sapere tutto quel¬lo che si può sapere in cielo ed in terra, e non sa¬pere la cosa principale: che noi non siamo niente e non possiamo niente, che Dio deve fare tutto quello che noi facciamo? Che giova tutta la sa¬pienza se non abbiamo la sapienza dei piccoli? Non conosciamo l'amore misericordioso, perché chi non è povero non conosce nulla della miseri¬cordia.
Ogni costruzione che si pretende autosufficiente crolla quando non poggia sul terreno della povertà. 
La povertà è il fondamento di tutte le grazie, di tut¬ta la nostra vita eterna. Quando manca questa scienza, ogni altra scienza e santità è un nulla, e crolla in rovina al primo soffio di vento. Dove è po¬vertà, là è il regno dell'amore misericordioso. Do¬ve è debolezza, là è la forza di Dio. E dove è pen¬timento là è la fedeltà di Dio.
Oh, come mi trattengo volentieri accanto alle po¬vere anime, per assorbire nella mia povera anima assetata i profondi eterni ammaestramenti! Io va¬do laggiù per bere a quella fonte dell'amore misericordioso, a cui le povere anime placano la loro sete... sono anch'io una povera anima, così pove¬ra, così povera, ma ho trovato la fonte a cui vanno gli assetati.
Oh, il Purgatorio è un luogo bello. Qui il Signore è così buono, così buono, così buono!
Ho detto che le povere anime devono spogliarsi di sé. Allora comprendono meglio il Redentore. La cosa riesce più facile alle anime che già in vita so¬no state povere.
Si trovano bene soprattutto le anime che hanno fame e sete della parola di Dio. Quando un'anima, ad esempio, accoglie la predica ed ogni ammoni¬mento con devozione, come diretta parola di Dio, e la porta con sé nella vita (e di ogni cosa si serve per diventare migliore) e non la smarrisce mai, questa anima è sul retto cammino. L’anima a cui la più semplice parola di Dio è preziosa, l'anima che non ascolta alcuna parola di Dio senza aprirsi ad essa. In ogni parola di Dio il Redentore bussa al nostro cuore. In ogni parola Egli è presente e vuo¬le entrare. Oh, come sono belle le anime che ac¬colgono con devozione la parola di Dio! Allora il piccolo seme cade su un terreno fertile... Oh, co¬me è bella un'anima che ama il Santo Vangelo e lo accoglie con profondo rispetto, che è sensibile  ai  più  semplici  pensieri di  Dio, e  coltiva  con  cura  tut¬to  quello  che  ha  ricevuto! 
Quest'anima, anche se ha molte colpe, diventerà pura.
Quando queste anime giungono nel Purgatorio, il buon Dio non deve molto lavorare: una sola parola ed esse sono risanate.
Ci sono nel Purgatorio anime che sulla terra sembravano devote: laggiù esse sono più malva¬gie dei «malvagi».
Specie quelle che hanno attaccato con malizia le parole e le opere di Dio, che hanno criticato e spes¬so anche condannato ciò che usciva santo e puro dal Cuore di Gesù.
Anime che apparivano pie, mentre le colpe si ac¬cumulavano in loro. Anime che devono riconoscere la propria ingiustizia. Anime gravate di malignità non scontate, non viste, nemmeno riconosciute, perché si lasciavano abbagliare dai propri sacrifici e preghiere e opere buone. Dio vuole mostrare lo¬ro che non importano gli atti di pietà, ma la rettitu¬dine, e la verità ed il timor di Dio.

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