Monsignor Gaume
domenica 2 febbraio 2020
sabato 1 febbraio 2020
GESU’ OSTIA
La Comunione: un mezzo di suffragio
Iddio promette ad Abramo di non distruggere la città di Sodoma, con la condizione di trovare in essa dieci uomini giusti (Cfr. Gen 18,32).
Giosuè vince un'aspra battaglia contro gli Amaleciti perché Mosè prega sulla cima del colle (Cfr. Es 17,8-12).
Questi sono alcuni dei tanti esempi biblici che ci fanno capire l'importanza di come gli uni possono diventare strumenti di salvezza per gli altri.
La parola 'suffragio', nel linguaggio della fede, vuol dire: soccorso spirituale. Quindi indica un'espressione di solidarietà fra i membri della Chiesa, che si spinge oltre la vita terrena.
Diversi sono i mezzi per dare sollievo alle anime che sono nel bisogno, e che da sole non possono aiutarsi: le sofferenze, le preghiere, le buone azioni, il Sacrificio eucaristico, la Comunione.
È come se questi mezzi fossero della chiavi che Iddio ci mette in mano per farci diventare angeli di libertà! Sant'Agostino insegna: «La S. Comunione, dopo il Sacrificio dell'altare, è l'Atto più sublime della religione, meritorio per i vivi e per i defunti».
Comunichiamoci, allora, offrendo il sangue e il corpo di Cristo per la purificazione non solo delle nostre anime, ma anche di quelle del Purgatorio, e le aiuteremo ad entrare nel regno dell'eterna beatitudine, mèta finale di tutta la Chiesa.
«Tutti i santi - scrive la Beata Angela da Foligno -, che regnano nella patria celeste, godono e possono gioire ancora in questo mistero per il bene e l'utilità che le anime sante ne ricevono nella Chiesa militante. Per questo l'altissimo beneficio, offerto all'uomo in questo mistero, non solo è causa, materia e via di gioia e dolcezza per le anime devote e sante, che militano nella vita presente, ma è causa di gioia, dolcezza e letizia per tutti i santi che regnano con Dio nella gloria».
Vieni, o Spirito di vita e di santità.
O Spirito Santo, Tu sei Signore e dai la vita. Al Battesimo mi fai rinascere alla vita divina, mi dai la grazia che mi rende santo e figlio del Padre Celeste.
Il peccato che commetto uccide o ferisce, come una malattia, questa mia vita divina.
Nel sacramento della Penitenza, mi risusciti a questa vita o mi risani: fai risplendere la grazia del Battesimo.
Perché la mia salute spirituale donata o riacquistata sia stabile e piena ho bisogno di Te, Medico Divino e medicina sicura.
Vieni, o Spirito di vita e di santità.
O Spirito Santo, forza dall'alto, spezza ogni catena del peccato, taglia alla radice ogni tendenza cattiva, fammi resistere alle tentazioni, proteggimi dal maligno, rendimi immune dal clima corrotto di questo mondo in cui sono costretto a vivere.
Con la tua luce: fammi vedere sempre la strada giusta da percorrere.
Con la tua azione: fammi crescere e maturare nella perfezione; educami alla preghiera, al sacrificio, all'acquisto delle virtù, alla fedeltà alla mia vocazione.
Vieni, o Spirito di vita e di santità.
O Spirito Santo, con la tua presenza: fa' che il mio amore al Padre e ai fratelli non venga mai meno.
Con i tuoi doni e i tuoi carismi: fa' che io dia gloria al Padre, edifichi la Chiesa, testimoni la gioia della mia fede dinanzi al mondo.
Con la tua potenza: fa' risplendere in me la grazia e la santità del Battesimo, perché sia sempre degno e preparato per la vita e la felicità eterna.
Vieni, o Spirito di vita e di santità.
Grazie, o Spirito Santo, perché risani la mia anima, mi dai la salute spirituale.
La vostra preghiera e la chiave per il cambiamento!
Non potete negare i segni dei vostri odierni tempi, dovete riconoscere gli intrighi dei vostri politici, dei direttori bancari e di altre “persone molto influenti” e non dovete nascondervi dicendo che tutto segue il proprio corso e che da solo poi tutto nuovamente migliorarerà, perché non sarà così!
Anche se tentate di evitare di guardare in faccia alla realtà cercando di distrarvi e quindi rendendo al diavolo ancora più facile il controllo su di voi, la verità resterà sempre vera e reale. Anche se nascondete la vostra testa nella sabbia minimizzando tutto e inventandovi delle spiegazioni, il dato di fatto che la fine dei tempi è dietro l’angolo, non cambierà; ma ciò che voi potete modificare è il vostro comportamento, la vostra apertura piuttosto che la vostra reticenza, la vostra determinazione piuttosto che la vostra passività.
La vostra preghiera è la chiave per il cambiamento! Pregate, figli Miei, pregate perché ora le guerre s’inaspriranno, e soltanto la vostra preghiera potrà mitigarle! Difendetevi figli Miei, contro tutte le dottrine che ora “essi” tenteranno di imporvi e NON SEGUITE MAI LE MASSE!
Chi continua a nascondersi, a non credere e a non pregare non avrà la salvezza, perché i malvagi si scaglieranno su di lui e il diavolo s’impossesserà della sua anima.
Pertanto alzatevi Miei tanto amati figli, difendetevi con la preghiera! Con la fede! Con gruppi di preghiera! Con la sincerità! Ciò comporta anche il parlare contro l’opinione delle masse per portare alla luce la verità, perché soltanto in questo modo molti figli “dormienti”, saranno salvati e il vostro coraggio di essere sinceri e di fare chiarezza donerà anche a loro (nuovo) coraggio.
Alzatevi e guardate i segni così come sono! Pentitevi e dichiaratevi per Gesù perché LUI verrà a liberare tutti i Suoi figli fedeli. Amen. Così sia.
Il vostro amorevole Padre Celeste.
Creatore di tutti i figli di Dio e Creatore di tutto ciò che è.
Amen.
VI PRESENTO L'AMORE
IL FONDAMENTO
Aspetti del pensare umano.
Il pensare umano presenta tre aspetti: è parola; è generato; è personale.
1) L'uomo pensa, per esempio, giustizia, fede, fortezza, carità, ecc. Questi pensieri sono parole anche prima di venire pronunciate, perché le parole vocali sono soltanto espressioni delle parole interne alla mia mente.
Questi pensieri o queste parole interne sono generate: ma nessuno le vede, le gusta, le tocca ecc. Chi di voi si è mai seduto a mensa con la signora Giustizia? Chi di voi ha veduto la signora Carità andare a passeggio? Chi conosce la grandezza e il colore della Fortezza?
2) Queste interne parole donde vengono? Esse devono venire o essere generate dalla mente, perché non si trovano tali e quali nel mondo esterno. Esse non sono generate per una nascita fisica, come sono generate le bestie; ma da una nascita spirituale, appunto perché esse non sono materiali, cioè, sono spirituali. Bisogna tener presente che la vita non è soltanto generata in un modo fisico. Il modo più puro per generare la vita è quello dei pensieri e delle idee che sono generate nella mente.
3) I pensieri sono anche personali. Molti pensieri umani sono banali, ordinari, non meritevoli d'essere ricordati; altri invece, sono spirito e vita.
In certi pensieri umani uno mette tutta la propria anima, tutto il suo essere, tutto quello che ha e tutto quello che è. Sono pensieri tanto individuali da portare in sè stessi la personalità e lo spirito di chi li generò, di modo che sono riconosciuti come suoi. Ecco perché noi diciamo: questo è un pensiero di Pascal, di Bossuet, di Shakespeare, di Dante, ecc.
FULTON J. SHEEN
Regina della Famiglia
IL MESSAGGIO DI GHIAIE
La Sacra Famiglia luminosa
Mentre Adelaide stava ammirando un bel fiore di sambuco, vide un puntino d'oro che scendeva dall'alto e si ingrandiva fino a scorgere in esso una bella Signora con Gesù Bambino in braccio e alla sua sinistra San Giuseppe. Le tre persone erano avvolte in tre cerchi ovali di luce.
La Sacra Famiglia è apparsa sette volte a Ghiaie. Credo che sia l'unico caso nella storia delle apparizioni. La luce è il riflesso di Dio. San Giovanni apostolo scrive: "Dio è luce e in lui non ci sono tenebre" (1 Gv 1,5). Gesù dice di sé: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 8,12).
Le apparizioni celesti spesso sono accompagnate dalla luce: la venuta della Vergine a Fatima, a Ghiaie, è preceduta da lampi o altri segni e seguita dai miracoli del sole. Lucia di Fatima così descrive il primo incontro con la Madre di Dio: "Vedemmo una Signora vestita di bianco, più luminosa del sole, diffondere una luce più chiara e intensa di un bicchiere di cristallo pieno di acqua cristallina attraversato dai raggi del sole più ardente... eravamo così vicini che restavamo immersi nella luce che la circondava o che lei diffondeva... aprì per la prima volta le mani, comunicandoci una luce così intensa, una specie di riflesso che da essa usciva e ci penetrava nel petto e nel più intimo dell'anima, facendoci vedere noi stessi in Dio, che era quella luce" (v. Memorie, pp. 160-162).
La dottoressa Maggi, il 19 maggio 1944, notò che Adelaide durante l'estasi teneva gli occhi semiaperti e sulla sclera proprio lungo l'asse visivo era visibile una netta linea di arrossamento della congiuntiva, che persistette oltre la visione con una particolare lucentezza del globo oculare. Chiese alla piccola perché le bruciassero gli occhi ed essa pronta rispose: "È lo splendore della Madonna che mi fa bruciare gli occhi". Adelaide vede la Madonna, Gesù Bambino e San Giuseppe avvolti in tre cerchi ovali di luce. In questa espressione viene richiamato il mistero della Santissima Trinità. Certo, non si può confondere la Trinità con la Sacra Famiglia.
Approfondendo il significato dell'apparizione vediamo che Gesù è il Figlio unigenito del Padre ed è anche il Figlio di Maria, la quale ha una particolare relazione con la Trinità. Giovanni Paolo II, il 24 settembre 2000, a conclusione del XX congresso mariologico-mariano, disse: "Maria è il luogo in cui la Trinità, relazione d'amore, si manifesta per la prima volta; Maria è la figlia prediletta del Padre, la Madre del Cristo, al tempo stesso discepola dal cuore attento e fedele e sua compagna generosa nell'opera della redenzione, sacrario purissimo dello Spirito Santo, che rende feconda la sua verginità".
La Vergine della Rivelazione, apparsa il 12 aprile 1947, a Bruno Cornacchiola, a Roma, nella località chiamata "Le Tre Fontane", disse: "Sono colei che sono nella Trinità divina". Dinanzi al protestante che cercava di abbassarla, negando la sua verginità ed altri privilegi, lei mostra la sua grandezza, la sua altezza vertiginosa, usando un'espressione mai pronunciata così esplicitamente. Maria non è la quarta persona della Trinità, ma vive e opera nella Trinità che la compenetra tutta, rendendola simile a sé. Anche San Giuseppe ha una particolare relazione con la Trinità, perché è sposo di Maria e il padre di Gesù in un ordine di parentela che non è quello della carne e del sangue. Tale parentela non può vantare diritti nel Regno di Dio. La vera parentela che lega a Gesù non è fondata sui diritti naturali, ma sulla volontà divina (cfr. Mt 12,50).
Non solo la Santa Famiglia di Nazareth è l'immagine della Santissima Trinità, ma anche tutte le famiglie, come ogni persona umana sono immagine della Trinità, perché noi siamo stati creati ad immagine di Dio, che per la rivelazione di Gesù Cristo, sappiamo che è uno e trino.
Severino Bortolan
Geremia
Il lamento del popolo
19'Signore, hai messo Giuda
completamente da parte?
Ti è diventata insopportabile
la città di Sion?
Perché ci hai colpiti così duramente
che non possiamo più riprenderci?
Aspettavamo la pace, ma non c'è stata;
aspettavamo la guarigione,
ma è arrivato il terrore.
20È vero, Signore, abbiamo peccato
contro di te:
riconosciamo i nostri peccati
e quelli dei nostri padri.
21 Per amore del tuo nome,
non abbandonarci!
Non permettere che Gerusalemme
sia disprezzata!
È la città dove tu regni glorioso!
Ricordati della tua alleanza con noi:
non venir meno alle tue promesse!
22Fra tutti gli idoli delle nazioni
nessuno è capace di far venire la pioggia!
Da solo, il cielo non può mandare temporali!
Noi speriamo in te, Signore Dio nostro,
perché solamente tu fai tutte queste cose'.
completamente da parte?
Ti è diventata insopportabile
la città di Sion?
Perché ci hai colpiti così duramente
che non possiamo più riprenderci?
Aspettavamo la pace, ma non c'è stata;
aspettavamo la guarigione,
ma è arrivato il terrore.
20È vero, Signore, abbiamo peccato
contro di te:
riconosciamo i nostri peccati
e quelli dei nostri padri.
21 Per amore del tuo nome,
non abbandonarci!
Non permettere che Gerusalemme
sia disprezzata!
È la città dove tu regni glorioso!
Ricordati della tua alleanza con noi:
non venir meno alle tue promesse!
22Fra tutti gli idoli delle nazioni
nessuno è capace di far venire la pioggia!
Da solo, il cielo non può mandare temporali!
Noi speriamo in te, Signore Dio nostro,
perché solamente tu fai tutte queste cose'.
Chi è don Luigi Villa?
Don Villa a Brescia
Fu la situazione grave in cui si trovavano i Genitori, che spinse don Villa ad accettare dall’arcivescovo di Chieti, mons. Giambattista Bosio, l’incardinazione nella sua diocesi, come era stato suggerito dal Segretario di Stato, cardinale Tardini. Ma fu una incardinazione segretissima, fatta nello studio del Vescovo, e, come testimone, solo il suo Segretario, mons. Antonio Stoppani. Ma mons. Bosio, per consentire a don Villa di aiutare i Genitori, avuto il beneplacito da Roma, trasferì don Villa nella diocesi di Brescia, con l’aprovazione del Vescovo locale.
Il 15 settembre 1962, don Villa aprì una “Casa di formazione”, a Codolazza di Concesio – Brescia, intitolata “Villa Immacolata”, per erigere l’Istituto “Operaie di Maria Immacolata” nato con la paternità di Mons. Bosio.
Nel 1964, l’anziano Vescovo di Brescia, mons. Giacinto Tredici, morì e fu sostituito dal montiniano mons. Luigi Morstabilini.
Il 12 dicembre 1964, mons. Morstabilini promise a mons. Bosio di concedere, in breve tempo, il Decreto di approvazione dell’Istituto; la stessa promessa la fece a don Villa, tre giorni dopo; in gennaio 1965 vi fu il trasferimento dei documenti; il 2 febbraio furono accettate da don Villa alcune condizioni restrittive sulle vocazioni estere; il 4 febbraio, mons. Morstabilini assicurò mons. Bosio che il documento di approvazione era “sicuro”; il 7 febbraio mons. Morstabilini, in visita alla parrocchia in cui risiedeva l’Istituto di don Villa gli evitò l’onore di una sua visita; il 18 maggio, mons. Bosio, dopo un colloquio con mons. Morstabilini assicurò don Villa che il Decreto di approvazione era ormai prossimo al rilascio.
Ma il 1° luglio 1965, don Villa ricevette dalla Curia di Brescia una lettera del delegato vescovile che lo informava del parere sfavorevole della Commissione a riguardo dell’approvazione dell’Istituto.
Di fronte a tanta ostilità e doppiezza, don Villa comunicò a mons. Bosio la sua intenzione di incardinarsi in un’altra diocesi. Il suo Vescovo dispiaciuto, gli rispose: «No, non farlo, per me!».
Ma questa doppiezza nel modo di agire, obbligò il così paziente e buono mons. Bosio ad AGIRE!
«Adesso basta – disse a don Villa – in fin dei conti il tuo Vescovo sono Io. Se non comprendono la mia delicatezza e carità, andrò a Roma, e ti scriverò».
Il 4 dicembre 1965, mons. Bosio scriveva a don Villa: «Carissimo Padre Villa, puoi dire alle tue figlie che l’Immacolata ha esaudito le nostre e le loro preghiere. Visto che a Brescia non si viene a capo di nulla, ho fatto visita al card. Pietro Palazzini…». La lettera terminava così: «.. non avendo qui, a Roma, i timbri della Curia, potrete ugualmente celebrare la “fondazione” il giorno dell’Immacolata. Il “Documento” ve lo manderò quanto prima».
L’8 dicembre 1965, Mons. Bosio inviò a don Villa il “Decreto” con cui si erigeva canonicamente il suo Istituto “Operaie di Maria Immacolata”.
Il 20 maggio 1967, la sede dell’Istituto fu trasferita in città, in via Galileo Galilei, 121, Brescia, dove risiede tuttora.
Mons. Giambattista Bosio, però, morì pochi giorni dopo, il 25 maggio 1967.
Don Villa non era a conoscenza di alcuna malattia o altro problema di salute che potesse far pensare ad una morte imminente del suo Vescovo. Solo poche settimane prima della morte, lo stesso mons. Bosio, gli aveva detto: «Quando andrò in pensione, vorrei venire a vivere con te, nel tuo Istituto». Le stesse Suore dell’Istituto erano elettrizzate al pensiero di avere con loro un personaggio così famoso e importante.
Quando Mons. Bosio morì, don Villa si trovava all’estero e, al suo ritorno, si recò immediatamente a Chieti per pregare sulla sua tomba.
Il nuovo Vescovo di Chieti, e quindi il diretto superiore di don Villa, fu mons. Loris Capovilla, ex uomo di fiducia del Vescovo di Padova, mons. Girolamo Bortignon, uno dei peggiori nemici di Padre Pio, ex segretario personale di Giovanni XXIII ed ex segretario personale di Paolo VI, dal 1963 al 1967.
Don Luigi si recò subito da Lui ed ebbe un colloquio in cui, il Vescovo, più che trattare la questione della sua incardinazione, per più di un’ora, cercò di convincerlo a non scrivere più articoli contro il comunismo, poiché – diceva – il comunismo sovietico vincerà e si dovrà venire a patti con Mosca!
Con la morte di mons. Bosio, don Villa si trovò stretto in una morsa: da una parte, l’ex segretario personale di Paolo VI, mons. Capovilla; dall’altra, il montiniano Vescovo di Brescia, mons. Morstabilini.

Il 4 febbraio 1968, don Villa, in una lettera al Vicario Generale di Brescia, mons. Pietro Gazzoli, lamentandosi della “poca intelligenza e onestà” e del modo doppio di agire di mons. Morstabilini, riportava due documenti che attestavano la sua mala fede:
1. una lettera di mons. Morstabilini a mons. Bosio (scritta dopo il Decreto di approvazione di Roma dell’8 dicembre 1965) in cui si scusava per non averlo dato lui tale “Decreto”, perché questa era la sua intenzione, e dove incolpava la Commissione di Curia di averglielo impedito.
2. un’altra lettera di mons. Morstabilini, ad un parroco bergamasco, in cui, invece, il Vescovo affermava esattamente il contrario; pur riconoscendo che don Villa aveva ricevuto un Decreto di approvazione del suo Istituto, disse, però, che, se fosse dipeso da lui, tale Decreto non gli sarebbe mai stato concesso.
Il 3 settembre 1968, don Villa ricevette un “ultimatum” dal Vicario Generale di Chieti, mons. F. Marinis, il quale gli intimava di farsi incardinare a Brescia, entro fine anno.
Il 15 dicembre 1968, don Villa scrisse una lettera al card. Pietro Palazzini per metterlo al corrente di tutte queste manovre che miravano a “scardinare” l’Istituto che aveva da poco fondato.
Questi sono solo i primi esempi del modo di agire dei “nemici” di don Villa: nemici che non l’hanno mai affrontato lealmente e in campo aperto, ma che hanno sempre agito alle spalle, con doppiezza, colpendolo con ogni mezzo, incluso, come vedremo, il tentativo di assassinio.
a cura dell’Ing. Franco Adessa
AMORE E MISERICORDIA
"Voglio vivere unicamente per amarlo e, unita a lui, vivere soffrendo e morire amando".
Serva di Dio Madre Speranza di Gesù
Al di là della sofferenza
Signore, aiutami ad essere cosciente
dei miei limiti.
Fa’ che io sia tanto coraggioso da non perdermi d’animo
di fronte alle inevitabili difficoltà della vita.
Fa’ che sia tanto umile da giungere a scoprire
che senza di te non sono nulla e non valgo nulla.
Fa’ sì, Signore, che quando il dolore
bussa alla mia porta
non lo veda mai come un castigo
che tu mi invii,
ma come un’opportunità che mi offri
di poterti dimostrare che ti amo davvero,
e che sono conscio che tu mi ami
nonostante tutto.
Che la sofferenza, Signore,
mi renda ogni volta più maturo,
mi renda più disponibile agli altri,
e mi faccia più amabile e più umano.
Quando verrà il dolore,
lungi dal ribellarmi contro di te,
che sappia offrirtelo e condivere amore e pace
con tutti coloro che mi circondano.
Signore, ti avevo chiesto forza per uscire vittorioso.
Tu mi hai dato la debolezza
affinché impari ad obbedire con umiltà.
Ti avevo chiesto salute
per compiere grandi imprese.
Mi hai dato l’infermità
per realizzare cose migliori.
Desideravo la ricchezza per poter essere ammirato.
Mi hai dato la povertà per acquisire
sapienza.
Volevo avere potere
per essere apprezzato dagli uomini.
Mi hai dato debolezza
perché arrivassi ad avere desiderio di te.
Chiesi una compagna per non vivere solo,
mi desti un cuore
perché potessi amare tutti gli uomini.
Anelavo a cose che potessero rallegrare la mia vita
e mi hai dato vita
perché potessi godere di tutte le cose.
Non ho nulla di quello che ho tanto richiesto,
ma ho ricevuto tutto quello che avevo sperato.
Perché senza rendermi conto
le mie preghiere sono state ascoltate.
e io sono, fra tutti gli uomini, il più ricco.
(Parole incise su una piastra di bronzo
all’Istituto di Riabilitazione di New York).
..Padre Angel Peña
La battaglia continua
ERRORI DOTTRINALI DEL VATICANO II
SANTA MESSA
Errori sulla sua natura
Vediamo, ora, la totale disgregazione del nuovo rito che lo stesso Paolo VI destinò a sostituire il tradizionale “Rito di sempre”, ora interdetto (ma mai abrogato!).
Vediamo, quindi, quella rottura con la Tradizione alla luce della Fede cattolica, la quale insegna che Gesù, dopo la doppia consacrazione, è presente sull’altare, come sul Calvario, in stato di vittima immolata e offerta, realizzando una vera transustanziazione del pane e del vino nel suo Corpo e nel suo Sangue. I Protestanti, invece, non credono a questa transustanziazione, perché per essi, la “cena” non è che un memoriale di ciò che Gesù fece la sera del giovedì santo; perciò, per i Protestanti non sarebbe altro che una presenza spirituale di Gesù, poiché, «dovunque, due o tre persone sono riunite nel mio nome, Io sono il mezzo a loro» (Mt. XVIII, 20). Per questo, i Protestanti hanno orrore della Messa cattolica, e con Lutero essi la ritengono più abominevole a Dio di “tutti i peccati commessi in tutti i luoghi di prostituzione del mondo”.
Ebbene, la nuova versione del sacrificio nel rito di Paolo VI, i Protestanti l’hanno subito recepito come espressa nel Nuovo Messale delle domeniche, nell’edizione del 1975, a pagina 383 si legge: “Nel corso della messa si tratta semplicemente di fare menzione dell’unico sacrificio già compiuto”.
Come si vede questa dichiarazione dei Protestanti manifesta assai chiaramente la differenza fondamentale che esiste tra i due riti: quello di Paolo VI permette di negare la fede cattolica nel Santo Sacrificio della Messa, e il rito cattolico, codificato da San Pio V, che obbliga, invece, a professarla (I capo, p. 27-29). Quindi, il rito cattolico, nato dalla riforma del Vaticano II, non significa più la grazia dell’ordinazione sacerdotale; ciò è stato rigettato, e un nuovo rito è stato adottato per far sparire tutto il potere di consacrare e di offrire il Sacrificio del Nuovo Testamento.
Per questo, nel presentare il “Breve esame critico della nuova messa”, a Paolo VI, i cardinali Ottaviani e Bacci dicevano: «questo aveva eretto una barriera invalicabile contro ogni eresia che avrebbe potuto recar danno all’integrità del Mistero».
Ora, questa barriera invalicabile contro ogni eresia, ossia quell’insieme di preghiere, di offertori, di segni che nella Messa cattolica sottolineavano il carattere sacrificale e propiziatorio della Messa, la riforma di Paolo VI l’ha fatta sparire, perché non significa più la transustanziazione, ma sono vane e senza effetto le parole: «Questo è il mio Corpo… questo è il mio Sangue».
sac. Luigi Villa
SOMMO PADRE
O sommo Padre, noi viviamo tra grandi angustie. Ora dunque ti supplichiamo, ti supplichiamo in nome
Del tuo Verbo,
per mezzo del quale ci facesti colmi dei beni che ci mancavano.
Piaccia ora a te, Padre, come ti si addice,
volgere lo sguardo verso di noi perché, grazie al tuo aiuto,
non veiamo meno
e il tuo nome non venga in noi cancellato.
E per il tuo stesso nome degnati di venire in nostro aiuto.
Santa Ildegarda di Bingen
Gli oscuri piani del maligno si attuano!
Il tempo si oscura, la vostra esistenza diventa più difficile, ancora più sofferenza si diffonderà ora sulla vostra terra, perché gli oscuri piani del maligno si attuano, cioè egli si dirige direttamente verso il dominio del mondo.
Per questo dovete pregare, bambini Miei, per controbattere a questi piani malvagi e pregare che Dio Padre distenda presto la Sua mano salvatrice per preservare e liberare voi tutti, da queste ingiustizie, dalla tribolazione e dall’immoralità in tutte le sue sfaccettature senza scrupoli.
Pregate, Figli Miei che i seguaci di Mio Figlio aumentino ancora di più e che sempre più anime smarrite possano trovarLo!
Così sia.
Io vi amo. La vostra Mamma Celeste.
VITA DI CRISTO
Maria era stata avvertita che avrebbe concepito per virtù dello Spirito Santo. La sua attempata cugina Elisabetta aveva già concepito, nei suoi vecchi anni, un figlio, ed era adesso al sesto mese; e Maria, che ora portava entro di sé il Divino Segreto, si pose in viaggio, e parecchi giorni impiegò da Nazaret alla città di Ebron, che, secondo la tradizione, racchiudeva le ceneri dei fondatoci del popolo di Dio: Abramo, Isacco e Giacobbe. Elisabetta, venuta misteriosamente a sapere che Maria recava entro di sé il Messia, le domandò:
«E in grazia di che mi è concesso che la madre del mio Signore venga a me?» (Luca 1: 43)
Fu questo il saluto della madre dell'araldo alla madre del Re di cui l'araldo era destinato a preparare il sentiero; e Giovanni il Battista, ancora ricinto entro il seno della madre, alla testimonianza della madre sobbalzò di giubilo per quell'altra madre che nella casa di lei portava il Cristo.
La risposta di Maria a questo saluto vien chiamata Magnificati ed è un cantico di gioia che celebra ciò che Dio aveva fatto per lei. Rivolse ella uno sguardo alla storia, ad Adamo, e vide quanto Dio aveva operato, di generazione in generazione, per preparare quel momento, e scorse pure un futuro indefinito in cui «Beata» l'avrebbero chiamata tutte le genti e tutte le generazioni. Sarebbe dunque venuto il Messia d'Israele, e Dio si sarebbe manifestato sulla terra e nella carne. E profetò perfino, Maria, le qualità del Figlio che da lei sarebbe nato, ricolmo di giustizia e di misericordia. Il suo poema termina con un inno alla rivoluzione ch'Egli inaugurerà abbassando i potenti ed esaltando gli umili.
Venerabile Mons. FULTON J. SHEEN
La vera Chiesa del Mio Gesù diventerà piccola, ma con grandi uomini e donne di fede.
Cari figli, rimanete con Mio Figlio Gesù, perché solamente così potete ottenere vittoria. Curate la vostra vita spirituale. Dedicate parte del vostro tempo alla preghiera, all'ascolto del Vangelo e alimentatevi con il prezioso alimento dell'Eucaristia. Voi Appartenete al Signore. Non permettete che il demonio vinca. L'umanità vivrà l'angoscia di un condannato e solamente con la forza della preghiera potete sopportare le prove che verranno. Pregate molto per la Chiesa del Mio Gesù. La divisione è arrivata nel seno della Chiesa, ma quelli che rimangono fedeli al vero Magistero vedranno la Mano Potente di Dio agire. La vera Chiesa del Mio Gesù diventerà piccola, ma con grandi uomini e donne di fede. L'albero del male crescerà e i suoi frutti si diffonderanno ovunque. Voi che Mi ascoltate, amate e difendete la verità. Coraggio. Alla fine, avverrà il Trionfo Definitivo del Mio Cuore Immacolato e i giusti saranno ricompensati. Avanti nella verità. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Comunione sulla mano? NO! é sacrilegio!
L'Istruzione “Memoriale Domini” del 29 maggio 1969, in cui Paolo VI autorizzava l’Episcopato Italiano a concedere il permesso di dare la “Comunione sulla mano”, ci ha profondamente sconcertati perché noi l’abbiamo visto come un nuovo colpo d’accetta sul tronco della Tradizione Apostolica, e un nuovo processo di auto-demolizione della Tradizione della Chiesa cattolica. Sì, perché dare la “Comunione sulla mano” non è solo un problema liturgico, ma è anche, e principalmente, un problema teologico, proprio perché nell’Eucarestia si concentra tutto il dogma della nostra religione cattolica.
Quindi, chi “profana” l’Eucarestia commette “sacrilegio”, colpisce il sacerdozio di Cristo, ne rifiuta, implicitamente, la sua Passione espiatrice e redentrice, demolisce e distrugge la Chiesa e il Cristianesimo stesso!
La Chiesa aveva abolito quasi subito l’usanza di dare la “Comunione sulla mano”, che poteva essere giustificata ai primi tempi della sua storia a causa delle persecuzioni cruente, ma non poteva più essere approvata dopo le numerose profanazioni che risultavano anche in quei primissimi tempi della Chiesa!
Oggi, purtroppo, nonostante la crisi gravissima che sta attraversando la Chiesa, la Gerarchia si è come piegata a concedere di nuovo quel rito che, da oltre un secolo, volevano l’umanesimo materialista e ateo, il protestantesimo liberale e massonico, la “nuova teologia” tedesca-olandese, ribelle al Magistero solenne della Chiesa di sempre!
Così, a partire dal Vaticano II, ci si comunica in piedi, senza più alcuna genuflessione di adorazione e, adesso, si è arrivati anche a concedere la “Comunione sulla mano”, facendo perdere, così, anche quel poco di rispetto che era ancora rimasto per le cose sante!
Comunque, è una norma ingiusta e sacrilega, come lo dimostreremo!
E noi non possiamo rassegnarci a questo triste stato di cose e a limitarci a soffrirne!
Per questo invitiamo tutti, Gerarchia e clero, a rimettere a posto e il rispetto e l’adorazione e l’amore a Gesù-Eucarestia!
Ci auguriamo, perciò, che il Magistero - che, qui, ha sbagliato gravissimamente! - abbia il coraggio di interdirla di nuovo con chiarezza, come aveva già fatto in passato, dopo tante tristissime esperienze!
del sac. Luigi Villa
“Il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono”. (Luca 11,13)
ABITA IN ME… CONSACRAMI
Spirito di Dio, riempimi, Spirito di Dio, battezzami, Spirito di Dio, consacrami.
Vieni ad abitare dentro me.
Spirito di Dio, guariscimi, Spirito di Dio, rinnovami, Spirito di Dio, consacrami.
Vieni ad abitare dentro me.
Spirito di Dio, riempici, Spirito di Dio, battezzaci, Spirito di Dio, consacraci.
Vieni ad abitare dentro noi.
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