LA PACE UNIVERSALE
I libri antichi e moderni che parlano della
pace universale, di quella pace che deve
non solo stabilirsi in seno alla Chiesa, ma
spandere i suoi benefizi su tutte le nazioni,
sono così numerosi che io non posso di
spensarmi di fermarmivi sopra un istante e
considerare quel che essi dicono. Codeste
predizioni possono avere più o meno d'autorità, e quanto a me non pretendo punto
di darne loro più che non meritino; però
debbo confessarvi, signore, che nel percorrerli, io restai colpito da un fatto, ed è l'accordo maraviglioso che si scorge in tutti
questi scrittori di diversi secoli nel descrivere questa pace, e nel determinarne l'epoca
approssimativa. - -
E se io non dicessi una parola di questa
pace così desiderabile, avreste tanto più ragione di darmene carico, in quanto che gli
autori che io ho da citarvi non avevano, come noi, la fortuna di poter rimontare alla
causa di questo grande avvenimento e non
potevano rendersene ragione. Per noi che
abbiamo assistito alla definizione del dogma
dell'Immacolata Concezione, e possiamo già
valutarne i benefici effetti sui fedeli, codesta
ora di tregua accordata al mondo, codesta
subita fortunata trasformazione della società
non deve avere alcun mistero. - -
Maria Vergine è stata costituita da Dio regina del cielo e della terra. Essa dal suo Figlio può ottenere ogni cosa, può ottenere persino che egli sospenda l'ora della giustizia, per non ascoltare altro che la voce della misericordia. Ben temerario colui che
credesse di conoscere i limiti della misericordia di Dio, e della tenerezza infinita della SS. Vergine per l'umanità, la quale in persona dell'apostolo Giovanni, l'uomo Dio le raccomandò dalla croce.
Avrete notato, signore, che io mi sono quasi intieramente astenuto dal far menzione dell'Apocalisse, di Ezechiele e di Daniele, l'autorità dei quali è però generalmente invocata da tutti quelli che si occupano delle ultime vicende del mondo. Lo feci per una buona ragione: ed è che avendo dinanzi le interpretazioni che ci diedero su quelle profezie i Santi Padri, i dottori ed i commentatori della Chiesa, sarebbe stata troppa
audacia la mia il venir a metter bocca tra
loro. Continuerò, anche in questa questione della pace universale, che deve solo formare
un incidente degli ultimi secoli, e di cui le
venerabili e sante autorità che ho menzionate non si sono guari occupate, continuerò ad aver ricorso ad altre autorità, riproducendo
puramente ciò che esse hanno detto, e sottomettendomi rigorosissimamente ed umilissimamente alle decisioni della Chiesa, mia sola gloria in questa vita, mia sola speranza
nell'altra. Questa dichiarazione di sottomettermi alle decisioni della Chiesa, che del resto risulta implicitamente da tutto questo lavoro, è mio dovere di farla esplicitamente in questo punto, perchè ora mi tocca di mettervi sott'occhio
alcune osservazioni che non ho ancora in
contrate in verun autore, e le quali forse
non avranno alcun fondamento. Però, siccome, quand'anche le medesime non avessero alcun valore, non ne verrebbe perciò
scapito alcuno alla verità della tesi che io
sostengo, questo mi fa animo a vincere la
mia titubanza ed a presentarvele.
i Certo, nessuno può senza un profondo sentimento di trepidanza accostarsi ad Ezechiele.
Nelle sinagoghe era proibito di leggerlo
prima dell'età sacerdotale, ed anche in questo
caso non se ne permetteva la lettura che con
molte restrizioni. San Gerolamo lo chiama
l'oceano della Scrittura, ed il labirinto dei
misteri di Dio. Immaginate, signore, se mi
avventuro di buona voglia nelle profondità
del pensiero di lui. Ma comunque sia io
l'ho letto, ed ecco ciò che credo d'averci
itrovato: a - - - - -
Nel capitolo XXXIV questo profeta ci fa
una lugubre pittura dello stato della società ebraica. Egli si volge specialmente ai pastori, cioè a quelli che esercitano il potere civile, per chieder conto delle pecorelle affidate alla loro cura. « Le mie pecorelle
sono state divorate dalle fiere» (Vers. 5), egli
dice; le quali parole significano, al dire
dei commentatori, che i popoli sono stati
lasciati in balia dei falsi profeti, dei malvagi padroni, e dei demoni che li hanno
divorati. « Esse andarono errando per tutti
i monti e per tutte le alte colline » (Vers. 6);
vale a dire che queste pecore hanno abbandonato il vero culto di Dio per andar
a cercare nel loro orgoglio le false divinità
Ezechiele minaccia il castigo del cielo a
questi custodi di greggie che fecero sì mal
uso del loro potere, ed egli aggiunge a
nome di Dio: « Io stesso andrò in cerca
delle mie pecorelle » (Vers. 11). E continuando egli esclama, sempre in nome del
Dio che lo ispira, al vers. 23: « Susciterò
ad esse l'unico Pastore che le governi, Davidde, mio servo: egli le pascerà, ed ei sarà
il loro pastore. » Viene di poi una descrizione dell'epoca della pace contenuta nei
vers. 24 e seguenti fino al 31. Non v'ha dubbio che questa profezia si
riferisce alla venuta di Gesù Cristo; ma
egli è anche vero, e la Chiesa lo ammette, che bene spesso questo profeta, al pari di
molti altri, indirizzandosi al popolo eletto
dell'Antico Testamento, accennava nello
stesso tempo anche ad altri popoli e ad
altre epoche. Basta studiare un poco le sue
parole ispirate, per averne subito una profonda convinzione. -
Al capo XXXVI, il profeta, il quale vivea
sin ischiavitù a Babilonia, annunzia che Dio,
non già pei meriti del suo popolo, ma per
la propria bontà, e per l'onore del suo nome,
ricondurrà il popolo d'Israello nella sua terra,
e lo farà camminare secondo i suoi comandamenti dandogli un cuor nuovo ed un nuovo
spirito. Eccone il testo: « Figliuolo del
l'uomo, la casa d'Israele abitò nella sua
terra, e la contaminò colle opere sue e coi
suoi costumi: la loro vita era dinanzi a
me simile all'immondezza di donna impura.
Ed io scaricai la mia indegnazione sopra
di essi a motivo del sangue che aveano
sparso sopra la terra, e del loro idoli, coi quali l'aveano contaminata. Ed io li dispersi
tra le genti, e li trasportai qua e là a tutti i venti: li giudicai secondo le vie loro, e
secondo i loro ritrovamenti. E andarono tra le nazioni, in mezzo alle quali ebbero
luogo, e disonorarono il nome mio santo,
mentre di lor si diceva: Questo è il popolo del Signore, e dalla terra di lui sono
andati fuora. Ed io ebbi riguardo al nome
mio santo, cui la casa d'Israele disonorava
presso le genti tra le quali era andata. Per
questo tu dirai alla casa d'Israele: queste
cose dice il signore Dio: Non per amor di
voi io farò, o casa d'Israele, ma per amor
del nome mio santo, cui disonoraste voi
presso le genti tra le quali eravate andati.
E glorificherò il nome mio grande, che è in
disdoro presso le genti, ed è profanato da
voi sugli occhi loro: affinchè conoscano
le genti che io sono il Signore, quando sopra di voi avrò fatto conoscere la mia santità in faccia ad esse, ecc.» Quindi il profeta, nel capo XXXVII ci presenta quella
magnifica visione della campagna piena
d'ossa fatte rivivere al suono della sua voce,
visione che è stata opportunamente ricordata
dalla Civiltà Cattolica di Roma (Lib. 441,
serie VI, vol. III), a proposito della convocazione del Concilio ecumenico, il quale, secondo l'avviso della dotta effemeride, può, esso solo ridonare la vita alla società moderna fatta anch'essa una campagna coperta d'ossa scarnite. (*) Quindi Ezechiele, nei cap. XXXVIII e
XXXIX, ci parla dell'invasione degli eserciti di Gog e di Magog, delle stragi che faranno, e poi del loro esterminio, tutte cose che evidentemente non si riferiscono alla
venuta del Messia.
Ebbene, signore, non vi pare egli cosa naturalissima che il mondo intiero, benchè
pervertito, si unisca ancora per poco, per
volere di Dio, ai cori dei serafini, dei cherubini, di tutta la corte celeste per celebrare le lodi della SS. Vergine Maria concepita senza peccato? Non può l'Onnipotente permettere che la Madre di Cristo dia ancora
all'universo un segno visibile, anche agli occhi dei più ciechi, della missione a lei data di schiacciare la testa del serpente sotto il suo piede verginale? La misericordia
di Dio verso l'uomo, fin tanto che questi
è di passaggio sulla terra, non ha alcun
limite, e pare bene spesso che gli faccia obliare la giustizia. Dio può sforzare una
società che s'ostina a volgergli le spalle ed a correre verso il precipizio, a fermarsi un
istante per guardare in faccia il suo creatore e riconoscerlo. Ei può farlo, ed il farà,
io m'ho la ferma speranza, per la gloria
del suo santo nome, come dice Ezechiello,
ma non per cagion nostra, perchè la società
moderna è dinanzi a lui simile ad una
veste lordata, come pur troppo mi venne
fatto di provarlo nelle mie lettere precedenti. -
Ciò non impedirà l'invasione di Gog e di Magog, della quale il profeta credette opportuno di parlare dopo averci descritto questo momento di respiro. Ciò non cam
bia per nulla il carattere dei secoli XIX e
XX dell'era di grazia. I secoli dell'era della
legge scritta, corrispondenti ai due sopra
detti, furono anch'essi secoli di distruzione,
malgrado le tregue, di cui la storia sacra fa
memoria (). Questi due secoli di lotte, di turbolenze, di disordini e d'anarchia sono un vasto deserto di opere buone rallegrato a
quando a quando di qualche oasi; ed essi
finirono colla distruzione di Gerusalemme.
Il carattere del nostro e del seguente secolo, se guardo alla storia del popolo ebreo
e fo il confronto, mi pare che debba esser
tale da poterglisi applicare quella sentenza
terribile di Dio, di non voler più far nulla
per amore del suo popolo. E veramente, stando
alla giustizia, che potrebbe egli fare per una
società che lo ripudia, lo rinnega, e spinge l'audacia al punto di voler trascinare nell'apostasia, se fosse mai possibile, il suo vicario, il capo visibile della Chiesa cattolica? Ciò
che ei farà, lo farà per la gloria del suo santo
nome, e per i suoi eletti che mai non dimentica, ma non già per una società che va errando su tutti i monti e le alte colline dell'orgoglio umano. E per la gloria del suo santo nome soltanto susciterà forse presto quel pastore unico di Ezechiele, mandandoci un
uomo che riunirà in sè tutte le virtù cristiane
e sarà per così dire un altro Davide. Ma intorno a questo mi riservo di presentarvi altri autori più moderni. Intanto ciò che mi sembra poter ammirare in Ezechiele,
quanto al fatto che ci occupa, si è l'ordine
degli avvenimenti. Dapprima si descrive la
società corrotta e ribelle a Dio tale quale la
vediamo al presente; Dio promette di mandare un buon pastore; poi dichiara volere
che il suo nome sia di nuovo santificato tra
le genti per amore della sua gloria, e non del
suo popolo. Poi viene la visione di tutte quelle
ossa aride, sulle quali egli si degna di alitare ancora la vita. Ed infine gli eserciti di
Gog e di Magog, e la battaglia finale degli
empi contro Dio, il quale estermina i suoi
nemici. - -
Dai confronti tra l'era della legge scritta e
l'era della legge di grazia io sarei tratto a
credere che questa grande epoca della pace universale abbia da trovar luogo verso la fine
del nostro secolo, poichè egli è appunto suppergiù nell'epoca corrispondente dell'antica
legge che Ircano figlio di Simone, coll'aiuto
dei Romani, potè scuotere il giogo dell'Assiria e riconquistare tutte le provincie perdute.
Fu quello l'ultimo trionfo del popolo eletto
(Mac., L. IV, e Gius.; Ant. Giud.). Questa
data s'accorderebbe a cappello con una perdizione attribuita a Santa Brigida (An. 1360),
la quale ci designa le epoche memorabili
degli ultimi secoli nel modo seguente: «1791.
L'ira di Dio sopra tutta la terra. 1800. Dio
sarà riconosciuto da pochi. 1829. Cadrà una
parte della Spagna. Proverà timori l'Italia.
1830. Moltissimi combatteranno. 1846. Non
vi sarà il Pastore. 1848. Sorgerà gente contra
gente. 1849. Roma sarà lordata di sangue.
1860. Sorgerà il più scellerato degli uomini.
1866. Sorgerà l'uomo grande. 1890. Gli uomini
riconosceranno il Dio uno e trino, e vi sarà
un sol pastore ed un solo ovile. » Poi la Santa
continua: « 1900. Vi sarà un grande segno
nel cielo. 1980. Gli empi prevarranno. 1999.
I luminari si estingueranno. » .
L'uomo grande che la Santa ci annunzia per l'anno 1886 può essere il pastor angelicus di San Malachia, oppure il re dei
Franchi, il quale, al dire di parecchi autori, dovrà aiutare il Papa futuro nella grande
opera del rinnovamento della Chiesa. Io so
che la predizione di San Malachia sopra
la serie dei papi è stata oggetto di molte
contestazioni, ma so del pari che oggi di
ella è ammessa generalmente come autentica; del resto egli è un fatto che questa
predizione risale a parecchi secoli. Questo
Santo Vescovo di Armagh, nell'Irlanda, designò Pio IX con queste parole: Crua de
cruce; titolo che è così bene applicato al
l'attuale Sommo Pontefice, sia perchè tutte
le afflizioni gli vengono dalla sua intrepidezza a difendere la religione della Croce,
sia perchè il suo più diretto avversario, quegli che lo minaccia nella sua Roma,
porta una croce bianca nello scudo.
***
di J. E. DE CAMILLE