martedì 30 agosto 2022

Dio e Legge, Dio e Parola, Dio e Comandamento, Dio e obbedienza alla sua voce sono una cosa sola. Non vi è Dio senza obbedienza alla sua voce.

 


LIBRO DELLE LAMENTAZIONI 

8 Gerusalemme ha peccato gravemente ed è divenuta un abominio. Quanti la onoravano la disprezzano, perché hanno visto la sua nudità. Anch’essa sospira  e si volge per nasconderla. 

Nuovamente il profeta rivela la causa del disonore della città santa. Gerusalemme ha peccato gravemente ed è divenuta un abominio. 

L’abominio è peccato gravissimo contro il Signore. È il peccato più grande. Esso è il peccato dell’idolatria, albero di ogni immoralità. 

I frutti di questo peccato sono amari. Quanti la onoravano la disprezzano, perché hanno visto la sua nudità, cioè la sua prostituzione. 

La prostituzione è l’idolatria. Gerusalemme ha tradito il suo Signore concedendosi agli idoli delle genti. È questo il suo grave peccato. 

Anche Gerusalemme inizia a riconoscere il suo peccato. Anch’essa sospira e si volge per nasconderla. L’infedeltà non si può nascondere. 

Essa va solamente abbandonata, ritornando alla più pura fedeltà verso il Signore. È questa la conversione: ritornare al Signore. 

Ma come si ritorna al Signore? Rientrando nella purezza dell’alleanza. Riconoscendo che il Signore è il solo ed unico Signore, il vero ed unico Dio. 

Finché Gerusalemme non ritorna nella purezza della sua fede, non c’è conversione e senza conversione il suo peccato è sempre dentro di sé. 

Il peccato esce dal cuore nel momento in cui ritorna Dio in esso con la purezza della sua verità e della sua Legge. Dio e il peccato non possono mai convivere. 

Gerusalemme sospira, vuole nascondere la sua prostituzione. Può, purché ritorni al suo Dio e Signore. Si ritorna a Dio facendo ritornare la Legge di Dio. 

Dio e Legge, Dio e Parola, Dio e Comandamento, Dio e obbedienza alla sua voce sono una cosa sola. Non vi è Dio senza obbedienza alla sua voce. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 


VITA ETERNA - GIORNO DELLE SORPRESE

 


VITA ETERNA 


GIORNO DELLE SORPRESE 

Quel giorno sarà un giorno di sorprese. Nell'allegoria del giudizio finale in cui i capri vengono separati dalle pecore, sia gli uni che le altre si stupiscono: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? E il re dirà loro: "In verità vi dico che ogni volta che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Sorpresa per i giusti e sorpresa anche per coloro che sono condannati perché non hanno compiuto azioni caritatevoli per gli altri. Infatti, Dio non ci giudicherà solo in base alle nostre opere buone interiori, ma anche in base alla nostra effettiva preoccupazione per gli altri. Non c'è infatti santità senza apostolato, perché la misura del nostro amore per Dio si manifesta nelle opere di servizio agli altri, altrimenti non è vero amore per Dio, "perché chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede". Questo comandamento abbiamo da Lui: che chiunque ami Dio ami anche il proprio fratello" (1 Gv 4, 20-21). 

C'è l'obbligo di aiutare gli altri, non solo dando loro da mangiare se ne hanno bisogno o da vestirsi, ma anche dando il pane della buona dottrina, correggendo coloro che sbagliano, magari aiutandoli a uscire dal loro stato di peccato, ecc. Dio ci giudicherà per l'apostolato che dovremmo fare, in tutte le sue forme, ma soprattutto con chi ci circonda. Perché voi potete essere salvati, potete essere dalla parte delle pecore, ma potete vedere davanti a voi quelli che sono condannati, e la sorpresa può essere grande quando vi accorgete che tra loro ci sono dei conoscenti: vicini di casa, parenti, colleghi di lavoro; persone con cui andavate a fare sport insieme, che ridevano alle nostre battute e noi alle loro; con cui coincidevate per vari motivi... e ora, al momento del giudizio, vi trovate nello stesso posto di quelli che sono condannati. ... e ora, al momento del giudizio, ti guardano come per dire: Perché non mi hai aiutato? Perché non mi hai detto che ci sarebbe stato il giudizio e la punizione? Per questo San Paolo dice a Timoteo: "Ti ordino davanti a Dio e a Cristo Gesù, che giudicherà i vivi e i morti alla sua venuta e nel suo regno: predica la parola, sii urgente, sii urgente, sii urgente, sii urgente, sii urgente, sii argomentativo, rimprovera, esorta con ogni pazienza e insegnamento" (2Tim 4,1-3). 

Quel giorno sarà un giorno di sorprese, perché il bene che abbiamo fatto può essere stato la fonte di altro bene, e il male che è stato fatto può essere stato la causa di molti altri mali, e tutto questo verrà alla luce e sarà pagato. Perché quello che facciamo ha quell'effetto moltiplicatore di cui si parla nella teoria economica. L'effetto moltiplicatore del denaro deve essere tenuto in considerazione dalle banche emittenti di ogni paese, perché il denaro con cui operano è molto più grande della moneta in circolazione; la stessa moneta può essere utilizzata contemporaneamente - attraverso i titoli - fino a cinque o sei volte. Se non si tiene conto di questo aspetto, si possono avere effetti dannosi sull'economia. Infatti, qualcosa di simile accadrà con le buone azioni fatte agli altri: chiunque, con la grazia e le parole di Dio, faccia sì che un altro migliori e faccia buone azioni, Dio lo ripagherà per ogni buona azione che l'altro farà. E se quest'altro fa apostolato a sua volta, le opere buone compiute dal terzo saranno imputate anche al primo. Per questo motivo ci saranno anche delle sorprese, come quando qualcuno va a vedere il conto corrente che ha in una banca e si scopre che gli è stato dato un interesse aggiuntivo. Questo può essere molto elevato. 

E d'altra parte, chi induce un altro a peccare - cioè lo scandalo - non solo sarà punito per le sue malefatte, ma sarà anche ritenuto responsabile delle malefatte che gli altri compiono a causa sua. Lo scandalo è qualcosa di molto grave, di diabolico; per questo il Signore avverte che chi scandalizza dovrebbe avere una macina da mulino al collo ed essere gettato in mare (cfr. Lc 17,2); è meglio morire che indurre altri al peccato, perché gli scandali saranno puniti nell'aldilà con grande severità. Chi ha partecipato a programmi televisivi, a riviste, a spettacoli, a conversazioni che hanno indotto altri a commettere peccati, ha molta penitenza da fare in questa vita. 

L'ultima sorpresa per coloro che sono salvati sarà quella di vedere il mondo trasformato. Dopo il giudizio universale e la gettata dei malvagi nello stagno di fuoco, nel libro dell'Apocalisse San Giovanni vede un'ultima cosa: "Vidi un cielo nuovo e una terra nuova, perché il primo cielo e la prima terra erano passati e il mare non c'era più. E vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da Dio, adorna come una sposa adorna per il suo sposo (...), ecco il tabernacolo di Dio tra gli uomini" (Ap 21, 1-3). Parole misteriose la cui realtà non conosceremo con certezza finché non la vedremo. Sarà il luogo definitivo degli uomini che, una volta trasformati - corpo e anima gloriosi - abiteranno a loro volta il mondo trasformato. L'intera creazione, uscita buona dalle mani di Dio e ora soggetta al disordine introdotto dal peccato dell'uomo, attende con ansia la glorificazione dei figli di Dio e la loro completa redenzione (cfr. Romani 8:19). Sarà un luogo nuovo per gli uomini, dove Dio sarà il loro pieno bene. 

Jesús Martínez García

DI NON INVOCARE IL MIO SANTO NOME INVANO

 


DI NON INVOCARE IL MIO SANTO NOME INVANO


          Ho riversato il mio Spirito Santo sulla terra, affinché quando verrò trovi i miei figli che mi adorano, che hanno parte con me. Non ci si aspetta altro da questo regno. Ci deve essere, al più presto, una risalita, per prendere ciò che è mio. So e vedo che pochi prestano attenzione ai miei avvertimenti. Era necessario che tutto ciò che sta accadendo si manifestasse, come la crudeltà ovunque sulla Terra. Non hanno voluto ascoltare i miei precetti. Non hanno prestato la minima attenzione ai più deboli e non hanno nemmeno cercato di fare giustizia con il Mio Nome che è così sacro. È nei bagordi carnevaleschi e nelle canzoni che cantano nei saloon e nei locali notturni che il mio nome viene ripetuto milioni di volte in mezzo a tanta sporcizia. Vi ho detto: "Non invocherete il mio santo nome invano" (Es 20,7). Ora il diavolo ha voluto eguagliarsi a Me, ma questo gusto non glielo permetterò.

          Benedetto, figlio mio, dove in una sola nazione possono regnare due re? Nessuna, giusto? Così come la Terra che ho creato. Se il diavolo è rimasto qui fino ad ora, è stato solo per completare i mille anni, perché era scritto e tutto doveva compiersi.

          Ora il suo tempo è finito. Se la porta dell'inferno è ancora aperta, presto però sarà chiusa, per non essere mai più riaperta. Porterà con sé tutti gli uomini che sono assassini, corrotti, invidiosi e omosessuali, siano essi maschi o femmine. Pagheranno tutti con la stessa moneta, per l'uso del Mio Nome nelle loro bocche sporche. I miei vicari non hanno avuto il coraggio di presentarsi davanti a una telecamera per difendere il mio Santo Nome. Quel che è peggio è che persino la mia Chiesa è un palcoscenico per molti che entrano vestiti male e lanciano grida di lode come se fossi sordo. Il silenzio è il modo migliore per comunicare con Me. I loro canti dovrebbero essere solo a voce bassa per lodare Me, e non fare quello che fanno le altre denominazioni. Non Mi appartengono perché, prima di Me, hanno emesso il loro giudizio, allontanandosi dalla Chiesa di Pietro, condannandola senza giustificazione. Questo è il mondo che ho creato con tanto amore.

          I frutti, quando non sono buoni, vengono buttati via, perché all'interno sono pieni di vermi che li fanno marcire rapidamente. Questa generazione è così. Ce ne sono alcuni che possono ancora essere raccolti, ma se ritardo, si rovineranno tutti. Questo, però, non accadrà, perché la mia Ora sta arrivando e sarà una grande sorpresa per tutta l'umanità. Accadrà proprio nel momento in cui qualcuno attirerà l'attenzione della maggioranza con i suoi atti diabolici. Il loro spettacolo sarà l'ultimo. In quella stessa ora, tutte le luci si spegneranno e tutto sarà lasciato in un mare di tenebre. Perciò, figlioli, non date retta a chi vuole rubarvi l'attenzione. Pregate, pregate davvero. Non dubitate, affinché possiate avere la mia protezione.

          Rimani nella mia pace.

GESU'

04/02/1996


LIBERAZIONE Sulla Confessione

 


TUTTO DEVE ESSERE RIVELATO

Una famiglia vive felice con una bellissima e dolce figliuola, Emanuela Orlandi. Ignoti rapiscono la ragazza; la fanno scomparire e, forse, dopo averla stuprata, la uccidono.

Un'altra famigliuola vive con una bimbetta di appena tre mesi, avuta dopo anni di matrimonio e tanto aspettata. Ignoti immobilizzano i genitori e li lasciano nella disperazione portandosi per sempre la bambina.

Un bravo impiegato, cognato di amici miei, vive felice con i tre figliuoli. Un ignoto, mentre egli sta per aprire la porta lo chiama, gli spara un colpo allo stomaco e quindi uno in testa e lo uccide, distruggendo per sempre la felicità della sua famiglia.

Questi, alcuni episodi recenti di cronaca. Ogni anno milioni di questi delitti succedono nel mondo ad opera di ladri, di mafiosi, di terroristi, di tiranni, rimasti quasi sempre sconosciuti e impuniti.

Se poi guardiamo le stragi di Hitler, di Stalin, di Mao, di Jap, di Komeini, le migliaia di persone fatte scomparire dai dittatori sud-americani, le centinaia di migliaia di condannati ai lavori forzati o degenti negli ospedali psichiatrici sovietici, c'è da piangere senza fine lacrime di sangue.

Pensando a questi e agli infiniti altri delitti che succedono continuamente nel mondo ci sentiamo ribollire il sangue e affiorare questa domanda:

- Ma non c'è una giustizia? E perché Dio tace?

- Se un ordine c'è nell'universo, (e non c'è chi, aprendo gli occhi, non lo veda), esso non può finire nel caos di questo infinito e raccapricciante disordine umano. L'ordine dovrà venire ricomposto. Lo esige l'intelligenza.

Ma ciò che ce ne dà la certezza è quanto ha detto Gesù: « Darete conto di tutto, anche di una semplice parola oziosa». (Mt. 12,36).

«Niente vi è di occulto che non sarà rivelato ». (Mt. 10,26). Quando Gesù verrà alla fine del mondo risorgeranno tutti i morti piangeranno tutte le folle dei peccatori della terra (Mt. 24,30); e radunati dai suoi angeli tutti gli uomini, egli rivelerà d'un colpo d'occhio, come un flash, facendo apparire nel volto dei peccatori, tutti i delitti, tutti i peccati, anche i piú nascosti, anche i piú piccoli. La vergogna dei peccatori sarà vista da tutta l'umanità e il loro terrore per l'incombente condanna all'inferno eterno sarà tanto grande che essi grideranno: « O monti, cadeteci sopra, sfracellateci». (Lc. 23,30).

Niente c'è di nascosto che non verrà rivelato: tutto quel tuo menefreghismo della legge di Dio, quei porno-spettacoli della notte, quei tuoi peccati di lussuria, quelle tue bugie, quegli imbrogli piccoli o grandi, quelle barzellette sporche, quei cattivi pensieri, quelle cattive parole, quelle bestemmie, tutto, assolutamente tutto sarà rivelato; e apparirai con tutte queste tue turpitudini dinanzi ai tuoi parenti, amici e conoscenti, dinanzi ai miliardi di eletti nel giorno del giudizio.

- Guarda che non c'è da ridere. Sarà cosí. Certamente. Cosí, perché l'ha detto Gesù: « Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». (Mt. 24,35).

- Ma non c'è rimedio?

- Dio, nella sua infinita misericordia ce ne ha dato uno meraviglioso: la confessione.

Gesú ha disposto che tu e chiunque rivela i propri peccati a una persona da lui autorizzata, cioè a un sacerdote abilitato, con una buona confessione, questi scompariranno per sempre.

- Sarebbe troppo bello! È sicuro?

- Si, perché Gesú ha pagato per noi sulla croce.

- E come posso essere sicuro che, confessandomi, tutti i miei peccati scompariranno per sempre?

- Ascolta: un giorno un uomo, che da molto tempo non si confessava, toccato dalla grazia di Dio, andò a confessarsi da s. Bernardino da Siena; e, per essere sicuro di confessare tutti i suoi peccati, stette diverse ore a farsi l'esame di coscienza e li scrisse in un foglio grande di carta. Inginocchiatosi, cominciò a leggere, piangendo, i suoi peccati. Alla fine il santo lo esortò a cambiare vita; gli fece ripetere un atto di pentimento, gli diede l'assoluzione e la penitenza e gli disse: «Andate ora in pace e non pensate piú al passato».

- Ma Dio mi ha sicuramente perdonato?, chiese quell'uomo.

- Certamente, rispose il santo.

- Posso essere sicuro?

- Rileggete i peccati, rispose il santo.

Quell'uomo cerca di leggere: ma non trova, con grande stupore, piú scritto nulla nel grande foglio.

- Come i vostri peccati sono scomparsi per sempre dalla carta, disse allora il santo, cosí sono scomparsi dalla vostra anima. Adesso pensate solo a fare opere buone.

Di Padre Ildebrando A. Santangelo


Padri del deserto

 


Vita n. 2

La vita di Antonio

di Atanasio, vescovo di Alessandria


28. Ho già parlato di queste cose di sfuggita e ora non devo esimermi dal parlarne più a lungo, perché ricordarle sarà fonte di sicurezza. Da quando il Signore ha visitato la terra [17], il nemico è caduto e le sue forze si sono indebolite. Perciò, pur non potendo fare nulla, come un tiranno, non ha sopportato la sua caduta in silenzio, ma ha minacciato, anche se le sue minacce erano solo parole. Ognuno di voi consideri questo e sarà in grado di disprezzare i demoni. Ora, se fossero ostacolati da corpi come noi, sarebbe possibile per loro dire: "Gli uomini quando sono nascosti non li troviamo, ma quando li troviamo facciamo loro del male". E anche noi, nascondendoci, potremmo sfuggire loro, chiudendo loro le porte. Ma se non sono di questa natura, ma sono in grado di entrare, anche se le porte sono chiuse, e infestano tutta l'aria, sia loro che il loro capo, il diavolo, e sono desiderosi di male e pronti a ferire; e, come ha detto il Salvatore, "Fin dall'inizio il diavolo è uccisore di uomini e padre del vizio" [18]; mentre noi, anche se è così, siamo vivi e spendiamo la nostra vita per opporci a lui, è evidente che sono impotenti. Infatti, il luogo non ostacola le loro trame, né ci considerano amici per risparmiarci, né sono amanti del bene per emendarsi. Al contrario, sono malvagi e nulla è tanto ricercato da loro quanto ferire coloro che amano la virtù e temono Dio. Ma poiché non hanno il potere di fare nulla, non fanno altro che minacciare. Ma se potessero, non esiterebbero, ma opererebbero subito il male (perché tutto il loro desiderio è rivolto a questo), e soprattutto contro di noi. Ecco, ora siamo riuniti e parliamo contro di loro, ed essi sanno che quando avanziamo si indeboliscono. Se dunque avessero potere, non permetterebbero a nessuno di noi cristiani di vivere, perché la pietà è un abominio per un peccatore [19]. Ma poiché non possono fare nulla, infliggono a se stessi le ferite maggiori, perché non possono adempiere a nessuna delle loro minacce. Inoltre, bisogna considerare questo aspetto, affinché non abbiamo paura di loro: se avessero il potere, non verrebbero in folla, non farebbero sfoggio di sé, e non organizzerebbero inganni cambiando forma. Basterebbe che uno solo venisse e compisse ciò che è in grado di fare e che è disposto a fare; tanto più che chi ha il potere non uccide con l'ostentazione né incute timore con il tumulto, ma fa subito pieno uso della sua autorità come vuole. Ma i demoni, non avendo alcun potere, sono come attori sul palcoscenico che cambiano forma e spaventano i bambini con apparizioni tumultuose e forme diverse: per questo dovrebbero essere piuttosto disprezzati, perché mostrano la loro debolezza. Almeno il vero angelo del Signore inviato contro l'Assiro non aveva bisogno di tumulti né di esibizioni dall'esterno, né di rumori né di schiamazzi, ma nella quiete usò la sua potenza e ne distrusse subito centottantacinquemila. Ma i demoni come questi, che non hanno alcun potere, cercano di terrorizzare almeno con le loro manifestazioni [20].

29. Ma se qualcuno, avendo presente la storia di Giobbe [1], dicesse: "Perché mai il diavolo si è scatenato e ha compiuto ogni cosa contro di lui, lo ha spogliato di tutti i suoi beni, ha ucciso i suoi figli e lo ha colpito con ulcere maligne?", costui riconosca invece che non è stato il diavolo l'uomo forte, ma Dio che gli ha consegnato Giobbe per metterlo alla prova. Certamente non aveva il potere di fare nulla, ma ha chiesto e, avendolo ricevuto, ha fatto ciò che ha fatto. Anche per questo il nemico è tanto più da condannare, perché, pur volendo, non ha potuto prevalere su un uomo giusto.  Infatti, se avesse potuto, non avrebbe chiesto il permesso. Ma avendo chiesto non una ma anche una seconda volta, mostra la sua debolezza e la sua mancanza di potere.  E non c'è da meravigliarsi se non ha potuto fare nulla contro Giobbe, quando la distruzione non sarebbe arrivata nemmeno sul suo bestiame se Dio non l'avesse permesso. E non ha potere sui porci, perché, come è scritto nel Vangelo, essi supplicarono il Signore dicendo: "Lasciaci entrare nei porci [2]". Ma se non avevano potere nemmeno sui porci, tanto meno ne hanno sugli uomini formati [3] a immagine di Dio.


La teoria del trasformismo

 


La teoria del trasformismo


Domenica 4 ottobre 2020

Io sono Dio, il Padrone del cielo e della terra e senza di me nulla sarebbe: né terra, né luna, né stelle, né pianeti, né comete, né stelle, né galassie. Io do questa conoscenza: il cielo, la terra, la luna, il sole, i pianeti, le comete, le stelle, le galassie sono opera mia e gli scienziati che cercano l'origine della vita in molecole organiche provenienti dallo spazio rimarranno senza risultati.

Io sono l'unico Creatore della vita, ho creato i pesci, i rettili, i mammiferi e gli esseri umani secondo il Mio Piano, non secondo uno sviluppo dal nulla al meglio, che non può esserci. Niente può dare qualcosa di diverso da ciò che è: niente! La vita microscopica può dare solo ciò che è: microscopica. Il creato può dare solo ciò che è, la sua riproduzione unica e simile; la lumaca non può evolvere in un mammifero, l'uccello non può svilupparsi in un rettile. Uno dà alla luce ciò che contiene i suoi geni, essendo i suoi geni composti da ciò che ha ricevuto.

L'uomo è stato creato unico, Eva è stata creata unica, provenendo dall'uomo perché fossero simili e insieme potessero riprodurre ciò che sono loro stessi. L'uomo riproduce l'uomo ed è così da Adamo, da Adamo ed Eva. Un albero riproduce i suoi simili, la canna non riproduce un bruco. Lo sviluppo è un grande errore della scienza e se gli scienziati credono a queste  "assurdità" la loro scienza non è nulla. Una rana non produce un rospo, eppure sono vicini per natura, appartenendo alla stessa categoria: i batraci viventi. Eppure il rospo è un rospo e la rana è una rana. E all'interno della specie delle rane, c'è ancora la raganella che può dare vita solo a un'altra raganella.

L'unico datore di vita, diversa e molteplice, è il Creatore; gli uomini che seguono le farneticazioni di Darwin sono in errore. Darwin, la cui teoria del trasformismo o evoluzionismo è puramente speculativa, ha basato il suo ragionamento sulle meraviglie e sulla molteplicità della vita. Come ha fatto Dio? Cercare di capirlo è vano, cercare di spiegarlo è vano.

Sì, la teoria darwinista è un'invenzione uscita direttamente da un cervello umano, ma Dio non ha dato all'uomo la padronanza della vita o la sua spiegazione. La vita è solo nelle mani di Dio; è Lui che la crea, la dà e infine la riceve indietro. Darwin è un inventore del cervello, ma con le mani non ha creato nulla e non può essere all'altezza del Pensiero divino.

Io sono Dio, ho creato la vita, ho dato la mia vita sulla croce per la redenzione del mondo; Io stesso ho risuscitato il mio corpo senza vita e l'ho attribuito di nuovo all'anima divina che è Dio, Gesù Cristo all'interno della Santissima Trinità. Io sono Dio e nel creare la vita non ho dato la "ricetta" a nessuno, né a Darwin né agli scienziati che ne sfruttano i semi. L'albero della vita è stato sigillato da Dio nel paradiso terrestre e Lui ne detiene la chiave. La vita umana è un mistero e l'uomo non è in grado di crearla. Può modificarlo, manometterlo, ostacolarlo, ma non può crearlo. Deve usare il supporto materiale della vita per manipolarla e ostacolarla, ma non può crearla dal nulla in modo divino. È un usurpatore di un tesoro quando lo sperimenta, e così facendo non è diverso da un apprendista stregone o da un alchimista la cui scienza è stata dichiarata vana e inconsistente.

Suor Beghe

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


La nascita della Donna 

L’‘OMEGA’


Anche don Guido, come ibrido,  è passato sotto quel ‘ponte’  

§ 98 Tuttavia, assecondando il discorso allegorico, che però non capivo, dissi con  tono quasi scherzoso: – Il ponte oscilla, è sgangherato. Chi vi passa sopra? –  

– L’UOMO È PASSATO DI LÌ. TUTTI GLI UOMINI... LI HO VISTI: HO VISTO  ANCHE TE.  – – Eeeh! Signore!, non passerei sopra quel ponte...!  – 

– NON SOPRA. SOTTO.  – 

– Allora lasciatemi vedere dove qualcuno lo muove.  –

Speravo di vedere al di sopra dell’archetto che ho descritto, ma non fu così. Quel  ponticello mi fu avvicinato in primo piano. Lo vedevo dal di sotto, non dal di sopra.  

Lo fissavo, sperando ancora di vedere sopra di esso chi lo muoveva. Invece mi venne  fatto vedere quel che vi era sotto quel ponticello come se mi stessi inoltrando dentro un  cunicolo buio.  

 

(Nota della curatrice) Abbiamo visto che i Figli di Dio, benché ‘derivino’ dalla specie  estinta degli ancestri, non ‘discendono’ geneticamente da essa in quanto nuova creazione.   Come mai allora il Signore dice a don Guido che anche lui è passato di lì? Proprio perché  don Guido, a differenza del primo Uomo e della prima Donna, ‘discende realmente’ da  quella femmina per il fatto che, per la disobbedienza dell’Uomo, essa è poi diventata  ‘ponte’. In altre parole il Signore dice a Don Guido che anche lui è ibrido, cioè  ‘discendente naturale’ di quella femmina ancestre. Attualmente tutti gli uomini della Terra  sono ibridi perché la specie umana pura si è estinta con la morte di Noè, ultimo Figlio di  Dio, mentre tutti gli ibridi allora esistenti scomparvero per il diluvio così detto universale.  Rimase in vita solo Noè, geneticamente puro, e sua moglie che necessariamente era ibrida,  se ha dato origine a una discendenza ibrida. Dai loro figli ibridi, già meno inquinati di quelli  precedenti, discende tutta l’umanità.  

 

Stavo ancora seduto di traverso sulla sedia a capo del tavolo, rivolto verso la portiera  delle scale che scendono in cantina, sul cui vano mi aveva inseguito per l’ottava volta  quel quadro visivo.  

Tenevo il braccio sinistro sul tavolo e la mano destra sulla Bibbia appoggiata sul  ginocchio. Mi protesi innanzi: distavo dalla scena un metro e mezzo o due.  

Ciò che vidi potrà sembrare effetto di autosuggestione, ma posso assicurare che non  ho mai perduto l’autocontrollo.  

 

(Nota della curatrice) Da questo punto in poi don Guido viene immerso lui stesso nella  visione allegorica in cui si alternano, come in precedenza, immagini simboliche e, allo  stesso tempo, realistiche. Alla nascita della Donna, a cui don Guido sta assistendo, si  sovrappone all’improvviso l’esperienza (virtuale) della propria nascita, come se fosse  avvenuta pure essa dal ventre di questa ancestre. Aveva detto il Signore: “l’uomo è  passato di lì... tutti gli uomini... li ho visti... anche te...” Il Signore vuol fargli presente in  questo modo che non solo la prima Donna è passata di lì, ma anche il primo Uomo e,  disgraziatamente a causa del peccato originale, l’umanità intera, in quanto ibrida, rappresentata in questo caso da don Guido. Egli perciò, nel brano che segue, da spettatore  diventa protagonista.  Non si fatica a capire che don Guido subisce questa esperienza come  una violenza. Contrariato, descrive solo per obbedienza, attimo per attimo, ciò che vede e  che non capisce, ma ad un lettore attento non sfuggono i riferimenti anatomici se pur  espressi in chiave allegorica.  


§ 99 Ebbi l’impressione che quel ‘ponte’ fosse diventato molto grande, e che passandovi sotto io entrassi in un antro buio .  


30 Occorre fare una precisazione: per don Guido questa è la quinta rivelazione e quindi è già al corrente che  la specie umana pura è stata inquinata dal ‘peccato originale’ e che questo peccato è stato un atto di  ibridazione della specie. 

 

Dentro era tutto pieno di brandelli di tele di ragno, bianche, grigie e nere, tutte gocciolanti come ciuffi di pelo bagnato . Fuori di esso non c’era parete. C’era luce, ma non vedevo niente là fuori . L’antro era stretto presso l’ingresso, ma più addentro si allargava . Non vi erano pareti laterali per sostenere il soffitto. Tutto il  peso sembrava poggiare su due tronchi grigi e pelosi che vedevo ai miei fianchi.  

Fui esortato sommessamente, cioè a livello intellettivo, ad osservare il soffitto.  Esaminai il soffitto. Era alto circa m 2,10. Per toccarlo bastava la mano di una  persona normale. Questo non era diritto e orizzontale, se non al centro. Ai lati era  storto e ondulato e voltava all’insù fuori dell’ombra,  


31 L’immagine allegorica del ponte si trasforma in una vera angoscia. Il Signore conduce don Guido a passare  sotto l’arco di quel ponte dal quale si accede ad un antro buio, il ventre della partoriente. Il simbolo è chiaro:  anche don Guido, come tutta l’umanità ibrida, avendo perso la sua perfezione originaria, ha imboccato una  via buia. Tutte le descrizioni sono lugubri e tristi perché devono raffigurare la tristezza della condizione  umana dopo aver perduto la luce dello Spirito che avevano i Figli puri di Dio. È come se il suo  disagioesprimesse lo smarrimento dell’anima che è diventata un ambiente abbandonato e fatiscente, cioè  destinato alla rovina. È chiaro che alla perdita dell’integrità fisica e psichica, che fece retrocedere l’Uomo  perfetto allo stato di ominide, seguì anche la perdita della Vita spirituale perché l’uomo ibrido, animalesco,  non poteva più essere degno tempio dello Spirito Santo. Il buio, è simbolo della morte spirituale. La morte di  cui parla la Bibbia come conseguenza naturale del ‘peccato originale’ è il ritiro, o la perdita, dello Spirito, e  non va confusa con la morte fisica.  

32 Quei Figli puri di Dio che non furono contaminati dal ‘peccato originale’ perché non erano discendenti  dalla bestia-ponte, rimasero fuori dell’antro dove c’era la luce, lo Spirito di Dio. Vedremo poi che le due  discendenze dell’Uomo, quella pura e legittima e quella contaminata, crebbero parallele per un certo numero  di generazioni fino all’estinzione della specie pura.  33 

Un’interpretazione potrebbe essere che l’umanità ibrida, all’inizio esigua (l’antro stretto), col tempo  divenne sempre più numerosa (l’antro più vasto) e oggi coinvolge la totalità dell’umanità. Senza il peccato  originale l’umanità non sarebbe passata di lì perché, geneticamente parlando, non sarebbe discendente  naturale, come si è detto, di questa femmina ancestre.  

 

perché i margini laterali erano illuminati dal sole. Non vedevo come fosse attaccato.  Le sue dimensioni, come se lo osservassi attraverso una lente di ingrandimento, mi parvero di m 2 per 1,50.  

Al centro del soffitto squallido scorgevo una piccola sbavatura di calcestruzzo fatto  cadere dal di sopra del soffitto per otturare un foro non livellato al di sotto. “Quello è  il posto dove doveva esserci un punto luce – pensai – e quando questo ambiente è stato  abbandonato perché fatiscente è stato tolto il filo elettrico e turato il foro dal di  sopra con un materiale molle che è venuto a sporgere anche di sotto dove non è stato  levigato!”34 .  

 

34 Sappiamo che lo Spirito e la Grazia vengono da Dio. Quindi Dio ha ritirato il Suo Spirito (la luce)  dall’uomo ibrido che ha perso così ogni diritto (all’eredità spirituale). Dice la Genesi (6,3): “Il mio Spirito  non rimarrà sempre nell’uomo perché egli è (solo) carne” (ovvero solo istinti animali). Ne rimase solo una  traccia di ciò che era un allegorico filo elettrico tagliato dal di sopra e il segno di un buco chiuso con un po’  di gesso non spatolato.  

Don Guido Bortoluzzi  

La nostra VITA nella DIVINA VOLONTÀ deve essere PERFETTA

 


Seguendo gli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta la PFDV


Ritornare nel Cuore della Trinità per vivere da veri figli

Capite, è tutto così semplice! Bisogna soltanto rimetterci nel Cuore di Dio, ritornare nel Cuore della Trinità. Avete capito che continuare ad essere cristiani come abbiamo fatto finora senza questo Divin Volere, è assurdo! Noi viviamo come se Dio non ci fosse, noi viviamo al di fuori della Trinità con tutti i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni della giornata. Poi magari ci preoccupiamo di andare anche qualche volta a messa e andando in chiesa pensiamo di ricordarci di Dio. Invece anche in chiesa siamo pieni di mille pensieri e presi da tante cose che abbiamo lasciato e se andrà bene forse per un po’ ci ricorderemo di Dio ma come una piccola parentesi, un momento, per continuare poi la nostra vita di prima.

E la nostra vita intratrinitaria di figli di Dio dove è andata a finire? Invece tutta la nostra vita dovrebbe essere un vivere all’interno della Trinità che è la nostra vera Famiglia! Se non viviamo ancora in questo modo significa che c’è qualcosa che non va, che non funziona! Significa che bisogna mettere qualcosa a posto! Qualcosa soltanto o tutto? Se noi non viviamo da figli, tutta la nostra giornata e tutta la nostra vita, non solo una parentesi come quando andiamo in chiesa, e i figli vivono e si sentono in casa col Padre, con lo Spirito Santo, con Gesù, gli angeli i santi; se non siamo ancora in questa dimensione, se non ci sentiamo in casa nostra, in questa realtà, vuol dire che ne siamo ancora fuori, vuol dire che non va, non va!

“Figlia mia, quando si tratta di cose che riguardano il mio Volere, Cieli e terra stanno silenziosi e riverenti per essere spettatori di un atto nuovo di questa Volontà Suprema.”

Per questo tutto lo scopo nostro dovrebbe essere di non fare troppe chiacchiere, ma di andarci a ritirare quanto più è possibile dal mondo, come S. Antonio nel deserto, per fare quanti più atti, per vivere tutti gli atti, tutti i pensieri, tutti i respiri, con una Volontà Divina operante in noi, con Gesù in noi che fa tutto.

Una volta Luisa si lamentava che non poteva partecipare all’adorazione eucaristica che si svolgeva in chiesa perché costretta a rimanere a letto. Gesù allora le spiegò e le parlò di quegli atti di adorazione che noi dovremmo avere sempre, continuamente alla Divina Volontà nelle sue Opere, dicendole: “Onde dopo di ciò, avevo sentito dell’esposizione che s’era fatta del Santo Sacramento nella chiesa, ed io pensavo tra me: Per me non ci sono né esposizioni né funzioni…”

E Gesù risponde a Luisa: perché dici così? Tu puoi adorare la Mia Volontà non solo nell’eucaristia, nel mio SS. Sacramento, ma tu la stai adorando con tutti i ‘Giri’ che fai, nel sole nel cielo stellato, nel mare… e poi a un certo punto le dice: “Spetta a te mantenere l’adorazione perpetua dell’esposizione che tiene il Fiat Supremo in tutta la Creazione.” Cioè tu hai questo compito grandissimo, tu stai adorando Me nel sole, nella vita della Divina Volontà che è rimasta intatta nel sole, nel cielo, nel vento, nel mare e nelle altre cose create… Chi, le dice Gesù, pensa alla vita della mia Volontà nel sole, ad esempio, chi mi fa una genuflessione alla mia vita, alla mia Divina Volontà che si trova nel mare? Nessuno! Anche perché nessuno tra l’altro conosce questo. Tu sola hai incominciato a capire questo e finalmente ci può essere qualcuno che fa l’adorazione “eucaristica”, potremmo dire, alla Divina Volontà presente nel sole, presente nel filo d’erba, nell’uccellino che trilla, nel mare in tempesta… Perché se la Divina Volontà a un tratto smettesse di mantenere in vita, in esistenza il sole, il filo d’erba, l’uccellino, anche l’uomo, tutto si risolverebbe nel nulla, ripiomberebbe e ritornerebbe tutto nel nulla. Perché noi non siamo niente, veniamo dal niente e dovremmo rimanere nel nulla o ritornare e andare nel nulla. Invece Gesù, Dio ci mantiene in esistenza e ci Vuol fare andare e tornare nel Tutto…

Dalla nobile famiglia della Divina Volontà, a cui fanno parte tutte le cose create, solo l’uomo si è sottratto. Lo dovremmo quindi ricordare sempre che siamo al di fuori da questa nobile famiglia. Tutte le cose create, tutta la creazione geme nelle doglie del parto aspettando che l’uomo ritorni, l’uomo ritorni... Perché è come un fratello di questa famiglia che è andato fuori e fa lo scapestrato; è come un figliol prodigo che deve tornare.

Certo la Redenzione ha già fatto mettere in piedi e in moto il figliol prodigo. Ora c’è l’abbraccio della Divina Volontà, c’è il ritorno nella casa del Padre grazie a questo Dono grande e sublime.

di Luigi Maria Provito


LE LEGGI DELL'UOMO SARANNO PRESTO CAMBIATE

 


LE LEGGI DELL'UOMO SARANNO PRESTO CAMBIATE


          Le mie leggi sono totalmente diverse da quelle degli uomini. Niente li eguaglia, perché se così fosse, il mondo non avrebbe bisogno di essere riformato di nuovo. Nell'idea degli uomini, rimanere in ciò che ho insegnato è impossibile. Questo accade a causa dell'avidità dei più furbi. Sono fuggiti dalla Mia Regola per imporre il paganesimo tra di loro, facendo in modo che i poveri non possano salire di grado, altrimenti tutti avrebbero lo stesso diritto. In questa ipotesi, si dice: "Quello che non possiamo fare è lasciare che i figli dei più deboli si mescolino ai nostri. Solo i nostri figli possono andare all'università, così quando cresceranno saranno molto sottomessi a loro". Questo è il significato della legge degli uomini. La mia dà a tutti lo stesso diritto. Non aspettatevi lo stesso diritto in futuro, perché non ci sarà. Io, Gesù, sarò l'unico Amministratore. Darò a tutti una vita migliore, senza pregiudizi.

          Figlio mio Benedetto, le leggi che ora sono date dalle mani dell'uomo saranno molto presto totalmente cambiate. Le tasse che gravano su ogni persona non esisteranno più. Le scarpe che uno può indossare, tutti avranno lo stesso diritto. Gli abiti che solo i grandi possono indossare, nel Mio Regno tutti li indosseranno. Il cibo che verrà dato è distribuito equamente.

          Vedete, figli miei, sono un Padre che non si oppone in alcun modo ai figli che saranno miei. Tutti saranno trattati allo stesso modo. Fame e miseria, mai più. Allora coloro che non Mi hanno obbedito diranno: "Siamo stati ingiusti". Non sapevamo come condividere ciò che avevamo. Ora non serve più piangere. Stiamo vedendo che le nostre leggi erano totalmente prive di scrupoli. Non abbiamo mai visto questo lato. Pensavamo solo a noi stessi. Un maledetto intruso che è entrato nelle nostre vite e ci ha reso cavie per lui, facendo morire di fame i poveri senza giustizia. Non abbiamo concesso loro alcun diritto finché abbiamo potuto. A cosa servono questi diplomi e queste medaglie? Ci è stato detto: "Dov'è il tuo tesoro, là sarà il tuo cuore" (Mt 6,21), e noi non abbiamo ascoltato".

          E questo per quanto riguarda i mille piani che ho dato all'uomo per imparare. Non volevano le mie leggi. Ora tutti costoro regoleranno i conti con il loro ingannatore. Questo, che è sempre stato contro i miei diritti e che oggi fa tutto questo, una volta era il mio Angelo più prestigioso. Ma, a causa della sua avidità, ha voluto disobbedire a Me. Prima che Mi tradisse, l'ho espulso dal Mio Regno. La sua immagine cadde sulla terra, formando così il suo gruppo di invidiosi, corrotti, assassini e vendicatori.

          Ora, poiché questa casta di perversi è già troppo numerosa, non permetterò che continuino a compiere con il Mio piccolo gregge i loro ultimi atti diabolici, che sarebbero: cancellare il Mio Nome dalla mente di tutti.

          Figlio, grazie mille. Leggere e non accettare la Mia Materia è una perdita di vita. Siate con la mia pace.

GESU'

03/02/1996

LETTERE D'UN EREMITA

 


LA PACE UNIVERSALE

I libri antichi e moderni che parlano della pace universale, di quella pace che deve non solo stabilirsi in seno alla Chiesa, ma spandere i suoi benefizi su tutte le nazioni, sono così numerosi che io non posso di spensarmi di fermarmivi sopra un istante e considerare quel che essi dicono. Codeste predizioni possono avere più o meno d'autorità, e quanto a me non pretendo punto di darne loro più che non meritino; però debbo confessarvi, signore, che nel percorrerli, io restai colpito da un fatto, ed è l'accordo maraviglioso che si scorge in tutti questi scrittori di diversi secoli nel descrivere questa pace, e nel determinarne l'epoca approssimativa. - - E se io non dicessi una parola di questa pace così desiderabile, avreste tanto più ragione di darmene carico, in quanto che gli autori che io ho da citarvi non avevano, come noi, la fortuna di poter rimontare alla causa di questo grande avvenimento e non potevano rendersene ragione. Per noi che abbiamo assistito alla definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, e possiamo già valutarne i benefici effetti sui fedeli, codesta ora di tregua accordata al mondo, codesta subita fortunata trasformazione della società non deve avere alcun mistero. - - Maria Vergine è stata costituita da Dio regina del cielo e della terra. Essa dal suo Figlio può ottenere ogni cosa, può ottenere persino che egli sospenda l'ora della giustizia, per non ascoltare altro che la voce della misericordia. Ben temerario colui che credesse di conoscere i limiti della misericordia di Dio, e della tenerezza infinita della SS. Vergine per l'umanità, la quale in persona dell'apostolo Giovanni, l'uomo Dio le raccomandò dalla croce.

Avrete notato, signore, che io mi sono quasi intieramente astenuto dal far menzione dell'Apocalisse, di Ezechiele e di Daniele, l'autorità dei quali è però generalmente invocata da tutti quelli che si occupano delle ultime vicende del mondo. Lo feci per una buona ragione: ed è che avendo dinanzi le interpretazioni che ci diedero su quelle profezie i Santi Padri, i dottori ed i commentatori della Chiesa, sarebbe stata troppa audacia la mia il venir a metter bocca tra loro. Continuerò, anche in questa questione della pace universale, che deve solo formare un incidente degli ultimi secoli, e di cui le venerabili e sante autorità che ho menzionate non si sono guari occupate, continuerò ad aver ricorso ad altre autorità, riproducendo puramente ciò che esse hanno detto, e sottomettendomi rigorosissimamente ed umilissimamente alle decisioni della Chiesa, mia sola gloria in questa vita, mia sola speranza nell'altra. Questa dichiarazione di sottomettermi alle decisioni della Chiesa, che del resto risulta implicitamente da tutto questo lavoro, è mio dovere di farla esplicitamente in questo punto, perchè ora mi tocca di mettervi sott'occhio alcune osservazioni che non ho ancora in contrate in verun autore, e le quali forse non avranno alcun fondamento. Però, siccome, quand'anche le medesime non avessero alcun valore, non ne verrebbe perciò scapito alcuno alla verità della tesi che io sostengo, questo mi fa animo a vincere la mia titubanza ed a presentarvele. i Certo, nessuno può senza un profondo sentimento di trepidanza accostarsi ad Ezechiele. Nelle sinagoghe era proibito di leggerlo prima dell'età sacerdotale, ed anche in questo caso non se ne permetteva la lettura che con molte restrizioni. San Gerolamo lo chiama l'oceano della Scrittura, ed il labirinto dei misteri di Dio. Immaginate, signore, se mi avventuro di buona voglia nelle profondità del pensiero di lui. Ma comunque sia io l'ho letto, ed ecco ciò che credo d'averci itrovato: a - - - - - Nel capitolo XXXIV questo profeta ci fa una lugubre pittura dello stato della società ebraica. Egli si volge specialmente ai pastori, cioè a quelli che esercitano il potere civile, per chieder conto delle pecorelle affidate alla loro cura. « Le mie pecorelle sono state divorate dalle fiere» (Vers. 5), egli dice; le quali parole significano, al dire dei commentatori, che i popoli sono stati lasciati in balia dei falsi profeti, dei malvagi padroni, e dei demoni che li hanno divorati. « Esse andarono errando per tutti i monti e per tutte le alte colline » (Vers. 6); vale a dire che queste pecore hanno abbandonato il vero culto di Dio per andar a cercare nel loro orgoglio le false divinità Ezechiele minaccia il castigo del cielo a questi custodi di greggie che fecero sì mal uso del loro potere, ed egli aggiunge a nome di Dio: « Io stesso andrò in cerca delle mie pecorelle » (Vers. 11). E continuando egli esclama, sempre in nome del Dio che lo ispira, al vers. 23: « Susciterò ad esse l'unico Pastore che le governi, Davidde, mio servo: egli le pascerà, ed ei sarà il loro pastore. » Viene di poi una descrizione dell'epoca della pace contenuta nei vers. 24 e seguenti fino al 31. Non v'ha dubbio che questa profezia si riferisce alla venuta di Gesù Cristo; ma egli è anche vero, e la Chiesa lo ammette, che bene spesso questo profeta, al pari di molti altri, indirizzandosi al popolo eletto dell'Antico Testamento, accennava nello stesso tempo anche ad altri popoli e ad altre epoche. Basta studiare un poco le sue parole ispirate, per averne subito una profonda convinzione. - Al capo XXXVI, il profeta, il quale vivea sin ischiavitù a Babilonia, annunzia che Dio, non già pei meriti del suo popolo, ma per la propria bontà, e per l'onore del suo nome, ricondurrà il popolo d'Israello nella sua terra, e lo farà camminare secondo i suoi comandamenti dandogli un cuor nuovo ed un nuovo spirito. Eccone il testo: « Figliuolo del l'uomo, la casa d'Israele abitò nella sua terra, e la contaminò colle opere sue e coi suoi costumi: la loro vita era dinanzi a me simile all'immondezza di donna impura. Ed io scaricai la mia indegnazione sopra di essi a motivo del sangue che aveano sparso sopra la terra, e del loro idoli, coi quali l'aveano contaminata. Ed io li dispersi tra le genti, e li trasportai qua e là a tutti i venti: li giudicai secondo le vie loro, e secondo i loro ritrovamenti. E andarono tra le nazioni, in mezzo alle quali ebbero luogo, e disonorarono il nome mio santo, mentre di lor si diceva: Questo è il popolo del Signore, e dalla terra di lui sono andati fuora. Ed io ebbi riguardo al nome mio santo, cui la casa d'Israele disonorava presso le genti tra le quali era andata. Per questo tu dirai alla casa d'Israele: queste cose dice il signore Dio: Non per amor di voi io farò, o casa d'Israele, ma per amor del nome mio santo, cui disonoraste voi presso le genti tra le quali eravate andati. E glorificherò il nome mio grande, che è in disdoro presso le genti, ed è profanato da voi sugli occhi loro: affinchè conoscano le genti che io sono il Signore, quando sopra di voi avrò fatto conoscere la mia santità in faccia ad esse, ecc.» Quindi il profeta, nel capo XXXVII ci presenta quella magnifica visione della campagna piena d'ossa fatte rivivere al suono della sua voce, visione che è stata opportunamente ricordata dalla Civiltà Cattolica di Roma (Lib. 441, serie VI, vol. III), a proposito della convocazione del Concilio ecumenico, il quale, secondo l'avviso della dotta effemeride, può, esso solo ridonare la vita alla società moderna fatta anch'essa una campagna coperta d'ossa scarnite. (*) Quindi Ezechiele, nei cap. XXXVIII e XXXIX, ci parla dell'invasione degli eserciti di Gog e di Magog, delle stragi che faranno, e poi del loro esterminio, tutte cose che evidentemente non si riferiscono alla venuta del Messia. Ebbene, signore, non vi pare egli cosa naturalissima che il mondo intiero, benchè pervertito, si unisca ancora per poco, per volere di Dio, ai cori dei serafini, dei cherubini, di tutta la corte celeste per celebrare le lodi della SS. Vergine Maria concepita senza peccato? Non può l'Onnipotente permettere che la Madre di Cristo dia ancora all'universo un segno visibile, anche agli occhi dei più ciechi, della missione a lei data di schiacciare la testa del serpente sotto il suo piede verginale? La misericordia di Dio verso l'uomo, fin tanto che questi è di passaggio sulla terra, non ha alcun limite, e pare bene spesso che gli faccia obliare la giustizia. Dio può sforzare una società che s'ostina a volgergli le spalle ed a correre verso il precipizio, a fermarsi un istante per guardare in faccia il suo creatore e riconoscerlo. Ei può farlo, ed il farà, io m'ho la ferma speranza, per la gloria del suo santo nome, come dice Ezechiello, ma non per cagion nostra, perchè la società moderna è dinanzi a lui simile ad una veste lordata, come pur troppo mi venne fatto di provarlo nelle mie lettere precedenti. - Ciò non impedirà l'invasione di Gog e di Magog, della quale il profeta credette opportuno di parlare dopo averci descritto questo momento di respiro. Ciò non cam bia per nulla il carattere dei secoli XIX e XX dell'era di grazia. I secoli dell'era della legge scritta, corrispondenti ai due sopra detti, furono anch'essi secoli di distruzione, malgrado le tregue, di cui la storia sacra fa memoria (). Questi due secoli di lotte, di turbolenze, di disordini e d'anarchia sono un vasto deserto di opere buone rallegrato a quando a quando di qualche oasi; ed essi finirono colla distruzione di Gerusalemme. Il carattere del nostro e del seguente secolo, se guardo alla storia del popolo ebreo e fo il confronto, mi pare che debba esser tale da poterglisi applicare quella sentenza terribile di Dio, di non voler più far nulla per amore del suo popolo. E veramente, stando alla giustizia, che potrebbe egli fare per una società che lo ripudia, lo rinnega, e spinge l'audacia al punto di voler trascinare nell'apostasia, se fosse mai possibile, il suo vicario, il capo visibile della Chiesa cattolica? Ciò che ei farà, lo farà per la gloria del suo santo nome, e per i suoi eletti che mai non dimentica, ma non già per una società che va errando su tutti i monti e le alte colline dell'orgoglio umano. E per la gloria del suo santo nome soltanto susciterà forse presto quel pastore unico di Ezechiele, mandandoci un uomo che riunirà in sè tutte le virtù cristiane e sarà per così dire un altro Davide. Ma intorno a questo mi riservo di presentarvi altri autori più moderni. Intanto ciò che mi sembra poter ammirare in Ezechiele, quanto al fatto che ci occupa, si è l'ordine degli avvenimenti. Dapprima si descrive la società corrotta e ribelle a Dio tale quale la vediamo al presente; Dio promette di mandare un buon pastore; poi dichiara volere che il suo nome sia di nuovo santificato tra le genti per amore della sua gloria, e non del suo popolo. Poi viene la visione di tutte quelle ossa aride, sulle quali egli si degna di alitare ancora la vita. Ed infine gli eserciti di Gog e di Magog, e la battaglia finale degli empi contro Dio, il quale estermina i suoi nemici. - - Dai confronti tra l'era della legge scritta e l'era della legge di grazia io sarei tratto a credere che questa grande epoca della pace universale abbia da trovar luogo verso la fine del nostro secolo, poichè egli è appunto suppergiù nell'epoca corrispondente dell'antica legge che Ircano figlio di Simone, coll'aiuto dei Romani, potè scuotere il giogo dell'Assiria e riconquistare tutte le provincie perdute. Fu quello l'ultimo trionfo del popolo eletto (Mac., L. IV, e Gius.; Ant. Giud.). Questa data s'accorderebbe a cappello con una perdizione attribuita a Santa Brigida (An. 1360), la quale ci designa le epoche memorabili degli ultimi secoli nel modo seguente: «1791. L'ira di Dio sopra tutta la terra. 1800. Dio sarà riconosciuto da pochi. 1829. Cadrà una parte della Spagna. Proverà timori l'Italia. 1830. Moltissimi combatteranno. 1846. Non vi sarà il Pastore. 1848. Sorgerà gente contra gente. 1849. Roma sarà lordata di sangue. 1860. Sorgerà il più scellerato degli uomini. 1866. Sorgerà l'uomo grande. 1890. Gli uomini riconosceranno il Dio uno e trino, e vi sarà un sol pastore ed un solo ovile. » Poi la Santa continua: « 1900. Vi sarà un grande segno nel cielo. 1980. Gli empi prevarranno. 1999. I luminari si estingueranno. » . L'uomo grande che la Santa ci annunzia per l'anno 1886 può essere il pastor angelicus di San Malachia, oppure il re dei Franchi, il quale, al dire di parecchi autori, dovrà aiutare il Papa futuro nella grande opera del rinnovamento della Chiesa. Io so che la predizione di San Malachia sopra la serie dei papi è stata oggetto di molte contestazioni, ma so del pari che oggi di ella è ammessa generalmente come autentica; del resto egli è un fatto che questa predizione risale a parecchi secoli. Questo Santo Vescovo di Armagh, nell'Irlanda, designò Pio IX con queste parole: Crua de cruce; titolo che è così bene applicato al l'attuale Sommo Pontefice, sia perchè tutte le afflizioni gli vengono dalla sua intrepidezza a difendere la religione della Croce, sia perchè il suo più diretto avversario, quegli che lo minaccia nella sua Roma, porta una croce bianca nello scudo.

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di J. E. DE CAMILLE

Sposa di Cristo

 


Sposa di Cristo

«Dal momento in cui mi consacrai al Signore attraverso la professione religiosa mi resi perfettamente conto che ormai non mi appartengo. Cristo iniziò ad essere per me l’Amico, il Fratello, il Signore del mio essere, il Dio vicino, il mio Tutto.

Mi sentivo conquistata, presa... Un giorno, dopo aver letto il capitolo sedici di Ezechiele, scoprii che dalla mia Professione Solenne il mio rapporto con Gesù si era arricchito di un amore più profondo, più forte, più impegnato. Se fino ad allora ero stata sua e non mi ero appartenuta, che dire adesso che mi impegnavo ad essere sua totalmente con i voti solenni?

Mi commuovevo nel ricordare il testo di Ezechiele 16, 8: «Passai vicino a te e ti vidi; ecco, la tua età era l’età dell’amore; io stesi il lembo del mio mantello su di te e coprii la tua nudità [la tua sporcizia]; giurai alleanza con te e divenisti mia». Mi piaceva anche il testo di Geremia 20, 7: «Mi hai sedotto, Signore, ed io mi sono lasciata sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso».

Capii che l’amore di sposa era tanto sublime quanto esigente. È un amore di appartenenza totale e di dipendenza da Lui in tutto e per tutto. Un amore che cerco di rinnovare ogni giorno e mi ingegno nel trovare piccoli dettagli per alimentarlo. Conosco bene i gusti di Gesù: le anime, l’amore verso il prossimo, fare in tutto la volontà del Padre cercando la sua gloria... Cristo è «l’Amore della mia vita», amore che mi riempie totalmente, poiché senza di Lui la mia vita non avrebbe senso. Egli non si rifugia nelle mie miserie, ma mi vuole «tutta intera» per Lui e così come sono.

Spesso mi piace dirgli: Mio Gesù, Tu sai che ti amo e voglio solo renderti felice. Ciò mi porta a condividere la sua stessa sorte e a seguirlo molto da vicino nel cammino della croce. Ho capito che la mia vita è come il seme di grano, cioè, più è nascosta e più è feconda, più è umile e fervente nella preghiera e più è gradita agli occhi del mio Sposo Gesù. Vale la pena consegnarsi a Lui e dirgli per sempre».

Padre Angel Peña


Sangue prezioso di Gesù

 


O Sangue prezioso di Gesù, 

prezzo infinito del riscatto 

dell’umanità peccatrice, 

bevanda e lavacro delle anime nostre, 

che proteggete continuamente la causa 

degli uomini presso il trono 

della suprema Misericordia, 

profondamente vi adoro. 

Vorrei, per quanto mi è possibile, 

compensarvi delle ingiurie e degli strapazzi,  

che ricevete di continuo dalle umane creature,  

e specialmente da quelle che ardiscono  

temerariamente di bestemmiarvi. 

Chi non benedirà questo Sangue

di infinito valore? 

Chi non si sentirà infiammato d’affetto 

verso Gesù che lo sparse? 

Chi sarei io, se non fossi stato ricomprato 

da questo Sangue Divino? 

Chi l’ha cavato dalle vene del mio Signore 

fino all’ultima stilla? 

Questo è stato certamente l’amore. 

O amore immenso, 

che ci ha donato questo balsamo salutare! 

O balsamo inestimabile scaturito 

dalla sorgente di un amore immenso, 

fate che tutti i cuori e tutte le lingue 

vi possano lodare, benedire 

e ringraziare adesso e per sempre. 

Amen.

PRESTO I FIGLI DI DIO SARANNO RAPITI.

 


Carbonia 27-08-2022  –  (Prima locuzione).

Presto i figli di Dio saranno rapiti.

Oggi sono con voi, come sempre, …appena inizia il santo Rosario Io sono qui con voi, unisco le mie mani alle vostre mani, vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, vi ammanto in Me e vi esorto sempre di più ad essere fedeli a Gesù Cristo mio Figlio, e ad essere pane vivo in questo mondo, essere il sale della Terra.

Ecco, ora siamo in quei tempi nei quali vedrete manifestarsi tutto ciò che le profezie di un tempo e di oggi hanno rivelato.

I servi del Signore nostro Gesù Cristo sono tutti uniti, sono pronti alla battaglia, presto il Signore darà i doni dello Spirito Santo:

… beati coloro che hanno creduto anche senza vedere,

… beati coloro che hanno camminato sulle orme del Signore,

… beati coloro che con tanto amore e con tanta generosità hanno operato per il bene di quest’Opera di salvezza, e per questo Colle del Buon Pastore.

Dio ha prescelto i suoi figli, li sta chiamando a radunarsi tutti qui in questo Colle.

Vedrete le sue meraviglie, figli miei, ormai siamo in quei tempi, manca poco alla manifestazione della Croce in cielo, manca poco alla manifestazione di Dio agli uomini. Presto i figli di Dio saranno rapiti, portati in un’altra dimensione e rimandati sulla Terra quali apostoli degli ultimi tempi, per recuperare tutte quelle anime allontanatesi da Dio, … che hanno rifiutato Dio!

Dio tenterà in ogni modo di salvare questi figli, mettendoli in ginocchio davanti alle sofferenze più brutte.

Sta arrivando una grande catastrofe figli miei!

Ve l’ho detto e lo riannuncio oggi qui al Colle del Buon Pastore, luogo scelto dal Cielo.  

Dio, un giorno vi rivelerà per quale motivo ha scelto questo luogo.

Molti si domandano come mai Carbonia?

Come mai quel luogo?

Come mai quella veggente? … Come mai?

Figli miei, non mettetevi di questi pensieri, pensate solo a pregare e a purificarvi l’anima per essere pronti al momento in cui Gesù si manifesterà al mondo. 

Solo Dio sa quello che deve fare!

Solo Dio conosce il suo disegno!

A voi resta solo pregare, portarvi sempre più vicino a Lui per la salvezza della vostra anima.

Pregate per coloro che sono lontani da Dio, pregate per coloro che ancora rifiutano Dio e beffeggiano questa chiamata al “Colle del Buon Pastore.” Qui il Buon Pastore si manifesterà e abbraccerà tutta l’Umanità a Sé.

Mettetevi pronti. … tutto sta per succedere!

Le Cose di Dio si devono realizzare in questo tempo, non si tratta di anni!

Perciò, preparatevi a questo incontro, per molti sarà anticipato per altri verrà posticipato, (…secondo la purezza del proprio cuore) Ecco, per questo vi chiedo di prepararvi: … siate pronti! … siate puri per non subire neanche un minimo delle sofferenze che verranno.

Congiungo le mie mani alle vostre mani e abbraccio tutti voi che siete qui al Colle, vi benedico e benedico tutti coloro che da lontano Mi stanno seguendo in questa chiamata speciale a Carbonia.
Tutte le opere verranno a radunarsi! L’Opera di Dio è Unica!

Dio ha chiamato in tanti luoghi, e questo è un posto prescelto dove si manifesterà la grandezza di Dio.

Vi benedico ancora nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

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Dice ancora la SS.ma Vergine: Non chiedetevi perché, non fatevi queste domande, pregate e dite: “Signore anticipa il tuo ritorno perché siamo stanchi di vedere questo mondo in rovina, siamo stanchi di vedere le creature soffrire per la cattiveria di Satana”.

Siamo alla battaglia finale, … allo scontro finale!

A breve Maria SS. schiaccerà, con il suo Calcagno, il Serpente antico; al suo fianco avrà un seguito fedele a Gesù Cristo, i suoi figli, coloro che hanno risposto il loro sì a Gesù, che hanno seguito il santo Vangelo, conoscono le Sacre Scritture! Sono a conoscenza di Dio! È molto importante, la conoscenza di Dio!!

Chi è Dio per voi?

Figli miei, chi e Dio per voi?

Attenti! … non c’è nessun altro Dio Creatore! … non c’è nessun altro Dio che vi possa dare la salvezza! Ma Solo Gesù Cristo, il Figlio di Dio, il vostro Salvatore, la SS. Trinità: Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, abbracciati da Maria SS. in un unico abbraccio d’amore. Amen.