Riparazioni e consacrazioni
Due caratteristiche segnano la forma di amore al Sacro Cuore che si diffuse dalle rivelazioni di Paray-le-Monial: la «consacrazione» e la «riparazione».
Ma che significa riparazione?
La riparazione è un atto che intende ristabilire la gloria dovuta a Dio, ripristinandone l’integrità offesa dalle colpe degli uomini; è il risarcimento di un danno spirituale arrecato dall’ingratitudine umana verso l’Amore divino 76. In questo modo, il fedele non fa che imitare Gesù Cristo, primo e principale
Riparatore: con la sua Incarnazione e Passione, infatti, Egli ha offerto se stesso in riparazione del Peccato originale e dei peccati attuali dell’ umanità, placando la sete di giustizia del Padre.
Oggi, il fedele è tenuto a unirsi alla riparazione offerta da Gesù al Padre, ma deve anche riparare a sua volta le offese fatte a Cristo stesso, trascurato e disprezzato dagli uomini che ha redento. La riparazione può essere fatta con le intenzioni, con gli affetti e con le opere. Siccome il peccato è un male che colpisce anche l’umanità e la Chiesa, esso richiede una riparazione a beneficio dell’una e dell’altra. Ecco perché l’Apostolo esorta i fedeli a «completare nella propria carne quello che manca
ai patimenti di Cristo, in favore di quel suo Corpo che è la Chiesa» (Col.,1,24).
Un esempio di offerta riparatrice ci venne dato dalla stessa Margherita Maria in questi termini: «Gesù mi fece capire che la preghiera a Lui più gradita era quella di chiedere in suo nome le seguenti cose. La prima: offrire all’eterno Padre le sovrabbondanti soddisfazioni rese alla sua giustizia da Gesù sull’albero della Croce per i peccatori, supplicandolo di rendere efficace il suo prezioso Sangue a vantaggio di tutte quelle anime colpevoli alle quali il peccato ha dato la morte, affinché, risuscitate alla grazia, potessero glorificarlo in eterno. La seconda: offrirgli gli ardori del suo divin Cuore, per compensare la tiepidezza di tante anime del suo popolo eletto completamente a lui; e pregarlo, per quell’amore ardente che lo ha portato alla morte, di scaldare il loro tiepido cuore e infiammarle del suo amore, affinché Egli venga amato in eterno» 78.
E che significa consacrazione?
La consacrazione è un atto che, offrendo una cosa a Dio e destinandola al suo culto, la separa dal mondo profano dandole una funzione e un valore che la sottrae agli usi comuni.
Si possono consacrare non solo cose, ma anche persone, famiglie, istituzioni, popoli, l’umanità intera. Chi si consacra si fa paladino dei diritti di Dio e, proprio per questo, si sente incitato a intraprendere l’austera via della lotta e del sacrificio. La consacrazione serve a riaffermare la divina sovranità sul creato, riservando a Dio una parte eletta come «primizia» e ricordando all’ uomo ch’egli deve finalizzare tutto a Dio e restaurare tutto in Cristo 79.
Consacrarsi al Sacro Cuore vuol dire quindi offrirsi totalmente al Redentore, destinandosi al culto della sua Carità.
La prima consacrazione al Cuore di Gesù venne fatta dalla stessa Margherita Maria e dalle novizie del suo convento, nel 1685. 80
Nelle rivelazioni a Margherita Maria, come abbiamo visto, il Sacro Cuore ha chiesto di consacrargli non solo le anime ma anche le famiglie, le altre istituzioni sociali, le nazioni. Queste consacrazioni sono atti che hanno un gran potere di riparazione e di testimonianza. Ecco perché dalla devozione al Sacro Cuore sorse un vasto movimento ecclesiale che promosse una lunga serie di consacrazioni. Questo movimento non fu subito accettato, anzi dovette soffrire incomprensioni e perfino persecuzioni, anche da parte di gente pia ma diffidente. Alla fine trionfò durante il XIX secolo, che anche per questo venne chiamato «il secolo del Sacro Cuore».
Pio XI rievocherà lo slancio verso le consacrazioni in questi termini: «Per colpa delle trame degli empi, si era giunti al punto di disprezzare l’imperio di Cristo e di dichiarare pubblicamente guerra alla Chiesa, usando leggi e mozioni popolari contrarie al diritto divino e naturale, e facendo proclamare ad intere assemblee : “Non vogliamo che Costui regni su di noi!”
(Lc.,19,14). Ma allora, mediante queste consacrazioni, eruppe per forte contrasto l’unanime grido dei devoti del Sacratissimo Cuore, per rivendicarne la gloria e difenderne i diritti, proclamando: “Bisogna che Cristo regni!” (1Cor.,15,25) e “Venga il tuo Regno!” (Mt.,6,10), (...) allo scopo di stringere tutti i popoli nel Cuore del Re dei re e Sovrano dei sovrani» 81.
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