La preghiera più gradita
Alla domanda di Adelaide quale fosse la preghiera a lei più gradita, la Vergine rispose: "L'Ave Maria".
La risposta data dalla Madonna alla piccola veggente, può forse meravigliare qualcuno che, portato dall'abitudine di dire la preghiera imparata a memoria fin dall'infanzia, corre il rischio di non vederne il valore, la profondità. L'Ave Maria, la preghiera mariana per eccellenza, è composta dal saluto angelico (Lc 1,28), dalla benedizione di Elisabetta (Lc 1,42) ed è completata nella seconda parte da una supplica "Santa Maria" che è popolare-ecclesiale.
"Gioisci piena di grazia, il Signore è con te". Le prime parole dell'angelo, più che un saluto, come siamo abituati a considerarle noi, sono un invito alla gioia, nota caratteristica di ogni annuncio messianico, sia del Vecchio che del Nuovo Testamento. Ciò spiega il turbamento di Maria. Si comprende che essa si preoccupi del senso di quelle parole, che essa domandi, come dice espressamente San Luca, che cosa significhino quelle parole: il Messia sta per venire; il messaggio di gioia, rivolto già alla Figlia di Sion, oggi è comunicato a lei. Che vuoi dire? Che cosa si vuole da lei? Quale compito le è riservato? Le parole "piena di grazia" indicano che Maria è stata e rimane oggetto privilegiato delle premure di Dio, ricolma della sua grazia e, come indica il seguito, beneficiaria di un favore unico, quello di essere stata scelta a preferenza di tutte le altre vergini, come Madre di Dio.
Le parole "il Signore è con te" preparano l'annuncio del concepimento verginale; rivelano l'amore incomparabile con cui Dio ha circondato Maria chiamandola ad essere la Madre del Figlio suo. Egli è con lei come con nessun'altra creatura.
"Benedetta sei tu fra le donne e benedetto è il frutto del ventre tuo". Elisabetta esprime così in due formule parallele la benedizione con cui l'angelo Gabriele aveva salutato Maria. Essa esalta Maria mettendola al di sopra di tutte le figlie degli uomini. E mostra di conoscere, prima ancora che la sua cugina le abbia detto qualcosa, che Maria è la Madre del Messia: al bambino che sta per nascere dà l'appellativo di Signore, che gli attribuiva uno dei salmi messianici più conosciuti (Sal 110). Elisabetta dice che Maria con la sua fede e la sua obbedienza generosa e coraggiosa alla parola di Dio, è un segno della benevolenza di Dio verso tutti gli uomini. Viene alla mente Abramo che obbedisce a Dio, e per questo suo atto di fede eroica, viene giustificato e in lui saranno benedette tutte le genti. Maria è modello di fede, di abbandono a Dio, e mostra a tutti noi la fecondità di questa totale appartenenza a lui.
"Santa Maria". L'espressione "santa Maria" manifesta la natura di Maria, che partecipa della natura di Dio in modo speciale, di colui che è per natura propria santo. La santità di Maria riguarda la sua vita terrena, il cammino sulla via dello Spirito, e la sua vita ora, nel regno di Dio, dove è gloriosa perché partecipa della gloria di Dio. Proclamare "santa Maria" è atto di culto verso Dio largitore di ogni dono e verso Maria che ha fatto fruttificare i doni ricevuti. La santità di Maria è un modello per la Chiesa. Ma la Donna di Nazareth è soprattutto modello per la famiglia chiesa domestica.
"Madre di Dio prega per noi peccatori". Per venire in questo mondo Dio ha scelto la mediazione di una donna. Egli ha voluto avere una madre come tutti noi. Maria è Madre di Dio fatto uomo; è Madre di Cristo, del Cristo totale, capo e membro e quindi della Chiesa e di tutti noi. Chiediamo a Maria di pregare per noi che ci lasciamo vincere dal fascino del male, perché siamo deboli e timorosi di fare chissà quale fatica nel seguire il Signore e di perdere la nostra libertà se accettiamo Dio nella nostra vita, mentre solo in lui troviamo la piena realizzazione.
"Adesso e nell'ora della nostra morte". Chiediamo l'aiuto di Maria, adesso, ora, nella durezza della lotta per il Regno al quale siamo chiamati, per potere perseverare nel cammino di fede. La fedeltà episodica, l'entusiasmo di un impulso sono facili. Ma la validità del nostro essere discepoli del Signore si misura sulla tenuta della fedeltà, verso Dio, verso se stessi e le altre persone. Questa fedeltà non può limitarsi a dire no al peccato, ma deve essere un impegno quotidiano per la costruzione del Regno di Dio in noi e negli altri. Chiediamo a Maria l'aiuto perché ogni momento della nostra vita sia un atto di fedeltà, di lode a Dio fino all'ora della nostra morte, fino all'ingresso nell'eternità.
Severino Bortolan
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