La Madonna avverte che il peccato è il vero male della famiglia
Adelaide, nella terza apparizione, vede la S. Famiglia più luminosa delle sere precedenti. La Sacra Famiglia viene presentata come luce, modello di santità per tutte le famiglie. La luce, l'abbiamo già visto, indica la santità, la vita divina e quelli che vivono in Dio riflettono la sua luce.
Adelaide si fa portavoce di quelle persone che le avevano raccomandato di chiedere alla Madonna la guarigione dei figli. Essa dice: "Dì loro che se vogliono i loro figli guariti devono fare penitenza, pregare molto ed evitare certi peccati".
Maria è venuta per richiamare l'attenzione sulla radice di tutti i mali, di tutte le sofferenze. È venuta a chiedere la conversione e ad avvisare, in anticipo, che un male terribile stava per arrivare, un male che avrebbe intaccato l'origine della vita stessa: la famiglia. La Madonna completa il messaggio sulla causa del male dei bambini, il giorno dopo, nella quarta apparizione.
Adelaide, nel suo diario, scrive: "La Madonna mi fece un sorriso poi con volto addolorato mi disse: "Tante mamme hanno i bambini disgraziati per i loro peccati gravi, non facciano più peccati e i bimbi guariranno".
Il volto della Vergine non è più illuminato dal sorriso che aveva nel primo istante dell'apparizione, mentre guardava quella bambina sana nello spirito e nel corpo che aveva davanti a sé, ma è segnato dal dolore alla vista di tutti quei bambini colpiti dalla malattia a causa dei peccati dei loro genitori. Tanti mali anche fisici sarebbero risparmiati se non si facessero quei peccati che dissacrano la famiglia.
Il messaggio, come ha detto qualcuno in modo semplicistico, non è puerile, né insignificante e tantomeno si riduce al discorso sulla pace e quindi è da considerare sorpassato. Il motivo che ha determinato l'apparizione di Ghiaie è la preoccupazione per la famiglia, perché da essa dipende la sopravvivenza stessa dell'umanità. Perciò il messaggio è più attuale oggi di allora e se fosse stato accolto ci sarebbero state risparmiate molte tragedie, avvenute nei 60 anni trascorsi da quel maggio 1944. La Madonna indica nel peccato il veleno che uccide la vita. Il Concilio Vaticano II dice: "Costituito da Dio in uno stato di santità, l'uomo però tentato dal Maligno, fin dagli inizi della storia abusò della sua libertà, erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine al di fuori di Dio... Spesso rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l'uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e verso tutte le cose create" (Gaudium et Spes, n. 13).
La nostra società nega in gran parte, l'esistenza del peccato. Si tenta di spiegarlo come una debolezza psicologica, oppure la conseguenza di una realtà sociale inadeguata. Si è nfiltrata in ambienti di Chiesa una concezione minimalista del peccato, che richiama la dottrina di Lutero e dei protestanti. Secondo questa concezione, il peccato si ridurrebbe al divario esistente tra la santità di Dio e i limiti insuperabili dell'uomo, posto così in una situazione insanabile di distanza da Dio. Egli non guarda i peccati dell'uomo, non li prende in considerazione.
Il suo perdono li copre ai suoi occhi, senza che la situazione dell'uomo cambi. L'uomo non deve pagare nulla, perché Gesù Cristo ha già pagato per lui. O meglio deve pagare in termini di fede. Basta che egli si affidi ciecamente alla misericordia di Dio, smettendo di preoccuparsi troppo dei suoi peccati, anzi credendo che Dio lo salva anche se egli resta peccatore; lo salva con la fede.
Il peccato è molto di più che un debito e non è solo un'offesa fatta a Dio ribellandosi al suo dominio. Il peccato incide sull'essere stesso dell'uomo. Si può capire qualcosa della sua natura guardando agli effetti che esso produce nel nostro mondo. Pensiamo alle guerre, alle lotte fratricide, agli stermini che hanno insanguinato il mondo dai suoi inizi ai nostri giorni; ai genocidi, alle centinaia di milioni di bambini uccisi con l'aborto, alle forme innominabili di schiavitù anche moderne, alle torture di tipo fisico, psicologico, morale, a tutte le inutili, stupide sofferenze inferte dall'uomo all'uomo. Il peccato una volta commesso dall'uomo sfugge al suo potere. Il peccato prende corpo nella realtà della vita dell'uomo: nella cultura, nella società, nella famiglia, nelle tare fisiche, psichiche. Così incarnato nelle cose che diventano strumento e mezzo d'inquinamento, il peccato si autoriproduce in una catena inarrestabile di disordini e di sofferenze. Pensiamo al caso di una infedeltà grave nella vita coniugale: esso porta al fallimento della famiglia, quando non porti ai delitti passionali. Attraverso l'influsso negativo sull'educazione dei figli, esso prepara nuove famiglie difficili o fallite, in una serie di cui non si riesce a vedere la fine. I figli delle famiglie divise, separate portano con sé un'eredità di disadattamento interiore.
L'uomo è incatenato al peccato. Solo Dio può salvarlo da questa morte, ma non senza condizioni, cioè, non senza la conversione del peccatore. Per questo la Vergine dice ad Adelaide: "Prega per i poveri peccatori che hanno bisogno delle preghiere dei bambini". Pare di sentire l'eco delle parole dette dalla Madonna a Fatima, ai tre pastorelli: "Sacrificatevi per i peccatori e dite spesso: o Gesù è per vostro amore, per la conversione dei peccatori". La preghiera dei bambini innocenti e la loro sofferenza sono tra i mezzi più efficaci per contrastare il male e per guarire quelli che lo compiono, per salvare il mondo che si è abbandonato al peccato.
Severino Bortolan
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