La Battaglia Finale del Diavolo
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Circostanza sospetta #1: Anche se Suor Lucia era disponibile a testimoniare di persona, non è stata mai usata in tal senso da chi all’epoca ne controllava le attività, e cioè il Cardinale Joseph Ratzinger. Il comunicato di Bertone rivelava che Suor Lucia non avrebbe neanche potuto parlare con l’Arcivescovo Bertone senza il permesso del Cardinale Ratzinger. Questo conferma ciò che il The Fatima Crusader aveva sempre detto in quegli anni, e che l’articolo de Inside the Vatican non aveva fatto altro che ribadire: nessuno avrebbe potuto parlare con Suor Lucia senza il permesso preventivo del Cardinale. Si tratta di una restrizione assai curiosa alla libertà di una testimone, visto che quest’ultima - così c’era stato detto - non aveva nulla da aggiungere a quello che aveva già affermato.
Secondo i requisiti minimi di attendibilità, applicati nei processi civili, ai testimoni viene richiesto di testimoniare di persona, se presenti, affinché le parti in causa, i cui diritti potrebbero essere lesi da quella testimonianza, possano avere l’opportunità di porre domande a quel testimone. Se una parte ha il controllo di un testimone ma si rifiuta di produrlo, i giudici istruttori possono istruire la giuria affinché tenga conto del fatto che il testimone potrebbe essere sfavorevole a quella parte. Tutto ciò ha un senso: una parte produrrebbe sempre un testimone a lei favorevole, ma assai difficilmente ne produrrebbe uno a lei contrario. Suor Lucia era perfettamente disponibile a “prendere il suo posto” nello storico banco dei testimoni nel “Caso Fatima”. Non era costretta a letto perché malata o impossibilitata a mostrarsi in pubblico. Al contrario, il comunicato di Bertone affermava che il giorno di quell’intervista segreta Suor Lucia era “apparsa in ottima forma, lucida e vivace”. Perché questa “lucida e vivace testimone”, che era disponibile a testimoniare, non fu mai prodotta dalla parte che ne aveva il controllo? Perché l’ultima sua “testimonianza” venne ottenuta a porte chiuse e presentata di seconda mano in un comunicato dell’Arcivescovo Bertone? Che cosa accadrebbe in un processo se una delle parti offrisse un resoconto sommario della deposizione di un testimone chiave, quando quel testimone avrebbe potuto facilmente e prontamente rispondere di persona? I giudici concluderebbero giustamente che quella parte aveva qualcosa da nascondere. Nel “Caso Fatima”, questa conclusione deriva dal fatto che Suor Lucia venne tenuta lontano dal “banco dei testimoni” perché la sua deposizione, se fosse avvenuta dal vivo e quindi senza poter essere controllata, avrebbe contraddetto la Linea del Partito di Sodano. Se Suor Lucia fosse stata davvero utile alla Linea del Partito, è certo che l’avrebbero usata già da tempo, di persona, facendola testimoniare davanti al mondo e alla Chiesa. Ma al posto di Suor Lucia, a testimoniare fu Monsignor Bertone!
Ma se anche Suor Lucia fosse stata ammalata o comunque indisponibile a testimoniare, le altre circostanze sospette di quella presunta intervista non possono non insospettire una qualsiasi persona dotata di buon senso. Analizziamo queste circostanze:
Circostanza sospetta #2: L’intervista con la suora novantaquattrenne viene condotta in segreto dall’Arcivescovo Bertone, una figura autorevole che aveva un chiaro motivo per manipolare la testimone.
Durante un processo, si presume il reato di illecita influenza quando una figura autorevole o in posizione dominante ottiene una dichiarazione o un atto da parte di una persona anziana, come nel caso di un testamento o di una procura speciale. In questo caso, l’Arcivescovo Bertone era chiaramente in posizione dominante, per via dell’autorità derivatagli dal proprio rango ecclesiastico, mentre Suor Lucia non solo era molto anziana ma aveva anche fatto voto di obbedienza alle richieste dei propri superiori (dai quali era circondata, tra l’altro, durante quelle due ore d’intervista).
Per di più, era chiaro che Monsignor Bertone intendesse usare quell’intervista per difendere la propria credibilità, di fronte al crescente scetticismo dell’opinione pubblica nei confronti della Linea del Partito, secondo la quale Fatima era morta e sepolta. Visto ciò che stava accadendo nel mondo, l’Arcivescovo Bertone stava subendo una grave ed evidente perdita di credibilità, a causa della sua assurda affermazione secondo cui “la decisione di pubblicare la visione del Terzo Segreto chiude un tratto di storia, segnata da tragiche volontà umane di potenza e di iniquità...”. Essendo pur sempre un uomo, Monsignor Bertone aveva tutti i motivi per indurre Suor Lucia a confermare la ridicola pretesa che il mondo avesse finalmente raggiunto la pace per mezzo del grande “compimento” del Terzo Segreto, nel 1981, quando Papa Giovanni Paolo II era sopravvissuto al tentato omicidio. (Persino un opinionista di una radio laica, Paul Harvey, fu particolarmente sprezzante nei confronti dell’ “Interpretazione” del Terzo Segreto che si trova pubblicata nel MDF.)
In queste circostanze il comportamento di Monsignor Bertone, che ha condotto l’“intervista” e ne ha poi pure riportato i contenuti, è simile a quello di un pubblico ministero che si mettesse ad interrogare un testimone chiave per poi rilasciare la testimonianza al posto suo, mentre quel testimone è tenuto fuori dall’aula. Oggettivamente, Monsignor Bertone era l’ultima persona che avrebbe dovuto condurre quell’intervista. La Chiesa e il mondo avevano il diritto di ascoltare questo testimone fondamentale, di persona, piuttosto che riceverne dei resoconti da un giudice parziale che voleva tirare acqua al proprio mulino314.
Circostanza sospetta #3: Il comunicato di Bertone è estremamente breve, visto che occupa solamente un quarto di pagina sull’Osservatore Romano. Ma il comunicato afferma che l’intervista era andata avanti per “più di 2 ore”.
Di che cosa avevano discusso Bertone e Suor Lucia per più di due ore, dato che l’intero comunicato poteva essere letto in meno di 2 minuti? Per fare un paragone, un semplice discorso di un’ora, pronunciato a velocità normale, richiede circa 14 pagine di trascrizione; un discorso di due ore richiederebbe almeno 28 pagine e sarebbe composto da circa 14.000 parole.
Il comunicato di Bertone su questa presunta intervista di due ore, tuttavia, fornisce solamente 426 parole315, in teoria tutte pronunciate da Suor Lucia. Ma di queste 426:
• 161 parole: corrispondono ad una citazione letterale dell’opinione del Cardinale Ratzinger, contenuta nel MDF, secondo cui la frase “Il Mio Cuore Immacolato trionferà” (dalla quale, come abbiamo visto, il Cardinale ha rimosso le parole “alla fine”) non si riferisce ad eventi futuri ma al fiat di Maria nell’acconsentire di essere la Madre di Dio, 2000 anni fa.
Qui ci viene chiesto di credere che Suor Lucia “conferma” che quando Nostra Signora di Fatima aveva predetto quattro eventi futuri e ben distinti – “alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre consacrerà la Russia a Me, la quale sarà convertita, ed un periodo di pace sarà garantito al mondo” – stava in realtà riferendosi all’Annunciazione, avvenuta nell’1 a.C.! La Lucia di Bertone sembra inoltre “confermare” l’esclusione dal testo della profezia di Nostra Signora, compiuta dal Cardinale Ratzinger, delle parole chiave “alla fine”.
Facciamo notare che quelle 161 parole, prese direttamente dal MDF, non solo includono la citazione di Giovanni 16:33 fatta dal Cardinale Ratzinger, ma anche un riassunto piuttosto complesso della conclusione teologica al suo commento, lungo 40 pagine. Essere in grado di citare a memoria tutte queste parole, una per una, è un talento che ben pochi possono vantare. O Suor Lucia aveva sviluppato all’improvviso una memoria fotografica, alla notevole età di 94 anni, oppure qualcuno aveva aggiunto quella citazione alla sua “risposta” – insieme al brano citato dal Vangelo. (Oppure, forse l’MDF era stato posto dinanzi a Suor Lucia affinché lo leggesse ad alta voce, in “obbedienza” ai suoi superiori.)
• 91 parole: descrivono l’importanza del cuore che Suor Lucia vide nella mano destra della Vergine durante le apparizioni di Fatima.
Il comunicato di Bertone ci informa che questo particolare, aggiunto da Suor Lucia al Messaggio di Fatima, non “era mai stato pubblicato”. È un dettaglio molto interessante, ma cosa ha a che fare con lo scopo dell’intervista per la quale Bertone aveva viaggiato fino in Portogallo così precipitosamente?
Notate anche come, all’improvviso, il comunicato annunci questo nuovo dettaglio con grande enfasi, addirittura in corsivo. Suor Lucia è tornata ad essere nuovamente la veggente affidabile, e non più la fanciulla facilmente impressionabile di cui aveva parlato il Cardinale Ratzinger, che si inventava cose lette su libri devozionali o di pietà. Ovviamente, si tratta di un dettaglio studiato ad arte per distrarre il lettore dall’argomento principale.
• 58 parole: vengono usate da Suor Lucia per negare le notizie riportate dalla stampa, secondo cui la suora “è molto preoccupata degli ultimi avvenimenti, e non dorme più, ma prega giorno e notte”.
Di nuovo, un argomento che non ha niente a che vedere con la questione. Ad ogni modo, la risposta che dà la Lucia di Bertone è piuttosto frivola: “Come potrei pregare durante il giorno, se non riposassi di notte?” Ovviamente, nessuno ha mai detto che Lucia non dorme la notte. Un’altra distrazione dall’argomento principale.
Vengono poi attribuite a Suor Lucia queste parole: “Quante cose mi mettono in bocca! Quante cose mi fanno fare!” Sì, ma chi era che metteva in bocca di Suor Lucia queste false parole e le ascriveva azioni che la suora non aveva mai compiuto? Erano forse quei testimoni imparziali di cui abbiamo parlato prima, che avevano avuto modo di parlare con Suor Lucia in modo aperto durante i momenti in cui non era controllata, o erano invece le persone che circondavano Suor Lucia durante l’intervista segreta di Bertone?
Il lettore noterà che la Lucia di Bertone non ha negato d’essere preoccupata per i recenti avvenimenti. D’altronde chi, sano di mente, non lo sarebbe stato? E tuttavia, non le è stato mai chiesto niente sull’urgente lettera spedita al Papa (la evidenziamo come prima evidente omissione dell’intervista) o il suo faccia a faccia con Don Bianchi, durante il quale, secondo il sacerdote, Lucia avrebbe espresso dubbi sull’interpretazione di Bertone/Ratzinger del Terzo Segreto.
(Questa è la seconda evidente omissione).
• 40 parole: riguardano l’effetto che hanno avuto le visioni sulla vita di Suor Lucia.
Che cos’hanno a che fare questi ricordi di Lucia con lo scopo esplicito di quell’intervista segreta, organizzata così di fretta nel suo convento? Suor Lucia aveva già affrontato esaustivamente questo argomento nelle sue voluminose memorie. Era per questo che un funzionario prelato del Vaticano aveva viaggiato fino in Portogallo al fine di parlarle per 2 ore?
• 23 parole: nelle quali Suor Lucia nega di aver ricevuto una nuova visione.
Stranamente, mentre la Lucia di Bertone nega di aver avuto una nuova visione dal Cielo, nello stesso comunicato ella dichiara – contrariamente a tutte le sue altre precedenti testimonianze – che la consacrazione del mondo del 1984 era “stata accettata dal Cielo” (vedi le sue presunte parole al riguardo più avanti in questo capitolo, al paragrafo “21 parole sulla Consacrazione della Russia”). Come poteva esserne certa, se non aveva ricevuto alcuna nuova visione?
• 13 parole: nelle quali Suor Lucia afferma che la comunità del Carmelo ha rifiutato i moduli per la raccolta delle firme, che l’apostolato di Padre Gruner aveva fatto circolare per la Consacrazione della Russia.
Ma che cos’aveva da dire sulla Consacrazione della Russia? Era stata fatta o no?
Abbiamo contato fino a questo punto 386 delle 426 parole attribuite a Suor Lucia nella presunta trascrizione letterale che fornisce il comunicato. Rimangono solo 40 parole per affrontare le domande poste da milioni di Cattolici.
Sì, sembra incredibile ma il comunicato di Bertone - così baldanzosamente pubblicizzato - contiene solo quaranta parole di “Suor Lucia” riguardo alle questioni – la Consacrazione della Russia e la rivelazione del Terzo Segreto – che avevano costretto Bertone a viaggiare fino al convento di Coimbra. Ecco in dettaglio quelle 40 parole:
• 10 parole: riguardano (così ci viene detto) il Terzo Segreto: “Tutto è stato pubblicato. Non c’è più nulla di segreto”.
La domanda che ha generato questa risposta non ci viene fornita. Invece, il comunicato di Bertone dichiara: “A chi affaccia il dubbio che sia stato nascosto qualcosa del ‘terzo segreto’ risponde …” – seguito dalle dieci parole appena citate.
Ma “risponde” a cosa? Cos’è stato chiesto esattamente a Suor Lucia riguardo alla piena rivelazione della visione del Terzo Segreto? Qual era l’esatto contesto della domanda? E perché non le è stata posta la domanda che volevano porle milioni di fedeli in tutto il mondo: dove sono le parole della Madonna che seguono la frase “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede ecc.”? Questa è la terza evidente omissione.
È importante notare il fatto che in questa circostanza, davanti al cuore stesso della questione, non sembra essere stata posta a Lucia neanche una di quelle domande specifiche che avrebbero invece chiarito molti dubbi, e cioè:
• Quali sono le parole della Madonna che seguono la frase “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede ecc.”?
• Vi erano parole della Vergine Maria a spiegazione della visione del “Vescovo vestito di Bianco” contenuta nel Terzo Segreto?
• Il Terzo Segreto è composto anche da un testo separato, che spiega la visione del “Vescovo vestito di Bianco”?
• Che cos’aveva da dire Suor Lucia sulle affermazioni di numerosi testimoni (incluso il vescovo di Fatima ed il Cardinale Ottaviani) secondo i quali il Terzo Segreto era scritto su 25 righe di testo, invece delle 64 della visione del “Vescovo vestito di Bianco”?
Tutti questi particolari sono evitati ad arte. Non viene data neanche una delle domande che erano state poste a Lucia. Questa è la quarta evidente omissione.
• 9 parole riguardano l’interpretazione del Terzo Segreto di Bertone/Ratzinger: “Non è vero. Confermo pienamente l’interpretazione [del Terzo Segreto] data nell’anno giubilare”.
Qui, Suor Lucia sembra apparentemente negare gli articoli, apparsi sui giornali, che riportavano i suoi dubbi espressi a Don Luigi Bianchi e Padre Jose dos Santos Valinho, circa l’interpretazione del Terzo Segreto data dal MDF. Tuttavia, Bertone non ha mai chiesto a Suor Lucia della sua lettera al Papa, come riportato da Don Bianchi, né Lucia ha mai negato il suo faccia a faccia con Don Bianchi al convento di Coimbra o il fatto che essi avessero discusso dell’interpretazione del Terzo Segreto fornita da Sodano.
Pretendono di farci credere che Lucia concordasse sul fatto che il Terzo Segreto si era compiuto col fallito attentato a Papa Giovanni Paolo II, il 13 maggio 1981, malgrado l’MDF stesso includesse la lettera di Suor Lucia al Papa, datata 12 maggio 1982 – un anno dopo l’attentato – nella quale la suora non diceva niente del tentato omicidio, ma semmai demoliva la Linea del Partito avvertendo il Papa che “non abbiamo ancora visto il compimento della parte finale della profezia”. Come abbiamo già fatto notare, in quella lettera Suor Lucia non fece alcun collegamento tra l’attentato ed il Terzo Segreto.
• 21 parole riguardano la Consacrazione della Russia: “Ho già detto che la consacrazione desiderata da Nostra Signora è stata fatta nel 1984, ed è stata accetta al Cielo”.
Queste parole sono state in teoria pronunciate da Suor Lucia in risposta alla domanda: “Che cosa dice delle ostinate affermazioni di Padre Gruner che raccoglie firme perché il Papa faccia finalmente la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, che non è mai stata fatta?”.
Per prima cosa, che il Segretario della CDF viaggi sino a Coimbra per avere dei commenti su Padre Gruner da diffondere far poi conoscere a tutta la Chiesa è la dimostrazione più evidente del fatto che l’apparato Vaticano veda ormai l’apostolato di Padre Gruner come la principale fonte d’opposizione alla Linea del Partito.
Inoltre, che cosa intende “Suor Lucia” quando afferma che la consacrazione del mondo è stata “accetta al Cielo” come consacrazione della Russia? Questa “Suor Lucia” sta forse affermando che il Cielo ha “accettato” un compromesso imposto dai diplomatici del Vaticano? E da quando il Cielo accetterebbe un mero sostituto umano ad un atto preciso richiesto dal Signore? In più, come avrebbe potuto sapere “Suor Lucia” quello che il Cielo aveva o non aveva “accettato”, dal momento che, come afferma Monsignor Bertone, non aveva più ricevuto nuove rivelazioni?
Ora, può anche essere che Dio “accetti” il nostro rifiuto ad esaudire il Suo volere, nel senso che abbiamo la libertà di disobbedirgli sulla base del libero arbitrio. Ma questo non significa che ciò che Dio “accetta”, sia anche di Suo gradimento.
Affermando che l’atto della consacrazione del mondo del 1984 è stato “accetto”, Suor Lucia non dice niente di più del fatto che esso sia stato “accettato”, così come lo era stata la consacrazione del mondo nel 1942 compiuta da Pio XII, che sicuramente ridusse la durata della Seconda Guerra Mondiale, ma che il Signore stesso aveva detto non aver esaudito in pieno le richieste della Madonna di Fatima sulla consacrazione della Russia! Forse Suor Lucia stava cercando di rispondere alla domanda in modo da soddisfare il suo interlocutore, Monsignor Bertone, e allo stesso tempo di farci capire che - malgrado ciò che fosse stato “accettato” potesse qualche essere in qualche modo di beneficio al mondo - questo non stato avrebbe comunque portato il periodo di pace promesso dalla Vergine di Fatima se le Sue precise richieste verranno esaudite. Visto che questo periodo di pace non si è verificato, possiamo desumerne che anche se il Cielo ha “accettato” la cerimonia del 1984 per quello che era, non l’ha però considerata degna d’essere il compimento delle specifiche richieste della Madonna di Fatima. Non ha importanza quali cariche rivestano il Monsignor Bertone ed i suoi collaboratori del Vaticano, essi non possono affermare l’esistenza di qualcosa che i nostri stessi sensi ci dicono non esistere, e cioè la conversione della Russia al Cuore Immacolato di Maria ed il periodo di pace mondiale che ne conseguirebbe.
Abbiamo già abbondantemente dimostrato che Suor Lucia aveva testimoniato più volte, tutte documentate, sul fatto che le cerimonie di consacrazione del 1982 e del 1984 non erano state sufficienti a rispettare le richieste della Madonna, perché in entrambe le occasioni la Russia non era stata menzionata e non vi aveva partecipato l’episcopato mondiale. Secondo l’intervista di Bertone, tuttavia, la testimone aveva cambiato la propria testimonianza e affermava adesso che la consacrazione del 1984 era “stata accetta al Cielo”.
Che cosa significhi questo “accetta al Cielo” non lo sa nessuno. Vuol dire forse che il Cielo aveva improvvisamente deciso di “accettare” qualcosa di meno, rispetto a ciò che aveva chiesto la Madonna di Fatima, dopo aver negoziato i termini col Cardinale Sodano!?
In ogni caso, constatiamo che a Suor Lucia non è stata posta alcuna domanda riguardo alle sue precedenti affermazioni, che sono in contrasto con la sua nuova opinione, e non le è stato chiesto di chiarire questo suo presunto cambiamento di opinione. Questa è la quinta evidente omissione. Dobbiamo quindi supporre che niente di quello che Lucia ha affermato in passato sia da prendere sul serio e che solo quando parla in segreto all’Arcivescovo Bertone dica in realtà la verità su Fatima. È piuttosto significativo che la Lucia di Bertone non ci dica dove, come e quando ella abbia “già detto” che la consacrazione del 1984, che prima considerava inaccettabile, sia diventata adesso accettabile. Perché una simile imprecisione, quando Bertone aveva tutti i modi per chiudere definitivamente la controversia, potendo chiedere una risposta esplicita a Lucia? Perché non le chiese, ad esempio, di autenticare le varie lettere scritte al computer, che cominciarono misteriosamente ad apparire nel 1989 e che contenevano una sua presunta firma, lettere in cui lei asseriva che la consacrazione era stata compiuta nel 1984?
È questa la cosa più strana: come abbiamo già detto, lo stesso
MDF si affida interamente ad una di queste dubbie lettere, datata 8 novembre 1989, come prova che la consacrazione era stata compiuta. Ma la credibilità di quella lettera era già stata del tutto azzerata per via della falsa affermazione in essa contenuta, secondo la quale Papa Paolo VI aveva consacrato il mondo al Cuore Immacolato durante la sua breve visita a Fatima nel 1967 – una consacrazione che non era mai avvenuta, come Suor Lucia sapeva benissimo, visto che era presente alla visita del Papa. Perché Bertone non ha chiesto a Suor Lucia di autenticare quella sua lettera così controversa, quando proprio quest’ultima era l’unica prova citata dal MDF?
Non è un caso che l’apostolato di Padre Gruner abbia pubblicato la prova che dimostra come quella lettera (il cui destinatario, Walter Noelker, non viene nemmeno citato nell’MDF) sia in realtà un falso. La prova è stata pubblicata nel numero 64 del The Fatima Crusader, di cui circa 450.000 copie erano in circolazione all’epoca dell’intervista di Bertone con Suor Lucia, nel novembre 2001.
Monsignor Bertone era sicuramente a conoscenza che il The Fatima Crusader aveva smascherato la frode relativa a quella lettera fasulla del 1989, e ciò nonostante non chiese a Suor Lucia di confermarne l’autenticità, infliggendo in questo modo anche un colpo durissimo alla credibilità dell’apostolato di Padre Gruner. Evitare di porre una domanda di questo genere non fu certo una leggerezza o una dimenticanza, dato che il vero motivo per cui Monsignor Bertone aveva condotto quell’intervista a Suor Lucia era proprio quello di confutare le posizioni di Padre Gruner e del suo apostolato.
Perché sprecare un’opportunità così vantaggiosa di usare Suor Lucia, la sua “testimone vip”, per smentire le affermazioni di Padre Gruner, secondo cui la lettera del 1989 era fasulla? Ovvio, perché Monsignor Bertone sapeva che la lettera era veramente fasulla, e quindi non avrebbe mai osato chiedere apertamente a Suor Lucia di autenticarla durante la sua intervista. Questa è la sesta evidente omissione.
Si arriva così alle 40 parole in totale che Suor Lucia avrebbe pronunciato durante un’intervista lunga due ore, riguardo ad una delle più grandi controversie nella storia della Chiesa. Ci viene chiesto di accettare queste quaranta parole pronunciate da una testimone prigioniera, come se queste costituissero la fine della vicenda di Fatima. Queste parole avrebbero dovuto, in teoria, sgombrare tutti i dubbi, rispondere a tutte le domande e lenire le paure di milioni di fedeli – malgrado la Russia non abbia ovviamente ottenuto alcuna conversione e le forze violente e ribelli contro il Signore e la Sua legge stiano aumentando giorno per giorno.
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Padre Paul Kramer,
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