E coloro che affermano di non essere turbati dalle immagini sensuali nei video o nei film non possono comunque scusare il fatto che guardano i film, poiché non solo tentano se stessi, ma anche gli altri con la loro visione dei film, e nessuno può essere così orgoglioso da pensare di non poter cadere nel peccato in qualsiasi momento. Non c'è modo di sapere se uno ha mai raggiunto un tale stato di purezza che guardare una donna attraente non provochi la concupiscenza e lo sorprenda. Inoltre, secondo un racconto che si trova nella Vita dei Santi Padri, si spiega come quelle persone che, essendo già possedute dal diavolo in altri modi, possono anche non essere tentate molto da lui con tentazioni o immaginazioni sessuali, poiché, essendo già sue, le lascia stare. Inoltre, secondo lo stesso testo, "coloro che sono liberati dai pensieri [impuri] sono quelli che sono passati alle azioni [peccaminose]". Ma se questo è vero solo con i pensieri, quanto più è vero quando si vedono effettivamente immagini impure? Quindi, se queste persone fossero più afflitte da tentazioni sessuali, si dovrebbe pensare che starebbero più in guardia e sarebbero più attenti a se stessi e a non cadere ed esporsi (e agli altri) a questo peccato. Ma poiché il diavolo non vuole che le persone malvagie stiano in guardia e che continuino a dare il cattivo esempio agli altri, a volte non le tenta.
Vita dei Santi Padri, Libro 5, Sulla tentazione sessuale: "C'era un certo fratello che era molto zelante nell'ordinare la sua vita. E quando fu gravemente turbato dal demone del sesso, andò da un certo vecchio e gli raccontò i suoi pensieri. Quando questo "esperto" sentì, si indignò e chiamò il fratello un miserabile disgraziato indegno dell'abito del monaco per intrattenere tali pensieri. Il fratello, sentendo questo, si disperò, lasciò la sua cella e cominciò a tornare nel mondo. Ma per la misericordia di Dio, abba Apollo lo incontrò, e vedendo che era turbato e infelice gli chiese: "Fratello, perché sei così triste?" In grande confusione d'animo era dapprima restio a rispondere, ma di fronte a molte domande del vecchio su quale fosse il problema, alla fine confessò, dicendo: "Sono assillato da pensieri di sesso, e mi sono confessato a quel vecchio e secondo lui non c'è speranza di salvezza per me, così nella disperazione torno nel mondo". Quando padre Apollo sentì questo parlò e ragionò con lui come un medico saggio, dicendo,
"Non essere troppo ammutolito o disperato per te stesso. Anche alla mia età e nel mio stato di vita posso essere molto turbato da pensieri come questi. Non crollare in questo tempo di prova; può essere curato non tanto dai consigli umani quanto dalla misericordia di Dio. Ma solo per oggi concedimi una richiesta: torna nella tua cella". Questo il fratello fece. Abba Apollo però si affrettò a raggiungere la cella di quel vecchio che aveva seminato la disperazione e stando fuori pregò il Signore: "Signore, che ci permetti di essere tentati per il nostro bene, [le tentazioni ci portano spesso a non metterci nel pericolo prossimo di cadere] volgi la battaglia che questo fratello ha subito contro questo vecchio, affinché nella sua vecchiaia impari per esperienza ciò che non ha imparato da tempo, che tu devi avere compassione di chi è afflitto da questa specie di tentazione."
"Terminata la sua preghiera, vide un etiope in piedi vicino alla cella che lanciava frecce contro questo vecchio, il quale, gravemente ferito, cominciò a barcollare qua e là come se fosse ubriaco di vino.
Incapace di sopportare oltre, si precipitò fuori dalla cella e cominciò a tornare nel mondo per la stessa strada che aveva preso il giovane fratello. Ma Abba Apollo, sapendo cosa stava succedendo, gli andò incontro e correndo gli chiese: "Dove vai? E qual è la ragione dello stato di agitazione in cui ti trovi?". Ma egli, intuendo che il sant'uomo sapeva tutto di ciò che stava accadendo, non poté dire nulla per molta vergogna. "Torna nella tua cella", disse abba Apollo, "e riconosci la tua debolezza, riconoscila come parte di te stesso. Perché o sei stato trascurato dal diavolo fino ad ora, o sei stato disprezzato come se fossi così privo di virtù da non essere degno di lottare contro di lui. Ho detto 'lotta'? Non sei stato capace di sopportare i suoi attacchi nemmeno per un giorno! Ma tutto questo ti è successo perché quando quel giovane è stato attaccato dal nostro comune avversario, invece di dargli utili consigli contro il diavolo come avresti dovuto, lo hai spinto alla disperazione, dimentico di quel saggio precetto per il quale ci è proibito di salvare coloro che sono sulla via della morte e trascurare di redimere i condannati (Proverbi 14). Né hai ascoltato il detto del nostro Salvatore: "Non spezzerà una canna ammaccata e non spegnerà un lino fumante" (Matteo 12.20). Nessuno può resistere agli attacchi del nemico, o spegnere e contenere il fuoco della natura ribelle, a meno che la grazia di Dio non venga in aiuto alla nostra infermità naturale, che in ogni nostra preghiera preghiamo Dio nella sua misericordia di guarire in noi, e che allontani da noi gli attacchi lanciati contro di noi, perché è da lui che siamo abbattuti è lui che ci colpisce e poi ci guarisce con le sue mani, è lui che umilia ed esalta, è lui che uccide e rende vivi, è lui che ci fa scendere negli abissi e ci fa risalire" (1Re 2).
"Detto questo pregò, e subito il vecchio fu liberato da quella battaglia. E abba Apollo lo esortò a cercare dal Signore una lingua di discrezione, affinché sapesse quando era il momento giusto per fare un sermone.
V.v.5. Siro Alessandrino, interrogato sui pensieri sessuali rispose così, "Se tu non avessi pensieri saresti un caso disperato, poiché coloro che sono liberati dai pensieri sono quelli che sono passati alle azioni, cioè coloro che hanno peccato nel corpo sono quelli che non hanno combattuto contro i pensieri di peccato, o li hanno respinti. Chi pecca nel corpo è andato oltre l'essere turbato dai pensieri". "
Sant'Alfonso Liguori parla inoltre di evitare anche le occasioni remote di peccato come guardare in faccia, salutare con affetto ecc.
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