martedì 15 giugno 2021

ACCETTARE LA BIBBIA SENZA ACCETTARE GESÚ

 


LE IMPOSSIBILITÀ

La ragione e la scienza postulano un Dio Creatore.

Gli ebrei vogliono questo Dio soltanto per loro. Per essi Dio si è rivelato; per essi ha dato la sua legge; per essi ha destinato la Palestina; per essi ha distrutto tutti i popoli sul loro cammino; ad essi debbono servire tutti i popoli della terra. Per essi tutte le cure e tutti i prodigi operati da Dio; solo il loro piccolo popolo di pochi milioni di persone è il « popolo eletto » e tutti i miliardi di uomini della terra non valgono nulla: non val la pena che Dio se ne occupi.

Nessun padre, a meno che non sia cattivo, fa cosí con i propri figli; e Dio è il Padre di tutti gli uomini.

Se i fatti esposti nei libri del Vecchio Testamento si dovessero esaurire negli ebrei, si dovrebbe negare l'esistenza stessa di Dio e relegare la Bibbia tra le favole, oppure tutti i non ebrei dovrebbero odiare questo Dio.

E, infine, fossero stati gli ebrei un popolo di santi! Il meno che si possa dire di loro è che sono stati un popolo di peccatori, come e piú degli altri popoli; basta leggere la Bibbia, specialmente i profeti, per vedere quante volte gli ebrei abbandonavano Dio, quali tremendi rimproveri rivolgono loro continuamente i profeti. Dai tempi di Mosè, quando gli Ebrei fecero il vitello d'oro, a quelli di Giuda Maccabeo, che perdette la guerra perché i suoi soldati nascostamente s'erano dati all'idolatria, tutta la storia degli ebrei è una storia di continue infedeltà con periodi piuttosto brevi di vera religiosità.

La storia del popolo ebreo e tutto il Vecchio Testamento trovano la spiegazione e la garanzia solo in Gesú: senza di lui non avrebbero senso alcuno. Gesú è la chiave di spiegazione di tutta la Bibbia, di tutta la storia e di tutta la creazione. Portiamo solo alcuni esempi:

1. Dio vigilò con estremo rigore per far conservare il monoteismo agli ebrei; ogni qualvolta essi cadevano nell'idolatria Dio interveniva mandando loro i profeti e, quando questi non bastavano, facendo piombare su di essi terribili castighi.

Ma se Dio è il Padre di tutti, perché non fece altrettanto con tutti gli altri popoli, i quali, inizialmente tutti monoteisti, pian piano, l'un dopo l'altro caddero nell'idolatria?

Egli non lo fece sia per la divina economia del miracolo, che ripetuto continuamente, perde il suo valore apologetico; sia perché il salvatore non poteva essere il popolo ebreo, ma soltanto Gesú. E necessariamente Gesú doveva nascere in un popolo monoteista, perché presso un popolo pagano sarebbe stato preso per uno dei tanti dèi, come avvenne a Paolo e a Barnaba a Listri dopo il miracolo fatto; e un popolo pagano mai avrebbe crocifisso un operatore di miracoli. Ora Gesú doveva morire per salvare tutta l'umanità.

2. Perché Dio liberò il popolo ebreo della schiavitú dell'Egitto ricorrendo a grandiosi segni e prodigi, quali le dieci piaghe, l'agnello pasquale, il passaggio attraverso le acque del Mar Rosso e il lunghissimo cammino di 4o anni nel deserto per raggiungere la Terra Promessa?

Perché tutto questo doveva essere il simbolo di ciò che avrebbe fatto Gesú per tutta l'umanità: « Egli è l'agnello pasquale che toglie i peccati del mondo » (Gv 1,a9); che col suo sangue avrebbe salvato coloro che l'avrebbero accolto e si sarebbero lasciati da esso purificare; che col suo battesimo avrebbe liberato dalla schiavitú di Satana e fatti diventare figli di Dio tutti coloro che lo avrebbero ricevuto; che col suo Vangelo avrebbe guidato tutti gli uomini che l'avrebbero accolto lungo tutto il viaggio della vita fino a giungere in paradiso.

3. Lungo il cammino nel deserto, durato 4o anni, tutti gli ebrei sarebbero morti di fame. Dio allora mandò loro la manna (una farina dolcissima e fortemente nutritiva) che faceva cadere dal cielo ogni notte sul loro accampamento. Gli ebrei al mattino la raccoglievano, la mangiavano e poi riprendevano il cammino. Cosí per tutto il lunghissimo viaggio nel deserto, fino a quando giunsero nella Palestina e poterono mangiare i frutti della terra.

Perché tutto questo enorme, continuato miracolo per un popolo infedele, che per di piú non aveva voluto fare la strada brevissima indicatagli da Dio per giungere in poche settimane nella Terra Promessa; che, disubbidendo, aveva presa la strada del deserto, e che lungo tutto il viaggio non fece altro che disgustare Dio con le sue continue infedeltà?

E perché questo Dio non fa nulla per i 30 milioni di uomini che ogni anno muoiono per la fame o per malattie provocate dalla denutrizione? Senza Gesú tutte queste domande sono destinate a restare senza risposta. Gesú invece spiega tutto. Egli dice agli ebrei dopo la moltiplicazione dei pani: « Io sono il pane di vita. I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane disceso dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. Sono io il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo ».

Discutevano fra loro i giudei dicendo: « Come può darci da mangiare la sua carne? » Gesú disse loro: « In verità, in verità vi dico: se non mangerete la carne del Figlio dell'uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna, ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me ed io in lui » (Gv 6,48-57).

Con il miracolo della manna Dio ha voluto prefigurare il gran mistero dell'Eucarestia e ha voluto rivelarci che per giungere in paradiso dobbiamo fare spesso la comunione, senza della quale moriremmo lungo il viaggio della vita, ossia non avremmo forza di vivere in grazia di Dio, di servire Dio e di lavorare per la nostra santificazione e per l'avvento del suo regno.

4. Quando gli ebrei si misero a mormorare contro Mosè e contro Dio per i disagi del viaggio nel deserto, Dio mandò loro un'invasione di serpenti velenosi, che facevano morire subito quanti mordevano. Gli ebrei allora ricorsero a Mosè, e Mosè a Dio. Dio allora disse a Mosè di fare un serpente di bronzo, di innalzarlo su un palo nel mezzo dell'accampamento, e tutti quelli che, morsi dai serpenti, lo avrebbero guardato, sarebbero subito guariti.

Ancora qui domandiamo: « Perché tutto questo miracolo per un popolo ribelle? E perché Dio non fa nulla per tutti i milioni di uomini che muoiono avvelenati, per quelli che sono stati mangiati dai leoni, dalle tigri, dai coccodrilli, dai serpenti, e per tutti i miliardi di uomini che muoiono immaturamente? E che senso avrebbe senza Gesú, quale mezzo di salvezza dalla morte, proprio il serpente causa della morte di Adamo ed Eva e di tutti gli uomini?

Anche qui la risposta unica e soddisfacente è una sola: Gesú. Egli dice: « Come Mosè innalzò nel deserto il serpente, cosí è necessario che sia innalzato il Figlio dell'uomo, affinché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha sacrificato il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna » (Gv 3,14).

Il serpente è simbolo di Gesú, che ha preso su di sé il veleno di tutti i peccati degli uomini, ed è stato innalzato sulla croce per distruggerli con la sua morte. Tutti gli uomini che si volgono pentiti a Gesú Crocifisso e gli danno i loro peccati e per essi gli chiedono perdono vengono liberati dalla morte eterna e ottengono la salvezza e la felicità del paradiso.

Cosí si dica per tutto il resto della Bibbia. Dio ha parlato per tutti gli uomini; ha scelto gli ebrei, come avrebbe potuto scegliere qualunque altro popolo, soltanto in funzione di Gesú; e Gesú è venuto per salvare tutti gli uomini. Presso Dio non c'è accezione di persona.

« Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e raggiungano la conoscenza della verità » (i Tim 2,4).

« Chiunque accoglie Gesú, acquista la fortuna di diventare Figlio di Dio » (Gv 1,12).

« Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvo » (Gioele 3,5).

ILDEBRANDO A. SANTANGELO


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