lunedì 28 giugno 2021

LA VITA DI SAN BENEDETTO

 


Uno sguardo liberatore

Al tempo del re Totila, un goto di nome Zalla, seguace dell'eresia ariana,  imperversò con incredibile spaventosa crudeltà contro i fedeli cattolici e chiunque  gli capitava tra le mani, chierico o monaco che fosse, lo spediva senza  complimenti al Creatore.

Un giorno, divorato dall'avarizia e dall'avidità di denaro, torturava con crudeli  tormenti un contadino, straziandolo con svariati supplizi. Estenuato dalle pene, il  povero uomo dichiarò di avere affidato tutte le proprie sostanze al servo di Dio  Benedetto; sperava così che il carnefice, credendogli, avrebbe smesso per un  momento la sua crudeltà, concedendogli, così ancora qualche istante di vita.

Zalla infatti cessò per allora di torturarlo, ma legategli le braccia con una  grossa fune, se lo spinse davanti al proprio cavallo, perché gli facesse strada a  quel Benedetto che aveva in consegna le sue ricchezze. Con le braccia legate in  quel modo il contadino andò innanzi fino al monastero dove era il santo, e lo trovò  solo solo, davanti alla porta, intento alla lettura.

Si rivolse allora al feroce Zalla e: "Eccolo - disse - è questo qui quel Padre  Benedetto di cui t'ho parlato". Questi, furioso, con folle e perversa intenzione,  prima lo squadrò da capo a piedi, poi pensando di incutergli quello spavento che  usava cogli altri, cominciò ad urlare a gran voce: "Su, su, senza tante storie,  alzati in piedi e tira fuori la roba di questo villano, che hai in consegna!".

A quelle grida, l'uomo di Dio alzò subito con calma gli occhi dalla lettura, volse  uno sguardo al goto e poi girò l'occhio anche sul povero contadino legato. Proprio  nell'istante in cui volgeva gli occhi sulle braccia di lui, avvenne un prodigio!... Le  funi cominciarono a sciogliersi con tanta sveltezza come nessun uomo vi sarebbe  riuscito.

Alla vista del contadino che, prima legato, all'improvviso gli stava lì davanti  libero dai legami, Zalla si spaventò per tanta potenza; precipitò a terra e piegando  fino ai piedi del santo la dura e crudele cervice, si raccomandò alle sue orazioni.

Il santo non si levò dalla lettura, ma chiamati alcuni monaci, comandò di farlo  accomodare dentro e di imbandirgli la tavola benedetta. Quando lo ricondussero  fuori, lo ammonì che la smettesse con tante crudeltà. Ed egli se ne andò via  umiliato e non osò chiedere mai più nulla a quel poveretto che l'uomo di Dio, non  colle armi, ma col solo sguardo, aveva liberato.

Ecco qui quello che ti avevo detto, Pietro: quelli che con la massima fedeltà  servono Dio onnipotente, qualche volta possono operar miracoli per il potere dato  loro da Dio. Il santo, infatti, che, stando a sedere, represse la ferocia del terribile  goto e con lo sguardo spezzò le funi annodate che incatenavano braccia  innocenti, con l'istantaneità del miracolo vuole chiaramente indicare che per  potere ricevuto gli era stato concesso di fare così.

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