Uno sguardo liberatore
Al tempo del re Totila, un goto di nome Zalla, seguace dell'eresia ariana, imperversò con incredibile spaventosa crudeltà contro i fedeli cattolici e chiunque gli capitava tra le mani, chierico o monaco che fosse, lo spediva senza complimenti al Creatore.
Un giorno, divorato dall'avarizia e dall'avidità di denaro, torturava con crudeli tormenti un contadino, straziandolo con svariati supplizi. Estenuato dalle pene, il povero uomo dichiarò di avere affidato tutte le proprie sostanze al servo di Dio Benedetto; sperava così che il carnefice, credendogli, avrebbe smesso per un momento la sua crudeltà, concedendogli, così ancora qualche istante di vita.
Zalla infatti cessò per allora di torturarlo, ma legategli le braccia con una grossa fune, se lo spinse davanti al proprio cavallo, perché gli facesse strada a quel Benedetto che aveva in consegna le sue ricchezze. Con le braccia legate in quel modo il contadino andò innanzi fino al monastero dove era il santo, e lo trovò solo solo, davanti alla porta, intento alla lettura.
Si rivolse allora al feroce Zalla e: "Eccolo - disse - è questo qui quel Padre Benedetto di cui t'ho parlato". Questi, furioso, con folle e perversa intenzione, prima lo squadrò da capo a piedi, poi pensando di incutergli quello spavento che usava cogli altri, cominciò ad urlare a gran voce: "Su, su, senza tante storie, alzati in piedi e tira fuori la roba di questo villano, che hai in consegna!".
A quelle grida, l'uomo di Dio alzò subito con calma gli occhi dalla lettura, volse uno sguardo al goto e poi girò l'occhio anche sul povero contadino legato. Proprio nell'istante in cui volgeva gli occhi sulle braccia di lui, avvenne un prodigio!... Le funi cominciarono a sciogliersi con tanta sveltezza come nessun uomo vi sarebbe riuscito.
Alla vista del contadino che, prima legato, all'improvviso gli stava lì davanti libero dai legami, Zalla si spaventò per tanta potenza; precipitò a terra e piegando fino ai piedi del santo la dura e crudele cervice, si raccomandò alle sue orazioni.
Il santo non si levò dalla lettura, ma chiamati alcuni monaci, comandò di farlo accomodare dentro e di imbandirgli la tavola benedetta. Quando lo ricondussero fuori, lo ammonì che la smettesse con tante crudeltà. Ed egli se ne andò via umiliato e non osò chiedere mai più nulla a quel poveretto che l'uomo di Dio, non colle armi, ma col solo sguardo, aveva liberato.
Ecco qui quello che ti avevo detto, Pietro: quelli che con la massima fedeltà servono Dio onnipotente, qualche volta possono operar miracoli per il potere dato loro da Dio. Il santo, infatti, che, stando a sedere, represse la ferocia del terribile goto e con lo sguardo spezzò le funi annodate che incatenavano braccia innocenti, con l'istantaneità del miracolo vuole chiaramente indicare che per potere ricevuto gli era stato concesso di fare così.
Nessun commento:
Posta un commento