martedì 11 febbraio 2020

Santi Martiri del I – II e III Secolo



Dalla Gerarchia Cardinalizia di  Carlo Bartolomeo Piazza e dalle Rivelazioni Private della mistica Maria Valtorta 


La Prima Chiesa di Roma e notizie di S. Marziale. 


Diaconia Quarta di Santa Maria in Via Lata al Corso. 

***
Senza recar ciò maraviglia, dice  Adriano Vittorelli, a veruno, ch'egli  potesse anche senza miracolo  dipingere tante Immagini ; si perche  egli campò assai; e si perche ogni  buon Pittore può in poche hore  effigiare compitamente sei, e otto  teste umane, come haverà fatto questo Santo Dipintore, che come  vogliono alcuni, non impiegava il  suo nobil pennello se non in  figurare il Volto Venerabile della  Beatissima Vergine. 
Qui con molte ragioni, e  congetture si sforza il Martinelli di  provare, prima che fosse alloggiato S. Pietro nella sua casa da  Pudente Senatore nel Viminale,  abitasse per sua stanza, presa a  pigione, dopo che fù partito da  Trastevere, ove li Giudei  l'insidiavano e che questa piccola  Chiesa fosse non solamente la  prima che si aprisse in Roma; ma  il primo albergo Apostolico  Pontifizio. Che quivi il Santo Principe degli Apostoli, con quei  primi Santi Padri della Chiesa  Universale formasse il primo Senato Apostolico; del quale fece  menzione San Pio I Pontefice,  scrivendo a Giusto Vescovo di  Vienna: Senatus pauper Christi  apud Roman costitutus14: e che  perciò questa fosse la prima Catedrale, che si eregesse . Che di  quà , ove egli predicava la Santa  Fede, e faceva le sue Pontefizie  fonzioni, e Residenza, destinasse  per tutte le parti del Mondo molte Missioni, e Vescovi. Che quivi si  piantasse la prima volta quella  Venerabile Catedra di Legno, che  con tanta divozione si custodisce  nella Basilica Vaticana; si alzasse quell'Altare portatile che si venera  nella Laterane, si usasse quel  miracoloso Bastone Pastorale, che  con tanta venerazione si conserva  in Treveri, dove o il lasciò S. Marziale, ovvero fù colà mandato  dal S. Pontefice Pietro a S.  Eucario primo vescovo di quella  Città. Che quivi S. Pietro scrivesse  la prima Epistola Canonica, nella  quale dice: Salutat vos Ecclesia,  quæ est in Babylone collecta, et Marcus filius meus ; nelle quali  ultime parole è da osservarsi l'antico uso di chiamare il Sommo  Pontefice i Fedeli col nome di  Figliuoli. Auvanzandosi fino a dire  il moderno scrittore, che di questo  Oratorio di Residenza anteriore  del Romano Pontefice alla Basilica  di Laterano si possa eziandio  chiamare con più ragione Gremio  di Santa Chiesa; di quello, che già  di essa disse il Bibliotecario. E finalmente proseguendo le sue  prerogative, e le sue ragioni da  non isprezzarli quando fossero  appoggiate a megliore autorità, che  discorso. Asserisce, che quivi  lungo tempo abitasse il S.  Apostolo, ricevesse, istruisse e battezzasse gran numero de’ Fedeli, raccogliendo con i suoi le  primizie del suo Apostolico  Principato insieme con San Paolo;  e chedi qua fossero ambidue  condotti al Carcere Mamertino, ed  al Martirio; asserendo nulladi  meno, che nello stesso tempo di  questa sua Pontifizia Residenza  Romana tal'hora abitasse nella  Casa hor dell'uno hor dell'altro,  secondo che ne portava il bisogno  di propagare l'Evangelio; eziandio fuor della istessa Città, e ciò per  non impugnare apertamente, anzi  concordare il Primato della  Residenza di S. Pietro secondo  l'antiche tradizioni riferite, ed autenticate dal Baronio; nella Casa  e con la beata famiglia di S.  Pudente del qual Santo Senatore  parla S. Paolo scrivendo al suo  Timoteo, quando dice: Salutant te Eubulus, et Pudens, et Linus, et Claudia, et Fratres omnes».
Non manca nulladimeno  Giovanni Bonifazio nell'Istoria Verginale di dire, essere stato  questo luogo, dove celebrarono le  prime Messe i SS Apostoli Pietro  e Paolo, consagrato alla Beatissima  Vergine: Romæ, dice egli illam domum, in quà Petrus et Paulus  Sanctissimam dixere Missam in  Via Lata conse (pag.809) cratam  Virgini esse purissima nemo unquam dubitavit . Aggiungendo  il Torrigia, che qui S. Paolo diede  l'acqua del Santo battesimo a S. Sabina nobilissima Matrona, la  quale fù la prima, che abellì il  medesimo Oratorio, ed à suoi  figliuoli. 
In questa sotterranea abitazione  di Santi, chiamata l'Oratorio hora di S. Marziale, perche fu il primo  ad erigerlo in stanza, e casa  d'Orazione; hor di S. Paolo, perche  vi stette due anni , com'egli attesta,  se non forse più; trà le catene ; hor  di S. Luca , perch'egli vi dimorò ; vi  scrisse, vi dipinse, e vi fece orazione,  vi cresce la Santità, ed il motivo della  venerazione, per essere al Santo  Apostolo Paolo apparso la seconda  volta il Signore a confortarlo né suoi  travagli. Quì egli battezzò tra gli altri  S. Sabina, S. Nonato, S.Timoteo,  Santa Pudenziana e S. Prassede.  Quì lo Spirito Santo dettò a S.  Luca gli Atti Apostolici , ed a S. Paolo le lettere, che scrisse a gli  Ebbrei, a gli Efesini, à Filippensi  suoi amorevoli, a Filemone; e la  seconda al suo caro Timoteo, perche in tutte queste sue lettere fà menzione di questa sua prigionia,  e catena, d'onde Cornelio a  Lapide ne trae il dubbio, che  queste fossero state scritte nel  carcere Mamertino; ciò che nulladimeno pare improbabile, e per  l'oscurità di quel carcere , e per l'angustie, nelle quali erano tenuti  ivi i due Santi Apostoli, privi di  ogni Libertà; e commercio. E se  bene il suo Guardiano Giulio,  fidandosi di lui, lasciava, che liberamente trattasse la sua causa,  e andasse per Roma, egli si valse dell'occasione, per guadagnare anime al Cielo, com'egli scrive a’  Filippensi, e quivi l'istruiva e  battezzava: Ita ut vincula mea  manifesta fierent in omni Pretorio,  et plures auderent verbum Dei  loqui;18 tra’ quali molti furono della  famiglia Imperiale. 
Quì pure fu dipinta , come si è  detto, la divotissima Immagine  della Gran Madre di Dio, donata  da S. Luca, che la dipinse, al Santo  Apostolo, che pure la donò a quest'Oratorio, che hora veneriamo sopra l'Altar Maggiore di  questa Chiesa, sommamente  ancora venerabile, e per l'esemplare, che rappresenta, e per  l'antichità, che l'accompagna, e per  il pennello di un santo Evangelista, che la formò, e per la divozione de’ fedeli della primitiva Chiesa,  che la venerarono, e per il  segnalato dono, che di essa ne fece  l'Apostolo delle Genti S. Paolo. 
Quà fù, ove la Chiesa  dell'Oriente propagata dal Santo Apostolo, mandò persone di  rispetto, e di conto, a visitarlo, aiutarlo, e servirlo ne’ suoi bisogni. 
Da’ Filippensi venne S.  Epafrodito, che loro Apostolo chiama S. Paolo; si perche lo  mandavano come lor Nunzio, ed  Ambasciatore; si perche faceva  l'offizio d'Apostolo nel predicare  con esso l'Evangelio; si per esser Vescovo de’ Filippensi, come  vogliono i SS Padri Ambrogio,  Epifanio e Teodoreto; e si  raccoglie dalle parole stesse del  Santo Apostolo in quella lettera  perche ammalandosi qui Epafrodito con gran pericolo della  vita, ne sentì San Paolo grand'afflizione, e tosto che fù  risanato, il rimandò loro subbito  con molto rendimento di grazie. 
Dagli Efisini ancora venne uno  detto Onesiforo, e venuto a Roma,  doppo d'haverlo ricercato molto  per la Città, che all'hora faceva, e  per la moltitudine di popolo di  sette milioni, e per ampiezza della  Città che si estendeva con i suoi  Sobborghi lunghi fino a 15 miglia,  e più, un picciol Mondo, ritrovato,  che l'hebbe venne più volte a visitarlo. Sopra la Porta dell'Oratorio  conservasi la tradizione dell'identità della sagra Immagine di Maria  Vergine con queste parole:

Oratorium quondam S.  Pauli Apostoli, Lucæ Evangelistæ, & Martialis  Martyris in quo Imago Mariæ  Virginis reperta fistebat una ex  septem à B. Luca depictis.

A cura di Mario Ignoffo 

La voce di tutte le Chiese contro il partito di Donato.



Allora, gridino pure, con la voce della stessa unità, le Chiese  del Ponto, della Bitinia, dell'Asia, della Cappadocia e delle altre  regioni d'Oriente, alle quali scrive 6 il beato apostolo Pietro: "  Partito di Donato, noi non sappiamo ciò che voi dite. Perché non  siete in comunione con noi? Se Ceciliano ha fatto del male, che non  ci è stato né provato né dimostrato con chiarezza; sì, se ha  commesso del male, in che senso egli ci pregiudica? Se non ci  volete ascoltare, ascoltate almeno voi stessi che dite: Né una causa  pregiudica un'altra causa, né una persona pregiudica un'altra  persona. O, forse, è capace di giungere a tanto la vostra perversità,  da far valere questo principio per impedire che Primiano vi  danneggi, e di non farlo valere perché Ceciliano ci danneggi "? 
Gridino ad alta voce anche le sette Chiese d'Oriente, alle quali  l'apostolo Giovanni scrive 7, quella di Efeso, di Smirne, di Tiatira, di  Sardi, di Filadelfia, di Laodicea, di Pergamo, e dicano: " Che cosa vi  abbiamo fatto, fratelli, che avete preferito appartenere alla  comunione del partito di Donato, anziché alla nostra? Se Ceciliano  ha peccato - ma voi non avete potuto esibire le prove del suo  misfatto, essendo stato condannato in sua assenza al pari di  Primiano -, ebbene, qualunque sia stata la sua condotta, noi che  cosa vi abbiamo fatto? Perché voi, che siete cristiani, non volete  vivere in pace con i cristiani, e volete spezzare il vincolo dei  sacramenti, comuni a tutti noi? Che cosa vi abbiamo fatto? Perché  la causa di Primiano non pregiudica il partito di Donato, se è vero il  principio che avete enunciato: una causa non pregiudica un'altra  causa, né una persona pregiudica un'altra persona? Perché mai,  dunque, la causa di Ceciliano pregiudica l'eredità di Cristo, nella  quale il lavoro degli Apostoli ci ha piantato? A una di noi, l'apostolo  Giovanni scrive che conta in Sardi solo pochi membri che non hanno macchiato le loro vesti 8; eppure, neanche a causa dei  membri impuri di questa Chiesa sono state macchiate le vesti di  quel piccolo numero, poiché il principio che voi avete citato è vero:  una causa non pregiudica un'altra causa, né una persona pregiudica  un'altra persona. Come dunque la causa e la persona di Ceciliano  possono arrecare danno a noi? E, se essa non ci pregiudica, perché  vi siete separati da noi? ". Parlino anche le Chiese, alle quali scrive  l'apostolo Paolo: quella dei Romani, dei Corinzi, dei Filippesi, dei  Colossesi, dei Tessalonicesi - abbiamo già parlato poco fa dei Galati  e degli Efesini; che dicano dunque anch'esse: " Tutti i giorni,  fratelli, leggete le lettere indirizzate a noi, voi che volete continuare  a far parte del partito di Donato. Nelle stesse lettere l'Apostolo ci ha  salutato con il nome della pace, dicendo: Grazia a voi e pace da  parte di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo 9. Perché avete  appreso la pace leggendo le nostre lettere e vi rifiutate di  mantenerla con noi? Noi, che ci troviamo in terre così lontane al di  là del mare, saremmo responsabili del caso di un africano:  Ceciliano? Senza alcun dubbio, il principio che voi citate è vero: una  causa non pregiudica un'altra causa, né una persona pregiudica  un'altra persona. Ma, allora, che santificazione privata e peculiare è  mai questa, in virtù della quale a voi è permesso di sostenere che la  causa dell'africano Primiano non pregiudica il partito africano di  Donato, né la persona di Feliciano di Musti pregiudica la persona di  Primiano di Cartagine, mentre i fatti pregiudizievoli dell'Africa sono  addossati a noi, che siamo così lontane, e così la causa di Ceciliano  ci pregiudica tutte? ". 

S. Agostino

L’incendio del mondo – La catastrofe della natura – L’ultima decisione



Non vi rimarrà nulla di nascosto a voi, che vi siete offerti a ME per il servizio, perché gli  ultimi avvenimenti sono così portentosi, che su ciò non potete essere lasciati nell’ignoranza e questo in particolare quando IO voglio parlare a tutti gli uomini mediante  voi. E perciò dovete anche sapere, che ci vuole soltanto una minima spinta, per far scaturire una  catastrofe, che dapprima può essere considerata puramente mondana, che però è il segnale per la  catastrofe della natura che ora seguirà, che non verrà bensì scaturita da nessuna volontà umana,  che però è la conseguenza comunque della volontà umana, e questo in quanto farà scaturire un incendio mondiale, che non può essere fermato se non per la Mia Volontà.

E dato che gli uomini badano sempre soltanto all’avvenimento mondiale, deve avvenire qualcosa,  che per loro è inspiegabile, lo sguardo degli uomini del mondo deve essere rivolto al Mio  Intervento e tutte le intenzioni umane devono retrocedere in vista della scoperta, che nel Cosmo si  sta preparando qualcosa, da cui infine ogni uomo può essere colpito. Quindi ora gli uomini devono  imparare a “temere” DIO, ma non i loro avversari umani. Ed anche se è nell’interesse di ogni  singolo, di credere in un DIO oppure no, comunque questo avvenimento cosmico è più grande e minaccioso per la vita che l’incendio mondiale, che ora va in seconda fila. Perché ora decide la  predisposizione spirituale verso il CREATORE e CONSERVATORE di tutte le cose, se e come si  svolge la catastrofe della natura su ognuno.

Che voi crediate oppure no, questo avvenimento viene verso di voi a passi da gigante e vi  separa da ciò soltanto ancora poco tempo. E voi che lo sapete, dovete farlo notare ad ogni singolo  dei vostri prossimi su ciò che arriva, anche se non trovate nessuna fede, ma gli avvenimenti futuri lo dimostreranno. Perché anche la fine si avvicina sempre di più, è questa catastrofe naturale è  soltanto un ultimo segnale per questa. Ma chi se ne lascia ancora impressionare? Gli uomini vorranno vedere in questo sempre soltanto una catastrofe della natura, e perciò non saranno in  grado di vedervi un collegamento con lo stato spirituale dell’umanità, eccetto pochi, il cui spirito è  risvegliato, che però non penetreranno con i loro ammonimenti e perciò parlano sovente  inutilmente, per avvertire ancora gli uomini dell’ultima fine, a cui vanno incontro inevitabilmente. 

Non lasciate passare da voi inosservati i segnali , perché ammoniscono tutti voi che vivete nel  tempo della fine, ricordatelo, che vi rimane ancora poco tempo, in cui potete decidervi, di prendere  la via verso di ME, CHE IO voglio e posso salvarvi da ogni miseria, oppure di tendere di nuovo verso l’avversario, che vuole rovinarvi di nuovo per un tempo infinito.

E per via della libertà della volontà non potete sapere il giorno e l’ora, ma IO posso sempre  soltanto dirvi con certezza, che non vi rimane più molto tempo. Ma l’avvenimento del mondo tocca  ed interessa voi tutti molto, e perciò badate poco a ciò che IO vi dico e perciò, l’avvenimento  irromperà su di voi con tutta la violenza, in modo che non saprete, come dovete proteggervi. Ma lasciatevi dire questo, che Solo IO posso offrirvi la Protezione, che dovete rifugiarvi in ME, per  essere guidati attraverso tutti i pericoli del corpo e dell’anima.

Se voi uomini vedeste in questo soltanto una cosa, che un Potere Superiore è all’Opera, e che  dovete invocare questo Potere Superiore, altrimenti siete perduti senza speranza, perché il Mio  avversario impiegherà ancora tutto il potere, per avervi nelle sue mani. E chi in questo breve tempo  fino alla fine non si decide più per ME, verrà poi di nuovo legato nella materia, e dovrà percorrere  ancora una volta la via eternamente lunga attraverso le Creazioni della nuova Terra.

Amen.

Bertha Dudde 1 agosto 1965

SAN PIO V IL PONTEFICE DELLE GRANDI BATTAGLIE



IL CARDINALE 

Il Ghislieri non fu creato nel primo concistoro tenuto da Paolo IV, benché se ne fosse già fatto il nome; non mancarono perciò i soliti motteggiatori, che cominciavano a parlare di “caduta in disgrazia”. Ma il 15 marzo 1557, senza alcun preannunzio, il Papa lo chiamò a far parte del Sacro Collegio. A richiesta del nuovo eletto la chiesa della Minerva ebbe titolo cardinalizio, che fu assegnato a lui; titolo ch'egli cambiò più tardi con quello di S. Sabina sull' Aventino. 
   Il Papa, non contento di averlo investito d'una tale dignità, gli volle conferire un'autorità ancora maggiore, non più conferita a nessun altro, nominandolo Inquisitore Generale di tutta la cristianità, e assoggettando alla sua giurisdizione tutti gli inquisitori e gli stessi vescovi. E per rendere più rispettabile agli occhi di tutti questa carica di altissima importanza, Paolo IV volle preconizzare solennemente in concistoro il titolare. Soltanto la gran fama di virtù che godeva il cardinale Alessandrino, poté impedire ai suoi colleghi di giudicare esorbitanti queste sovrane attribuzioni. Dopo San Pio V, tale carica è sempre stata occupata dallo stesso Pontefice, come Prefetto del S. Ufficio. 
   Da cardinale, il Ghislieri non diminuì in nulla l'austerità della sua vita. Sotto la porpora ci doveva essere anzitutto il religioso; perciò introdusse per primo il costume che i religiosi vescovi o cardinali, conservassero nei vestiti il colore del rispettivo Ordine. 
   Conoscendo molto bene i motti satirici rivolti dal popolo a certi ecclesiastici troppo teneri verso i loro parenti, fece sapere alla propria famiglia, che incominciava a inorgoglirsi alquanto della dignità d'uno dei suoi membri, e ne sognava dei vantaggi, che deponesse ogni speranza di far fortuna. Una sua nipote tentò d'insinuarsi destramente, perché venissero appagati i propri desideri di ambizione. 
   Il cardinale le rispose con una lettera del 26 marzo 1558 molto cortese, ma risoluta, raccomandandole più moderazione, e dicendole che l'unico mezzo per conciliarsi la sua benevolenza, era non già quello di inorgoglirsi di uno zio elevato in dignità, ma il santo fervore della divozione. Paolina, la nipote, osò sostenere, che casi richiedeva la dignità cardinalizia; e il Santo le fece intendere che casi voleva la sua condizione di povero religioso, e che nessun dono, in qualche modo degno di biasimo, avrebbe mai contristata la sua coscienza. Se per suo servizio aveva preferito chiamare degli estranei piuttosto che dei paesani, l'aveva fatto perché si trattava di gente buona e onesta. 
   Nutriva un'affettuosa venerazione per quelli che convivevano nella sua casa, e se era severo quando si trattava di questioni dottrinali o di reprimere disordini, si mostrava affabile e dolce verso i suoi familiari. Ben lontano dall'imitare il lusso di qualche suo collega nel cardinalato, ridusse il numero delle persone di servizio, pensando più al bene della loro anima che all'eleganza delle loro livree. I cappellani e i valletti sapevano che, ponendosi al suo servizio, in luogo di sontuosità e feste principesche avrebbero trovato frugalità, divozione e perfino qualche pratica monastica; ma sapevano pure che il loro padrone, dolce e benigno, li dispensava sovente dai loro uffici, li trattava molto bene se malati e più che dare ordini procurava di edificarli. 

* * * 
Paolo IV e per la sua tarda età e per i dispiaceri che gli recavano i suoi nipoti, non poté mandare ad esecuzione vasti disegni che aveva quando assunse la tiara. I suoi sforzi, contrariati, vennero meno, e dopo aver lottato sino a ottantaquattro anni, l'abile manovratore si spense il 18 agosto 1559, lasciando l'Europa settentrionale in preda alle guerre civili. 
   Il card. Alessandrino che l'amava, lo pianse assai, tanto più che il successore Pio IV, d'un naturale differente, più gioviale, meno asceta, sembrava seguire altre vie. Questi, fatto Papa, non solo concesse ai romani i divertimenti carnevaleschi, ma si mostrò molto duro coi Caraffa e i loro aderenti. Tollerò in pace che il popolo delirante distruggesse la statua di Paolo IV, eretta sulla piazza del Campidoglio, e lasciò che con vergognoso e inutile insulto, tra grida clamorose, ne facesse rotolare la testa nel Tevere. Quindi diede ordine che fossero arrestati i nipoti del suo antecessore e, fatto istruire a loro carico un processo, li condannò. Uno di essi mori in prigione, e due altri furono giustiziati sul ponte di Castel S. Angelo. 
   Il card. Alessandrino, che aveva goduto il favore del Papa defunto, rinnegato e oltraggiato, non aveva proprio da temere nulla? Molti prevedevano prossimo l'abbassamento del Ghislieri. Ma, sia che Pio IV ammirasse la sua virtù, sia che volesse pigliar tempo, lo confermò nella carica di Inquisitore Generale; però siccome il Papa, diplomatico di carriera, voleva governare in persona, lo nominò vescovo di Mondovì, in Piemonte, senza dargli esplicitamente la libertà di andarvi a fissare la sua residenza, sapendo che il Ghislieri, attaccato com'era al proprio dovere, se ne sarebbe andato da sé. 
   Cosi veniva alla chetichella allontanato da Roma uno dei consiglieri di Paolo IV, e uno dei cardinali indipendenti, capace di resistere senza paura, qualora fosse stato necessario, a dei progetti temerari o troppo umani. 
   Il cardinale Alessandrino lasciò Roma nel 1560, per recarsi a visitare la diocesi affidatagli, e mettere mano alle riforme richieste dall'incuria dell'autorità ecclesiastica vacillante e dalle insidie dell'eresia. Dopo una tappa a Bagni di Lucca, invitato dal Duca di Savoia andò a Genova, accoltovi con regale munificenza. 
   Entrato in diocesi e presone possesso, si diede interamente a ravvivare il fervore sonnacchioso dei canonici di Mondovì, e a rimettere in vigore l'esercizio del culto. Percorse quindi tutte le parrocchie, e predicando con unzione sacerdotale, ebbe la consolazione di ricondurre i fedeli all'osservanza delle leggi morali e alla frequenza dei Sacramenti. 
   I dolci ricordi dell'infanzia, e della prima sua giovinezza trascorse a Bosco e a Vigevano l'indussero a fare una visita a quei due paesi, e se non poté rivedere i suoi genitori, morti prima della sua elevazione alla sacra porpora, rivide insieme ad altri della sua famiglia i suoi vecchi confratelli e gli allievi del convento di Vigevano, e poté trovare tra loro un po' di ristoro alle inquietudini e alle gravi occupazioni della sua vita. 
   Egli pensava di non poter rientrare in Roma per un bel tratto di tempo; ma vi fu presto chiamato da un ordine improvviso del Sommo Pontefice. Pio IV aveva compreso che le funzioni d'inquisitore richiedevano la presenza del titolare, e d'altra parte S. Carlo Borromeo non cessava di persuadere lo zio, che i consigli dell' Alessandrino avrebbero accelerata la conclusione del Concilio di Trento. 
   I cardinali videro con piacere questo ritorno. Il Ghislieri, nonostante lo studio che poneva per essere dimenticato, finiva di farsi ricordare. Il card. Farnese, sempre pieno di fasto, aveva regalato al Borromeo una splendida carrozza con dei bellissimi cavalli, ma non osando fare una simile offerta all'Alessandrino, si limitò ad augurargli, augurio un po' pericoloso, la tiara. 
   Il Ghislieri intervenne veramente per troncare le questioni che trascinavano in lungo il Concilio? Può essere. E' però certo ch'egli ebbe parte in questa grave causa, coll'esortare a nominare legato il cardo Morone, come successore del cardinale di Mantova. E si sa con quale destrezza il nuovo plenipotenziario riuscì a guadagnarsi l'imperatore Massimiliano, e a impedirgli che prolungasse le sue trattative. 

* * * 

Del Card. GIORGIO GRENTE

LE SETTE ARMI SPIRITUALI



Santa Caterina da Bologna


Essa udì il canto degli angeli 

Vi fu anche un tempo in cui il tormento di un fortissimo desiderio di dormire era diventato la sua croce. Resisteva con tutta la volontà, ma non riusciva a estirpare il sonno da sé, fosse giorno o fosse notte; così, riservava a suppliche la maggior parte delle orazioni, dell'ufficio divino e della messa, per ottenere da Dio la forza di vincerlo.  

Una mattina, mentre combatteva la sua fragilità con grande tensione per ben assistere alla messa, e valutava il suo scarso vigore e il poco tempo nel quale avrebbe potuto resistere in quelle condizioni, fu presa dal timore che il soccorso, tanto invocato in tanta necessità, non dovesse più giungere e la sua mente fu sopraffatta da un così grande smarrimento e disperazione da credere di morire, senza l'immediato sostegno divino. Era il momento in cui il sacerdote, letto il prefazio, diceva:  

Sanctus, Sanctus ...; in quello stesso istante, essa udì cantare la stessa parola «alla angelica baroni a che precedeva innanzi a tanto divino ed eccellentissimo Sacramento» e la melodia del canto angelico era casi stupendamente dolce e soave, che subito, al primo suono, la sua anima tese a uscirle dal corpo; se non mancò del tutto, fu solo perché non giunse a udire la fine del canto sulla stessa parola.  

Da quel momento le riuscì talmente facile vincere il sonno, che, anche trascorso molto tempo, non ne fu più molestata, poté vegliare a suo piacimento e senza alcuno sforzo. O sorelle cordialissime, non v'incresca la fatica del sonno e degli altri disagi, perché con quella perverrete alle requie eterne. Sappiate che nessuna lingua può esprimere e mente immaginare la estrema dolcezza di quel canto angelico; io dico solo che le scese in cuore tanta soavità, da farle dimenticare sé stessa e tutte le cose create come se mai fossero esistite e, per quanto lo udisse così brevemente da parerle un batter d'occhio, fino dal primo istante la sua anima tese a staccarsi dal suo corpo.  

Accadeva questo e stava fra le altre sorelle: tuttavia non fece il benché minimo strepito, ma si chinò pervasa da tanta modestia, che le parve di essere meno pesa di una piuma; sicché nessuna delle presenti si accorse di nulla.  

Illuminata Bembo

PREGHIERA alla MADONNA di LOURDES



Maria, tu sei apparsa a Bernadette nella fenditura
di questa roccia.
Nel freddo e nel buio dell’inverno,
hai fatto sentire il calore di una presenza,
la luce e la bellezza.
Nelle ferite e nell’oscurità delle nostre vite,
nelle divisioni del mondo dove il male è potente,
porta speranza e ridona fiducia!
Tu che sei l’Immacolata Concezione,
vieni in aiuto a noi peccatori.
Donaci l’umiltà della conversione,
il coraggio della penitenza.
Insegnaci a pregare per tutti gli uomini.
Guidaci alle sorgenti della vera Vita.
Fa’ di noi dei pellegrini in cammino dentro la tua Chiesa.
Sazia in noi la fame dell’Eucaristia,
il pane del cammino, il pane della Vita.
In te, o Maria, lo Spirito Santo ha fatto grandi cose:
nella sua potenza, ti ha portato presso il Padre,
nella gloria del tuo Figlio, vivente in eterno.
Guarda con amore di madre
le miserie del nostro corpo e del nostro cuore.
Splendi come stella luminosa per tutti
nel momento della morte.
Con Bernadette, noi ti preghiamo, o Maria,
con la semplicità dei bambini.
Metti nel nostro animo lo spirito delle Beatitudini.
Allora potremo, fin da quaggiù, conoscere la gioia del Regno
e cantare con te:
Magnificat!

Gloria a te, o Vergine Maria,
beata serva del Signore,
Madre di Dio,
Tempio dello Spirito Santo!
O augusta Regina del Paradiso, che in
atteggiamento celeste e con la Corona sul
braccio, a grande dimostrazione di amore e
di misericordia per gli uomini, vi degnaste
apparire alla fortunata Bernadetta per spargere
sul mondo le grazie della vostra bontà:
noi vi salutiamo e ci rallegriamo per l'eccelso 
privilegio della vostra Immacolata Concezione
con cui piacque al Signore di elevarvi
sopra tutte le creature, costituendovi
sua Madre purissima.
Deh! Siate pure la Madre nostra, ed in
mezzo alle lusinghe del mondo e dei sensi,
fate che manteniamo puro il nostro cuore
dalla colpa prendendo per nostra arma
quel rosario, che voi additate come mezzo
per mantenerci vostri degni figliuoli.


LITANIE alla MADONNA di LOURDES
Signore pietà, Signore pietà; 
Cristo pietà, Cristo pietà;
Signore pietà, Signore pietà;

Nostra Signora di Lourdes, Vergine Immacolata prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, Madre del Divin Salvatore prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che hai scelto come interprete una debole e povera fanciulla prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che hai fatto sgorgare sulla terra una sorgente che dà contorto a tanti pellegrini prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, dispensatrice dei doni del Cielo prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, a cui Gesù nulla può rifiutare prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che nessuno ha mai invocato invano prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, consolatrice degli afflitti prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che guarisci da ogni malattia prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, speranza dei pellegrini prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che preghi per i peccatori prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che ci inviti alla penitenza prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, sostegno della santa Chiesa prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, avvocata delle anime del purgatorio prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, Vergine del Santo Rosario prega per noi;

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci Signore;
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo ascoltaci o Signore;
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi;

Prega per noi, Nostra Signora di Lourdes Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo: 
Signore Gesù, noi ti benediciamo e ti ringraziamo per tutte le grazie che, per mezzo della Madre tua a Lourdes, hai sparso sul tuo popolo in preghiera e sofferente. Fa' che anche noi, per l'intercessione di Nostra Signora di Lourdes, possiamo aver parte di questi beni per meglio amarti e servirti! Amen.

…… e non avete fatto nulla per impedirlo!



Alzatevi e diffondete la Parola del Signore! Difendete Gesù davanti a quelli che LO vogliono “abolire”, alzatevi per LUI, per il vostro re!

Non appena saranno terminate gli atti malvagi di calunnia, della cacciata così come le tante bugie su Mio Figlio, che tanto vi ama, , non meravigliatevi del vuoto e della tristezza che vi colpirà, e neanche per la messa in scena dello “show” artificiale, che sarà percepito come falso, che vi confonderà e vi condurrà nell’oscurità! Così saranno celebrate le vostre nuove messe: in unità, mescolati, nell’accecamento e senza alcun valore davanti al Signore, perché non adorerete più il Signore in queste nuove messe, ma la bestia. Essa riderà fragorosamente perché avete creduto alle sue bugie, non vi siete accorti degli intrighi e soprattutto non avete difeso il vostro Gesù!

Mio Figlio non sarà presente in nessuna di queste messe! Tenete presente questa inestimabile perdita! Non appena il vero volto del male verrà alla luce il vostro giubilo passerà subito! Siete sfruttati e lasciate che avvenga! Siete ingannati e credete alle bugie! Siete manipolati e gioite di questa manipolazione! Sarete derubati, controllati e molti di voi imprigionati, ma non vi ribellate! Non per la vostra libertà! Non per i vostri fratelli! Non per il vostro Gesù!

Figli Miei. Se ora non vi alzate e difendete la Parola di Gesù, i Suoi insegnamenti, il Suo sacrificio, i Comandamenti del Signore e la Sua grande sofferenza per la Salvezza di tutti i figli di Dio, allora sarà troppo tardi per tutti voi! Miliardi di miliardi si perderanno seguendo il diavolo e voi che conoscete Gesù, non avete fatto nulla per evitarlo.

Figli Miei. Il Mio cuore materno è profondamente sconvolto perché soffre per la vostra tiepidezza. Dovete alzarvi e stare dalla parte di Gesù, non importa cosa l’altro pensa o fa contro di voi! Alzatevi e difendete il vostro Salvatore! Aiutate i figli della terra a ritrovare la via per Gesù e siate buoni gli uni con gli altri!

Le lacrime che Io piango sono così amare. Sono piene di dispiacere e di dolore perché avete abbandonato Gesù, l’unico che vi ama veramente e che ha sacrificato la Sua vita per voi.

Io vi saluto oggi piena di preoccupazione e sofferenza e imploro davanti al trono di Dio per ciascuno dei figli della terra, in modo che troviate la strada per Gesù e non andiate perduti seguendo il diavolo.

Io vi amo, Miei smarriti figli e prego affinché voi comprendiate. Possa lo Spirito Santo compiere su di voi tutti i Suoi miracoli in modo che voi possiate nuovamente vedere con chiarezza.

Alzatevi figli Miei e pregate!

La vostra Mamma Celeste che vi ama.

Madre della Salvezza e Madre delle lacrime:

“Piango lacrime di sangue per ciascuno dei figli traviati. Amen.”

Geremia



Ritorno dall'esilio
(vedi 23, 7-8)

14Il Signore dice: 'Sta per venire il momento in cui la gente non dirà più: 'Giuro per la vita del Signore che ha fatto uscire il popolo d'Israele dall'Egitto...'. 15Invece diranno: 'Giuro per la vita del Signore che ha fatto ritornare il popolo d'Israele dal nord e da tutte le regioni dove lo aveva disperso'. Infatti io li farò ritornare nella loro terra, quella che avevo dato ai loro antenati'.

I colpevoli saranno puniti

16Il Signore dice: 'Manderò contro gli Israeliti i loro nemici: questi ne faranno grandi retate, come fanno i pescatori, e inseguiranno gli altri sui monti e sulle colline come fanno i cacciatori, per scovarli tutti perfino nelle spaccature delle rocce. 17Io vedo tutto quel che fanno, non possono nascondermi nulla: le loro azioni malvagie mi saltano agli occhi. 18Tanto per cominciare, farò loro pagare fino in fondo le colpe e i peccati commessi. Infatti hanno profanato la mia terra con i loro idoli senza vita, come sono i cadaveri, e hanno riempito la mia proprietà con i loro dèi falsi'.

Preghiera di Geremia

19Signore, tu mi proteggi
e mi dài forza,
tu mi aiuti quando sono in difficoltà.
A te verranno i popoli
da tutte le parti della terra e diranno:
'Gli dèi che i nostri padri
ci hanno lasciato
sono soltanto una menzogna,
sono come vento e non servono a nulla.
20Non possono essere veri
gli dèi che l'uomo si fabbrica'.
21 'Ebbene, - dice il Signore, -
questa volta farò conoscere ai popoli
la mia forza e la mia potenza,
ed essi riconosceranno
che io sono il Signore'.

Al di là della sofferenza



Il Dolore

Benedetto sii, Signore,
per la tua infinita bontà
perché collochi con amore
sopra spine di dolore,
rose di conformità.

Quanto triste è il mio andare!
Porto nel petto ascondito
di crucci un fremito,
e sulle labbra un cantare
per celare il gemito.

Per tema, Signore,
che questo mondo burlone
si rida dei miei lamenti, 
soffoco nei canti
i guai del mio dolore.

Non voglio che nel mio cantare
la mia pena sia trasparente;
voglio soffrire ed in silenzio stare;
non voglio dare alla gente
briciole dei miei tormenti.

Tu solo, Dio e Signore,
tu che per amor colpisci,
tu che con immenso amore
provi con più dolore
le anime che più gradisci.

Tu solo lo devi sapere,
perché solo voglio raccontare
il mio segreto patire
a chi lo può capire
e lo può consolare.

Per questo, Dio e Signore,
per la tua bontà e il tuo amore,
poiché me lo mandi e lo gradisci,
perché è tuo il mio dolore,
benedetta sia, Signore,
la mano con cui mi ferisci!

(José María Pemán)


Comunicazioni dal Padre



Comunicazioni spirituali ad Anonima 1889


Consigli, esortazioni, indicazioni 

per un tempo che ha da venire  

forse, … a breve 


Venerdì 15 febbraio 1889 

alla sua potenza e di cui il furore era al colmo, ma fu spiegato il  perché dissi a tal punto: ‘La Mia voce era la voce che chiamava i  popoli a seguirMi e infrangere la loro schiavitù, e i ceppi in cui  erano avvinti Mi facevano piangere per loro’. Non il male era più  atto a cadere che a sollevarsi, e dissi a Me stesso che è venuto il  tempo di domare e di schiantare il vizio e la perversità degli uomini.   Io dico ad ognuno: “Fate di credere, fate di sperare il bene, e su  di voi sarà meno pesante la Mia mano, e sarete leggeri, e vi sentirete  sollevare in un ambiente che vi appartiene, perché lo avete  conquistato con lo spirito”. Oh, non vi intimidiate! Le difficoltà  sorgeranno come le prime, il cammino s’intralcerà per voi sotto ai  piedi, ma il vostro passo sarà guidato da Me, e la Mia mano stringerà  forte la vostra nell’ora del pericolo. 
Sventura a chi rifiuta questa Mano e si mette negli occhi la benda  per non vedere! Sventura a chi si ferma sul cammino che Io vado  tracciando! Costui non vedrà la Mia faccia, e non sarà chiamato ‘figlio  di Dio’. Non temere tu che sei già disposta da lungo tempo a riceverMi!  Non rendo a nessuno, ragione delle Mie Grazie! Pensate, che Io sono il 
Tutto, e voi siete il nulla! Perché dovrei rigettare quello che ho creato e  benedetto? Perché dovrei arrestarMi dinanzi alla porta del peccatore?  Ho pur scritto nella Mia Legge: «Dimora in pace o uomo, tu che  provasti già l’affanno e la punizione, il tuo Signore e tuo Dio ti diede la  forza, e non ti negherà la Grazia necessaria a ristabilirti». 
 Confida nella Parola di Dio e non temere! Fa come il fanciullo  che si addormenta placidamente nelle braccia della madre, anche  quando questa lo ha di recente punito. Tu non devi soffrire disagio  per la tua via, perché il calore ti sarà dato, grado per grado. Non  affannarti per quello che ti manca, nessuno è perfetto. Pensa che Chi  operò il Tutto, potrà ben a suo tempo renderti degna della Grazia,  coprendoti dei meriti suoi. Amen! 

Non far uso di questo scritto, perché il tempo non è venuto.  Serbalo e medita, e ricevi intanto la Mia benedizione. 



Dio

(medesimo giorno) 

Perché, ovunque Io vado, Mi sovviene alla mente di rifare e di  consultare quello che, indiscretamente, Mi venne richiesto? E allora  dico: “Fate sempre quello che vi sentite ripetere da Me, e ricercate  solo quello che Io voglio!”. Di tutto quello che in voi si trova, Io solo  dispongo, e prego, alla volta di un tutto stesso, e faccio risplendere in  un attimo la fede, l’amore; ma tutto quello che Mi si dice in tal modo  sospetto, Mi versa sul capo, del fiele e del rossore. 
Io sono di più (che) il Pastore, e chi crede a Me riceverà  ricompensa! Chi crede a lui sarà investigato e sopperito di soppiatto.  Confidate e sperate, poiché Io vi custodisco e vi amo, non occorre  che vi stimiate al di sopra di ciò che siete, ma (restate) fermi ognuno  al suo posto. Non occorre vi dica chi siete, lo sapete già. 
Vi stuzzico e vi rimprovero, ma sempre vi amo, e voi, quali figli  dell’Amore ricevente, restate dinanzi a Me, e progredite nella via che  Io vi traccerò. Confidate, confidate ciò che sta scritto: ‘Le cose vicine  si avvereranno, le lontane accadranno a suo tempo. Il nulla e la  forza dei monti e dei mari, distrutto sarà con un soffio, e la vita che  dipende da Me, bisogna che si ritempri di nuove forze e di ardore’.  Allora, quando incomincerà la lotta, vi sfideranno a difendervi, vi  armeranno e vi trincereranno nelle fortezze nemiche, ma Io sarò con  voi, e voi sarete con Me, ed il furore tutto dei maligni elementi non  avrà alcuna forza sopra di voi. Vegliate ed orate, affinché non cadiate  in tentazione. Amen! Dio! 

Allorquando la mente umana s’informa alla Mia parola, Io  spando per essa più di quanto occorre a visitarla. E allora, questa – di  vita e di morte – si arma e torna a fiorire di fiori più belli e  risplendenti, i fiori del Mio Amore. Chi va alla Fonte della vita, si  carica di acqua salutare, e l’incendio delle grandi città, e la selva di  grandi apparati spegnitori dell’incendio, gli sono indifferenti.  
Chi arma la mano al povero di lenti minute sarà saziato con un  pane infinitamente più soave di quello che gli angeli stessi Mi apprestano. Fate di chiedere a voi stessi la croce e l’orazione, e  credete e sperate, che non è lontano il Mio Regno, e la Fonte della  Vita s’aprirà, per chi l’aprirà con la chiave della misericordia.  
I Miei sudditi Mi seguono, le Mie pecorelle Mi ubbidiscono ed Io  tengo lungi il turbine, la procella del mare. Il figlio pervertito lo  richiamo con amore, l’amore e la fede li tengo fra le braccia: chi esce  non torna, chi si dilegua è sepolto per Me! Chi fatica sulla vigna, ha  il suo raccolto nel granaio! Chi Mi offre il cuore, in cambio riceve il  Mio! Chi segue la Mia croce, lo guido sempre per mano, e chi  offende la Mia Legge, sarà in eterno punito! Guai a chi fugge all’ora  del pericolo! Chi diserta sarà disertato, e chi crede nel Signore avrà la  pace! Amen! 



Domenica 17 febbraio 1889 

Poiché è venuto il tempo di far parlare la Mia voce, confida nei  meriti del Padre tuo, perché sta scritto: «Credi e spera, ed opera il  bene!». Ancorché Io dicessi a voi: ‘Fate male!’, e “Voi dovete  ubbidirMi!”, tanto più quando v’intimo: ‘Parlate, che l’ora è  vicina!’. Ho scritto ‘ubbidirMi’, e ‘ascolta, che l’ora è vicina’, e  quello che ti dissi di sperare, si effettuerà! 
Mi diceste un tempo “spero”, e, credeteMi, l’amore ed il dovere  erano scomparsi dalla superficie della Terra, e quello che vi regnava  allora era il disordine e la confusione. Ora, al pari d’allora, il  demonio è signore del mondo, e i suoi seguaci offendono il cuore  degli uomini! Vi dissi ‘orate e sperate’ acciocché (esso) non vi leghi  le mani, onde rimaniate inoperosi al momento della richiesta  operosità. 
Quanto dissi ‘è supremo volere Mio’, e, ‘quanto vi chiedo..’, è  ben difficile, poiché nel campo del combattimento sul fronte della  mischia, vi sentirete attratti all’inazione, e quanto in voi vi resta di  desiderio e di amore rapito, verrà dal genio che tutto cerca  distruggere e trascinare con sé. Ma la forza che viene da Me, al pari  di un colosso, vi sosterrà sulle erculee Sue braccia e, attirandovi a Sé, v’imprimerà sulla fronte il bacio della pace e dell’amore. La vostra  fiacchezza diverrà forza prodigiosa, e vi sentirete al ben sperare,  cosicché, come ricompensa, il vostro volto sarà trasfigurato, e grande  si mostrerà pure la forza del vostro spirito.  
Checché accada, Io sono con voi, e ciò che non potete  preservare non vi affanni! Ciò è giusto e salutare, che la sfida che il  mondo vi getterà in faccia rimanga senza risposta. Non provatevi a  camminare da soli! Non tenete le braccia aperte dinanzi a voi per  ricevere il bene. Questo, a voi vi avvicinerà grado per grado, e vi  seguirà anche più da lontano. La faccia Mia è santa, eppure nessuno  ancora l’ha veduta nella sua pienezza e maestà. Tutto quello che  intraprenderete in nome Mio, vi riuscirà, ma guardatevi bene dal  contrapporre la Mia parola. 
È vero e giusto che la giriate voi in tutti i sensi, ma nessuno  all’infuori di voi può arrogarsi un tale diritto: Confidate in Me! E  così sia! Amen! 

Dio 
***

Perché te ne stai sì mesta e occupata in un diffidente pensiero?  Perché non comprendi forse alcunché di quello che ora ti ho detto?  Ritenta più volte la prova, e alla fine vedrai se non sia la  manifestazione del Mio spirito. – Chi dunque oserà assumere il Mio  nome? Chi oserà sfidare l’ira Mia in tal guisa? Scaccia dal cuore  ogni timore, e fa che vi sotterri in esso per intero la fede, e vedrai  quello che a ben pochi è dato vedere, e gusterai quello che a ben  pochi è dato gustare. 



Domenica 24 febbraio 1899 

Coloro che Io ho sottratto alla schiavitù del demonio, devono  seguirMi a qualunque costo, a patto di qualunque sacrificio Io  richiedessi da loro. Bisogna provare il desiderio dei tiepidi! Bisogna  scuotere le fibre di quelli che si credono da più di ciò che sono! La  fede e l’amore non si ottengono restando inoperosi, e la sfiducia non  conduce, se non, ad allontanarsi da Me! 
Tremate quando una Grazia Mia l’accogliete con freddezza, Io  dispongo il tutto in modo che ognuno serva ai Miei fini. Chi ricalcitra  per qualunque scopo, non è degno di sciogliere i legacci ai Miei  calzari. Chi di voi si crede predestinato? Tutti lo siete nello stesso  modo: chi mi è più vicino è quello che Mi obbedisce di più, il più  lontano è quello che ostenta obbedienza pensando molto per sé! 
Io Mi affatico intorno a voi, e voi mi donate a mala pena un  sospiro quando il tempo lo permette, e non vi curate che di ciò che vi  è imposto dalle esigenze materiali; e prima ponete il mondo e poi  Me, ma così il vostro progresso rimarrà stazionario un bel pezzo! Chi  vuol seguirMi deve rinunziare in primo luogo a se stesso, poi a tutto  ciò che lo circonda e lo inebria. Non fate che quello che ha nome  esteriore s’impossessi di voi. Le aspirazioni dello spirito devono  essere assecondate, altrimenti lo spirito Mio s’allontanerà da voi in  modo che non Mi sentirete più.  
Non fate come quelli che approfittano del tempo che viene loro  concesso per distrarsi ad esternarsi i loro crucci e le loro amarezze  senza tener conto della pace promessa, nel mio Regno. Chi cerca  nella Mia via i dolori, li troverà, ma non posti dalla mia Mano. Chi  cerca i fiori li possederà, ma portati in dono dal Mio spirito.  
Se soffrite e vi sentite da poco a sollevare le vostre sofferenze,  chiamateMi in aiuto, ma non sperate nelle sole vostre forze. Io do ad  ognuno la Mia mano, ma non la offro due volte. La disparità dei  vostri pensieri è quello che a Me fa piacere, perché non è possibile  che ognuno progredisca alla stessa maniera, ma non bisogna che alla  testa del vostro procedere mettiate la sollecitudine per la vita; questo  è affare che riguarda Me solo, e voi non avete nulla a che vedere. Più zelo e meno timore, e la sfiducia banditela eternamente dalla vostra  porta. Amen! 



26 febbraio 1889 

Il fuoco della divina Giustizia sta per cadere sulla Terra!  Preparatevi! Preparatevi affinché non vi trovi spogli di forza e impari  alla lotta. Bisogna che vi disponiate a ricevere Dio nel vostro cuore!  Bisogna che vi sforziate a scacciare le tentazioni, a tenervi sempre  pronti al gran passaggio! 
Il Mio piede sfiorerà la Terra, e voi Mi vedrete nello stesso  modo come Mi videro i Miei apostoli. Io sarò vicino a voi e, nel forte  della mischia, vi custodirò affinché a guerra finita possiate vedere la  Mia faccia. 
Guardatevi dai falsi profeti, da coloro che cercano distruggere il  seme che io vado gettando. I Miei agnelli e le Mie pecorelle sono già  nell’ovile, e lontano da loro è il lupo rapace, segregato per Mia  suprema volontà! 
Quello che ora fate è bene, perché aiutate coloro che Io amo, e le  cose disposte sono in modo che ognuno serva alla sua missione. Non  bisogna che il tempo che vi sopravanza lo spendiate a commentare le  Mie parole le Mie disposizioni; ma pregate, pregate perché non è  lontano il tempo che manderà tutto a catafascio, e guai per chi non  sarà rivestito dal manto dell’orazione. Le fiamme che un giorno lo  circonderanno significano che vicino è il tempo della messe, perché  ora, come allora, l’infamia e il delitto trionfano, avendo il potere  dalla loro, ma le fiamme distruggitrici si apprestano, e le belve  divoratrici usciranno da dove io le evocherò. Coloro che rivestiranno  il Mio manto, andranno immuni; sventura a chi si troverà nudo sulla  terra o in una spoglia mendace, costui soffrirà tortura adeguata al suo  procedere. Chi si ostinerà a rifiutare la Mia voce, si accorgerà troppo  tardi di camminare su le accidie e le spine. Chi deriderà la Mia dottrina, sentirà il morso delle fiere, ma coloro che avranno  camminato nella Mia Legge e nel Mio Amore, avranno la Mia pace.  Fra i ruderi e le rovine chi alzerà il capo si accorgerà che il  fuoco è passato, che la lava ha tutto distrutto, e il male rimarrà  sepolto per mai più molestare la Terra. Si guarderanno in faccia i  miei figli e si riconosceranno tutti al colore delle vesti che li  ricopriranno. Ma il terrore farà ancora tremare i loro animi e, nel  cuore, la voce della compassione guiderà forte in mezzo a loro: “Vi  sono ancora molti che hanno vita, che sono soltanto sopiti e non  morti!”, e quelli si appresteranno a farli risorgere al lume della Mia  grazia, nella Luce divina. Chi sarà più forte a sollevare i suoi fratelli,  otterrà un premio centuplicato, e chi crederà far bene porgendo loro  un guanciale, sarà da Me remunerato. 
Figuratevi lo squallore che susseguirà alle catastrofi, la  devastazione regnerà sovrana, ma nel cuore dei miei figli non deve  regnare il timore, ma fiducia; fiducia! Siete in molti, e ognuno di più,  ingrassa la falange dei miei fidi. Coloro che cadranno non recheranno  a voi dolore, perché ciò fa parte della Mia volontà. Non soffrirà nella  giustizia chi ha camminato nell’amore. 
Armatevi! Che la battaglia s’appresti, ed in Me avrete il Duce e  il Condottiero. Non spaventi se nel cielo alcunché segnerà  l’appressarsi dell’ora temuta; per voi, ogni fenomeno avrà la sua  spiegazione. Abbiate fede, e il timore non vi sgomenti. Amen! 

Dio 


4 marzo 1889 

Poiché sei così mesta, vedrai che la voce che hai nel cuore, di  una prossima ricompensa, non sbaglia. Chi mai avrà saputo attenersi  così fortemente a un desiderio, ad un affetto, se non colui che ha il  cuore formato dalla Mia mano e secondo la Mia volontà? La prova  che tutto quello che vi circonda è ausiliario, di bene e di male per voi,  è il vedere l’effetto stesso di quanto s’informa nel vostro cuore. Ma  dove mai vi condurrà la stoltezza e la cattiveria degli uomini? Dove,  un cuore afflitto sarà condotto mai dal furore dei sentimenti che lo  contrariano? Fino ad ora, guai a chi prende per vero amore quello che  difatti non lo è! Guai a chi si riveste di un manto differente da quello  che copre il proprio cuore! Già s’intende che chi fu provato nella  tentazione ed ha ceduto, non è certo Mio vero figlio, ma chi  M’implora nella lotta, sarà da Me sostenuto. 
Non vi spiegherò il mistero che regna intorno a voi, finché il  vostro cuore non sia libero da ogni affetto terreno. Dovete essere puri  come lo sono i Miei angeli. Se soffrite, tanto meglio, ragione di più  perché Io vi aiuti. Ma non sperate già aiuto da Me in quello che  concerne la materia, se ciò non sia secondo il Mio spirito. Non vi  affatichi il pensiero di quello che vi succederà! Sarete premiati  secondo le intenzioni del vostro cuore. 
Voi Mi dite: “Aiutami!”. Ma perché non fuggite quello che tanta  angoscia vi porta? Perché non intendete diversamente la Mia parola  all’infuori di quello che vi è spiegato nella materia? Non è lo spirito?  E le sue lotte? Il corpo per voi morto non v’affatichi coi suoi  ostacoli. La materia già disciolta non deve inceppare il volo del  vostro spirito. Venite! Venite tra le Mie braccia! Scorderete quanto  soffrite, e tutto quello che poserete nel Mio cuore verrà sepolto per  non ricomparire mai più. E non sono Io, forse, bello, amabile,  amoroso, sufficiente ad appagare ogni brama del vostro spirito? Non  vi dono Io, forse, grazie e favori, senza che voi neppure vi sognate di  domandarMelo? 
Vi fermo sul Mio petto con la voce dell’amore; vi tengo già le  braccia con la forza del Mio desiderio. A che vi affannate voi poveri, ciechi, che non volete vedere, se non quanto attornia il vostro corpo,  e più in là non vi spingete, timorosi forse che la troppa Luce offuschi  i vostri sguardi? Guardate Maria, la vera madre Mia, col suo occhio  rivolto sempre al suo Gesù, col suo cuore pieno sempre del suo  affetto. 
Io non vi rimprovero se già soffrite, ma ogni spina – pensate –  ogni sospiro, vi spingerà più in alto verso di Me purché il desiderio,  l’infame tentazione, non turbi il vostro spirito. Confidate sempre  nella Mia parola e non la dimenticate tanto sovente; se vi allarmaste  meno per ogni inceppo, preghereste di più! Gradisco i sospiri nell’ora  della tentazione, ma gradisco di più gli slanci nei momenti di quiete e  di tranquillità. 
Non è ancora venuto il tempo che voi siate liberi dai fastidi della  Terra; verrà il giorno in cui sentirete che i vostri piedi sono per  soccombere al peso del vostro corpo, ma ciò sarà un ulteriore segno  che vi tranquillizzi, perché vorrà dire che la materia starà per  staccarsi da voi per sempre. E ancorché vi tocchi guardare alla fine  della vostra carriera, l’ignoto, che a guidarvi ve lo coprirà la vostra  vita, sfiderete a compiangerne il male innanzi a voi in tutta la sua  potenza, fiduciosi nell’aiuto che Io sempre vi presterò. Non dubitate  della severità della vostra missione: codesta, è colpa? Non fate nulla  di vostra spontanea volontà, ma chiedete e domandate ripetutamente  il Mio aiuto e il Mio consiglio. 
Va in pace tu che hai confidato nella Mia parola, essa sarà  pronunciata, e tu ti sentirai leggera come l’agnello che attraversa lo  spazio, ignaro del desiderio che in voi trasmette il suo volo. Amatevi  in Me, e circondatevi di pace e di benedizione. Amen! 

Dio 

lunedì 10 febbraio 2020

SE MI APRI LA PORTA...



Saresti al tuo posto

Non aver paura di abbassarti, perché non ti abbasserai mai come ho fatto Io. Anche se tu ti ritenessi la più povera, la più misera, non saresti in realtà che al tuo posto. Ma, come una perla preziosa, anche se prima coperta di fango, una volta scoperta può venir apprezzata e tenuta in gran conto, così Io ti trarrò dalla polvere e ti innalzerò. Se vuoi essere la preferita, sii la più umile.
So che ti fa pena mortificare te stessa, ma lavora con pazienza. Anche nell'attendere la mia grazia ci vuole umiltà e pazienza.
L'anima non deve pretenderla come un diritto; è un mio dono e, nella mia giustizia, sono già larghissimo nell'offrirla. Tuttavia bisogna pregarmi e attendere il giorno e l'ora che voglio Io. II pretenderla sarebbe già superbia. Devo e voglio essere pregato, per la gloria che mi date e per il bene che vi arrecate con la vostra confidente invocazione.

Anche per il tuo progresso spirituale ti conviene non vedere nulla. Ti serva il pensiero della tua grande miseria, perché ti tiene umile, più unita a Me.
Abbi pazienza anche con te stessa; non potrai fare più passi di quelli che Io dispongo. Non piangere e non adirarti con te stessa, che sarebbe anch'esso segno di orgoglio ferito.
Non posso farti correre subito nella virtù dell'umiltà perché sei troppo debole in questo punto. È necessario che lo ti faccia fare soltanto dei piccoli passi per volta.
Sei ancora troppo umana per subire all'istante una trasformazione divina. A questo appunto tendo lo: farti conoscere quello che sei, per divenire, con la mia grazia, quello che ancora non sei.

DON RENZO DEL FANTE