martedì 11 febbraio 2020

Santi Martiri del I – II e III Secolo



Dalla Gerarchia Cardinalizia di  Carlo Bartolomeo Piazza e dalle Rivelazioni Private della mistica Maria Valtorta 


La Prima Chiesa di Roma e notizie di S. Marziale. 


Diaconia Quarta di Santa Maria in Via Lata al Corso. 

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Senza recar ciò maraviglia, dice  Adriano Vittorelli, a veruno, ch'egli  potesse anche senza miracolo  dipingere tante Immagini ; si perche  egli campò assai; e si perche ogni  buon Pittore può in poche hore  effigiare compitamente sei, e otto  teste umane, come haverà fatto questo Santo Dipintore, che come  vogliono alcuni, non impiegava il  suo nobil pennello se non in  figurare il Volto Venerabile della  Beatissima Vergine. 
Qui con molte ragioni, e  congetture si sforza il Martinelli di  provare, prima che fosse alloggiato S. Pietro nella sua casa da  Pudente Senatore nel Viminale,  abitasse per sua stanza, presa a  pigione, dopo che fù partito da  Trastevere, ove li Giudei  l'insidiavano e che questa piccola  Chiesa fosse non solamente la  prima che si aprisse in Roma; ma  il primo albergo Apostolico  Pontifizio. Che quivi il Santo Principe degli Apostoli, con quei  primi Santi Padri della Chiesa  Universale formasse il primo Senato Apostolico; del quale fece  menzione San Pio I Pontefice,  scrivendo a Giusto Vescovo di  Vienna: Senatus pauper Christi  apud Roman costitutus14: e che  perciò questa fosse la prima Catedrale, che si eregesse . Che di  quà , ove egli predicava la Santa  Fede, e faceva le sue Pontefizie  fonzioni, e Residenza, destinasse  per tutte le parti del Mondo molte Missioni, e Vescovi. Che quivi si  piantasse la prima volta quella  Venerabile Catedra di Legno, che  con tanta divozione si custodisce  nella Basilica Vaticana; si alzasse quell'Altare portatile che si venera  nella Laterane, si usasse quel  miracoloso Bastone Pastorale, che  con tanta venerazione si conserva  in Treveri, dove o il lasciò S. Marziale, ovvero fù colà mandato  dal S. Pontefice Pietro a S.  Eucario primo vescovo di quella  Città. Che quivi S. Pietro scrivesse  la prima Epistola Canonica, nella  quale dice: Salutat vos Ecclesia,  quæ est in Babylone collecta, et Marcus filius meus ; nelle quali  ultime parole è da osservarsi l'antico uso di chiamare il Sommo  Pontefice i Fedeli col nome di  Figliuoli. Auvanzandosi fino a dire  il moderno scrittore, che di questo  Oratorio di Residenza anteriore  del Romano Pontefice alla Basilica  di Laterano si possa eziandio  chiamare con più ragione Gremio  di Santa Chiesa; di quello, che già  di essa disse il Bibliotecario. E finalmente proseguendo le sue  prerogative, e le sue ragioni da  non isprezzarli quando fossero  appoggiate a megliore autorità, che  discorso. Asserisce, che quivi  lungo tempo abitasse il S.  Apostolo, ricevesse, istruisse e battezzasse gran numero de’ Fedeli, raccogliendo con i suoi le  primizie del suo Apostolico  Principato insieme con San Paolo;  e chedi qua fossero ambidue  condotti al Carcere Mamertino, ed  al Martirio; asserendo nulladi  meno, che nello stesso tempo di  questa sua Pontifizia Residenza  Romana tal'hora abitasse nella  Casa hor dell'uno hor dell'altro,  secondo che ne portava il bisogno  di propagare l'Evangelio; eziandio fuor della istessa Città, e ciò per  non impugnare apertamente, anzi  concordare il Primato della  Residenza di S. Pietro secondo  l'antiche tradizioni riferite, ed autenticate dal Baronio; nella Casa  e con la beata famiglia di S.  Pudente del qual Santo Senatore  parla S. Paolo scrivendo al suo  Timoteo, quando dice: Salutant te Eubulus, et Pudens, et Linus, et Claudia, et Fratres omnes».
Non manca nulladimeno  Giovanni Bonifazio nell'Istoria Verginale di dire, essere stato  questo luogo, dove celebrarono le  prime Messe i SS Apostoli Pietro  e Paolo, consagrato alla Beatissima  Vergine: Romæ, dice egli illam domum, in quà Petrus et Paulus  Sanctissimam dixere Missam in  Via Lata conse (pag.809) cratam  Virgini esse purissima nemo unquam dubitavit . Aggiungendo  il Torrigia, che qui S. Paolo diede  l'acqua del Santo battesimo a S. Sabina nobilissima Matrona, la  quale fù la prima, che abellì il  medesimo Oratorio, ed à suoi  figliuoli. 
In questa sotterranea abitazione  di Santi, chiamata l'Oratorio hora di S. Marziale, perche fu il primo  ad erigerlo in stanza, e casa  d'Orazione; hor di S. Paolo, perche  vi stette due anni , com'egli attesta,  se non forse più; trà le catene ; hor  di S. Luca , perch'egli vi dimorò ; vi  scrisse, vi dipinse, e vi fece orazione,  vi cresce la Santità, ed il motivo della  venerazione, per essere al Santo  Apostolo Paolo apparso la seconda  volta il Signore a confortarlo né suoi  travagli. Quì egli battezzò tra gli altri  S. Sabina, S. Nonato, S.Timoteo,  Santa Pudenziana e S. Prassede.  Quì lo Spirito Santo dettò a S.  Luca gli Atti Apostolici , ed a S. Paolo le lettere, che scrisse a gli  Ebbrei, a gli Efesini, à Filippensi  suoi amorevoli, a Filemone; e la  seconda al suo caro Timoteo, perche in tutte queste sue lettere fà menzione di questa sua prigionia,  e catena, d'onde Cornelio a  Lapide ne trae il dubbio, che  queste fossero state scritte nel  carcere Mamertino; ciò che nulladimeno pare improbabile, e per  l'oscurità di quel carcere , e per l'angustie, nelle quali erano tenuti  ivi i due Santi Apostoli, privi di  ogni Libertà; e commercio. E se  bene il suo Guardiano Giulio,  fidandosi di lui, lasciava, che liberamente trattasse la sua causa,  e andasse per Roma, egli si valse dell'occasione, per guadagnare anime al Cielo, com'egli scrive a’  Filippensi, e quivi l'istruiva e  battezzava: Ita ut vincula mea  manifesta fierent in omni Pretorio,  et plures auderent verbum Dei  loqui;18 tra’ quali molti furono della  famiglia Imperiale. 
Quì pure fu dipinta , come si è  detto, la divotissima Immagine  della Gran Madre di Dio, donata  da S. Luca, che la dipinse, al Santo  Apostolo, che pure la donò a quest'Oratorio, che hora veneriamo sopra l'Altar Maggiore di  questa Chiesa, sommamente  ancora venerabile, e per l'esemplare, che rappresenta, e per  l'antichità, che l'accompagna, e per  il pennello di un santo Evangelista, che la formò, e per la divozione de’ fedeli della primitiva Chiesa,  che la venerarono, e per il  segnalato dono, che di essa ne fece  l'Apostolo delle Genti S. Paolo. 
Quà fù, ove la Chiesa  dell'Oriente propagata dal Santo Apostolo, mandò persone di  rispetto, e di conto, a visitarlo, aiutarlo, e servirlo ne’ suoi bisogni. 
Da’ Filippensi venne S.  Epafrodito, che loro Apostolo chiama S. Paolo; si perche lo  mandavano come lor Nunzio, ed  Ambasciatore; si perche faceva  l'offizio d'Apostolo nel predicare  con esso l'Evangelio; si per esser Vescovo de’ Filippensi, come  vogliono i SS Padri Ambrogio,  Epifanio e Teodoreto; e si  raccoglie dalle parole stesse del  Santo Apostolo in quella lettera  perche ammalandosi qui Epafrodito con gran pericolo della  vita, ne sentì San Paolo grand'afflizione, e tosto che fù  risanato, il rimandò loro subbito  con molto rendimento di grazie. 
Dagli Efisini ancora venne uno  detto Onesiforo, e venuto a Roma,  doppo d'haverlo ricercato molto  per la Città, che all'hora faceva, e  per la moltitudine di popolo di  sette milioni, e per ampiezza della  Città che si estendeva con i suoi  Sobborghi lunghi fino a 15 miglia,  e più, un picciol Mondo, ritrovato,  che l'hebbe venne più volte a visitarlo. Sopra la Porta dell'Oratorio  conservasi la tradizione dell'identità della sagra Immagine di Maria  Vergine con queste parole:

Oratorium quondam S.  Pauli Apostoli, Lucæ Evangelistæ, & Martialis  Martyris in quo Imago Mariæ  Virginis reperta fistebat una ex  septem à B. Luca depictis.

A cura di Mario Ignoffo 

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