domenica 5 aprile 2020

L’ATTIMO È FUGGENTE, ALL’IMPROVVISO VI TROVERETE DI FRONTE A COLUI CHE VI HA CREATI. PREPARATEVI AL MOMENTO!



L’attimo è fuggente, all’improvviso vi troverete di fronte a Colui che vi ha creati. Preparatevi al momento!
Amati figli, è il vostro Dio Creatore che vi parla, porgete l’orecchio alla mia Parola e venite a Me.
Seguite le mie regole, o uomini, tutto sta per entrare nel buio profondo della morte, Satana avanza indisturbato perché voi glielo permettete. Ravvedetevi in fretta, o uomini, prendetevi cura della vostra anima, della vostra sorte. 
Uomini di miseria infinita, ascoltate ciò che oggi il vostro Dio vi dice: datemi obbedienza, lo dico per la vostra salvezza.  
Sono il vostro Dio Amore, il Padre vostro che è nei Cieli, vi avverto per il vostro bene: Correggetevi, o uomini, state seguendo la via della morte eterna, non avrete scampo se continuerete a viaggiare con il Male.
Figli miei, diletti del mio Cuore, è giunto il tempo di tornare a Casa, è giunta l’ora del vostro ritorno al Padre vostro Dio Creatore, non sciupate questo mio appello, non ci saranno più richiami di salvezza, l’ora è questa, … chi non ascolterà la Mia voce perirà nelle mani del Demonio.
State conducendo una vita di peccato, non vedo in voi ravvedimento, nessuna conversione! Vi state destinando, nella vostra libertà, a scegliere l’Inferno.
L’avvertimento è entrato ma questa Umanità continua nelle sue nefandezze, non prepara il proprio cuore all’incontro con il suo Dio, l’Altissimo! Siete testardi, disubbidienti, privi di timor di Dio. Ah, figli miei, quale inganno in voi, il vostro pensiero è gestito da Satana! 
Attenti, o uomini, l’ingannatore fa bene la sua parte, voi siete sprovveduti, non conoscete i suoi poteri e non meditate neppure per un solo istante sulla sua malvagità, siete belli che fatti di lui, siete divenuti suoi schiavi, sottomessi al suo volere.
Poveri figli miei e non più miei per vostra libera scelta, …ah, quale sventura in voi! Se non vi correggerete ora, non potrete più risollevarvi, cominciate a rimediare la vostra condotta, presto ci sarà la scelta finale: o con Me o contro di Me!
Avrete il risveglio della coscienza.
Io parlerò dentro di voi, conoscerete la mia voce,
e deciderete, nel vostro libero arbitrio,
se stare con Me, il vostro Dio Amore
oppure con Satana.


L’attimo è fuggente, all’improvviso vi troverete di fronte a Colui che vi ha creati. …. Preparatevi al momento!

Carbonia 02.04.2020

Buona Domenica delle Palme!



La pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di noi. Buona Domenica delle Palme!

TRATTATO SULL’INFERNO



LA COMPARSA DEL PECCATO

Il primo uomo peccò, e i suoi discendenti l'hanno imitato, ma Dio rimane misericordioso. "Se noi manchiamo di fede, Egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso" (2Tm 2,13). La Chiesa si rallegra per questa fedeltà misericordiosa di Dio: "E quando, per la sua disobbedienza, l'uomo perse la tua amicizia, tu non l'hai abbandonato in potere della morte, ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro, perché coloro che ti cercano ti possano trovare. Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza, e per mezzo dei Profeti hai insegnato a sperare nella salvezza".

Nella Genesi, il racconto del primo peccato si conclude con la profezia di una redenzione divina. Lì vediamo Dio che si rivolge al tentatore e gli dice: "Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno" (Gn 3,15). La fede della Chiesa ha visto in queste parole la prima di tutte le profezie, secondo cui Cristo sarebbe venuto a salvarci. Gesù è la "stirpe" o la "progenie" della donna, e "la ragione per cui è apparso il Figlio di Dio fu per distruggere le opere del diavolo" (1 Gv 3,8).

Lungo i secoli della storia della salvezza anteriori a Cristo, Dio ha ripetutamente chiamato gli uomini al pentimento, ad una rinnovata grandezza, e alla salvezza. Non ha mai dimenticato di essere stato Lui che ha creato l'uomo, e ha fatto l'uomo non solo perché fosse la sua creatura, ma anche perché partecipasse della Sua vita divina e della Sua amicizia. Più e più volte si parla del Suo amore per il Suo popolo eletto, paragonandolo all'amore di un marito per la sua sposa, un amore che perdura anche se costei lo tradisce; il Suo è un amore insondabile ed eterno, che alla fine la porterà alla fedeltà: "Io la attirerò a me... parlerò al suo cuore... essa risponderà come nei giorni della sua giovinezza... E ti fidanzerò a Me per sempre; ti fidanzerò a Me nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore" (Os 2, 16-17, 21).

Dio, intendendo e preparando nel suo grande amore la salvezza del genere umano, si scelse con singolare disegno un popolo, al quale affidare le sue promesse. Infatti dapprima concluse un'Alleanza con Abramo e poi col popolo d'Israele per mezzo di Mosè. Con questa Alleanza, Dio si è impegnato di assisterli e di salvarli; in cambio richiese che impegnassero se stessi ad essergli fedeli.

Dopo averli liberati dalla schiavitù dell'Egitto, Dio parlò loro per mezzo di Mosè: "Voi stessi avete visto... come ho sollevato voi su ali di aquila e vi ho fatto venire fino a Me. Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia Alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli (Es 19,4-5). E quando Mosè "riferì tutte queste cose, come gli aveva ordinato il Signore, tutto il popolo rispose insieme e disse: Tutto quanto il Signore ha detto noi lo faremo" (Es 19,7-8). E, tuttavia, essi e i loro discendenti caddero ripetute volte nel peccato, e fecero l'amara esperienza delle pene e dei castighi, conseguenze del peccato. Ma la misericordia incessante di Dio diede loro possibilità di pentimento, e rinnovò l'Alleanza, sempre di nuovo: con Giosuè, con Davide, al tempo di Esdra. Le Alleanze di Dio con gli uomini sono un segno della libertà e della ricchezza del Suo amore. Con esse il Signore di tutta la creazione liberamente lega se stesso agli uomini. Egli entra in alleanza con coloro che liberamente decide di favorire con speciali doni. Allo stesso tempo, tuttavia, il suo amore permane universale: è rivolto a tutti. Anche a quelli che ha scelto in modo particolare. Egli dichiara apertamente che sono stati scelti per essere coloro per mezzo dei quali Egli vuol portare la salvezza a tutti. Così, Egli disse ad Abramo: "Io ti benedirò... e per la tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra" (Gn 22,17- 18).

Dio, per mezzo dei profeti da Lui inviati, ha insegnato al suo popolo la maniera di vivere in attesa della sua misericordia redentrice. "Israele, parlando Dio stesso per bocca dei profeti, comprese il suo piano con sempre maggiore profondità e chiarezza". Questi profeti non erano solo uomini sinceri ed entusiasti. Erano i rappresentanti di Dio. Dio li aveva chiamati e poteva

far sì che gli altri li riconoscessero come suoi profeti. Tuttavia le parole dei Profeti non furono sempre bene accolte, perché essi richiedevano la fede personale e la conversione interiore, e insistevano sulla fedeltà a tutta la legge di Dio. I Profeti insegnarono agli uomini a sperare nella salvezza che il Messia avrebbe portato. Difatti, il Vangelo, che Cristo ingiunse agli apostoli di predicare, era stato prima promesso per mezzo dei Profeti. Cosi, i profeti dei tempi antichi parlarono della grazia della salvezza futura, la Buona Notizia di Cristo, che era già la salvezza per coloro che aspettavano fedelmente il loro Salvatore.

La salvezza di questi ultimi è menzionata nel Nuovo Testamento, nella Lettera agli Ebrei, dove è detto di quelli che furono favoriti col dono della fede nel tempo dell'Antico Testamento: "Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano... Per questo Dio non disdegna di essere chiamato loro Dio: ha preparato, infatti, per loro una città" (Eb 11, 13-16).

Fin dai primordi della Chiesa, il compimento delle profezie dell'Antico Testamento ha guidato gli uomini verso la fede, o ha confermato la loro credenza. Tale compimento non è solo la realizzazione, nella vita di Cristo, di eventi particolari predetti dai Profeti.

È l'Antico Testamento nel suo insieme: sono tutte le sue promesse e le sue attese che si vedono realizzate in Cristo. Il compimento supera di molto le attese; non sarebbe possibile avere un quadro dettagliato del mistero di Cristo soltanto dalle promesse dell'Antico Testamento. Ma se alla luce della venuta di Cristo si getta uno sguardo retrospettivo sull'Antico Testamento, ci si rende conto quanto sovrabbondantemente si siano realizzate in Lui tutte le promesse e tutte le speranze.

Non si può negare che nella profezia ci sia una certa oscurità, perché essa tratta di un mistero e si rivolge alla fede. Inoltre, il linguaggio dei Profeti è sovente un linguaggio di simboli e di immagini poetiche. Ma anche così, durante i secoli anteriori alla venuta di Cristo, le promesse profetiche di questo evento confermavano il popolo nella speranza, e, al tempo di questa venuta, diedero testimonianza a Cristo. La Chiesa insegna che le profezie dell'Antico Testamento riguardanti Cristo, come le profezie proprie di Gesù nei Vangeli, sono "segni certissimi della divina rivelazione".

Oggi vengo da te per chiedere preghiere per i bambini non ancora nati



La signora della luce

Oggi vengo da te per chiedere preghiere per i bambini non ancora nati e per quei bambini che ora vengono portati dal mondo in una sperimentazione insensata e omicida per ottenere nient'altro che la rovina di molte anime, poiché questa sperimentazione e la perdita della vita umana è il piano del maligno per denigrare la stessa creazione che Dio Padre ha ordinato per tutte le sue creature.

Molto deve essere fatto ora attraverso il potere della preghiera per invertire la tendenza dalle tenebre del malvagio e riportare l'umanità sul sentiero che Dio ha originariamente ordinato per te. Molto può essere fatto ora attraverso il potere della preghiera per cambiare questa ondata di oscurità che si sta diffondendo in tutta l'umanità.

Sei al crocevia del futuro del mondo quando si stanno verificando grandi cambiamenti e molti altri grandi cambiamenti dovranno aver luogo per eliminare la terra dalle tenebre e inaugurare l'Era della Pace.

Ma ecco, adesso siamo molto vicini all'eterna opportunità di portare il malvagio e i suoi servi alla perdizione e di rimuovere la sua influenza dalla faccia della terra. Il malvagio è già stato legato dai regni celesti e le sue ultime prese sull'umanità sono ancora sentite dal mondo attraverso la violenza e le guerre, il materialismo e l'avidità, la pornografia e la sporcizia, le bestemmie e tutte le altre terribili condizioni di il mondo in cui l'umanità sta soffrendo perché al malvagio è stato permesso di vagare senza ostacoli sulla superficie della terra.

Non sarà rimosso da questo mondo solo grazie agli sforzi dei regni celesti. Il malvagio può essere finalmente legato e purificato dalla terra con il potere delle preghiere dei fedeli qui sulla terra. La sopravvivenza dell'umanità dipende dai fedeli tra voi che riconoscono il potere delle vostre preghiere e quanto siano importanti le vostre preghiere agli occhi del Padre per riportare il mondo all'ordine originale della creazione.

Liberaci dal Male, o Signore, in questi tempi perché siamo nei tempi in cui il serpente sarà legato per sempre qui sulla terra come è stato legato in cielo.

Ma spetta a voi, potenti guerrieri oranti dell'umanità, formare gruppi di preghiera e pregare ferventemente per scacciare Satana e tutti gli altri demoni e servi dalla faccia della terra.


Ned Dougherty 1 giugno 2006 - estratto del messaggio

TESORI DI RACCONTI



Non aspettate il domani  

Nel carcere cellulare della Roquette in Parigi, avvicinandosi la Pasqua, il cappellano dei detenuti, radunatili tutti, e ricordato loro il dovere di accostarsi ai Sacramenti, li invitò a prepararvisi e fare scrivere i loro nomi. Tutti si presentarono, eccettuato uno solo, giovane di diciassette anni. Il cappellano andò l’indomani a vederlo nella sua celletta, e gli disse:  

- Ebbene; avete dimenticato di farvi scrivere per la Pasqua?  

- Oh no, ci ho pensato, ma ... non ho voglia... non son preparato ... - Vi aiuterò io stesso, non dubitate, lasciatevi scrivere nella lista, e poi... - No, no, più tardi, vedremo forse ... ma adesso ... Oh giusto! l'anno venturo. - L'anno venturo? ma siete certo di essere ancora vivo? E poi, il dovere vi corre anche quest'anno ... - Basta così: farò la Pasqua l'anno venturo: quest'anno no. - Il cappellano si ritirò contristato, ma non credette bene di insistere più oltre. All'indomani scese alle celle dell'infermeria per vedere un altro detenuto, anch'esso di diciassette anni, ed a cui si erano amministrati i Sacramenti un cinque o sei giorni prima. Passando nel corridoio, vide sulla porta vicino alla cella del suo malato il numero del detenuto che il giorno avanti aveva rifiutato i Sacramenti. Era dunque malato e trasportato all'infermeria. Stupito il cappellano apre la porta, e vede il giovane pallido in volto, cogli occhi chiusi, le braccia immobili sopra le coltri ....  

- Oh che è stato? Ieri mi sembravate sì bene in salute, ed oggi siete all'infermeria? Come va? - Il giovane non risponde. Il cappellano si accosta ...  

- O Dio! sta male costui. - Esce, chiama la suora ed il medico; medico e suora son lì...  

- Sarà una sincope, dice la suora. Ma si riavrà ... non è che un'ora che è qui, e non può essere gran cosa, un po' di emicrania ...  

Si accosta il medico: - Non ha più polso ... il cuore non batte più ... non respira... è morto!  

- E il giorno prima aveva rifiutato i Sacramenti!... Nella cella vicina il secondo malato era steso sul lettuccio dei suoi dolori, ed i sintomi forieri di morte si dipingevano nel suo volto.  

- Padre, disse egli con voce languida, allorché vide entrare il cappellano: sono tanto contento! di qui a non molto io morirò, e spero, sì, che andrò con Dio. Dacché ho ricevuto i Sacramenti sono così tranquillo ...  

- Il cappellano voleva dargli qualche speranze di guarigione, ma il giovine disse: - No, non mi dite questo: amo meglio morire adesso, perché vivendo e ritornando fra i pericoli del mondo potrei ancora perdere l'anima mia ... Oh no, è meglio morire adesso.  

- E in quella stessa sera, l’anima di quel giovane, così diversa da quella del suo compagno, si presentava dinanzi al tribunale di Dio, ed i due cadaveri si trovarono l'un presso l'altro nella cappella del carcere e nella fossa del cimitero; lasciando i lor compagni a meditare sulla incertezza dell'ora della morte, sulla brevità della vita umana, e sul non differire la conversione, perché chi ha tempo non deve aspettare tempo.  

DON ANTONIO ZACCARIA 

sabato 4 aprile 2020

Riunisci le genti e dì loro: senza pentimento e sincerità nella preghiera, questo male durerà più a lungo di quanto pensiate;




Signore, abbi pietà di me peccatore!


13 Marzo, 2020

Riunisci le genti e dì loro: senza pentimento e sincerità nella preghiera, questo male durerà più a lungo di quanto pensiate; volgetevi a Me, vostro Dio e pentitevi; una preghiera sincera e universale Mi raggiungerà, Me vostro Dio; il digiuno allontana i demoni; qualsiasi sacrificio Mi è gradito; allontanate il vostro spirito letargico e rinunciate alle vostre vie malvagie, e fate pace con Me, vostro Dio; fateMi sentire: “Signore, abbi pietà di me, peccatore!” e Io mostrerò compassione; e Io farò scendere una pioggia di benedizioni su di voi; venite, non abbiate paura; ascolto... 

Dio ascolterà se ci pentiremo e cambieremo la nostra vita da un atteggiamento tiepido verso Dio, ed egli sarà benevolo nel concerderci pace; pregheremo per il mondo; chiediamoGli di mostrarci il Suo Volto perché splenda su di noi; imploriamo perché sia benevolo alle nostre suppliche ... dovremmo anche pregare affinché il Suo messaggio de La Vera Vita in Dio possa diffondersi velocemente e sia accolto umilmente così come è stato accolto da voi; pregate specialmente per l’Italia in quanto i messaggi, come ho spiegato in passato, sono caduti su orecchie completamente sorde e sono state perseguitati;

La Vera Vita in Dio

Geremia



Il lamento è cambiato in gioia

10Nazioni straniere,
ascoltate quel che dice il Signore
e annunziate fino alle terre più lontane:
'Il Signore aveva disperso Israele,
ma ora lo raduna e lo custodisce
come fa un pastore con il suo gregge'.
11Infatti il Signore ha liberato i discendenti
di Giacobbe,
li ha strappati dalle mani
di un nemico più forte di loro.
12Essi verranno sul monte Sion
e canteranno di gioia,
i loro occhi s'illumineranno
di fronte ai doni che il Signore ha preparato:
frumento, olio e vino nuovo,
agnelli, capretti e vitelli.
Si sentiranno rivivere come un giardino
ben irrigato,
non correranno più il rischio
di soffrire la fame.
13Le ragazze danzeranno felici,
giovani e anziani si uniranno
alla loro festa.
Così dice il Signore:
'Io cambierò il loro lutto in allegria,
li consolerò per le loro afflizioni
e li riempirò di gioia.
14 Farò dare ai sacerdoti offerte
ricche e abbondanti,
il mio popolo riceverà da me
ogni sorta di beni'.

Invocazione alla Vergine Maria




Maria, figura della Chiesa, sposa senza ruga e senza macchia, che imitandoti «conserva verginalmente integra la fede, salda la speranza, sincera la carità», sostieni le persone consacrate nel loro tendere all'eterna e unica beatitudine.

A te, Vergine della Visitazione, le affidiamo, perché sappiano correre incontro alle necessità umane, per portare aiuto, ma soprattutto per portare Gesù. Insegna loro a proclamare le meraviglie che il Signore compie nel mondo, perché tutti i popoli magnifichino il suo nome. Sostienile nella loro opera a favore dei poveri, degli affamati, dei senza speranza, degli ultimi e di tutti coloro che cercano il Figlio tuo con cuore sincero.
A te, Madre, che vuoi il rinnovamento spirituale e apostolico dei tuoi figli e delle tue figlie nella risposta d'amore e di dedizione totale a Cristo, rivolgiamo fiduciosi la nostra preghiera. Tu che hai fatto la volontà del Padre, pronta nell'obbedienza, coraggiosa nella povertà, accogliente nella verginità feconda, ottieni dal tuo divin Figlio che, quanti hanno ricevuto il dono di seguirlo nella vita consacrata, lo sappiano testimoniare con una esistenza trasfigurata, camminando gioiosamente, con tutti gli altri fratelli e le altre sorelle, verso la patria celeste e la luce che non conosce tramonto.
Te lo chiediamo, perché in tutti e in tutto sia glorificato, benedetto e amato il sommo Signore di tutte le cose, che è Padre e Figlio e Spirito Santo.

“Signore, quando discenderà la Gerusalemme celeste, la Terra sarà interamente purificata? Signore, é imminente?”.



Gesù: “Stendi il tuo dito e tocca la Mia piaga: non essere più incredula, ma Credente.

Sì, Io mostrerò a tutti la Mia Verità e voi la toccherete. Farò venire su voi tutti il Mio Fuoco Purificatore che brucerà tutte le impurità della Terra e del cuore degli Uomini.

Sì, realizzerò il Mio Trono di Gloria. Io sono la Nuova Gerusalemme.


Dio é questa Città, questa Città di Luce.

Discenderò aspettando forse che un altro al Mio posto spazzi via tutte le impurità nauseabonde dalla superficie della Terra? Non si ricama con pietre preziose un vecchio tessuto ormai a brandelli.

Io discendo nella Mia Gloria celeste con un Regno meraviglioso che si insedierà sulla Terra già rinnovata dalla Mia Santa Grazia. Dio fa tutto contemporaneamente. La Sua Gloria é come un profumo che inonda nello stesso tempo ciò che é vicino all’apertura del flacone e tutta la superficie sulla quale si é sparso, fino al completo esaurimento del suo contenuto.
Il Mio profumo d’Amore e di purezza non ha limiti; inonderà tutta la Terra e si spanderà in tutta la sua lunghezza, la sua larghezza e la sua altezza; in un istante la Terra, interamente Purificata, riceverà il suo Re.
Spesso Io ti ho detto che tutto si farà in un attimo, così breve che non puoi nemmeno immaginarlo. L’Eternità non ha nessun limite; il Tempo dell’Eternità non si può né ridurre, né ampliare. 

Questo istante paragonatelo ad un atomo, piccolo, potente, efficace:


lo sconvolgimento sarà senza urti;

il cambiamento sarà senza scoppio apparente;

la metamorfosi diverrà una stabilità reale, come se non avesse mai avuto un passato deplorevole e tanto disastroso;

alcune menti si ricorderanno ciò che é stata la vostra Terra prima della Mia seconda Venuta; dovrò infatti lasciare la memoria ad alcuni, perché la Storia del Mondo si ricordi per sempre:

   che Dio é il Signore dell’Universo;
   che la Sua Parola é vivente;
   che il Suo Regno é eterno per i secoli dei secoli.

                               Amen.

Ed ecco che Io faccio una Nuova Terra, Nuovi Cieli, uniti al Mio Regno celeste per formare la Città Santa, interamente Santa, interamente pura, in perenne adorazione dinanzi al suo Dio, Creatore, Redentore e Santificatore che viene presto.


Ad ognuno di voi Dio chiede di pregare moltissimo, col cuore, lo Spirito Santo, affinché Egli soffi su tutte le cose esistenti, sugli uomini e su tutta la Natura, affinché il Fuoco del Suo Amore bruci fino all’ultimo ricordo del Male, di quel Male che ha seminato la rivolta e l’odio nel cuore degli Uomini per dividerli tra loro e aizzarli contro Dio, fino a fare di questa Terra una Babilonia, infestata dal Male, che s’innalza come una immensa torre di sciagure fino a bucare la volta dei Cieli.

Dio, nella Sua grande Misericordia, risparmierà sino all’ultimo peccatore pentito e pentito anche all’ultimo momento. In verità Dio comincerà a giudicare ben presto i Vivi e i Morti. E non ci sarà più la Morte ”.

Ritornate presto a Colui che vi ha creati, poiché la Nuova Creazione é già all’opera.

Ed ecco che Io vengo”.
Amen, vieni Signore GESÙ”.

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO



Non mi partirei mai più dalla tua Croce

Oggi la fontana dalle limpide acque vivificatrici si è inaridita, e invano l'anima assetata bussa alla porta del Tabernacolo. Il Sacramento dell'amore si è rifugiato in quello del dolore, e invece di luce, di soavità e di dolcezza, il fianco della sacra montagna non dà che tenebre, pianto e sangue.
Immergiamoci in esso, ritroveremo la vita, la letizia, l'amore. O Comunione di Sangue, gustata a' piè della Croce, mediante la fede nel Mistero, mediante la compunzione per i peccati, mediante il desiderio dell'unione con Cristo, agonizzante, morente, immolato nell'amore e nel dolore. Il Sangue scende a dismisura, e più l'anima riceve e più s'inebria e più lo desidera, lo invoca, lo gusta, ne sente il prezzo infinito, la prima sorgente da cui fu scaturito e la caverna meravigliosa dove s'impreziosì per la forza dell'amore sovrumano. Oh! se per ogni goccia potessi darti, o Signore Gesù, un'anima santificata da' tuoi patimenti, attratta dal tuo amore, unita al tuo dolore!
Se potessi comprendere ciò che ti costa questa redenzione di Sangue, ciò che richiedi perchè sia corrisposta, ciò che vale dinanzi all'Eterno!
Inginocchiata a' piè della Croce, col cuore aperto sotto i piedi adorabili di Gesù e le braccia stese nell'accoglimento del Sangue delle mani; unita intimamente a Gesù per i meriti della sua stessa Passione, sento la grandezza, l'austerità dell'ora suprema, dell'ora di Dio in cui si stringono in possente amplesso la Giustizia e la Misericordia, donando all'umanità il bacio del perdono col prezzo del Sangue. E attratta dalla carità di Cristo, nella sua anima di Sacerdote e di Vittima, partecipo alla sublimità della sua immolazione, alla profondità del suo annientamento.
Più la vita umana va spegnendosi, e più sale la sua vita di amore; più gli manca il Sangue e più si raddoppia il suo ardore; più crescono i tormenti della crocifissione e le agonie della morte, e più si slancia verso la vita del Padre con le fiamme della carità.
Non mi partirei mai più dalla tua Croce, o Cristo Gesù. Qui trovo la vita, il perdono, la grazia, l'amore.
Qui attingo la dottrina, la forza, la verità, la santità, la perfezione. Qui mi disseto nel Sangue, mi rinchiudo nelle piaghe, vivo nella tua stessa oblazione.
O Misteri della Croce! O eccellenza del Sacerdozio di Cristo! O grandezza del suo olocausto!
Sotto la tua Croce, o Gesù, imparo a tacere, a patire, ad amare, a morire. Qui leggo i tremendi diritti della Giustizia e le espansioni infinite della Misericordia.
Qui le tue parole sono Misteri, il tuo silenzio ha un'eloquenza ineffabile, e il tuo martirio ha tutto lo splendore della pace radiosa. O mio Gesù, credo che il tuo Sangue, invocato, scenda a purificare, a illuminare, a santificare; credo che esso è potente come il tuo amore, impetrativo come la tua preghiera. O Sangue del mio Dio, scendi nell'anima mia e riempila della vita di Gesù, perché, morta a me stessa incominci a vivere della stessa vita di Dio.

O Sacramento della grazia, dell'amore e della misericordia, ideato, sgorgato, composto dal dolore! q. 13 : marzo, venerdì santo. 

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

MISTICA CITTA’ DI DIO



Prima redazione della «Mistica Città di Dio»

L'opera conobbe per lo meno due redazioni complete, oltre a tentativi parziali, ossia fu redatta completamente due volte dalla sua Autrice. La seconda redazione, che è quella definitiva, è più ampia ed estesa della prima.
Ricostruiamo brevemente la storia della prima redazione.
Tanto Edoardo Royo quanto il p. Ivars sono del parere che la Venerabile scrisse per la prima volta la sua opera tra gli anni 1637 e 1643. La stessa suor Maria ci dice tassativamente che cominciò a scrivere quest'opera nel 16376. A quel tempo direttore spirituale della Venerabile era il p. Francesco Andrea della Torre. Ella stessa confessa che per lo spazio di dieci anni cercò di resistere agli impulsi che sentiva, finché cominciò a scrivere per la prima volta la Storia della Vergine.
Quando, alla fine del 1643, la Venerabile comincia la corrispondenza con il re Filippo IV si capisce che l'opera era già scritta. Una copia di essa è stata inviata al re, che la legge e riferisce le impressioni che suscita la sua lettura. In realtà, poiché l'opera era estesa e constava di tre parti, in un primo tempo gli inviò una copia della prima, e in seguito gli furono inviate le rimanenti, man mano che portava a termine la copia o trascrizione. Poiché la Venerabile nelle sue lettere al re parla di «scrivere» nel senso di copiare, questo principalmente indusse in errore il p. Ivars, pensando che allora stesse scrivendo l'opera, quando in realtà essa era fatta e terminata, e solamente si trattava di farne una trascrizione o copia per destinarla al re. Di questa copia dice che la fecero «alcuni religiosi giovani senza esperienza», e che non ebbe l'opportunità di rivederla. Sappiamo, dunque, che il re aveva una copia dell'opera nella sua prima redazione, con la raccomandazione di conservare su di essa il segreto. Nella corrispondenza che si svolse tra Filippo IV e la Venerabile ci sono numerose allusioni a quest'opera. Si può vedere una qualunque delle due edizioni di queste lettere, quella del Silvela o la più recente di Seco Serrano. Si parla, per esempio, dell'opera nella sua prima redazione nelle lettere scritte dal re nelle seguenti date: 9 marzo 1644; 5 agosto, 21 settembre, 1 ottobre 1646; e nella lettera scritta dalla Venerabile al monarca il 5 ottobre 1646. Molte altre della medesima corrispondenza se ne potrebbero citare.
Questa prima redazione della Mistica Città di Dio fu bruciata dalla stessa Autrice in data che al presente non si può precisare con chiarezza, poiché è discussa dagli autori; si salvò però, dalla distruzione, la copia o trascrizione che era rimasta a disposizione del re.
Rispetto alle ragioni o cause che spinsero la Venerabile a prendere questa decisione, ella riferisce unicamente gli scrupoli e timori da cui era presa per aver messo mano ad un'opera tanto ardua, ed altresì il consiglio di un confessore che l'assisteva in assenza del direttore principale. Quando questi ritornò, la rimproverò aspramente e le ordinò di scriverla di nuovo; però nel 1647 questo direttore morì e, per consiglio del medesimo direttore di prima, che doveva essere un religioso anziano, fece un secondo fuoco di carte. Secondo il p. Samaniego, agiografo della Venerabile, il primo rogo fu nel 1645, nel corso di un'assenza prolungata del direttore, Francesco Andrea della Torre, e il secondo, nel 1647, poco dopo la morte dello stesso.
La Venerabile si distinse sempre per un grande amore alla verità, e costantemente la perseguitò il timore di essere ingannata o vittima di illusioni. Solo la parola autorevole del rappresentante di Dio era capace di sostenerla; però quando un confessore le consigliò di bruciare gli scritti, obbedì all'istante. Probabilmente detto confessore, il cui nome non conosciamo, non condivideva il modo in cui la Venerabile era diretta.
Il p. Ivars ha avanzato l'ipotesi che la Venerabile avesse bruciato l'opera per paura dell'Inquisizione. Quando previde che stava per addensarsi su di lei la tempesta, bruciò l'opera, e così poté dire agli inquisitori che non aveva altri scritti, oltre alcune insignificanti carte che mostrò; nulla disse della copia che esisteva nelle mani del re, e gli inquisitori non vennero a saperlo. Questo esame inquisitorio ebbe luogo in Agreda stessa, alla grata del monastero, il parlatorio conventuale, nel 1649-1650. In verità, la supposizione del p. Ivars, che l'opera fosse stata bruciata durante l'Inquisizione non si appoggia su nessun documento. Al contrario il p. Samaniego, biografo della Venerabile, attesta altra causa

di Suor Maria di Gesù Abbadessa del Monastero dell’Immacolata di Agreda dell’Ordine dell’Immacolata Concezione


GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Una mamma non può essere né vile né spregevole Sii forte nel vincere il mondo, perché lo spirito del mondo rende vili e una mamma non può essere vile e spregevole. Sii forte nel vincere te stessa, poiché la povera natura e il proprio carattere sono pesi che traggono giù, e una mamma deve elevarsi per elevare. Impara a rimanere calma nelle contrarietà, perché la mamma deve essere pace nella famiglia. Impara a saper accogliere nella calma anche un'umiliazione, poiché l'umiltà è la vittoria sul proprio io che lo ridimensiona nella verità. E tu devi essere sempre verità dinanzi ai tuoi figli.

don Dolindo Ruotolo

Non abbiate paura!



 APRITE, anzi, SPALANCATE le PORTE A CRISTO!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati,
 i sistemi economici come quelli politici, 
i vasti campi di cultura, 
di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura! 
Cristo sa "cosa è dentro l’uomo".
 Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo
 non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo,
 del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso
 della sua vita su questa terra.
È invaso dal dubbio 
che si tramuta in disperazione.
Permettete, quindi – vi prego,
 vi imploro con umiltà e con fiducia
 – permettete a Cristo di parlare all’uomo.
Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna. [...]" 

Papa Giovanni Paolo II

LAMENTI DIVINI PAROLE DI GESU’ AI SUOI SACERDOTI



CERCO ANIME! ...

Ciò che perisce è nulla; la materia giova solo per il tempo; è l'anima umana che vale, perché durerà in eterno.
Il tempo trascorso sulla terra non avrebbe significato se le anime non fossero immortali. Ah, le anime! ... Proprio le anime mi portarono sulla terra. Per loro amore soffrii tanto quaggiù e per loro amore spirai sulla Croce, martirizzato dalla testa ai piedi, da sembrare un lebbroso. Lividure, piaghe e Sangue per tutto il corpo e tutto questo per amore delle anime.
Il mio sogno è stato e sarà sempre la salvezza delle anime.
E quale altro compito hanno tutti i miei sacerdoti? Salvarsi e salvare!
Innanzitutto si deve salvare l'anima propria; è l'affare più grande ed è strettamente personale; poi si deve lavorare per salvare i fratelli.
La parabola dei talenti dovrebbe far riflettere i sacerdoti che sono poco zelanti, poiché il servo pigro fu gettato nelle tenebre dov'è pianto e stridore di denti.
Perché vi ho scelto fra innumerevoli creature e vi ho rivestiti della dignità sacerdotale? Forse per godere di più e perché vi deste alla bella vita? Perché vi sono dati gli anni, se non per trafficare i talenti ricevuti? Quale guadagno deve stare al primo posto nei vostri  pensieri se non il grande numero di anime da salvare? Qual'è il frutto del vostro ministero se non mi presentate continuamente anime salvate?
Certi sacerdoti sono troppo miseri, preoccupati solo di non cadere nella colpa grave; quando riescono a stare un po' in equilibrio e a non cadere, credono di poter stare tranquilli in coscienza. E' un grande errore!
Il primo passo è certamente quello di evitare il peccato grave. Ma questo non basta a nessuno, tanto meno ai sacerdoti, che devono essere apostoli, luce e sale della terra. Più che preoccuparsi del male da fuggire, devono preoccuparsi del bene da fare. Tralasciare il bene, quando se ne ha il dovere come ministri di Dio, quando se ne ha il tempo e le circostanze lo permettono, è un peccato di omissione.
Quante anime da istruire, da consigliare, da confortare! Quante persone cercano il confessore! Quanti ammalati da visitare e moribondi da assistere! Quanti bambini da plasmare nella fede! Quanti centri di lavoro da visitare per mettersi in contatto con folle di operai dimentichi di Dio! Quanto lavoro sta davanti ad ogni sacerdote!
E mentre i bisogni delle anime sono tanti e urgenti, dove sono e cosa fanno i miei sacerdoti?... Come occupano il loro tempo?... Ore e ore davanti al televisore, viaggi di piacere, passatempi, visite pericolose... prolungate... E le anime? Sono lì che aspettano qualcuno che spezzi loro il pane della vita, ma non lo trovano!
Lavorate, o miei sacerdoti! Utilizzate bene il vostro tempo! Lavorano di più i nemici della mia Chiesa, che tanti sacerdoti deboli nella fede, tiepidi nell'amore e talvolta paralizzati da un'apatia totale.
E' tempo di svegliarsi e di rinnovarsi nello spirito!
Sacerdoti, è così che si serve Dio, il Sommo Padrone che vi ha dato i suoi talenti? ...
Ad ogni sacerdote ho dato dei talenti, a chi uno, a chi due, a chi cinque. A chi più è stato dato, più sarà richiesto.
Ho dei sacerdoti ardenti di carità, assetati di anime; per loro tutto è nulla o ben poca cosa; per loro ciò che conta è la salvezza delle anime, di molte anime.
Ma se nel mondo ho migliaia di sacerdoti zelanti, perché non possono essere tali anche le altre decine di migliaia?
Meditate tutti sulla sorte toccata al servo pigro, che non fece fruttare il talento del padrone! Nel giorno del rendiconto finale, quando i sacerdoti pigri vedranno tante anime dannate per colpa della loro pigrizia, comprenderanno il grande male che hanno fatto a loro stessi e ai fratelli e quanta gloria hanno sottratto a Dio.
Correggetevi fin che siete in tempo!

Don Enzo Boninsegna

La Corredentrice



Gesù parla della Corredentrice negli scritti di Maria Valtorta

Non dimentichiamo, poi, il discorso che Gesù tiene nella sinagoga di Nazareth sul  testo biblico di Isaia, 61,1-3. I nazarethani, punti sul vivo, tumultuano e infuriati lo  cacciano fuori della città, lo inseguono fin sul ciglio di un monte…, ma Gesù passa  incolume in mezzo a loro. Anche questo fatto penoso fu certamente una spada per il  Cuore di Maria, a Nazareth, dove erano maldisposti verso di Lui persino i parenti che lo  giudicavano un pazzo, un attaccabrighe… 
Quando pensiamo a Maria, meditiamo il suo dolore di 34 anni, culminato ai piedi  della croce. Ella l’ha sofferto, per noi! Per noi, le derisioni della folla che la giudicava la  madre di un pazzo.. Per noi, i rimproveri dei parenti e delle persone notabili. Per noi,  l’apparente sconfessione di Gesù: “Mia Madre e i miei fratelli sono coloro che fanno la  Volontà di Dio”. Ma chi più di Lei la faceva, ed una Volontà tremenda che le imponeva la  tortura di vedere suppliziare il Figlio? Per noi, le fatiche di raggiungere Gesù qua e là. Per  noi, i sacrifici: da quello di lasciare la sua casetta e mescolarsi alle folle, a quello di  lasciare la sua piccola patria per il tumulto di Gerusalemme. Per noi, il dover essere a  contatto con colui che covava nel cuore il tradimento. La pura, l’umile, la distaccata dalle  ricchezze terrene non poteva non avere ribrezzo di quel serpe, come del resto lo ebbe  Gesù per quasi tre anni. 
Altra fonte copiosa di pene per il Cuore della Corredentrice era costituita dall’ostilità  dei sacerdoti, scribi e farisei, volpi astute che cercavano di spingere Gesù nella loro tana  per sbranarlo. Per noi, il dolore di Maria di vedere accusato il Figlio suo di possessione diabolica e di eresia. Tutto, tutto per noi!… Quanto ha sofferto Gesù di veder soffrire sua  Madre, di doverla condurre, come agnella mansueta, al supplizio, di doverla straziare con  tanti adii: a Nazareth, prima dell’evangelizzazione; nell’imminenza della Passione; prima  della Cena pasquale; in quello atroce sul Calvario.  (“Poema”, vol. IX, p. 16-17).

Pablo  Martín  Sanguiao 

Solo chi riconosce la Verità la può difendere!



La luce della vostra terra passerà quando meno ve lo aspettate.

Messe nere, profanazioni, mutilazioni e distruzioni di statue sacre, beni della Chiesa e oggetti sacri aumentano sempre più! Sono pianificate dissacrazioni e molte sono già attuate e pian piano non troverete più Mio Figlio nelle vostre chiese perché “essi”LO avranno scacciato e scambiato con cose buddiste, pagane e sataniche. Voi non percepirete la differenza se continuate a vivere nella falsità, se non prendete sul serio i Nostri messaggi e vi chiudete davanti alla verità!

Solo chi riconosce la Verità, la può difendere! Chi continua a nascondersi nel proprio guscio e a vivera come se tutto continuasse normalmente, avrà un brutto risveglio!

Dovete alzarvi e porre un freno a queste azioni malvage!

Pregate Figli Miei, pregate, perché il Mio Santo Figlio è scacciato e l’oscurità verrà su di voi! Il maligno si avvicina lentamente strisciando e non appena siete” imprigionati” nella sua nebbia, non sarete più in grado di difendervi.

Con amore profondo e riconoscente supplico la vostra preghiera secondo le intenzioni di Mio Figlio e soprattutto per quella notturna, quando il maligno “si attiva”.

La vostra Mamma Celeste che vi ama. Mamma di tutti i figli di Dio e Madre della Salvezza.

Amen.