Non aspettate il domani
Nel carcere cellulare della Roquette in Parigi, avvicinandosi la Pasqua, il cappellano dei detenuti, radunatili tutti, e ricordato loro il dovere di accostarsi ai Sacramenti, li invitò a prepararvisi e fare scrivere i loro nomi. Tutti si presentarono, eccettuato uno solo, giovane di diciassette anni. Il cappellano andò l’indomani a vederlo nella sua celletta, e gli disse:
- Ebbene; avete dimenticato di farvi scrivere per la Pasqua?
- Oh no, ci ho pensato, ma ... non ho voglia... non son preparato ... - Vi aiuterò io stesso, non dubitate, lasciatevi scrivere nella lista, e poi... - No, no, più tardi, vedremo forse ... ma adesso ... Oh giusto! l'anno venturo. - L'anno venturo? ma siete certo di essere ancora vivo? E poi, il dovere vi corre anche quest'anno ... - Basta così: farò la Pasqua l'anno venturo: quest'anno no. - Il cappellano si ritirò contristato, ma non credette bene di insistere più oltre. All'indomani scese alle celle dell'infermeria per vedere un altro detenuto, anch'esso di diciassette anni, ed a cui si erano amministrati i Sacramenti un cinque o sei giorni prima. Passando nel corridoio, vide sulla porta vicino alla cella del suo malato il numero del detenuto che il giorno avanti aveva rifiutato i Sacramenti. Era dunque malato e trasportato all'infermeria. Stupito il cappellano apre la porta, e vede il giovane pallido in volto, cogli occhi chiusi, le braccia immobili sopra le coltri ....
- Oh che è stato? Ieri mi sembravate sì bene in salute, ed oggi siete all'infermeria? Come va? - Il giovane non risponde. Il cappellano si accosta ...
- O Dio! sta male costui. - Esce, chiama la suora ed il medico; medico e suora son lì...
- Sarà una sincope, dice la suora. Ma si riavrà ... non è che un'ora che è qui, e non può essere gran cosa, un po' di emicrania ...
Si accosta il medico: - Non ha più polso ... il cuore non batte più ... non respira... è morto!
- E il giorno prima aveva rifiutato i Sacramenti!... Nella cella vicina il secondo malato era steso sul lettuccio dei suoi dolori, ed i sintomi forieri di morte si dipingevano nel suo volto.
- Padre, disse egli con voce languida, allorché vide entrare il cappellano: sono tanto contento! di qui a non molto io morirò, e spero, sì, che andrò con Dio. Dacché ho ricevuto i Sacramenti sono così tranquillo ...
- Il cappellano voleva dargli qualche speranze di guarigione, ma il giovine disse: - No, non mi dite questo: amo meglio morire adesso, perché vivendo e ritornando fra i pericoli del mondo potrei ancora perdere l'anima mia ... Oh no, è meglio morire adesso.
- E in quella stessa sera, l’anima di quel giovane, così diversa da quella del suo compagno, si presentava dinanzi al tribunale di Dio, ed i due cadaveri si trovarono l'un presso l'altro nella cappella del carcere e nella fossa del cimitero; lasciando i lor compagni a meditare sulla incertezza dell'ora della morte, sulla brevità della vita umana, e sul non differire la conversione, perché chi ha tempo non deve aspettare tempo.
DON ANTONIO ZACCARIA
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