Gesù, Maria e Giuseppe, sapendo quanti vedranno questa carta della mia schiavitù, gli Angeli e gli uomini, i cieli e la terra, alla cui presenza si fa questa scrittura, io Fra José
de San Juan, mi vendo e mi abbandono per schiavo perpetuo, principalmente del mio Signore Gesù Cristo, e anche della sua santissima Madre e Madre mia Maria, Signora nostra, e del mio Padre e signore, San Giuseppe, con
una donazione pura, libera, spontanea, e irrevocabile della mia persona e dei miei beni perché di me e di essi dispongano a loro libertà e volontà e non meno della mia anima, come veri Signori miei e affinché
mi aiutino nell'ora della mia morte, e mi diano vero amore di Dio, il suo santo timore, dolore dei miei peccati, affinché possa progredire nel cammino di orazione e di perfezione. E a protesta che non volterò
la parola e le spalle a tutto quanto contenuto in questa scrittura, propongo al mio signore e Padre San Giuseppe di recitare tutti i giorni l'Inno del dolce nome di Gesù, l'Ave Maris Stella e l'Inno del
mio Padre e signore San Giuseppe, con le antifone, i versetti e le orazioni di ognuno; di digiunare tutti i sabati della mia vita, se mi daranno il permesso, e di non mangiare mai frutta in questo giorno, per essere specialmente
consacrato a Maria Santissima, mia Madre ed essere io pure nato in questo giomo. E, infine, offro i miei tre voti sostanziali a Gesù, Maria e Giuseppe in questa conformità: a Gesù l'obbedienza, a Maria
la castità, e a San Giuseppe la povertà come è inciso nell'immagine di Gesù, Maria e Giuseppe che tengo nella cella, perché mi accompagnino e mi diano grazia affinché li compia
fino a morire perfettissimamente. Tutto questo in segno e perché consti a tutti che sono e sarò perpetuo schiavo di Gesù, Maria e Giuseppe, e come tale voglio essere conosciuto da tutte le creature. E
questo, voglio e dico che è la mia ultima volontà. E per essere verità lo firmo di mio nome in Alcalà il 23 dicembre di quest'anno 1706.
Nessun commento:
Posta un commento