lunedì 27 aprile 2020

Santi Martiri del I – II e III Secolo



Dalla Gerarchia Cardinalizia di  Carlo Bartolomeo Piazza 
e dalle Rivelazioni Private della mistica 
 Maria Valtorta 


Le spoglie di S. Pietro. 

Chi pensa dunque che le ossa di San Pietro sono dentro la  Basilica, si sbaglia. Dove esse si trovano non c'è dato ancora di  sapere.  
Ma ecco cosa ci rivela lo stesso San Pietro attraverso la mistica Maria Valtorta37: 
 
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28-6-53.  
S. Pietro 

«Parlo oggi, senza attendere domani, giorno di mia festa,  perché altri oggi mi commemoreranno. 
Parlo per dirti questo. Il mondo è sempre più corrotto, il  comunismo cresce come gigantesco baobab e si estende come  tenaci gramigne e come liane che uccidono le piante buone.   Anche molta parte della Chiesa è decadente, avendo, se non  dimenticato, trascurato ciò che il Divino Maestro e Fondatore  della Chiesa, di cui Egli mi elesse suo primo Pontefice, aveva  insegnato ai suoi successori: noi, apostoli, discepoli, Pontefici e  Sacerdoti.  
Troppo colpevole è tutto, perché la reliquia delle reliquie, la  seconda solo a quelle che sono di G. e M., la maggiore di  quella di tutti i Santi, possa essere esposta, sì, alla venerazione  dei veri cristiani, ma anche al pericolo, sempre più incombente,  di profanazioni e dispersioni da parte degli anticristiani.  
Se il mondo non muterà, specie quella parte di mondo che è  l'Italia, non sorgerà mai l'ora in cui i resti della "Pietra su cui  Cristo edificò la sua Chiesa" verranno tratti, dalle tenebre ove  sono, alla luce del culto, dalla trascuranza, perché io sono celato, all'adorazione dei fedeli. 
Gesù insegnò: "Date e vi sarà dato, e più darete più vi sarà  dato, in maniera strabocchevole".  
Il ritrovamento del vero mio Corpo, la sua traslazione nella  Basilica a me dedicata, vero cuore della Cristianità, per essere  eretta sul luogo dove confessai eroicamente il mio fedele  amore a Cristo, Chiesa Madre di tutte le Chiese cattoliche,  sarebbe veramente dono di grazia strabocchevole.  
Ma per averlo occorre dare vero eroico amore a G., a M.  Ss., alla Chiesa tutta. Rinascere per avere. Accendersi per avere.  Ascendere per avere. Dio da a chi sa meritare il dono. A quelli  soli. A questi, che neppure furono giusti per l'Opera, nulla va  dato». 
Pietro, essendo, anzi apparendo come corpo glorificato, è  molto più bello di quanto non fosse, ma anche molto più triste  di quanto, da vivo, non fosse. 
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E ancora ci dice Gesù in un dettato a Maria Valtorta a riguardo  di dove si troverebbero i resti mortali di Pietro38, che sarebbero  ancora integri e intatti. 
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«Il discepolo non è da più del Maestro. Se per un impossibile  caso il Corpo del Verbo, fattosi Carne per essere Redentore,  non fosse risorto, sarebbe avvenuto di Esso ciò che è avvenuto  del corpo del mio Cefa.  
Una peregrinazione senza pace dovuta all'astio dei nemici, e all'amore o fanatismo degli amici che, per difendere la reliquia del  mio Corpo dalle sacrileghe mani dei nemici di Cristo e della sua  Chiesa, avrebbero dovuto occultare i resti qua e là, sempre più  lontano, sempre più nascosti, a disorientare i nemici  profanatori, né si saprebbe più quanti luoghi avrebbero accolto  le sue ossa. 
Non ha avuto pace il corpo del mio Simon Pietro neppure  dopo la morte. Pace ebbe il suo spirito. La sua spoglia, no. 
Evangelizzando, percorse tanto mondo di allora. Morto,  santificò delle sue spoglie tanto sottosuolo di Roma. 
Ma per tua pace e di quelli che cercano, dico. 
Dall'Ostriano presso la Nomentana all'altro cemeterio presso  la Tiburtina, e poscia a quello sulla Labicana, quante, quante  deposizioni ebbe il mio Pietro! 
Quella zona, dall'Ostriano all'Appia, da questa verso  Preneste, Tibur, Ariccia e Nomento, tutto è una grande  catacomba, fatta delle molte iniziate qua e là, e poscia fusesi in  un'unica, quando, per la ferocia dei persecutori, il suolo di  Roma contenne tanti martiri quanti semi di grano in un vasto  campo. 
Ma coloro che cercano dovrebbero ben sapere, sanno, che vi  è un luogo detto cimitero dei S. Pietro e Marcellino. S. Pietro.  Non meglio identificato per prudenza reverenziale a quelle  sante spoglie, dove ebbe requie il corpo del Primo Pontefice.  Non insistano oltre. Non insistano mai. Io so se dire, quando dire, con giustizia. 
Ma vorrei che più dell'affannosa preoccupazione di ricercare  delle ossa, sante ma sempre ossa, il cuore della mia Chiesa si  sforzasse a ritrovare lo spirito che animava Pietro e a farsene il  suo spirito. Questo sarebbe onorare Pietro e Colui che fece di  Cefa il Principe degli Apostoli, il Pontefice, la Pietra sulla quale  l'incrollabile Chiesa di Cristo si fonda. 
Incrollabile per mio Potere e Volere, ma vorrei lo fosse  anche perché fosse un aureo blocco di perfezione in tutti i suoi  membri successori di Pietro e dei Dodici tutti. Sarebbe un  amarmi di più, secondando il mio Potere e Volere contro gli  elementi disgregatori di Satana e dei satana. 
Tu sta' in pace come un uccellino implume nel nido. Non ti  agitare. Non ti far croce se non puoi dire di più. 
Quelle ossa sono tanto; ma ancora un nulla rispetto  all'essenziale. Per quelli che credono, basta la fede. Per gli  increduli, non servirebbe neppure rivedere Pietro vivente  condotto al martirio sul colle, e da lì trasportato là dove evangelizzava dalla sua cattedra di maestro della fede cristiana.  Per te basti ciò che hai scritto, cooperando con pazienza,  sofferenza, fatica a che gli uomini abbiano una nuova, ampia  conoscenza di Me che li salvi, li salvi, li salvi. 
Puoi leggere questo a chi sai. Ma l'importante per tutti è  possedere lo spirito di Pietro...». 


catacomba. Le più semplici sono quelle che vidi la prima e  seconda volta (la prima è rudimentale affatto). Poi si fanno  sempre più ornate, spaziose ecc. ecc. Ve ne è una che ha sbocco  sull'Appia molto bella. 
Il terzo luogo che, se mi oriente bene ricordando la pianta  topografica odierna mostratami dal R. P. Berti, è all'altezza di S.  Croce in Gerusalemme e S. Giovanni Laterano. Ma è in aperta  campagna, a circa 2 miglia, forse più, dall'antica cerchia di mura  romane. A quei tempi aveva prossima una casa di campagna  (pastori) che credo fosse stata fabbricata in quella zona deserta  per fare un paravento all'entrata della catacomba e forse anche  per alloggiare i sacerdoti senza dare nell'occhio. 
Le ultime catacombe, le più belle, hanno altari chiusi come i  nostri. Penso che nell'urna sotto l'altare fossero corpi di martiri.  Ma non vedo nulla. 
Il loculo senza nome, sempre vicino a quello che porta il  nome di S. Marcellino, è sempre il terzo nella parete destra,  rispetto che [a chi?] guarda l'altare, e presso l'entrata della  galleria. 
Le chiese catacombali erano, rispetto ai 4 punti cardinali, messe così: 


A cura di Mario Ignoffo

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