Una volta il profeta Elia si trovava in pieno deserto, dopo esser fuggito da Gezabele e, affamato e assetato, voleva morire. “... Desideroso di morire ... si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: Alzati e mangia! Egli guardò e vide vicino alla sua testa una
focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi. Venne di nuovo l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: Levati e mangia, perché è
troppo lungo per te il cammino. Si levò, mangiò e bevve: Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb”. (1 Re 19, 4-8)..
Così come l’angelo diede da mangiare e da bere ad Elia, anche noi, quando siamo in momenti d’angoscia, possiamo ricevere
da mangiare o da bere attraverso il nostro angelo. Può accadere con un miracolo o tramite l’aiuto di altre persone che dividono il loro cibo o il loro
pane con noi. Per questo Gesù nel Vangelo dice: “Date loro voi stessi da mangiare” (Mt 14, 16).
Noi stessi possiamo essere come degli angeli della provvidenza per coloro che si trovano in difficoltà.
Padre ángel Peña O.A.R.
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