venerdì 24 aprile 2020

UN BILANCIO DOPO SETTE ANNI DI BERGOGLIO




«La Verità vi farà liberi»
(Jo. 8, 32)

di Francesco Lamendola

Un bilancio dopo 7 anni di bergoglio. Una chiesa serva della Massoneria e della “Grande finanza”? Egli ha fatto un buon lavoro: il lavoro per il quale è stato eletto dalla mafia di San Gallo cioè dalla massoneria ecclesiastica.
A quasi sette anni dalla sua elezione, il signor Bergoglio può ritenersi soddisfatto di sé: ha fatto un buon lavoro. Il lavoro per il quale è stato, appunto, eletto: dalla mafia di San Gallo, cioè dalla massoneria ecclesiastica, ramo interno alla Chiesa della massoneria mondiale, dominata dai signori della grande finanza.
Ecco come lo possiamo riassumere, facendo un bilancio provvisorio del suo pontificato:


ha diviso i fedeli e spaccato il clero e la Chiesa;
ha seminato a piene mani, ogni giorno, dubbi, angosce, interrogativi senza risposta, anche rivolgendosi a dei bambini e negando che si possa trovare una risposta al perché della sofferenza;
ha negato o lasciato che fosse negata apertamente la divinità di Gesù Cristo (ad esempio dal suo “teologo” Enzo Bianchi);
ha denigrato, offeso e svilito la figura e l’opera della vergine Maria, abbassandola a creatura come tutte le altre, piena di dubbi e debolezze, e negandole il titolo di Madre di Dio;
ha negato l’esistenza dell’inferno e predicato che tutti quanti andranno in Paradiso;
– ha lasciato che il generale dei gesuiti negasse apertamente l’esistenza reale del Diavolo;
non s’inginocchia mai davanti a Gesù Eucaristico, in compenso si getta bocconi davanti agli uomini, ostentando atteggiamenti di umiltà esagerati e imbarazzanti, che sviliscono il suo ruolo;
sovente si rifiuta di benedire i fedeli, di lasciarsi baciare l’anello, segno del suo mandato, e di pronunciare le parole: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo;
– reagisce ai cattolici che lo criticano con parole oltraggiose, sferzanti, ironiche e prive di qualsiasi misericordia, fino a definirli, nel corso della santa Messa, dei cani selvaggi;


– non si degna di offrire i chiarimenti richiesti su questioni di fede (i dubia di Burke e degli altri tre cardinali, e la successiva Correctio filialis);
– non risponde a precise domande riguardanti il suo operato pastorale e disciplinare, come quelle contenute nel famoso dossier Viganò;


– ha coperto gli abusi omosessuali di porporati chiaramente colpevoli, come McCarrick, e si è totalmente lavato le mani della condanna, palesemente ingiusta, del cardinale Pell;
si è sbarazzato, in un modo o nell’altro, di tutti quelli che potevano ostacolare la sua agenda e ha nominato una quantità di nuovi cardinali, blindando la sua linea d’azione e assicurandosi che dal prossimo conclave non possa che venire eletto uno come lui;

ha lodato pubblicamente, e lasciato che suoi collaboratori lodassero, personaggi che si sono distinti per la loro empietà e il loro comportamento anticristiano e immorale, da Pannella a bonino;
– non ha mai voluto ricevere, neppure in udienza privata, Caffarra e gli altri cardinali che lo volevano incontrare, ma trova sempre il tempo per incontrarsi con Scalfari e altri personaggi apertamente nemici del Vangelo di Gesù Cristo;
ha premiato, affidando loro ruoli di altissima responsabilità, sacerdoti che si sono sempre attivati su una linea del tutto divergente dalla dottrina e della morale cattolica, come il gesuita James Martin, attivista pro LGbt, che ha chiamato ai lavori dell’Incontro mondiale sulla Famiglia; e demolito di fatto la Pontificia Accademia per la Vita, chiamando a farne parte anche personaggi notoriamente abortisti;
ha sostituito il concetto di “fragilità” a quello di peccato, abolendo, di fatto, la responsabilità morale davanti a Dio (chi sono io per giudicare?) e asserendo che Dio chiude un occhio davanti a tali “fragilità” e si accontenta della nostra vita di peccato, se non riusciamo a tornare sulla retta via, come nel caso dei divorziati risposati;
ha perseguitato i veri credenti e gli ordini religiosi più ligi al Deposito della Fede, come i Francescani dell’Immacolata e alcune congregazioni religiose femminili di tipo contemplativo;
– Ha ridicolizzato la spiritualità, con mille parole e mille atti, come quando ha disgiunto le mani di un bambino, unite nel gesto della preghiera;
– ha abrogato l’ascetismo (non è sano cercare la solitudine, ecc.);
– ha di fatto abolito la dimensione soprannaturale della fede (la morte di Cristo è un fatto storico – dice – mentre la sua Resurrezione è un atto di fede);
– ha derubricato l’evangelizzazione e definito l’apostolato una solenne sciocchezza;
– ha dichiarato esplicitamente che nessuno deve cercare di convertire gli ebrei, i quali stanno bene così come sono, in quanto hanno già l’Alleanza che li rende eletti davanti a Dio;
– ha riabilitato pienamente Lutero e il protestantesimo e fatto persino stampare un francobollo dalle Poste Vaticane per glorificare i 500 anni della ”riforma”, cioè della rivoluzione anticattolica;
– ha invitato gli islamici in chiesa, alla santa messa, l’indomani dell’ennesimo assassinio di un sacerdote cattolico per mano di fanatici islamici, e dichiarato in tutta solennità che il terrorismo islamico semplicemente non esiste;
– ha ridotto l’agenda pastorale a una monotona, ossessiva perorazione della causa degli immigrati, presentando l’acquiescenza all’invasione e all’islamizzazione in atto, come un dovere cristiano e inventandosi di sana pianta, per dare maggior forza alle sue parole, che Gesù e la Sacra Famiglia erano dei migranti;
– ha permesso che idoli pagani venissero introdotti nei
Giardini Vaticani, nella sala del sinodo per l’Amazzonia e perfino nella Basilica di San Pietro e in un’altra chiesa romana, e che dei fedeli e dei membri del clero si prostrassero fino a terra ad adorarli; ha avuto parole di condanna per chi dissentiva da tale profanazione e ha chiesto scusa ai pagani che si fossero sentiti offesi; infine ha benedetto di sua mano quegli idoli, lui che raramente benedice i fedeli che glielo chiedono;
ha dichiarato essere pratiche normali, e di averle seguite lui stesso, la psicanalisi freudiana, il reiki e la stregoneria, ma non ha mai detto esplicitamente che, quando l’anima è confusa e smarrita, il primo e più sicuro rifugio per essa è la preghiera e la confidenza in Gesù Cristo;
ha denigrato la pratica di recitare il santo rosario e non ha voluto darne l’esempio neppure durante il viaggio a Fatima, per il centenario delle Apparizioni mariane ai tre pastorelli;
ha dichiarato che la Via Crucis è la storia del fallimento di Dio e non, come dovrebbe sapere ogni bambino della Prima Comunione, la Sua vittoria sul peccato e sulla morte;
si è permesso di cambiare il Catechismo, cioè il Magistero della Chiesa, dalla mattina alla sera, dichiarando illecita in qualsiasi caso la pena di morte;
si è permesso di cambiare le parole della preghiera insegnata da Gesù stesso, il Padre Nostro;
ha permesso, o incoraggiato, il generale dei gesuiti, Sosa Abascal, a dichiarare che nessuno sa cosa disse e fece realmente Gesù Cristo (perché non c’erano i registratori!), invalidando così tutta l’autorità dei Vangeli;
ha taciuto o si è speso pochissimo sull’aborto, l’eutanasia, le unioni contro natura e le adozioni gay, rifiutandosi di condannare la sodomia e spostando perfidamente la questione dalla condanna del peccato al rispetto dovuto a ogni persona;
ha ignorato la persecuzione dei cristiani nel mondo, tuttavia predica incessantemente l’ecologia, l’ambientalismo, le meraviglie della società multietnica e multiculturale e la Grande Fratellanza universale e il Nuovo umanesimo, tutte finalità dichiarate dell’agenda massonica;
ha stigmatizzato con aspre parole quegli uomini politici che vogliono alzare la bandiera del cristianesimo per difendere l’identità cristiana dell’Europa;
ha affermato esplicitamente che Dio non è cattolico, e messo nero su bianco che tutte le religioni sono buone e gradite a Dio, anzi che Dio le vuole così come sono, a scapito dell’unica verità che conduce alla salvezza, secondo l’insegnamento di Gesù Cristo (chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; ma chi non crederà, sarà condannato);
ha accompagnato le sue affermazioni più scioccanti e scandalose, come quella che Gesù Cristo si è fatto peccato, diavolo e serpente, con sorrisi compiaciuti, mostrando di godere dello smarrimento e dell’amarezza di milioni di fedeli: un tratto della sua personalità, questo, che era già stato visto dai suoi superiori gesuiti in Argentina, e per il quale non volevano che fosse fatto neppur vescovo.

In conclusione, si può dire, sul volgere di questi primi sette anni, che Bergoglio ha fatto un lavoro più che buono: si potrebbe anzi dire un lavoro ottimo, perfino superiore alle aspettative dei suoi mandatari e committenti.
Se mai c’è una critica che possono muovergli, almeno i più intelligenti fra essi (e certamente non si tratta di gente stupida, tutt’altro: parliamo delle 2.000 persone che dispongono dei tre quarti della ricchezza mondiale), è di aver bruciato un po’ troppo i tempi.
Insomma, di aver voluto strafare.
Ma questo inconveniente è legato alla personalità di Bergoglio: una personalità disturbata, egoica, smisuratamente ambiziosa, tirannica, doppia, malevola e strutturalmente divisiva. Ora, a dividere la Chiesa c’è riuscito benissimo; resta da vedere se, con la sua smania di fare in fretta, non rischia di suscitare delle reazioni che, se agisse con maggiore cautela, non vi sarebbero.
Sappiamo che i Padroni Universali vogliono esser serviti ciecamente, con perfetta disciplina: non ammettono però alcuno spazio d’iniziativa personale.
Con il suo strafare, con la sua rozzezza, con la sua scoperta arroganza, con i suoi atteggiamenti eccessivamente istrionici e buffoneschi, ma anche iracondi e intolleranti, il signor bergoglio rischia di scontentare seriamente quelli che lo hanno eletto, e soprattutto quelli che lo hanno fatto eleggere: e se quei signori sono scontenti, sappiamo che tipo di rimedi sono capaci di porre in atto. Per molto meno, si può essere costretti a uscire di scena, con le buone o con le cattive; magari con le cattivissime, come quasi certamente è toccato a Giovanni Paolo I, trovato morto nel suo letto il mattino del giorno dopo, per aver voluto prendere visione della lista dei cardinali sospettati di essere iscritti alla massoneria.

Sarebbe meglio che il signor Bergoglio si desse una calmata, se ci tiene a restare dov’è e se ci tiene alla propria incolumità: i suoi padroni sono gente che non scherza. La megalomania gli sta dando alla testa e, troppo spesso, si lascia prendere la mano dalla sua natura violenta, aggressiva, rancorosa: gesti come quello del giorno di Santo Stefano, quando ha schiaffeggiato la mano di una pellegrina cinese e si è allontanato con uno sguardo luciferino, rischiano di compromettere anni di buon lavoro (buono, dal punto di vista dei suoi burattinai).


La gente, che non trova nulla di strano se pubblica documenti eretici, come Amoris laetitia, o sottoscrive documenti apostatici, come quello di Abu Dhabi; che non trova nulla da eccepire se non risponde alle domande dei suoi cardinali, e se bestemmia continuamente contro Gesù Cristo, la Vergine Maria, la Santissima Trinità – quello che abbiamo fatto sopra è un elenco assai incompleto; si potrebbe andare avanti per pagine e pagine – ma finisce per mangiare la foglia davanti a scene come quella: un papa che usa la maniera forte con una pellegrina, e che si tradisce con uno sguardo carico d’odio.

La gente non è molto sensibile agli argomenti razionali, ma lo è a quelli emotivi: e dal punto di vista emotivo, gesti come quello di Santo Stefano sono errori imperdonabili, danni d’immagine ai quali difficilmente si può rimediare. Le scuse del giorno dopo non hanno dissipato l’impressione fortemente negativa: tanto più che non si è scusato per il gesto in sé, ma per la poca pazienza dimostrata; e, soprattutto, visto che nessuno del suo ufficio stampa o dei tanti giornalisti stipendiati da questa contro-chiesa massonica, si è degnato di riferire al pubblico cosa gli abbia detto quella donna cinese, per averlo fatto imbestialire a quel modo.
Ma non è difficile immaginarlo, dato che Bergoglio passerà alla storia, fra le altre cose, come il papa che ha consegnato al braccio secolare alcuni milioni di veri cattolici cinesi, in cambio di una normalizzazione dei rapporti diplomatici che non vale davvero la candela. Fino all’ultimo lo ha scongiurato di desistere il cardinale Zen; fino all’ultimo gli è stato detto che siglando quel protocollo, era come se vanificasse il martirio di tanti fedeli ed esponesse alla persecuzione più esplicita i cattolici odierni: quelli veri, non quelli fasulli, che il governo di Pechino riconosce come docili burattini e per i quali nomina i vescovi, affinché nelle chiese si esponga il ritratto del presidente comunista in modo che, entrando, lo si veda prima ancora del Signore Gesù.
Del resto, da due anni, il Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, monsignor Sanchez-Sorondo, dice che chi oggi applica al meglio la dottrina sociale della Chiesa è la Cina. Straordinario! La Cina che perseguita i cristiani, è la più vicina al modello cristiano… Anche di queste rozzezze, di queste contraddizioni e di queste assurdità è condita l’impazienza di Bergoglio. Impazienza che potrebbe costargli cara.
Finirà per provocare uno scisma, che nei fatti è già iniziato; e probabilmente non era questa la linea scelta dai suoi padroni. Avrebbero preferito un’apostasia molto più soft: silenziosa e tranquilla come una camomilla: la linea seguita dal 1958.

Se i cattolici dormono, perché mai destarli?

“Chiesa viva”  Aprile 2020




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