martedì 28 aprile 2020

LA VERGINE MARIA negli scritti di Luisa Piccarreta



La reciproca benedizione di Gesù e di Maria per iniziare la Passione, come una nuova Creazione 

Stavo pensando, quando il mio dolce Gesù, per dar principio alla sua dolorosa passione, volle andare dalla  sua Mamma a chiederle la sua benedizione, e il benedetto Gesù mi ha detto: “Figlia mia, quante cose dice  questo mistero!  Io volli andare a chiedere la benedizione alla mia cara Mamma, per darle l’occasione  che anche Lei Mi chiedesse la benedizione. Erano troppi i dolori che doveva sopportare ed era giusto  che la mia benedizione La rafforzasse. È mio solito che, quando voglio dare, chiedo. E la mia Mamma  Mi comprese subito, tanto è vero che non Mi benedisse, se non quando Mi chiese la mia benedizione, e  dopo essere benedetta da Me Mi benedisse Lei. Ma questo non è tutto. Per creare l’Universo dissi un  ‘FIAT’ e col solo ‘FIAT’ riordinai ed abbellii cielo e terra. Nel creare l’uomo il mio Alito onnipotente gli  infuse la vita. Nel dar principio alla mia passione, con la mia parola onnipotente e creatrice volli  benedire la mia Mamma, ma non era solo Lei che benedivo; nella mia Mamma vedevo tutte le creature.  Era Lei che teneva il primato su tutto ed in Lei benedivo tutti e ciascuno, anzi, benedivo ciascun  pensiero, atto, parola, ecc., benedivo ciascuna cosa che doveva servire alla creatura. Come quando il  mio ‘FIAT’ onnipotente creò il sole, e questo sole, senza diminuire di luce né di calore, sta per tutti e per  ciascun mortale facendo il suo corso, così la mia parola creatrice, benedicendo, restava in atto di  benedire sempre, sempre, senza mai cessare di benedire, come mai cesserà di dare la sua luce il sole a  tutte le creature. 
Ma non è tutto ancora. Con la mia benedizione volli rinnovare i pregi della Creazione, volli chiamare  il mio Celeste Padre a benedire, per comunicare alla creatura la Potenza; volli benedirla a nome mio e  dello Spirito Santo, per comunicarle la Sapienza e l’Amore, e così rinnovare la memoria, l’intelletto e la  volontà della creatura, restituendole la sovranità di tutto. Sappi però, che nel dare voglio, e la mia cara  Mamma comprese e subito Mi benedisse, non solo per sé, ma a nome di tutti. Oh, se tutti potessero  vedere questa mia benedizione, la sentirebbero nell’acqua che bevono, nel fuoco che li riscalda, nel  cibo che prendono, nel dolore che li affligge, nei gemiti della preghiera, nei rimorsi della colpa,  nell’abbandono delle creature…, in tutto sentirebbero la mia parola creatrice che dice loro (ma  sventuratamente non è sentita): «ti benedico in nome del Padre, di Me, Figlio, e dello Spirito Santo; ti  benedico per aiutarti, ti benedico per difenderti, per perdonarti, per consolarti, ti benedico per farti  santo». E la creatura farebbe eco alle mie benedizioni col benedirmi anch’essa in tutto. Questi sono gli  effetti della mia benedizione, per cui la mia Chiesa, ammaestrata da Me, Mi fa eco, e in quasi tutte le  circostanze, nell’amministrazione dei Sacramenti ed altro dà la sua benedizione”. (12°, 28-11-1920) 

a cura di P. Pablo Martín 

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