dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta
Ed ecco, nel Volume 33 - Dicembre 10, 1933:
La prima parola che pronunziò Adamo. La prima lezione che Dio gli diede. La Divina Volontà operante nell’uomo.
(Scrive Luisa:)
[…] Girando nelle opere del Fiat Divino mi son soffermata nell’Eden, in cui mi son fatta presente la creazione dell’uomo, e pensavo tra me qual potette essere la
prima parola che Adamo disse quando fu creato da Dio; ed il mio Sommo Bene Gesù, visitandomi colla sua breve visitina, tutto bontà, come se Lui stesso voleva dirmelo, mi ha detto: “Figlia mia, anch’io
sento il desiderio di dirti qual fu la prima parola pronunciata dalle labbra della prima creatura da Noi creata. Tu devi sapere che non appena Adamo si sentì la vita, il moto, la ragione, si vide il suo Dio innanzi
a sé e comprese che Lui lo aveva formato; sentiva in sé, in tutto il suo essere, ancor fresco le impressioni, il tocco delle sue mani creatrici e, grato, in un impeto d’amore pronunziò la sua prima
parola: ‘Ti amo, mio Dio, Padre mio, Autore di questa mia vita!’ Ma non fu la sola parola, ma il respiro, il palpito, le gocce del suo sangue che correvano nelle sue vene, il moto, tutto l’essere suo unito
insieme, dicevano come in coro: ‘Ti amo, Ti amo, Ti amo’. Sicché la prima lezione che apprese dal suo Creatore, la prima parola che imparò a dire, il primo pensiero che ebbe vita nella sua mente,
il primo palpito che formò nel suo cuore, fu: ‘Ti amo, Ti amo’; si sentì amato, ed amò. Potrei dire che il suo Ti amo non lo finiva mai, fu sì lungo che allora fu interrotto quando
ebbe la disgrazia di cadere nel peccato. Onde la nostra Divinità si sentì ferita nel sentire sulle labbra dell’uomo: ‘Ti amo, Ti amo’; era la stessa parola che Noi avevamo creata nell’organo
della sua voce che Ci diceva: ‘Ti amo’; era l’amor nostro creato da Noi nella creatura, che Ci diceva: ‘Ti amo’; come non restar ferito? Come non contraccambiarlo con un amore più
largo, più forte, degno della nostra magnificenza? Come Ci sentimmo dire: ‘Ti amo’, così Noi gli ripetemmo: ‘Ti amo’; ma nel nostro ti amo facemmo scorrere in tutto l’essere
suo la vita operante della nostra Divina Volontà. Sicché chiudevamo nell’uomo, come dentro d’un nostro tempio, la nostra Volontà, affinché chiusa nel cerchio umano - mentre restava
in Noi - perché operasse cose grandi e fosse Essa il pensiero, la parola, il palpito, il passo e l’opera dell’uomo. Il nostro ti amo non poteva dar cosa più santa, più bella, più potente,
che solo poteva formare la vita del Creatore nella creatura, che la nostra Volontà operante in lui. Ed oh, come Ci riusciva gradito vedere che la nostra Volontà teneva il suo posto di attrice, ed il volere umano
abbagliato dalla sua luce godeva il suo Paradiso e dandole piena libertà le faceva fare ciò che voleva, dandole il primato in tutto ed il posto d’onore che ad un Volere sì santo si conveniva!
Vedi dunque, il principio della vita di Adamo fu un atto pieno d’amore verso Dio, di tutto il suo essere. Che lezione sublime [di] come il principio dell’amore dovrebbe
correre in tutto l’operato della creatura! La prima lezione che ricevette dal nostro Ente Supremo, nel contraccambio del suo Ti amo, fu che mentre [il nostro Ente Supremo] amava teneramente rispondendogli: ‘Ti
amo’, gli dava la prima lezione sulla nostra Divina Volontà, e mentre lo istruiva gli comunicava la vita di Essa e la scienza infusa di che significava il nostro Fiat Divino; ed ogni qual volta Ci diceva: ‘Ti
amo’, il nostro amore gli preparava altre lezioni più belle sul nostro Volere. Lui restava rapito e Noi Ci dilettavamo nel conversare con lui e facevamo scorrere su di lui fiumi d’amore e di gioie perenni,
sicché la vita umana veniva racchiusa da Noi nell’amore e nella nostra Volontà.
Perciò, figlia mia, non c’è dolore più grande per Noi, che vedere il nostro amore come spezzato nella creatura e la nostra Volontà inceppata, soffocata,
senza la sua vita operante e come sottoposta all’umano volere. Quindi sii attenta ed in tutte le cose [fa’ che tu] abbia per principio l’amore e la mia Divina Volontà”.
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