giovedì 23 aprile 2020

SAN PIO V IL PONTEFICE DELLE GRANDI BATTAGLIE



IL CARDINALE 
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Egli pensava di chiamarsi Paolo V in memoria del suo protettore. Ma per compiacere il Borromeo, con un'abnegazione uguale a quella dell'arcivescovo di Milano, acconsenti a pigliar il nome di Pio V, come per attestare che non conservava alcuna amarezza per attitudine presa verso di dal suo predecessore, e che non avrebbe assolutamente molestato gli amici di Pio IV.  
   Quando, secondo il costume, fu annunziata solennemente la sua elezione, i romani non poterono nascondere la loro sorpresa e il loro malumore. Il posto occupato da lui, quantunque importante, non aveva attirata la curiosità della folla. Estraneo alle fazioni, egli non s'era mai immischiato negli avvenimenti politici, e la sua partecipazione al Concilio di Trento era stata piuttosto discreta. Il suo ufficio di Inquisitore, la sua integrità e le sue mortificazioni rese note dai suoi domestici, lo rendevano temibile a tutti. Si pensava che divenisse ancora più severo, e che la sua poca esperienza facesse precipitare il papato in pericolose avventure. 
   Informato di questi sentimenti popolari, Pio V si contentò di rispondere: “Farò in modo che i romani avranno maggior rincrescimento della mia morte, che della mia elezione”. 
   Più perspicace del popolo, San Pier Canisio scriveva al suo confratello Kessel a Colonia: “Quest'uomo ha sempre menata una vita straordinariamente virtuosa. Da molti anni egli si consuma dal desiderio di rinnovare la faccia della Chiesa. Da lui si possono sperare grandi cose” 11 . 
   Sembra che Dio abbia voluto ratificare con fatti straordinari i voti del Sacro Collegio. Mentre i cardinali, partecipando al principi cristiani la nuova dell'elezione del Papa, dicevano d'aver obbedito a un'ispirazione celeste, e San Carlo Borromeo si congratulava coll'infante del Portogallo, perché “col suo credito avesse efficacemente procurata l'elezione d'un pontefice saggio e molto pio” 12 , parecchie persone furono avvertite dell'elezione per vie meravigliose. 
   La notte precedente alle pratiche fatte dal Borromeo, mentre nessuno pensava al Ghislieri, il card. Gonzaga agonizzante si riscosse dal suo torpore, e domandò: “Quando mi darete l'annunzio dell'elezione dell' Alessandrino?”, e mori con queste parole in bocca; i suoi domestici le attribuirono a una specie di delirio. E mentre nel conclave si faceva il nome del Morone, San Filippo Neri, stando in orazione, senti una voce misteriosa che diceva profeticamente: “Sarà eletto Papa Fra Michele Alessandrino”. Anche gli abitanti di Bosco e il Priore del convento della Minerva parlarono di prodigi consimili. Un'aurora soprannaturale rischiarava l'alba del suo pontificato. 
   A Pio V non restava che giustificare davanti alla storia la fiducia unanime dei cardinali, e la designazione fatta dal Signore. Per lo meno non dovevano applicarsi a lui i versi di Terenzio: “Il giorno che ti reca una vita novella, esige che nasca in te un uomo nuovo”. Pio V era pronto. 

Card. GIORGIO GRENTE

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