giovedì 23 aprile 2020

Il malvagio ha proiettato i suoi piani e le sue strategie del male per culminare nel pieno e totale asservimento dell'umanità entro l'anno 2030.



San Michele Arcangelo

Ecco! L'umanità ha raggiunto un posto di vertice nella sua storia e tutti voi fratelli e sorelle del Signore e Salvatore, il vostro Redentore, siete chiamati in questo momento ad ascoltare questo importantissimo messaggio.
È giunto il momento in cui il malvagio e i suoi servi hanno tracciato una linea nella sabbia dei tempi, e il malvagio ha sfidato il Padre celeste e suo Figlio e tutti gli Angeli e i Santi nel suo ultimo tentativo di schiavizzare tutta l'umanità.
Il malvagio ha proiettato i suoi piani e le sue strategie del male per culminare nel pieno e totale asservimento dell'umanità entro l'anno 2030.
Segna chiaramente quest'anno, poiché è l'anno della battaglia finale e dell'ultima posizione del demone e dei suoi seguaci. Il demone stesso ha fatto la sua sfida per superare tutto ciò che è buono e tutto ciò che c'è da Dio e per distruggerlo in un'eternità di dannazione con il malvagio stesso e tutta l'umanità consumata nei fuochi dell'inferno. Tali sono i suoi piani e la sua sequenza temporale per raggiungere i suoi obiettivi demoniaci.
Il Padre celeste permetterà al malvagio di non procedere oltre da questa data. Sebbene il malvagio agisca in modo da schiavizzare tutti voi attraverso i suoi servi qui sulla Terra, non avrà successo, poiché il Padre celeste non permetterà a Satana, a Lucifero, a Moloch oa nessuna delle somme di teste di serpente che il male uno rappresenta interferire ulteriormente con il piano di Dio per l'umanità.
L'anno scelto di satana - 2030 - non dovrebbe sorprendere nessuno di voi che sia stato a conoscenza del lavoro dei servi di satana qui sulla Terra. Hanno chiaramente annunciato il loro anno per conquistare e schiavizzare il mondo attraverso i loro piani demoniaci per l'umanità. Si sono mascherati in modo da ingannarti attraverso il loro nuovo ordine mondiale ma sono stati esposti ora e continueranno ad essere esposti mentre ci avviciniamo all'anno scelto da Satana per asservire totalmente l'umanità.
Ora che sai che il piano di satana è stato completamente esposto, ora devi sfidare il malvagio e i suoi seguaci. Non aspettare fino a domani, perché è il tuo lavoro di potenti guerrieri di preghiera e come seguaci di Cristo che influenzeranno la sconfitta e la rovina di satana e dei suoi seguaci.
Quindi devi iniziare oggi a pianificare la tua strategia e la strategia delle tue famiglie per lavorare per sconfiggere tutto il male nel mondo mentre ci avviciniamo all'anno e all'agenda del malvagio.
Grazie a Dio ... la vittoria sarà tua e la sconfitta sarà quella del malvagio e dei suoi servi!
Non sottrarti al riconoscimento degli eventi che stanno accadendo nel tuo mondo che puoi identificare come opera di satana, dei suoi servi e del loro nuovo ordine mondiale, poiché come puoi già discernere, il loro ordine è fomentare confusione e caos e per ingannare l'umanità nel seguire le loro vie.
Molti di voi hanno già il dono del discernimento per riconoscere il lavoro di satana e il suo cosiddetto nuovo ordine mondiale, quindi quelli di voi che hanno questo dono devono esercitarlo informando e istruendo gli altri che sono influenzati dal piano globale di satana che è solo un pretesto per irretire tutti voi entro la data e l'anno che Satana ha scelto - 2030 - un anno che andrà in infamia per il malvagio e i suoi servi.
Sarà anche un momento di Grande Trasformazione e un nuovo inizio per l'umanità. Ma il viaggio sarà pericoloso e pericoloso per i seguaci di Tuo Signore e Salvatore, il Redentore, Gesù Cristo.
Le tue potenti preghiere e il tuo invito all'azione porteranno alla sconfitta del malvagio e dei suoi servi. Questa è la promessa del Padre celeste per tutti i figli di Dio.

Grazie a Dio!

Ned Dougherty  3 ottobre 2019

OGGI LI PERDONO, SIGNORE!



PREGHIERE DEL PERDONO 


OGGI LI PERDONO, SIGNORE! 

Perdono la mia COMUNITA' RELIGIOSA, i fratelli e le sorelle della mia congregazione per  il male che mi hanno fatto... Perdono i miei fratelli SACERDOTI per ogni opposizione,  mancanza di accordo... 

OGGI LI PERDONO, SIGNORE. 

Gesù, aiutami a perdonare i miei COMPAGNI DI LAVORO che mi disgustano e mi  rendono la vita impossibile... perdono coloro che mi caricano del lavoro che dovrebbe  essere svolto da altri.. Li perdono per i loro pettegolezzi, per il rifiuto di collaborazione...  per i loro tentativi di scalzarmi dal mio posto di lavoro. 

LI PERDONO, SIGNORE. 

Anche i miei VICINI hanno bisogno di esser perdonati per il chiasso che fanno, per la  trascuratezza verso la proprietà, per i loro cani che infastidiscono, perché non mettono la  spazzatura negli appositi bidoni... per i loro pregiudizi... perché creano discordia nel  vicinato... non mi rivolgono la parola, bisticciano e mi portano rancore. 

OGGI LI PERDONO. 

Signore Gesù, ti imploro oggi perché Tu mi conceda la grazia di perdonare LA PERSONA  CHE MAGGIORMENTE MI HA FERITO IN TUTTA LA MIA VITA... Dammi, Signore la  capacità di perdonare il mio peggior nemico, quello al quale ho detto che non lo avrei mai  perdonato... quello al quale mi costa moltissimo accordare il mio perdono. Grazie Gesù,  perché mi stai liberando dal male che deriva dal non perdonare. Fa', che lo Spirito Santo  mi riempia della sua luce, perché siano illuminate tutte le aree della mia mente che si  trovano ancora immerse nell'oscurità. 

Don Leonardo Maria Pompei

I Dieci Comandamenti



Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta

Il Quinto Comandamento: “Non uccidere”. 


E oggi, che cosa ci direbbe? 

E ancora, per finire questa riflessione sul Quinto Comandamento, vi riporto un’ulteriore forte esortazione/supplica di Gesù e vi invito a chiedervi che se negli anni 40 Gesù fu costretto ad essere così duro con i suoi figli di allora, che cosa dovrebbe dire oggi a noi che ben peggiori di loro siamo diventati?  

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« […] Dice Isaia 87 : “Dove devo percuotervi ancora se aggiungete altre prevaricazioni?” E aggiunge la descrizione di un corpo straziato, che hanno applicata a Me nell’ora della Passione. 
Ma non sono Io, siete voi i così ridotti dal vostro peccare. E se Io ero tutto piaghe e lividure, lo ero solamente perché in quel momento ero quale voi siete ora, giunti alla maestria nel peccare. 
Le opere della vostra mente (il capo) sono opere malate. Ben difficilmente il vostro pensiero è retto. Corrotti e mangiati dalla triplice concupiscenza, non potete che generare pensieri malati. Le vostre azioni e le vostre opere portano il segno delle vostre malattie mentali spirituali. I vostri sentimenti sgorganti da un cuore malato quanto la mente, sono ancor più arsi da libidine e superbia. Chiamarli sentimenti è improprio: sono meno ancora di sensi credetelo o uomini affamati di sensualismo e di egoismo. Il vostro motore non è più l’amore. È l’interesse, la soddisfazione, l’orgoglio. Profanatori di voi stessi, asservite le membra e gli organi ai vostri desideri malati. 
Dove è lo spirito vostro? Nel carnaio dove imputridiscono le cose che muoiono. Quanto spazio per il vostro spirito vi ho dato! E voi il vostro spirito lo depravate a volere la galera e lo pervertite a opere da galera, e con esso tutto voi. L’un l’altro vi rovinate e non vi è balsamo per le vostre piaghe, perché coloro che quel balsamo vi darebbero sono da voi conculcati e uccisi. 
Venite a Me qualche volta ancora. E perché ci venite? Per farmi complice delle vostre azioni assassine? Dio non si presta ad uccidere. Venite per paura d’essere uccisi? E allora perché uccidete? Non giova presentarmi offerte quando oltre la mensa monda Io vedo grondare sangue dalle vostre mani, marciume dai vostri cuori, e sopra il mormorio bugiardo delle preci odo sibilare i pensieri malvagi che pullulano nelle vostre menti. 
Falsi cristiani, mi fate ribrezzo. Vicini al mio altare mi sembrate dei Giuda. Non è vendendo i fratelli, non è rubando, non è uccidendo, non è mentendo, non è fornicando, non è corrompendo che si può dire di essere miei fedeli. Io ve l’ho detto con le mie estreme parole 88 di Maestro - e, anche fra voi, quando uno è in agonia non mente mai - che cosa si deve fare per essere miei amici ed avere presso di sé il Padre mio e vostro. Vi ho detto d’esser puri, buoni, caritatevoli, ubbidienti, vi ho detto di credere alla mia Parola e seguire i miei ammaestramenti, vi ho detto di rimanere uniti a Me per non morire. 
Avete voi fatto questo? No. E ne morite. Io torco lo sguardo da voi perché siete per Me altrettanti discepoli traditori. E se è vero che avrei voluto redimere anche l’Iscariota, perché sono il Tutto Amore, non è meno vero che, quando me lo sono visto vicino alla Mensa 89 e vicino nell’Orto dopo avere già conchiuso l’infame mercato, tutto in Me si è sollevato di ribrezzo. 
Non vi chiudo le porte della Vita e della Pace. Ma nel regno della Vita e della Pace non devono circolare esseri impuri. Tuffatevi nelle cisterne benedette in cui la porpora del mio Sangue vi renda candide le macchiate stole. Tuffatevi nelle fiamme dell’Amore sacrificando i vostri sconci amori ad un amore che vi renda degni della vostra origine e della vostra mèta. Io mi sono distrutto per fare di Me fuoco di purificazione per i peccati degli uomini. 
Vogliate non peccare. Vogliatelo solo. Il resto lo farò Io che vi amo divinamente. Ditevelo: “Non vogliamo peccare”. E cercate di non farlo.  
Come malati da tremenda malattia, ormai superata, giorno per giorno vedrete cadere la febbre del male e aumentare le forze della salute. Vi tornerà il gusto a ciò che è buono e giovevole. La serenità, che ora invano cercate attraverso i vostri divertimenti osceni e le vostre occupazioni spietate di egoismo, rifluirà in voi attraverso la giustizia e la compassione da voi nuovamente esercitate. L’esser buoni, o figli, rifà l’anima simile a quella del bimbo: fiduciosa, ilare, leggera, in pace. 
Il regno dei Cieli, Io l’ho detto 90 , è di chi si fa simile ai bimbi. Ma avrete un anticipo di quel regno beato anche sulla terra se verrete al Padre con l’anima tornata innocente, poiché Dio ama i pargoli, e davanti ad un’anima che sa farsi pargola per amor suo e torna pura, onesta, amorosa, fedele, apre le dighe della Misericordia facendone fluire torrenti di grazie. 
Il mondo che muore ha bisogno di questo lavacro di Misericordia per detergere tutte le sozzure e tutto il sangue e ricoprirsi di beni per i bisogni degli uomini. 
Non è la ferocia che dà pane e ricchezza. Credetelo. Manca alla ferocia la benedizione divina, e dove essa manca anche se seminate grano nasce cicuta e se allevate agnelli vi si mutano in iene. 
No, figli. Tornate al Signore e Dio ripeterà per voi, tornati alla dimora, il miracolo 91 della manna antica. Nulla è impossibile a Dio e nulla è impossibile all’uomo che vive in Dio.» […] 
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a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini  

EUCARISTIA



NEL TABERNACOLO GESÙ TI ASPETTA SEMPRE

Il segreto amoroso di Gesù nell’Eucaristia è attendere senza stancarsi la persona amata, se per caso, un giorno, venisse a cercarlo. (18-2-65)

L’Amore infinito non sa di stanchezze, di tradimenti o di oblio. L’Amore è così... ama! (25-10-68) 

Gli anni passano, il mondo si altera, gli uomini cambiano, nascono e muoiono... Gesù resta uguale, aspettando nel tabernacolo senza cambiar né alterarsi. L’Amore infinito è così. Che sicurezza racchiudono i misteri divini, anche se gli uomini, per non gustarli, li profanino! (25-10-68) 

Che realtà così grande è quella di Gesù nel tabernacolo! Come è solo, e che mistero così vivo è per l’uomo che gli si avvicina e lo percepisce! (25-10-68)

Gesù sta nell’Eucaristia per portare tutti noi con Lui al Seno del Padre; ma noi né lo ascoltiamo né lo riceviamo, e così lo deludiamo, non adempiendo il piano divino. (16-10-67)

Signore, ti hanno dimenticato gli uomini... Sono tanto occupati, tanto pieni delle cose...! Non c’è maggiore disprezzo che non apprezzare il bene ricevuto! (1-5-77)

L’Amore eterno che muore per amore in donazione amorosa e si perpetua attraverso la Liturgia nella Chiesa, facendosi Cibo e Bevanda, Prigioniero e Mendico, viene corrisposto, la maggior parte delle volte da coloro che ama, con la sprezzante indifferenza dell’oblio. Terribile ingratitudine che trafigge l’anima di Cristo! (1-5-77)

Quanto dolgono le dimenticanze incoscienti di coloro che amiamo! Si scordano perché il cuore è in altre cose. Colui che ama si sente preso dalla persona amata, in nostalgia amorosa. (1-5-77) 

Gesù, ti senti solo? Ti hanno dimenticato coloro che ami? La loro incoscienza li fece cadere in letargo! Ma Tu attendi senza stancarti, senza andartene, semmai, nel loro oblio, tornassero a ricodarti con nostalgie... (1-5-77)

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA

AVVERTIMENTO



Promettete la vostra fedeltà alla Mia Divina Misericordia. 

Mia amata figlia prediletta, è con gioia che i Miei figli oggi si rallegrano per la commemorazione della Mia Risurrezione. Quest‟anno è importante poiché esso segna l‟inizio della Nuova Era di Illuminazione che deve iniziare in tutto il mondo a breve. 

Il Mio grande Dono della Misericordia porterà grande sollievo ai credenti e creerà un vasto sentimento di euforia presso i non credenti che si convertiranno. Quando avranno scoperto la Verità, essi avranno la luce nel cuore e saranno pieni di amore per Dio, il Padre Eterno, e per Me, il vostro Divino Salvatore. Anche i non Cristiani capiranno la Verità della Mia Esistenza. Infine tutto ciò porterà un gran senso di gioia e di amore nel mondo. 

L‟Avvertimento deve essere seguito dalla preghiera. 

È importante tuttavia ricordarsi una lezione fondamentale riguardo l‟Avvertimento. Questo grande avvenimento, quando tutti vedrete non solo i vostri peccati come Io li vedo ma capirete anche la Verità sulla vita futura, deve essere seguito dalla preghiera. 

Purtroppo in seguito molti ricadranno nel peccato. È tempo che vi prepariate per evitare questa situazione recitando la Mia Coroncina alla Divina Misericordia ogni giorno della vostra vita. Prendendo l‟abitudine di recitare questa potente preghiera conserverete il livello di Conversione e di fede che da allora in poi dilagherà nel mondo. 

Rallegratevi, pregate e ringraziate Me, il vostro Divino Salvatore, per questa grande Misericordia. Inginocchiatevi e ringraziate Dio, il Padre, per il dono del Mio Sacrificio. La preghiera aiuterà a attenuare l‟impatto della persecuzione che seguirà da parte del Nuovo Ordine Mondiale. Se un numero sufficiente tra di voi rimane fedele a Me e ai Miei Insegnamenti, e continuate a pregare ed a ricevere i Sacramenti, potete cambiare il corso degli avvenimenti futuri. 

Quanto è potente la Mia Misericordia Divina. Molti di voi non capite ancora ciò che essa significa. Molti purtroppo non ne hanno mai sentito parlare prima. 

Devo fare adesso una richiesta particolare a quelli tra di voi che Mi siete fedeli. Io non voglio vedere neanche uno dei Miei figli rovinato. Ecco perché vi sarà concesso l‟Avvertimento: ciò mostrerà a ciascuno di voi, compresi gli scettici tra di voi, quello che succederà realmente durante il Giudizio Finale. Così, per aiutarMi a salvare ogni anima, Io desidero che voi impegniate i vostri doni per aiutarMi a conquistare le anime. 

Create dei gruppi di preghiera alla Divina Misericordia nel mondo intero e utilizzate questa preghiera per tutte le persone che conoscete che sono in punto di morte poiché garantirò la loro salvezza se lo fate. Riunitevi il Mio popolo. Seguite il vostro Salvatore. Pregate come non avete mai fatto prima, così molte più anime saranno salvate. Allora farete tutti parte del Nuovo Mondo che vi ho promesso, quando Cielo e Terra si fonderanno in una cosa sola. Questo glorioso avvenire vi attende tutti. Invece di avere paura di questo grande cambiamento, aprite il vostro spirito, il vostro cuore e la vostra anima alla grande gioia che verrà. Fondendovi come un unico grande gruppo potente nel mondo intero, in ogni paese, in ogni famiglia, in ogni Chiesa e in ogni comunità, voi farete una grande differenza. 

Le vostre preghiere aiuteranno ad impedire una gran parte della persecuzione che avverrà come annunciato. Così, per rispetto nei Miei confronti, il vostro Salvatore pieno d‟amore, seguitemi ora. 

Io vivo in ciascuno di voi. Conosco quello che si trova nel vostro cuore e nella vostra anima. Dandomi la vostra promessa di Dono di Misericordia per i vostri fratelli e sorelle, riceverete Grazie particolari. 

Il vostro Divino Re di Misericordia e Giusto Giudice, 

Gesù Cristo. 

23 Aprile 2011

Giuliana di Norwich (1342 ca - 1416/30 ca): reclusa per amore



Una donna tra i "mistici del Nord" 

 Le "Rivelazioni"
«Vorresti dunque sapere cosa ha inteso il tuo Signore e conoscere il senso di questa rivelazione?  Sappilo bene: amore è ciò che lui ha inteso. Chi te lo rivela? L'amore. Che cosa ti rivela? L'amore.  Perché te lo rivela? Per amore... Così imparai che nostro Signore significa amore» (XVI; c. 86; p.  329). 
«Io non sono buona a motivo della visione, ma solo se amo meglio Dio, e nella misura in cui voi  amate meglio Dio, essa vale più per voi che per me... Sono sicura che ci sono molti che non hanno mai  avuto né rivelazioni né visioni oltre il comune insegnamento della santa Chiesa, e che pure amano Dio  più di quanto non faccia io» (I; c. 9; pp. 154-155). 

Il desiderio 
«Per grazia di Dio e secondo l'insegnamento della santa Chiesa, concepii un forte desiderio di  ricevere tre ferite nella mia vita, e cioè: la ferita di una vera contrizione, la ferita di una genuina  compassione  e la ferita di un intenso desiderio di Dio» (c. 2; p. 139). 
«Con la contrizione siamo resi puri, con la compassione siamo resi pronti, con il vero desiderio di  Dio siamo resi degni. Questi sono i tre strumenti, per quanto capisco, con i quali tutte le anime  giungono al cielo» (XIII; c. 39; p. 215). 

Il servo e il Signore 
«Nel servo è compresa la seconda persona della Trinità, e nel servo è compreso Adamo, vale a dire  ogni uomo... Quando Adamo cadde, anche il Figlio di Dio cadde. Per la vera unione che fu fatta in  cielo, il Figlio di Dio non può essere separato da Adamo, e con Adamo intendo ogni uomo» (XIV; c.  51; p. 249). 
«Io vidi che Dio è contento di essere nostro padre, e Dio è contento di essere nostra madre, e Dio è  contento di essere il nostro vero sposo, e l'anima la sua amata sposa. E Cristo è contento di essere  nostro fratello, e Gesù è contento di essere il nostro salvatore. Queste sono cinque grandi gioie nelle  quali, a quanto capisco, egli vuole che noi ci rallegriamo, gli diamo lode, gli rendiamo grazie, lo  amiamo e lo benediciamo per l'eternità» (XIV; c. 52; pp. 253-254). 

Gesù al centro 
«Il nostro buon Signore mi domandò: "Sei soddisfatta che io abbia sofferto per te?". Io dissi: "Sì,  buon Signore, e ti ringrazio moltissimo; sì, buon Signore, sii benedetto". Allora disse Gesù, il nostro  buon Signore: "Se tu sei appagata, io sono appagato. L'aver sofferto la passione per te è per me una  gioia, una felicità, un gaudio eterno, e se potessi soffrire di più lo farei"» (IX; c. 22; p. 183). 
«Io contemplai l'agire di tutta la beata Trinità, e in questa contemplazione io vidi e compresi queste  tre proprietà: la proprietà della paternità, e la proprietà della maternità, e la proprietà della sovranità,  in un solo Dio... Poiché tutta la nostra vita sta in tre cose: per la prima abbiamo l'essere, per la  seconda abbiamo la nostra crescita, e per la terza il nostro compimento. La prima è la natura, la  seconda è la misericordia, la terza è la grazia» (XIV; c. 58; p. 271). 

L'uomo 
«Io vidi con assoluta certezza che tutte le opere che Dio ha fatto o farà gli erano note e le vedeva fin dall'eternità. E per amore egli ha creato 1'umanità, e per il medesimo amore egli ha voluto diventare  uomo. 
Il dono che riceviamo dopo questo è la nostra fede, nella quale comincia il nostro perfezionamento.  Essa deriva dalla sublime ricchezza della nostra sostanza naturale presente nella nostra anima  sensuale, ed è radicata in noi, e noi in essa, per la bontà naturale di Dio e l'opera della misericordia e  della grazia. E da qui vengono tutti i nostri beni con i quali noi siamo guidati e salvati. 
Perché da qui vengono i comandamenti di Dio, circa i quali dobbiamo comprendere due cose. Una è che dobbiamo conoscere e capire quali sono i suoi comandi, amarli e osservarli. L'altra è che  dobbiamo conoscere quali sono i suoi divieti, per detestare e respingere ciò che egli non vuole. Perché in queste due cose sono comprese tutte le nostre azioni. 
E pure dalla nostra fede vengono i sette sacramenti, che si susseguono secondo l'ordine che Dio ha  stabilito per noi, e ogni specie di virtù. Le medesime virtù che abbiamo ricevuto dalla nostra sostanza, che ci è stata data come natura dalla bontà di Dio, ci vengono pure donate nella grazia per opera della  misericordia, rinnovate dallo Spirito Santo: virtù e doni sono custoditi per noi come un tesoro in Cristo  Gesù» (XIV; c. 57; p. 269). 

Il peccato: inevitabile, ma tutto sarà bene 
«Posso portare ogni cosa al bene, sono in grado di portare ogni cosa al bene, porterò ogni cosa al  bene, voglio portare ogni cosa al bene; e vedrai tu stessa che ogni specie di cosa sarà bene» (XIII; c. 31; p. 199). 
«Dal momento che ho trasformato in bene il danno più grande [il peccato originale], voglio che tu  sappia dedurre da ciò che trasformerò in bene qualsiasi altro male, che di quello è più piccolo» (XIII; c. 29; p. 197). 
«Tanto quanto il suo amore per noi non si spezza a causa del nostro peccato, altrettanto egli vuole che non si spezzi per la stessa ragione l'amore che portiamo a noi stessi e ai nostri fratelli cristiani»  (XIII; c. 40; p. 218). 

Gesù nostra madre 
«Gesù Cristo, che fa il bene contro il male, è la nostra vera Madre: noi riceviamo il nostro essere da lui, dove inizia il fondamento della maternità, con tutta la dolce protezione dell'amore che ne consegue  senza fine. 
Come Dio è veramente nostro Padre, così Dio è veramente nostra Madre. Questo mi fu da lui  mostrato in tutte le rivelazioni, ma particolarmente in quelle dolci parole in cui dice: "Sono io", cioè  "Sono io, la forza e la bontà della paternità, sono io, la sapienza e la gentilezza della maternità, sono io, la luce e la grazia che è tutto amore beato; sono io, la Trinità, sono io, l'unità; sono io, l'alta  sovrana bontà di ogni specie di cosa, sono io che ti spingo ad amare, sono io che ti spingo a  desiderare, sono io, l'infinito compimento di ogni tuo vero desiderio". L'anima è infatti altissima, nobilissima e gloriosissima, quando è umilissima, dolcissima e sommamente mansueta» (XIV; c. 59; pp. 273-274). 
«Una madre può stringere teneramente al petto il suo bambino, ma la nostra tenera Madre Gesù può familiarmente farci entrare nel suo petto benedetto attraverso la dolce ferita del suo costato, e qui  rivelarci in parte la divinità e le gioie del cielo insieme alla certezza spirituale della felicità eterna » (XIV, c. 60; pp. 276-277). 

Nella Chiesa, con Maria, in umiltà 
Gesù stesso «vuole che aderiamo fermamente alla fede della santa Chiesa, trovando in lei la nostra  carissima madre, che ci consola e ci aiuta a capire, in comunione con tutti i beati... E perciò è una cosa  sicura, buona e amabile, il volere con umiltà e con forza essere uniti alla santa Chiesa, nostra madre, che è Cristo Gesù» (XIV; c. 61; p. 280). 
«Nostra Signora è nostra madre; in lei siamo tutti racchiusi e nasciamo da lei in Cristo. Perché lei, che è la madre del nostro salvatore, è la madre di tutti quelli che sono salvati nel nostro salvatore. E il  nostro salvatore è la nostra vera madre, e in lui siamo continuamente generati, e non ci separeremo mai da lui» (XIV, c. 57; p. 249). 
«Lo Spirito Santo guida l'uomo alla confessione perché riveli spontaneamente i suoi peccati, in  semplicità e verità... Poi egli accetta la penitenza che gli viene imposta... E questa è un'umiltà che  piace molto a Dio... Con il massimo amore il nostro buon Signore ci custodisce quando ci sembra di  essere quasi abbandonati e respinti a causa del nostro peccato e quando noi vediamo di aver meritato  questo abbandono. E per l'umiltà che noi ne ricaviamo veniamo elevati a un livello altissimo agli occhi di Dio, per la sua grazia» (XIII; c. 39; p. 214). 

Il valore della preghiera 
«La preghiera è una sincera, gratuita e costante volontà dell'anima, unita e legata alla volontà di  nostro Signore mediante la dolce e misteriosa operazione dello Spirito Santo. Nostro Signore in  persona è colui che riceve per primo la nostra preghiera, così mi sembra, e la accoglie con grande  riconoscenza. E con intima gioia la manda in alto, e la colloca in un tesoro dove non perirà mai. È là  davanti a Dio con tutti i suoi santi, continuamente accolta, perenne sostegno in risposta ai nostri  bisogni (XIV; c. 41; pp. 220-221). 
«Nostro Signore si rallegra e gioisce moltissimo per la nostra preghiera: egli la aspetta, la vuole,  perché con la sua grazia essa ci fa simili a lui nella condizione così come lo siamo per natura, e tale è la sua beata volontà. Perché egli dice così: "Prega di tutto cuore, anche se ti sembra di non trarne  alcun gusto, perché è certo cosa vantaggiosa, anche se tu non lo senti. Prega di tutto cuore, anche se non senti niente, anche se non vedi niente, sì, anche se pensi di non riuscirci. Perché è nell'aridità e  nella sterilità, nella malattia e nella debolezza, che la tua preghiera mi è molto gradita, anche se tu  pensi che non ti dia se non uno scarso gusto. E così è ai miei occhi ogni tua preghiera fatta nella fede» (XIV; c. 41; p. 221). 

Conoscenza e libertà - Misericordia e grazia 
«Dobbiamo avere tre specie di conoscenze. 
La prima è che noi conosciamo Dio nostro Signore. 
La seconda è che noi conosciamo noi stessi, cosa siamo per lui nella natura e nella grazia. 
La terza è che noi conosciamo umilmente la situazione del nostro io nei confronti del peccato e della  nostra debolezza. Per quanto capisco, tutta la visione mi fu mostrata perché conoscessi queste tre cose» (XVI; c. 72; p. 303). 
«Egli vuole che vediamo la nostra miseria e che umilmente la riconosciamo. E però non vuole che rimaniamo in questo stato d'animo, né che ci affanniamo troppo nell'autoaccusarci, né vuole che ci sentiamo troppo depressi per il nostro stato di miseria. Ma vuole invece che spostiamo in fretta la  nostra attenzione su di lui» (XVI; c. 79; p. 319). 
«Contemplai la proprietà della misericordia, e contemplai la proprietà della grazia: esse hanno due modi di operare in un unico amore. 
La misericordia è una proprietà piena di compassione, che appartiene alla maternità in un tenero  amore, e la grazia è una proprietà piena di gloria, che appartiene alla regale sovranità nel medesimo  amore. 
La misericordia opera custodendo, sopportando, ravvivando e risanando, e tutto viene dalla  tenerezza dell'amore. E la grazia opera con misericordia, risollevando, ricompensando, superando continuamente quanto meriterebbero il nostro amore e il nostro travaglio, diffondendo largamente e  manifestando la sublime, generosa magnanimità della signoria regale di Dio nella sua meravigliosa  cortesia...» (XIV; c. 48; pp. 235-236). 

La porta del Cuore 
«Con volto ilare il nostro buon Signore guardò dentro il suo fianco e lo contemplò con gioia. E con il suo dolce sguardo guidò la mente della sua creatura attraverso quella stessa ferita dentro il suo  fianco. E là egli mostrò un luogo bello e delizioso, largo abbastanza da contenere tutta l'umanità  salvata perché vi riposasse nella pace e nell'amore. E con questo egli rammentò il preziosissimo sangue e l'acqua preziosa che egli lasciò sgorgare dal suo costato per amore. E in questa dolce contemplazione mostrò il suo cuore beato nettamente spezzato in due e, rallegrandosi, mostrò alla mia mente in modo parziale la sua divinità benedetta, nella misura da lui voluta in quel momento, dando cosi forza alla povera anima perché potesse comprendere ciò che si può esprimere con le parole, cioè  l'amore infinito che non ha principio, è, e sempre sarà» (X; c. 24; pp. 160-161). 

Regina della Famiglia



La deposizione di Adelaide 

Adelaide, qua e là, non appare ordinata nelle risposte, ma  ciò è dovuto al modo con cui venivano poste le domande, che  insistono sulla rappresentazione, nel teatrino della parrocchia, delle apparizioni di Fatima e sull'influsso che l'ambiente può  avere esercitato su di lei. 
L'interrogatorio concentrato sulla prima apparizione, si  muove secondo la tesi della dipendenza delle apparizioni di  Ghiaie da quelle di Fatima, sostenuta dal parroco di Presezzo,  don Luigi Locatelli, dal prof. Don Luigi Cortesi e dal prof. E  Cazzamalli. Ciò non meraviglia perché ai membri della commissione teologica, e quindi ai giudici del tribunale, erano stati  dati i libri scritti dal Cortesi sulle apparizioni. 
Le risposte di Adelaide sono chiare, precise e confermano  l'apparizione. Adelaide ha detto la verità, la stessa che ha ripetuto per lungo tempo senza mai contraddirsi, negli innumerevoli  interrogatori subiti. Ma i giudici del tribunale contestano la sua  deposizione con in mano il terzo volume del Cortesi: Il problema  delle apparizioni di Ghiaie, e il famoso biglietto della  ritrattazione scritta, fattole scrivere da don Cortesi due anni  prima. Essi aspettano che Adelaide dica un'altra "verità", affermata dal Cortesi e da loro fatta propria. 
La bambina sostiene strenuamente la verità detta; ricorre ai  vari "non ricordo", "l'ho detto per scherzo", pur di salvarla;  infine si chiude nel silenzio. 
Si ripete quello che è avvenuto due anni prima con il Cortesi: la difesa accanita della verità e poi la negazione. 
Adelaide, bambina di 10 anni, è sola. Come ho già rilevato, mancava monsignor Bramini, che poteva esserle di aiuto in  quel grave momento. Essa incalzata da ogni parte, si trova in una  situazione dalla quale non sa come uscire. È confusa, frastornata, ha paura. Si sveglia in lei soprattutto la paura del peccato e dell'inferno che don Cortesi ha fatto entrare nella sua  mente di bambina semplice e credente, tanto più che parla sotto  giuramento. 
Suor Bernardetta dell'Immacolata, a cui era affidata in  particolare la custodia della bambina, nella seconda seduta del tribunale attestò che Adelaide dopo l'interrogatorio della prima  seduta, disse alle aspiranti: "Oh! Che paura! Erano cinque  sacerdoti. Ma non posso dire niente perché mi hanno fatto giurare". 

Suor Bernardetta dell'Immacolata aggiunse: "Dalla suora  del dormitorio ho saputo che nella notte seguente all'interrogatorio, nel sonno ha pianto; e la suora alzatasi l'ha scossa, ma la  bambina non si è svegliata e si è calmata. La bambina ha delle  notti agitate in seguito a forti emozioni della giornata". 
In quel momento, Adelaide non si sentì di dire ai giudici  chi era il responsabile principale della ritrattazione scritta e di  altre negazioni. Ma si poteva chiedere tanto ad una bambina,  nella condizione in cui si trovava? 
La paura ha indotto alla negazione anche l'apostolo Pietro; cosa ben più grave sotto ogni aspetto, delle ritrattazioni di  Adelaide. 
Essa ha capito che non può dire la verità, perché si trova  dinanzi a dei giudici che non l'accettano. Allora rassegnata dirà  quello che essi vogliono che dica, e così farà nelle sedute  seguenti del tribunale: dà sempre le stesse risposte, usa le stesse  parole, come un automa. Ne è la riprova anche la distorta interpretazione di ciò che Adelaide afferma, a proposito del biglietto  da lei scritto sotto dettatura di don Cortesi. La bambina dice: "Lo  scritto me lo ha dettato lui. Mi dettava come in classe e io  scrivevo. Io capivo le parole e le scrivevo". Questa è la prima  versione ed è quella vera. Subito dopo interviene monsignor  Cavadini che controbatte la testimonianza della bambina leggendole il terzo libro del Cortesi a pag. 229, in cui egli sostiene  che Adelaide ha scritto spontaneamente la ritrattazione. 
Monsignor Cavadini fornisce alla bambina la seconda versione, cioè le dice: "Don Cortesi ti aiutò a scrivere in italiano ciò  che tu dicevi in dialetto bergamasco". E Adelaide ripete la  seconda versione in assoluto contrasto con la prima. 
Nel testo del verbale non leggiamo le parole suggerite da  mons. Cavadini, perché solitamente vengono riportate solo le risposte di Adelaide. Tuttavia, che questa fosse  l'interpretazione delle parole di Adelaide fatta da mons.  Cavadini, appare evidente dall'interrogatorio fatto a suor  Bernardetta dell'Immacolata, nella seconda seduta del tribunale.  Mons. Cavadini chiede alla suora se la dettatura della lettera  possa interpretarsi nel senso che lei (Adelaide) diceva in  bergamasco e don Cortesi traduceva in italiano... Mons. Cavadini  non accetta la testimonianza di Adelaide, nel suo genuino senso  letterale e ne dà un'interpretazione che le fa dire il contrario. 
Il dettato non è mai stato una traduzione da una lingua  all'altra. Io ricordo quando nella scuola elementare scrivevo il  dettato: la maestra leggeva un testo in lingua italiana e noi dovevamo scriverlo tale e quale nel quaderno. Questo era ed è il dettato. E tale era il senso della parola dettato anche per la bambina  Adelaide Roncalli nel 1947, tanto più che aggiunse, per maggior  chiarezza, se ce ne fosse stato bisogno: "mi dettava come in  classe e io scrivevo. Io capivo le parole e le scrivevo". È manifesta, da parte di alcuni giudici almeno, la determinazione di non  tenere in minima considerazione la testimonianza della veggente,  per privilegiare sempre quella del Cortesi, quando bisognava fare  il contrario. 
Adelaide si comporta pressappoco come Massimino  Giraud, il veggente della Salette, il quale diede a don Raymond,  coadiutore del santo Curato d'Ars, la risposta che gli era abituale  ogni volta che si metteva in dubbio la sua veracità: "Se volete,  mettete pure che io non abbia visto nulla". 

Severino Bortolan

LIBERAZIONE DAI MALI CAUSATI DAL MALIGNO



Gesù, liberaci da tutti i mali causati in noi dagli antenati che partecipavano all'occultismo, allo spiritismo, alla stregoneria, a sette sataniche.
Tronca il potere del maligno che, per colpa loro, ancora pesa sulle nostre generazioni.
Spezza la catena di maledizioni, malefici, opere sataniche che gravano sulla nostra famiglia.
Liberaci da patti satanici e legami mentali con i seguaci di satana.
Tienici sempre lontano da riunioni spiritiche e da ogni attività con cui satana può continuare ad avere dominio su di noi. Prendi sotto il tuo potere qualsiasi area che sia stata consegnata a satana dai nostri antenati.
Allontana per sempre lo spirito cattivo, ripara ogni suo danno, salvaci da ogni sua nuova insidia.
Solo da Te possiamo avere tutti la vita, la libertà, la pace.
Gesù, liberaci da tutti i mali causati dal maligno.

La guerra Europea e le Profezie



Profezia dell’abate Eugenio Pecchi.

« ... 13. Lo stupore sarà grande quando il mondo saprà che v’ha a Parigi un re che incognito resta in mezzo al popolo, e che sarà rimesso sul trono il 1.  gennaio ultimo giorno di quest’ epoca. 

« 14. Il primo corriere che giungerà in Italia, porterà questa felice notizia, ed il suddetto re sarà il difensore della Santa Sede. 

« 15. La guerra sul punto di scoppiare, cesserà e non vi saranno più stragi. 

« 16. Ciò finirà con una vittoria dell’ imperatore, e si saprà il maneggio da lui adoperato in favore della Santa Sede. 

« 17. Un regno intiero entrerà nella Chiesa Cattolica, ed il Santo Padre, reintegralo in tutti i suoi stati, canterà il Nunc dimittis ». 

(1) Si noti che Pio VI non incoronò Napoleone I; questi tolse la corona dalle mani del Papa e se la pose in testa

STORIA UNIVERSALE DELLA CHIESA CATTOLICA



DAL PRINCIPIO DEL MONDO FINO AL Dì NOSTRI

 ***
DELL'ABATE ROHRBACHER


ADAMO E LA SUA VITA NELL’UNITA’ DEL SUO CREATORE E PADRE



dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta



Ed ecco, nel Volume 33 - Dicembre 10, 1933:
La prima parola che pronunziò Adamo. La prima lezione che Dio gli diede. La Divina Volontà operante nell’uomo.

(Scrive Luisa:)
[…] Girando nelle opere del Fiat Divino mi son soffermata nell’Eden, in cui mi son fatta presente la creazione dell’uomo, e pensavo tra me qual potette essere la prima parola che Adamo disse quando fu creato da Dio; ed il mio Sommo Bene Gesù, visitandomi colla sua breve visitina, tutto bontà, come se Lui stesso voleva dirmelo, mi ha detto: “Figlia mia, anch’io sento il desiderio di dirti qual fu la prima parola pronunciata dalle labbra della prima creatura da Noi creata. Tu devi sapere che non appena Adamo si sentì la vita, il moto, la ragione, si vide il suo Dio innanzi a sé e comprese che Lui lo aveva formato; sentiva in sé, in tutto il suo essere, ancor fresco le impressioni, il tocco delle sue mani creatrici e, grato, in un impeto d’amore pronunziò la sua prima parola: ‘Ti amo, mio Dio, Padre mio, Autore di questa mia vita!’ Ma non fu la sola parola, ma il respiro, il palpito, le gocce del suo sangue che correvano nelle sue vene, il moto, tutto l’essere suo unito insieme, dicevano come in coro: ‘Ti amo, Ti amo, Ti amo’. Sicché la prima lezione che apprese dal suo Creatore, la prima parola che imparò a dire, il primo pensiero che ebbe vita nella sua mente, il primo palpito che formò nel suo cuore, fu: ‘Ti amo, Ti amo’; si sentì amato, ed amò. Potrei dire che il suo Ti amo non lo finiva mai, fu sì lungo che allora fu interrotto quando ebbe la disgrazia di cadere nel peccato. Onde la nostra Divinità si sentì ferita nel sentire sulle labbra dell’uomo: ‘Ti amo, Ti amo’; era la stessa parola che Noi avevamo creata nell’organo della sua voce che Ci diceva: ‘Ti amo’; era l’amor nostro creato da Noi nella creatura, che Ci diceva: ‘Ti amo’; come non restar ferito? Come non contraccambiarlo con un amore più largo, più forte, degno della nostra magnificenza? Come Ci sentimmo dire: ‘Ti amo’, così Noi gli ripetemmo: ‘Ti amo’; ma nel nostro ti amo facemmo scorrere in tutto l’essere suo la vita operante della nostra Divina Volontà. Sicché chiudevamo nell’uomo, come dentro d’un nostro tempio, la nostra Volontà, affinché chiusa nel cerchio umano - mentre restava in Noi - perché operasse cose grandi e fosse Essa il pensiero, la parola, il palpito, il passo e l’opera dell’uomo. Il nostro ti amo non poteva dar cosa più santa, più bella, più potente, che solo poteva formare la vita del Creatore nella creatura, che la nostra Volontà operante in lui. Ed oh, come Ci riusciva gradito vedere che la nostra Volontà teneva il suo posto di attrice, ed il volere umano abbagliato dalla sua luce godeva il suo Paradiso e dandole piena libertà le faceva fare ciò che voleva, dandole il primato in tutto ed il posto d’onore che ad un Volere sì santo si conveniva!
Vedi dunque, il principio della vita di Adamo fu un atto pieno d’amore verso Dio, di tutto il suo essere. Che lezione sublime [di] come il principio dell’amore dovrebbe correre in tutto l’operato della creatura! La prima lezione che ricevette dal nostro Ente Supremo, nel contraccambio del suo Ti amo, fu che mentre [il nostro Ente Supremo] amava teneramente rispondendogli: ‘Ti amo’, gli dava la prima lezione sulla nostra Divina Volontà, e mentre lo istruiva gli comunicava la vita di Essa e la scienza infusa di che significava il nostro Fiat Divino; ed ogni qual volta Ci diceva: ‘Ti amo’, il nostro amore gli preparava altre lezioni più belle sul nostro Volere. Lui restava rapito e Noi Ci dilettavamo nel conversare con lui e facevamo scorrere su di lui fiumi d’amore e di gioie perenni, sicché la vita umana veniva racchiusa da Noi nell’amore e nella nostra Volontà.
Perciò, figlia mia, non c’è dolore più grande per Noi, che vedere il nostro amore come spezzato nella creatura e la nostra Volontà inceppata, soffocata, senza la sua vita operante e come sottoposta all’umano volere. Quindi sii attenta ed in tutte le cose [fa’ che tu] abbia per principio l’amore e la mia Divina Volontà”.

Libertà e libero arbitrio.



È necessario chiarire un equivoco abituale, distinguere la libertà e il libero arbitrio. 
Occorre distinguere il comune concetto di libertà e il suo vero concetto, cioè: che cosa è la libertà secondo Dio. Sembrano cose puramente teoriche, ma hanno serie conseguenze. 
Di solito si considera che libertà sia poter fare qualunque cosa vogliamo: in questo concetto appare come protagonista il proprio volere umano. E questo è già l’errore. 
Invece il vero concetto di libertà si trova in Dio. Ma per averne un’idea chiara occorre domandare: 
È libero Dio di fare ciò che vuole?  Può fare ciò che vuole?  Sì, non vi è dubbio! 
È libero Dio di fare qualunque cosa? No. Perché? Perché Dio non può scegliere tra   il bene e il male, tra il vero e il falso, tra ciò che è giusto e ciò che è ingiusto. 
Quindi troviamo subito una prima risposta negativa, nella quale appare l’idea di poter scegliere. La libertà non è poter “scegliere”. Poter scegliere è non essere ancora sicuri, è ignoranza. 
Se una mamma prende per mano il bambino per traversare una strada piena di traffico, gli sta togliendo “la libertà” o gliela sta dando? A prima vista può sembrare che gliela toglie, ma è evidente che gliela sta trasmettendo, la sta condividendo con lui; il piccolo sarebbe schiavo della sua incapacità e della sua ignoranza dei pericoli. 
Pertanto, il contrario di “libertà” non è propriamente “servitù” o “schiavitù” in senso materiale, ma è “ignoranza” di che cosa sia quella vera, buona o giusta. Una volta che so, che sono in possesso della verità rispetto ad una cosa, non scelgo, ma vado dritto, senza alcun dubbio decido. Così fa Dio. 
«Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi» (Gv 8,31-32), disse Gesù. Ma quei Giudei equivocarono il concetto di libertà –come tanti di noi adesso– in senso materiale, dicendo: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno –il che non era vero–. Come puoi Tu dire: diventerete liberi?» (v. 33) 
In questo modo si considera che libertà sia “fare ognuno ciò che vuole”. 
Ma Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque comete il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero» (vv. 34-36). 
Perciò, anche per noi, libertà non è poter “fare qualunque cosa”. Libertà è aderire alla Volontà di Dio; schiavitù è svincolarsi da Essa per fare la propria volontà: il peccato. Dice il Signore: «Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a Lui» (Deuteronomio 30,19-20). Non ha detto “puoi scegliere qualunque cosa”. 
Libertà coincide con Verità. Contro la libertà attenta la falsità o comunque l’ignoranza della verità. 
In questo senso, intendere la “libertà religiosa” come il poter scegliere lecitamente una religione oppure un’altra è UN ERRORE. Che una valga l’altra. È ciò che il relativismo propugna. 
Ma che cosa si dovrebbe intendere, caso mai, come “libertà religiosa”, precisando accuratamente il concetto? Il poter praticare la vera Religione senza costrizioni né ostacoli. 
Si dovrebbe intendere come l’adesione alla Verità, alla Volontà di Dio, non ad una qualunque dottrina o fede religiosa, nell’esercizio del LIBERO ARBITRIO, poiché per costrizione non sarebbe vera adesione, ma falsa, e questo sarebbe contraddittorio: adesione alla Verità in modo falso. 
Deve essere il poter aderire a Colui che è la libertà mediante l’esercizio del libero arbitrio. I polmoni sono costretti a respirare, il cuore a palpitare, e lo fanno perché non dipendono da noi, ma dal Volere di Dio; ma la nostra volontà, se vuole, può e deve aderire alla Volontà di Dio, non perché costretta, ma perché liberamente lo vuole. E  qui sta la nostra responsabilità, il nostro merito o la nostra colpa. 
Il libero arbitrio è caratteristica essenziale della nostra volontà umana, creata da Dio ad immagine della Sua. Egli opera non per costrizione, ma perché vuole, non una qualunque cosa o un capriccio, ma ciò che è bene, a motivo del suo Amore, guidato dalla sua Sapienza. 
E noi siamo come Lui co-creatori della nostra vita, artefici del nostro proprio destino. 
Il grande equivoco è chiamare “libertà” quello che è invece il nostro “libero arbitrio”. In questo sta la confusione e gli sbagli relativi alla “libertà religiosa”. 
L’errore, il male, l’ingiustizia non possono avere diritti; un’altra cosa è la coscienza dei singoli uomini, la quale, con tutti i loro limiti e condizionamenti, va sempre rispettata come la rispetta Dio, mai violentata, mai da noi giudicata perché non sta a noi farlo. Soltanto dovrebbero essere bloccati o impediti gli uomini nell’esercizio esterno delle loro credenze o pratiche religiose, quando oggettivamente diventano pericolosi per gli altri, a motivo di scandalo, violenza, ecc. Ma Dio non li blocca. 

P. Pablo Martin Sanguiao

I segni della bestia sono già ovunque!



Abbiate coraggio! Alzatevi! Dichiaratevi! Difendete Mio Figlio e non lasciatevi sviare! Ciò che il vostro papa afferma è indegno per un papa! Egli è il falso profeta, ma voi ancora non volete riconoscerlo! Osservate ciò che fa! Ascoltate ciò che dice! Egli non difende voi che siete cristiani, ne difende la Sacra Parola di Mio Figlio! Egli non fa nulla di buono per voi, ma non appena qualche parola “positiva” esce dalla sua bocca dubitate TUTTI e lo osannate nonostante egli sia stato appositamente mandato dal diavolo!

Guardate in faccia alla realtà e cominciate ad aver completa fiducia in Gesù! Quest’uomo falso sul TRONO DI PIETRO NON È IL SUO SANTO RAPPRESENTANTE! Non è stato mandato ne è stato scelto da LUI! Egli proviene dalle fila degli adoratori di Satana e fu scelto da questi’ultimi!

Vivete nella fine dei tempi, figli Miei. Se solo apriste occhi e orecchie allora sapreste dove vi trovate: alla fine della vostra esistenza terrena e nelle mani di quelli che ciecamente e privi di volontà, seguono il diavolo!

La fine arriverà e porterà con sé moltissima sofferenza. Vivrete imprigionati in una società dominata dal diavolo ed esiste soltanto una via d’uscita: Mio Figlio! Sarete schiavi del malvagio dominio mondiale e il diavolo v’imporrà il suo marchio! Già ora molti tra voi lo portano nascosto sotto la pelle e molto presto tutti gli abitanti della terra lo dovranno portare. Vi sarà negato ogni tipo di servizio, ogni “movimento di denaro”, come acquisti e affari se non portate questo marchio! Non riuscirete più a utilizzare il vostro denaro senza questo chip che porta in sé il marchio del diavolo e che graduamente vi “distrugge”. Sarete esseri manipolati non appena accettate questo chip e se ve lo impianterete, esso significherà la vostra rovina, perché il diavolo avrà ogni potere su di voi.

 I segni della bestia sono già dappertutto. I vostri politici li portano sui loro abiti, i vostri musicisti li utilizzano nei loro video musicali e sulle loro copertine, le vostre chiese, rosari e altri oggetti “sacri” sono già stati da essi profanati, ma ciò viene ancora ben mascherato in modo che non sia evidente. Anche la vostra moda esibisce questi segni, i simboli del diavolo e voi non dovreste portare teschi, né croci moderne perché TUTTI hanno un’azione negativa, satanica su di voi, anche se voi non ne siete consapevoli.

Non accettate il marchio della bestia perché causerà” la morte della vostra anima”, cioè la vostra anima proverà grandissima sofferenza e voi sarete privi di volontà contro ogni tipo di manipolazione e controllo.

State attenti a tutte le vaccinazioni, perché quelli di voi che si rifiutano di accettare il marchio della bestia, lo riceveranno impiantato attraverso il “piano B”. Continueranno a non aver diritto d’accesso ai servizi pubblici, al sistema bancario eccetera, ma saranno anche privi di volontà e manipolabili. Ogni “diritto” sarà loro negato e resterà loro rifiutato, ma anche loro, poco a poco, saranno sterminati dalla “macchina del maligno”. La loro anima andrà perduta. Vi avverto, non accettate nessun tipo di vaccinazione, perché il diavolo userà ogni tipo di mezzo per catturare e per gettare nella dannazione anche le ultime anime fedeli a Gesù.

Non preoccupatevi mai durante tutti questi giorni che ora verranno, perché Gesù e il Padre provvederanno a voi! Il vostro pane verrà moltiplicato e la vostra acqua scorrerà. Non abbiate paura quindi e dirigetevi completamente verso di LORO.

Io vi amo, figli Miei e sono sempre con voi. InvocateMi ed Io sarò presente.

La vostra Mamma Celeste.

SAN PIO V IL PONTEFICE DELLE GRANDI BATTAGLIE



IL CARDINALE 
***
Egli pensava di chiamarsi Paolo V in memoria del suo protettore. Ma per compiacere il Borromeo, con un'abnegazione uguale a quella dell'arcivescovo di Milano, acconsenti a pigliar il nome di Pio V, come per attestare che non conservava alcuna amarezza per attitudine presa verso di dal suo predecessore, e che non avrebbe assolutamente molestato gli amici di Pio IV.  
   Quando, secondo il costume, fu annunziata solennemente la sua elezione, i romani non poterono nascondere la loro sorpresa e il loro malumore. Il posto occupato da lui, quantunque importante, non aveva attirata la curiosità della folla. Estraneo alle fazioni, egli non s'era mai immischiato negli avvenimenti politici, e la sua partecipazione al Concilio di Trento era stata piuttosto discreta. Il suo ufficio di Inquisitore, la sua integrità e le sue mortificazioni rese note dai suoi domestici, lo rendevano temibile a tutti. Si pensava che divenisse ancora più severo, e che la sua poca esperienza facesse precipitare il papato in pericolose avventure. 
   Informato di questi sentimenti popolari, Pio V si contentò di rispondere: “Farò in modo che i romani avranno maggior rincrescimento della mia morte, che della mia elezione”. 
   Più perspicace del popolo, San Pier Canisio scriveva al suo confratello Kessel a Colonia: “Quest'uomo ha sempre menata una vita straordinariamente virtuosa. Da molti anni egli si consuma dal desiderio di rinnovare la faccia della Chiesa. Da lui si possono sperare grandi cose” 11 . 
   Sembra che Dio abbia voluto ratificare con fatti straordinari i voti del Sacro Collegio. Mentre i cardinali, partecipando al principi cristiani la nuova dell'elezione del Papa, dicevano d'aver obbedito a un'ispirazione celeste, e San Carlo Borromeo si congratulava coll'infante del Portogallo, perché “col suo credito avesse efficacemente procurata l'elezione d'un pontefice saggio e molto pio” 12 , parecchie persone furono avvertite dell'elezione per vie meravigliose. 
   La notte precedente alle pratiche fatte dal Borromeo, mentre nessuno pensava al Ghislieri, il card. Gonzaga agonizzante si riscosse dal suo torpore, e domandò: “Quando mi darete l'annunzio dell'elezione dell' Alessandrino?”, e mori con queste parole in bocca; i suoi domestici le attribuirono a una specie di delirio. E mentre nel conclave si faceva il nome del Morone, San Filippo Neri, stando in orazione, senti una voce misteriosa che diceva profeticamente: “Sarà eletto Papa Fra Michele Alessandrino”. Anche gli abitanti di Bosco e il Priore del convento della Minerva parlarono di prodigi consimili. Un'aurora soprannaturale rischiarava l'alba del suo pontificato. 
   A Pio V non restava che giustificare davanti alla storia la fiducia unanime dei cardinali, e la designazione fatta dal Signore. Per lo meno non dovevano applicarsi a lui i versi di Terenzio: “Il giorno che ti reca una vita novella, esige che nasca in te un uomo nuovo”. Pio V era pronto. 

Card. GIORGIO GRENTE