giovedì 14 maggio 2020

LA PRESENZA REALE



IL CULTO DELL'EUCARISTIA
O Signore, ho amato il decoro della tua Casa.
Salmo XXV, 8.

Un giorno una donna, una buona adoratrice, si appressò a Gesù per adorarlo. Seco recava un vaso d'alabastro pieno di prezioso unguento, che sparse sulla persona di Gesù, per onorarne la divinità e la santa umanità e per attestargli il suo amore.
Perché, disse il traditore, non si è venduto per trecento denari quest'unguento per darne il prezzo ai poveri?
Ma Gesù difende la sua serva e dice: Perché inquietate voi questa donna? imperocché ella ha fatto una buona opera verso di me. Dovunque sarà predicato questo Vangelo per il mondo, si narrerà ancora in sua ricordanza quel che ella ha fatto.
Ecco l'applicazione di questo tratto dell'Evangelo.

I. - Nostro Signore dimora nel SS. Sacramento per ricevere dagli uomini gli stessi omaggi che ricevette da coloro che ebbero la ventura di essergli vicini durante la sua vita mortale. Egli è là affinché tutti possano rendere personalmente i loro omaggi alla sua Santa Umanità. Anche quando questa fosse la sola ragione dell'esistenza dell'Eucaristia, noi dovremmo essere beati di poter rendere a Nostro Signore in persona i nostri omaggi di cristiani.
Per questa Presenza il culto pubblico ha la sua ragione di essere, ha una vita. Togliete la reale Presenza, e allora come renderete alla Santissima Umanità di Nostro Signore la venerazione, gli onori che le sono dovuti?
Nostro Signore come uomo non è che in Cielo e nel SS. Sacramento. Soltanto per mezzo dell'Eucaristia noi possiamo quaggiù avvicinarci al Divin Redentore, proprio a Lui, in persona, vederlo, parlargli; senza di essa il culto diviene astratto.
Per essa noi andiamo a Dio direttamente, ci avviciniamo a Lui come durante la sua vita mortale. Come saremmo infelici se dovessimo, per onorare l'Umanità di Gesù Cristo, riferirci soltanto a ricordi di diciannove secoli fa! Questo può bastare nella cerchia del pensiero; ma come mai rendere un omaggio esterno ad un passato così lontano? Noi ci contenteremmo di ringraziare senza prender parte ai misteri che onoriamo. Ma non è così; io posso recarmi ad adorare come i pastori, prostrarmi come i Magi. No, noi non abbiamo a rammaricarci di non essere stati a Betlemme o al Calvario.

II. - La presenza di Gesù non solamente è la vita del culto esterno, ma ci porge ancora l'occasione di fare l'elemosina a Nostro Signore. Sì, per questo rispetto noi siamo più felici che i Santi del Paradiso, i quali ricevono da Nostro Signore, ma non possono più dargli nulla. E pure Gesù ha detto: E' maggior ventura il dare che il ricevere. Noi diamo a Gesù! Noi gli diamo del nostro danaro, del nostro pane, del nostro tempo, dei nostri sudori, del nostro sangue. Non è questa la soddisfazione più grande?
Nostro Signore scende dal Cielo soltanto con la sua bontà; non possiede altro e attende dai suoi fedeli tutti i mezzi di cui abbisogna per la sua esistenza tra noi: la chiesa, la materia per il Sacrificio, i vasi sacri, i lumi, quanto è necessario perché egli discenda fra noi e rimanga realmente presente nella SS. Eucaristia: noi gli diamo tutto!
Senza quei lumi, senza questo piccolo trono, Nostro Signore non può uscire dal Tabernacolo. Siamo noi che glieli diamo, tanto che gli possiamo dire: Sei pure sopra un bel trono, Gesù! Ebbene siamo noi che te l'abbiamo elevato, noi che abbiamo aperta la porta della tua prigione, noi che abbiamo squarciata la nube che ti nascondeva, o Sole d'amore: vibra ora i tuoi raggi in tutti i cuori!
Così Gesù è nostro debitore. Certo egli può pagare i suoi debiti e li pagherà. Si è fatto garante per conto dei suoi membri poveri e sofferenti e ci renderà il centuplo di quanto avremo fatto al più piccolo dei suoi fratelli. Ma se Gesù paga i debiti degli altri, a più forte ragione pagherà i propri. Che altrimenti nel giorno del giudizio noi gli potremmo dire: Ti abbiamo visitato non soltanto nei tuoi poveri, ma Te stesso, la tua adorabile Persona, che cosa ci darai in cambio?
Il mondo non capirà mai queste cose. Date, date ai poveri, ma perché dare alle chiese? a che pro? E' roba sprecata tutta questa profusione sugli altari! E così si diventa protestanti. Ma la Chiesa, la Chiesa vuole un culto vivente, perché essa possiede il suo Salvatore vivente sulla terra.
Oh noi felici che ci possiamo costituire una rendita eterna col dare a Nostro Signore! E ciò è poco?

III. - Ma bisogna dire di più: se dare a Gesù è una beata consolazione, è ancora per noi un vero bisogno. Sì, noi abbiamo bisogno di vedere, di sentire Nostro Signore presso di noi e di onorarlo coi nostri doni.
Se per impossibile Nostro Signore non volesse da noi che omaggi interni, andrebbe contro un bisogno imperioso dell'uomo: noi non potremmo amare senza dimostrare il nostro amore con prove esterne, con atti di amicizia, di affettuosa espansione. Per questo la misura della fede di un popolo l'avete senz'altro nella sua generosità verso le chiese. Se i lumi brillano, se i sacri lini sono puliti, i paramenti convenienti e ben conservati, oh, là vi è fede, là!
Ma se Nostro Signore è privo di sacri paramenti, in una chiesa che sembra piuttosto una prigione, là si manca di fede.
Che miseria su questo punto in certi paesi! Si dà per tutte le opere di beneficenza, ma se domandate per il Santissimo Sacramento, non si sa quel che vogliate dire!
Per ornare l'altare di qualche santo, per un luogo di pellegrinaggio ove si operano delle guarigioni, via, si dà ancora: ma al Santissimo Sacramento? Ben poco.
Il Re sarà dunque dimenticato, mentre i servi sono riccamente vestiti? Ah! non si ha fede, la fede attiva, la fede che ama: non si ha che una fede di testa, una fede inoperosa. Quanti protestanti in pratica, dal nome cattolici!
Nostro Signore è là: gli si domandano senza posa favori: la sanità, una buona morte; ed alla sua povertà non si fa l'onore del più piccolo regalo! Ma allora chiudete la bocca: voi l'insultate!
Dice l'apostolo S. Giacomo: Se al fratello e alla sorella che mancano di vesti e del vitto quotidiano alcuno di voi dica: «Andate in pace, riscaldatevi e satollatevi», e non si da loro il necessario al corpo, che gioverà? Così se la fede non ha le opere è morta. Voi vi ridete del povero? voi siete omicida!
Or bene, eccovi Gesù Cristo che non ha cosa alcuna e tutto attende da voi. Se gli dite: Io ti adoro, ti riconosco quale mio Re, ti ringrazio della tua Presenza nel SS. Sacramento, - e se intanto non gli date nulla per l'onore del suo culto, voi l'insultate!
Quando un parroco è costretto a servirsi di paramenti sconvenienti, laceri, perché non né ha altri, è spesso colpa dei parrocchiani ed è un grave scandalo. Tutti possono dare qualche cosa a Nostro Signore e l'esperienza attesta che per lo più non i grandi né i ricchi fanno gli onori del culto eucaristico, ma la massa del povero popolo.
Un giorno Nostro Signore osservava i Farisei che mettevano nel gazofilacio grosse somme e non si mostrava punto commosso. Ma ecco una povera donna vi depone due piccole monete che erano quanto possedeva: Gesù l'ammira, il suo Cuore né è commosso e non può trattenersi dal dire ai suoi Apostoli che quella povera vedova aveva dato più di tutti gli altri, perché aveva dato della sua sostanza.
Così pure chi si assoggetta ad una privazione per poter dare una candela, un fiore, da più di quelli che facilmente possono portare ricche offerte: Gesù non guarda tanto alla quantità nei doni, ma al cuore che li offre. Date, date dunque a Nostro Signore! Consolatelo nel suo abbandono, soccorrete alla sua povertà.

IV. - Ma eccovi ancora di più.
Gesù è qui per nostro amore. Ebbene, quando si crede alla sua presenza e lo si ama, io non comprendo come non gli si doni qualche cosa.
Lasciate anche in disparte la questione dei meriti e delle grazie che ottenete con i vostri doni: non è un grandissimo onore quello di poter dare qualche cosa a Nostro Signore, di poter onorare il Re?
Non tutti, si sa, sono ammessi a presentare i loro omaggi ad un re della terra: questo non si ottiene che a forza di protezione. E neppure a un amico di condizione superiore alla nostra oseremmo presentare per la sua festa un mazzo di fiori, se non avessimo con lui molta familiarità. Ebbene Gesù è Re, essendo quegli stesso che fa i re, e tuttavia deroga all'etichetta dei re della terra, permette che gli presentiamo continuamente i nostri omaggi, li aspetta!
Ah, quanto onore per noi! Profittiamone: non abbiamo che il tempo di questa vita per dare. Se quaggiù Iddio si degna ricevere dalle vostre mani, ah! possiate avere spesso la consolazione di dire: Ho dato a Nostro Signore!
In cambio, Egli si darà a voi.

di San Pietro Giuliano Eymard

Prezioso Canto in Ebraico (Salmo 130)


13 Maggio 2020 – La preghiera e il sacrificio vi portano nell’accettazione della Santa Volontà di Dio per voi



È la mancanza della Verità che confonde le scelte dell'uomo tra il bene e il male. Ed è questa confusione e mancanza di Verità che produce scarso discernimento. Ed è per questo che alcune nazioni sono avviluppate da due pesi e due misure e di esse non ci si può fidare"


Festa della Madonna di Fatima
La Madonna si presenta come Nostra Signora di Fatima e dice:
“Sia lodato Gesù. Cari figli, sono venuta da voi tante decadi or sono* per chiamarvi alla sfida della speranza nel futuro. Allora vi avevo detto che la vostra speranza era avvolta nelle vesti della preghiera e del sacrificio. Oggi, sono qui** per offrirvi lo stesso consiglio. Questo consiglio è la soluzione a tutti i mali della terra. Senza la preghiera e il sacrificio, l’umanità non può avvicinarsi a Me. Non posso dirigere le sue scelte di libero arbitrio se essa sceglie di rimanere lontana da Me e dalla Verità.”
“La preghiera e il sacrificio vi portano nell’accettazione della Santa Volontà di Dio per voi. In questi giorni, e in questi tempi, l’umanità vede il libero arbitrio come un diritto di scegliere qualsiasi azione – anche azioni peccaminose e malvagie – quale suo diritto davanti a Dio. Non c’è alcuno sforzo di compiacere Dio quando le coscienze si formano nella mancanza della Verità. È la mancanza della Verità che confonde le scelte dell’uomo tra il bene e il male”.
“Ed è questa confusione e mancanza di Verità che produce scarso discernimento. Ed è per questo che alcune nazioni sono avviluppate da due pesi e due misure e di esse non ci si può fidare. Questo è il motivo per cui i non-problemi si trasformano in grossi problemi. Le soluzioni chiare vengono offuscate dalla mancanza di Verità. L’anima deve desiderare di trovarmi nella Verità.”
Holy Love

LA’ DOVE CIELO E TERRA SI INCONTRANO



La preghiera e la Messa nella vita del cristiano


Possiamo pregare dovunque

Questa abitudine alla presenza di Dio, questa familiarità semplice e intensa con lui non si improvvisa.  Ci si arriva, con la grazia di Dio, dopo un lungo esercizio.  Perciò non disdegnate di ricorrere, se necessario, a una rete di accorgimenti sensibili che vi richiamino immediatamente al pensiero di Dio: passate accanto a una chiesa? - quante ne trovate sul vostro cammino nel centro della nostra città! - e subito vi viene alle labbra un saluto a colui che lì, dentro un tabernacolo, vi attende e vi ama;  oppure passate davanti a un luogo in cui sapete che si offende Dio, e magari lo sentite e lo vedete offeso per le strade dove camminate?, immediatamente vi esce dal cuore un atto di amore e di riparazione;  aspettate un autobus o fate la fila davanti a un ufficio o dentro un negozio?, ecco che la vostra impazienza può trasformarsi in preghiera che fa nascere un sorriso di buon umore al posto del cruccio o della irritazione.  E come dimenticare le dolci immagini della Madonna dipinte sui muri di molte case?   Forse già le conoscete e tante volte, passando, avete rivolto uno sguardo affettuoso a colei che segue con occhio materno tanta gente che cammina per le nostre strade, forse dimentica di Dio o che porta nascoste nel cuore preoccupazioni e sofferenze.
 Sono davvero innumerevoli richiami che possono aiutarvi ad innalzare il cuore a Dio durante la giornata;  perfino il saio disadorno di un frate o la tonaca di un prete - orami così poco usuali per le strade della nostre città secolarizzate - se per qualcuno sono motivo di disagio o di fastidio, possono essere per molti un “segno”, e a voi che avete fede, possono suscitare nel cuore un’invocazione: “Signore, che i tuoi preti siano buoni e fedeli!”.
 Possiamo pregare dovunque e in molti modi: con le parole o senza parole quando ci mettiamo in silenzio davanti al Signore alla maniera del contadino di Ars che stava in chiesa senza dire una parola, e al Santo Curato che gli chiedeva che cosa stesse facendo rispondeva: “Lui mi guarda e io lo guardo”; possiamo pregare con i sospiri che sono il linguaggio del cuore e rivelano i desideri e le profonde aspirazioni dell’anima; possiamo pregare con le lagrime quando le lasciamo cadere come silenziose parole di gioia e di dolore nelle mani di Dio che le raccoglie e le conserva; possiamo far diventare preghiera la fatica, la paura, i contrattempi, le umiliazioni, i successi, le cose che ci mancano e quelle che abbiamo in abbondanza…Non c’è nulla che possa impedirci di pregare perchè tutto può diventare occasione di incontro con Dio, o motivo per innalzare a lui il nostro cuore..

Ferdinando  Rancan

Padre Nostro in Aramaico - La Preghiera del Signore


Le grandezze di Gesù



Alla santa umanità di Gesù

O Umanità Santa, sola, fra tutte le creature, elevata dall’Eterno Padre alla filiazione divina, non già adottiva soltanto, ma naturale, per essere unita per sempre al suo Verbo e associata alla sua Divinità in unità di Persona! Così siete santa, benché in altro modo, della stessa santità che rende il Verbo Santo e il Santo dei Santi; e siete la causa di tutta la Santità del Cielo e della terra! Io vi lodo, vi amo e vi adoro nella unione personale che avete con la Divinità nella vostra vita nuova, che possedete nella sorgente della vita! Vi lodo, vi amo e vi adoro nella intima e segreta comunicazione delle divine Perfezioni che vi appartengono in un modo singolare come ad una natura sussistente nella Divinità, senza alcun pregiudizio delle condizioni e dei limiti del vostro essere creato!
Vi lodo nella dignità infinita e in tutti i poteri e uffizi che ricevete in tale qualità, nella relazione, appartenenza e appropriazione che avete verso la SS. Trinità; col Padre, nella filiazione del Verbo umanato da Lui generato; col Figlio, nella Sussistenza che da Lui ricevete; con lo Spirito Santo, nella operazione per la quale Egli vi produce e vi unisce al Verbo!
Vi lodo infine nello stato supremo, tutto divino, tutto ammirabile, al quale siete elevata per la unione ipostatica; e in tutte le conseguenze, pertinenze, e dotazioni che sono dovute a tale stato divino, secondo l’ordine della Potenza, della Sapienza e della benevolenza dell’Eterno Padre per una natura che gli è così vicina, e che ha con Lui una intimità la più grande possibile dopo la sua stessa Essenza, essendogli intima e congiunta per la sussistenza del Figlio suo!
In tale stato e sussistenza, o Umanità santa, voi siete un abisso di meraviglie, un mondo di grandezze, un cumulo di eminenze e di pregi singolari; siete il Centro, il Circolo e la Circonferenza di tutte le emanazioni di Dio fuori di se stesso! Siete il capolavoro di Dio, l’opera nella quale, come uscendo da se stesso, Egli esaurisce la sua grandezza, la sua potenza, la sua bontà, e nella quale si rinchiude Egli medesimo, per far parte, in certo qual modo, dell’opera sua, rialzarla al disopra di tutte le opere delle sue mani, impreziosirla e deificarla per se stesso!
Voi siete il trono di gloria e di grandezza, dove la pienezza della Divinità abita unicamente, divinamente, corporalmente, come dice il grande Apostolo e degno araldo della gloria di questo altissimo mistero (Col 2, 9).

Card. Pietro de Bérulle

Io sono il tuo nulla, o mio Dio!



Mio Dio, eccomi io vengo per fare la tua volontà!
È questo il grido, espressione di amore e di confidente abbandono nel Tuo Cuore di Padre, che parte dal profondo del mio essere, che vuole annullarsi in Te!
Io sono il tuo nulla, o mio Dio: serviti di me, usami quando e come Tu vuoi!
Madre santa, rinnovo la consacrazione di tutta me stessa al Tuo Cuore Immacolato: prendimi come sono e rendimi come il Signore mio Dio mi chiede di essere, a suo onore e gloria!
Grazie, mio Dio, perché la tua volontà si compie in me e per me e per quanti lavorano a tua lode e gloria! Amen!

L’IMMINENTE SCIAGURA COLPIRÀ LA TERRA.



Dio Padre, l’Onnipotente Jahwè, avverte il suo amato popolo dell’imminente sciagura che colpirà la Terra.
Sentite il mio appello, o uomini, ravvedetevi perché Io, il Dio Onnipotente, metterò fine a questa maledizione di Satana.
Mando tra voi il mio Unigenito e vi forgio a vita nuova, anticipo il tempo per grazia ai miei eletti, tutti coloro che nell’attesa hanno urlato il mio intervento.
Io, Dio Padre, l’Onnipotente Jahwè, dichiaro la fine di questo mondo di peccato, apro la mia nuova Terra con tutti i miei eletti.

Disordini infiniti ora entreranno e provocheranno dolore e morte. Il nuovo ordine mondiale pensa di omettere la mia esistenza, … il suo fallimento è proprio in Me: … IO SONO L’ETERNO!
Andate alla mia Carità, o uomini, non disdegnate questo mio urlo di salvezza.
Il vostro Cibo è in Me, Io vi elargirò tutto di Me. La vita senza di Me non è vita ma è morte! Avanti, cospargetevi il capo di cenere e supplichevoli della mia Misericordia prostratevi a Me.

Il temporale è in atto, il mio sublime atto di misericordia è per tutti coloro che si convertiranno ora. Non posso dare altro tempo, tutto è compiuto, l’abominio è dichiarato, l’uomo iniquo sta per cadere! …IO SONO! Ricordate:… IO SONO!
Sposerò i miei eletti, essi parteciperanno alla mia Gloria, e nella mia Città santa abiteranno, Io li rinnoverò in Me.
Uscite dalle vostre iniquità, o uomini, il vostro tempo è finito, il terribile uragano è per entrare a gamba tesa, non potrete trovare rifugio se sarete lontani da Me.
La Terra tremerà ovunque, il cielo impazzirà, tuoni e lampi sulla Terra, la vostra vita si fermerà per sempre “SE” non sarete tornati a Colui che vi ha creati.
Uomini di Gerusalemme, le porte dell’Inferno sono aperte per i bastardi mentre per voi il Cielo si schiude per attrarvi a Sé.
Saranno ore terribili ma tutto deve succedere.
IO SONO !
Carbonia 11.05.2020

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO




Monsignor GAUME

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!


Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!



MONOTEISMO E TRINITA 

La nostra religione cattolica, secondo Paolo VI, sarebbe "una delle tre grandi religioni monoteiste". La religione cattolica, così, si accomunerebbe all'ebraica e all'islamica, perché queste "tre espressioni professano un identico monoteismo attraverso le tre vie più autentiche"I. Ma anche Giovanni Paolo II, nella "Tertio Millennio adveniente", arriva perfino ad auspicare che si possano preparare "incontri comuni, in luoghi significativi per le grandi religioni monoteiste" (paragrafo 53).
Ora, di fronte a queste affermazioni papali, si resta sbalorditi e sconcertati! Come si fa a sostenere che giudaismo e islamismo siano due delle "tre vie più autentiche" di fede, e che si possano preparare "incontri comuni" tra loro? Ma non sono erronee e persino aberranti queste affermazioni  per le gravi implicazioni che comportano? .. Infatti, eguagliare il nostro Dio a quello del giudaismo e dell'islamismo, per il fatto che sarebbe "Uno", si dovrebbe tacere della "Trinità", come elemento primariamente distintivo della nostra Religione, perché, in Dio, la Trinità delle Persone è inseparabile dall'unità della natura. Quindi, è erroneo e falsificante l'affermare e il propagandare che il Dio dei cristiani è "Uno" come quello degli Ebrei e dei Musulmani. I monoteisti, infatti, sono intrinsecamente differenziati tra loro, perché solo il Dio cristiano è trinitario. E questo è differenza ontologica, è differenza di natura, è differenza, quindi, irrinunciabile, che pone il nostro Dio in un Cielo a cui le altre due religioni monoteiste non possono neppure aspirare!
Inoltre, non va dimenticato che la nostra Fede differisce dalle altre non solo quando professiamo di credere in un Dio-Trinitario, ma anche quando professiamo la fede in Dio come unico Dio. San Tommaso d'Aquino, il principe dei Dottori della Chiesa, scrive:
«Credere a Dio non spetta agli infedeli, in quanto è un atto di fede. Essi, infatti, non credono che Dio esista nelle condizioni determinate dalla Fede. E quindi, in verità, non credono Dio, poiché ( •.. ) nelle cose semplici, se (in loro) c'è un difetto di conoscenza, non si conoscono affatto»2. E altrove specifica: «L'incredulo manca della vera conoscenza di Dio, e, con una conoscenza falsa, a Lui non si avvicina, ma si allontana maggiormente»3
Quindi, l'atto di fede è solo un atto cristiano. Il Dio esistente e creduto è solo quello rivelato da Gesù Cristo. Per Lui, le altre religioni, più che "religioni" sono "superstizioni"!
 Una simile affermazione, che sembra dirimere ogni discussione, oggi, però, sembra non valere più, dopo lo slogan ormai di moda: "cercare piuttosto ciò che è in comune tra le religioni di specie diverse".
È un detto-aforisma, questo, che Giovanni XXIII usò, per la prima volta, in apertura del Vaticano Il, nonostante che tutti i Papi precedenti avessero sempre insegnato il contrario. Nel loro Magistero, infatti, avevano distinto e separato la nostra religione, esaltandone le parti principali, per cui Essa solo è santa, e facendo di questa sua "santità" come la forma dei fattori di divisione nel mondo4• Stando, poi, a San Tommaso d'Aquino, noi cattolici, con gli "altri monoteisti" non abbiamo in comune nemmeno Dio:
«Chi non aderisce, come a regola infallibile e divina, all'insegnamento della Chiesa, che scaturisce dalla prima verità rivelata nella Sacra Scrittura, non ha l'abito della Fede, ma ne accetta le verità per motivi diversi dalla Fede. Se uno, per esempio, conosce una conclusione, senza il termine medio che lo dimostra, di essa non ha evidentemente la scienza, ma solo un'opinione»5
Quindi, quel "cercare piuttosto ciò che è in comune tra le religioni di specie diverse" non può essere che un atto grave, sotto due aspetti: quello metafisico e quello della Rivelazione.
l) L'aspetto metafisico: il mettere in comune cose diverse costituirebbe un'unità solo se si mettono assieme le "essenze", non le cose marginali. Ora, nella religione cristiana, l'unità non può avvenire, perché l'essenza è il Figlio. L'essere cristiani, quindi, non è un fatto accidentale, ma antologico. Infatti, noi siamo di Cristo, non solo come suo possesso, ma per partecipazione alla Sua natura.
2) L'aspetto religioso: c'è da rilevare che il Cristianesimo è discriminante, in quanto noi non siamo di fronte a una  filosofia, a un sistema religioso, ma bensì a una Persona divina, che ha rivelato il Mistero divino, e che riassume in Sé tutta la Rivelazione. Quindi, se si esclude Cristo, si esclude il principio della nostra religione, si esclude tutto il Cristianesimo. Cristo ha niente a che fare con le altre religioni; anzi, ne è "pietra d'inciampo"! Egli divide i popoli: quelli che Lo adorano e quelli che non Lo adorano. Perciò, chi adora Gesù Cristo, adora anche Dio; chi non adora Gesù Cristo, non adora nemmeno Dio. Quindi, escludendo Cristo, si esclude anche la Sua Parola, la Sua Autorità, la sua Legge, il suo Ordine, il suo Pensiero, il suo Amore, lo Spirito Santo. E questo vuoi dire escludere la Rivelazione stessa!

sac. Luigi Villa

11 maggio 2020 – Vivete le vostre vite per compiacere Me e gli altri



"Le decisioni che prendete nel momento presente determinano la vostra eternità. Nessuno raggiunge la santità limitandosi soltanto al pensare ad essa. Dovete, con tutto il cuore, amare Me senza riserve"


Ancora una volta, vedo una Grande Fiamma che ho conosciuto essere il Cuore di Dio Padre. Egli dice:

“Vi ho parlato ultimamente in riguardo alle decisioni. Le decisioni che prendete nel momento presente determinano la vostra eternità. Nessuno raggiunge la santità limitandosi soltanto al pensare ad essa. Dovete, con tutto il cuore, amare Me senza riserve. Allora, voi siete pronti a prendere decisioni santificanti. Il peccato è il cattivo frutto del porsi al primo posto – (al di sopra) di Me e di tutti gli altri. Questo tipo di amore è peccaminoso e distruttivo per la vostra fede”.
“Vivete le vostre vite per compiacere Me e gli altri. Questo tipo di amore altruista porta buoni frutti e fa del vostro cuore una luce in mezzo alle tenebre del peccato che sta consumando il cuore del mondo. Questo amore disinteressato può cambiare la direzione del futuro del mondo”.
Leggi Efesini 5:6-11
Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l’ira di Dio sopra coloro che gli resistono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente.
Holy Love

mercoledì 13 maggio 2020





AMOR PROPRIO 

“Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la  sua croce e mi segua”. Per seguire Gesù dobbiamo  imparare a lottare. Veronica nel suo cammino ha  combattuto dure battaglie contro il proprio egoismo. Lei ci  insegna che per accogliere la grazia dobbiamo liberare il  cuore dal nostro “io”. 

Quanto mi abbia dato da fare è cosa incredibile; e mi sembra che il  difficile e più crudele nemico che abbiamo, siamo noi stessi. (D I,  286) L’amor proprio è quell’impedimento per cui l’amore di Dio  non ha tutto il dominio in me. (D III, 1105) 

santa  Veronica Giuliani

Figli, basta con il silenzio per paura, ma testimoniate e cantate inni al Signore, il silenzio, per paura non porterà la pace, ma sarà un sottomettersi alle seduzioni del demonio.



Trevignano Romano, 12 maggio 2020.

Cari figli, grazie per essere uniti nella preghiera e per aver ascoltato la mia chiamata nel vostro cuore. Amati figli miei, non temete, non ragionate con la testa, ma con il cuore. Affidate a me tutte le vostre paure e Io sarò sempre con voi. Presto, mio figlio Gesù arriverà a distruggere il giardino che Satana si è creato: non credete alle sue bugie e alle sue illusioni. Quanti purtroppo fanno parte di questo giardino putrido! Solo il Signore porterà letizia, pace, gioia e amore. Mio Figlio è davvero costernato per la profanazione del suo corpo che è in atto. Figli, basta con il silenzio per paura, ma testimoniate e cantate inni al Signore, il silenzio, per paura non porterà la pace, ma sarà un sottomettersi alle seduzioni del demonio. Ora vi lascio, ma sappiate che Io sono con voi. Ora vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

IL PROBLEMA DELL'ORA PRESENTE ANTAGONISMO TRA DUE CIVILTA'



LA FRAMASSONERIA DENUNCIATA

Prima di far qui un brevissimo compendio dell'opera del Barruel, è opportuno che i nostri lettori facciano conoscenza coll'autore, onde sappiano qual credito gli debbano accordare.

Agostino Barruel nacque il 2 ottobre 1741.Suo padre era luogotenente del podestà di Vivarais. Egli fece i suoi studi ed entrò nella Compagnia di Gesù. Quando essa fu minacciata, si recò in Austria dove pronunciò i suoi primi voti. Soggiornò alcuni anni in Boemia, poi in Moravia e fu professore a Vienna, nel collegio Teresiano. Più tardi fu mandato in Italia ed a Roma. Egli ritornò in Francia dopo la soppressione del suo Ordine. Il suo stato rendendolo indipendente, si consacrò intieramente ai lavori filosofici e storici, e pubblicò fin d'allora delle opere le quali, sebbene di più volumi, raggiunsero la quinta edizione.

Dal 1788 al 1792 egli diresse quasi solo il Journal ecelésiastique, pubblicazione settimanale delle più preziose per la storia letteraria ed ecclesiastica della seconda metà del XVIII secolo. Nel prenderne la direzione, Barruel disse a' suoi lettori: "Noi sentiamo tutto il peso e tutta l'estensione dei doveri che c'imponiamo. Noi prevediamo con spavento tutta la assiduità che esigono e ci interdiciamo, d'ora innanzi, ogni occupazione che potesse distrarcene. Ma consacrati per vocazione al culto del vero Dio, alla difesa delle nostre sante verità, oh! come questi medesimi doveri ci diventano cari! Si, questo aspetto sotto il quale ci piace considerare le nostre funzioni di giornalista cattolico, ce le rende preziose". Egli manifestò in tutte le sue opere questo spirito di fede.

Quanto più i giorni si facevano tristi, tanto più l'ab. Barruel raddoppiava lo zelo e la vigilanza. Egli cangiava di frequente domicilio per sfuggire al mandato d'arresto. Dopo il 10 d'agosto dovette sospendere la pubblicazione del suo giornale e passare in Normandia. Di là, si rifugiò in Inghilterra.

Pubblicò a Londra, nel 1794, una Storia del Clero di Francia durante la Rivoluzione. Là ancora concepì il piano della sua grande opera: Mémoires pour servir à l'histoire du jacobinisme. Lavorò quattro anni a raccogliere e ordinare i materiali delle prime parti. I volumi I e II comparvero a Londra nel 1796.

Nel 1798, furono ristampati ad Amburgo, accompagnati da un terzo, intorno alla setta degli Illuminati. I due ultimi comparirono parimenti ad Amburgo nel 1803. Barruel ne pubblicò una seconda edizione "riveduta e corretta dall'autore", nel 1818, due anni prima della sua morte, a Lione, presso Tèodoro Pitrat.

Bisogna leggerla tutta quanta quest'opera se si vuol conoscere a fondo la Rivoluzione. Per scriverla, l'ab. Barruel ebbe le rivelazioni dirette di molti dei principali personaggi dell'epoca, e trovò in Germania una serie di documenti di prim'ordine. "E io devo rendere al pubblico - dice nelle Observations préliminaires del terzo volume, quello che tratta degli Illuminati - un conto speciale delle opere da cui tolgo le mie prove". Egli presenta una lista delle principali, fino a dieci, con un cenno su ciascuna di esse, che permette di giudicare della loro autenticità. La lista delle opere si completa con quella di molti altri documenti meno importanti. Ed aggiunge: "Ciò è tanto quanto basta per vedere che io non scrivo intorno agli Illuminati senza cognizione di causa. Io vorrei in segno di riconoscenza poter nominare coloro la cui corrispondenza mi ha fornito nuovi aiuti, lettere, memorie che non potrò apprezzare mai troppo; ma questa riconoscenza diverrebbe per loro fatale". E più lungi: "Quello che io cito, l'ho davanti agli occhi e lo traduco; e quando traduco, il che avviene spesso, cose che fanno stupire, cose che appena si crederebbero possibili, io cito il testo medesimo, invitando ognuno a spiegarlo, ovvero a farselo spiegare ed a verificarlo. Io raffronto anche le diverse testimonianze, sempre col libro in mano. Io non fo menzione d'una sola legge nel codice dell'Ordine, senza le prove della legge o della sua pratica".

Ritornato in Francia, fu consultato sull'argomento della promessa di fedeltà alla Costituzione, sostituita, con decreto 18 dicembre 1799, a tutti i giuramenti anteriori. Egli pubblicò il dì 8 luglio 1800, un avviso favorevole. Le sue ragioni, assai chiare e precise, aggiunte alle spiegazioni del Moniteur, dichiarato giornale ufficiale, decisero Emery e il consiglio arcivescovile di Parigi a pronunciarsi in favore della legittimità della promessa. Alcuni, in quest'occasione, accusarono Barruel di adulare il Bonaparte per guadagnarsi i suoi favori. Ben lungi dall'adulare, l'ab. Barruel ha dimostrato un'audacia inaudita: parlando dei primo Console, lo chiama "il flagello di Dio". Nel
1800 egli aggiunge: "Se tutti i principi d'Europa riconoscessero la Repubblica, io non voglio per questo che Luigi XVIII sia meno il vero crede di Luigi XVI. Io sono francese. Il consenso degli altri sovrani su questo oggetto è per me tanto nullo quanto quello dei Giacobini; esso può bensì diminuire la mia speranza, togliere i mezzi, ma non distrugge per nulla il diritto" (L'Evangile et le clergé francaise. Sur la soumissioti des pasteurs dans les révolutions des empires, p. 75. Londres).

Barruel non rientrò in Francia che nel 1802. Vi prese a difendere il Concordato e pubblicò su questo argomento il suo trattato Du Pape et de ses droits regaux à l'occasion du Concordat (Paris, 1803, 2 vol. in VIII). Durante l'Impero, Barruel si tenne in disparte, non ricevette alcun posto né assegno.

Intraprese la confutazione della filosofia di Kant. Nell'affare del cardinale Maury, Napoleone ebbe sospetto che egli avesse propagato il Breve di Pio VII e lo fece mettere in prigione nell'età di settanta anni. La polizia lo perseguitò pure nei Cento Giorni. Terminò la sua vita nella casa dei suoi padri, a Villanova de Bery, nell'età di ottanta anni, il 5 ottobre 1820.

Era necessario entrare in questi dettagli per mostrare quanto questo autore si meriti la nostra confidenza. Ecco chi finirà di conciliargliela.

Delasuss, Henri

DAL MESSAGGIO DELL’11 MAGGIO 2020: “IL TEMPIO DI ROMA PROFANATO DAI MALEDETTI SERPENTI”. SI RIPUBBLICA IL SEGUENTE MESSAGGIO DI CONFRONTO DATATO 20 BIS FEBBRAIO 2019.



Carbonia 20 bis febbraio 2019
Nella Chiesa il fumo di Satana fuoriesce fin dalle fessure del tempio:
tutto è corrotto, la mia Parola capovolta, il Santo Vangelo non esiste più, un nuovo vangelo ha preso il posto del Mio ed è quello di Satana!

Gesù dice: unitevi a Me per essere come Me.
Ecco, tutto è compiuto!
Il Mio arrivo sulla Terra è già stabilito, il Padre Mi urla la Sua Giustizia!

Figli Miei, non siate come gli ipocriti, mettete in voi la pace e l’amore, state fedeli al mio Santo Vangelo e, uniti in un cuor solo e un’anima sola, avviatevi alla vittoria in Me.
Sono con voi per annunciarvi il mio ritorno! 
Sono con voi per benedirvi in Me! 
Sono con voi per dirvi tutto il mio bene per voi!

Mostratevi degni del mio Amore per voi e non dubitate mai del mio Amore, non abbiate mai dubbi sulla Mia Parola, sulla Verità di Dio nelle Sacre Scritture.
Ora mettetevi in armonia a Me, siate obbedienti e siate santi.

Il vostro Dio vi annuncia il breve tempo che ormai vi resta a disposizione per ultimare tutte le cose. Nutritevi della mia Parola e soddisfatevi in Me, solo Io sono il Santo, solo Io sono Colui che vi donerà la vita in eterno.
Nella Chiesa il fumo di Satana fuoriesce fin dalle fessure del tempio: tutto è corrotto, la mia Parola capovolta, il Santo Vangelo non esiste più, un nuovo vangelo ha preso il posto del mio ed è quello di Satana.
Cari figli dell’Amore, state per assistere all’evento più singolare della storia della Chiesa: ecco che il tempio si frattura!
Gli uomini di Dio si raduneranno in un luogo lontano dal Vaticano e dalle chiese nel mondo, essi saranno presi dai miei Angeli e saranno messi al sicuro dalla grande catastrofe che subirà la falsa chiesa, uomini vendutisi a Satana per il potere nelle cose di questo mondo.
• Farò crollare le mura del Vaticano!
• Il Colosseo sarà distrutto!
• Un grande terremoto distruggerà Roma!
• Un grande fuoco arderà Roma!
• L’acqua passerà attraverso Roma!
• I due mari si uniranno!
• L’Italia sarà divisa!
• Lo stivale non avrà più l’aspetto conosciuto!

Quando il tuono si avvertirà nel cielo, sappiate che quello sarà il momento che Io prenderò con Me tutti i miei figli e li metterò in salvo dalla grande distruzione che subirà la Terra.
L’attacco è prossimo, il nemico entrerà in Vaticano e prenderà possesso del tempio. 
Roma vivrà nel terrore!

Hanno dato fuoco alla Mia Parola, ora prenderanno ciò che si sono meritati! 
Fuori i mercanti dal tempio! 
Fuori i malfattori dalla Casa del Signore!

Dio ama il suo popolo e concederà ad esso un tempio nuovo, un tempio di sacerdoti santi. 
La sua Chiesa si ergerà nuova sulla Terra e tutti conosceranno l’Unico e Vero Dio, il Dio Amore, il Dio Creatore.

Ponetevi in silenzio a marciare al fianco di Maria. 
Questo è il tempo dedicato a Maria, Ella è vittoriosa in suo Figlio Gesù!
Corredentrice nell’ultima Opera in salvezza.

Sarà Lei, Madre di tutti i popoli, il “rifugio”.
Per il mandato ricevuto dal Padre, quale Donna di Obbedienza e Carità, espleterà alla grande il suo compito. 
Dio La porrà Quale Donna e Madre di salvezza e tutti i popoli L’ameranno in eterno!
Dio sarà al suo fianco per l’eternità con tutti i suoi figli. Amen!

Vi benedico e vi consacro al Mio Sacro Cuore. State fermi in Me.

Dio compirà miracoli su tutti coloro che risponderanno al suo appello.

II quantitativo di energia richiesto per realizzare un’asciugatura così rapida e così naturale avrebbe dovuto incenerire tutti i presenti. Dato che quest’aspetto del miracolo contraddice radicalmente le leggi della natura, nessun demone avrebbe mai potuto realizzarlo.



La Battaglia  Finale del Diavolo

Un altro fatto incredibile: tutte quelle persone, che erano per la  maggior parte bagnate fino alle ossa, constatarono con gioia e stupore  d’essere all’improvviso perfettamente asciutte. Il fatto è attestato dal  processo per la beatificazione di Giacinta e Francesco, che avvenne  infine ufficialmente il 13 maggio 2000.

“Nel momento in cui meno ce lo aspettavamo, i nostri vestiti  risultarono completamente asciutti”. (Maria do Carmo)31

“Il mio vestito si asciugò in un istante”. (Giovanni Carreira)32

Lo studioso Marques da Cruz ha lasciato la seguente testimonianza: “Questa grande folla era bagnata fradicia, perché aveva  piovuto incessantemente sin dall’alba. Ma – anche se può sembrare  incredibile – dopo il grande miracolo tutti si sentirono a loro agio e trovarono i propri vestiti decisamente asciutti, cosa che lasciò  stupiti tutti quanti … la verità di questo fatto è stata testimoniata da decine di persone di assoluta credibilità, alcune delle quali sono  ancora vive (nel 1937), e che conoscevo assai bene fin dalla mia  infanzia, e da tante altre persone di diverse parti del paese che  erano presenti in quel momento”.33

Sotto un certo punto di vista, si tratta forse dell’effetto più  sorprendente del miracolo e la prova più evidente che esso sia  avvenuto realmente. II quantitativo di energia richiesto per realizzare  un’asciugatura così rapida e così naturale avrebbe dovuto incenerire  tutti i presenti. Dato che quest’aspetto del miracolo contraddice  radicalmente le leggi della natura, nessun demone avrebbe mai potuto  realizzarlo.
Infine, si verificarono anche molti miracolosi casi di conversione.  Ecco cosa scrisse al riguardo John Haffert, nel suo libro Meet the  Witnesses (Incontriamo i testimoni):

“Il capitano del reggimento di soldati che erano presenti quel  giorno sul monte – e che avevano ricevuto ordine di far sgombrare la folla – si convertì istantaneamente. Altre centinaia di non credenti lo seguirono, come dimostreranno le loro testimonianze”.34

“C’era un non credente che aveva passato tutta la mattina a  prendere in giro i ‘sempliciotti’ che erano andati fino a Fatima solo per vedere una ragazzina. Ora sembrava paralizzato, i suoi occhi  fissati sul sole. Cominciò a tremare dalla testa ai piedi e levando le sue braccia, si inginocchiò nel fango ed invocò Dio”. (Padre  Lourenço)35

“Vivo a 29 chilometri da Fatima. Nel maggio del 1917 ci  venne raccontato delle straordinarie apparizioni, ma le notizie ci giungevano mischiate alle fantasie della gente. In principio,  ovviamente, non ci credei. Pensavo sinceramente che si trattasse  solo dell’immaginazione di qualcuno … su richiesta di mia madre, mi recai ancora una volta alla Cova da Iria ad agosto, durante le apparizioni. Per l’ennesima volta tornai a casa scoraggiato e  deluso. Ma in quell’occasione, accadde qualcosa di straordinario.  Mia madre, che aveva avuto un grosso tumore all’occhio negli  ultimi anni, guarì. I dottori che l’avevano avuta in cura non furono in grado di spiegare una tale guarigione. Tuttavia, ancora non  credei alle apparizioni. Finalmente, e sempre su richiesta di mia  madre, tornai alla Cova da Iria ancora una volta, il 13 ottobre...  Malgrado ciò che era successo a mia madre, ero ancora deluso e  non credevo nelle apparizioni. Così mi sedetti nella mia macchina e  all’improvviso vidi che tutti guardavano verso il cielo. La curiosità,  come è naturale, attirò il mio sguardo, così uscii dalla macchina e mi misi a guardare il cielo anch’io … da quelle centinaia di bocche  udii parole di fede e di amore verso la Beata Vergine. Ed allora  credei anche io”. (Mario Godinho, ingegnere)36

Tanti altri casi di guarigioni e conversioni sono documentati in vari  libri, tra i quali: Documentação Crítica de Fátima e Fatima From the  Beginning (Fatima sin dal principio).37
A coloro che dissero che il miracolo non era stato altro che un  prodotto dell’“isteria collettiva” che aveva colpito i presenti, Dio Stesso  concepì una pronta confutazione: il fenomeno fu osservato ben oltre i  confini di Fatima. Testimoni del tutto credibili, che si trovavano quel  giorno lontani dalla Cova da Iria, raccontano di aver visto l’incredibile  evento della danza del sole, esattamente come i 70.000 pellegrini  radunati attorno all’elce dove era apparsa la Vergine.38
Nel piccolo villaggio di Alburitel, a 16 chilometri da Fatima, l’intera  cittadina fu in grado di partecipare alla visione del prodigio del sole.  La testimonianza che viene generalmente più citata, in quanto la più  dettagliata, è quella di Padre Inacio Lourenço. Ma ciò che egli afferma  d‘aver visto fu confermato, punto su punto, da tutti gli abitanti del  villaggio, a domanda diretta dei cronisti.

I testimoni dell’evento furono davvero tantissimi e le loro  testimonianze coincidono; siamo letteralmente sommersi dai documenti  che ci hanno lasciato.39
In primo luogo apparvero sulla stampa portoghese vari articoli sulla  vicenda. È degno di nota il fatto che i primi a riportare le testimonianze  furono proprio i giornalisti anticlericali. I 3 articoli di Avelino de  Almeida – quello del 13 ottobre, scritto prima dell’evento, l’altro del 15  ottobre, composto a Vila Nova de Ourem, la sera del 13, ed un terzo  articolo del 29 ottobre – meritano una menzione speciale. Malgrado  l’ironia Voltairiana ed il tono canzonatorio che ispira parte del primo  articolo, malgrado il prevedibile tono anticlericale che ancora permea  l’articolo del 15, questi testi – composti da un giornalista comunque  dotato d’intelligenza e che, malgrado tutto, era una persona onesta e  coscienziosa – sono documenti storici di fondamentale importanza.40  Ma egli non fu l’unico a raccontare gli eventi, perché altri giornalisti  erano presenti alla Cova da Iria.
Arrivarono poi le inchieste ufficiali. Nel novembre del 1917, su  richiesta del Vescovo de Lima Vidal, che amministrava all’epoca la  diocesi di Lisbona, il parroco di Fatima condusse le proprie indagini ed  interrogò diversi testimoni della parrocchia. Sfortunatamente per noi,  egli trascrisse solo quattro deposizioni!
Le inchieste degli storici riescono per fortuna a compensare le  negligenze degli investigatori ufficiali. Il rapporto di Padre Formigao,  che ottenne un racconto dettagliatissimo da parte del Dr. José Maria de  Almeida Garrett, professore dell’Università delle Scienze di Coimbra,  è il più scientifico tra quelli che abbiamo a nostra disposizione.41 In  aggiunta a questi, abbiamo i rapporti di Padre da Fonseca (il cui lavoro  fu compiuto per verificare i punti messi in discussione da Padre Dhanis,42  che si era rifiutato di esaminare le prove), Padre de Marchi, il canonico  Barthas, Padre Dias Coelho e Padre Richard.
Nel 1977, in occasione del sessantesimo anniversario dell’ultima  apparizione, fu ancora possibile radunare a Fatima più di trenta persone  che erano state presenti al prodigio del sole e che poterono ricordare  quegli straordinari eventi. Grazie a queste numerose testimonianze,  è oggi possibile ricostruire un resoconto dettagliatissimo, minuto per  minuto e ora per ora, di quel giorno decisivo, sicuramente uno dei più  importanti della storia mondiale. L’importanza del miracolo del sole  del 13 ottobre 1917 fu così grande che persino Hollywood, nel 1952,  credette nella sua autenticità producendo un film con Gilbert Roland,  divenuto oramai un classico del cinema, intitolato “Nostra Signora di  Fatima”, tuttora disponibile in video.
Perché questo giorno è così importante? Perché è il giorno in cui un  Messaggio celeste, portato dalla Madre di Dio, fu autenticato oltre ogni  ragionevole dubbio; un messaggio che - a più di 90 anni di distanza – si  pone direttamente al centro della pericolosa situazione in cui versano la  Chiesa e l’umanità dei giorni nostri, offrendoci una via di uscita.

Padre Paul Kramer