Delasuss, Henri;
Il problema dell'ora presente. Antagonismo tra due civiltà
(I Parte - Guerra alla civiltà cristiana)
COSTITUZIONE DELL'ALTA VENDITA
Prima d'entrar a narrare le geste dell'Alta Vendita, dobbiamo farla meglio conoscere.
L'Alta Vendita non si componeva che di quaranta membri, tutti nascosti sotto lo pseudonimo, nelle lettere che fra loro si scambiavano. "Per un riguardo di alta convenienza - dice Crétineau-Joly - non vogliamo violare il segreto di questi pseudonimi che oggidì protegge il pentimento o la tomba. La storia sarà forse un giorno meno indulgente della Chiesa".
La ragione si è che questi congiurati erano per la maggior parte il fiore del patriziato romano per nascita e ricchezza, come lo era il Carbonarismo per l'ingegno e l'odio antireligioso. Come si vedrà, alcuni erano ebrei. Era necessario che il Ghetto vi entrasse. Eckert, Gougenot-Desmoussaux, Disraeli, si accordano nell'affermare che gli ebrei sono i veri ispiratori di tutto ciò che la framassoneria concepisce e fa, e che sono sempre in maggioranza nel Consiglio superiore delle società segrete.
Il capo dei quaranta avea preso il nome di Nubius, l'uomo delle tenebre e del mistero. Era un gran signore, che occupava in Roma un alto grado nella diplomazia, il che lo metteva a contatto coi Cardinali e con tutta l'aristocrazia romana.
Quando fu decisa dal supremo Consiglio la creazione dell'Alta Vendita, egli era l' unico designato ad assumerne la direzione. Non avea ancora trent'anni e già della sua fama echeggiavano le loggie d'Italia, di Francia e d'Alemagna.
"Egli è qui, è là - scrive Crétineau-Joly - temperando o infiammando lo zelo, organizzando in ogni luogo una congiura permanente contro la S. Sede, ora sotto un nome, ora sotto un altro". La missione speciale che il Consiglio supremo voleva affidare all'Alta Vendita, era per l'appunto di preparare l'assalto finale al sommo Pontificato. Nubius avea dato prove di aver compreso che la framassoneria altro non è che la contro-Chiesa, la Chiesa di Satana, e che per renderla trionfante della Chiesa di Dio, era mestieri attaccarla nel Capo. E ciò che fece cadere i voti sopra di lui onde attuare i disegni che si meditavano.
Ecco il ritratto che ne fa Crétineau-Joly:
"Nubius ha ricevuto dal cielo tutti i doni che creano il prestigio intorno a sé. Egli è bello, ricco, eloquente, prodigo del suo oro come della sua vita; egli ha clienti ed adulatori. È nell'età delle imprudenze e degli esaltamenti, ma impone al suo capo ed al suo cuore un tal cómpito di ipocrisia e di audacia, e lo sa eseguire con sì mirabile destrezza, che oggidì, quando tutti i mezzi che egli metteva in azione son falliti uno dopo l'altro, si resta ancora spaventati dell'arte infernale che quest'uomo spiegò nella sua lotta contro la fede del popolo. Egli solo, Nubius, è corrotto quanto un intiero ergastolo. Sorride sempre quando è in compagnia, per darsi il diritto di esser più serio in seno delle società occulte ch'ei fonda o dirige. Si vede dalle sue lettere indirizzate a' membri influenti dell'associazione occulta che, grazie al suo nome, alla sua fortuna, alla sua figura, all'estrema sua prudenza per evitare ogni questione irritante o politica, egli si è creato in Roma una posizione sicura da ogni sospetto.
"Da Parigi, Buonarroti, Carlo Testa, Voyer d'Argenson, Bayard, il generale Lafayette, Saint-Simon, Schonen e Merilhou lo consultano come l'oracolo di Delfo. Dal seno della Germania, da Monaco come da Dresda, da Berlino come da Vienna o da Pietroburgo, i capi delle principali Vendite, Tscharner, Heymann, Jacobi, Chodzko, Lieven, Pestel, Mouravieff, Strauss, Pallavicini, Driesten, Bem, Bathyani, Oppenheim, Klauss e Carolus lo interrogano sulla via da seguire, di fronte al tale o tal altro avvenimento: e questo giovane uomo, la cui attività è prodigiosa, risponde a tutto, organizzando in ogni luogo una congiura permanente contro la S. Sede".
Nubius tenne il timone della Vendita suprema fin verso il 1844. A questo punto, gli si fece bere
l'Acqua toffana. Egli cadde tosto in una malattia che i più celebri medici non riuscirono a comprendere né ad arrestare. Questo brillante diplomatico ed abilissimo cospiratore, sentì annebbiarsi d'improvviso la sua intelligenza e la sua vita spegnersi nell'idiotismo: furono quattro anni di agonia. Egli lasciò Roma e andò a nascondersi a Malta, dove morì nel 1848, nel momento in cui il lavoro degli intellettuali della setta era ormai ritenuto abbastanza inoltrato perché al partito incaricato dell'azione fosse dato l'ordine di mettersi in moto.
Piccolo Tigre (le Petit Tigre) uno dei primi luogotenenti di Nubius era ebreo. "La sua attività è infaticabile - scrive Crétineau-Joly - egli non cessa di correr dappertutto per suscitare nemici al Calvario. Ora egli è a Parigi, ora a Londra, talvolta a Vienna, spesso a Berlino. Dovunque lascia traccie del suo passaggio, dovunque affiglia alle società segrete, ed anche all'Alta Vendita, degli zelanti sui quali l'empietà può fare assegnamento. Agli occhi dei governi e della polizia, è un mercante d'oro e d'argento, uno di quei banchieri cosmopoliti, i quali non vivono che di affari, e non si occupano che del loro commercio. Veduto da presso, studiato alla luce della sua corrispondenza, quest'uomo è uno degli agenti più accorti della distruzione preparata. È l'anello invisibile che riunisce nella stessa comunità di trame tutte le corruzioni secondarie che lavorano alla distruzione della Chiesa".
Un terzo, Gaetano, è un ricco lombardo che avea trovato modo di servire la setta e di tradir l'Austria, diventando, a forza d'ipocrisie, il confidente e il segretario intimo del principe di Metternich. I grandi ministri, come vedremo, i re e gl'imperatori hanno sempre presso di loro un delegato della setta, che sa loro ispirare fiducia e piegarli a favorire, coscientemente o no, l'attuazione dei disegni delle società segrete. Dall'altezza del suo posto, Gaetano osserva ciò che accade in Europa; conosce appieno i segreti di tutte le corti, ed è in corrispondenza (secondo le indicazioni del momento) con Nubius, con Piccolo Tigre, con Volpe (le Renard), con Vindice (le Vengeur), con Beppo: in una parola con tutti quelli che hanno assunto l'impresa - come scrive Crétineau-Joly - di distruggere il cattolicismo, e di far trionfare l'idea rivoluzionaria.
Essi non sono che quaranta, ma scelti fra i più intelligenti, i più astuti e i più atti ad esercitare, non solo nel mondo massonico, ma nel "mondo profano", l'influenza più efficace e più estesa.
Esaminati e scelti accuratamente, non è loro permesso di declinare il pericoloso mandato. Iniziati, son costretti ad avvolgersi nel mistero, ed è loro imposta l'abnegazione più assoluta. "Il trionfo dell'opera nostra - dice Nubius nella lettera a Volpe in cui gli annunzia l'assunta direzione della Vendita suprema - il trionfo della nostra opera dipende dal più profondo mistero; e nelle Vendite noi dobbiamo trovare l'iniziato sempre pronto, come il cristiano dell'Imitazione, "ad amare di essere sconosciuto e riputato per niente".
Non erano solamente i personaggi componenti l'Alta Vendita che doveano avvolgersi nelle tenebre, ma l'Alta Vendita medesima. Tutto, fino alla sua origine, dovea restare ignoto alle Vendite ed alle Loggie le quali tuttavia ricevevano da essa la direzione e l'impulso. Nubius, Volpe e gli altri erano personalmente accreditati presso di loro; esse obbedivano ad una parola. a un segno di questi privilegiati della setta; ma tutto quello che sapevano, si è che era necessario eseguire gli ordini dati senza saperne né l'origine né lo scopo. Questi ordini da cui era governata l'Europa sotterranea erano in tal modo misteriosamente trasmessi, di grado in grado, fino alla loggia più remota.
Mazzini, l'anima del Carbonarismo, da cui erano stati sorteggiati i quaranta, Mazzini stesso non poté penetrare questo mistero. "Per l'istinto della sua natura profondamente viziosa scrive Crétineau-Joly - Mazzini dubitò che esistesse, al di fuori dei quadri componenti le società segrete, una affigliazione particolare. Si credette in dovere di sollecitare l'onore di far parte di quest' avanguardia scelta. S'ignora per mezzo di chi o come, ci presentasse la domanda; soltanto una lettera di Nubius ad un certo personaggio noto nell'Alta Vendita sotto il nome di Beppo, ci fa conoscere il categorico rifiuto opposto dalla Vendita:
"Voi sapete - gli scrive il 7 aprile 1836 - che Mazzini si è ritenuto degno di cooperare con noi nell'opera massima dei nostri giorni. La Vendita suprema ha deciso diversamente.
"Mazzini ha troppo l'aria di un cospiratore da melodramma, perché possiamo affidargli un mandato oscuro che noi ci rassegniamo a compiere fino al trionfo. Mazzini ama parlare di molte cose, e sopratutto di sé ... ; che egli fabbrichi a suo bell'agio giovani Italie, giovani Alemagne, giovani Francie, giovani Polonie, giovani Svizzere, ecc.; se ciò può giovare al suo insaziabile orgoglio, noi non ci opponiamo, ma fategli capire nel modo migliore che vi suggerisce la convenienza, che l'associazione a cui egli accenna non esiste più, se pure è mai esistita; che voi non la conoscete punto, e che, quand'anche esistesse, siete in dovere di dichiarargli che sarebbesi ingannato assai scegliendo quella via per entrarvi. Ammesso il caso che essa esista, questa Vendita è certamente superiore a tutte le altre; è il S. Giovanni in Laterano: caput et mater omnium ecclesiarum. Vi sono chiamati gli eletti che soli sono giudicati degni d'esservi introdotti. Fino al giorno d'oggi, Mazzini ne sarebbe stato escluso; non pensa egli che mettendosi di mezzo, per forza o per astuzia, in un segreto che non gli appartiene, si espone forse a pericoli che egli fece già correr a più d'uno? Acconciate questa ultima frase a vostro modo, ma fatela pervenire al gran pontefice del pugnale; ed io che conosco la sua raffinata prudenza, scommetto che questo pensiero produrrà un certo effetto sull'intromettitore".
Nubius non s'ingannò guari in questo giudizio del Mazzini, e negli archivi della Vendita suprema non si trovano più traccie di nessuna comunicazione del povero Giuseppe relativa a questa dimanda. La minaccia indiretta di un colpo di stile gli fece rientrare "fino al fondo del cuore il sentimento del suo orgoglio".
Infine, per colmo del mistero, i quaranta membri dell'Alta Vendita, non sapevano neppur essi d'onde venisse l'impulso al quale obbedivano, d'onde gli ordini di trasmettere o da eseguire.
Uno di essi, il Malegani, scrive al dottor Breidenstein nel 1836: "Noi vogliamo infrangere ogni specie di giogo, e ve n'ha uno che non si vede, che si sente appena, e che pesa sopra di noi. D'onde viene? Dove si trova? Nessuno lo sa, od almeno nessuno lo dice. L'associazione è segreta, anche per noi che siamo i veterani delle società segrete. Si esigono cose da noi che, talvolta, ci fanno drizzare i capelli sulla testa; e lo credereste? mi si riferisce da Roma che due dei nostri, ben conosciuti per l'odio che hanno contro il fanatismo, furono obbligati, da un ordine del Capo supremo, d'inginocchiarsi e fare la comunione nell'ultima Pasqua. Io non cerco ragioni per obbedire, ma vorrei ben sapere dove ci conducono queste cappuccinate". Ecco il vero perinde ac cadaver. E sono questi schiavi d'un padrone che si sottrae ai loro sguardi, questi uomini che si sentono sempre la punta del pugnale nel dorso, che fanno leggi contro i religiosi, per l'orrore, dicon essi, d'un voto di obbedienza!