L'Inferno, allora, esiste davvero? Ma che cosa è questo inferno, se esiste davvero ??
Ne parlano tanto anche nella pubblicità, è un tema di grande suggestione, che sollecita la fantasia, tant'è che si vedono spesso diavoli e diavoletti un pò dappertutto, come elemento di grande spettacolarizzazione; ma è un argomento sul quale non conviene tanto scherzare.Da cattolico convinto io credo che l'Inferno esista, non solo perchè è nella rivelazione cristiana, ma perchè è nelle cose, è una esigenza estrema della giustizia.Molto spesso chi ne parla tanto e ci scherza sopra non ci crede, e lo fa per banalizzare una intima paura che in fondo esiste nel cuore di tutti gli uomini; almeno un interrogativo, un dubbio dimora nel pensiero di tutti, anche nella mente dei non credenti.Che l'anima sia immortale lo credono un pò tutti, anche gli atei: in fondo ha poco senso una vita animale ripetitiva, fatta delle stesse cose tutti i giorni, che si conclude con un invecchiare e con la sofferenza che ti fa compagnia tutti i giorni, fino alla conclusione dell'esistenza.Viene un pò a tutti il dubbio che in fondo di tutta la vita ciò che più conta è l'esperienza spirituale, immateriale, fatta di sentimenti, di conoscenza, di incontri, di fallimenti ma anche di successi, e soprattutto di amore.Ogni esperienza di vita umana si conclude con una ricchezza, o una povertà, spirituale che è troppo preziosa perchè vada sprecata.L'eternità è il consolidamento, il perfezionamento, delle tante ricchezze o povertà esperienziali alle quali perveniamo alla fine della nostra vita.Via via che si invecchia diventa sempre più chiara la trama della nostra esistenza oppure il senso, o la mancanza di senso, della nostra vita e del suo intreccio con le altre vite, in qualche modo coniugate alla nostra.E’ in questa chiarezza che via via si delinea e diviene sempre maggiore la responsabilità nostra di apportare le correzioni di rotta dovute e necessarie.L'inferno è la necessità estrema e definitiva di inchiodare alle loro responsabilità, una volta e per tutte, quelle persone che fino all'ultimo istante si sono rifiutate di emendare la loro vita dall'ingiustizia perpetrata nei confronti del prossimo, dallo spirito di tortura, dallo spirito di sopraffazione, dalla violenza insita nell'estremo egoismo esistenziale, nella legge del più forte, nella legge della superiorità della razza dominante.Dio non ha creato l'inferno; esso è una condizione più che un luogo, generata dalla perdita di Dio che è vita, amore, gioia, luce infinita. La Madonna nelle tante apparizioni a Medjugorie, ma anche altrove, non fa che ripetere che Dio ha creato l'uomo per la vita, non per la morte; ma ci sono persone che già in questa vita vivono una vita apparente, vegetativa, quasi animale, avendo persa la vita spirituale, vivono come morti viventi: dopo la morte fisica solo continuano il loro stato di disperazione, ma in modo più perfettamente disperante, in modo molto più doloroso, anche per la mancanza di consolazioni.Quando riflettiamo sui fiumi di dolore che scorrono nel mondo, sulla pace delle famiglie turbata per futili motivi, sull'ingiusto arricchimento di pochi pagato con il dolore, le lacrime e l'impoverimento di molti; quando pensiamo al cappio sistematico dei poteri onnipotenti della terra, le lobby, i poteri politici e gli altri poteri meno visibili, che si alleano calpestando ogni regola etica per macinare le masse, per speculare su salariati e pensionati alla fame, attuando una forma di neoschiavismo che è peggiore delle antiche forme di schiavitù che la storia ha conosciuto, quando pensiamo tutto questo realizziamo che una forma di giustizia, perfetta ed estrema, dopo la morte fisica dell'uomo è una necessità oggettiva e non solo una esigenza della Divina giustizia.In fondo l'uomo nasce per essere, e per sua responsabilità finisce per diventare ciò che ha fatto. L'uomo infatti è ciò che fa.E l’uomo sa compiere solo il male, se non è assistito dalla Grazia divina: ma Dio non abbandona le sue creature, tanto più che in Gesù Cristo li ha costituiti figli adottivi, divenendo Padre degli uomini.Ma la figliolanza divina non opera automaticamente, ma per mezzo della Grazia.E qui interviene il libero arbitrio umano, grande dono di Dio, ma anche pericolosa arma a doppio taglio. Se si accetta la Persona divina di Gesù come Salvatore, e quindi si segue il suo insegnamento (il Vangelo), e se ci impegniamo a diventare discepoli fedeli del Signore, diventiamo fratelli di Gesù e quindi, per mezzo di Lui, figli di Dio “Chi fa la volontà del Padre mio è mio Padre, mia madre, mio fratello, mia sorella”, queste le parole del Signore in proposito).E se diventiamo figli siamo anche eredi del “Regno”, il Regno di Dio è anche nostro, ci appartiene.Pensare che il Battesimo risolva tutto è un errore: esso è la forma della decisione di una appartenenza a Dio che deve essere testimoniata dalla nostra vita.Senza questa testimonianza la nostra fede è morta, lo dice San Paolo.Non sono le opere che salvano l’uomo, ma la fede, cioè la piena fiducia nel Signore Gesù Cristo.Ma la fede deve essere provata dalle opere, nelle quali si trasfonde e prende consistenza il nostro credere alla Divina persona di Gesù Cristo, figlio di Dio.Una fede siffatta diventa quindi abbandono pieno, totale, incondizionato nelle mani di colui che riconosciamo come Salvatore.San Francesco di Sales, vescovo e dottore della chiesa, lo definisce santo abbandono.Esso è il fidarsi ciecamente di Dio e della sua provvidenza e l’affidarci nelle sue mani, nella certezza, senza chiedere prove né segni (questa è la fede), che Egli non ci abbandonerà mai, così come un Padre non abbandona mai i suoi figli.Il santo abbandono, in un certo senso, è la prova di una fede grande e vera, è la misura di una fede senza limiti, di una fede eroica dal punto di vista umano.Infatti l’uomo cerca sempre prove, e la fiducia umana è sempre accordata a chi ha dimostrato a noi di essere benevolente ed affidabile nei nostri confronti.L’agire di Dio è invece insondabile e misterioso ai nostri occhi, Egli ci sorprende sempre, a volte donandoci ciò che non gli abbiamo chiesto, altre volte negandoci ciò che chiediamo con insistenza.Le vie di Dio non sono le nostre ed il suo pensiero sovrasta i nostri pensieri come il cielo sovrasta la terra.
Gioacchino Ventimiglia
Nessun commento:
Posta un commento