martedì 26 agosto 2025

I Nemici dei Servi di Gesù Cristo sono i Nemici del suo divin Cuore.

 


L' APOSTOLATO DEL SACR0 CUORE DI GESÙ


I. I Nemici dei Servi di Gesù Cristo sono i Nemici del suo divin Cuore. – Quanto è maravigliosa la società che il Figliuolo del l'Altissimo si degnò di formare con noi! Il fine a cui tende è divino, il guadagno che ci assicura è infinito, e noi saremmo senza fine colpevoli, senza fine insensati se non l'accettassimo con gratitudine. Una sola cosa potrebbe reprimere il nostro ardore e snervare la nostra buona volontà, la tema cioè degli 0stacoli. Noi siamo deboli, ed i nemici congiurati alla nostra perdita sono potenti, e formano una legione innumerevole di schiere visibili ed invisibili, che ci assalgono dentro e fuori ad un tempo. Mentre i maligni spiriti che hanno signoria su questo tenebroso mondo, Mundi rectores tenebrarum harum,spiritua lia nequitiae (EPH., VI, 12), ci assediano invisibilmente colle loro perfide e nequitose suggestioni, i loro visibili coadiutori mettono in opera tutta la loro possa per sedurci o per intimorirci; cosicchè stretti senza posa da ogni parte, spesso abbattuti di viva forza, più spesso per sorpresa, senza poter mai godere compiuto riposo, nè trovare dove che sia perfetta sicurezza, noi ci stanchiamo alfine, e caduti di coraggio non solo abbandoniamo il fine da Dio propostoci, ma ci lasciamo ancor strascinare fino all'orlo dell'abisso, e perduti di vista i vantaggi della nostra divina società, a malgrado della vergogna che ci opprime, ci lasciamo incatenare schiavi al demonio, anzi chè porre i generosi sforzi che assicurano il trionfo ai soci di Dio.

Eppure, se sapessimo mirare le cose nel loro vero aspetto, gli assalti dei nostri nemici, meglio che affliggerci e disanimarci, ci dovrebbero infondere allegrezza e coraggio. In fatti non è forse grande onore per la creatura il combattere a fianco del suo Creatore, l'avere i medesimi nemici, patirne i medesimi odi? Quale soldato non si stima felice, affrontando i rischi più gravi sotto gli occhi del suo generale, esponendosi alla morte per istornare i colpi diretti contro di lui ? E per noi tale pericolo non si dà, ma la vittoria è certa, e l'onor della pugna infinitamente più nobile, essendo onnipotente il capitano del quale combattiamo i nemici, che solo a cagione di lui ci perseguitano. 

Suoi nemici visibili sono in primo luogo quegli uomini ciechi e nequitosi che insieme congiurati fanno guerra al lor Salvatore per rapirgli la signoria delle anime, e ribelli al Re di amore è ben naturale che ne perseguano i servi devoti con violenza pari al valor generoso con che si veggono respinti. Nel che l' odio sa dirigerli con un istinto che non dà in fallo, rendendoli pieni di riguardi e d'indulgenza verso i cristiani tepidi e fiacchi, segnatamente se li vedono disposti a transigere sui principi e a cedere parte dei diritti di Gesù Cristo, certi come sono del non potersi intaccare i principi senza distruggerli, nè poter più Gesù Cristo serbare alcun diritto, quando altri sia licenziato a negargliene un solo; perchè con Dio fra il tutto e il niente non si dà mezzo. L'onore poi del loro odio e dei loro assalti riserbano a quelli cui veggono decisi di sostenere nella loro integrità i diritti dell'Uomo Dio; a quelli, che invece di celare nel secreto impenetrabile della coscienza la piena loro adesione a lui, ne fanno anzi la regola di loro vita, il movente principale di loro condotta. Ma fra questi privilegiati dell'odio satanico si segnalano coloro che fanno speciale professione di onorare il Cuor di Gesù. E per verità, è ben giusto che questi si trovino esposti ad invettive più violenti, a persecuzioni più atroci da parte dei satelliti del diavolo. Gesù Cristo conquistò i cuori degli uomini coll' amore; quelli che glieli vogliono rapire non posson di meglio che muoverguerra al suo Cuore, e perseguitar senza tregua chi consecrossi totalmente alla gloria di esso. Tutti i nemici di Gesù Cristo sono ribelli al suo amore. Quel Cuore li attrae del continuo; a quel Cuore specialmente resistono, ed odiano quindi con più violenza chi ricordi loro dall'una parte i diritti e le bontà di lui, dall'altra la nequizia e la ingratitudine loro. 

Nè la guerra dei nemici invisibili del Salvatore ci dee recare più meraviglia che le persecuzioni de' suoi nemici visibili. Sono essi malvagi spiriti, già precipitati dal cielo per non aver voluto adorare l'Uomo Dio, il quale distrusse poi colla sua morte il loro dominio sopra la terra; e perciò concepirono contro di Lui quell' odio immenso che forma nell'inferno il loro principale tormento. Ma non potendo sbramare tal odio sopra dell'Uomo Dio rivolgonlo contro tutto ciò che a lui appartenga; e come il suo divin Cuore è inaccessibile ai loro colpi, così fanno sforzi per sedurre almeno e tormentare quanti lo servano e siano oggetto del suo amore,cercando di scuoterli ed agitarli come grano nel vaglio, a quella stessa guisa che un dì volevano fare cogli apostoli, Satanas expetivit vos, ut cribraret sicut tri ticum (LUC., XXII, 31). Avvi alcun che di più glorioso per noi che questi assalti? L'odio di Satana e dei suoi non è, coll'amicizia di Dio, il segno più sicuro di predestinazione? Ci odierebbe forse questo spirito maledetto, se fossimo de' suoi? Co' suoi assalti chiaro appalesa che gli siamo nemici, e per ciò stesso non attesta insieme che apparteniamo alla schiera degli eletti ?

ENRICO RAMIÈRE S. J.


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