Dolor meus in conspectu meo semper.
“Il mio dolore è sempre davanti a me.”
Salmo xxxvii. 18.
I.
Tutte le afflizioni e le ignominie che Gesù Cristo ha sofferto nella vita e nella morte erano presenti nella Sua mente fin dal primo momento della Sua vita. E Egli le ha offerte tutte in ogni momento della Sua vita in soddisfazione dei nostri peccati. Nostro Signore ha rivelato a uno dei Suoi servitori che ogni peccato degli uomini Gli ha causato durante la Sua vita un dolore così grande che sarebbe bastato a causarne la morte, se la Sua vita non fosse stata preservata affinché potesse soffrire di più. Guarda, o mio Gesù, quale gratitudine hai ricevuto dagli uomini, e specialmente da me. Hai trascorso trentatré anni della tua vita per la mia salvezza, e io ho fatto tutto il possibile, per quanto dipendeva da me, per farti morire di dolore, ogni volta che ho commesso un peccato.
II.
San Bernardino da Siena scrive che Gesù Cristo «aveva una particolare attenzione per ogni singolo peccato» [---T. ii. s. 56, a. I, c. 1.]. Ciascuno dei nostri peccati era continuamente presente al nostro Salvatore, fin dalla sua infanzia, e lo affliggeva gravemente. San Tommaso aggiunge [P. 3, q. 46, a. 6.] che questo unico dolore di conoscere tutto il danno che ogni peccato causava al Padre e tutto il male che provocava a noi, superava il dolore di tutti i peccatori contriti che siano mai esistiti, anche di quelli che sono morti di pura contrizione; perché nessun peccatore è mai arrivato ad amare Dio e la propria anima come Gesù Cristo ha amato il Padre e le nostre anime.
Pertanto, mio Gesù, se nessun uomo mi ha mai amato più di quanto Tu mi hai amato, è giusto che io Ti ami sopra tutti gli uomini. Poiché posso dire che solo Tu mi hai veramente amato, solo Te amerò.
III.
L'agonia che Gesù ha sofferto nel giardino alla vista dei nostri peccati, per i quali si era assunto il compito di soddisfare, l'ha sofferto dal momento in cui è stato concepito nel grembo di sua madre. Se, quindi, Gesù Cristo ha trascorso una vita piena di tribolazioni per nessun altro motivo se non a causa dei nostri peccati, non dovremmo, durante la nostra vita, affliggerci per altri mali se non per i peccati che abbiamo commesso.
Mio amato Redentore, vorrei morire di dolore al pensiero di tutta l'amarezza che Ti ho causato durante la mia vita. Amore mio, se mi ami, dammi un dolore tale da togliermi la vita, e così ottieni per me il Tuo perdono e la grazia di amarti con tutte le mie forze. Ti dono tutto il mio cuore; e se non so donartelo interamente, oh, prendilo Tu stesso e infiammalo del Tuo santo amore. O Maria, avvocata dei miseri, mi raccomando a te.
Fonte:
L'INCARNAZIONE, LA NASCITA E L'INFANZIA DI GESÙ CRISTO,
Sant'Alfonso Maria de' Liguori
Nihil Obstat e Imprimatur, 1927
Padri Redentoristi
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