giovedì 21 agosto 2025

ONORE AL CROCIFISSO

 


DUE QUADRI E UN PENSIERO GENIALE.


Nella primavera del 1926, in una mostra d'arte a Parigi, fu esposto un quadro impressionante di Massimo Real Del Sarte. L'artista dipinse il Cristo portante la Croce, non affaticato, esaurito, come lo si rappresenta abitualmente, ma ritto e con incedere trionfale: le braccia della Croce raggiungono quasi l'orizzonte: dietro il Cristo, nella sua ombra gigantesca, avanza una folla innumerevole di persone che a gara offrono le spalle per alleviare il peso a Gesù; e sono uomini e donne, giovani e vecchi, preti e laici, soldati, bambini, suore... e tutti, il Cristo e la folla, avanzano con lo stesso ordine, con la stessa confidenza, verso un monte.

Anche Gustavo Dorè (1832 + 1883), aveva dipinto un quadro consimile, denominato «La Valle delle Lagrime»: rappresenta una folla di gente che piange, soffre, lotta: giovani e vecchi, poveri e ricchi, re coronati e schiavi in catene: in mezzo a questa moltitudine dolente si leva in alto un Uomo in lunga veste bianca con una Croce sulle spalle: tutti gli sguardi sono rivolti a questa Croce e allo stretto sentiero che indica colla destra e sbocca in larghi prati fioriti sotto il sorriso della primavera.

 (Tihamer: Il Simbolo degli Apostoli - Gregoriana. Padova, 1944).

Chi immaginasse l'umanità in cammino attraverso i secoli, diversamente di come l'hanno rappresentata questi due sommi artisti, cadrebbe fatalmente nella illusione e nel pessimismo, e da lì forse nella disperazione. Per tutte le creature viatrici, la verità è stata e sarà immutabilmente quella preconizzata dall'Eterna Sapienza: con la Croce, dietro i passi di Gesù, per sentieri scabri e spinosi, ma che immettono nelle vie luminose, fiorite e beatifiche del cielo.


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