ALLA SCUOLA DELL'AMORE
Cristo nostro amore
Questa è la vita dello Spirito, questa unione ineffabile col Cristo, questa realtà di una presenza sua, questa nostra identificazione sempre più piena con Cristo Signore. Noi siamo portati dallo Spirito del Signore se veramente Gesù diviene sempre più vivo e reale per noi; e questa è la vita del cielo: una bellezza, una gioia, una purezza di amore che ci trasporta fuor di noi stessi; è come un'estasi continua la vita dello Spirito in noi, perché di fatto lo Spirito ci trasporta fuor di noi stessi in lui, ci fa vivere in Cristo.
Questa è l'azione dello Spirito, un aprirsi dei sensi spirituali, una esperienza totalmente nuova, che è l'esperienza di Dio, ma di un Dio fatto carne per me, non di un Dio nei suoi attributi essenziali, che potrebbe essere soltanto una contemplazione filosofica dell'Essere; un Dio che è tutto amore e mi ha scelto per sé, un Dio che è tutto amore e mi dona se stesso, un Dio che è tutto amore e mi unisce a sé, perché io viva con lui una medesima vita.
È ben altra la gioia che ci dona lo Spirito dalla gioia che nasce soltanto dalla superficialità di un'anima che non riesce nemmeno ad essere turbata, è ben diversa la fedeltà di un'anima a Cristo dalla fedeltà di un'anima a se stessa per testardaggine o per orgoglio; è ben altra la pace di un'anima che si sente amata da Dio, che riposa nelle braccia di Dio, dalla pace di un'anima che non si lascia turbare da nulla perché è come insensibile a tutto.
Altra è la pace di Dio, altra è la gioia di Dio, altra è la fedeltà di Dio: è la fedeltà, è la gioia, è la pace dell'amore, di un amore che non soltanto a noi si dona, ma in sé ci trasforma. E come Dio è veramente l'Amore che ci ama, così noi diventiamo l'amore che ama; trasformati da lui noi diventiamo amore, come Egli è l'Amore!
San Paolo ce lo ha detto: la carità di Dio, l'amore cioè, è diffuso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci fu dato (cf Rm 5,5). Si tratta di vivere questo, e lo vivremo scartando tutto quello che dal Cristo ci allontana, tutto quello che ci impedisce di vederlo. Spesso siamo distratti non tanto dalle cose umane, quanto da noi stessi: ci guardiamo troppo allo specchio. Ma diceva già il libro delle Odi di Salomone, scritto nel primo secolo dell'èra cristiana, che il nostro specchio è Gesù! Se ci guardiamo in lui immediatamente vediamo che cosa ci manca; ma questo non ci impedirà di volgerci a lui, di guardare soprattutto a lui, di vederci in lui, in tal modo che ci dimentichiamo di noi stessi, per imparare come in lui dobbiamo trasformarci.
Spesso l'anima non fa che girare intorno a se stessa, invece di vedere Gesù. Se crediamo davvero abbandoniamo a lui i nostri peccati, abbandoniamo a lui le nostre miserie; egli le ha prese tutte: vuole da noi quello che siamo, e siamo soltanto miseria e povertà; ma egli ci dona se stesso, che è l'Infinito!
Guardiamo il Signore. Egli sia il nostro mondo. Dimentichiamo noi stessi, le nostre virtù come i nostri peccati; impariamo a vivere fuor di noi stessi la visione pura del suo Volto divino.
Dobbiamo far sì che lo Spirito Santo, trasportandoci fuori di noi stessi, ci faccia vivere in Cristo, in Cristo puramente, in Cristo soltanto, e tutto il nostro mondo per noi sia Gesù. Dovremmo arrivare a vivere quello che dice santa Teresa di Gesù: «Vivo in tale oblio di me stessa, che non ricordo nemmeno di esistere».
Impariamo dalla Vergine, viviamo in tale oblio di noi stessi, così rapiti dall'amore del Cristo da non vedere più che il Signore, da non amare più che lui. Questa deve essere in noi l'opera dello Spirito Santo.
Don Divo Barsotti
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