giovedì 14 febbraio 2019

LA POSSESSIONE DIABOLICA



La possessione diabolica, cioè la presenza demoniaca in coloro che generalmente prendono il nome 
di indemoniati o di energumeni, è molto più impressionante della semplice infestazione perché dura
più a lungo, talvolta anche anni, ed è accompagnata da fenomeni visibili e controllabili da altri 
testimoni esterni sia durante sia fuori dell’esorcismo è tuttavia meno pericolosa e più rara. Tra 
l’infestazione e la possessione troviamo una differenza sostanziale: la prima è costituita da una serie
di assalti esteriori del demonio, mentre nella seconda — come dice il nome — abbiamo una vera e 
propria presa di possesso del corpo della vittima da parte di satana.
Secondo il rituale romano la possessione diabolica è l’intrusione dispotica e violenta del demonio 
nel corpo di un uomo che egli, poi, dirige e maneggia a suo arbitrio come fosse il proprio corpo. Il 
demonio non ha corpo, ma può compiere tutti gli atti corporei in un corpo altrui, di cui si è 
impossessato muoversi, agire, parlare.
La chiesa riconosce questi fenomeni come autentici e autorizza l’esorcista a porre delle domande, 
alle quali il demonio non solo può, ma è obbligato a rispondere. E questo il mezzo più sicuro per 
stabilire se veramente si tratta di possessione diabolica. Le domande, sempre secondo il rituale 
romano, non saranno né superflue nè inutili, né dettate da vana curiosità, ma saranno limitate alla 
sola necessità del momento per sapere il nome e il numero degli eventuali demoni presenti nel 
corpo dell’ossesso, anzi queste ultime domande non potranno mai essere omesse.
Durante la possessione diabolica il paziente perde la conoscenza di ciò che fa e di ciò che dice e, 
passata la crisi, non ricorda più nulla di quello che ha fatto e detto. Amnesia completa che ha una 
certa somiglianza con lo stato di ipnosi nel quale l’ipnotizzato perde totalmente la coscienza e la 
memoria dei suoi atti. L’analogia tra lo stato di crisi diabolica e di ipnosi è molto affine. I punti di 
somiglianza sono molto più numerosi di quelli della dissomiglianza. Nell’una e nell’altra la 
responsabilità degli atti è da attribuirsi non all’ipnotizzato, che è incosciente di quello che fa, ma 
all’ipnotizzatore che lo domina e lo dirige in tutto. Tuttavia il caso della possessione diabolica, 
considerato in tutti i suoi elementi, deve ritenersi molto superiore all’ipnosi per la forza e la 
violenza del demonio che è simile, ma non uguale a quella di un semplice ipnotizzatore.
La possessione diabolica, anche se rara, è non solo possibile, ma, in certi casi più controllati e 
esaminati, talmente certa che, secondo alcuni teologi, diventa materia di fede. Metterla in dubbio 
vorrebbe dire porsi ai margini del dogma col rischio di gettare un’ombra anche su altre verità 
connesse con l’esistenza degli spiriti del male.
Molte testimonianze del vangelo insistono sull'esistenza della possessione diabolica. Uno dei 
caratteri più impressionanti della missione di Gesù è il dominio da lui esercitato sui demoni, i suoi 
frequenti interventi contro di essi e il potere dato ai suoi apostoli, e attraverso loro alla chiesa 
cattolica, di cacciare i demoni: «Curate gli infermi... cacciate i demoni» (Mt 10,8). Gesù Cristo 
incontra spesso quei poveri posseduti dal demonio e domanda con autorità: «Qual'è il tuo nome?» e 
il demonio è costretto a rispondere: «Il mio nome è legione perché siamo molti» (Mc 5,9) e lo 
obbliga ad abbandonare la sua vittima: «Taci! esci da quest’uomo» (Mc 2,21). I casi di indemoniati 
liberati da Gesù sono molto frequenti. Il vangelo ne riporta solo alcuni riassumendoli alla fine in 
una frase generica: «Portarono a lui quelli che avevano i demoni ed egli li curò» (Mt 4,24). Dato 
che il Vangelo parla a chiare lettere di «demonio», di «indemoniati», di «spiriti immondi», e cita 
fatti e miracoli di liberazione di indemoniati ricordando l’atteggiamento e le parole di Gesù con 
espressioni che non possono lasciare dubbi ragionevoli sull’entità del male curato e dei personaggi 
interessati, sarebbe molto pericoloso e temerario dar loro un’interpretazione diversa o contraria da 
quella che il sacro testo ha inteso. Pensare che Gesù si sia ingannato o per lo meno che si sia 
adattato al linguaggio e alla mentalità del tempo chiamando opera del demonio quello che era 
semplicemente effetto di isteria o di turbi psichici di origine naturale, significherebbe 
compromettere la divinità stessa di Gesù Cristo. Colui che si definirà «Via, Verità e Vita» (Gv 14,6),
che era venuto a rendere testimonianza alla verità (Gv 18,37), non poteva ingannare i suoi uditori 
facendo loro credere il falso per vero. Egli che era venuto «per distruggere l’opera del diavolo» (1 
Gv 3,8) e che affidava ai suoi discepoli il compito di cacciare i demoni, non poteva lasciar dubbi su 
una verità così importante e fondamentale.
Lo stesso potere esercitato da Gesù sui demoni è trasmesso agli apostoli, legato con la loro missione
di evangelizzare e convertire tutti i popoli, e tramite loro alla chiesa. Nella storia della chiesa, dai 
primi secoli, dai tempi apostolici fino ai giorni nostri, i casi di possessione diabolica debitamente 
controllati e autenticati sono esistiti sempre e i santi e gli esorcisti sono intervenuti spesso a liberare 
le infelici vittime. Per questo la chiesa ha istituito gli esorcismi ufficiali contro satana contenuti nel 
rituale romano e nel Pontificale romano, dei quali sia fa uso anche oggi dopo ottenuta licenza dal 
vescovo del luogo. Per questo sarebbe temerario, con rischio anche di eresia, negare per idee 
preconcette o per altri motivi, la realtà della Possessione diabolica.
La possessione diabolica è costituita da due elementi, dalla presenza del demonio nel corpo 
dell’ossesso e dal dominio dispotico che egli esercita sul corpo, e, attraverso il corpo, sull’anima. Il 
demonio invade, per speciale permissione di Dio, il corpo di un uomo o di una donna e ne muove 
gli organi a suo arbitrio come se si trattasse di cosa propria.
La presenza del demonio nel corpo dell’indemoniato non è perciò da identificare con la presenza 
dell’anima che è la forma sostanziale del corpo: è una penetrazione violenta, una presa di possesso 
fatta con forza, spesso — ma non sempre — contro la volontà della vittima. San Tommaso la 
paragona a un motore esterno, al nocchiero che guida la nave18, ma che non è immedesimato con la 
nave, limitato al solo corpo senza entrare nell’anima che rimane libera e indipendente nei suoi atti. 
Il demonio agisce direttamente sul corpo e solo indirettamente sull’anima e sulle sue facoltà per 
quel tanto che nell’operare esse dipendono dal corpo. Anche se per l’invasione diabolica, sempre 
dispotica, l’esercizio della vita cosciente è sospeso, l’anima non ne è invasa e resta libera. Solo Dio 
ha il potere di penetrare nella sua essenza con la sua virtù creatrice e di stabilirvi la sua dimora con 
l’unione speciale della grazia.
C’è una domanda che spesso si è presentata alla nostra mente e che forse si è presentata anche al 
lettore: la possessione diabolica avviene nelle donne o negli uomini? o piuttosto è più frequente 
nelle prime che nei secondi?
Nei casi di ossessione riportati dai vangeli sono più numerosi gli ossessi maschili che femminili. 
L’ossessa più conosciuta è Maria di Magdala, la Maddalena, da cui Gesù aveva cacciato sette 
demoni (Lc 8,2), ma non è l’unica. Tuttavia gli ossessi maschili si incontrano nelle sacre pagine più 
spesso. Dopo il vangelo però sembra che avvenga il contrario. Nei cinque casi di possessione 
riportati nella parte seconda di questo nostro lavoro i protagonisti sono quattro donne di diversa età, 
condizione e ambiente, e due bambini di circa dieci anni. Anche in altri casi recenti di possessione 
diabolica le vittime sono principalmente donne. Tutto farebbe pensare quindi che il demonio riesce 
a trovare più facile adito nel sesso debole o nei bambini, in soggetti cioè che non siano in grado di 
opporre grande resistenza ai suoi soprusi e alla sua violenza. Léon Bloy ha scritto: «Il demonio è un
superbo zerbinotto che va in cerca di donne»19. Altri autori recenti, per quanto non lo affermino 
apertamente, lo lasciano facilmente intuire da calcoli statistici. Si può dunque dire che ci sia nella 
donna una particolare predisposizione a essere posseduta dal demonio, superiore a quella che si 
potrebbe trovare nell’uomo? La domanda non ha una facile risposta. Il demonio non ha sesso e per 
lui è l’uomo, creatura di Dio, e l’anima che interessa, non il sesso a cui appartiene. Le statistiche 
stesse non ci possono aiutare a rispondere a questi perché. Al più potrebbero dirci che, data la 
particolare psicologia della donna, più frequenti in campo femminile sono le possessioni false, 
effetto di isteria o di altri disturbi psichici. Le anomalie, le esagerazioni della sensibilità, 
dell’emotività, sono più facili nella donna che per sua natura è più emotiva e sentimentale 
dell’uomo, e quindi più vicina a quei limiti oltre i quali ha inizio l’anormalità20.
Nella possessione diabolica troviamo due fasi distinte, quella di crisi e quella di calma.
— la fase di crisi è quella in cui la presenza diabolica si manifesta nella sua forma più deteriore, in 
cui il demonio esercita il suo tirannico dominio imprimendo al corpo un’agitazione febbrile che si 
palesa in contorcimenti, in atti, in scoppi di rabbia, in parole empie, oscenità e bestemmie 
innominabili. E il momento in cui il demonio si rivela apertamente e la stessa violenza di queste 
manifestazioni ne impedisce la continuità e la durata. Vogliamo tornare più sotto, in un capitolo a 
parte, su questo rilevante aspetto della possessione diabolica che, come si è detto, è tra tutti il più 
impressionante e in certo senso il più pauroso, anche se il meno pericoloso e il meno frequente. I 
casi in cui l’indemoniato conserva la coscienza dei suoi atti durante la crisi diabolica sono molto 
rari. Il più celebre è quello del padre Jean Surin, gesuita del Seicento, l’esorcista delle Orsoline di 
Loudon, episodio celebre di possessione diabolica collettiva, non sempre rettamente presentato 
dagli storici e soggetto di un film di questi ultimi anni, il quale, per meglio capire lo stato delle 
indemoniate da lui esorcizzate, chiese a Dio di essere lui stesso posseduto dal demonio, e rimase in 
quello stato per dodici anni. In una lettera al confratello padre Attichy del 3 maggio 1635 descrive 
ciò che sentiva e che avveniva in lui durante le crisi diaboliche: sentiva la sua anima come divisa in 
due, aperta per un senso alle impressioni diaboliche e per l’altro abbandonata all’azione di Dio. 
Mentre il corpo ruzzolava per terra sotto l’azione violenta del demonio, la sua anima si rivolgeva a 
Dio nella preghiera: «Il mio stato è tale — egli scrive — che mi restano ben poche azioni in cui io 
sia libero... Io non so dire quello che passa in me durante questo tempo né come tale spirito si 
unisca al mio senza togliermi né la conoscenza né la coscienza né la libertà. Egli sta là come un 
altro io, mi pare allora di avere due anime, una delle quali contempla quello che fa l’altra»21.
— la fase di calma, al contrario, non rivela per nulla la presenza del demonio nel corpo dell’ossesso,
il quale anzi si direbbe che si sia ritirato. Spesse volte però si è costatato in questi ossessi una specie
di malattia diventata cronica che esula dalle categorie patologiche registrate dalla scienza medica e 
contro cui poco o nulla possono i rimedi ordinari della medicina. Anche la malattia, a titolo di 
conseguenza del peccato è un’altra manifestazione di satana (Lc 13,16). Così gli esorcismi del 
vangelo avvengono spesso in forma di guarigione (Mt 9,32; Lc 13,10).
Dal fin qui detto risulta che la possessione diabolica non è sempre continua. Il demonio che ha 
preso possesso di un corpo, ne può uscire per un certo tempo e tornare quando vuole per continuare 
le sue vessazioni finché dura la permissione divina.
Ma la durata o la continuità di questa presenza non è la parte essenziale della possessione. Elemento
essenziale è un diritto che ha lo spirito maligno di risiedere in un corpo e di farlo agire in qualche 
maniera secondo la sua volontà e a suo arbitrio. La continuità o meno di questa presenza, la 
violenza o meno della sua manifestazione, il disagio o meno che questa presenza e quella violenza 
producono sul paziente, sono elementi accessori che si aggiungono e completano l’elemento 
essenziale.
Non è infrequente il caso in cui parecchi demoni siano insediati nella stessa persona, il che dimostra
chiaramente la loro debolezza. Infedeli a Dio, sono stati vinti da Cristo venuto a liberarci dalla loro 
schiavitù. Armati della sua forza liberante i cristiani possono ormai lottare contro di essi con tutta 
fiducia, anche se sono in molti a occupare il corpo. Il vangelo di Marco dice che la Maddalena fu 
liberata da sette demoni (Mc 16,9) e che l’indemoniato di Gerasa fu liberato da «una legione» di 
demoni, che chiesero e ottennero da Gesù di entrare nella mandria di duemila porci (Mc 5,9-13). 
Esempi simili a questi si trovano in abbondanza nella storia di altri indemoniati antichi e recenti, 
dove i demoni, costretti dall’esorcista, hanno dovuto confessare il loro nome, il loro numero, per 
quanto le dichiarazioni del demonio, padre della menzogna, debbano sempre essere prese con 
cautela e con beneficio di inventario.
Di solito la possessione diabolica avviene nei peccatori. Le eccezioni sono piuttosto rare. I santi, 
amici di Dio, sono colpiti generalmente da tentazioni e da infestazioni, come si è verificato più 
volte, ma rarissimamente da possessioni propriamente dette. La causa più comune della possessione
è il peccato. Dio non permette questo grande male se non per castigare il peccato e per ispirare un 
grande orrore al peccato. L’elenco dei peccati che attirano sul colpevole questo castigo è piuttosto 
lungo: l’infedeltà, l’apostasia, l’abuso della santissima Eucarestia, le messe nere, la bestemmia, 
l’orgoglio, la lussuria, l’invidia, l’avarizia, la persecuzione della chiesa e degli uomini di chiesa, il 
disprezzo di Dio e delle cose sante, il patto col diavolo sottoscritto col proprio sangue. La storia 
registra numerosi esempi di questi spaventosi castighi che rappresentano per i peccatori l’inferno 
anticipato.
Non è raro il caso che la possessione sia conseguenza di una maledizione o di un maleficio. Ne 
parleremo più dettagliatamente nel corso di questo studio. In questa materia
— notiamo anche questo — è necessario procedere con molta prudenza e cautela perché è troppo 
facile cedere alla superstizione o alla fantasia. Non tutto ciò che sembra diabolico viene dal diavolo,
ma da cause naturali e comuni. Tuttavia è accertato che alcune forme di maledizione e di scongiuri 
raggiungono quasi sempre il loro effetto. Così si dica delle maledizioni pronunziate da un padre o 
da una madre sui propri figli e nipoti, o delle maledizioni pronunziate da un sacerdote. Queste due 
maledizioni sono le più pericolose generalmente seguite da conseguenze disastrose e difficilmente 
sanabili anche con esorcismi.
Altra causa di possessione diabolica è la volontà stessa dell’indemoniato che l’ha chiesta con 
sottoscrizione volontaria firmata col proprio sangue. Casi di questo genere si sono verificati e 
costatati più volte, anche se anche qui, come si è detto sopra, è necessaria molta prudenza quando si
citano casi particolari.
Un’altra osservazione: Dio si serve talvolta della possessione diabolica per purificare meglio 
un’anima, abbandona il corpo dei suoi servi alla crudeltà di satana per santificarlo maggiormente 
come si legge nella Sacra Scrittura del paziente Giobbe, o più recentemente del già citato padre 
Surin, o di suor Maria Crocifissa, carmelitana araba, morta a Betlemme nel 1878, beatificata nel 
1983. Questa terribile prova ha una meravigliosa efficacia per ispirare orrore al demonio e al 
peccato, timore del giudizio di Dio, umiltà e spirito di orazione. Essa è utile anche al prossimo che 
assiste allo spettacolo di queste sofferenze atroci, di questa rabbia del demonio contro Dio e contro 
l’uomo, e infine dell’intervento di Dio a favore dei suoi servi. La liberazione degli indemoniati 
attraverso l’esorcismo mette in risalto la divinità di Gesù Cristo, il trionfo di Maria sui demoni, la 
potenza della chiesa, il credito dei santi. Il nome di Gesù è invocato negli esorcismi, fa tremare i 
demoni e li costringe ad abbandonare i corpi che tormentano. Dio permette il male per trarne del 
bene.

Paolo Calliari

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