giovedì 21 febbraio 2019

PRECETTI GENERALI DELLA CHIESA



EGO TE ABSOLVO 

«Non può avere Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per Madre» 


I precetti generali della Chiesa sono leggi con le quali essa, applicando i comandamenti 
di Dio, prescrive ai fedeli alcuni atti di religione e determina astinenze. 

La Chiesa ha autorità di far leggi e precetti perché l'ha ricevuta nella persona degli 
Apostoli da Gesù Cristo l'UomoDio; e perciò chi disubbidisce alla Chiesa, disubbidisce a 
Dio medesimo. Hanno questo potere il Papa, i vescovi, come successori degli Apostoli i 
quali possono fare leggi. Ad essi Gesù Cristo disse: « Chi ascolta voi, ascolta me: e chi 
disprezza voi, disprezza Me » (S. Luc. X. 1,) 

I. Udir la Messa la domenica e le altre feste comandate 

Il primo precetto ci ordina di assistere con devozione alla S. Messa festiva. 

GIORNI FESTIVI DI PRECETTO SONO: Tutte le domeniche. In esse cadono 
alcune delle maggiori solennità: Pasqua di Resurrezione, Pentecoste, Santissima Trinità. 
Circoncisione (1 gennaio), Epifania (6 gennaio), S. Giuseppe (19 marzo) Ascensione 
(giovedì dopo la 5a domenica di Pasqua) Corpus Domini (giovedì dopo la domenica di 
Pentecoste) SS. Apostoli Pietro e Paolo (29 di giugno) Assunzione, (15 di Agosto) 
Ognissanti, (1° novembre) Immacolata Concezione, (8 dicembre) Natale (25 dicembre). 

Pecca ogni adulto e fanciullo che abbia compiuto i sette anni (uso di ragione) che per 
mera negligenza lasciano di adempirlo a questo importante precetto. I genitori che senza 
legittima causa fanno trasgredire questa legge ai loro figli, i padroni, negozianti, capi di 
casa che impediscono l'adempimento del precetto, commettono grave peccato e più il 
peccato dello scandalo, moltiplicato secondo il numero dei trasgredienti. 

Perchè la Messa sia valida si richiedono tre cose: 1. Che si ascolta intera dal principio 
alla fine celebrata dal medesimo sacerdote. 

2. PRESENZA MORALE, seguirla attivamente col sacerdote e realmente pregare con 
Lui. Chi parla, ride, e sta presente con distrazioni volontarie è come se alla Messa non 
fosse venuto, cioè commette peccato grave. 

3. LA PRESENZA FORMALE richiede un contegno devoto e raccolto. Chi coltiva 
pensieri di affari, di faccende domestiche, o famigliari, peggio affetti peccaminosi, non 
adempie il precetto. 

Chi con atteggiamento scomposto, sempre seduto e accavalla le gambe come fosse in un 
teatro, senza mostrar il dovuto rispetto alla Casa di Dio: « Domus mea inde gloriam 
meam » e assente con lo Spirito dal dramma sanguinoso che si svolge all'altare, cioè il 
rinnovamento vero e proprio della Crocifissione di Gesù, la crocifissione di un Dio, per 
riparare i peccati del mondo, e non sa esclamare con il buon ladrone: « Signore, ricordati 
di me! » o con il centurione non batte il petto: « Questo è veramente il Figlio di Dio » 
rinnovando la fiamma della sua fede, chi resta insensibile al dolore della lancia che 
trapassa il Cuore adorabile di Gesù per effondere sui presenti la Sua Divina Misericordia 
e con Longino non viene guarito dalla cecità e dalle tenebre del peccato e chi non sente 

la gratitudine per un dono di una Madre come Maria, non ha assistito alla messa. 

« Assistiamo alla Santa Messa perché è il Calvario stesso, in cui Gesù compì la 
redenzione nostra dinanzi al Padre Suo, e nè scendiamo da questo monte se non quando 
è finita la Messa, quasi spensierati, come avessimo assistito ad uno spettacolo qualsiasi. 

Imitiamo le pie Donne, come è scritto nel Vangelo, che dopo spirato Gesù scendevano 
dal monte percuotendosi il petto. Ma sia questa una vera compunzione di spirito, di 
dolore per i nostri peccati, ma nel tempo stesso la confidenza nella Divina Giustizia 
placata dal Figlio Suo, » 
  
II Non mangiar carne venerdì e negli altri giorni proibiti 

Il precetto vieta di mangiar carne i venerdì, Venerdì Santo ed alcuni giorni di digiugno 
come: Mercoledì delle Ceneri, Il Mercoledì, Venerdì, e Sabato delle Quattro Tempora: 
(1a settimana di quaresima,o primavera) (In settimana di Pentecoste; estate) (3a 
settimana di settembre, autunno). (3a settimana dell'Avvento; inverno.) 

Le vigilie di Natale, 24 dicembre, di Pentecoste, dell'Assunzione di Maria Vergine 14 
agosto, Ogni Santi, 31 ottobre. 

IL DIGIUNO ECCLESIASTICO obbliga all'astinenza da determinati cibi, consente 
tre pasti al giorno di cui una volta ci si può saziare, gli altri due pasti devono essere 
meno del consueto. Al digiuno ecclesiastico è obbligato ogni fedele dai ventun anni 
compiuti, ai sessanta incominciati, se non sia scusato per infermità) per lavori gravosi o 
per altra giusta ragione. 

LA LEGGE DI ASTINENZA delle carni invece obbliga tutti i fedeli anche i bambini 
giunti all'età dell'uso di ragione, da sette anni circa. 

Sono dispensati solo i malati che non possono prender altro cibo senza grave disturbo 
alla salute. E' un obbligo grave e violando la legge del digiuno, si commette sempre un 
peccato mortale. 

Il digiuno congiunto coll'orazione è un mezzo potente per ottenere da Dio tutte le grazie 
necessarie per noi e per la nostra famiglia. Espia la pena temporanea dovuta per i nostri 
peccati. 

Il Card. Stanislao Osio diceva: « Dio mio Padre, vuole che mi mortifichi e digiuni, mia 
madre la Chiesa, mi prescrive i giorni in cui debbo farlo. Obbedendo a tutti e due, spero 
che Dio non mancherà alla parola ». 
  
III Confessarsi almeno una volta l'anno, e comunicarsi almeno a pasqua 

La Chiesa, imponendo di confessarsi una volta l'anno, aggiunge la parola « almeno », 
per ricordarci l'utilità, anzi il bisogno di ricevere spesso, come è suo desiderio, questi 
Sacramenti. 

I primi cristiani sfidavano persecuzioni e morte per poter cibarsi ogni giorno con il Pane 
Vivo Gesù, disceso dal Cielo. Attraverso i secoli questo fervore diminuì tanto che il 
Concilio Lateranense nel 1215 decretò che tutti i fedeli giunti all'uso di ragione devono 
confessarsi una volta all'anno e comunicarsi alla Pasqua. Chi fa la prima Comunione 
dopo i sette anni ha l'obbligo di coscienza di esaminarsi anche su questo punto. 

La Confessione annuale deve essere ben fatta, con fermo proposito serio, è la 
Comunione in stato di grazia. Chi facesse una Confessione e Comunione sacrilega, non 
soddisferebbe al Precetto, e rimarrebbe di riparare il sacrilegio. 

Questo precetto obbliga ogni cristiano e deve esser osservato con fedeltà, con amore, con 
devozione, vincendo con generosità ogni rispetto umano che è il più forte ostacolo. 
Rifletti bene chi vacilla, che il mondo e il sua giudizio domani non esisterà, rimarrà salo 
Dio e l'anima, che loro due devono incontrarsi a faccia a faccia e render conto di ogni 
pensiero, parola, opera « Chi si vergogna di Me davanti agli uomini, io mi vergognerò di 
lui davanti al Mio Padre Celeste ». 

IV Sovvenire alle necessità della Chiesa contribuendo secondo le leggi e le usanze 

Questo Precetto ci ordina di fare offerte (non solo le 5 lire) stabilite dall'autorità o 
dall'usanza, per il conveniente esercizio del culto e per l'onesto sostentamento dei 
ministri di Dio. 

« Quelli che servono all'altare devono vivere dell'altare » (S. Paolo) Pagare il contributo 
è un obbligo grave, come ogni altro obbligo di giustizia, e chi non lo adempie pecca 
come colui che non paga i suoi debiti o ritiene la roba d'altri. Egli nega ai ministri della 
Chiesa ciò che è loro dovuto come giusta mercede delle loro fatiche. Ogni cristiano saprà 
regolarsi secondo l'usanza del suo paese, la sua famiglia. « Onorate Dio colle vostre 
sostanze. » (Prov. III. 8) Vale anche per le offerte del culto. 
  
V. Non celebrar solennemente le nozze nei tempi proibiti 

Tanto l'Avvento quanto la Quaresima sono tempi di penitenza, di raccoglimento, di 
preghiere. La Chiesa desidera che ogni buon cristiano si eserciti nelle opere della 
mortificazione che è tanto necessaria per espiare le colpe e le pene dovute, e per 
procurare il bene dell'anima lontano da tutte le dissipazioni. La Chiesa perciò proibisce 
in questo tempo di celebrare la Messa solenne degli sposi con la benedizione speciale 
degli sposi, dall'Avvento a tutto il giorno di Natale e dal primo giorno di Quaresima a 
tutto il giorno di Pasqua. 

Cristiani coscenziosi non si mettono mai in condizione di dover celebrare il matrimonio 
nei tempi proibiti. 


G. Crux 

Nessun commento:

Posta un commento