venerdì 6 settembre 2019

LE SETTE ARMI SPIRITUALI



Santa Caterina da Bologna

La vera divina visitazione 

Così, divenne esperta degli inganni diabolici e, anche, della vera divina presenza, della quale dice e afferma questo: quando, per sua clemenza, Iddio si degnava di visitare la sua mente, essa subito se ne accorgeva dal segno vero e infallibile che lo precedeva, cioè entrava in lei la santa aurora della umiltà, che le faceva immediatamente inclinare il capo interiore ed esteriore, tanto da sentirsi principale radice di tutte le colpe passate, presenti e future; con questi sentimenti, rimaneva in vera e sincera meditazione e si compiaceva di giudicarsi causa di qualunque difetto fosse nelle sue vicine. Veniva allora a lei il sole radiante e fuoco cocente Cristo verità e col suo spirito riposava in pace, così che poteva ben dire: 

O alta nichilitade 
tuo atto è tanto forte 
che apri tutte le porte 
e intri in l'infinito. 

Poi, declinata la fiamma del divino amore, la mente rimaneva illuminata, il cuore riscaldato e acceso dal desiderio di patire e sacrificarsi, il viso gioioso e tutti i sentimenti esultanti; a volte, l'eloquenza ne rimaneva stimolata e argomentava sulla virtù, sulla dolcezza del riprendere e sulla soavità del sopportare i difetti; altre volte, rimaneva senza parola, in grazia della permanenza della unione mistica, e quanto più era congiunta a Dio, tanto maggiore era il santo timore di questa amicizia. Con questo santo timore, poteva giovarsi della divina presenza, senza pericolo di vanagloria, anche a favore di altre persone; in modo inesprimibile, le era data una luce interiore per comprendere a fondo che solo Dio poteva darle vera gloria e vera letizia e, per grazia, infinito bene e, per giustizia, infinita pena.  
Davanti alla divina e imperiale Maestà, tutte le creature mortali, senza distinzione, sono giustamente delle nullità: quindi aveva ben capito che è somma stoltezza il vano gloriarsi, come è somma stoltezza il temere di accettare le manifestazioni divine e non operare prontamente il bene, nella preoccupazione di farlo imperfettamente. Non dice questo per le novizie, che appena iniziano a esercitare vita devota, ma per quelle che cercano la perfezione e temono di sbagliare in ogni cosa 3; alla perfezione si perviene, solo, con vera fermezza passando per via delle molte tentazioni e portando la pena della croce.  

Illuminata Bembo

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