mercoledì 20 maggio 2020

VEDERE E SENTIRE CRISTO NELL’UOMO



Non saper vedere e amare nel mondo che le anime dei nostri fratelli.
  
Anime di piccoli, 
  
anime di poveri,
  
anime di peccatori,
  
anime di giusti,
  
anime di traviati,
  
anime di penitenti,
  
anime di ribelli alla volontà di Dio,

anime ribelli alla Santa Chiesa di Cristo,
  
anime di figli degeneri,
  
anime di sacerdoti sciagurati e perfidi,
  
anime sottomesse al dolore,
  
anime bianche come colombe,
  
anime semplici pure angeliche di vergini, anime cadute nella tenebra del senso e nella bassa bestialità della carne, anime orgogliose del male, anime avide di potenza e di oro, anime piene di sé, 
  
che solo vedono sé,
  
anime smarrite che cercano una via, anime dolenti che cercano un rifugio o una parola di pietà,
  
anime urlanti nella disperazione della condanna, o anime inebriate dalle ebbrezze della verità vissuta: tutte sono amate da Cristo, per tutte Cristo è morto,
  
tutte Cristo vuole salve
  
tra le Sue braccia e sul Suo Cuore trafitto.

La nostra vita e tutta la nostra Congregazione deve essere un cantico insieme e un olocausto di fraternità universale in Cristo.
  
Vedere e sentire Cristo nell'uomo. Dobbiamo avere in noi la musica profondissima della carità.
Per noi il punto centrale dell'universo è la Chiesa di Cristo
  
e il fulcro del dramma cristiano, l'anima.
  
Io non sento che una infinita, divina sinfonia di spiriti, palpitanti attorno alla Croce, e la Croce stilla per noi goccia a goccia, attraverso i secoli, il sangue divino sparso per ciascun'anima umana.
  
Dalla Croce Cristo grida "Sitio".
  
Terribile grido di arsura, che non è della carne, ma è grido di sete di anime, ed è per questa sete delle anime nostre che Cristo muore.
  
Io non vedo che un cielo; un cielo veramente divino, perché è il cielo della salvezza e della pace vera: io non vedo che un regno di Dio, il regno della carità e del perdono dove tutta la moltitudine delle genti è eredità di Cristo e regno di Cristo.
  
La perfetta letizia non può essere che nella perfetta dedizione di sé a Dio e agli uomini, a tutti gli uomini, ai più miseri
  
come ai più fisicamente, moralmente deformi, ai più lontani, ai più colpevoli, ai più avversi.
  
Ponimi, o Signore, sulla bocca dell'inferno, perché io, per la misericordia tua, la chiuda.

Che il mio segreto martirio per la salvezza delle anime, di tutte le anime, sia il mio paradiso e la suprema mia beatitudine.
  
Amore delle anime, anime, anime!
  
Scriverò la mia vita con le lacrime e col sangue.
  
L'ingiustizia degli uomini non ci affievolisca
  
la fiducia piena nega bontà di Dio.
  
Sono alimentato e condotto
  
dal soffio di speranze immortali e rinnovatrici.
  
La nostra carità è un dolcissimo e folle amore di Dio e degli uomini che non è della terra.
  
La carità di Cristo è di tanta dolcezza e i ineffabile che il cuore non può pensare, né dire, né l'occhio vedere, né l'orecchio udire.
  
Parole sempre affocate.
  
Soffrire, tacere, pregare, amare, crocifìggersi e adorare.

Lume e pace di cuore.
  
Salirò il mio Calvario come agnello mansueto.
  
Apostolato e martirio; martirio e apostolato.
  
Le nostre anime e le nostre parole devono essere bianche, caste, quasi infantili e devono portare a tutti un soffio di fede, di bontà, di conforto che elevi verso il Cielo.
  
Teniamo fermo l'occhio ed il cuore nella divina bontà.
  
Edificare Cristo! Edificare sempre!
  
"Petra autem est Christus!"

S. Luigi Orione

19 maggio 2020 – Non permettete a Satana di togliervi la fiducia che avete nella Mia Grazia




Ancora una volta, vedo una Grande Fiamma che ho conosciuto essere il Cuore di Dio Padre. Egli dice:

“Figli, trattate ogni momento presente come un dono da parte Mia. Perseverate nella santità personale. Non permettete a Satana di togliervi la fiducia che avete nella Mia Grazia. Ogni momento presente è un’occasione per cambiare il cuore del mondo. Siate forti nei vostri sacrifici non contando il costo a voi stessi.”
“Credete che sono sempre con voi. Il vostro amore per Me rende tutte le cose possibili. La vostra fede in Me alleggerisce ogni croce.”
Leggi Romani 8:28
Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno
Holy Love

Geremia



Geremia è gettato in una cisterna

1Sefatia figlio di Mattan, Godolia figlio di Pascur, Iucal figlio di Selemia e Pascur figlio di Malchia vennero a sapere che Geremia continuava a ripetere a tutta la gente 2questo messaggio del Signore: 'Chi vuol rimanere in città, morirà in guerra, o di fame o di peste. Ma chi decide di uscire per arrendersi ai Babilonesi, non sarà ucciso: avrà salva la vita. 3Questa città cadrà certamente in mano all'esercito del re di Babilonia e sarà occupata. Lo dice il Signore'. 4Quei dignitari andarono a dire al re Sedecia:
- Bisogna eliminare questo Geremia. Con i suoi discorsi egli scoraggia i soldati rimasti in città e tutta l'altra gente. Non cerca il bene del popolo, ma soltanto il suo male.
5Sedecia rispose:
- Quand'è così, fatene quel che volete. Anche se sono il re, non posso mettermi contro di voi. 6Allora quelli fecero prendere Geremia per gettarlo nella cisterna di uno della famiglia reale, Malchia, che era situata nell'atrio della prigione. Lo calarono con delle corde nella cisterna. Non c'era acqua ma solo fango e Geremia vi sprofondò.


Il profeta viene liberato

7Un certo Ebed-Melech, originario dell'Etiopia, alto funzionario del palazzo reale, venne a sapere che avevano gettato Geremia nella cisterna. Mentre il re si trovava presso la porta di Beniamino per amministrare la giustizia, 8Ebed-Melech uscì dalla reggia e andò ad esporgli il caso:
9 - Re mio signore, - gli disse, - quegli uomini si sono comportati male con il profeta Geremia! L'hanno gettato nella cisterna e là dentro morirà di fame, perché non c'è più pane in città.
10Allora il re diede a Ebed-Melech, l'Etiope, quest'ordine:
- Prendi subito con te tre uomini e tira fuori Geremia dalla cisterna prima che muoia.
11Ebed-Melech ritornò alla reggia con i tre uomini, prese nel ripostiglio del magazzino stracci e panni vecchi, li calò con delle corde a Geremia nella cisterna, 12e gli disse:
- Presto, mettiti gli stracci e i panni vecchi alle ascelle, e poi sotto fa' passare le corde.
Appena Geremia fu pronto, 13Io tirarono su dalla cisterna con le corde. Da quel momento, Geremia rimase nell'atrio della prigione.

GOVERNO UNICO, MONETA UNICA, RELIGIONE UNICA




SANTISSIMA VERGINE MARIA


Miei amati, non continuate a respingere le Mie chiamate, tutto questo fa parte della dolorosa realtà di un’umanità sottomessa al dominio dei potenti e della tremenda lotta per un governo unico. 

13.05.2012

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie


L'intervento del Cortesi sui medici per  influenzare in senso negativo il loro giudizio  su Adelaide 

Dalla lunga descrizione del 31 maggio 1944, ultimo giorno delle apparizioni, cito quanto segue: 
" Per le 16 attendevo i medici. Era nostro progetto che  tutte le specialità mediche a consulto, esaminassero minutamente la fanciulla prima della visione. Non è colpa nostra se il  progetto non fu eseguito che in minima parte. 
Arriva Zonca... a vari intervalli arrivano i dottori Zilocchi,  Castoldi, Paganoni, Sala, Reggiani e infine la dott. Merli e il dott.  Mazzoleni. Discutiamo. Penso che elementi nuovi e interessanti  non emergeranno dall'esame organico e neurologico della piccina,  patentemente sana, ma, semmai, dallo studio paziente della sua  complessa e delicata psicologia. All'uopo comunico all'esimio  alienista Zilocchi alcuni dati che meritano attenzione: la piccola  assistette con passione alla rappresentazione scenica dei fatti di  Fatima: desiderava veder la Madonna e la pregava, anche di  notte, che le comparisse: bramava presentarsi sul palcoscenico:  l'inizio delle visioni fu segnato da una crisi; noto gli altri dati preoccupanti che offrono l'anamnesi ambientale, familiare e  individuale della bimba, la storia e il contenuto delle sue visioni,  l'ambiente in cui si svolgono... Tutti elementi che, vedevo bene,  in mano a uno psichiatra non possono che incanalare la ricerca  verso una soluzione negativa. Il buon dottore apprezzò la mia  onestà scientifica. Per la stessa onestà avrei dovuto esporre anche  gli aspetti positivi della questione, capaci di bilanciare e di sanare  quegli elementi negativi, il che allora non feci. Ond'è che mi  crogiolai in un acuto rimorso; peraltro, ero convinto che la  soluzione del problema delle Ghiaie non si poteva attendere  dall'esame della piccola, ma solo dall'accertamento delle  guarigioni cosiddette miracolose, sulle quali, dunque doveva  cadere il precipuo interesse della scienza... 

Scrive Zilocchi: "Ebbi occasione di vedere assieme a vari  colleghi, la Adelaide in un istituto di suore di Bergamo, ove ho  proceduto a sommario esame somatico e neurologico... Somaticamente mi parve immune da anormalità. Così anche l'esame  neurologico fu negativo. La Roncalli sembrava seccata dagli  esami e parve incline al pianto. Né si prestava ad un  interrogatorio... Non ho potuto approfondire lo studio  psicologico; studio, si comprende, che non poteva essere che ben  ponderato e guardingo e solo svolto dopo prolungata  osservazione in ambiente adatto, lontano da azioni  eterosuggestive..." Zilocchi tenta, con alcune domande, di  penetrare nella psicologia di Adelaide. Ma la bimba, ancora  agitata dal pianto e dai singulti, non risponde. M'impegno a farla  cantare. Con qualche astuzia, la libero dalle crisi di pianto e le  faccio narrare — un'altra volta! E chissà per quante volte ancora! 
— le circostanze della prima apparizione. Zilocchi, lasciandoci,  mi consiglia di indagare a fondo quelle circostanze. 
Nessun altro medico può visitare la bambina, poiché il  tempo destinato al consulto è scaduto... tra i dottori che assistevano la bambina, notai: Zonca e Borroni, a destra; Loglio, indietro, a sinistra; davanti a sinistra, il prof. Ferdinando Cazzamalli di  Como, libero docente di clinica neuropsichiatrica nella R.  Università di Roma, presidente dell'Ist. di Metapsichica Ital., il  quale offrirà generosamente alla questione delle Ghiaie la sua  profonda competenza, studiando la piccina ed esaminando  numerosi casi di "miracolati"; Ippolito Pipia e Adolfo Mazzoleni  di Bergamo; Vittore Negri, Giuseppe Mastrangelo e il Prof.  Rosario Ruggeri, dell'Ospedale psichiatrico di Mombello; fuori  del recinto rimasero Zilocchi e Carlo Sala... Quella sera, in qualità di... come dire? delegato vescovile, era con noi anche il  Can. Sac. Giovanni Magoni, professore di diritto canonico nel  seminario di Bergamo e cancelliere della Ven. Curia..." (v. Storia  dei fatti di Ghiaie, pp. 168-173). 
Quale sia stata l'onestà scientifica del Cortesi, in quella occasione e non solo, lo dice lui stesso nelle pagine citate. 
Egli agì sul dott. Zilocchi prima che questi compisse l'esame somatico e neurologico su Adelaide, trovata dallo stesso  dottore normale sotto ogni aspetto. Così intervenne in vario  modo, a riguardo dell'esame compiuto da padre Gemelli e dalla  sua assistente prof. Agata Sidlauskaitè. I due, il 30 giugno 1944,  vanno a Gandino (Bergamo), nel convento delle Suore Orsoline,  per compiere il loro esame su Adelaide. Là trovano don Cortesi,  il quale ci informa che padre Gemelli partì soddisfatto. 
Il Cortesi scrive: "A mons. Bernareggi, incrociato nel  ritorno a livello di Nembro, comunicò le sue impressioni:  Adelaide è soggetto assolutamente normale, con una forte  personalità, buona sociabilità e con un grado mentale superiore di  due anni alla sua età cronologica (v. Il problema delle apparizioni  di Ghiaie, p. 99). 

Partito padre Gemelli, la prof. A. Sidlauskaitè resta a Gandino fino al 4 luglio, ospite nello stesso convento, dove si trovava Adelaide, così la può tenere sotto osservazione durante il  giorno ed anche nella notte. Padre Gemelli, 1'11 luglio 1944,  invia a mons. Bernareggi la sua relazione. In essa, verso la fine, segue "un appunto critico,  dove si deplora l'insufficienza delle osservazioni raccolte dai  medici che assistettero Adelaide durante le presunte visioni, e la  grave decadenza della psicologia e della psichiatria in Italia...",  così scrive Cortesi, nella nota a pagina 109 del libro citato, il  quale aggiunge: "Soltanto di questo studio era stato incaricato P.  Gemelli; al quale perciò avevo comunicato, a puro titolo di  saggio, solo due relazioni di medici sullo stato estatico di  Adelaide". È questo, se non l'unico, uno dei motivi per cui  l'illustre scienziato lamenta l'insufficienza delle osservazioni  raccolte dai medici presenti alle apparizioni? Il Cortesi doveva  dare a padre Gemelli tutto il materiale già raccolto sulla personalità di Adelaide, essendo egli l'unico incaricato dal vescovo di  Bergamo di esaminare la bambina. 
Il Cortesi, venuto a conoscenza della relazione di padre  Gemelli, ne fa la critica e si angustia, fino a soffrirne fisicamente.  Comunica subito le sue riserve e le sue apprensioni al vescovo e  alla commissione medica di Bergamo. 
Con due lunghe lettere e in due colloqui espone dubbi,  chiede chiarificazioni ed aiuto allo stesso padre Gemelli, a vari  specialisti e in particolare al prof. Ferdinando Cazzamalli di  Como. Ma la sua azione non si ferma qui. 
Egli scrive: "Convinto che soltanto una lunga convivenza  colla piccina, ben più lunga di 4 giorni avrebbe permesso di sbendare appieno la sua complicata psicologia, arrogandomi un'autorità che non avevo, invitai a Bergamo la dott. Sidlauskaitè.  Questa gentilmente accettò e soggiornò presso la fanciulla per  molto tempo, a più riprese, in luglio, in agosto, in settembre. Non  le nascosi la mia inquietudine (alla quale l'ottima collega, mi  ricordo bene, rispondeva sempre così: "Vuoi forse ch'io dica che  Adelaide è un'anormale, quando è più normale di...?")". 
Dalla lunga critica fatta dal Cortesi allo studio di padre  Gemelli, cito il nucleo della teoria dell'inganno. Egli scrive:  "Adelaide era capace di "farla a tutti": lo confessava ella stessa con giocosità tracotante. Che l'avesse fatta anche allo specialista?  Questi, pensavo, è gravemente fuori centro quando dichiara che  tutta la personalità (di Adelaide) si presenta allo psichiatra come  dominata dalla spontaneità, dalla semplicità, dalla immediatezza.  Sì, la piccina ha tanta intelligenza e tanta furbizia da simulare  spesso la spontaneità, ma in verità la seconda faccia della sua  anima è terribilmente complessa e anfrattuosa, un nodo di vipere,  custodito da sette draghi. 
Chi potrà sollevare alquanto il coperchio di quello scrigno,  dove stanno isolati e nascosti i ricordi delle visioni, riceverà l'impressione che Adelaide voglia celare un episodio doloroso e vergognoso della sua vita; sospetterà che le apparizioni siano state  un'infelice menzogna e che le oscillazioni, i fastidi, gli imbarazzi,  palesati dalla fanciulla, quando è costretta a chiacchierare della  sua Madonna, siano provocati dallo sforzo estenuante che la bambina deve fare per nascondere il suo fallo all'insidioso indagatore,  dal disagio, dal disappunto e dal dispiacere che la bambina deve  provare ricordando e ripetendo la grave finzione. Tale sospetto  gettava una luce sinistra su tutta la psicologia di Adelaide e  velava ai miei occhi quella normalità psichica che il comportamento ordinario della bimba chiaramente manifesta. 
Invece il ricercatore (padre Gemelli n.d.r.) s'era astenuto,  del resto per buone ragioni e con fine saggezza, dall'esaminare i  sentimenti di Adelaide, circa le apparizioni di maggio, perciò  disgraziatamente, non aveva potuto penetrare e dissotterrare  quell'angolo misterioso della sua anima. A dir vero, l'aveva  avvertito, ma ne aveva data un'interpretazione esattamente contraria alla mia, ricavandone un nuovo argomento, non per insinuare, ma per espungere e bocciare l'ipotesi della menzogna" (v.  Il problema delle apparizioni di Ghiaie, o.c. pp. 115-116).

Severino Bortolan

SIGNORE,



SIGNORE, OGNI GIORNO CHE PASSA HO BISOGNO SEMPRE PIU' DI TE.

SIGNORE, NON RIESCO A VIVERE NON PENSANDO A TE;

SIGNORE, LA MIA ANIMA STANDO A CONTATTO CON TE SI ILLUMINA D'AMORE.

SIGNORE, IL MONDO SENZA DI TE E' NULLA, LA VITA SULLA TERRA SENZA DI TE E' NULLA.

SIGNORE TI PREGO ANTICIPA LA TUA VENUTA, SALVA LE ANIME CHE SI STANNO PERDENDO, E RAFFORZA LE ANIME CHE STANNO CON TE.

SIGNORE NELLA MIA UMILTA' TI CHIEDO DI ASCOLTARE QUESTA SEMPLICE PREGHIERA.

AMEN

Tutti soffriranno, a causa dei loro peccati. Figli miei, così accadrà, e il mondo continua a peggiorare, perché il diavolo vuole che tutto cada.



Maria De Jesus Coelho - 6 maggio 2020

Sì Figlia mia, io sono la tua Madre Immacolata senza peccato originale. Sono venuta con il mio amore per darti un altro messaggio che viene dal mio Cuore materno al tuo cuore. Tutto ti è dato dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Sì Figlia mia scrivi, perché grandi cose ti saranno date dal Padre che ti ha creata con grande amore, e che ti vuole attenta a tutto ciò che vuole darti per il bene delle tue anime. Sono in gioco le vostre vite e Dio vuole portarvi via da tutto ciò che verrà molto presto per tutta l'umanità.
Dio non vuole che vi troviate nella tribolazione, e vuole che facciate i bagagli in modo che (siete pronti e) non vi succeda nulla, ma non vi allarmate perché andate in un luogo sicuro, perché Dio non vuole lasciarvi nella tribolazione. Il mondo non sta bene e non cambierà in meglio, perché le persone con i loro peccati e le loro vite distruttive hanno fatto cadere tutto, ed è così che il diavolo vuole. Tutti soffriranno, a causa dei loro peccati. Figli miei, così accadrà, e il mondo continua a peggiorare, perché il diavolo vuole che tutto cada.
Se le persone non vogliono cambiare, le cose peggioreranno, con molta più tristezza, perché non vogliono cambiare come Dio vuole, ma dovete vedere questo perché Dio vuole portarvi fuori da questo mondo, in un luogo sicuro, perché qui non ci sarà pace finché tutto sarà come è. Dovrete essere in pace, perché non morirete senza pace, e senza sapere cosa fare, perché tutto cadrà. L'atmosfera cambierà, e nulla passerà senza che tutto accada, perché è stato scritto. Dio vi vuole in pace e non vuole che diventiate deboli, ma che rimaniate vivi, finché Dio non vi darà ciò di cui avete bisogno.
Il mondo non sta bene e perché è così, Dio ha preparato tutto perché non ne subiate le conseguenze. Io sono tua Madre, so di cosa hai bisogno e voglio vederti felice, ma anche fare la tua parte. Pregate e obbedite a Dio, perché Lui cambierà tutto perché un giorno possiate vivere nella pace e nell'amore di Dio, senza peccato e senza cambiamenti. Oggi la gente pensa che tutto è buono e che non c'è più peccato, per questo Dio vuole portarti via da qui e ti purificherà perché tu possa vivere nell'amore e nella pace.
Dovete essere purificati per la venuta di Gesù, allora non avrete più nulla da temere e con cui soffrire perché il peccato è opera del diavolo e il diavolo vuole vedere tutti soffrire. Figlioli, cercate la pace e l'amore per i vostri cuori, e chiedete perdono perché possiate cambiare la vostra vita, perché senza perdono Dio non può entrare (vivere) nei vostri cuori. Tutti sono chiamati ad entrare nella porta che vi porta a Dio, perché tutti sono chiamati Figli di Dio.
Io vi amo. Maria è il mio nome. Amen.

FUGGITA DA SATANA



MICHELA


La mia lotta per scappare dall'Inferno



In fuga da maggiorenne

Tutte queste vicende mi avevano da tempo spinto alla decisione che, non appena avessi compiuto diciotto anni, sarei andata via di casa. Ed esattamente la mattina del decimo giorno dopo il fatidico compleanno guardai i miei negli occhi e dissi:
«Ora sono maggiorenne e vaccinata». Presi la valigia che avevo già preparata e mi avviai verso l'uscita. Mio padre si pose di fianco alla porta e mi disse che, se l'attraversavo, per lui ero come morta. A bruciapelo gli risposi: «È da quel dì che tu sei morto per me».
Sono andata via e non mi sono mai pentita di averlo fatto, nonostante le tante tragedie che mi sono successe in seguito, poiché per me in quel momento la fuga dalla mia famiglia adottiva era l'unica maniera per poter sperare di sopravvivere. Ho dovuto tacitare anche un forte senso di colpa: quello per aver lasciato con loro mio fratello, che difatti per un lungo periodo non mi ha più voluto parlare, accusandomi di averlo abbandonato.

La mia meta era una comunità di suore che avevo conosciuto nell'ottobre precedente, quando erano venute nella mia parrocchia per una missione popolare, insieme con diversi ragazzi e ragazze di quella congregazione. Avevo avuto un colloquio con il Padre responsabile di quella comunità e lui mi aveva detto che percepiva in me una vocazione alla vita consacrata e mi aveva invitata a trascorrere qualche giorno da loro. Approfittando delle feste natalizie mi ero recata nella loro comunità ed era stato bellissimo: un'accoglienza straordinaria, tutti che mi facevano festa e dicevano che sarebbero stati contentissimi se mi fossi aggregata anch'io... Rientrata a casa, una delle loro suore cominciò a scrivermi regolarmente. Mi raccontava le cose che facevano, mi confidava quanto fosse bello vivere in comunità. Non dico che si sia trattato di un plagio, ma comunque fece leva sulla mia fragilità del momento per convincermi a fare una scelta per la quale ero certamente impreparata.
Nei primi tempi l'avventura andava piuttosto bene. Agli inizi del nuovo anno scolastico mi dissero che era opportuno che conseguissi il diploma di maestra d'asilo, in modo da potermi impegnare in uno dei loro istituti. Così ho cominciato a studiare da privatista e nel contempo collaboravo a diverse attività relative alla vita del santuario, dalla pulizia ad altri semplici servizi. Non è che fossi il massimo della perfezione, nel seguire la vita della comunità. Continuavo a essere piuttosto ribelle, non rispettavo facilmente le regole. Però i responsabili non mi pressavano più di tanto, lasciavano correre qualche mia disubbidienza, come il fumare di nascosto o il non essere assidua alle preghiere in cappella.
Dopo un anno e mezzo come postulante, in settembre avrei dovuto entrare in noviziato. Durante l'estate precedente, però, avevo cominciato ad accorgermi che c'era qualcosa che non andava. Venni poi a sapere che alcuni novizi avevano denunciato di aver subito abusi sessuali e che per questo motivo era stata disposta dal Vaticano un'ispezione canonica.
Onestamente io non ho mai visto né vissuto niente di simile. Fatto sta che il sacerdote responsabile mi suggerì di lasciare la comunità. Così, nella notte fra il 7 e l'8 settembre, andai via. Quando lo salutai, questo sacerdote mi benedisse e pronunciò una frase davvero profetica: «Tu troverai la morte dell'anima e una donna ti ridarà la vita».

DELL'ULTIMA PERSECUZIONE DELLA CHIESA E DELLA FINE DEL MONDO




***

***

 P. B. N. B.

Guardate in quale inganno vivete!



Gesù nel Santissimo Sacramento:

Bambina Mia. Mia amatissima figlia. Comunica ai Miei fedeli figli che Io sono con loro. Dì loro che non li lascio soli e riferisci a coloro che non hanno ancora trovato Me, il loro Gesù di convertirsi e trovarMi, perché solo stando con Me non andranno perduti, solo attraverso di Me, grazie al loro Gesù avranno la Salvezza e attraverso di Me, il loro Gesù, riceveranno la vita eterna nel regno Celeste del Padre, Dio, l’Altissimo. Devono convertirsi, Mia amata Figlia, altrimenti andranno TUTTI perduti. Dillo loro per favore da parte Mia, da parte del loro Gesù.

Il tempo che vivete, amati figli, è il tempo per provare rimorso, fare penitenza per dare un nuovo orientamento alla vostra vita che deve essere indirizzata a Me, al vostro Gesù per ricevere la vita eterna e anche per rendere migliore il vostro mondo, renderlo più degno d’ amore e più vivibile. Quello per cui, infatti, la maggioranza di voi vive non è altro che superficialità, e del tutto senza valore anzi peggio vi allontana sempre più da Me, il vostro Gesù. Vi divide da Me, dal vostro Salvatore, e porterà alla rovina la vostra anima. Non ci credete Miei amati Figli? Lasciatevi allora dire quanto segue:

Siete ciechi alla verità, ciechi per ciò che conta veramente, ciechi, ingannati, smarriti, vivete in un tempo che può essere mitigato solo dalla conversione e dalla preghiera costante e profonda a Me, al Padre e allo Spirito Santo. Vi siete già diretti nelle reti di cattura del maligno, anche se voi lo negate, ma guardatevi attorno e incominciate a comprendere! Il tempo in cui vivete non considera importante ciò che lo è e ciò che è assolutamente inutile vi sembra ora importante! Che cosa vi porta la buona considerazione degli altri se la vostra anima è macchiata di nero? Che cosa vi portano il denaro e i beni terreni se la vostra anima è divenuta una pietra nel guadagnare sempre di più? Che cosa vi dà il vostro bel lavoro, la vostra bella macchina e gli altri beni terreni se la vostra anima si sta atrofizzando? Cosa, figli Mie? Cosa? Io ve lo chiedo e voi internamente interrogatevi con sincerità:

Siete pronti per Me, per il vostro Salvatore? Siete pronti a presentarvi davanti al Padre? Lo siete? Siete pronti per il Mio Ritorno? Lo siete? Siete pronti a stare davanti a Me che sono il vostro Salvatore e contemporaneamente vostro giudice? Lo siete? Siete pronti figli Miei? Siete pronti o siete legati ai vostri beni terreni, alla vostra buona fama, alla vostra posizione sociale, al vostro denaro? Lasciate che vi dica: “A chi importa più della stima che gli altri hanno di lui che di Me, il suo Salvatore, è ancora molto lontano da Me! A chi importa più del suo denaro che del suo prossimo, anche costui è ancora molto lontano da Me, il suo Gesù. Chi preferisce le ricchezze a Me, il suo Gesù, non è con Me e chi accumula denaro e vuole sempre di più anche costui non è con Me!

Figli svegliatevi realizzate in quale inganno vivete. Nulla di ciò che vi sembra importante sulla terra- ed Io mi riferisco a quello che vi ho detto prima- vi conduce a Me al vostro Gesù. Solo con la conversione e il nuovo orientamento della vostra vita verso di Me, il vostro Salvatore, renderete il vostro mondo nuovamente più amabile e più vivibile e vi avvicinerete a Me, il vostro Gesù.

Sfruttate quindi questo tempo e pentitevi di tutto quello che avete fatto di sbagliato. Convertitevi espiate, provate rimorso fate penitenza figli Miei, espiate. Fate sacrifici e pregate! La vostra preghiera è talmente importante, per voi e per il vostro mondo. Amen.

Vi amo molto. Sono un Salvatore misericordioso, ma Io sarò (anche) giudice e per questo giorno dovete essere pronti preparatevi per questo giorno perché un’anima che non si è resa pura non potrà entrare nel Mio Nuovo Regno. Andrà perduta e soffrirà grandemente.

Convertitevi dunque, amati figli, e siate sempre pronti per Me, per il vostro Gesù. Amen.

Ti amo e vi amo molto.

Il tuo e vostro Gesù. Io Sono misericordioso, pieno d’amore per ciascuno di voi e Salvatore vostro e del mondo. Amen.

(die Vorbereitung)

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO



Non vedo che Sangue e fuoco

Il Sacrificio dell'altare, se è incruento per il Sangue, è cruento per l'amore! O Sangue adorabile, che scendi come una pioggia di fuoco da tutte le piaghe del mio Salvatore! Ogni scintilla è una goccia del Sangue del mio Signore e la fiamma ardentissima che lo avvolge è il fiume regale della sua vita di grazia.
Non vedo che Sangue e fuoco, fuoco e Sangue: la Passione nel suo supremo dolore; la Redenzione nel suo amore supremo! La mia vita è nelle piaghe di Cristo!
Non c'è sterilità per l'anima che vive, ama e s'immola a piè della Croce. Il Sangue non ha stagioni o leggi come la rugiada e la pioggia: esso scende in tutti i terreni, anche in quelli incolti, sempre, feconda anche quelli che non hanno seme, poiché il seme di vita spirituale lo porta lui, lo seppellisce lui nei solchi dell'anima, facendo germogliare una messe ubertosa.
O Signore, quanto Sangue e quanta luce e quanta grazia! Quid retribuam?

- Dammi, o figlia, i frutti dello spirito di fede e dello spirito di umiltà, essi produrranno i frutti dell'amore. - q. 14

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

IL PURGATORIO NELLA RIVELAZIONE DEI SANTI



ESISTENZA DEL PURGATORIO

***

La preghiera per i morti

Nel sesto secolo si introduce l'uso dell'Ufficiatura dei Morti, e  da allora in poi le testimonianze della tradizione si accumulano  in modo che è impossibile citarle tutte. Sul finire del decimo  secolo nella Certosa di Cluny, per opera del santo abate  Odilone ebbe origine la Commemorazione dei Morti, che da  quel tempo si celebra ogni anno dalla Chiesa cattolica il 2 novembre, giorno seguente a quello in cui si celebrano le gioie  della Chiesa trionfante con la Festa di Tutti i Santi. Due secoli  più tardi il grande Alighieri, che va considerato come  l'interprete e lo specchio del suo tempo, riassumendo nella sua  magnifica epopea tutte le pie credenze dell'epoca, esponeva coi  canti più sublimi e con le più commoventi ispirazioni le pene  del Purgatorio. Sappiamo d'altra parte quanta fosse nel medio  evo la devozione verso i defunti. In alcune città quando  scendevano le ombre della notte e ciascuno si riposava dai  lavori della giornata, si udiva per le strade la voce del banditore  notturno, che in quel cupo silenzio andava ripetendo - O buoni  fratelli che vegliate, pregate per i defunti. - Gli uomini dei  nostri giorni, che aboliscono con tanta cura gli emblemi della  morte, troverebbero certamente troppo lugubre un simile  avvertimento, ma in quell'età di fede i popoli erano meno  delicati. La Chiesa militante formava una sola famiglia con la  Chiesa purgante: il ricordo dei poveri morti non turbava il  sonno di nessuno; col pretesto della sensibilità non si cercava  di farlo scomparire dalla mente di coloro che i trapassati  avevano amato. Ai nostri giorni tutto è cambiato. Il ricordo dei  defunti spesso ci riesce importuno: rari i pellegrinaggi alle  tombe, fievole la riconoscenza, pochi i suffragi. Si è tentato  perfino di distruggere i corpi dei nostri trapassati, per impedire  così le salutari lezioni che vengono dalle loro tombe: al rito  cristiano della inumazione si vorrebbe sostituire quello pagano  della cremazione.

Nel secolo decimoquinto il Concilio di Firenze si occupò  lungamente della questione del Purgatorio. Non già che la  Chiesa latina e la greca non si trovassero d'accordo circa  l'esistenza di codesto luogo di pena, ma la controversia era  sorta sulla natura è sulla durata delle pene e, come vedremo  altrove, per non porre ostacolo alla desiderata unione della  Chiesa greca alla latina, il Concilio si astenne dal pronunziarsi su questo punto. Nel secolo seguente una voce blasfema si fece  udire nella Chiesa, condannando per la prima volta la preghiera  per i defunti. Era la voce di Lutero, che voleva infrangere quei  vincoli sacri, che ci uniscono ai fratelli d'oltre tomba,  soffocando la preghiera sulle labbra e la speranza nel cuore di  coloro che rimpiangono dilette memorie. Non più Purgatorio,  non più stato intermedio tra la beatitudine del Cielo e le pene  eterne dell'Inferno; cose tutte contrarie, diceva l'eresiarca, ai  sentimenti più santi, alle ispirazioni più commoventi del cuore  umano. Per una felice incoerenza non pochi protestanti si  riconobbero cattolici presso la tomba di persone a loro care, e  malgrado i sofismi del loro spirito, uscì spontanea da quei petti  la preghiera in suffragio dei morti. Tolte però queste eccezioni,  è certo che il Protestantesimo non ammette la preghiera per le  anime dei trapassati. A codeste negazioni infondate, la Chiesa  cattolica, vera madre delle anime, oppose, una splendida  reazione, poiché dopo avere rivendicato solennemente nel  Concilio di Trento l'antica fede sul Purgatorio, dichiarando  anatema chiunque negasse la sua esistenza e l'utilità dei  suffragi pei morti (Sess. VI cap. 3o, Sess. XXII cap. 2, Sess.  XXV decretum), essa promosse per ogni parte la formazione di  pie Società con lo scopo di pregare per i defunti. Così vediamo  a Roma Paolo V autorizzare e incoraggiare la pia pratica di  comunicarsi in una domenica di ogni mese a suffragio dei  defunti, e a Bruxelles stabilirsi una Congregazione il cui scopo  è di pregare per la liberazione delle anime del Purgatorio,  poiché, dicono gli statuti di questa Congregazione, se vi sono  nella Chiesa Ordini religiosi fondati col pio scopo di redimere  gli schiavi, con più forte ragione devono esistere congregazioni  e confratelli che si occupino non a liberare dai ceppi i corpi dei  cristiani, ma a trarre le loro anime dalle pene del Purgatorio.  Queste pie confraternite si moltiplicarono e diffusero per tutto  il mondo cristiano, e dappertutto furono arricchite di privilegi e  di numerose indulgenze dai Vescovi e dai Sommi Pontefici. 

Pure ai nostri dì molto si prega per le anime sante del  Purgatorio. La pratica dell'atto eroico a vantaggio dei defunti,  che nei tempi passati era in uso solo qua e là, quasi come  eccezione, ai giorni nostri si è talmente generalizzata, che  intere comunità religiose hanno più volte rinunziato a tutto il  merito delle loro opere buone per convertirlo a pro dei defunti,  e in quasi tutte le parrocchie è invaso il pio costume di  consacrare l'intero mese di Novembre a suffragare le anime del  Purgatorio. Finalmente in questi ultimi anni si è formato un  Ordine religioso con lo scopo di procurare per mezzo della  preghiera e del sacrificio il sollievo di quelle povere anime.  Così il ricordo dei morti rimane, e rimane a dispetto della lotta  ché si è fatto e si sta facendo a danno di quei cari che,  lasciandoci, sperarono nel nostro soccorso, e non è un ricordo  sterile, ma fatto di rimedi efficaci, di preghiere, di sacrifici, di  opere buone, offerte alla giustizia divina, onde affretti il  soggiorno beato della perpetua pace nella visione beatifica alle  anime sante di coloro, che ci precedettero nel travaglio della  vita terrena.

Sac. Luigi Carnino